Jacquotte Delahaye
Mlle Jacquotte Delahaye (Hispaniola, circa 1630 – 1663 circa) è stata una pirata bucaniere francese.
Oltre a Anne Dieu-le-Veut, Anne Bonny e Mary Read era una delle pochissime pirate e bucaniere del XVII secolo. Non ci sono fonti dell'epoca secondo cui Delahaye fosse una persona reale. Le storie delle sue imprese sono attribuite a Leon Treich, uno scrittore di narrativa francese degli anni '40.[1]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Jacquotte Delahaye[2] nacque nella parte occidentale dell'isola di Hispaniola (l'attuale Haiti) da padre francese e da una nativa haitiana di Hispaniola di origine taini che morì durante il parto di suo fratello che soffrì di un lieve ritardo rendendolo disabile. Jacquotte si prese cura totalmente del fratello dopo la morte del loro padre. Il padre morì di morte violenta, cosicché, Jacquotte, dopo l'omicidio, decise di intraprendere la carriera di pirata, come bucaniera. Ci sono molte leggende e miti sulla sua famiglia, su di lei e le sue gesta.[3]
Si pensa che per sfuggire ai loro persecutori, gli omicidi del padre, fuggirono e lei cercò di dissimularsi architettando la propria morte e travestendosi e vivendo, per alcuni anni, sotto mentite spoglie maschili, nelle file di pirati e bucanieri. Rimessi gli abiti femminili, fu soprannominata Back From the Dead Red (La Rossa ritornata dalla Morte), dal colore dei suoi capelli.
A capo di un gruppo di un centinaio di bucanieri, nel 1656, conquistò una piccola isola caraibica spagnola, instaurando il suo dominio e trasformandola in una Freebooter Republic (Repubblica dei Filibustieri)[4], fornita anche di una piccola flotta. Sette anni dopo, intorno al 1663, attaccata da forze spagnole, colpita da un proiettile, morì nel difenderla.[3][4]
Sebbene non esista alcuna documentazione ufficiale di alcun figlio, la leggenda narra di una figlia, di nome Dinah Delahaye, anche lei rossa di capelli, che condivideva le avventure della madre, ed alla sua morte seguì le orme materne, divenendo un'abile spadaccina al comando di una piccola flotta di bucanieri.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Benerson Little, The Golden Age of Piracy: The Truth Behind Pirate Myths, Skyhorse Publishing, 4 ottobre 2016, ISBN 9781510713048.
- ^ (EN) Ulrike Klausmann, Marion Meinzerin e Gabriel Kuhn, Women pirates and the politics of the Jolly Roger, Black Rose Books, 12 settembre 1997, ISBN 9781551640594. URL consultato il 19 febbraio 2019.
- ^ a b (FR) Gérard A. Jaeger, Les femmes d'abordage: chroniques historiques et légendaires des aventurières de la mer, Clancier-Guénaud, 1984, ISBN 9782862150550.
- ^ a b (EN) Charles H. Parker, Global Interactions in the Early Modern Age, 1400–1800, Cambridge University Press, 23 giugno 2010, ISBN 9781139491419. URL consultato il 19 febbraio 2019.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Alexander Olivier Exquemelin, de Americaensche Zee-Roovers: Behelsende Een Pertinente En Waerachtige Beschrijving Van Alle de Voornaemste Roveryen En Onmenschelijcke Wreedheden, Theoklesia, Llc, 23 febbraio 2012, ISBN 1275854915, OCLC 940313845.
- (EN) Ulrike Klausmann, Marion Meinzerin e Gabriel Kuhn, Women pirates and the politics of the Jolly Roger, Black Rose Books, 1997, ISBN 9781551640587. URL consultato il 19 febbraio 2019.
- (EN) Charles H. Parker, Global Interactions in the Early Modern Age, 1400–1800, Cambridge University Press, 23 giugno 2010, ISBN 9781139491419. URL consultato il 19 febbraio 2019.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla pirateria
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Jacquotte Delahaye, su Alchetron. URL consultato il 19 febbraio 2019.
- (EN) Back From The Dead Red, su Dark Red Blend. URL consultato il 19 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2017).
- (EN) Jim McLennan, Feature: Nautical But Not-So Nice: Women pirates through history, su Girls With Guns, 1º febbraio 2015. URL consultato il 19 febbraio 2019.