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Mundila

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Mundila
NascitaSpoleto, ?
Morte?
EtniaGotica
ReligioneCattolicesimo
Dati militari
Paese servito Impero bizantino
Forza armataEsercito bizantino
CorpoExcubitores
GradoComes
ComandantiBelisario
GuerreGuerra greco-gotica
BattaglieAssedio di Roma (537-538)
Assedio di Milano (538-539)
Battaglia di Pavia (538)
Comandante diGuardia del corpo di Belisario
[1][2]
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Mundila (Spoleto, ... – ...; fl. VI secolo) è stato un generale bizantino della guardia del corpo di Belisario durante la guerra in Italia, dal 537 al 539, originario di Spoleto.[3] Lo storico Procopio di Cesarea conosceva Mundila e ne elogiò le capacità di combattimento, riportando diversi esempi della sua abilità[1][4].

Fu uno dei primi membri della famiglia Orsini di Spoleto e nipote di un altro Mundila, di stirpe gotica e detto Orso, che aveva ucciso il senatore Petronio Massimo per vendicare la morte di Valentiniano III[3][5].

Durante l'assedio di Roma nel 537 (si ritiene verso la fine di aprile) Mundila e Diogene furono inviati da Belisario con 300 guardie del corpo in una sortita a cavallo contro i Goti, che riuscì[1].

Nell'autunno dello stesso anno Mundila e alcuni cavalieri scortarono Procopio da Roma di notte, eludendo la sorveglianza dei Goti, e tornarono riferendo il suo arrivo sano e salvo in Campania[1].

Successivamente prese parte ai combattimenti organizzati da Belisario per distrarre l'attenzione dei Goti dall'avvicinarsi dei rinforzi e dei rifornimenti (si ritiene nel dicembre 537)[1].

Quando fu tolto l'assedio di Roma (marzo 538), Mundila prese parte all'attacco ai Goti mentre si ritiravano attraverso il Ponte Milvio[1].

Nella primavera del 538 Belisario inviò a Milano 1000 uomini al comando di Mundila, dei quali i Traci comandati da Paolo e gli Isauri comandati da Enno[1].

Navigarono da Porto a Genova, poi marciarono via terra, portando con sé piccole imbarcazioni sulle quali attraversarono il Po; a Ticinum (Pavia) combatterono e sconfissero i Goti, ma non riuscirono a conquistare la città[1].

Da lì proseguirono per Milano, che conquistarono senza combattere, assieme al resto della Liguria. Mundila collocò guarnigioni presso le città di Bergamo, Como e Novara e in varie altre fortezze[1].

Nell'estate del 538 era a Milano con solo Paolo, Enno e circa 300 uomini, quando l'esercito del gotico Uraia, supportato dalle truppe burgunde alleate, arrivò inaspettatamente e pose l'assedio alla città per circa nove mesi. Mundila chiese urgentemente aiuto all'esercito di Martino e Uliare, ma invano. Non riuscendo a persuadere le truppe a proseguire la guerra per Milano, Mundila si arrese ai Goti con una promessa di salvezza per le proprie truppe. Lui e le truppe furono tenuti sotto sorveglianza mentre i Goti rasero al suolo Milano, uccidendo gli uomini e dando le donne come schiave ai Burgundi[1].

Mundila e Paolo furono poi portati come prigionieri a Ravenna[1]. Dopo questo fatto, i documenti storici non riportano più nulla su Mundila[6].

  1. ^ a b c d e f g h i j k (EN) John Robert Martindale, The Prosopography of the Later Roman Empire, Volume 3 - A.D. 527-641, Cambridge, Cambridge University Press, 2000 [1992], pp. 901-902, ISBN 0-521-20160-8. URL consultato il 29 settembre 2021. Ospitato su Google Libri.
  2. ^ Sergio Unia, Mundila ufficiale di Belisario, su Sunelweb. URL consultato il 30 settembre 2021.
  3. ^ a b Bernardino de' Conti di Campello, Libro nono, in Delle historie di Spoleti, Tomo primo, Spoleto, Gio. Domenico Ricci, 1672, p. 281. URL consultato il 29 settembre 2021. Ospitato su Google Libri.
  4. ^ Carlo Troya, Libro quarantesimo sesto, in Storia d'Italia del Medio-evo, Volume II - Parte III - Eruli e Goti, Napoli, Stamperie Reale, 1850, p. 1327. URL consultato il 29 settembre 2021. Ospitato su Google Libri.
  5. ^ Bernardino de' Conti di Campello, Libro settimo, in Delle historie di Spoleti, Tomo primo, Spoleto, Gio. Domenico Ricci, 1672, pp. 226-227. URL consultato il 29 settembre 2021. Ospitato su Google Libri.
  6. ^ Humot, Destinazione.
  • MVNDILAS (Μουνδίλας), su HUMOT – Human Mobility between Oriens and Transpadana 98-604, 17 novembre 2019. URL consultato il 30 settembre 2021.