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lunedì 4 maggio 2009

Parigi: giorno due

Dopo un sonno ristoratore di 11 ore (ehm...) ed una colazione golosa, riprendo con molta calma la mia scoperta di Parigi in questa domenica uggiosa. Punto di partenza sempre Place de La Bastille dove scopro che, nello stesso punto in cui al sabato c'era il Marchè de l'Art e de la Creation, c'è un ENORME mercato alimentare. Banchi di carne, formaggi, pane e dolci, verdura e frutta disposte in modo molto fantasioso, ma quelli che hanno attirato maggiormente la mia attenzione, questione di gusti, sono stati i banchi di pesce. Mai visto tanto assortimento, o forse soltanto nella Food Hall di Harrod's ... pesci di tutte le forme e tutti i colori, frutti di mare freschissimi, ostriche, alghe... (alghe?!!). Da vedere. Decisamente. Ultima chicca appena prima di lasciare il mercato: una bancarella di chincaglie assortite ad un euro. UN EURO! Non ci potevo credere... Chiaramente ho fatto man bassa di collanine e braccialini vari con la chiara idea di buttare le palline di plastica, o destinarle ad usi meno nobili, e riutilizzare le catenine color bronzo, rame, acciaio scuro e via. Ecco un esempio di quello che ho trovato:

Ad un certo punto l'omino della bancarella mi voleva adottare...


Lascio Bastille e con la Metro vado verso Montamartre dove mi aspetta il Marchè aux Puces de St-Ouen, il "mercato delle pulci più grande d'Europa". Mah, vi dirò, mi ha un pò deluso.


Prima di raggiungere il mercato vero e proprio, si passa in mezzo a milioni di bancarelle che vendono il peggio del peggio del ciarpame, tarocchi e farlocchi e gogo, loschi figuri che si aprono la giacca per mostrarti la loro catene finto D&G o Dior o chi volete voi, falsi Rayban, false Gucci, Marlboro (false anche loro? boh...).


Alla fine il mercato c'è, abbiate speranza. Vestiti, scarpe e cappelli vintage, o usati, come volete voi, mobili, vecchie posate in argento, mobili...ma niente d'eccezionale insomma, chissà che credevo di trovare. Qualunque cosa fosse, lì non c'era. Però sono riuscita lo stesso a portarmi via un piccolo bottino perlinoso:


S'era detto passeggiare alla scoperta della città e così faccio anche su e giù per le viuzze di Montmartre. Mi arrampico su fino al Sacro Cuore, la vista è decisamente meritevole, peccato che quel giorno il cielo fosse un pò grigetto... La basilica è molto bella, così candida. Sobria anche all'interno. Decisamente meno fronzoli rispetto alle nostre chiese. Persino le pareti della cupola sono bianche, senza affreschi.


Dopo questa parentesi di sacro, ritorno al profano, che mi è ben più consono, gironzolo per il quartiere, tra negozietti e bistrot, tutto un su e giù fino ad arrivare alla piazzetta degli artisti, leggi ritrattisti e/o paesaggisti: Place du Tertre. Appena dietro alla piazza, una delle cose che proprio non mi volevo perdere: il Dalì Espace. Come dicevo nel post precedente, non sono una studiosa e quindi non so parlare d'arte, utilizzare i soliti aggettivi bella o interesante per questa espozione mi sembra riduttivo. Posso solo dire che spero possiate farci un giretto. Suggestive le pareti nere, le sculture in bronzo, i disegni, gli schizzi, le foto, il divano a bocca...

Passo ad un altro museo alternativo: il Musée de l'Erotisme. Cinquemila anni di ninnoli e giochini vari, più le classiche divinità della fertilità femminile ma soprattutto maschile. C'è bisogno di scrivere quale fosse la peculiarità delle stauette che personificano la fertilità maschile? Salendo i sette piani del museo si passa dai manufatti in legno del Sud America e dell'Africa alle classiche rappresentazioni della vita di coppia nell'estremo oriente, su su fino a filmati e cartoni animati hard risalenti agli anni '20. E ancora foto, marchingegni dall'uso a me oscuro etc. Mica per continuare a battere lo stesso chiodo, ma a mio parere, a Londra con Seduced avevano fatto di meglio.

Dopo una super doccia in hotel, al fine di togliermi di dosso la stanchezza ma anche quel buon odorino di metropolitana, scendo di nuovo a Place de la Bastille, dove mi gusto una cenetta a Le Petit Bofinger. Mangio buonissimo pane, salmone con fagiolini e fave e salsina all'aceto. Bevo ottimo vino rosée e chiudo con un cafè gourmand: tazzina di caffè, cialdina al burro, bicchierino di mousse al cioccolato, bignè alla panna e fetta di ananas. Finisco la serata con una tisana al Cafè de Phares, che ho scoperto poi essere un philocafé, cioè un locale dove si riuniscono filosofi o presunti tali. Mah...

domenica 3 maggio 2009

Parigi: giorno uno

Il primo giorno, sabato 25, Parigi era illuminata da un timido sole, che scaldava appena l'aria. Dopo essere passata in hotel a lasciare i bagagli, ho deciso di andare alla scoperta del quartiere: il Marais. Punto di partenza Place de la Bastille, dove a sorpresa mi imbatto nel:beh, come potrete immaginare c'era di che lustrarsi gli occhi: gioielli, quadri, borse artigianali, bancarelle stracolme di cappelli di stoffa o di feltro, magnifici collier realizzati con fili metallici..insomma, il paradiso!
Decido che non è il caso di passare il week end lì, quindi raccimolo le idee, rubo qualche ispirazione ed inizio il mio giro. Seguo la lunghissima Rue St-Antoine e mi addentro nelle viette laterali, nel frattempo il tempo cambia, nuvoloni grigi che non promettono niente di buono.
Infatti quando raggiungo la verdissima Place des Vosges, gremita di runners e turisti, inizia a scappare qualche goccia.

Proseguo la mia passeggiata nelle strette viuzze del Pletzl, il quartiere ebraico che si snoda tra Rue des Roisiers e Rue des Ecouffes...molto belline e caratteristiche, peccato che le saracinesche delle botteghe, dei ristoranti Kasher, della gastronomie etc siano tutte abbassatte...ottima idea visitare il quartiere ebraico di sabato! Però lo spettacolo di questi bambini vestiti a festa che sciamano fuori dalla Sinagoga con i loro papà tutti neri, con lughe barbe e kippah è qualcosa di veramente suggestivo, di certo qua a St. Rock dove vivo non capita tutti i giorni.

Gira che ti rigira, capito casualmente da fronte a Tout à Loisir... beh, visto che c'ero ho pensto bene di entrare. Quello che c'è lì dentro è INDESCRIVIBILE, interi scaffali ricoperti di cassettini, scatoline, scatolette, tubicini di paillettes, conteria, pietre dure, catene, nastri, bottoni... per non parlare della stanza dei cristalli. Vi assicuro che lo spettacolo è ineguagliabile, e lo dico da non appassionata di Swarowski. Bottino ricco, ma che salasso! Ecco un assaggio di quello che mi sono portata via:
Quando esco dal negozio, la situazione meteorologica è nettamente peggiorata: acqua a catinelle! Proseguo nel mio vagabondare tra le viuzze del Marais, mi spingo oltre e faccio rotta verso il Centre Pompidou. L'immagine di questo edificio me la ricordavo dal libro di civiltà francese delle scuole medie, ma quello che i libri non spiegano è l'aria che si respira lì. E' per questo motivo che non mi piace fare troppe foto quando sono in giro, a cosa serbirebbero? Solo ad uso e consumo di annoiati amici costretti a visionarle, stop. Nessuna foto immortala le voci, le risate, i profumi, gli odori sgradevoli, il vento fresco o il sole caldo...

Smette di piovere, per fortuna.

Nello spiazzo antistante l'ingresso del centro, una folla variopinta intenta a rimirare un tizio vestito da imbianchino che spiattellava manate di bianco, nero e grigio su una tela, un quarto d'ora o poco più ed ecco che sulla tela, capovolta sottosopra, compare il faccione tanto amato di Obama, tra applausi e sorrisi d'ammirazione.

Fila impegnativa all'ingresso, ma questo cartellone mi invoglia a restare:
Il Centre Pompidou ospita il MNAM, Musée National d'Art Moderne, la biblioteca pubblica, varie sale cinematrografiche e altri luoghi d'intrattenimento come locali e ristoranti. Nonostante le sale del museo offrano opere di un certo pregio, la mostra temporanea su Kandisky è quella che mi ha affascinato di più. Non sono una studiosa d'arte, non sono un'esperta, non ne so parlare, ma i suoi gialli, rossi e blu mi incantano. Mi incantano gli sfondi neri, e quelli chiari delle sue tele. Mi incantano le linee, mi incantano i titoli, didascalici.

Dopo aver girovagato per le scale mobili di questo edificio strambo, ed essermi goduta il panorama dalla terrazza del terzo piano, mi riavvio lentamente verso l'albergo, dopo aver fatto man bassa di sashimi in uno dei mille take away giapponesi, tanto so che dopo la doccia serale non avrò le forze per uscire, visto che sono in piedi dalle tre di notte.

Giusto il tempo per scarabocchiare il resoconto della giornata sul quadernetto, e come avevo anticipato, incollare biglietti e scontrini a mo' di adolescente, e poi crollo.

mercoledì 29 aprile 2009

Di ritorno...

Considerazioni generali.
Parigi è una signora che indossa spesso il cappello, fuma parecchio, va fortissimo in macchina, quando non ripiega sul monopattino, la domenica fa la spesa al mercato e si alza piuttosto tardi al mattino.
Quanti cappelli! Da uomo e da donna.
Quanto fumo, sulla porta di ogni negozio o locale in qualsiasi momento trovate persone che stanno facendo la classica pausa sigaretta, ai tavolini dei bar chiunque fuma, la gente esce dalla metro ed ha la sigaretta spenta in bocca e l'accendino pronto in mano... Per l'occasione anche io ho comprato un pacchetto di sigarette. Per la prima volta dopo aver smesso lo scorso dicembre. Mossa intelligente eh? Tre sigarette parigine. Il resto del pacchetto lo butterò.
Il parigino in macchina rispetta moltissimo il pedone, purchè se ne stia al suo posto. Quando scatta il verde non ce n'è per nessuno. Partenze stile Indianapolis e piede pigiato sull'acceleratore. E quanto corrono!
Io in Italia non l'ho mai vista una mamma sul monopattino, con lo zaino della figlioletta sulle spalle e la suddetta figlioletta sulla pedana! Un sacco di distinti signori in doppiopetto e ventiquattrore alla mano sul monopattino! Le sciure in monopattino! E i ragazzi, vabbè, ma questo non conta.
Avete per caso intenzione di entrare in un museo, o fare shopping prima delle 10, 10-30? Non se ne parla. Parigi se la prende comoda.
Domenica mattina, Place de la Bastille: il mercato di alimentari più bello che io abbia mai visto. Centinaia di banchi di prodotti freschissimi, profumattissimi e bellissimi. Banchi di verdure che sembrano quadri, con gli ortaggi suddivisi per colore, o disposti in altri modi fantasiosi.
Pesce freschissimo, frutti di mare, capesante, un'infinità di ostriche e alghe!
Bancarelle di pane e dolci, tortine e biscotti, baguettes e quiches...
Carne, formaggi, e chi più ne ha più ne metta. Ed i venditori come da tradizione strillano, e ti invitano ad assaggiare i loro prodotti. Vicino ai banchi pocchissimi turisti, ma molti parigini con il carrellino della spesa ricolmo di prelibatezze.

Detto questo, Parigi non è Londra. Londra è il mio metro di giudizio. Con Londra è stato amore a prima vista, amore che è cresciuto ogni volta che ci sono tornata. Parigi ha qualcosa in meno.
Parigi batte nettamente Londra in campo di beltà degli abitanti. Gli autoctoni parigini sono deciamente più belli dei londinesi. Belli belli, tratti nordici, o mediterranei, qualche spruzzata di Maghreb, sono quasi convinta di aver visto la versione ventenne di Johnny Deep... Anche le ragazze, sia chiaro. Ragazze H&M, ragazze bohemien, ragazze eleganti e ragazze un pò meno, ma belle. Beh, sì, con le dovute eccezioni.
A Londra sono belli i bambini, con questi capelli fini e chiarissimi, o le ragazzine dalla pelle chiara, ma i ragazzi e gli adulti proprio non spiccano in beltà. Beh, sì, con le dovute eccezioni pure qui.

Normalmente sono abbastanza marziale nell'organizzazione di un viaggio, pur breve che sia. Mi studio le guide, seleziono cosa voglio vedere, mi faccio un programma piuttosto serrato...
Beh stavolta non è andata così. O meglio, ho cambiato idea in corsa. Avevo pensato ad un programma, ma i tre giorni parigini sono capitati proprio in un periodo particolarmente impegnativo dal punto di vista lavorativo, quindi ho deciso di prendere questi tre giorni come una vera pausa, e non come una marcia con tappe obbligatorie. Ho fatto la flaneur (anche se temo che non si possa utilizzare al femminile...). Ho camminato e camminato, con qualche obiettivo, certo. Ma senza l'ansia di dovere vedere questo o quel museo, questa o quella chiesa.
Nei prossimi giorni vi racconterò quello che ho visto, vi parlerò degli acquisti craftosi e di come ho trasformato il quadernetto di viaggio.




lunedì 13 aprile 2009

Un Chien dans le Marais

Mi ero riproposta di creare una sorta di passo a passo del mio programma parigino qua sul blog, ma nonostante le buone intenzioni, di fare le cose per bene e mettere tutti i links ed i riferimenti del caso, non potevo non partire con una vaccata.

Avevo letto qualcosa su questo negozio di sfuggita su una rivista, poi l'ho ritrovato sulla Lonely Planet e ho pensato di approfondire, così per curiosità.
Un Chien dans le Marais è un piccolo negozio di abbigliamento ed accessori che si trova nel Marais, ovviamente, quartiere centralissimo di Parigi, vicino a Place des Vosges e Place de la Bastille. I capi e gli accessori (borse, zaini, foulard e bandane, gioielli...) sono tutti di ottima fattura e le collezioni sono sempre in linea con le tendenze di stagione.
Piccolo dettaglio, lo chiarisco nel caso a qualcuno fosse sfuggito il significato della parola chien (e pure l'immagine qua sopra), ogni articolo di questo negozio è destinato ai cani. Sìsì, quelli pelosi, a quattro zampe.
Chiunque abbia un cagnolino a casa, saprà che ci sono cose che non possono mancare nella vita dei nostri piccoli amici. State pensando ad una ciotola di acqua fresca, alla pappa, a qualche passeggiata e qualche pallina da tennis con cui giocare? Ma va! Sono ben altre...

Come farsi mancare il guinzaglio zebrato?

E non sarete così crudeli da portare in giro la vostra ragazza pelosa senza queste mollettine? Che quest'anno va la frangia lunga, ma davanti agli occhi da un pò fastidio... Lilla, mi raccomando, il colore della primavera 09.

E spero non vi venga in mente di andare a correre col vostro amico a quattro zampe senza una felpa in tessuto sportivo, traspirante.


Sono pronta a scommettere che nella manica ci sia anche l'attacco per l'I-pod...

E dopo una giornata piena d'impegni, con un fortissimo stress psicologico, perchè la società canina di oggi impone di presentarsi sempre al meglio della forma, con gli accessori giusti e gli abiti giusto, ed i padroni giusti, finalmente si torna a casa a godersi il meritato riposo. Su un vecchio tappetino? No no, qua:

Che dite? Che souvenir prendo alla mia Mila?


Non fatevi ingannare dall'apparenza e dalla sua posa alla Heidi Klum. In realtà lei è un tornado e tra i suoi passatempi preferiti citerò lo scavare enoooormi crateri in giardino, il rotolarsi nei cadaveri di malcapitate chiocciole (bene inteso che le suddette chiocciole diventano cadaveri proprio a causa sua...) etc etc. Temo che non me lo perdonerebbe se mai osassi metterle una mollettina.
E comunque, se anche mai mi dovesse sfiorare l'idea di fare shopping a Un Chien dans le Marais, mi troverei in una situazione imbarazzante... Che dico poi alla Viola? Come ci rimarrebbe lei, nel veder arrivare da Parigi solo un pensierino per la Mila?

A meno che non esista anche Un Chat dans Montmartre. A quel punto avrei risolto...

martedì 31 marzo 2009

Paris!

E' aprile! Oggi si inaugura ufficialmente l' "Affaire Paris".
(Va beh, lo so, è la sera del 31 Marzo...ma ci siamo capiti, no?)

Andiamo con ordine. Sono riuscita a rosicchiare tre giorni di vacanza, in questo periodo particolarmente pieno, tra scuola e cooperativa... Insomma, approfittando del fatto che il 25 Aprile è un sabato, è che il lunedì è il mio giorno libero, mi sparo una tre giorni, 25,26,27, super intensa a Parigi!

Dunque, avendo così poco tempo, mi devo organizzare tutto al secondo. Questo qui è il corredo base per lavorare al programma.

Una piiiiccola Lonely Planet, Incontri, precisamente, un pò guida, un pò romanzo, cartina con stradario e quadernetto. Utilità del quadernetto:

  • Pre partenza: appuntare indirizzi, negozi craftosi, librerie, orari, fermate della metro, commenti, cose da vedere, cose da comprare, musei alternativi da visitare (sì perchè per visitare il Louvre mi giocherei due terzi della vacanza), monumenti, strade, piazze, viuzze, chiese, sinagoghe, moschee, mercatini delle pulci etc etc....
  • In loco: annotare impressioni a caldo, dettagli e sfumature che rischiano di andare persi, incollare scontrini, etichette e quant'altro a mo' di adolescente scema, foto, tenere il conto dei soldi spesi (ehm...ripensandoci, questo magari no....)


Piccola parentesi: ma quanto mi piace questo quadernetto? Quando, lo scorso settembre, ho cacciato le 2.99£ nel negozietto di Artbox, a Camden Market, mica lo sapevo a cosa mi sarebbe servito, ma quando mi è ricapitato tra le mani, pochi giorni fa, non ho avuto dubbi: un quadernetto londinese, con scritto in cima Bon Voyage per che altro può servire, se non per la mia minimini vacanzina parigina?! Un pò della mia amatissima Londra, anche a Parigi.


Veniamo al punto, questo post, e gli altri con lo stesso tema, hanno lo scopo di tenere ordine nel mio caos organizzativo, ma anche quello di raccimolare informazioni.
Indi, se passate di qua e volete darmi una mano, siete i benvenuti. Vi è capitato di leggere un articolo interessante su Parigi? Conoscete, magari tramite giri a random nelle rete, qualche negozietto caruccio? Qualche angolino caratteristico? Qualche luogo dove ingozzarsi di ghiottonerie? Qualcosa, qualsiasi cosa, insomma, che non sia segnalata sulle guide turistiche, ma che meriti una visitina.
Aspetto le vostre dritte.

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