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mercoledì 25 aprile 2018

Fuori stagione


Questa improvvisa esplosione di estate ha colto tutto di sorpresa: il guardaroba ancora ingombro di giacche pesanti, la Pulce che reclama a gran voce i pantaloni corti, il balcone dove, al posto dei fiori, fanno bella mostra di sè gli aggeggi da arrampicata del signor Darcy, che si è regalato un pomeriggio in solitaria  e la mia dispensa con una bella zucca e qualche  mela renetta, ormai un po' raggrinzita...

Cosa fare della zucca non ho ancora deciso, ma le renette  sono finite nella più classica tra le  torte di mele che fanno parte della tradizione di famiglia-

Certo una ricetta un po' fuori stagione, ma di torte con le fragole in questo periodo sono stracolme tutte le cucine virtuali....



Torta di mele della signora  J.


Ingredienti


4 mele renette
250 grammi di farina bianca 00
150 grammi di zucchero
100 grammi di burro
3 uova
la scorza grattugiata di un limone non trattato
1 bustina di lievito per dolci
latte q.b.

Procedimento


Sbucciare le mele, dividerle in quarti, eliminare torsolo e semi e  tagliarle a fettine di circa mezzo cm di spessore.
Fondere il burro a fuoco dolcissimo e, quando è tepido, mescolarlo in una ciotola ampia con lo zucchero, la scorza grattuggiata del limone e un pizzico di sale. Unire poi i rossi d'uovo e mescolare bene, fino ad ottenere una crema. Aggiungere la farina a cucchiaiate, mescolando bene per non formare grumi e aggiugendo un po' di latte per ammorbidire l'impasto. Unire il lievito mescolato a un po' di farina e poi, gli  albumi montati a neve.


Versare l'impasto in una tortiera imburrata e cosparsa di pan grattato o di biscotto grattugiato e poi immergere nell'impasto ( che è piuttosto cremoso) le fettine di mele a raggiera: sono tante e finiscono con l'essere molto vicine, ma va bene così....


Infornare nel forno già caldo a 180 - 200 °  e cuocere per circa un'ora: essendo morbido l'impasto e molta la frutta la torta impiega parecchio a cuocere...
Lasciar raffreddare e decorare eventualmente con una spolverata di zucchero a velo (che io ometto sempre).


Nota a piè di pagina n. 1: la signora J. era una collega di mia madre e il suo cavallo di battaglia era questa torta morbidissima  e ricca di frutta

Nota a piè di pagina n. 2: il glicine in fiore - ahimè - non è mio.... lo vedo in queste mattine lungo la strada che io e la  Pulce percorriamo nella nostra passeggiata mattutina... non ho resististo alla tentazione di fotografarlo----

domenica 1 aprile 2018

La sorpresa di Pasqua


Non è particolarmente bello questo uovo di Pasqua.... sotto la carta velina colorata nasconde qualche magagna, ma ne sono orgogliosa ugualmente perchè l'abbiamo preparato noi.
Sugli scaffali della dispensa di casa Fiordisambuco continuano ad esserci tanti ingredienti sbagliati (ne ho scoperti anche altri, con grande dispiacere), ma c'era anche il cioccolato e, soprattutto, ben nascosti, come il pizzico di follia, il desiderio di essere me stessa e - come sopresa pasquale - qualche motivo di orgoglio.....

Dovunque siate, Buona Pasqua



Ecco qui le due mezze uova

Ingredienti

200 grammi di Cioccolato fondente 70%
un pomeriggio di pioggia
un termometro da cucina
due stampi per uova (i miei sono in policarbonato)
un bambino in vacanza da scuola
una mamma che  non teme di sporcare la cucina
la sorpresa

Per il temperaggio del cioccolato io sono tornata all'MTC , che ho lasciato con dispiacere, ma dove so che posso sempre trovare indicazioni e suggerimenti preziosi (nel mio caso tecnica per inseminazione visto che lavoravo con la Pulce)



sabato 16 dicembre 2017

Burro, zucchero e il segno degli anni


Veni vidi vici... questo il motto a cui si ispirava la mia pausa pranzo nel mese di dicembre fino a un paio di anni fa: timbrare, breve viaggo in  pullman per la vicina "citta",  acquisto mirato e rientro in tempo con il pullman, stracolmo di studenti, giusto in tempo per timbrare in orario....
Una pausa pranzo, un regalo acquistato....
Ma gli anni lasciano traccia e la sola idea  di correre come una furia per far stare tutto in un'ora scarsa adesso mi pesa....

Le ore del mattino hanno l'oro in bocca  e non mi costava molto anticipare la sveglia di una mezz'ora per stendere l'impasto, sbizzarrimi con le formine e infornare i biscotti natalizi di Frau, in modo da produrne in quantità....
Ma adesso la mattina è una corsa contro il tempo e alzarmi ancora prima di quanto già previsto dalla tabella di marcia mi sembra un'impresa impossibile....

E, come è giusto che sia, a farmi capire che il tempo passa ci si è messo anche la Pulce che di fronte alla mia esitazione sulla sua domanda se, chiedendo come regalo di natale un biglietto aereo per andare in Canada (sì.... lui sogna in grande),  è necessario pagarlo, mi ha guardato con un sorrisetto un po' storto "...tanto mamma l'ho capito che i regali li mettete voi sotto l'albero..... " 

Benvenuto nel mondo dei grandi, Pulce, dove si sogna un po' meno ma dove - se si vuole - il Natale conserva ugualmente  il suo valore, la sua magia, il suo fascino, dove i regali possono ancora essere una sorpresa e dove non si rinuncia ad infornare i biscotti che profumano la casa di cannella e burro...

Biscotti al burro e zucchero

Ingredienti

350 grammi di farina bianca 00
250 grammi di burro morbido
100 grammi di zucchero semolato
1 cucchiaino raso da caffè di sale fino

per decorare
1 albume
2 cucchiai di zucchero semolato
1/2 cucchiaino di sale fino

Procedimento

Tagliare a  cubetti il burro temperatura ambiente 
In una terrina mescolare il burro con  lo zucchero e il sale  fino a che diventa spumoso.
Aggiungere la farina a cucchiaiate e compattare l'impasto  dandogli la forma di una palla. Far riposare per un quarto d'ora in frigorifero. 


Quindi  stendere l'impasto sul piano di lavoro infarinato ad un'altezza di circa mezzo cm e ritagliare  i biscotti con le formine, appoggiandoli poi sulla teglia rivestita di carta da forno.
Lasciar riposare per un quarto d'ora in frigorifero, spennellare con l'albume appena sbattuto con due cucchiai d'acqua, cospargere con il mix di zucchero e sale e infornare per una ventina di minuti in forno già caldo a 180°.


Lasciar raffreddare prima di spostarli dalla teglia. Conservare  in una scatola di latta (se non ve li mangiano prima...).


Nota a piè di pagina n. 1: la ricetta non far parte del ricettario di Frau, ma del mio regalo di Natale dello scorso anno che qui vedete aperto a pag. 39.... io non ho il mixer quindi ho laorato l'impasto a mano molto rapidamente vista la quantità di burro che contiene e non ho decorato con la granella di mandorle tostate che Sabrine invece utilizza perchè non è tra le cose che preferisco.

Nota a piè di pagina n. 2: gli anni passano, gli impegni aumentano proporzionalmente all'età della Pulce e dei suoi nonni, e io arranco....saggezza vorrebbe che tagliassi tutto quello che non è indispensabile... ma secondo voi non sono indispensabili i biscotti a Natale o il Calendario dell'Avvento per l'amica del cuore?

martedì 26 settembre 2017

Di compiti, lezioni e di una mamma irresponsabile


Ripresa la scuola sono ripartiti, come da copione,  i messaggi del gruppo classe su WA …L’argomento più gettonato, che batte persino il tema “vaccinazioni”, è quello dei compiti … sì perché quest’anno i pargoli sono in quinta, l’insegnante prevalente è cambiata: dopo che ogni anno se ne studiavano le curve e il colorito per capire se aumento di peso o dimagrimento  o  pallore potevano essere indice di una gravidanza, la titolare ha beffato tutti,  si è sposata ed ha seguito l’amore all’altro capo della penisola  e i compiti assegnati dalla nuova insegnante sono pochi,  davvero pochissimi, troppo pochi e l’anno prossimo i pargoli saranno alle medie, dove la musica (“cara mia tu non lo sai perché non hai altri figli …”)  è ben diversa…
Qualche mamma più seria, coscienziosa e responsabile di me sta assegnando da sola  esercizi aggiuntivi al pargolo che così si allena….
Io ho silenziato il “gruppo classe” e  mi godo questi ultimi giorni in cui non siamo ancora a pieno regime, riordino i ricordi e ripenso a quello che mi resta di  quest’estate, partita male e raddrizzata in corsa, in cui abbiamo studiato, con profitto,  a pochi kilometri da casa e lontano mille miglia, storia dell’arte, architettura, scienze naturali, astrofisica, geografia, ingegneria, lingue straniere  ......


....e cucina gluten free.

Sì, perché la scuola della Pulce ha portato per la famiglia Fiordisambuco anche nuove amicizie , un paio delle quali mi hanno richiesto di mettermi in gioco dal punto di vista della cucina : per ora mi sono misurata solo con ricette nelle quali la farina “normale” era richiesta in misura minima e quindi la sua sostituzione con la farina di riso o la fecola di patate è passata quasi inosservata.
Queste tortine, preparate ovviamente in piena estate, hanno riscosso un  buon successo e sono state replicate sostituendo le albicocche con le prugne che  - però – devono essere dolci e ben mature

TORTINE ALL'ALBICOCCA

Ingredienti

4 albicocche mature
60 grammi di farina di riso sottilissima
60 grammi di farina di mandorle
2 uova
30 grammi di burro
6-8 cucchiai di panna liquida
60 grammi di zucchero
1/2 cucchiaino di lievito per dolci

Procedimento 

Lavare ed asciugare le albicocche, dividerle a metà eliminando il nocciolo e  posizionare ogni mezza albicocca al centro degli stampini da crostata del diametro di  6/8 cm rivestiti di carta da forno.
Montare il burro ammorbidito con lo zucchero, quindi aggiungere le uova e, quando queste sono amalgamate, unire la farina di mandorle, la panna a filo e, alla fine, la farina di riso con il lievito.


Mescolare per ottenere un impasto morbido ed omogeneo e versarlo negli stampini.


Cuocere in forno già caldo per una mezz'ora. 
Sfornare e lasciar raffreddare completamente, quindi capovolgere le tortine sui piattini da dolce, eliminare la carta forno e spolverizzare con lo zucchero a velo.


Nota a piè di pagina n. 1: fare attenzione che zucchero a velo, lievito, farina di mandorle e farina di riso siano tutti contrassegnati come privi di glutine.

Nota a piè di pagina n. 2: nella versione autunnale profumare  le prugne con un pizzico di cannella.

Nota a piè di pagina n. 3: non giudicatemi troppo male per la mia incoscienza di fronte ai compiti e per la concomitante insofferenza verso i commenti delle mie colleghe mamme... è solo  che che cerco di non aggiungere altri problemi a quelli che già devo affrontare e se i compiti sono pochi, lascio che la Pulce si goda i suoi dieci anni il più serenamente possibile....

Nota a piè di pagina n. 4: la ricetta è un adattamento di quella letta su uno degli ultimi numeri della rivista che spetta ai clienti del supermercato con la consonante luuuuunga

mercoledì 9 novembre 2016

Mamma di un figlio maschio


Come mamma di un figlio maschio sotto i dieci anni
- so tutto sui dinosauri e potrei tranquillamente sostenere una conversazione con un paleontologo discutendo del cervello del diplodoco e di quali suoni emettesse il parasaurolofo;
- sono in grado di disquisire di motori e cilindrata delle auto (non importa se non guido e la famiglia viaggia su un utilitaria: il pargolo sogna in grande)
- ho imparato alcune nozioni base di calcio sulle quali avevo potuto sorvolare per anni nonostante un marito appassionato e - ai tempi – sportivo praticante;
- so che la sera in cui il pargolo torna a casa dall’allenamento, il bagno si riempie di ghiaietta perché qui siamo un po’ sottosviluppati e il campo di allenamento è in terra battuta
- compro i pantaloni della tuta in stock perché prima o poi (più prima che poi) cedono sulle ginocchia
- ho scoperto che la Pulce e i cugini si divertono a fare versi inimmaginabili, che diventano una forma base di comunicazione;
- ho capito che diventerò una suocera….
- ho imparato che i videogiochi hanno un fascino potente e che devo mettere in atto ogni forma di resistenza per non cedere alle richieste di PS (che non è la Polizia di Stato) e Wii  capaci di trasformare bambini sani e razionali in piccoli alienati dimentichi di sé e del mondo circostante;
- ho toccato con mano che il gruppo ha un fascino altrettanto potente e che il proverbio del nonno “Pissa ün, pissen tücc” (fa pipì uno, fan pipì tutti) ha un fondo di verità innegabile;
- ho imparato che le mamme altrui sono sempre "più", soprattutto se dicono sempre sì.....
- ho scoperto che ogni tanto sul diario non compaiono solo voti belli, ma anche qualche nota;
- ho provato l’ebbrezza del colloquio con le insegnanti, al termine del quale, ribadite le note positive sul rendimento, mi è stato detto che il pargolo nel silenzio della classe cantava per conto suo e pare che la medolodia non fosse Mozart e il testo dell'opera immortale non fosse particolarmente edificante .....

Come mamma di un figlio maschio sotto i dieci anni ho capito che ogni tanto è meglio rifugiarmi in cucina.
Come mamma di un figlio maschio sotto i dieci anni ogni tanto ho bisogno di una fettina di torta da mangiare in religioso silenzio e in solitudine, per meditare su cosa mi aspettea  come madre  di un figlio maschio sopra i dieci anni.

TORTA DI RICOTTA E MELE

Ingredienti

Per la base
Pasta frolla (partendo da 300 g di farina bianca)

Per il ripieno
2 mele renette
4 cucchiai di marmellata (io preferisco quella di prugne, mio padre sostiene che nella ricetta originale di Frau si prevede marmellata di lamponi, ma se volete usare quella di fragole la torta è buona lo stesso)
500 grammi di ricotta vaccina
3 uova
1 cucchiaio di farina
3 cucchiai di zucchero
Una manciata di uvetta


Preparare la pasta frolla; imburrare e cospargere di pan grattato o biscotto grattugiato (oppure rivestire con la carta forno) una tortiera ad anello col fondo mobile e rivestire con la pasta frolla, creando un bordo abbastanza alto.

Nel frattempo, accendere il forno a 200°, sbucciare le mele e tagliarle a fettine sottili
Stendere la marmellata sul fondo della torta, ricoprire con le fettine di mela disposte a cerchio.


In una ciotola mescolare la ricotta con la farina, lo zucchero e  i tuorli d’uovo , aggiungendo alla fine le uvette precedentemente fatte rinvenire in acqua (o acqua e rum), asciugate e infarinate e,gli albumi montati a neve adagio mescolando dal basso verso l’alto, 


Versare la crema di ricotta sulle mele e livellare.   Ripiegare il bordo, eliminando la pasta in eccesso. 


Cuocere  per circa un’ora o comunque fino a che il ripieno si è rassodato  e la pasta è ben dorata.


Nota a piè di pagina n. 1: Frau la chiamava "Torta della Prima Comunione", ma non sappiamo con certezza perchè...

Nota a piè di pagina n. 2:  io sono vagamente stonata, il sig, Darcy lo è decisamente, la Pulce canta... in classe; io ascolto Mozart & C, il sig. Darcy preferisce Springsteen e dintorni, la Pulce... no comment....




giovedì 15 settembre 2016

Buona scuola a tutti!


Primo giorno di scuola: quaderni con le copertine colorate, pastelli nuovi e profumati, pennarelli di ogni sfumatura... è tutto pronto, anche la Pulce, che dopo un attimo di smarrimento, ritrova i suoi compagni e sparisce tra i tanti bambini che si raccolgono nel cortile, prima che, al suono della campanella, le maestre li richiamino per entrare a scuola.
Anch'io mi attardo, per una volta .....e ascolto,

Mamma n. 1
“Avete saputo? Non c'è più il direttore dell'anno scorso, sì... insomma, il reggente.... del resto meglio così....  considerava la nostra scuola come una succursale della sua…. Dobbiamo preservare l’identità della nostra scuola!”

(Oddio, forse mi sono persa qualcosa: siamo in via di estinzione?)

Mamma n. 2
“Ecco,è il primo giorno e la maestra B oggi già non c'è …. Non sarà mica incinta, perché sai, i bambini fanno la quarta e se cambiano metodo di insegnamento poi alle medie ….”

(Appunto, alle medie, ragazze state calme! mancano due anni…. E la maestra B l’ho vista io venerdì con il materiale scolastico…e se fosse incinta buon per lei: ad essere madri avete diritto solo voi?)

Mamma n. 3
“E sì, quest’anno il maestro, oltre ai nostri per le materie di studio, prende la prima, come insegnante  prevalente…. Ecco, così  punterà tutto sui piccoli e i nostri  saranno abbandonati …..”

(Aiuto! mi sfugge il nesso... perché mai non dovrebbe riuscire a spiegare storia geografia e scienze in quarta se insegna l’alfabeto in prima?)

Mamma n. 4
“Speriamo che ci diano subito il calendario delle festività, perché io mi devo organizzare….”

(Sarà che a me i piani saltano sempre all’ultimo momento ma io sono indecisa se scegliere come motto “  voi non sapete né il giorno né  l’ora” oppure “carpe diem, quam minimum credula postero”)

Fiordisambuco, stai calma, non farti prendere dall'ansia: è stato solo il primo giorno di scuola.....non  sai cosa ti aspetta in questo lungo anno.... Meglio far merenda!

Panini morbidi al cioccolato
(da una ricetta di "Fragole a merenda" 
di Sabrine d'Aubergine)


Ingredienti
(per una decina di panini)
350 g di farina manitoba
1 pizzico di sale
180 ml di latte
60 g di zucchero semolato
50 g di burro
2 tuorli (Sabrine ne usa 3)
una bustina di lievito di birra secco (7 g= 1 cubetto da 20 g di lievito di birra fresco)

un paio di cucchiaiate di crema al cioccolato
un paio di cucchiaiate di marmellata di albicocche
un cucchiaino di latte
granella di zucchero

Procedimento

In una ciotola ampia mescolare la farina e il sale con una frusta a mano e formare un incavo al centro con i bordi alti.
Sciogliere lo zucchero nel latte intiepidito e versare nell'incavo, aggiungere il lievito e mescolare delicatamente in modo che il liquido non si mescoli alla farina.
Sigillare con la pellicola e lasciar riposare per una ventina di minuti, in modo che si formi sulla superficie una schiuma compatta.


Nel frattempo sciogliere il burro a fuoco dolce; sbattere leggermente i tuorli; tenerne da parte due cucchiaini ed unire il resto al burro intiepidito. 
Versare il composto di burro e uovo nel cratere  di farina e mescolare con un cucchiaio incorporando tutta la farina fino a ottenere un impasto uniforme ma piuttosto appiccicoso,
Ungere con un po' di burro il piano di lavoro (che per me è il solito tagliere della polenta, degradato al ruolo di "asse di legno"), trasferirvi la palla di pasta  e coprire con una ciotola, lasciando riposare per una decina di minuti. A questo punto la massa  appiccicosa si è trasformato in un docile impasto che va lavorato per un quarto d'ora circa sbattendolo sul piano di lavoro e ripiegandolo su se stesso e poi con torciture. Al termine della lavorazione l'impasto ha una consistenza liscia e morbida.


Metterlo in una ciotola pulita e imburrata e lasciar lievitare fino a che raddoppia di volume.
Quando l'impasto è pronto, accendere il forno a 220°e preparare una teglia liscia rivestita di carta forno.


Dividere la pasta in 8/10 porzioni. Stendere ogni porzione con le mani o con un piccolo mattarello, senza schiacciare troppo; mettere al centro di ciascuna porzione o di crema al cioccolato o un po' di marmellata (per soddisfare tutti io ne ho fatti 5  con un ripieno e l'altro), piegare a metà o chiudere formando una pallina.


Appoggiare man  mano  i panini sulla teglia, spennellare con il tuorlo diluito nel latte, decorare con la granella di zucchero  e lasciar riposare una decina di minuti. Infornare e lasciar cuocere fino a che i panini sono dorati ( al massimo un quarto d'ora).


Buona merenda e buona scuola a tutti!


Nota a piè di pagina n. 1: è meglio che io porti la Pulce a scuola o con largo anticipo, così non incontro nessuno, o all’ultimo minuto così ho il pretesto del lavoro per scappare via dai crocchi di mamme che diffono il panico... però, a volte, un po' mi piacerebbe potermi fermare a chiacchierare  con qualche mamma, invece che scambiare un saluto frettoloso....

Nota a piè di pagina n. 2: sigillare bene i panini, altrimenti cioccolata e marmellata in cottura si "spantegano"  sulla teglia (ovvero si spargono) e si bruciacchiano


mercoledì 20 aprile 2016

Cuori rustici per l'MTC n. 56


Mia madre, veneta e  appassionata lettrice delle commedie goldoniane, diceva che la mia ostinata timidezza rischiava di farmi passare per "rustega", cioè poco incline alle umane relazioni, come gli "omeni salvadeghi" della omonima commedia.  
Quella timidezza che spesso mi ha reso vittima di chi era più estroverso e brillante, ha veramente contribuito alla mia fama di scontrosa  e antipatica, altezzosa e scostante quando in realtà i silenzi mascheravano la paura e l' insicurezza.
Adesso, passati i quaranta, con l'età  e l'esperienza e con la maternità che forse mi ha ammorbidito (in tutti i sensi...), cerco, magari non sempre con successo, di tenere a bada quella timidezza che è ancora parte di me e che mi porta a non cercare mai le luci della ribalta e mi chiazza  di rosso il decolletè ogni volta che apro la bocca in pubblico.
Forse oggi mia madre non direbbe più che sono rustega perchè "selvatica", ma solo che sono rustica perchè - letteralmente - campagnola....
Rustici perchè poco raffinati e indubbiamente campagnoli sono anche questi frollini  con i quali partecipo alla sfida n. 56 dell'MTC al centro della quale questo mese ci sono i Biscotti di Dani & Juri  del blog  Acqua e Menta.

CUORI RUSTICI PER LA PRIMA COLAZIONE 

Come sempre niente voli pindarici nè esperimenti ma una collaudata pasta frolla tradizionale, resa più "rustica" dall'aggiunta di una parte di farina gialla, più friabile con un po' di lievito  e più profumata con l'amatissimo fior di sambuco.


Ingredienti 
(per una cinquantina di biscotti)
200 grammi di farina bianca 
100 grammi di farina gialla fioretto (la più sottile che riuscite  a trovare)
50 grammi di farina gialla a grana grossa 
(la mia , regalo di una zia di mio marito che ha ancora un campo di "carlon" è molto irregolare)
150 grammi di burro
150 grammi di zucchero a velo
1 uovo 
2,5 grammi di sale
1 cucchiaino colmo di lievito per dolci

per guarnire
3 / 4 cucchiai di zucchero semolato
2 / 3 fiori di sambuco essiccati 

Procedimento

Tirare fuori il burro dal frigorifero in modo che si ammorbidisca e setacciare bene, miscelandole,  le farine e il lievito. In una ciotola ampia  mescolare il burro e il sale e quindi unire lo zucchero e l'uovo e lavorare (io, poco tecnologica, a mano) fino ad ottenere un composto uniforme, quindi unire le farine setacciate e miscelate con il lievito, ottenendo - senza lavorarlo troppo -  un impasto omogeneo e compatto. 
Lasciar riposare in frigorifero per un'oretta.


Bagnare e strizzare bene uno strofinaccio pulito (che non sappia nè di lavanda nè di ammorbidente); mescolare su un piatto lo zucchero semolato e i fiori di sambuco sgranati.
Stendere metà dell'impasto (lasciando l'altra metà a riposo al fresco) ad un altezza di circa 3 -4 mm, ritagliare i biscotti con una formina; appoggiare ogni biscotto qualche secondo sullo strofinaccio bagnato e quindi  - con lo stesso lato inumidito - appoggiarlo sullo zucchero. 



Disporre i biscotti su una teglia rivestita di carta da forno, con il lato zuccherato verso l'alto e cuocere in forno preriscaldato a 180° - 190° per 10-15 minuti al massimo (devono essere dorati, non troppo abbronzati). Procedere allo steso modo con il rimanente impasto.


Far raffreddare i biscotti su una gratella; conservare in una scatola o in un barattolo ben chiuso.



Nota a piè di pagina n. 1: Distanziare i biscotti sulla teglia perchè lievitano un po' in cottura

Nota a piè di pagina n. 2: Non sono biscotti raffinati per un tè con le amiche , ma vanno bene per la colazione o per una merenda, con un libro in mano. Del resto qui siamo tipi rustici .....

Nota a piè di pagina n. 3: La Pulce si lamenta che suo padre è "brusco" e , in effetti, il signor Darcy non usa inutili perifrasi nè moine che addolciscano quel che deve dire e  il tono, franco  e diretto (a volte troppo franco), rischia di far percepire un semplice osservazione come un rimprovero....tra una madre "rustega" e un padre "brusco" il poverino non è messo bene....



domenica 21 febbraio 2016

Un momento di dolcezza - Soufflè al miele di castagno per l'MTC n. 54

Ci sono settimane che si scivolano veloci - forse anche troppo - tra un impegno e l'altro  e settimane in cui far combaciare le tessere del puzzle quotidiano richiede tanta pazienza....
Quella che si è appena conclusa è stata una settimana in cui abbiamo aspettato - in ordine sparso e non esaustivo -  pullman extraurbani e  autobus cittadini, carro attrezzi, idraulico, colloquio con medico dopo un piccolo intervento, consegna della pagella, passaggio dell'infermiera....: è stata una settimana pesante in cui, nelle varie accezioni del termine e ciascuno a suo modo, ogni componente della famiglia Fiordisambuco è stato "paziente"....
E allora oggi avevo bisogno di qualcosa che fosse dolce come il miele, fresco come le fragole, leggero come un soffio....

Soufflè al miele di castagno 
con salsa alle fragole per l'MTC n. 54

Anziché una nota a piè di pagina, questa volta una premessa: il Miele, l'ingrediente magico che Eleonora Colagrosso e Michael Mayer del blog Burro e Miele hanno messo al centro di questa sfida dell'MTC, nella mia casa paterna aveva un unico abbinamento, quello con il latte per curare i nostri malanni invernali; la scoperta della stupefacente varietà di mieli e del loro molteplice uso è un regalo del sig. Darcy e - soprattutto- del suo amico F. - che ci rifornisce di propoli e miele a km 0, prodotti da " api felici".
Tra i mieli di F., ho scelto quello di castagno non a caso e a dispetto dell'infografica, che ho studiato e che mi ha messo in crisi, e che, ora della fine, mi sono permessa spudoratamente di non seguire: miele di castagno per  contrastare con una  punta amarognola  il sapore di uovo che caratterizza il soufflè e che io non amo particolarmente e miele di castagno perchè qui da me  è diventato in questi anni  raro e ricercato a causa della "vespa del castagno" (Cinipide galligeno del castagno)  che ha infestato piante fino a qualche anno fa prospere e produttive. 

Ingredienti 
(per tre piccoli soufflè)

25 grammi di burro
20 grammi di farina
1 dl di latte
25 grammi di miele di castagno
2 tuorli e 2 albumi
una decina di fragole mature
1/2 cucchiaino di miele di castagno

Procedimento

Lavare e mondare le fragole, tagliarle a pezzetti, frullarle e cuocerle per pochi minuti aggiungendo un mezzo cucchiaino di miele; lasciar raffreddare la salsa.
Portare a ebollizione il latte, toglierlo dal fuoco e sciogliervi il miele, lasciandolo poi intiepidire.
In una pentolina di acciaio far sciogliere il burro, versarvi la farina setacciata e mescolare rapidamente, versando subito anche il latte e miele; continuare a mescolare con le fruste, fino al primo accenno di ebollizione del composto. Togliere dal fuoco, far intiepidire e aggiungere i  tuorli uno alla volta e, quando la crema è fredda, unire gli albumi montati a neve ferma, senza smontarli. 

Versare il composto nei contenitori monoporzione (ben imburrati) per circa 2/3 della loro capacità e mettere in forno già caldo a 200° per 15/20 minuti (i soufflè devono essere ben gonfi e dorati... non abbronzati).

Come tutti i soufflè che si rispettino, anche questi vanno serviti immediatamente accompagnati con la salsa di fragole. 
Hanno una bellezza effimera, ma anche una volta  "seduti" ripagano della settimana ...





martedì 13 ottobre 2015

Quale animale sono oggi?


 
Di solito sono allodola e civetta (intesa come animale notturno!) al tempo stesso: la mattina presto, con la finestra della cucina che inquadra ancora  il buio,  il profilo dei monti che si distingue a poco a poco, è un momento magico e prezioso e la tarda serata è spesso l'unica occasione  per mettere ordine in giornate scombinate o per vagabondare altrove con un libro tra le mani, fino a che le righe si sovrappongono e non capisco più il significato delle parole che si accavallano sulla pagina.
Questo, invece  è  un periodo da gatto,  ma non  da gatto avventuroso e nottambulo : è un periodo da gatto acciambellato nella sua cestina, o sul divano.... come Achille
Sarà la stagione che mi spinge verso il letargo, come gli animaletti del bosco, sarà l'età che non mi consente la freschezza di qualche anno fa,  saranno le piccole preoccupazioni  che si accumulano fino a diventare grandi e che mi stancano più di una camminata in montagna.... 
Insomma, ho voglia di essere pigra......
Pigra, io? Oggi non  posso permettermelo, no,  non oggi, non ora.
Posso solo cercare ricette per tipi pigri, come questo Pan Brioche che viene dritto dritto dalla cucina ( e dal libro) di Sabrine che ha portato dare un attimo di dolcezza e di tenerezza alle mie giornate

PAN BRIOCHE PER TIPI PIGRI 

Ingredienti

450 gr di farina manitoba
180 ml di latte
60 g di i zucchero
50 g di burro 
1 pizzico di sale fine
2 uova
2 cucchiai di succo di limone
la scorza grattuggiata di mezzo limone non trattato
1 bustina di lievito di birra secco

 Procedimento

In una ciotola grande versare la farina, aggiungere il lievuto, mescolare e formare una fossetta profonda al centro.
Scaldare il latte, sciogliervi il burro, il sale  e lo zucchero e lasciar intiepidire.
In un'altra ciotola sbattere le uova leggermente, prelevandone 2 cucchiaini per la finitura; quindi aggiungere il  succo di limone e montarle con la frusta fino a che sono spumose.
Unire le uova sbattute al composto di latte, burro e zucchero, mescolare e versare nella ciotola con la farina.
Impastare rapidamente con un cucchiaio, unendo anche la scorza di limone grattuggiata, fino ad avere un impasto che ha assorbito tutta la farina, anche se ancora grumoso e non liscio.
Coprire e lasciar lievitare per 4 ore circa in un luogo riparato.
Quando l'impasto è raddoppiato di volume, rovesciarlo sul piano di lavoro, allargarlo con le mani e dividerlo in tre parti, dando a ciascuna la forma di una palla, disponendole  poi  in uno stampo da plum cake rivestito di carta da forno.
Lasciar lievitare ancora per una mezz'ora  in un sacchetto di plastica (pulito!) o comunque in un contenitore più grande chiuso. Spennellare con l'uovo messo da parte stemperato con un po' di  latte e guarnire con lo zucchero in granella.

Infornare a 220° per una ventina di minuti  poi togliere dallo stampo e lascur cuocere ancora una decina  di minuti a 200°, direttamente sulla griglia.


Nota a piè di pagina n. 1: la ricetta è tratta  - ovviamente - dal ricettario di Sabrine "Fragole a Merenda"; la mia sola aggiunta è la scorza di limone gratttuggiata per profumare ancora di più l'impasto.

Nota a piè di pagina n. 2: questa brioche, morbidissima, che praticamente si prepara da sola, è piaciuta al signor Darcy che se la gusta leggermente tostata, con la marmellata; ha riscosso l'approvazione della Pulce che l'ha portata per merenda a scuola con il cioccolato ("Mamma, per l'intervallo a scuola qualche volta posso portare anch'io una merendina comprata ?") e ha risvegliato anche me.....

Nota a piè di pagina n. 3: la miglior cura contro la pigrizia di questi giorni si è rivelata la solita: la mattina con le mani in pasta,  e il pomeriggio nei boschi.

Nota a piè di pagina n. 4: civetta io? solo come animale notturno, intendiamoci  bene.... avrei potuto dire "gufo" om"allocco" ma, in entrambi i casi,  non mi sembrava carino