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mercoledì 7 ottobre 2009

Di scarpe e attenzioni.. recensione asics gel nimbus 11

Cambiar scarpe non è un vezzo da runners incalliti, ma una necessità. Giunti al termine di loro vita diventano pericolose. Il battistrada si usura e la corsa diventa una danza su gomme bucate.
Questo post serve più a me, per un rimando a futura memoria di un'errore grossolano in cui son incappato. L'ostinazione di usar ancora un vecchio paio di nimbus 9 oramai andate, che peraltro avevo già sostituito con la sua discendente Asics Nimbus 11, mi ha creato un leggero risentimento alla parte esterna del ginocchio sinistro. Devo starci attento perchè sò benissimo che lì ci sta la bandeletta ileotibiale.
Infiammazione leggera e subdola che da due giorni mi porto nel quotidiano, in certi movimenti di camminata in discesa o di discesa da scale. In via di dissolvimento e non presente in corsa, ma che etichetto sotto infortunio per convenienza.
I lavori di velocità, come quelle variazioni di ritmo vicino ai 4'/km non dovevo farli con una scarpa consunta. Durante la seduta di lunedì mi son reso conto che stavo sbagliando..era disagevole già lo stesso riscaldamento, quando ho iniziato a mutar velocità e ad avvicinarmi ai miei limiti, l'impatto delle "falcate bucate" sui miei muscoli è stato devastante.
Sapendo l'origine del male ho subito eliminato l'elemento causale: cestino per le Nimbus 9.
Ghiaccio in modalità 15'(freddo)- 15' pausa (Caldo) x 3 volte consecutive. Un paio di volte al giorno e vediamo come va'.
Dicevo in corsa non sento nulla, ma ci sto parecchio attento. Oggi mi ascolterò per bene durante l'ora lenta per capir se apportar, se è il caso, delle correzioni al menu settimanale.

Apro una parentesi.
Recensione asics Gel Nimbus 11
Le asics nimbus 11 son delle scarpe ottime. Più leggere rispetto alle 9 e l'idea forse anche un pochettino più strette in punta. Comunque la calzata è quella delle 9 in pratica. Quando parlo di restringimento in punta non mi riferisco certo a quello sensibile che ho percepito con la versione 10, provata in negozio e che per come era stretta sembrava un'altra scarpa. Uso dei calzettoni molto grossi e non proprio tecnici (anche qui magari volendo potrei migliorare), questo può influire sulla percezione.Vanno in ogni caso provate, non mi sento di consigliarne una sostituzione alla cieca.
Nel mio caso però credo siano le degne eredi della 9 e cercherò di replicarne l'acquisto(nei discount su internet) per il futuro.
La maggior leggerezza è data dalla parte superiore della scarpa, più morbida rispetto alla 9 (il rapporto dovrebbe essere, cercando in rete 340 contro 368 grammi). Sotto mantiene intatte le caratteristiche di ammortizzamento. E' una scarpa A3 ideale per chi ha un certo peso, un passo pesante o un'appoggio imperfetto.
Ci ho corso anni con questa scarpa, preservandomi dagli infortuni. Unica attenzione e mi ricollego all'incipit è di cambiarle quando si scaricano(attorno ai 1000km, ma già dagli 800 stare allerta e affiancargli il paio che le sostituirà) Ci son tanti modi per risparmiare. Per farci qualche chilometro in più, poi dopo uno i soldi finisce per spenderli in specialisti. Memento Math!

lunedì 10 agosto 2009

Ciclo allenamento Ugo Scheda 4 (week1):tra scala piccada e..la barca a vela!


Decisamente meglio. Questo di oggi sarà il terzo giorno di riposo completo ed il fastidio da 1 a 100 è precipitato a sensazione 10, merito anche dell'antinfiammatorio preso ieri. Già ieri, stupenda giornata in barca a vela con Ele e mio fratello, "marinaio" e appassionato velista. Si è fidato a portarci. Non acquisirò mai la dimestichezza necessaria e sarò sempre impacciato di fronte a corde e vele, ma..che bello ragazzi. A barca(J24) assettata nel modo giusto e consegnata al sottoscritto timone in mano ho provato l'ebrezza di una bolina. Che bello timonare la barca inclinata, con la fiancata quasi in acqua! Peccato aver avuto i movimenti limitati dal fastidio costale, me la sarei goduta ancora di più. Ad ogni modo è stata una divagazione piacevolissima nella passione di mio fratello. Devo dire che anche Ele se la cava bene..
La mia passione invece è in stand by, ma credo che a domani sera, con lo scoccare del quarto giorno completo di riposo riprenda l'approccio con le scarpette. Con gli amici di corsa abbiamo in programma una prova di quella salita che sarà Domenica prossima teatro nella gara della Villanova mare. (qui il racconto dell'altro anno di Dal Mare alla montagna)
Intanto guardo la settimana podistica trascorsa (la prima di scheda 4) e l'archivio con i suoi monchi 28km.

Lunedì di variazioni 60"-60" (x40') a 4'09"/km e recupero a 6'30"/km fino alla 3°ultima. Qui noto ha del clamoroso il recupero, nel senso che in rapporto alla velocità del minuto veloce, mai mi ero tenuto così lesto in quello lento. Di solito il crollo verso un minuto lento in souplesse arrivava dalla decima variazione. Qui son arrivato quasi fino alla fine con un dignitoso recupero. Solo le ultime 3/4 son state lente oltre i 7'/km. Mi annoto anche una buona mezz'ora tra riscaldamento e defaticamento in un prato sconnesso vicino a casa, veramente gradevole.

Martedì: Potenziamento abbozzato. A saltare con il fastidio al costato mi veniva male. Ho fatto solo qualche esercizio statico tipo sollevamenti gamba tesa o alzate su gradino, qualcosa per i polpacci..insomma così.Però mi son concesso un bel riscaldamento di corsa, che altre volte avevo per pigrizia saltato(nel solito prato, quando mi fisso..è divertente correre trail!)!

Mercoledì: Quella scala piccada famosa, raccontata l'altra volta con i blogtrotters. Di 6" sui tratti in salita non è uscito il mio best negli intermedi. Va da sè che ho fatto ciononostante il record complessivo perchè nel raccordo tra una salita e l'altra anzichè rifiatare ho tirato! Ottime sensazioni! (doveva essere 8x500 in salita, ma ho preferito questa scalata di gruppo!)

Giovedì: Una corsa che non doveva esserci, ma che ho innestato volentieri. Con Lino giornalista di Rw, quello che ha scritto quel famoso pezzo sui trotters mi son concesso 11km lenti a 5'38"/km con lieve progressione finale. Nel pomeriggio nel frattempo prendevo il secondo colpo alle costole.

Venerdì: il 6x1000 in pista(rec 500). Il fastidio è venuto a smorzarmi la seduta. Riesco a "farne" solo 3. Il primo mi da un 4'20". Il secondo 4'24" con progressivo fastidio. Il 3° mollo ai 600 e lo chiudo in 4'40". Basta. Cammino, vedo Davide e Paolo che tirano il loro allenamento. Sconsolato mi siedo in tribuna e aspetto finiscano.

Sabato: era già previsto riposo
Domenica: Mi salto 1h30' con dentro 30' di medio, ma lo sostituisco con la bellissima uscita in barca raccontata sopra!
Anche questa settimana quindi manca di parecchi km..sto rifiatando. Frenare un pò mi si diceva non fa male. Sento le gambe belle reattive, anche ieri camminando le percepivo fresche, non caricate dalla consecutività degli stimoli allenanti e.. con una voglia di correre a lungo e veloce!. La gara di Villanova settimana prox sarà l'occasione, includendo il riscaldamento, di tornare comunque a visitare il paio d'ore di corsa e togliermi tutte le voglie!

sabato 8 agosto 2009

Costola Incrinata o contusa e Mathias si ferma!


Si era insinuato tra un post e l'altro la vicenda del mio costato. Settimana scorsa ero caduto da uno scoglio con una botta sul fianco destro all'altezza delle costole. Dolore che poi piano piano stava dissolvendosi. Le mie corse me le ero fatte, anche belle impegnate. L'altro ieri però giocando in acqua con un amico in una colluttazione giocosa ho ricevuto senza accorgermene un colpo nello stesso punto. Nelle ore seguenti della sera e ieri durante il giorno il fastidio era più intenso di quello che avevo provato il primo giorno quando ero capitombolato dagli scogli.
Questo cappello per dirvi che l'allenamento di ieri sera non son riuscito a terminarlo. Mi son trovato in pista con Davide e Paolo per il mio bel 6x1000. In corsa lenta e riscaldato non lo sentivo quasi e oserei dire che avrei potuto correrci su. Durante le ripetute però, sotto sforzo il fastidio mi ha fatto fermare(al 3°). Non aveva senso correre con una morsa, come una mano invisibile sul busto. Parlando con chi ha già avuto queste problematiche sembra che non sia una cosa grave la mia. Ho sentito parlare di dolori lancinanti anche camminando o di dormire quasi da seduto per l'impossibilità di appoggiarsi sul petto.
Io ho un fastidio che è quasi paragonabile alla sensazione di uno strappo. Come se qualcuno mi stesse perennemente premendo con un dito nella parte interessata. Si accentua un pò quando respiro a fondo o se mi ci sdraio su, talvolta se faccio torsione. Insomma non urlo dal dolore, ma è na bella rogna.
Il riposo precauzionale è l'unica via per quanto riguarda la podistica arte. Non so se tra qualche giorno, magari smorzandosi la sensazione, potrò ritornare alla corsa (seppur fosse jogging). Ho la gara di Villanova mare, là il 16 agosto. Ci terrei tanto a farla..più in generale però vorrei riprender il mio corso di allenamenti da dove lo sto lasciando oggi!

giovedì 7 maggio 2009

Rapporto tra infortuni e carico degli allenamenti:qualche mumble sugli allenamenti che sto facendo

Domani sera forse ci scappa una pizza con Califfo dalle parti del Colosseo. Chiunque voglia venire mi/ci contatti.. Rimaniamo dalle parti delle linee metro perchè siamo esseri appiedati.

Carico-rottura. Lavori di qualità-Infortuni. Sono parole che ho letto sotto  e che noi che corriamo usiamo associare, vuoi come monito per esorcizzarne la verificazione(bravo Mic a ricordarmelo), vuoi per dimostrare l'idea che certi lavori siano invece  compatibili con una crescita organica armonica, al riparo dall'infortunio. 
Non voglio certo dare giudizi sulla metodologia di Ugo, che non son neanche due settimane e mezzo che mi segue, però do voce ad alcune sensazioni che provo. 
Sicuramente come allenatore si inserisce nel quadro di quelli che ti fanno sgobbare parecchio e che sfida certe concezioni.
Di primo acchito una sua scheda ti spiazza. Troppa qualità, assenza di ritmi..e che cavolo uno pensa.. muoio e mi faccio male!!
Di primo acchito. Poi però poi si approfondisce il tutto  e si scopre che in certe sedute la qualità è dosata in piccolissime percentuali. Esempio.. prendo la sessione delle variazioni di ritmo 40"/1'20", che lui ti dice di fare per mezz'ora, una di quelle che non manca mai nel menu che ti propina. Alla fine ne saltano fuori 70' di cui 60'di corsa lenta e di cui solo 10' di velocità, distribuiti in mini allunghi di 160/180 metri. Una cosa molto simile agli allunghi che Jeff Galloway già un sacco di anni fa proponeva nel suo libro completo della corsa(penso io). Piccoli shock come dice lui. Cui segue il recupero. Minime dosi di shock. 
Ora, è inutile star a scimiottare certi suoi concetti, ancora a me sconosciuti e che debbo approfondire(lo shock porta ad un risveglio del sistema neurologico bla bla..taglio :-) ), però qui voglio dire che in un contesto di corsa lenta, che lui infido ti infila ovunque (chi ha mai fatto 20' di defaticamento al termine degli allenamenti?) innesta piccole scariche, cui da ogni giorno un colore diverso. Talvolta sono gli allunghi, talvolta i brevi scatti in salita e così via. La qualità è si presente, ma diluita e differenziata. Per dire tra le salite del martedì e le ripetute del venerdì, mi son trovato due giorni di non corsa (potenziamento a corpo libero + bici). Forse in questo senso lui dice che ancora non sto caricando.. 
Il rapporto con l'infortunio dipende credo dall'irruenza con cui si interpreta tutto. Non so se mi farò male un giorno. Di certo credo che sia cosa da imputare al singolo atleta. Solo noi stessi possiamo conoscerci a fondo e sapere quanto possiamo calcare la mano. Questa è la parte più difficile. In questo momento non ho ritmi cui obbedire e quindi devo stare molto attento a non esagerare. Mi dice del resto che senso ha darti un ritmo, che magari per tutte le condizioni metereologico-psico fisiche(extra corsa incluse) io non son in grado di rispettare? (Qua c'è un pò di Speciani, Mente e Maratona, grazie Lucky per avermelo fatto avere :-) . La sensazione di fatica è quella del qui ed ora, è quella del particolare del momento in cui ti alleni. Solo tu la puoi percepire.

Certo io mi accosto al suo programma con un minimo di conoscenze e questo non so se sia un bene un male . Il margine di interpretazione che ho è ampio, anche se so che non deve finire nell'anarchia. Talvolta son lì ancora che mi domando sarà giusto il ritmo da tenere..oppure son  ancora in preda alla paura di andare troppo veloce e di non fare un lavoro qualificante.. o di stimolare meccanismi differenti (anaerobico piuttosto che aerobico). Insomma, a volte forse è meglio correre gnoranti. Chiudo qui questi pensieri estemporanei e..riprendo a correre.

venerdì 27 marzo 2009

Correre contro i fantasmi dei dolori. Bilancia amica

C'è un pò di ipocondria nel mio atteggiamento degli ultimi giorni. Sono stato fermo ai box dopo lo spavento del fastidio alla tibia sinistra patito durante la giornata romana. 
Come sapete fu zero riscaldamento, corsa di una 15" sotto il ritmo maratona e attorno al 13°km  fastidio inesorabile e crescente. Stop

I  tre giorni e mezzo successivi li ho passati a mettere maniacalmente ghiaccio sulla parte, a spalmare unguenti. Ecco appunto, forse anche più del necessario, ho posto in essere un accanimento terapeutico sul povero arto. Di certo da internet i messaggi non son incoraggianti. Accedi al blog di un amico e..cavolo ha il mio stesso problema, povero Frate Tack costretto a rinunciare alla sua maratona. Mi tocco e faccio gli scongiuri. Ieri accetto un invito a far una passeggiata con i miei. Faccio 15' di camminata e ..micro fitta sul collo del piede. No fermi.. io torno indietro. Saluto i miei e me ne torno sconsolato, testa china, verso casa. Pazzia.. ma che cavolo..io non ho avuto alcun traumatismo al collo del piede, possibile che al primo fastidio mi spaventi come un cane a
lla vista di un bastone?.. Inizio a corricchiare, non sento nulla..la tibia è ok..le gambe son intorpidite dai quasi 4 giorni di stop ma girano. Rallento, cammino, corricchio..non mi sembra di avere niente. Sono guarito? Non lo so ancora..ma tanto mi basta per tornare indietro raggiungere i miei e terminare il giretto. Finito il quale son deciso a fare il salto oltre la siepe. Scarpe da corsa e sfruttando il riscaldamento della passeggiata via per 8km di corsa a 5'48... ritorno tre quarti d'ora dopo a casa contento. Non ho avvertito alcun segnale  malefico nè durante, nè dopo nelle ore che son seguite all'allenamento. La tibia si è ripresa. Sono guarito? Alla gamba credo di sì..dalla paura dei dolori fantasma ancora no, credo di esser malato grave.

Poi volevo dedicare brevemente la seconda parte del post alla mia lotta al peso. Ricordate questa foto? Scattata a Nepi a Gennaio in cui mi crogiolavo in 76.5 kg di morbidezza. Le cose vanno decicamente meglio e mi sto avvicinando alla maratona più in forma che mai. Stamani segnalo la bilancia a 73,2 kg credo uno dei minimi storici da qualche anno in qua. Certo la massa grassa a 14,7% indica che c'è ancora parecchio da sforbiciare, ma il dato mi tranquillizza. Chi mi conosce sa quanto sia di forchetta veloce e non mi aspettavo sinceramente di avere questo riscontro. Non mi sono applicato in alcuna dieta strana..se non quella dei km riversati sulla strada.