Figlio Quotes
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“Lo constatò con la compassione dei figli che la vita ha trasformato a poco a poco in padri dei loro padri, e per la prima volta si dispiacque di non essere stato insieme al suo nella solitudine dei suoi errori.”
― Love in the Time of Cholera
― Love in the Time of Cholera
“- Tuo padre è Aelle - asserì Merlino tranquillo.
Lo guardai con stupore. - Come lo sai?
- Ce l'hai scritto in faccia, Derfel. Questa notte, quando ti ho visto arrivare dalla porta della palizzata, per essere uguale a lui ti mancava solo un grande mantello di pelle di orso.
Mi sorrise. - Ti ricordavo come un ragazzino serio serio, tutto domande, con un'espressione corrucciata, ma questa sera sei giunto come un guerriero degli dei, una terrificante creatura di ferro e d'acciaio, di scudo e pennacchio.”
― La torre in fiamme
Lo guardai con stupore. - Come lo sai?
- Ce l'hai scritto in faccia, Derfel. Questa notte, quando ti ho visto arrivare dalla porta della palizzata, per essere uguale a lui ti mancava solo un grande mantello di pelle di orso.
Mi sorrise. - Ti ricordavo come un ragazzino serio serio, tutto domande, con un'espressione corrucciata, ma questa sera sei giunto come un guerriero degli dei, una terrificante creatura di ferro e d'acciaio, di scudo e pennacchio.”
― La torre in fiamme
“E per quanto dovremmo provarci ancora? Io e te, Frédéric, possiamo provare tutto quello che vogliamo. Possiamo amarci di notte e lasciarci di giorno, non sarebbe una tragedia. Ma il bambino non vuole un uomo che prova, vuole un padre. E non soltanto quando va bene, lo vuole sempre. E quel padre non sarai tu, Frédéric. Sarà un altro, qualcuno che ha pazienza, qualcuno che ci dà lo spazio che meritiamo nella sua vita. Qualcuno capace di amare non solo una persona, ma due, tre o anche di più.”
“E per quanto ci sarà questo qualcuno, Marcia? Un anno, due? Giurerà di esserci per tutta la vita e poi vi lascerà, perché è così che vanno le cose. Ti prometto che ci proverò seriamente, che ci proverò con tutte le mie forze, perché sei tu. Ti prometto che vi darò tutto quello che ho, ma non ti prometterò quello che non esiste! E ‘per sempre’ non esiste!”
― La felicità delle piccole cose
“E per quanto ci sarà questo qualcuno, Marcia? Un anno, due? Giurerà di esserci per tutta la vita e poi vi lascerà, perché è così che vanno le cose. Ti prometto che ci proverò seriamente, che ci proverò con tutte le mie forze, perché sei tu. Ti prometto che vi darò tutto quello che ho, ma non ti prometterò quello che non esiste! E ‘per sempre’ non esiste!”
― La felicità delle piccole cose
“Ogni suo passo parlava di angoscia e di abnegazione, ed il figlio alto e lontano sentiva che non avrebbe mai potuto ripargarlo, nemmeno in parte centesimale, nemmeno col conservarsi vivo.”
― Il libro di Johnny
― Il libro di Johnny
“Lo sguardo della madre, nella penombra della sera, si perdeva dentro l'orizzonte, come se cercasse una risposta a una domanda misteriosa. E a quel punto, il bambino cercava nello sguardo di sua madre il suo orizzonte futuro.”
― Lo strano viaggio di un oggetto smarrito
― Lo strano viaggio di un oggetto smarrito
“È molto importante abbracciare moglie e figlio, sapete... Questo non è un inciso, è il cuore della questione.”
― Toby Alone
― Toby Alone
“Basta guardare con attenzione un fiore o una gemma per capire come funziona la faccenda. Io, tuttavia, preferisco non dire di più, perché il figlio di mio figlio possa ancora, un giorno, chinarsi a guardare un fiore o una gemma.”
― Toby Alone
― Toby Alone
“Attenzione, dunque, alla lezione di morale. C'era una volta, nell'antico paese delle favole, una famiglia in cui c'erano un padre, una madre, un nonno che era il padre del padre e quel già citato bambino di otto anni, un ragazzino. Si dava il caso che il nonno fosse già avanti con l'età, perciò gli tremavano le mani e gli cadeva il cibo dalla bocca quando erano a tavola, il che suscitava grande irritazione al figlio e alla nuora, sempre lì a dirgli di fare attenzione a ciò che faceva, ma il povero vecchio, per quanto lo volesse, non riusciva a trattenere il tremito, peggio ancora se lo sgridavano, e il risultato era che sporcava sempre la tovaglia o faceva cadere per terra il magiare, per non dire poi del tovagliolo che gli legavano al collo e che bisognava cambiare tre volte al giorno, a colazione, a pranzo e a cena. Erano ormai le cose a questo punto e senza alcuna aspettativa di miglioramento quando il padre decise di farla finita con la sgradevole situazione. Si presentò a casa con una scodella di legno e disse al padre, da oggi in poi mangerete qui, vi siederete sulla soglia della porta perché è più facile da pulire e così vostra nuora non dovrà più preoccuparsi di tante tovaglie e tanti tovaglioli sporchi. E così fu. Colazione, pranzo e cena, il vecchio seduto da solo sulla soglia della porta, che portava il cibo alla bocca come gli era possibile, metà si perdeva per strada, una parte dell'altra metà gli scivolava giù per il mento, e non era granché la quantità che finalmente gli scendeva giù per quello che il volgo chiama il gargarozzo. Non sembrava che al nipote importasse molto del pessimo trattamento riservato al nonno, lo guardava, poi guardava il padre e la madre, e continuava a mangiare come se lui non c'entrasse niente in quella faccenda. Finché un pomeriggio, rientrando dal lavoro, il padre vide il figlio che scolpiva con un temperino un pezzo di legno e credette, com'era normale e usuale a quei tempi remoti, che stesse costruendo un giocattolo con le sue stesse mani. L'indomani, però, si rese conto che non si trattava di un carrettino, per lo meno non si vedeva dove si potevano incastrare delle ruote, e allora domandò, che stai facendo. Il ragazzo finse di non aver udito e continuò a scavare il legno con la punta del temperino, questo avvenne nel tempo in cui i genitori erano meno timorosi e non correvano a togliere dalle mani dei figli uno strumento tanto utile per la fabbricazione dei giocattoli. Non hai sentito, che stai facendo con quel pezzo di legno, di nuovo domandò il padre, e il figlio, senza alzare gli occhi, rispose, sto facendo una scodella per quando sarete vecchio, babbo, e vi tremeranno le mani, per quando vi manderanno a mangiare sulla soglia della porta, come avete fatto con il nonno. Furono parole sante. Caddero le fette di salame dagli occhi del padre, che vide la verità e la sua luce, e che all'istante andò a chiedere perdono al progenitore e quando arrivò l'ora della cena con le sue stesse mani lo aiutò a sedersi sulla sedia, con le sue stesse mani gli avvicinò il cucchiaio alla bocca, con le sue stesse mani gli pulì dolcemente il mento, perché lui poteva ancora farlo mentre il suo amato padre non più.”
― Death with Interruptions
― Death with Interruptions
“Si ritrovò a combattere la memoria muscolare, l'impulso inveterato a cercare di proteggerlo, di incoraggiarlo: a dargli ciò che voleva invece di quello che gli serviva. Il comportamento di un cattivo genitore. Ma era un atteggiamento tutto sbagliato: lei non era sua madre.
Robert Webb, "Due volte il primo amore”
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Robert Webb, "Due volte il primo amore”
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“Asami soffriva si una patologia che aumentava la probabilità di aborti spontanei. Una volta saputo di essere incinta, aveva deciso di tenere il bambino comunque, anche se da madre single. Presa questa decisione, la scoperta della sua patologia era stata uno shock ulteriore. Non poteva fare a meno di pensare che fosse stata colpa sua.
Dava per scontato che anche Kurata avrebbe trovato qualcosa da dirle, tanto per consolarla. Invece, la sua prima reazione dopo aver ascoltato la sua storia fu chiedere da quanti giorni sapesse di aspettare un bambino. Quando lei gli disse che erano passate dieci settimane, lui le chiese: "Secondo te, perchè al bambino che avevi in pancia è stata concessa la vita in questo mondo per quei settanta giorni?".
D'un tratto, non riusciva a smettere di aggredirlo. Si era già rimproverata per non aver dato alla luce il suo bambino, ma sentirsi dire una cosa simile da uno che non ne aveva alcun diritto la turbava ancora di più.
Con aria pacata, Kurata attese pacificamente che Asami smettesse di piangere, poi disse: "Quel bambino ha usato i suoi settanta giorni di vita per renderti felice. Se continui a devastarti in questo modo, il tuo bambino avrà sprecato quei settanta giorni".
Il suo messaggio non voleva essere consolatorio: le indicava una strada per cambiare il modo di interpretare il dolore che stava provando.
"Invece, se adesso provi a essere felice, il tuo bambino avrà messo a frutto i suoi settanta giorni. E in quel caso, la sua vita avrà avuto senso. Solo tu puoi dare senso alla vita che ha ricevuto in dono. Perciò devi fare il possibile per essere felice. E la persona che lo vorrebbe di più è proprio il tuo bambino".
Sentendolo parlare così, ad Asami mancò quasi il fiato. La profonda disperazione che le gravava sul cuore cominciò a dissiparsi, e ogni cosa le parve più chiara.
"Cercando di essere felice, posso dare senso alla vita del mio bambino". Ecco la risposta.”
― Before the Coffee Gets Cold / Tales from the Café / Before Your Memory Fades
Dava per scontato che anche Kurata avrebbe trovato qualcosa da dirle, tanto per consolarla. Invece, la sua prima reazione dopo aver ascoltato la sua storia fu chiedere da quanti giorni sapesse di aspettare un bambino. Quando lei gli disse che erano passate dieci settimane, lui le chiese: "Secondo te, perchè al bambino che avevi in pancia è stata concessa la vita in questo mondo per quei settanta giorni?".
D'un tratto, non riusciva a smettere di aggredirlo. Si era già rimproverata per non aver dato alla luce il suo bambino, ma sentirsi dire una cosa simile da uno che non ne aveva alcun diritto la turbava ancora di più.
Con aria pacata, Kurata attese pacificamente che Asami smettesse di piangere, poi disse: "Quel bambino ha usato i suoi settanta giorni di vita per renderti felice. Se continui a devastarti in questo modo, il tuo bambino avrà sprecato quei settanta giorni".
Il suo messaggio non voleva essere consolatorio: le indicava una strada per cambiare il modo di interpretare il dolore che stava provando.
"Invece, se adesso provi a essere felice, il tuo bambino avrà messo a frutto i suoi settanta giorni. E in quel caso, la sua vita avrà avuto senso. Solo tu puoi dare senso alla vita che ha ricevuto in dono. Perciò devi fare il possibile per essere felice. E la persona che lo vorrebbe di più è proprio il tuo bambino".
Sentendolo parlare così, ad Asami mancò quasi il fiato. La profonda disperazione che le gravava sul cuore cominciò a dissiparsi, e ogni cosa le parve più chiara.
"Cercando di essere felice, posso dare senso alla vita del mio bambino". Ecco la risposta.”
― Before the Coffee Gets Cold / Tales from the Café / Before Your Memory Fades
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