Sono un po' confusa, lo ammetto, e non sono nemmeno completamente convinta del voto but here I am. Mentre leggo la trama qui sopra mi pongo in automatiSono un po' confusa, lo ammetto, e non sono nemmeno completamente convinta del voto but here I am. Mentre leggo la trama qui sopra mi pongo in automatico una domanda: quale warden che plots cosa contro chi? Sono onestamente perplessa, non credo che il mio ebook sia senza un epilogo così non credo di essermi persa una - piccola - parte che fa riferimento a questo fantomatico piano per uccidere la BDB. Tutto è possibile perché, fino ad un certo punto, il mio voto era un due e mezzo e la velocità di rotazione dei miei bulbi oculari era direttamente proporzionale alla forza dei miei sbuffi infastiditi. Prendiamo l'idea di base: una prigione sotterranea dimenticata, della quale nemmeno la BDB sa più nulla, data per chiusa e inattiva da decine di anni, in realtà è ancora funzionante e rinchiude i criminali dei vampiri. L'idea è di un succoso da non crederci, così come l'idea di una fetta di personaggi nuovi presi direttamente dal cesto dei prigionieri ha scatenato in me il fremito di quel qualcosa che - in genere - solo la Ward sa fornire. Drogah in salsa paranormal romance. Ora, è risaputo che la BDB ha perso ormai da anni la potenza dell'elemento romantico per dare maggior spazio ad una complessità di trama che prima non aveva e, se all'inizio il cambiamento mi aveva disturbata, ora ho imparato ad apprezzarlo perché la Ward ha fornito un'alternativa sotto forma della serie Legacy, molto più romantica e simile ai primi titoli della BDB. Ora però ci si mette in mezzo anche la Prison Camp e attenzione perché lo dirò solo una volta: The Jackal è fin troppo romantico. Mi viene il dubbio che io mi sia abituata troppo al nuovo stile della serie e che non sia più in grado di superare il vortice di zucchero filato all'aroma di sangue che trasuda da queste pagine: non è un paranormal romance di 20 anni fa, per carità, ma non è nemmeno lontanamente paragonabile alla succosa complessità della BDB e della Legacy. Il motivo è che a me sembra mancare sostanza, sembra mancare la completezza fornita dal passare di un certo arco temporale nel romanzo, il senso di urgenza così come il ridottissimo tempo passato dall'inizio alla fine del libro - solo quattro giorni - sono veramente pochi per rendere accettabile l'insta love. Sì, la Ward ha sempre la carta del bonding che non conosce logica e razionalità e può attivarsi nel giro di pochi secondi e unisce i due nei secoli dei secoli amen, MA in tutti questi romanzi una cosa l'ho capita: il bonding NON equivale necessariamente all'amore, anche se è vero nella stragrande maggioranza dei casi. Forse ho perso l'abitudine di leggere di coppie che si dichiarano amore dopo 1 giorno, o forse non ero nel mood adatto, non lo so, l'unica certezza è che non ho sentito nessun trasporto emotivo per la coppia. Nyx è una donna un po' troppo combattiva per i miei gusti e per il suo stile di vita: vive in una fattoria con il nonno e la sorella tutta frizzi svolazzi e sospiri, ma inspiegabilmente ha questo atteggiamento da dura spaccaculi che subito urta i nervi: sorella la vita è una merda per tutti finiscila di fare l'acida che non sei speciale. Nyx non mi è piaciuta per due motivi: è un personaggio con cui non ho feeling a pelle, le combattive fuori contesto mi stanno antipatiche anche se poi si trovano in situazioni dove il loro essere stracciapalle ha una sua utilità; poi perché non ha nessuno spazio per dare qualcosa al lettore che non sia il suo essere stracciapalle, la sua evoluzione - se c'è - non si sente e rimane tutto talmente confinato che sembra essere un medley di alcune eroine della Ward. Tra l'altro non ricordo assolutamente il colore dei suoi capelli, lo avrò dimenticato io oppure non viene specificato? The Jackal è un personaggio con un potenziale iniziale altissimo che poi - ovviamente - si ridimensiona man mano che la storia procede. La sua aura misteriosa e pericolosa dura giusto quel paio di ore che serve per concludere carnalmente con Nyx, poi scatta il bonding ed è subito maschio protettivo con il cuore negli occhi che fa cose per la sua femmina. Di lui non mi è piaciuto che la Ward ci abbia subito sbattuto in faccia la sua innocenza, e che il suo vero nome non venga mai detto. Mai. Nemmeno una volta, sappiamo che ha adottato questo nickname e non lo hai cambiato e che non usa mai il suo nome, non è dato sapere il perché o il nome stesso. Ciò mi urta i nervi assai. Le motivazioni e la situazione di The Jackal vengono spiegate, con molta calma ma arrivano, e se si sopravvive alla frustrazione e si arriva alla fine hanno anche senso, salvo poi essere vittima di una struttura fantasma di cose non dette e dettagli mai rivelati che tolgono il grosso del gusto dal contesto stesso. Ecco la cosa veramente bella del romanzo è l'ambientazione: la prigione sotterranea, il sistema di gestione e di controllo, la quotidianità dei prigionieri, il senso di claustrofobia e di oppressione sono resi benissimo e sono ciò che rende incalzante la lettura: pur roteando le palle degli occhi per i due che si sbaciucchiano e non ne azzeccano una, si continua a leggere con macabra fascinazione. Addirittura ho trovato particolarmente accattivanti i tre prigionieri che fanno parte della combriccola di The Jackal, e ho esultato quando Lucan conferma il mio desiderio inespresso che nel mondo dei vampiri ci siano dei mezzosangue ibridi con altre razze oltre ai sympthats. Era anche ora, direi. Ci sono colpi di scena, no worries, su chi sia il Command - avevo azzeccato al 50% -, sull'identità di alcuni personaggi e sul come tutti alla fine si ricolleghino; c'è anche un piccolo ritaglio narrativo sul passato raccontato dal pov di Rhage e che ci illumina brevemente sulle circostanze che lo hanno portato a conoscere The Jackal. Sul finale da Mulino Bianco non mi esprimo, il diabete ha preso il volo e ancora non mi è tornato a dei livelli accettabili, ma ormai arrivata a quel punto stavo stringendo i denti per un epilogo che non ho avuto. Il retrogusto di The Jackal è un po' troppo dolce, mi ricorda vagamente quei racconti o romanzi brevi o romanzi festivi che la Ward spara fuori: carini, accettabili, con alcuni elementi degni di nota ma non all'altezza della qualità del resto della serie. Delusione parziale, quindi, non cocente e accecante ma pur sempre abbastanza intensa da avermi fatto oscillare tra il due e mezzo e il tre. Voglio troppo bene alla Ward per darle un voto basso per vendetta, quindi mi stabilisco sulla sufficienza perché, dopo tutto, The Jackal è un ottimo paranormal romance come se ne scrivevano anni fa, quindi l'importante è arrivare preparati e non come me con gli occhi pieni di stelle e l'ingordigia nel cuore....more
**spoiler alert** Ho avuto bisogno di qualche giorno per raccogliere i pensieri e buttare giù la recensione ma sono ancora un po' confusa e indecisa. **spoiler alert** Ho avuto bisogno di qualche giorno per raccogliere i pensieri e buttare giù la recensione ma sono ancora un po' confusa e indecisa. Sono indecisa sul voto, perché dare un tre e mezzo alla Ward equivale a un due scarso per qualsiasi altro autore che leggo, ma allo stesso tempo un quattro è forse troppo per un romanzo che sembra stare a cavallo tra la serie BDB e uno spin-off non meglio identificato. Giuro, ero convinta che LU fosse un titolo della serie spin-off perché ero sicura che i protagonisti facessero parte della categoria junior della BDB. Nope, forse avrei dovuto impegnarmi cinque minuti e leggere la trama così da approcciare la lettura senza strane convinzioni e aspettative non raggiungibili. In ogni caso il voto non è dovuto a questo problema tecnico, quanto alla trama stessa e a quella sensazione di in between che mi è rimasta attaccata fino alla fine del romanzo. Facciamo subito chiarezza sui ruoli: protagonista maschile principale è Sahvage, mentre quella femminile è Mae. Uno è un ex membro della BDB dato - letteralmente - per morto, l'altra è una civile rappresentante perfetta della categoria vampire anonime e sfortunate. Abbiamo anche un secondo protagonista maschile, meno centrale ma fin troppo presente, ed è Balthazar, uno dei Bastards e quello che ha come attività collaterale il furto. Ora, la trama. Mae è in una situazione precaria: dopo la morte dei genitori e l'improvvisa e violenta morte del fratello si trova a compiere una scelta disperata. Spinta da una vecchia amica di famiglia, Mae si convince che ottenere IL LIBRO possa aiutarla a salvare il fratello - o meglio, farlo resuscitare - ponendo fine alla catena di morte e disperazione che ha spedito Mae nel baratro della follia. Apparentemente Mae sembra una ragazza normale, anche se un po' scialba, ma in realtà è persa in un tunnel di dolore che la spinge a delle scelte assurde e pericolosissime. Una di queste è cercare il Reverendo che, pare, sappia dov'è questo libro ma al posto suo Mae si trova di fronte un vampiro in un combattimento di umani. Questo vampiro è Sahvage che, in un certo senso per sbarcare il lunario, a volte combatte in questi incontri organizzati da Rehvenge. Sahvage gira con un nome falso e nasconde la sua vera identità per un motivo preciso, e sempre per un motivo preciso si sposta da un luogo all'altro alla ricerca di una cugina perduta. In the meantime Balthazar - aka coglionazzo - si trastulla in furti di lusso e si ritrova a gestire una sorta di condizione post-trauma (post folgorazione, vedi novella di Natale su Blay e Qhuinn) che lo spinge a sentire cose, vedere cose in sogno, captare cose, e lo mette sulla strada di due cose: il libro e Devina. Devina, la mia dark queen, ormai confermata new evil, qui pare si sia un po' persa in un rituale di morte per esorcizzare il suo grande problema: le pene d'amore. Ora, se si conosce Devina si sa già qual'è la sua storia, cosa desidera e come agisce, quindi per me non è stato affatto una sorpresa vederla alle prese con il desiderio inesaudibile di possedere il libro. Se all'inizio ero quasi certa che il libro fosse roba sua, in questo romanzo si chiarisce l'origine del libro e forse anche a cosa serve. Ma sto divagando. Quindi per ora abbiamo Sahvage che viene sgozzato sul ring e salvato da Mae, Mae che desidera il libro per resuscitare il cadavere congelato del fratello, Balthazar che ha sogni sconci e desidera il libro e Devina che - come suo solito - si lagna e si strugge e squarta gente. Poi ci sono a spizzichi e bocconi altri personaggi, ad esempio Lassiter (occhio al finale del romanzo, perché arriva lo stuzzichino) che pare abbia preso sul serio il suo ruolo e, al contrario della Scribe Virgin, non si limita a guardare ma agisce fin dove può e salva capre e cavoli; poi abbiamo Nate (il giovane vampiro salvato da Sarah e Murhder (The Savior) alle prese con i piccoli problemi di cuore per questa vampira piovuta dal cielo come Superman. Tenete a mente che questa tipa è importante. Abbiamo anche Erika, la poliziotta detective tipo Robocop che si trova in mezzo ai due fuochi. Tenete a mente pure lei, altro stuzzichino. La trama è più o meno questa: Mae cerca disperatamente il libro, lo evoca e si ritrova alla porta demoni ombra e Sahvage che si è subito invaghito di Miss Follia Scialba. Il libro, che è un furbacchiotto, cerca di farsi adottare da chiunque gli capiti a tiro tranne Devina, che lo vuole ma non può prenderlo a meno che qualcuno non glielo dia. Appena Balthazar esce dalla trance pure la BDB scopre del libro e anche loro si mettono alla sua caccia e, su suggerimento di Lassiter, devono recuperare qualcosa dentro una delle famosissime bare nel garage della magione reale. Ve le ricordate le bare? Ecco, finalmente scopriamo a cosa servono. Momento Carramba quando la BDB scopre che Sahvage è vivo, seguono diverse situazioni di salvataggio/recupero e un finale che è - lo dico - forse un filo stucchevole. Passo ora al voto. Tre e mezzo regalato alla love story perché Mae è un'idiota patentata che conserva un cadavere nella vasca da bagno e pure di fronte all'evidenza dei fatti prosegue nel suo progetto distruttivo, Sahvage è uno che dovrebbe stare schiscio ma si invischia con quella pazza perché BONDING MALE e tutto il resto ma le scene di sesso sono con il contagocce (una, se non ricordo male) e pure noiosa quindi booo. L'unica cosa davvero interessante di Sahvage sono i flashbacks del suo passato che portano in scena una componente magica che non c'era mai stata nella BDB, inclusa l'esistenza di un warlock (mago/a, stregone/strega) nella razza dei vampiri. L'utilità dei flashbacks non è difficile da intuire, si ricollega a uno degli stuzzichini sopra citati. Entrambi i main sono molto deludenti, speravo in qualcosa di più angsty e steamy invece no. Balthazar lo avrei preso a sassate sui denti, sei gnocco e ok ma sei pure scemo forte e se non fosse stato per Lassiter saresti pure carne fritta sulla padella di Devina. Devina è pur sempre cattivissima ma io non ce la faccio ad odiarla, per me è un personaggio troppo bello e complesso per essere semplicemente malvagia (ma me lo sono sognato o la Ward aveva fatto capire che il suo compagno ideale era Lash?), Nate è un cucciolo che altro c'è da dire? La tipa piovuta dal cielo Rahvyn, se non ricordo male, è interessante ma qua per niente sviluppata perché, ovviamente, la Ward se la tiene stretta per un prossimo romanzo. Tiriamo le somme: il romanzo si legge come tutti quelli della BDB con il difetto di essere un po' indeciso. Si parla di magia? Di vampiri? Di entrambi? C'è un mischiotto che pare essere il primo indeciso passetto verso un nuovo percorso, per cui anche la trama non è ben precisa nella sua identità, ed è forse per questo che l'ho trovata meno coinvolgente e accattivante di altre. Stile, forma e compagnia cantante rimangono immutati e questo è uno dei grandi pregi della Ward, forse se la storia fosse stata meno affollata e con un obiettivo comune non avrei causato quella sensazione di caos e indecisione. Promuovo perché la Ward spara fuori romanzi che sono sempre ben sopra la media delle sue colleghe, ma nella sua categoria questo è in basso alla classifica....more
**spoiler alert** Tre e mezzo, in realtà Tra le varie decisioni estreme prese in questo 2020, una delle più frivole - ma non meno dolorose per me - è s**spoiler alert** Tre e mezzo, in realtà Tra le varie decisioni estreme prese in questo 2020, una delle più frivole - ma non meno dolorose per me - è stata quella di non comprare più la Ward in edizione cartacea. O almeno, non comprarla in pre-order, non farmi prendere dalla smania e accontentarmi dell'ebook. E' stata una vera sofferenza decidere di tagliare gli acquisti cartacei, ma ad un certo punto durante il lockdown mi sono resa conto di avere pochissimo spazio e troppi libri che nemmeno prendono la luce. Non ha senso riempire un mobile fino a scoppiare, un ebook è più che sufficiente, visto che poi in Italia il mercato dei libri usati in lingua è pressoché inesistente. Il primo passo per uscire da questo tunnel è stato A warm heart in winter, la novella natalizia della BDB dedicata a Qhuinn e Blay, e se devo essere onesta questo titolo mi ha aiutata enormemente a prendere la decisione di stoppare il cartaceo. In generale io non sono una grande fan dei romanzi natalizi perché c'è sempre dentro una dose extra di melassa che mi fa letteralmente cadere i denti e ribollire il sangue. Odio il cringe, odio i cliché, odio le cose melense e detesto con tutta me stessa le robe tipo proposte di matrimonio, scambi di anelli e roba simile. Nemmeno al mio matrimonio sono state tollerate, nei romanzi le rifuggo con violenza. Ma la Ward è diabolica, prima ti serve tutta un'altra solfa e ti depista, poi ti spara il lieto fine da diabete perché è Natale e anche la BDB si lascia andare a quadretti familiari da Mulino Bianco. Rispetto al romanzo natalizio dell'anno scorso, AWHIW è mooolto meno cringy, molto meno stucchevole, ed è perfettamente in linea con la personalità dei due protagonisti. In più, pur non facendo progredire la macrotrama della serie, non si tira indietro sul contenuto e infila dentro a tradimento un episodio che stabilisce il mood di quasi tutto il romanzo. Insomma, c'è lo spirito natalizio, c'è un po' di diabete, ma è tutto preceduto da un dose di angst che ti fa perdonare e dimenticare. Qhuinn e Blay sono due piccioncini, si destreggiano tra una sessione hot e i due pargoletti in un nuovo equilibrio familiare con il quale entrambi devono ancora entrare in sintonia. C'è una specie di aria strana per questi due, perché tutto sembra bellissimo, perfetto, e quando le cose sono così belle la paura che arrivi una mazzata è comprensibile. Se da un lato per Blay la paura è più irrazionale e specifica, per Qhuinn è generalizzata: sente che sta per succedere qualcosa e il non sapere da che parte colpirà lo manda in paranoia. Il primo episodio che conferma i loro timori è un piccolo incidente sul campo che vede Qhuinn sul tavolo operatorio. Per Blay è tutto molto più semplice perché l'episodio avviene in un contesto sicuro, in un ambiente familiare e ha dei giocatori esterni che controllano la situazione in maniera eccellente, e quindi la coppietta ne esce indenne. Passato questo primo scossone, l'attenzione viene dirottata da un episodio più corale che, nella sua complessità, semina degli indizi che all'inizio ti sembrano solo strani e insensati e poi solo dopo si rivelano essere inquietanti. La tempesta di neve che si abbatte su Caldwell non lascia indenne la magione della BDB: per pura fortuna la tormenta arriva di notte, quando tutti sono svegli e in grado di rattoppare i danni ma succedono cose che cominciano a riattivare il sensore di pericolo di tutti i membri della BDB. Da uno dei Bastards che finisce fulminato, a Qhuinn che si fissa a guardare il buio della notte, a Zsadist che si accorge di strane situazioni e non riesce a trovare la loro collocazione, a rovinose e mortali cadute scampate per pura fortuna, insomma la tempesta è presagio di sventura. Quando la tormenta si placa la magione torna alla normalità, ma ad un certo punto, nella routine quotidiana, un nome manca all'appello. Luchas, il fratello di Qhuinn rimasto in degenza nella clinica sotterranea, sembra essere sparito nel nulla. Bastano pochi secondi perché V trovi la risposta e la tragedia si scarica su Qhuinn come e peggio della tormenta di neve. Ci ho messo un po' a riallacciare il nome di Luchas agli eventi che lo avevano portato fin qui, e ammetto di essermi spudoratamente chiesta ma chi è finché la Ward non ha lasciato lo spiegone. Solo allora ho capito e la scelta dell'autrice ha trovato un senso. Luchas era un personaggio senza speranza, non c'era grande margine di ripresa, quindi la sua uscita di scena è stato un epilogo triste ma prevedibile. La cosa che mette più tristezza è che tutti, nessuno escluso ci hanno messo 24 ore per accorgersi della sua assenza e che durante la tempesta nessuno ha fatto il suo nome. Insomma, Luchas poteva essere stato un gran pezzo di merda in alcune circostanze, ma era stato perdonato e incluso nella famiglia, quindi almeno un briciolo di considerazione gli era dovuto. Ma ovviamente questo aspetto è quello che va a comporre la parte piena zeppa di angst, perché Qhuinn entra in uno stato catatonico dove il senso di colpa e l'impotenza lo isolano da tutti. Solo l'intervento di Zsadist metterà in moto un riallacciarsi della relazione tra Qhuinn e Blay e porterà una ventata di senso pratico brutale ma efficace. Qhuinn si conferma essere un personaggio che, per me, ha perso moltissimo e che nei momenti critici diventa un coglione odioso, ho smesso da molto tempo di averlo tra i miei preferiti e non ho nemmeno sofferto la separazione. Blay è troppo precisino e perfettino perché mi piaccia sul serio, ma tra i due lo preferisco perché è empatico e rispettoso e non si lascia dominare totalmente dalle sue paure. Insomma, da un punto di vista personale, Qhuinn e Blay hanno perso la loro attrattiva e il fatto che la Ward abbia sentito la necessità di inserire un'altra storia per loro mi ha lasciata del tutto indifferente. Ho invece apprezzato che ci fosse un episodio portante dove tutti i personaggi hanno un ruolo, chi più e chi meno, e che finalmente Zsadist sia uscito dalla sua ombra per dire la sua. Lui sì che mi era mancato, così come V che è sempre presente, discreto e efficace. Dal voto medio mi sembra evidente che non ho amato o odiato questo romanzo, l'ho letto con piacere e ho apprezzato alcune parti più di altre, ma in generale non mi ha sconvolta, è un tassello che andava aggiunto nell'evoluzione dei personaggi e prima o poi sarebbe arrivato. Quindi ok, prendo nota ma giro subito la pagina e ripongo fiducia nei prossimi titoli della BDB....more
**spoiler alert** Mi ritrovo in una condizione particolare. Non posso fare la recensione a questo romanzo senza fare degli spoiler, mi è semplicemente**spoiler alert** Mi ritrovo in una condizione particolare. Non posso fare la recensione a questo romanzo senza fare degli spoiler, mi è semplicemente impossibile. Quindi mi tocca il disclaimer: in arrivo una pioggia di spoilers. Ma che dico, una tempesta di spoilers. Vi ho avvisati. La Ward è una donna intelligente, ma è anche una brillante stratega. Ha tutto pianificato, lo sappiamo, conosce gli eventi e le coppie di ogni romanzo e lavora come una macchina senza sosta per sparare fuori due libri all'anno legati alla BDB. Per anni - ANNI - ci aveva illusi con un falso senso di sicurezza, addirittura sacrificandosi sotto una valanga di critiche che la volevano in declino, che dicevano che la BDB si stava perdendo per strada e che non succedeva mai niente. Io per prima ad un certo punto mi sono abituata alla sicurezza della 'banalità' delle trame. Sapevo cosa aspettarmi, ormai convinta che quello fosse il nuovo schema delle cose e, se devo essere onesta, pure felice di essermi liberata di certe parti (elaborerò più avanti). The Sinner è un elettroshock, è una mazzata, è il risveglio della serie, è un concentrato di tutto quello che poteva succedere in un solo romanzo senza farci andare in tilt. Questo romanzo mi è piaciuto da impazzire per tutti i motivi sbagliati e ho goduto di ogni singolo colpo di scena, del senso di pericolo, del non avere veramente idea di dove la Ward stesse dirigendo la storia e mi sono divertita un sacco per il frullato di ansia e shock che ha sparato come un cecchino. Io adoro questa donna, di fronte alla sua capacità di calcolare le cose, alla pianificazione e anche al coraggio di scoprire tutte le sue carte non si può fare altro se non togliersi il cappello. The Sinner mi ha ricordato un po' sia Lover Enshrined (book 6, Phury e Cormia), sia Lover Mine (book 8, John Matthew) perché ci sono sia il decentramento della coppia principale a favore della macro trama della serie, sia un concentramento di colpi di scena decisivi per la serie. Partendo dal primo punto mi ricollego anche all'unica critica per il romanzo e cioè che Syn è caduto vittima per un bene maggiore e rappresenta, come altri personaggi, un'occasione mancata per essere un eroe con i fiocchi e produttore di fiumi di angst. Come per Syn anche Jo è vittima della stessa maledizione, per alcuni romanzi è stata la bomba ad orologeria in procinto di esplodere salvo poi trasformarsi nella solita eroina tipica della Ward. Ecco, diciamo che la Ward sa fare bene molte cose, ma creare protagoniste femminili diverse non è tra quelle. La loro storia d'amore aveva tutte le carte per far scorrere fiumi di angst ma non ha mai preso il volo, è rimasta ancorata al suolo dalla quantità esagerata di trama solida e concreta. Certo, Syn e Jo ci sono comunque e la loro storyline si sviluppa e si conclude senza buchi, ma non è per loro che ho adorato il romanzo, è per tutto il resto. Sparo subito la cartuccia più sconvolgente: RAGA la guerra è finita! Finita. Stop, basta. La profezia del Dhestroyer arriva a compimento con tutta una serie di colpi di scena e scappatoie che aprono un portone grosso come quello di una cattedrale. La guerra contro i lessers e l'Omega sarà anche finita, ma ne è iniziata un'altra. Provo a spiegare. Butch è il secondo personaggio principale del romanzo e un po' me lo aspettavo, dopo che in Blood Truth era entrato in scena in modo così massiccio. Io amo Butch quindi per me è stato un invito a nozze. Quello che non potevo prevedere è stato l'arrivo sulla scena di un personaggio esterno alla BDB, direi il personaggio malvagio della serie Fallen Angels. Yes, c'è stato un crossover tra le due serie e non avrei potuto essere più felice di così. Devina, gente, è Devina che arriva in città, uscita direttamente dal famoso libro magico se ne va passeggiando per Caldwell scuoiando gente, uccidendo in modi assurdi perché non sa cosa fare. Devina, il demone che soffre d'amore, ha perso ogni interesse e ciondola in attesa di qualcosa. Quel qualcosa è Butch, è la sua capacità di assorbire i lesser e Devina ne è ammaliata, eccitata, all'improvviso viva e desiderosa di qualcosa. Butch e Devina sono, insieme, una di quelle accoppiate che fanno tremare le ossa. Non sai mai cosa succederà, non capisci se sta per arrivare una mazzata colossale o se la storia sta per servire un altro asso improvviso. L'asso arriva, ed è l'Omega. Dopo anni di silenzio assoluto, dopo anni di nulla, di niente, l'Omega ritorna sulla scena insieme al pov dei lessers. Mister F, ultimo forelesser della storia dei lesser è l'anti lesser per eccellenza, il simbolo di come la situa per l'Omega stia andando a picco. Mister F non ne vuole sapere, non vuole essere quello che è e boicotta l'Omega con tutte le sue forze, al punto che alla fine si immola letteralmente con il sorriso sulle labbra. Io non ero pronta, raga, perché appena ritorna l'Omega arriva un altro colpo di scena: la Scribe Virgin. Pensavamo tutti che fosse morta, no? Ecco, no. Si è semplicemente dimessa, ha mollato il ruolo e ora fluttua nel tempo e nello spazio guardando i suoi vampiri come una mammina. Ah, e il gatto Boo? Era lei, per tutto questo tempo. Io a questo punto non sapevo più dove sbattere la testa, troppi comeback, troppe cose da metabolizzare. Ma non è finita. Ovviamente. Mentre Syn e Jo proseguono nella loro classica love story, Butch è preso da questa smania di chiudere la guerra, convinto che Devina sia l'amica di infanzia della sorella e certo in modo assoluto che probabilmente qualcosa di brutto - tipo la sua morte - sarà la chiave per chiudere la resa dei conti. Poi arriva l'illuminazione. Ma se Butch può consumare i lesser, e comunque ne soffre, e se V fosse fuori dai giochi e quindi nessuno potesse aiutare Butch a riprendersi, la guerra non finirebbe più? Mindblown, non ci avevo pensato. In anni che leggo la BDB non ho mai visto il ruolo di V in questo senso e l'Omega tranquillo che dice sai sorella, lo sapevo bene che V è un giocatore chiave, ma è il nipotino mio e quindi non lo ammazzo. Io boh, sempre più sconvolta. La fine della guerra arriva in un modo inaspettato: io pensavo fosse Butch la chiave di tutto. Lo è ma non nel senso che intendevo io. Io pensavo che materialmente fosse la mano che avrebbe eliminato tutti i lesser e l'Omega, invece è un tramite, è una calamita che pone Devina nel luogo e nel momento giusti. E' lei a uccidere l'Omega, suo fratello, e lo fa perché stava per uccidere Butch, l'unico che le ha dimostrato gentilezza, attenzione e comprensione, e che le ha ridato un motivo per tornare a sperare e a vivere per se stessa. Devina, gente, spacca culi since Covet nel lontano 2009 e io l'ho amata sempre. Sempre Devina è protagonista della scena finale degna di uno showdown da epic movie. Lei ha preso il posto dell'Omega, ha messo da parte la speranza di trovare l'amore e, quindi, decide di sposare Cladwell. Con un vestito da sposa di Pnina Tornai, in cima ad un grattacielo, fissa la città ma dalla parte opposta in cima ad un altro grattacielo, Lassiter la studia. I due si guardano, lui apre le ali, le manda un bacio e poi le fa il dito medio. E RAGA le scintille, i fuochi d'artificio, io prevedo una guerra di un altro livello con questi due che rappresentano il bene e il male. ADORO. Sono eccitata come una scolaretta, questo romanzo ha dato un'iniezione di vita alla serie, ha improvvisamente chiuso un capitolo iniziato nel 2005. Quindici anni di romanzi, quindici anni con la BDB e ora inizia una nuova era. Lo so, ho vomitato tutti gli spoiler possibili per questo romanzo (non proprio tutti, ma di sicuro i più importanti), ma non ho potuto farne a meno. Sto ancora cavalcando l'onda adrenalinica e sono così contenta che la Ward non si sia risparmiata. Ha completato questo primo ciclo con decisione senza darci il tempo di dire aspetta un secondo, frena. The Sinner ha una velocità tutta sua e, sì, sicuramente poteva dare ancora tanto e forse qualcosa di più per Syn e Jo ma a me sta bene così. Questo non è il miglior romanzo della BDB ma è esattamente quello di cui la serie aveva bisogno in questo momento e adoro come la Ward non dia mai nemmeno un indizio di quello che verrà. Non so nemmeno quale sarà il prossimo romanzo ma non sto nella pelle, mi è tornata la smania da BDB e ne sono felice....more
**spoiler alert** Dopo Where winter finds you e il suo tiepido effetto sul mio cervello ho adocchiato Blood Truth, consapevole che probabilmente sareb**spoiler alert** Dopo Where winter finds you e il suo tiepido effetto sul mio cervello ho adocchiato Blood Truth, consapevole che probabilmente sarebbe stata la salvezza contro la noia della serie. Ho resistito quanto ho potuto, leggendo altro, ma alla fine non ce l'ho più fatta e mi ci sono buttata a pesce. Avevo bisogno di leggere la Ward che mi piace, e non la sua versione stuccosa e romantica. Volevo a tutti i costi cancellare i piagnistei di Trez e sostituirli con qualcosa di più sostanzioso e, grazie al cielo, questo romanzo è stato perfetto. Tanto per cominciare c'è da dire che la serie spin-off della BDB è veramente ben fatta: racchiude gli elementi vincenti della BDB ma rimane più semplice, meno complessa e focalizzata sulla coppia. I giovani rimangono giovani, con i loro problemi, e si vede uno scorcio della vita dei civili che prima non compariva nemmeno da lontano. In particolare, per questo romanzo, oltre alla deliziosa storia d'amore, c'è l'ingresso di una trama più dark e l'invasione di campo di Butch e Syn. Ora, è chiaro che la Ward ha deciso di intrecciare le due serie non solo perché i personaggi compaiono uno nel romanzo dell'altro, ma perché succedono cose che inevitabilmente vanno a confluire nel resto della BDB. Qui è evidente che la scelta di introdurre un elemento più drammatico, che porta alla presenza massiccia di Butch, serve un po' da apripista a quello che succederà in The Sinner. Certo, Syn è il protagonista e in Blood Truth è la classica wild card, ma c'è un sottofondo differente, c'è qualcosa alla quale ormai la Ward ci ha abituati: la BDB è stata e rimane il cuore pulsante di tutto. Tornando a Blood Truth, il fatto che la storia d'amore si tinga di tinte dark ha solo aumentato il coinvolgimento nella lettura. Non ci sono solo i problemi personali quotidiani dei due protagonisti, ma c'è anche il problema di un serial killer. Insomma, oltre ai casini legati alla glymera arriva pure la batosta di trovare il colpevole che stupra, tortura e poi uccide delle giovani vampire. E' chiaro perché c'è il coinvolgimento di Butch, rispolvera le sue competenze di detective della omicidi e prende sotto la sua ala Boone che si trova in una situazione molto delicata a causa del padre. Questo intruglio strano, un mix tra crime e romance con un sacco di splatter mi è piaciuto parecchio, il romanzo è filato via alla velocità della luce e la Ward è riuscita a dipingere Syn come un personaggio che è veramente oltre il limite del salvabile ma che comunque esercita un fascino tutto suo. Non posso che confermare il mio amore per Butch, che si conferma essere meravigliosamente umano in un mondo che non lo è affatto e che dimostra di avere empatia e acume quando gli altri si limitano a sfoderare i pugnali. La storia di base di Blood Truth ha come protagonista maschile Boone, figlio di Altamere. Nel romanzo precedente aveva avvisato la BDB e il re dell'imminente ritrovo della glymera organizzato da quel grandissimo figlio di una sultana Throe. Senza entrare troppo nel dettaglio, il risultato di questo evento è la morte di Altamere, tuttavia la storia di Boone prende il via molto tempo prima, quando raccoglie come segno del destino la rottura del fidanzamento da parte di Rochelle, assumendosene la colpa. Il padre, vero esponente della glymera, lo disereda e lui si ritrova in un limbo dove non sa cosa succederà. Per sfuggire alla gabbia della glymera, entra nel corso della BDB e inizia un percorso di vita che lo porterà a denunciare il padre al re. Il resto è storia, come si suol dire, ma a frittata fatta Boone non può fare a meno di sentirsi schiacciato dal senso di colpa. Nonostante il padre fosse un elemento orribile, freddo e snob, era pur sempre la sua unica famiglia e la consapevolezza di essere in parte la causa della sua morte lo mette in una posizione complicata. Non aiuta il fatto che Boone sia insicuro sulla sua eredità, oppresso dal senso di colpa, sfoga la sua rabbia e la sua frustrazione sul campo, ma agli occhi attenti della BDB non sfugge che il ragazzo sta passando un momento difficile. La protagonista femminile, Helania, è un po' una ripetizione delle ultime eroine della Ward ma ha il pregio di essere perfetta per questa trama. La ragazza è una civile che vive sola dopo che la sorella è morta mesi prima, assassinata in un club. Helania, che è una solitaria per natura, passa ogni notte nel club nella speranza di trovare l'assassino e, una sera, si ritrova ad essere testimone di un altro omicidio. Un vampiro e una vampira si appartano nel club, e dopo ore il cadavere della donna viene rinvenuto da Helania, appeso per la testa con un gancio da macellaio, dissanguata, sfigurata, violentata. Helania decide di chiamare il numero di emergenza della BDB e a ritirare la chiamata e a fare la prima apparizione è V, ma sarà Butch ad assumersi l'incarico di indagare. Così le strade di Helania, Butch e Boone si incrociano: all'inizio lei è una sospettata, ma in Boone - nella classica tradizione della Ward - scatta subito l'attrazione e finisce per innamorarsi di Helania, ricambiato. Tutto quello che c'è nel mezzo è piuttosto succoso, non c'è mai un vero momento in cui mi sia annoiata e ho apprezzato in modo particolare che il romanzo non sia rimasto sullo stesso schema dei primi titoli e che abbia allargato le ali tastando l'aria: probabilmente d'ora in poi anche questa serie diventerà meno basic e più complessa e non posso dire che non mi piaccia. Certo, la storia d'amore manca dell'intensità e dell'angst che solo la BDB ha saputo dare, ma compensa questo vuoto con la dolcezza di un amore giovane. Ultimo appunto, Syn è uno psicopatico ma mi ha stuzzicata al punto da farmi spendere una cannonata per l'ebook di The Sinner e non credo che riuscirò a resistere a lungo, anche perché sono proprio curiosa di vedere cosa succederà....more
Sarò onesta, con Where winter finds you ho solo e soltanto fatto i compiti, niente di più e niente di meno. L'ho preso per amore della serie e della WSarò onesta, con Where winter finds you ho solo e soltanto fatto i compiti, niente di più e niente di meno. L'ho preso per amore della serie e della Ward, l'ho letto per avere tutti gli avvenimenti in testa per proseguire la serie senza buchi, ma non avevo altri ulteriori motivi. Non è un mistero che non sia mai stata attratta dalle storylines delle due Ombre, e che il romanzo di Trez e Selena sia stato uno dei più noiosi mai letti nella serie; purtroppo per me, la Ward ha deciso di dover infilare un romanzo breve per dare a Trez il suo maledettissimo lieto fine, e quindi eccomi qui. Domanda di rito, mi è piaciuto? Tutto sommato direi di sì, se penso al fatto che sono partita con il fastidio nel cuore e che i personaggi sono gli ultimi nella mia lista dei preferiti. Mi aspettavo molto ma molto di peggio, mi aspettavo di odiarlo e di non sopportare praticamente nessuno, ma evidentemente la formula del romanzo breve totalmente slegato dalla trama portante della serie ha funzionato. Partiamo, quindi, dal presupposto che questa storia e questo romanzo, pur essendo inseriti nella trama portante della serie, ne sono in un certo senso separati. Gli eventi avvengono nello stesso tempo e negli stessi luoghi, ma non influenzano e non vengono influenzati dal resto della storia. Trez, che dopo il suo romanzo è rimasto in ombra a digerire il lutto, qua si prende una specie di rivincita e completa la costruzione del suo personaggio. Non mi sorprenderebbe se, dopo di questo, la Ward lo lasciasse definitivamente in disparte perché ora che il suo lieto fine è arrivato, per me, ha ben poco altro da aggiungere. Nonostante la sua storyline arrivi alla sua conclusione non ho cambiato la mia opinione nei suoi confronti: Trez è un personaggio ok ma non regge il confronto con gli altri protagonisti sia per carattere che per utilità; alla fine Trez gira attorno alla sua compagna in entrambi i casi e sembra non essere in grado di funzionare al di fuori di questo schema. Ora, nel primo romanzo questo aspetto mi aveva dato a noia molto in fretta, anche se avevo apprezzato il coraggio della Ward di accoppare Selena, ma in questo seguito funziona meglio proprio perché tutto il romanzo ha un'identità molto precisa: è un paranormal romance classico, senza la pretesa di aspirare alla complessità e alla ricchezza dei romanzi portanti della serie. In un certo senso questo contesto è quello che ha dato la possibilità a Trez di prendersi una rivincita come eroe e protagonista, anche se ovviamente per me rimane uno dei personaggi maschili meno riusciti. La maggior parte del tempo Trez lo passa a - giustamente - piangere Selena, quindi da lui oltre tendenze suicide, depressione e passività non ci si può aspettare. Quando incontra Therese la sua somiglianza con Selene lo fa sbarellare definitivamente: è convinto che la ragazza, in qualche modo, sia la reincarnazione di Selena e non accetta né consigli né razionalità da nessuno. In realtà Therese è una persona fatta e finita e non è Selene (oppure lo è?), ha ricordi della sua infanzia, ha una famiglia, ha una vita, ma soprattutto ha una personalità, dei gusti e delle abitudini completamente diverse rispetto a quelle di Selene. All'inizio Trez fa finta di non vederle, è più facile convincersi che la sua fantasia sia la realtà se non vede le differenze, ma man mano che i due entrano in confidenza è chiaro che la sua illusione sta cominciando a vacillare. Therese è quello che Selene non ha potuto essere: non è una chosen, non è malata, ha un carattere ben definito, non è una donnina sottomessa e passiva e non si lascia infinocchiare da Trez, anche se a lei sembra proprio quel tipo che sogna continuamente. La loro relazione nasce male, in un certo senso, perché è quasi una menzogna: Trez finge che sia Selene mentre lei si fida dei suoi nuovi sentimenti convinta di essere all'inizio di una nuova e meravigliosa relazione. Niente di più falso, ovviamente, perché quando Trez finalmente si decide a raccontarle la verità la poverina ci rimane di merda: non solo lui è ancora innamorato di una donna morta, ma ha proiettato la presenza di Selene al suo posto solo perché sono praticamente due gocce d'acqua. Therese non è mai stata parte di questa relazione, è stata solo un involucro dove Trez ha sostituito i nomi, usandola per fantasticare sulla compagna morta. Creepy, no? Ovviamente questo è il punto di rottura di tutto il romanzo, con Therese che manda Trez a quel paese e si dedica completamente alla sua famiglia e con Trez che, capito l'errore, comincia a vedere chiaramente le differenze tra le due donne e a capire che, tutto sommato, la personalità di Therese è proprio quella che lo ha fatto innamorare nuovamente, anche se in modo completamente diverso. Ora, essendo Trez quello che è, per lui Therese è comunque la sua compagna: non sarà Selene, ma è in ogni caso la sua compagna, mentre per lei la situazione è più complicata. Quindi il vero twist, o per meglio dire lo spiegone che porta al lieto fine, arriva quando Therese è in pericolo e Trez la salva. A me non fanno impazzire gli spiegoni che durano tre secondi netti e ti fanno capire che le cose sono così e basta e fattela andare bene. Non mi piace, non mi soddisfa, ma a questo punto ero pronta ad accettare qualsiasi cosa perché ero alla fine e non vedevo l'ora di mettermi tutta questa baraonda alle spalle, chiudere la storia di Trez e buttarmi su altro. Lo spoiler qui è praticamente inesistente, Lassiter ci ha messo lo zampino e Therese è veramente Selene, end of story, e vissero tutti felici e contenti. Tranne me, perché per quanto abbia sopportato tutto senza troppi drammi, un bel rolleyes potente non me lo ha tolto nessuno. Diciamo che la Ward in linea di massima sa fare molto di meglio, ma invece ha scelto di dare a questa storia una connotazione puramente romantica e pure natalizia per farci mandare giù il boccone amaro. Com'è che dice Mary Poppins? Con un poco di zucchero la pillola va giù, la pillola va giù. A mai più, Trez, spero. ...more