Miraphora's Reviews > The Jackal

The Jackal by J.R. Ward
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bookshelves: paranormal-romance, vampiri

Sono un po' confusa, lo ammetto, e non sono nemmeno completamente convinta del voto but here I am.
Mentre leggo la trama qui sopra mi pongo in automatico una domanda: quale warden che plots cosa contro chi? Sono onestamente perplessa, non credo che il mio ebook sia senza un epilogo così non credo di essermi persa una - piccola - parte che fa riferimento a questo fantomatico piano per uccidere la BDB. Tutto è possibile perché, fino ad un certo punto, il mio voto era un due e mezzo e la velocità di rotazione dei miei bulbi oculari era direttamente proporzionale alla forza dei miei sbuffi infastiditi.
Prendiamo l'idea di base: una prigione sotterranea dimenticata, della quale nemmeno la BDB sa più nulla, data per chiusa e inattiva da decine di anni, in realtà è ancora funzionante e rinchiude i criminali dei vampiri. L'idea è di un succoso da non crederci, così come l'idea di una fetta di personaggi nuovi presi direttamente dal cesto dei prigionieri ha scatenato in me il fremito di quel qualcosa che - in genere - solo la Ward sa fornire. Drogah in salsa paranormal romance.
Ora, è risaputo che la BDB ha perso ormai da anni la potenza dell'elemento romantico per dare maggior spazio ad una complessità di trama che prima non aveva e, se all'inizio il cambiamento mi aveva disturbata, ora ho imparato ad apprezzarlo perché la Ward ha fornito un'alternativa sotto forma della serie Legacy, molto più romantica e simile ai primi titoli della BDB. Ora però ci si mette in mezzo anche la Prison Camp e attenzione perché lo dirò solo una volta: The Jackal è fin troppo romantico.
Mi viene il dubbio che io mi sia abituata troppo al nuovo stile della serie e che non sia più in grado di superare il vortice di zucchero filato all'aroma di sangue che trasuda da queste pagine: non è un paranormal romance di 20 anni fa, per carità, ma non è nemmeno lontanamente paragonabile alla succosa complessità della BDB e della Legacy. Il motivo è che a me sembra mancare sostanza, sembra mancare la completezza fornita dal passare di un certo arco temporale nel romanzo, il senso di urgenza così come il ridottissimo tempo passato dall'inizio alla fine del libro - solo quattro giorni - sono veramente pochi per rendere accettabile l'insta love. Sì, la Ward ha sempre la carta del bonding che non conosce logica e razionalità e può attivarsi nel giro di pochi secondi e unisce i due nei secoli dei secoli amen, MA in tutti questi romanzi una cosa l'ho capita: il bonding NON equivale necessariamente all'amore, anche se è vero nella stragrande maggioranza dei casi. Forse ho perso l'abitudine di leggere di coppie che si dichiarano amore dopo 1 giorno, o forse non ero nel mood adatto, non lo so, l'unica certezza è che non ho sentito nessun trasporto emotivo per la coppia.
Nyx è una donna un po' troppo combattiva per i miei gusti e per il suo stile di vita: vive in una fattoria con il nonno e la sorella tutta frizzi svolazzi e sospiri, ma inspiegabilmente ha questo atteggiamento da dura spaccaculi che subito urta i nervi: sorella la vita è una merda per tutti finiscila di fare l'acida che non sei speciale. Nyx non mi è piaciuta per due motivi: è un personaggio con cui non ho feeling a pelle, le combattive fuori contesto mi stanno antipatiche anche se poi si trovano in situazioni dove il loro essere stracciapalle ha una sua utilità; poi perché non ha nessuno spazio per dare qualcosa al lettore che non sia il suo essere stracciapalle, la sua evoluzione - se c'è - non si sente e rimane tutto talmente confinato che sembra essere un medley di alcune eroine della Ward. Tra l'altro non ricordo assolutamente il colore dei suoi capelli, lo avrò dimenticato io oppure non viene specificato?
The Jackal è un personaggio con un potenziale iniziale altissimo che poi - ovviamente - si ridimensiona man mano che la storia procede. La sua aura misteriosa e pericolosa dura giusto quel paio di ore che serve per concludere carnalmente con Nyx, poi scatta il bonding ed è subito maschio protettivo con il cuore negli occhi che fa cose per la sua femmina. Di lui non mi è piaciuto che la Ward ci abbia subito sbattuto in faccia la sua innocenza, e che il suo vero nome non venga mai detto. Mai. Nemmeno una volta, sappiamo che ha adottato questo nickname e non lo hai cambiato e che non usa mai il suo nome, non è dato sapere il perché o il nome stesso. Ciò mi urta i nervi assai. Le motivazioni e la situazione di The Jackal vengono spiegate, con molta calma ma arrivano, e se si sopravvive alla frustrazione e si arriva alla fine hanno anche senso, salvo poi essere vittima di una struttura fantasma di cose non dette e dettagli mai rivelati che tolgono il grosso del gusto dal contesto stesso.
Ecco la cosa veramente bella del romanzo è l'ambientazione: la prigione sotterranea, il sistema di gestione e di controllo, la quotidianità dei prigionieri, il senso di claustrofobia e di oppressione sono resi benissimo e sono ciò che rende incalzante la lettura: pur roteando le palle degli occhi per i due che si sbaciucchiano e non ne azzeccano una, si continua a leggere con macabra fascinazione. Addirittura ho trovato particolarmente accattivanti i tre prigionieri che fanno parte della combriccola di The Jackal, e ho esultato quando Lucan conferma il mio desiderio inespresso che nel mondo dei vampiri ci siano dei mezzosangue ibridi con altre razze oltre ai sympthats. Era anche ora, direi.
Ci sono colpi di scena, no worries, su chi sia il Command - avevo azzeccato al 50% -, sull'identità di alcuni personaggi e sul come tutti alla fine si ricolleghino; c'è anche un piccolo ritaglio narrativo sul passato raccontato dal pov di Rhage e che ci illumina brevemente sulle circostanze che lo hanno portato a conoscere The Jackal.
Sul finale da Mulino Bianco non mi esprimo, il diabete ha preso il volo e ancora non mi è tornato a dei livelli accettabili, ma ormai arrivata a quel punto stavo stringendo i denti per un epilogo che non ho avuto. Il retrogusto di The Jackal è un po' troppo dolce, mi ricorda vagamente quei racconti o romanzi brevi o romanzi festivi che la Ward spara fuori: carini, accettabili, con alcuni elementi degni di nota ma non all'altezza della qualità del resto della serie.
Delusione parziale, quindi, non cocente e accecante ma pur sempre abbastanza intensa da avermi fatto oscillare tra il due e mezzo e il tre. Voglio troppo bene alla Ward per darle un voto basso per vendetta, quindi mi stabilisco sulla sufficienza perché, dopo tutto, The Jackal è un ottimo paranormal romance come se ne scrivevano anni fa, quindi l'importante è arrivare preparati e non come me con gli occhi pieni di stelle e l'ingordigia nel cuore.
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Reading Progress

October 14, 2020 – Started Reading
October 14, 2020 – Shelved
October 14, 2020 – Shelved as: to-read
October 14, 2020 – Shelved as: vampiri
October 14, 2020 – Shelved as: paranormal-romance
October 15, 2020 –
51.0%
October 17, 2020 – Finished Reading

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