Più che un commento vero e proprio, questo è un rant che solo gli amanti della saga potranno capire! Di sicuro non posso essere obiettiva, parlando di Più che un commento vero e proprio, questo è un rant che solo gli amanti della saga potranno capire! Di sicuro non posso essere obiettiva, parlando di questo libro. Non posso esserlo mai, con le avventure di Seregil e Alec, e in particolare non con questo, il conclusivo. Che poi, chissà, sul retro copertina c’è scritto – at least for now - , quindi magari è lecito sperare. Forse alla Flewelling verrà in mente qualche idea per nuovi intrighi… capisco che uno scrittore ami mettersi alla prova inventando nuovi mondi e nuovi personaggi, ma noi affezionati lettori ci sentiamo talmente a casa a Rhiminee, o andando a zonzo e mettendoci in guai terrificanti con i nostri cari Nightrunner, che dubito ne avremo mai abbastanza. Io, almeno: l’ho detto che non so essere obiettiva, ho un particolare legame affettivo con questa saga. Volendo considerare questo l’ultimo, che dire? Per esempio, che Seregil è sempre stato il mio preferito, ma qui ha davvero superato se stesso. È bellissimo ciò che ha fatto per gli schiavi liberati; avevo iniziato il libro una sera, prima di dormire, e il mattino dopo il primo pensiero semi-conscio, appena squillata la sveglia, è stato ‘Oh, ma Seregil in pratica sta costruendosi un suo clan!’. Inutile, per lui avrò sempre una cotta da tredicenne, anche a novant’anni. Se posso essere delusa da una cosa, mi aspettavo che la sua ‘incompatibilità’ con la magia giocasse un ruolo centrale, in questo romanzo. Visto che nei libri precedenti è stato più volte ripetuto che il suo potere magico è grande, ma troppo imprevedibile per poter essere usato senza esiti disastrosi, credevo che nell’altro piano, dove la normale magia era inutilizzabile, la sua avrebbe funzionato e sarebbe stata indispensabile per risolvere la situazione. Invece niente, la cosa è stata del tutto sorvolata. Peccato, però appunto chissà… potrebbe essere un buon argomento su un prossimo libro (dai, Lynn, non puoi davvero mandare in pensione questi due, alla loro età!). Altra cosa che mi aspettavo era che, tra gli schiavi liberati, prima o poi cicciasse fuori Ilar, invece non s’è visto. Ma di questo non sono dispiaciuta, sarebbe stata una forzatura… mi resta la curiosità di sapere che fine ha fatto, anche se dubito sia ancora vivo. Alec negli ultimi libri mi aveva fatto un po’ prudere le mani per tutta una serie di motivi, e rimpiangevo il ragazzo dei primi tre volumi; posso felicemente dire che qui ha recuperato, anche se è come sempre uno zuccone, che non capisce il perché dell’iperprotettività di Seregil, e che ciò non ha nulla a che fare con il ritenerlo non all’altezza della situazione. Ma Alec è un cocciuto dalnano, in fondo, non dovremmo aspettarci altro. E Thero… che evoluzione incredibile! Sono andata a rileggermi alcuni passaggi dei primi due libri, ed è pazzesco il suo cambiamento, lungo quelli successivi, e quanto è stato credibile e ben gestito. Ammirata, chapeau, non è da tutti trasformare un personaggio spiacevole e altezzoso in uno dei più amati della serie; gli sono stati donati generosità e calore umano, mantenendo però il suo carattere affilato. Ma credo che in realtà li avesse sempre avuti, offuscati però dalla gelosia e dall’astio. Se qualcuno ai tempi di ‘Luck in the Shadows’ avesse raccontato a lui e a Seregil quali sarebbero stati i loro buoni rapporti futuri, sarebbero entrambi soffocati dal ridere. In quanto alla trama, mi è piaciuta molto, con quel suo tocco cupo e spettrale. La descrizione del ‘piano parallelo’, così incolore e morta, in grado di prosciugare la forza vitale di chi ci capita dentro è davvero ben riuscita e angosciante, ma la Flewelling è sempre stata maestra nelle descrizioni, come anche nel creare popoli, tradizioni e culture. Chi sono i buoni, chi i cattivi… si sospetta un po’ di tutti, in questo libro, prima che le cose si chiariscano; a differenza di avventure precedenti, qui nemmeno il lettore sa con esattezza chi sia il nemico, o che cosa sia. Bellissimo libro, e non credo di parlare solo per sentimentalismo; mi ha fatto anche venire voglia di rileggere tutta la saga da capo. Luck in the shadows, and in the light! ...more