Un altro magnifico, interessantissimo libro di Chiara Frugoni, un viaggio nel medioevo fra bestiari, antiche mappe, miniature e mosaici. Animali immagUn altro magnifico, interessantissimo libro di Chiara Frugoni, un viaggio nel medioevo fra bestiari, antiche mappe, miniature e mosaici. Animali immaginari o reali (benché le conoscenze a proposito fossero quantomeno fantasiose), ma anche popolazioni mostruose come i blemmi e gli sciapodi, episodi della vita di santi e di re, processi agli animali, e una bella occhiata alla Genesi e alla figura di Adamo… storie di orribili aggressioni da parte di animali selvaggi, e di miracoli. Una lettura ricca, che incuriosisce e affascina, e che potrebbe catturare anche chi non ha particolare passione per il medioevo. Personalmente mi ha lasciato anche la voglia di approfondire l’argomento; di capire, per esempio, come e quando l’unicorno si è trasformato, da bestia feroce e pericolosa (e somigliante più a un asino o a un capretto) a fascinoso cavallo con una criniera da spot Pantene, fino a ridursi a innocuo e pacioccoso animale abbinato agli arcobaleni. E poi le credenze fantasiose, come le linci che vedono attraverso i muri e la cui urina si trasforma in una pietra preziosa, il lyncurius. I cervi, che divorano i serpenti, e questo li guarisce se sono malati. O le simbologie religiose: i cuccioli del leone che nascono morti, e sono resuscitati dopo tre giorni dal padre, che vi alita sopra. Il pellicano, simbolo di Cristo, che si squarcia il petto e resuscita i piccoli col proprio sangue. E i cuccioli d’orso che nascono informi, e a cui la madre dà forma lappandoli, così come la Chiesa e la religione danno forma all’anima dell’uomo. Ma concludo con una curiosità che potrebbe tornarvi utile in caso di incontro inaspettato durante una passeggiata nei boschi. Si credeva che incontrando un lupo, se esso avesse visto per primo l’uomo, questi avrebbe perso la capacità di urlare per chiedere aiuto. Niente paura, però; esisteva un modo per mettere in fuga l’animale: il malcapitato doveva togliersi i vestiti, calpestarli, e intanto prendere due pietre e sbatterle forte l’una contro l’altra. Così il lupo avrebbe perso ogni forza e coraggio e sarebbe scappato. (non mi prendo responsabilità sull’efficacia di questo metodo) ...more
Per questo libro essenzialmente ripeto quanto detto per "Venezia Criminale", anche se alla votazione dovrei aggiungere un "meno meno" per via di certiPer questo libro essenzialmente ripeto quanto detto per "Venezia Criminale", anche se alla votazione dovrei aggiungere un "meno meno" per via di certi refusi, che invece non mi pare di aver notato nell'altro libro. Questa volta tra gli assassini non troviamo solo dei popolani, ma anche dei patrizi, fra abati assassini e conti sadici; gli omicidi compiuti dai nobili erano di competenza del Consiglio dei Dieci, i processi avvenivano in condizione di particolare segretezza, e gli imputati dovevano difendersi da soli, senza poter far uso di avvocati. Precauzioni perché una famiglia influente non facesse pressioni sul giudizio finale... accorgimento che non impediva a imputati molto ricchi di riuscire in alcuni casi pagarsi la libertà benché colpevoli.
Anche durante questa lettura ho atteso il criminale con uno dei cognomi di famiglia... e stavolta c'era! Ma per privacy non rivelerò quale :-D...more
In questo libro l’autore ricostruisce, attingendo alle fonti documentali originali, cruenti omicidi (ma non solo) avvenuti nella Venezia settecentescaIn questo libro l’autore ricostruisce, attingendo alle fonti documentali originali, cruenti omicidi (ma non solo) avvenuti nella Venezia settecentesca; la scoperta del crimine, le indagini, l’arresto del colpevole (quando si riusciva a catturarlo) e la sua condanna. Attraverso gli atti processuali, le trascrizioni delle testimonianze e gli interrogatori ai sospettati, possiamo gettare un’occhiata ai fatti di cronaca nera della Serenissima così com’erano, senza essere romanzati, ma semplicemente raccontati e resi fruibili a un pubblico che non ha la possibilità di scartabellare negli archivi. Una lettura molto interessante, che mi ha portato a desiderare approfondire l’argomento di come funzionava la giustizia a Venezia. Mi avrebbe fatto piacere trovare ancora maggiore approfondimento sulla storia e le funzioni delle varie magistrature, ma capisco che così il libro si sarebbe trasformato in un saggio storico; ho apprezzato invece le mappe e le foto che permettono, se ne avete voglia, di farvi una bella passeggiata per Venezia alla ricerca dei luoghi del crimine: non vedo l’ora di fare una camminata in compagnia fra le calli e poter indicare il tal palazzo raccontando il cruento omicidio ivi avvenuto qualche secolo fa (ma anche “… e in quel pozzo trovarono la metà superiore del corpo, tranne la testa che verrà trovata nel Canale di Santa Chiara. E un po’ più su c’è un altro pozzo dove ritrovarono la parte inferiore del corpo, mentre i visceri li ripescarono nel canale della Giudecca…”)* Se volete restare sul semplice, passando sul ponte della Paglia, potete limitarvi a dar di gomito a chi vi accompagna “lo sapevi che qui esponevano i cadaveri sconosciuti nella speranza che qualcuno li identificasse?”
E per tutto il libro ho aspettato che spuntasse fuori un assassino con uno dei cognomi di famiglia, ma non è successo… non so se essere sollevata o delusa.
Insomma, lettura consigliata a tutti gli amanti di Venezia, del true-crime e della storia.
*in realtà la storia del cadavere smembrato non si trova in questo libro, ma in un altro dello stesso autore, “I serial killer della Serenissima” che ho letto non appena terminato questo ...more
Sapevate che la ricetta della carbonara venne stampata per la prima volta nei primi anni ’50… e negli Stati Uniti? E che in quelle prime versioni era Sapevate che la ricetta della carbonara venne stampata per la prima volta nei primi anni ’50… e negli Stati Uniti? E che in quelle prime versioni era previsto l’uso della pancetta, ma volendo anche del prosciutto, che l’uovo si faceva rapprendere, e si aggiungeva la panna? E che nell’amatriciana si metteva la cipolla? E che i pinoli, nel pesto alla genovese, ci sono arrivati solo qualche decennio fa? E che, in generale, mentre ora la pasta la mangiamo al dente e schifiamo gli stranieri che la stracuociono o la usano come accompagnamento alla carne… lo facevamo anche in Italia, un tempo? A parte queste e altre interessanti nozioni da tirare fuori la prossima volta che qualcuno arriccerà il naso sgridandovi “nooo, non si fa la carbonara con la pancetta”, il libro è interessantissimo, nella sua storia della pasta, delle più famose ricette e dell’evoluzione delle nostre abitudini alimentari. Le ricette mutano, si legano ai cambiamenti della società, delle abitudini, e anche agli eventi storici… la gastronomia è davvero cultura, ed è in continua evoluzione....more
Interessante, divertente, alla portata anche del lettore privo di competenze mediche. L'autore, chirurgo egli stesso, in ventinove capitoli dedicati aInteressante, divertente, alla portata anche del lettore privo di competenze mediche. L'autore, chirurgo egli stesso, in ventinove capitoli dedicati ad altrettante tipologie di intervento, narra la storia della chirurgia, guardando all'epoca in cui era un'arte sanguinosa che più facilmente conduceva alla tomba che alla guarigione. Nell'introduzione si ricorda Ambroise Paré, che nel 1537 solo per caso scoprì che “curare” le ferite da arma da fuoco con olio bollente faceva più male che bene, e da lì si inizia un viaggio fra curiosità storiche e mediche che, oltre a ampliare la vostra cultura generale, costituiranno anche ottimi aneddoti da raccontare ad amici e parenti, nonché originalissimi modi per iniziare una conversazione con le nuove conoscenze (poi forse vi giudicheranno tipi strambi, ma di certo resterete impressi). C'è Jan de Doot, il fabbro olandese del 1600 si operò da solo per eliminare un calcolo alla vescica, c'è la fistola anale del Re Sole (che in qualche modo è legata alla morte del compositore di corte Lully), l'appendicite di Houdini, l'autopsia di Kennedy, i vari tipi di castrazione e l'effetto placebo... ci sono spiegazioni sul come e perché certi tipi di malattie si sono diffuse in determinate zone geografiche ed epoche storiche, nonché le problematiche che il nostro camminare eretti ci ha causato, dai problemi alle articolazioni alle vene varicose. Ci viene raccontata l'origine dell'endoscopia, della laparoscopia, dell'anestesia e delle protesi: era il 1893 quando il chirurgo francese Péan sostituì l'articolazione tubercolotica della spalla di un paziente con una protesi meccanica in platino e gomma indurita trattata in maniera particolare. E c'è molto altro... abbastanza da affascinarvi e da farvi ringraziare tre volte al giorno di vivere in un'epoca di anestesia, ambienti asettici e interventi miracolosi....more