Orsodimondo [in pausa]'s Reviews > Le schegge

Le schegge by Bret Easton Ellis
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bookshelves: americana, auto-fiction

AMERICAN PSYCHO



Mi chiesi se ci fosse un collegamento tra il richiamo del libro e il fatto che non fossi più interessato a scrivere per Hollywood.

Eppure, caro Brett, anche se non hai più voglia di scrivere per Hollywood, questa tua ultima fatica, il libro che ho appena finito di leggere, The Shards – Le schegge, cos’è se non un grande omaggio a Hollywood? A quei film, tipo il recente magnifico Babylon di Damien Chazelle. A quel cinema che sa trasformare in epica la storia anche più ordinaria. Che ha tendenza all’autocelebrazione. Che intrattiene e al contempo spinge a riflettere. Che è curato in ogni dettaglio (visivo - e infatti, le debolezze più manifeste sono caso mai sulla scrittura, cinema indie a parte, ma quello è un altro discorso). Che è mastodontico, non più confinabile nel limite dei cento minuti (ma nulla mi toglie l’idea che dipenda soprattutto dal trionfo del video e dalla progressiva sparizione della pellicola).
E poi, caro Brett, negli anni che racconti, quelli del Betamax, anch’io ero dalle tue parti, solo un po’ più a nord. Studiavamo cose diverse, ma entrambi a un college/università. Anni indimenticabili della mia vita. E anche della tua sembrerebbe a leggerti qui.



Ma non ce ne fregava niente: eravamo fatti e giovani ed era una tiepida sera di primavera e stavamo entrando nel mondo degli adulti.
Mondo nel quale da quella parti si entra a sedici anni, l’età della patente. E quindi, prima che adulti, ciò che conta è diventare autonomi, avere una macchina, quattro ruote e le chiavi di casa, andare dove si vuole, e tornare all’ora che si vuole.
Poi, certo, le cose possono migliorare se si è ricevuto in dono un portapillole di Gucci – oggettini che ricordo bene – da riempire di pillole, pilloline, polverina, magia, e sogni.



Caro Bret, hai scoperchiato il mio vaso dei ricordi. Forse perché ripeti spesso, ricordo, io ricordo.
Ma io credo dipenda soprattutto dal fatto che sei bravo, che sei uno scrittore che sa confondermi, facendomi credere che quello che scrivi sia tutto vero. Che la Los Angeles flagellata dal serial killer faccia venire alla mente i romanzi di Ellroy. Mentre è facile – o almeno dovrebbe esserlo – supporre che il gioco di incastri è raffinato, sai mischiare ad arte vero e falso, verità e finzione. E che il Pescatore a Strascico, e Matt e Thom e Debbie e Susan siano tutte invenzioni del tuo talento narrativo.



E certo ci voleva la tua abilità per farmi interessare e amare una banda di adolescenti ricchi e viziati e privilegiati, rigorosamente bianchi, iscritti a un club sulla spiaggia che tra i suoi soci non accetta né ebrei né neri, perennemente fatti o strafatti di sostanze varie (erba, coca, Valium, Quaalude – quarant’anni dopo, Tavor e Xanax) e/o alcol (vodka e tequila – quarant’anni dopo, gin), sempre firmati dalla testa ai piedi (anche se poi nella scelta dello shampoo e del bagno schiuma vanno molto sul banale), automuniti di Corvette, Mercedes, Porsche, Jaguar, con serbatoio illimitato. Farmi palpitare per questi Susan e Debbie e Bret e Ryan e Matt e Thom e Robert che del mondo conoscono MTV sitcom e soap opera più qualche film, che aprono un quotidiano solo per vedere l’inizio degli spettacoli e i concerti in programma.
Insomma, caro Bret, se le tue settecento pagine abbondanti le ho lette in poco più di quattro giorni, un motivo ci sarà; se il tuo libro non riuscivo a chiuderlo e metterlo giù, un motivo ci sarà; se ti ho divorato, e quando diventi violento e sadico e horror mi hai messo perfino strizza, un motivo c’è.



era festoso, era divertente, era ‘gay’

Eravate dèi, vero Bret? Belli, splendenti, folgoranti. Ma, innocenti mai, quello proprio no.
O devo pensare che anche adesso ti piace esagerare e tutto lo splendore che racconti, di Robert e Thom e Ryan, è il tuo gusto di aggiungere e colorare e rendere più interessante? E anche se son passati quarant’anni, anche col senno di poi, rimani lo stesso Bret del 1981, diciassettenne, quello che esagerava, come i tuoi amici sapevano bene.



quell’estetica “insensibilità come sentimento” che mi attirava tanto e che stavo cercando di perfezionare in “Meno di zero”… l’insensibilità come sentimento, l’insensibilità come movente, l’insensibilità come ragione d’esistere, l’insensibilità come estasi.

Parli del Pontormo, del suo splendido quadro sulla Deposizione, con quei colori pazzeschi: che tu sembri voler trasferire ai vestiti indossati dai tuoi personaggi, e come ti sai prendere i tuoi tempi, come sai dilatare le pagine, lasciare il lettore nell’attesa, e colorare le atmosfere, renderle, come sai arricchire di dettagli, il mestiere consolidato che dimostri e sfoggi, la scelta di un mega romanzo da oltre settecento pagine… questo e altro fanno pensare che anche per te, questa volta, come per il Pontormo a suo tempo, si possa parlare di manierismo (adoro quel periodo pittorico, sono i miei eroi, ho rivoltato Firenze a caccia di tutti quei dipinti, chiedendo permessi e facendomi aprire porte normalmente chiuse).



Non sapevo esattamente come descrivere “Meno di zero”. E non volevo farlo: era su di ‘me’ ma non c’era una storia, c’erano ‘scene’ ma non aveva una vera trama, c’era solo un tono sordo, divagante, che cercavo di perfezionare… a me non importava cosa ‘facessero’ i personaggi. Esistevano, e volevo solo trasmettere uno stato d’animo, immergere il lettore in un’atmosfera particolare creata da dettagli attentamente selezionati.

E se a questo giro ti tratto bene e con affetto e perché tu per primo mi hai trattato bene, e con affetto, regalandomi questo corposo divertente libro che ti vede tornato ai tuoi tempi migliori. Al punto che ti esibisci in un micro mea-culpa che molto ti fa perdonare:
Quel personaggio tipo principe delle tenebre che i miei lettori da sempre pensavano incarnassi stava infine svanendo, per essere sostituito da qualcuno di più solare – l’uomo che aveva scritto “American Psycho”, scoprivano certi con stupore, era in realtà un affabile disastro, forse addirittura simpatico, lontanissimo da quel nichilista superficiale che tanti mi avevano cucito addosso e con cui probabilmente avevo gigioneggiato. Ma non si era mai trattato di una posa studiata.

E poi non devo, né posso, dimenticare che come me sei un grande fan di Joan, questa passione la condividiamo.
E poi, mi sa che questa volta hai superato te stesso. E adesso non ho più scuse, uno o due dei tuoi storici, devo andare a recuperarlo.



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Reading Progress

Started Reading
January 17, 2024 – Shelved
January 17, 2024 – Shelved as: americana
January 17, 2024 – Shelved as: auto-fiction
January 17, 2024 – Finished Reading

Comments Showing 1-14 of 14 (14 new)

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Come Musica Bello, bello!!!
Devo assolutamente recuperare la lettura di Amenican Psycho


message 2: by Ubik (last edited Jan 18, 2024 09:02AM) (new) - rated it 4 stars

Ubik 2.0 Una conferma.
Ho letto praticamente tutto Ellis, nel bene e nel male senza mezze misure..., e questo The Shards è già nel mio "programma 2024".
Ora, a maggior ragione.

Una perplessità
(che peraltro non riguarda B.E.E.): Babylon invece l'ho escluso dal "programma 2023".
Ora mi hai messo dei dubbi.
:-)


piperitapitta Io per affrontarlo mi sono riletta Meno di zero, ma leggo con calma, non sono ancora caduta nel vortice “non riesco a staccarmi”. Questo ritorno all’origine mi incuriosisce, però, tornare a narrare le stesse cose dell’esordio con quasi quarant’anni di più: che poi anche Meno di zero era molto crudo, e non lo ricordavo.


Orsodimondo [in pausa] Come wrote: "Bello, bello!!!
Devo assolutamente recuperare la lettura di Amenican Psycho"


E io voglio recuperare Glamorama e Lunar Park.


Orsodimondo [in pausa] Ubik wrote: "Una conferma.
Ho letto praticamente tutto Ellis, nel bene e nel male senza mezze misure..., e questo The Shards è già nel mio "programma 2024".
Ora, a maggior ragione.

Una perplessità
(che peralt..."


A me è piaciuto parecchio, un film più che notevole. Ma lo si può altrettanto trovare esagerato, troppo lungo eccetera. Tieni presente che sono un fan sia del regista che due attori protagonisti.


Orsodimondo [in pausa] piperitapitta wrote: "Io per affrontarlo mi sono riletta Meno di zero, ma leggo con calma, non sono ancora caduta nel vortice “non riesco a staccarmi”. Questo ritorno all’origine mi incuriosisce, però, tornare a narrare..."

È un libro, Schegge, davvero affascinante, sia come idea che come realizzazione. Si potrebbe dire che contiene tutti i pregi e difetti che conosciamo di Ellis, ma qui anche i vizi diventano virtù. Io ne sono entusiasta. Infatti, il massimo dei voti.


piperitapitta Orsodimondo wrote: "piperitapitta wrote: "Io per affrontarlo mi sono riletta Meno di zero, ma leggo con calma, non sono ancora caduta nel vortice “non riesco a staccarmi”. Questo ritorno all’origine mi incuriosisce, p..."

Eh sì, vedo, infatti sono curiosa di andare avanti: considera che ne ho letto un 15%. Più che altro mi interessa vedere in cosa il suo sguardo è differente da quello dell'epoca, visto che io non ho più letto altro.
Dopo il tuo commento a Bianco non pensavo ne avresti letto altro, e invece...


Orsodimondo [in pausa] piperitapitta wrote: "Orsodimondo wrote: "piperitapitta wrote: "Io per affrontarlo mi sono riletta Meno di zero, ma leggo con calma, non sono ancora caduta nel vortice “non riesco a staccarmi”. Questo ritorno all’origin..."

Credo che il saggio insegni che ricredersi è cosa buona e giusta (e consigliata).


Ubik 2.0 "Glamorama" e "Lunar Park" li ho letti una ventina di anni fa e, soprattutto il secondo, stanno fra i miei "Ellis" preferiti (sotto American Psycho, ovviamente).
Non so come risultino letti oggi, perché i romanzi di Ellis sono sempre fortemente radicati nel periodo.
"Bianco" credo sia l'unico che ho deliberatamente evitato.

Quanto a "Babylon" lo riprenderò in considerazione...


piperitapitta Orsodimondo wrote: "piperitapitta wrote: "Orsodimondo wrote: "piperitapitta wrote: "Io per affrontarlo mi sono riletta Meno di zero, ma leggo con calma, non sono ancora caduta nel vortice “non riesco a staccarmi”. Que..."

Sì, sono d'accordo.


Hanneke Orso, how strange that we feel so different about this novel. But, then again, I see how you would love it because you were in California at the time that the novel takes place. Mike, GR friend, loved it too. Well, what can I say, I just hated the continuous Gucci clad spoilt kids, but I guess that was just my personal dislike of these people.


Orsodimondo [in pausa] Hanneke wrote: "Orso, how strange that we feel so different about this novel. But, then again, I see how you would love it because you were in California at the time that the novel takes place. Mike, GR friend, lo..."

It is hard to fall in love with these characters: they are all rich and spoiled, white and privileged, toxic and indifferent. But BEE at least managed to make me care about them, to want to know what was going to happen to them. Besides the magnificent literary game of autofiction.


Hanneke Orso, I might come back to The Shards as I am indeed curious what happened, but not right now. I did admire his ‘American Psycho’ very much, such a special novel, but I was sort of indifferent about other of his novels that I read. Have a good weekend!


Orsodimondo [in pausa] Hanneke wrote: "Orso, I might come back to The Shards as I am indeed curious what happened, but not right now. I did admire his ‘American Psycho’ very much, such a special novel, but I was sort of indifferent abou..."

You too! 🤗🤩


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