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La scrittrice del mistero
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Dovete leggere i libri della Basso, DOVETE! È un dovere morale nei vostri confronti, dovete per forza regalarvi questa esperienza perché è raro trovare qualcosa di paragonabile anche solo lontanamente.
Ma qui mi sento anche di dire che vanno letti in ordine di uscita e non così a caso. Perché se ci si butta solo su questo non si possono capire bene le implicazioni pregresse, né la natura dei personaggi, come purtroppo è capitato guardando in giro. E poi davvero si può partire dal quarto libro di una serie? Ma soprattutto siamo matti a rinunciare ai tre capolavori prima?
Basta tergiversare, vi parlo di questo ora. Vani, la nostra ghostwriter preferita (non diteglielo perché potrebbe offendersi), stavolta deve occuparsi di thriller, ma di quelli prevedibile e stereotipati che lei disprezza, per una nuova serie che deve salvare la poltrona a Enrico, il suo capo. Quindi nel libro c'è tutta la parte relativa alla costruzione di un thriller, con riferimenti vari tipici suoi, sempre apprezzati, e l'apporto purista di Berganza.
Ora parliamo proprio del suo Romeo. Sì perché la relazione tra Vani e il commissario si è evoluta in qualcosa di unico, prezioso. Visti i soggetti non si accenna a nessuna farfalla nello stomaco, ma i crampi sono assicurati. E cosa c'è di male? Anzi, perché no? Perché non godersi il momento senza spaventarsi del futuro? Vani ragiona un po' come me sul cominciare i libri tanto attesi: la paura che poi tutto finisca la blocca, la spaventa, ma non per questo ci si deve trattenere, anzi bisogna godersi ogni momento. E in questo libro sono presenti diversi momenti che mi hanno fatto stare bene, e dire: "Oh, finalmente!".
Gli innamorati hanno bisogno di privacy per molte più ragioni di quanto si creda. Il sesso non è la più sconcia delle cose che non vanno fatte in pubblico. Ci sono gli sguardi e i sorrisi, le parole in codice, i giochi, le carezze a tempo perso: tutta roba che, a vederla da fuori, ottiene l’unico e immancabile risultato di farti sembrare un cretino.
Altra cosa importante è l'accettazione degli affetti. Vani si rende conto di tenere a qualcuno, con tutte le conseguenze che ne derivano. Ho amato molto in particolare il recupero del rapporto con Lara, sua sorella. Un venirsi incontro reciproco che migliora la vita di tutti.
Ma ho adorato pure la famiglia che si è scelta e la scena finale del concerto mi ha quasi commossa (non diteglielo però!).
... continua sul blog
Dovete leggere i libri della Basso, DOVETE! È un dovere morale nei vostri confronti, dovete per forza regalarvi questa esperienza perché è raro trovare qualcosa di paragonabile anche solo lontanamente.
Ma qui mi sento anche di dire che vanno letti in ordine di uscita e non così a caso. Perché se ci si butta solo su questo non si possono capire bene le implicazioni pregresse, né la natura dei personaggi, come purtroppo è capitato guardando in giro. E poi davvero si può partire dal quarto libro di una serie? Ma soprattutto siamo matti a rinunciare ai tre capolavori prima?
Basta tergiversare, vi parlo di questo ora. Vani, la nostra ghostwriter preferita (non diteglielo perché potrebbe offendersi), stavolta deve occuparsi di thriller, ma di quelli prevedibile e stereotipati che lei disprezza, per una nuova serie che deve salvare la poltrona a Enrico, il suo capo. Quindi nel libro c'è tutta la parte relativa alla costruzione di un thriller, con riferimenti vari tipici suoi, sempre apprezzati, e l'apporto purista di Berganza.
Ora parliamo proprio del suo Romeo. Sì perché la relazione tra Vani e il commissario si è evoluta in qualcosa di unico, prezioso. Visti i soggetti non si accenna a nessuna farfalla nello stomaco, ma i crampi sono assicurati. E cosa c'è di male? Anzi, perché no? Perché non godersi il momento senza spaventarsi del futuro? Vani ragiona un po' come me sul cominciare i libri tanto attesi: la paura che poi tutto finisca la blocca, la spaventa, ma non per questo ci si deve trattenere, anzi bisogna godersi ogni momento. E in questo libro sono presenti diversi momenti che mi hanno fatto stare bene, e dire: "Oh, finalmente!".
Gli innamorati hanno bisogno di privacy per molte più ragioni di quanto si creda. Il sesso non è la più sconcia delle cose che non vanno fatte in pubblico. Ci sono gli sguardi e i sorrisi, le parole in codice, i giochi, le carezze a tempo perso: tutta roba che, a vederla da fuori, ottiene l’unico e immancabile risultato di farti sembrare un cretino.
Altra cosa importante è l'accettazione degli affetti. Vani si rende conto di tenere a qualcuno, con tutte le conseguenze che ne derivano. Ho amato molto in particolare il recupero del rapporto con Lara, sua sorella. Un venirsi incontro reciproco che migliora la vita di tutti.
Ma ho adorato pure la famiglia che si è scelta e la scena finale del concerto mi ha quasi commossa (non diteglielo però!).
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La scrittrice del mistero.
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Reading Progress
May 5, 2018
–
Started Reading
May 7, 2018
– Shelved
May 7, 2018
–
Finished Reading