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domenica 5 aprile 2015

Chi trova Lupin trova un tesoro (1995)

Piano piano, seguendo i bradiposi ritmi bolleschi, continua la disamina sui film dedicati a Lupin III! Oggi parliamo dello special TV Chi trova Lupin trova un tesoro (ルパン三世 ハリマオの財宝を追え!! - Rupan Sansei - Harimao no zaihou o oe!!), diretto nel 1995 dal regista Osamu Dezaki.


Trama: Lupin è alla ricerca del tesoro di Harimao. A mettergli i bastoni tra le ruote saranno Russell, anziano agente segreto con affascinante nipote archeologa al seguito, e un'organizzazione neonazista...



Sta diventando sempre più difficile parlare di questi Special TV, tutti molto simili per quel che riguarda la trama e la realizzazione. Chi trova Lupin trova un tesoro è l'ultimo diretto da Osamu Dezaki e, per quanto riguarda regia, animazioni e character design, è praticamente identico agli altri special dello stesso regista. Cambia leggermente il tono generale della pellicola, in quanto lo special del 1995 è particolarmente ironico e weird e, miracolo!, è molto più coerente dei suoi "fratelli" per quel che riguarda la trama e i personaggi secondari. Per una volta, infatti, Lupin e soci non girano per il mondo a casaccio, spinti da sceneggiatori che non sapevano più come fare per allungare la broda, ma seguono le tracce di tre statuette che, unite assieme, porteranno ad un immenso tesoro. Russell e la bionda nipote Diana sono due personaggi nuovi che hanno una personalità e un compito ben definiti: il primo, dichiarato omaggio ai film di James Bond, è l'unico depositario del segreto del tesoro di Harimao e diventa quindi indispensabile al suo ritrovamento, inoltre riesce a tenere testa a Lupin e soci con una buona dose di carisma, mentre Diana non è stata messa lì solo come temporaneo interesse amoroso del ladro gentiluomo (che si becca comunque la sua bella dose di schiaffi) ma è una bella signorina dalla spiccata personalità in grado di competere con lui in quanto a conoscenze e abilità ladresche. La trama fila liscia e senza troppe incoerenze dall'inizio alla fine e tra un furto e l'altro si ride parecchio grazie ad un paio di caratterizzazioni azzeccate anche se poco ortodosse, in primis quella di Goemon. In Chi trova Lupin trova un tesoro il povero samurai viene infatti "retrocesso" al rango di "impiegato part-time" e spesso e volentieri Jigen e Fujiko parlano di uno stipendio da elargirgli, con ovvio imbarazzo di un Goemon a cui, apparentemente, la ricerca dell'illuminazione ha svuotato le tasche.


Molto simpatico anche l'umorismo slapstick che caratterizza il rapporto tra Lupin e Jigen, qui più amiconi che in altri film (in una sequenza il litigio tra i due riprende un episodio della prima serie, in cui si scopre quanto Lupin odi i polpi), mentre il bistrattato Zenigata fa sempre la figura del cioccolataio ed è costretto a sottomettersi ad una ricorrente gag che ha per tema il ramen precotto. A tal proposito, prima di parlare dell'abbondanza di elementi weird, è bene sottolineare come l'adattamento italiano sia particolarmente penoso ahimé, con l'ispettore che dichiara "com'è bello mangiare la zuppa di spaghetti e bere il brodo" (e suvvia, un po' di precisione!!) e il riferimento diretto ai manga di Monkey Punch letti da Lupin sul furgone trasformato in un "- Cosa leggi? - Sono fatti miei". RaBBRRRividiamo. Meglio passare al weird: Chi trova Lupin trova un tesoro è il trionfo dell'ambiguità! La nemesi del ladro gentiluomo è infatti una sorta di nuovo fuhrer chiamato Herr Maffordite, un travestito che elargisce ai suoi sottoposti consigli sul rossetto da portare, picchia come un fabbro ferraio, morde le lingue dei soldati disobbedienti e strilla come una checca pazza davanti alle avances di Fujiko... ma mica ci fermiamo qui. Il rapporto tra Russell e il ribelle Harimao (quest'ultimo descritto dal vecchio come affascinante, bello e quant'altro), accompagnato da flashback ed immagini simboliche che travalicano i limiti del bromance, da molto da pensare nonostante l'ex agente segreto non sembra essere immune al fascino femminile, almeno a parole. Un inno alla filantropia e al 'ndo cojo cojo? Possibile. Sicuramente gli sceneggiatori erano in astinenza sessuale visto che nel corso del film spuntano camionate di cassette porno e persino una statua di Buddha con un inusuale mignolo alzato, ad indicare che la divinità ha una donna per le mani (ed ecco spiegato perché Goemon s'infuria vedendolo messo così)! Sia come sia, interpretazioni psicosessuali a parte Chi trova Lupin trova un tesoro è uno dei miei TV special preferiti e uno dei più piacevoli da riguardare, ancora oggi.


Del regista Osamu Dezaki ho già parlato QUI.

Il film è conosciuto in Italia anche con i titoli Il tesoro di Harimao e Lupin III - All'inseguimento del tesoro di Harimao (più fedele all'originale giapponese). Se Chi trova Lupin trova un tesoro vi fosse piaciuto, spulciate i post dedicati ai film di Lupin e divertitevi! ENJOY


martedì 10 febbraio 2015

Crossposting: Lupin III vs Detective Conan - Il film (2013)

In occasione dell’uscita italiana, oggi e domani, di Lupin III vs Detective Conan: Il film (ルパン三世VS名探偵コナン THE MOVIE - Rupan Sansei VS Meitantei Conan: The Movie), diretto nel 2013 dal regista Hajime Kamegaki, io e Acalia Fenders del blog Prevalentemente Anime e Manga ci siamo riunite per un crosspost particolare… dove io starò ovviamente dalla parte di Lupin e dei suoi!!
QUI trovate il post di Acalia!!



Trama: le vite di Lupin e del Detective Conan tornano ad incrociarsi quando il ladro gentiluomo ruba una preziosa gemma detta Cherry Sapphire per conto del misterioso Alan Smithee, in combutta con l’agente del famoso e giovanissimo cantante lirico Emilio Baretti. Il ragazzo, di cui Ran e Sonoko sono fan, è stato minacciato di morte e Conan si ritrova ad indagare, solo per scoprire che la guardia del corpo del cantante… è Jigen! Riuscirà il piccolo rompiscatole a capire il comun denominatore di tutti questi misteri?


Levati. Dalle. Balle. Moccioso. 
Santiddio quanto detesto quel piccolo saputello PDF (Precisino Della Fungia per chi non è Antrista) che risponde al nome di Conan Edogawa. Se potessi credo che lo metterei nelle mani di Freddy Krueger sperando che gli tolga quel sorrisetto compiaciuto dalla faccina e anche qualche arto, già che c’è. Sicuramente è lo stesso pensiero che si agita nella mente di Jigen, Lupin e soci per tutta la durata di Lupin III vs Detective Conan: Il film anche se degli sceneggiatori poco illuminati cercheranno di convincervi del contrario instillando nel mio adorato gruppo di ladri il dubbio di avere un vago senso di paternità (o maternità, nel caso di Fujiko. Anche se la pettoruta signorina ha sicuramente ben altre mire per la testa, confermandosi così uno dei pochi personaggi impossibili da snaturare) e anche di essere una manica di dementi. Nel film in questione, infatti, non troverete traccia dell’astuzia o delle abilità che rendono Lupin e soci praticamente invincibili fin dagli anni ’70, bensì solo tre babbei in grado di farsi mettere nel sacco dall’infallibile Conan e persino dal terzetto di giovani detective in erba che ammorba sistematicamente l’anime. Neanche a dirlo, ogni “crimine” di Lupin o uso improprio delle armi da parte di Jigen viene re-direzionato inoltre verso uno scopo più o meno altruistico (“Cosa faccio con la pistola? L’eroe” dice il povero Jigen tramutatosi in tempo zero da pistolero a pistola) così che i poveri pargoli nipponici non abbiano a rimanerne scioccati e poco importa se nella prima serie di Detective Conan si assistevano a delle morti degne di un horror, mi par di capire che col passare del tempo anche questo anime si sia rammollito non poco; certo, non mancano in questo crossover temi “adulti” come il suicidio, la mafia e persino un tentativo lupinesco di accoppiarsi con Fujiko sul sedile posteriore di una macchina ma sono tutti cliché virati in bambinata, che risultano persino fastidiosi per un target adulto.

Sì, pronto? Erode? Amico mio...!
Oltre a questa sistematica scelta di snaturare Lupin, operazione che, a onor del vero, era già cominciata trent’anni fa con le ultime battute della seconda serie ma che ora sta diventando sempre più ridicola (anche perché per ogni passo avanti che mi fa Takeshi Koike arrivano prodotti come questo che ne fanno fare mille indietro), il problema di Lupin III vs Detective Conan: Il film è l’incapacità di amalgamare al meglio due universi che potenzialmente, soprattutto per i temi trattati, potrebbero anche andare d’accordo ma che, in definitiva, hanno poco da spartire, cosa che ha costretto gli sceneggiatori a fare i salti mortali per dare ai personaggi un background comune (che Fujiko e Haibara siano vecchie conoscenze ci può anche stare ma che Lupin sia stato il primo amore della poliziotta Sato è qualcosa che travalica ogni buonsenso) oppure a mettere in mezzo il film TV Lupin III vs Detective Conan. A proposito di questo primo incontro tra i due universi, non pensate di poter andare a vedere Lupin III vs Detective Conan: Il film senza averlo prima recuperato perché la pellicola è talmente zeppa di rimandi al film TV, soprattutto verso il finale, che rischiereste di capire ben poco di quello che sta succedendo sullo schermo (sono rimasta spiazzata persino io che l’avevo guardato qualche anno fa): se vi chiedete per esempio perché mai durante la presentazione dei personaggi sia Jigen a tenere in mano un cartello con su scritto "Non chiamarmi papà" e non Zenigata (spesso chiamato "paparino" da Lupin), sappiate che il motivo è interamente da ricercarsi nel finto legame nato tra Conan e il pistolero nel primo Lupin III vs Detective Conan. Pollice verso anche per il character design, che affianca personaggi disegnati con lo stile del mangaka Gosho Aoyama ad altri realizzati seguendo lo "stampo" degli ultimi TV Special di Lupin III, probabilmente considerato dagli animatori come privo di qualsivoglia tratto caratteristico e quindi adatto ad essere utilizzato per il crossover mentre in realtà l'effetto che provoca l'insieme è abbastanza straniante e poco bello a vedersi.


Ora penserete che Lupin III vs Detective Conan: Il film sia tutta fuffa ma, a onor del vero, un paio di momenti effettivamente simpatici in grado di strappare una risata anche ad una purista come me ci sono (per esempio i battibecchi tra Jigen e Conan o il momento “pausa the” che vede coinvolti Goemon e i tre mostriciattoli), le animazioni sono realizzate molto bene, soprattutto per quel che riguarda gli inseguimenti in macchina, su skateboard o in aereo, la già citata introduzione dei personaggi di Monkey Punch richiama molto quella del primo pilot della serie (però lo Zenigata che si vede in questa sequenza è stato preso paro paro da Una donna chiamata Fujiko Mine e cambia completamente aspetto nel corso della pellicola), la citazione de Il silenzio degli innocenti all'arrivo dell'FBI è talmente trash da risultare commovente e la scena post credit, che promette la realizzazione nel 2020 di un Lupin III vs Kaito Kid è geniale. Poche cosette purtroppo e da fan di Lupin mi tocca dire che l'operazione è stata un mezzo diludendo. In definitiva, ho però un unico, vero rammarico. La mala distribución italiana mi ha costretta a guardare il film in lingua originale e se, da un lato, ciò mi ha consentito di evitare il fastidioso doppiaggio di Davide Garbolino (se è ancora lui a doppiare Detective Conan, visto che non lo seguo più da anni) e apprezzare il vero contrasto tra la vocina di Conan quando si finge bambino e quella più profonda di Shinichi Kudo o del Conan "serio", dall'altro vorrei capire come sono stati resi in italiano i mille giochi di parole che infarciscono Lupin III vs Detective Conan: Il film, soprattutto quello iniziale che indica le fave come i legumi preferiti di Lupin in quanto "acidi" (sansei in giapponese, come Rupan Sansei) mentre gli altri sono alcalini: se qualcuno mi illuminasse in merito gliene sarei molto grata... sicuramente più di quanto sarà stato grato a Google Translate chi si è dovuto occupare di redigere il messaggio in italiano ricevuto da Emilio, un bellissimo biglietto anonimo con su scritto "Annulla IL spettacolo live altrimenti Emilio rischia la vita". Porca miseria, peccato! c'eravate quasi! Così imparate a prendervi così gioco di Lupin III, maledetti!

Hajime Kamegaki è il regista della pellicola. Giapponese, ha diretto film come Lupin III - La lacrima della dea, Lupin III vs Detective Conan, Lupin III - Another Page ed episodi delle serie Lupin l'incorreggibile Lupin e Una porta socchiusa ai confini del sole. Anche animatore, ha 57 anni.


Se Lupin III vs Detective Conan: Il film vi fosse piaciuto recuperate innanzitutto lo special TV Lupin III vs Detective Conan (purtroppo, se non sbaglio, inedito in Italia) e tutti i film di Lupin III di cui ho parlato QUI. ENJOY!

mercoledì 4 febbraio 2015

Lupin e il tesoro del Titanic (1994)

Dopo quel capolavoro di Jigen Daisuke no Bohyou ero quasi tentata di interrompere l'epica impresa di recensire (coi miei tempi, ovvio) i film di Lupin III ma siccome sono puntigliosa e testarda con l'anno nuovo si ricomincia! Oggi parliamo dello special TV Lupin e il tesoro del Titanic (ルパン三世 燃えよ斬鉄剣 -  Rupan Sansei - Moeyo Zantetsu ken), diretto nel 1994 dal regista Masaharu Okuwaki.


Trama: Goemon viene attaccato da un gruppo di ninja che tentano di rubargli la spada. Il tentativo di furto trascinerà il samurai e i suoi compari in una storia che vede coinvolti il Titanic, un'antica pergamena e una lega metallica invincibile...



Come si evince dal nuovo titolo italiano, Spada Zantetsu, infuocati!, lo special TV di cui parleremo oggi è quasi interamente incentrato sulla figura di Goemon. Se sperate di capire qualcosa di più relativamente alla sua mitica spada, però, resterete delusi perché il vero fulcro della pellicola è una pergamena nascosta in guisa di kitschissima statuetta dragonica, contenente un segreto custodito dal clan di Goemon. La questione del clan, così come mille altre "piccolezze" legate alla cultura giapponese tradizionale, non viene proprio chiarita alla perfezione, vuoi per una sceneggiatura frettolosa vuoi per un adattamento italiano abbastanza tremebondo (lo spettacolo kabuki a cui assiste Goemon è lasciato completamente in giapponese, senza neppure un sottotitolo, così il personaggio si commuove ma il 99% degli spettatori italiani, me compresa, non riuscirà mai a capire di preciso perché); allo stesso modo, si rimane un po' perplessi davanti alle azioni scellerate di un determinato personaggio, che fa tutto in nome di un fantomatico "desiderio di diventare il padrone del mondo" per poi asservirsi senza problemi al boss di turno e fare una fine quantomeno ingloriosa. L'apice degli infiniti WTF di cui è infarcito Lupin e il tesoro del Titanic è però il momento in cui Lupin e Jigen, stanziati a Tokyo, decidono di volare fino a Parigi solo per usare il computer (che riesce a riprodurre una perfetta immagine della persona che li spiava da una macchina, senza che i personaggi gli abbiano fatto delle foto) e ripartire immediatamente per Hong Kong con uno scalcinato aeroplano trovato nel rifugio parigino: andare direttamente ad Hong Kong faceva così schifo? Mah.


Il resto è "tipico Lupin anni '90", con i protagonisti poco ladri ma molto eroi, tanto da arrivare persino a salvare gli USA, perennemente inseguiti da un Zenigata ridotto a sfigatissima spalla comica; manca in questo caso la damsel in distress visto che Kikyo è in grado di difendersi benissimo da sola ma sono confermate le figure di un villain principale, il porcino Chin Chin Chu, accompagnato da un cattivissimo e quasi invincibile tirapiedi, di cui purtroppo non rammento il nome. Lupin e il tesoro del Titanic si distingue inoltre per un'impronta ancora più bambinesca rispetto ai film che lo hanno preceduto, con i personaggi principali che si rendono ridicoli quasi quanto Zenigata decidendo di indossare improbabili mise da Dracula o Lupo De' Lupis oppure fuggire a bordo di una papera di gomma (don't ask. Please), roba da fare accapponare la pelle persino ai fan più sfegatati, come la sottoscritta. Fortunatamente l'animazione e il character design non sono male e lo Special TV risulta così un po' più ben fatto rispetto ad altri; nonostante un paio di sequenze vengano palesemente riciclate più volte, soprattutto nel corso del duello aereo, resta il fatto che i combattimenti tra Goemon e i ninja sono fluidi, rapidi e per nulla confusi, probabilmente i momenti migliori dell'intero film. D'altronde, da bambini ci si scioglieva deliziati davanti alla capacità del samurai di tagliare palazzi, aerei, carri armati e quant'altro con un solo colpo di spada e fortunatamente questo trionfo di sboroneria giapponese non è venuto meno neppure dopo tutti questi anni!

Masaharu Okuwaki è il regista della pellicola. Giapponese, ha diretto film come City Hunter - Special 6: Arrestate Ryo Saeba! ed episodi delle serie Occhi di gatto Lupin III.  Ha 56 anni e di lui non si trovano foto, evviva!

Lupin e il tesoro del Titanic (anche conosciuto in Italia col titolo Il mistero del dragone o Lupin III - Spada Zantetsu, infuocati!) è l'ultimo film dove Yasuo Hamada, storico doppiatore di Lupin venuto a mancare nel 1995, presta la voce al ladro gentiluomo. Detto questo, se il film vi fosse piaciuto recuperate tutte le altre pellicole dedicate a Lupin, di cui ho ampiamente parlato QUI. ENJOY!



venerdì 19 dicembre 2014

Lupin the IIIrd: Jigen Daisuke no bohyou (2014)

Oggi avrei dovuto parlare di Lupin III: Spada Zantetsu, infuocati! ma siccome mi è capitato tra le mani un film bramato da tempo, Lupin the IIIrd: Jigen Daisuke no bohyou (LUPIN THE ⅢRD 次元大介の墓標 letteralmente La lapide di Jigen Daisuke), diretto dal regista Takeshi Koike, non ho potuto fare altro che dargli la precedenza!


Trama: Lupin e Jigen cercano di rubare la "Piccola Cometa" ma il colpo va male e, peggio ancora, i due si ritrovano alle calcagna l'infallibile killer Jael Okuzaki, un assassino che prepara la lapide ai suoi bersagli ancora prima di ucciderli...



C'è stato un tempo in cui ogni iniziativa legata a Lupin & co. mi faceva fare i salti di gioia, un tempo in cui una notizia simile  mi avrebbe portata a ringraziare la Madonna dell'Incoronéta e non a bestemmiare come uno scaricatore di porto. Purtroppo, quel tempo è finito e la colpa è interamente di Takeshi Koike e della meravigliosa quarta serie dedicata al Ladro Gentiluomo, Fujiko Mine to iu onna (in Italia, Una donna chiamata Fujiko Mine); quell'azzardatissimo mix di vintage, kitsch, surreale ed animazione per adulti mi ha folgorata e ha riportato in auge quello che, a mio avviso, dev'essere il VERO Lupin, quello che aveva creato Monkey Punch negli anni '70 e il cui spirito era rimasto inalterato nella prima, storica e censuratissima serie. Da quel momento il mio cuore ha mandato al diavolo i crossover con il Detective Conan, I'm a Superhero, le bischerate di Zenigata, il character design per otaku bimbiminkia e, più in generale, ogni tentativo di rendere il personaggio appetibile per il pubblico giovane: dopo Fujiko Mine to iu onna potevo apprezzare solo qualcosa di altrettanto sfacciato ed epico (d'altronde ho anche 33 anni, che cavolo!!) e la perfezione mi è stata servita su un piatto d'argento con Lupin the IIIrd: Jigen Daisuke no bohyou. La ciliegina sulla torta di questo piccolo capolavoro dell'animazione nipponica è ovviamente il fatto che Jigen sia il protagonista quasi assoluto e che gli altri personaggi fungano da degni comprimari senza rubargli la scena ma se anche il mediometraggio si fosse concentrato solo su Lupin sarebbe stato comunque un gioiello. A differenza di altri film dedicati a Lupin, infatti, Jigen Daisuke no bohyou riesce a rendere tridimensionali i personaggi grazie a pochi dettagli e a concentrarsi su una trama ben precisa e coerente senza deviazioni né riempitivi e soprattutto senza scendere a compromessi. Pensate un po', per tutto il film non si vedono né Goemon né Zenigata (che compare per pochissimo sul finale) perché, obiettivamente, non avrebbero avuto alcuna funzione e anche perché il samurai all'epoca dei fatti narrati non aveva nessun contatto con Jigen e Lupin; inoltre, sul finale, i due protagonisti giustificano le loro azioni dichiarandosi rispettivamente ladro e pistolero, "non eroi", prendendo così le distanze dalle rivisitazioni più recenti del dinamico duo e preferendo fumarsi una sigaretta piuttosto che godere della riconoscenza altrui.


Trama a parte, che è un compendio di tutti i cliché Jigeniani che tanto amo (avversario infallibile e crudele, amore sfortunato per una donna bellissima, intelligente e misteriosa, assoluto carisma da lupo solitario) con l'aggiunta di qualche particolare weird per rendere il tutto più disturbante e misterioso, che erano poi le caratteristiche della prima serie, quello che adoro di Jigen Daisuke no bohyou è il character design di Takeshi Koike, che rende i personaggi bellissimi, affascinanti e quanto più vicini possibile al concept originale di Monkey Punch. Jigen è superlativo e ad ogni comparsa la mia manina scattava in automatico sul pulsante "pausa" per contemplare almeno un paio di minuti l'incredibile perfezione del personaggio, ma persino Lupin e Zenigata sono due figaccioni ben lontani dai mostri deformi a cui siamo abituati, per non parlare poi della pettorutissima Fujiko. La signorina Mine, tra l'altro, è protagonista di una sequenza weirdissima che mescola suggestioni da Eyes Wide Shut, Tetsuo e nazisploitation senza vergogna alcuna, come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se il MOIGE in Giappone fosse (giustamente!!) un'entità astratta da prendere a sputi ed insulti. Non sono le uniche citazioni che vengono amorevolmente portate su schermo da una regia fluida, attenta ai particolari, ai giochi di luce ed ombra e ai colori (tra i quali prevalgono le tonalità scure, come testimoniano le inedite mise di Lupin, in camicia nera e giacca blu, e Jigen, in camicia bordeaux e giacca color ottanio) ma sicuramente sono quelle che saltano più all'occhio assieme all'omaggio post-credits allo storico Lupin III: La pietra della saggezza. Ad impreziosire ancor più quello che per me è ormai il terzo film di Lupin più bello di sempre ci sono dei titoli di testa e di coda meravigliosi, accompagnati da una colonna sonora fatta di pochi brani d'atmosfera che starebbero benissimo in un noir e un paio di finezze sparse qui e là (sulla lapide di Jigen si vede che è nato ad Aprile, shigatsu in giapponese, laddove shi sta anche ad indicare la morte). Avrete capito che sono rimasta folgorata e ora mi scuserete se concludo qui il post e vado a riguardare Jigen Daisuke no bohyou nell'attesa che una divinità buona renda al più presto disponibili non dico in Italia ma almeno in Europa i blu-ray o i DVD del film e di Una donna chiamata Fujiko Mine per poterli degnamente inserire nella mia collezione di preziosi cimeli.

Takeshi Koike è il regista della pellicola, oltre che character designer e direttore dell'animazione sia di questo film che della serie Una donna chiamata Fujiko Mine. Come regista, ha diretto anche un segmento di Animatrix e un episodio della serie Iron Man. Ha 46 anni.


Se Lupin the IIIrd: Jigen Daisuke no bohyou vi fosse piaciuto cercate assolutamente di recuperare la serie Una donna chiamata Fujiko Mine e Lupin III: La pietra della saggezza (possibilmente il tutto in lingua originale e senza censure, chevvelodicoaffare). ENJOY!

mercoledì 12 novembre 2014

Lupin, il pericolo è il mio mestiere (1993)

La consueta rassegna dedicata a Lupin entra negli anni '90 con lo special TV Lupin, il pericolo è il mio mestiere (ルパン三世 ルパン暗殺指令 - Rupan Sansei - Rupan ansatsu shirei), diretto nel 1993 dal regista Masaaki Oosumi.


Trama: l'ispettore Zenigata viene sollevato dalle indagini su Lupin e il ladro gentiluomo, per aiutarlo e per rubare una fortuna in denaro, decide di mettersi contro l'organizzazione di trafficanti d'armi denominata Shotshell...


All'epoca avevo guardato Lupin, il pericolo è il mio mestiere tante di quelle volte che ancora oggi rammento benissimo non solo i dialoghi ma anche le inflessioni con cui venivano pronunciati. Se vi foste chiesti il motivo di tanto accanimento sulla povera videocassetta, dovete sapere che Lupin, il pericolo è il mio mestiere, oltre ad avere un character design molto bello e curato che in quegli anni spiccava per modernità rispetto a quelli dei film precedenti, punta i riflettori essenzialmente sul mio adorato Jigen (disegnato da Dio e ancora più gnocco), quindi non stupitevi se ogni tanto mi andava di riguardarlo. Il fascinoso pistolero diventa infatti il bersaglio dell'odio di un'affascinante fisica russa, che da ragazzina lo aveva visto uccidere il padre; inutile dire che il rancore di lei si trasformerà in tempo zero in un "vorrei ucciderti ma fondamentalmente sei talmente figo che quasi quasi rimando all'infinito", questo finché la maledizione riconosciuta da ogni fan di Jigen (notoriamente sfigato con le donne, che puntualmente lo tradiscono o muoiono) non si abbatterà sulla malcapitata non appena il pistolero mosterà di ricambiare a modo suo il sentimento d'attrazione/ammore. Il finale mi ha fatto sempre tanto ghignare, anche perché sono una donna possessiva, ma in generale Lupin, il pericolo è il mio mestiere è molto divertente, emozionante e, soprattutto, conferisce ai quattro personaggi principali una personalità in linea con quelle che dovrebbero essere le loro caratteristiche "storiche".


Oltre a ritrarre un Jigen praticamente perfetto, infatti, lo special TV rende finalmente il giusto omaggio a Fujiko che, al di là dei favolosi bikini pornografici che indossa, dimostra di essere donna affascinante ma anche cazzuta, in grado di rimettere a posto uomini sbavanti a colpi di mitraglietta, mentre nell'insieme la banda di Lupin dimostra abilità e conoscenze tali da poter competere seriamente e senza troppe buffonate (tratto distintivo degli ultimi special, soprattutto per quel che riguardava Lupin) con una pericolosa organizzazione che fomenta guerre e distruzione solo per ottenere ricchezze ingenti. Certo, ci sono qui e là le solite cose messe tanto per (fenomenale il violento sbirro corrotto che piantona Fujiko nonostante il boss gli abbia detto palesemente di non ucciderla) e il povero Zenigata, riluttante alleato di Lupin, viene come al solito relegato al ruolo di elemento comico, per non parlare dei flashback disegnati un po' a tirar via, ma anche a distanza di anni Lupin, il pericolo è il mio mestiere risulta uno dei migliori special TV dedicati al ladro gentiluomo. E scusate il fangirlismo col quale ho infarcito il post ma quando ci vuole ci vuole! 

Masaaki Oosumi è il regista della pellicola. Giapponese, ha diretto episodi di serie come Obake no Q-taro, Mumin, Lupin III (di cui ha diretto anche il pilot) e Il tulipano nero. Anche animatore, ha 80 anni.


Se Lupin, il pericolo è il mio mestiere (che è conosciuto anche come Lupin III - Viaggio nel pericolo) vi fosse piaciuto, recuperate tutti i film di cui ho parlato QUI. ENJOY!

martedì 21 ottobre 2014

Lupin e il tesoro di Anastasia (1992)

Vi mancavano le recensioni dei film di Lupin? Seh, come no! Io proseguo lo stesso imperterrita e oggi parlerò dello special TV Lupin e il tesoro di Anastasia (ルパン三世 ロシアより愛をこめて Rupan Sansei - Roshia yori ai o komete), diretto nel 1992 dal regista Osamu Dezaki.


Trama: Lupin e Jigen decidono di rubare un immenso tesoro in lingotti d'oro, un tempo appartenuto all'ultimo zar di Russia. Ad ostacolarli troveranno Zenigata, Fujiko e il monaco Rasputon...


Nonostante Lupin e il tesoro di Anastasia sia graficamente realizzato più o meno come gli ultimi due special televisivi che lo precedono (d'altronde il regista è lo stesso), quindi a vedersi non sia nulla di che, è sicuramente uno di quelli che preferisco e che ricordo con maggior piacere. Sarà perché le figure di Anastasia, erede dell'ultima dinastia di zar che la leggenda racconta essere sopravvissuta allo sterminio della sua famiglia, e di Rasputin, ambiguo consigliere di corte in odore di stregoneria, mi hanno sempre affascinata o sarà perché per tutto lo special il tasso di weird è esponenzialmente alto, sta di fatto che di Lupin e il tesoro di Anastasia avevo consumato la videocassetta all'epoca e mi sono divertita a riguardarlo in previsione di un post. Le due figure storiche di cui sopra vengono giusto nominate e servono da ispirazione ad un paio di personaggi nuovi che affiancano il cast principale, la bionda Judy e il finto monaco Rasputon. Judy è la tipica "seconda fiamma" di Lupin che, per contratto, dev'essere presente accanto a Fujiko in ognuno dei film dedicati al ladro gentiluomo e, in quanto tale, è caratterizzata da schifo (ma nasconde un segretone che verrà scoperto nel finale) mentre Rasputon concorre parecchio ad alzare il tasso di weird di cui parlavo in quanto il malvagio, gigantesco e porco monaco adora infilare l'indice negli orifizi facciali della gente senza un motivo particolare oppure uccidere gli avversari con poderosi colpi di dita in grado di sfondare persino le casse toraciche. A questi due personaggi principali si aggiunge anche una coppia di killer particolarmente sfigati e pasticcioni, legati da un rapporto a dir poco ambiguo che mi porta a fare un paio di considerazioni sull'atmosfera generale dello special.


Lupin e il tesoro di Anastasia, a fronte della solita storia in cui Lupin e Jigen puntano un tesoro, Fujiko li aiuta progettando il tradimento, Zenigata vaga cercando di arrestare la sua nemesi senza successo e Goemon cerca solitario l'illuminazione mentre diversi "cattivi" fanno di tutto per mettere i bastoni tra le ruote al gruppetto, aggiunge anche una componente vagamente gaYa. Il rapporto tra Jigen e Lupin o tra i due killer al giorno d'oggi potrebbe innocentemente venir definito bromance ma siccome all'inizio dello special si vedono palesemente due uomini in procinto di limonare (uno travestito da donna, giusto per rappresentare l'idea di "degrado" newyorkese che i giapponesi dovevano avere negli anni '90) non ne sarei troppo sicura. Di sicuro, Jigen parrebbe MOLTO infastidito dalle attenzioni che Lupin rivolge a Judy (che peraltro il pistolero ha visto seminuda senza battere ciglio...) nonché abbastanza schifato all'idea di fare coppia con Fujiko mentre i due killer risultano ancora più ambigui tra doccette, bagnetti, asciugamani striminziti che coprono giusto le pudenda e la sconcertante disperazione di uno davanti alla morte dell'altro; se a questo aggiungiamo la passione di Rasputon per gli orifizi altrui mi viene da fare un po' di psicologia d'accatto e pensare che lo sceneggiatore avesse bisogno di uscire dall'armadio e confessare qualche inclinazione particolare. Chissà. Sicuramente è interessante guardare certe cose con occhi "adulti" e trovare interpretazioni che non sarebbero mai passate per la mente del giovane spettatore ma è anche vero i film di Lupin sono già stati talmente censurati in Italia (e Lupin e il tesoro di Anastasia non fa eccezione!) che se qualche zelante sentinella in piedi leggesse il mio post farebbe carte false per chiedere di renderli direttamente illegali!


Del regista Osamu Dezaki ho già parlato QUI.

In Italia il film è conosciuto anche come Lupin III - Il tesoro degli zar mentre il titolo originale significa "Dalla Russia con amore" ed ripreso direttamente da un famosissimo film della saga 007; se Lupin e il tesoro di Anastasia vi fosse piaciuto potreste recuperarlo, magari per curiosità, altrimenti potete seguire QUESTO LINK e vedere se c'è qualche altra pellicola "lupinesca" che vi ispira. ENJOY!

martedì 30 settembre 2014

L'impero dei Lupin (1991)

Dopo la zamarreide di Meniamo le mani vediamo di proseguire con un classico post sul ladro gentiluomo creato da Monkey Punch: oggi parlerò dello special TV L'impero dei Lupin (ルパン三世 ナポレオンの辞書を奪え Rupan Sansei - Naporeon no jisho o ubae), diretto nel 1991 dal regista Osamu Dezaki. Già vi avviso, sarò brevissima...


Trama: Lupin decide di partecipare ad una corsa di auto d'epoca per vincere il dizionario di Napoleone, nel quale è nascosto il segreto legato al tesoro dell'impero dei Lupin. Purtroppo, anche le varie potenze mondiali puntano al tesoro...

No Maria, io esco!
L'impero dei Lupin è al momento lo special TV dalla qualità più scadente in assoluto, sia per quanto riguarda la trama che per quel che riguarda i disegni e per questo non meriterà più di un paragrafo. Il character design è imbarazzante e in ogni sequenza i personaggi sembrano disegnati da 20 mani diverse, perlopiù ignoranti delle regole base dell'anatomia soprattutto per quanto riguarda quella facciale: ogni primo piano è letteralmente raccapricciante, persino gli occhi mutano di fotogramma in fotogramma. Al fastidio di riuscire ad arrivare alla fine cercando di ignorare la pochezza grafica dello special si aggiunge anche quello di dover sopportare una storia noiosissima e inconcludente dove le psicologie dei personaggi sono appena abbozzate e dove, fondamentalmente, le arti criminali di Lupin si limitano giusto alla prima parte, ambientata al MOMA di New York. Per il resto del film, purtroppo, il ladro gentiluomo somiglia più ad un meccanico/inventore oppure si diverte a fare il cosplay del povero, bistrattato Zenigata e non bastano le apparizioni un po' più sostanziose di Jigen a risollevare le sorti dello special, apprezzabile solo per un brevissimo flashback a immagini fisse simile alla tecnica con cui venivano realizzate le scene "topiche" di Lady Oscar. Se avessero realizzato tutto L'impero dei Lupin con questo stile (e se in Italia avessimo evitato di ricorrere ad un doppiaggio imbarazzante, soprattutto per quel che riguarda la resa di un presunto accento americano), molto probabilmente sarebbero riusciti a raggiungere e superare la sufficienza ma in questo caso, purtroppo, per me è NO. Al prossimo film Lupinesco!

Farlo tutto così no,eh?
Del regista Osamu Dezaki ho già parlato qui.

Ricordandovi che lo special è conosciuto in Italia anche col titolo Il tesoro degli avi, Lupin III - Ruba il dizionario di Napoleone! e Il dizionario di Napoleone, se L'impero dei Lupin vi fosse piaciuto andate a queste coordinate e avrete l'imbarazzo della scelta con i titoli di cui finora ho parlato. ENJOY!




domenica 24 agosto 2014

Resa dei conti per Lupin (1990)

Nonostante le ferie estive la rassegna su Lupin III (per quanto lenta!) non si ferma e oggi parlerò dello Special TV Resa dei conti per Lupin (ルパン三世 ヘミングウェイ・ペーパーの謎 - Rupan Sansei - Hemingwei pēpā no nazo), diretto nel 1990 dal regista Osamu Dezaki.


Trama: l'obiettivo di Lupin questa volta è un leggendario tesoro che sarebbe stato descritto da Hemingway in alcune carte andate apparentemente perdute. Trovarle non sarà facile anche perché Jigen e Goemon sono impegnati sull'isola di Kolkaka, ingaggiati come uomini "di punta" di due schieramenti militari opposti...


Resa dei conti per Lupin è un'altra classica e frizzante avventura del ladro gentiluomo, che riesce in qualche modo a dare spazio a tutti i protagonisti della serie nonostante metta anche troppa carne al fuoco e introduca il solito paio di personaggi inutili e quasi dannosi, giusto per aggiungere un tocco di romanticismo all'intera vicenda. Fortunatamente, questo special riesce anche a smussare i soliti difetti puntando in maniera più decisa sulla figura di Jigen, dipinto come un killer "d'onore" dal passato sfaccettato e zeppo di commilitoni e perfidi nemici; questa volta il meraviglioso pistolero viene anche graziato da un paio di belle sequenze d'azione che lo vedono impegnato a mostrare la sua abilità col revolver e, da fan accanita quale sono, basterebbe solo questo per convincermi a guardare Resa dei conti per Lupin all'infinito. In realtà, lo special risulta assai gradevole anche per il modo in cui viene messa in risalto l'amicizia tra Lupin, Jigen e Goemon a dispetto dei diversi caratteri e nonostante la vicenda li preveda separati, almeno all'inizio, ognuno deciso a perseguire i propri scopi ma, nonostante ciò, subito pronti ad aiutarsi a vicenda quando il pericolo si fa davvero pressante. Questo aspetto della trama assicura allo spettatore appassionato un paio di simpatici confronti tra il serio e il faceto, conditi da reciproche prese in giro e momenti di sincera preoccupazione, mentre questa volta Zenigata e Fujiko vengono lasciati in ombra (nonostante il geniale trucco della sottoveste in grado di catturare le impronte digitali!) oppure utilizzati come ridicolo riempitivo comico, come nel caso del sempre più vessato e folle Ispettore.


Per quel che riguarda la realizzazione tecnica, Resa dei conti per Lupin è un prodotto che rientra nella media. Il character design è un po' più "raffinato" ma è molto simile a quello utilizzato nello special televisivo precedente, Lupin e il mago dei computer, e lo stesso vale per le animazioni, caratterizzate da un alternarsi di sequenze in movimento e fermo immagine dalle linee cinetiche assai marcate, messi a sottolineare i momenti salienti della storia. L'anime è inoltre particolarmente violento nelle sue scene di battaglia, che vedono contrapposti due schieramenti militari ben distinti tra loro anche nello stile, con l'esercito del presidente Carlos tirato a lucido e quello di Consano assai simile ad un gruppo di guerriglieri ribelli. Ultima caratteristica che distingue Resa dei conti per Lupin da altri special è la presenza di un brano portante particolarmente gradevole (per quanto melenso), che viene fatto ascoltare spesso grazie alla presenza di un juke box, ovvero He's Gone della cantante Michiko Kihara. Per concludere, Resa dei conti per Lupin è un film che può risultare piacevole sia per i fan che per lo spettatore occasionale ma se siete appassionati di Hemingway vi avverto: non lasciatevi ingannare dalla presenza dello scrittore americano nel titolo originale perché la storia narrata non fa riferimento a nessun reale mistero pertinente la sua vita o la sua morte, è tutta farina del sacco di questi pazzi, pazzi giapponesi!


Del regista Osamu Dezaki ho già parlato qui.

Resa dei conti per Lupin è conosciuto anche col titolo Lupin III - Il mistero di Hemingway e Lupin III - Il mistero delle carte di Hemingway. Se lo Special TV vi fosse piaciuto recuperate tutti i film di cui ho parlato QUI e.. ENJOY!


mercoledì 13 agosto 2014

Una vita fa, con quei cartoni animati lì dove tutto è cominciato (e che non è mai finito!)

Dopo aver stilato la mia storia fumettistica, grazie ai blog La firma cangiante e Prima o poi, ecco arrivare la mia personalissima storia a cartoni animati, ispirata al post di Prevalentemente anime e manga. Preparatevi perché i cartoni animati che mi hanno cresciuta (che ancora mi crescono, vah!) e che hanno alimentato il mio amore per il genere sono tantini nonostante abbia volutamente eliminato i lungometraggi cinematografici per concentrarmi solo sulle serie televisive: occhio agli attacchi di nostalgia canaglia e... ENJOY!

Tom & Jerry e Will E. Coyote
La base per un'infanzia serena ed equilibrata. Ovviamente, è preferibile sempre scegliere gli episodi che portano la firma di Chuck Jones alla regia, sono disegnati meglio e fanno più ridere. Oppure, parlando di Tom & Jerry, quelli ambientati in Italia, con i topolini autoctoni che parlano un esilarante italiese!

Il "mouso" napoletano!
Lo squadrone avvoltoi e Le Wacky Races
Dick Dastardley, in tutte le sue incarnazioni, è stato uno dei miti della mia infanzia. Ancora oggi mio padre si diverte a citare il cane Muttley e il suo "dammi la medaglia, dammi la medaglia!!". Imprescindibili. Le uniche due serie Hanna & Barbera che non mi facevano venire voglia di dar fuoco al televisore.

Muttley
Il fiuto di Sherlock Holmes e Il giro del mondo di Willy Fog
Prima che qualcuno urli all'orrore, LO SO che non c'entrano nulla l'uno con l'altro. Il primo è una co-produzione italogiapponese supervisionata nientemeno che da Hayao Miyazaki ed è ispirato ai personaggi di Arthur Conan Doyle mentre il secondo è una co-produzione ispanogiapponese ispirata ai romanzi di Jules Verne. Li ho messi assieme perché adoravo entrambi ed entrambi avevano per protagonisti animali antropomorfi, nella fattispecie un segugio e un leone. Dovessi dire quale fosse il mio preferito opterei senza dubbio per Il fiuto di Sherlock Holmes e per quel balengo di Moriarty col suo accento piemontese!!

Moriarty
Ispettore Gadget
Il bandito è là (Attivo Gadget) Ridere mi fa (Uh uh) Non mi sfuggirà (Per l'ispettore) Hip hip hip hurrà! Con il suo Hop Hop Gadget *inserire oggetto a piacere* e il messaggio che si autodistruggeva appena finito di leggerlo, il buon Ispettore è stato uno dei miti della mia infanzia e lo ricordano con piacere anche i miei!


Mila e Shiro e Holly & Benji
I due anime che hanno iniziato ogni bambino italiano degli anni '80 allo sport. Sfido chiunque a non aver mai provato il "servizio" di Mila con tanto di capata d'esordio sulla palla all'urlo di Attack!, i passaggi fulminei di Kaori o il salto sulle traverse dei Fratelli Deker, che durante le partite di calcio tra maschietti ha fatto più vittime della guerra in Corea.

Le improbabili evoluzioni di Mila
I fantastici viaggi di Fiorellino e Flo la piccola Robinson
Anche questi non c'entrano una cippa l'uno con l'altro ma li guardavo nello stesso periodo. Il primo raccontava la storia di Fiorellino, orfanella inseguita per tutto il pianeta dai pittoreschi pretendenti dell'odiosa principessa Florence solo perché la sua gattina Lili si era mangiata il prezioso anello di quella grandissima impunita. Lo adoravo perché la protagonista cambiava abito ad ogni puntata, adattandosi ovviamente alle varie tappe del suo viaggio. Flo la piccola Robinson invece, come dicevano nella tristissima sigla iniziale, raccontava di un naufragio a cui sopravvivevano solo Flo, i genitori e i due fratelli, che dovevano di conseguenza imparare a vivere su un'isola deserta. Il padre era ingegnosissimo e tanto saggio, il mio personaggio preferito!!

Flo e il suo meraviglioso bestiolino
C'era una volta Pollon e Nana Supergirl
Le due supercazzole del mitico Hideo Azuma. Il primo non credo necessiti di presentazioni, tutti i bambini degli anni '80 hanno imparato la mitologia grazie a Pollon e alla sua ambigua polverina magica che "sembra talco ma non è, serve a darti l'allegria". Quanto a Nanà, con le sue gambette a forma di tronco, è l'esempio di quanto gli adattamenti italiani dell'epoca, per quanto cazzari, fossero fatti col cuore: Leonetto, Bobolo e Pannocchione sono tre esempi di genialità assoluta.

Sembra talco ma non è!
The Real Ghostbusters
E solo quelli veri, ché Ghostbusters con Malefix non l'ho mai potuto sopportare. Il mio amore per Peter Venkman, nato ovviamente col film e con l'interpretazione di Bill Murray, è rimasto vivo per anni grazie a questo divertentissimo (e a tratti pauroso, ricordo ancora adesso l'omino del sonno!!) cartone animato.


Lupin, l'incorreggibile Lupin
Conosciuto con questo titolo, la sigla omonima e la giacca rosa, questo anime mi accompagna ancora adesso, come ben sa chi segue il Bollalmanacco. E Jigen, ovviamente, è tuttora il modello di riferimento per eventuali compagni/mariti/fidanzati.


Lady Oscar
Volete farmi piangere allora? L'Anime per eccellenza, quello che VA visto a prescindere, dotato di un'accuratezza storica, musicale, artistica e registica ancora oggi ineguagliate. Un capolavoro che mi spezza il cuore ad ogni visione e che mi induce a versare una sciocca, nostalgica lacrima ogni 14 luglio.


L'incantevole Creamy, Magica Emi, Lalabel, Lulu l'angelo tra i fiori
Tutte le ragazzine hanno le loro maghette. Le mie sono state queste: l'idol Creamy, la prestigiatrice Emi, Lalabel con la sua valigia e il suo "gattino che trema dalla paura" e la bionda Lulù, che cercava disperatamente il meraviglioso Fiore dai sette colori. Tutte bellissime, simpatiche da morire e con dei gadget che avrei dato l'anima per avere.

Lulù, l'angelo tra i fiori
Duck Tales
La mia passione per Zio Paperone veniva consacrata alla fine degli anni '80 grazie a questa epica serie che vedeva lo Zione a spasso per il mondo in cerca di tesori assieme ai nipotini Qui, Quo e Qua, la governante Dettina (Cettina? Bettina? Come razzo si chiamava??), la piccola Gaia e, soprattutto, Jet McQuack. Lui. "AaaaaaaAAAAAAaaaaAAAAh Signor De' PaperOOOoooOOnii!" Un pellicano tonto e pasticcione che è stato trasformato in una checca sfranta da un doppiaggio italiano geniale ma spietato.


Il mistero della pietra azzurra
Se un ragazzo tredicenne salverà un'acrobata del circo della stessa età comincerà uno degli anime più belli ed esaltanti di tutti i tempi, un mix di avventura, fantascienza e quelle incredibili pippe mentali che avrebbero reso famosi Hideaki Anno e lo Studio Gainax. Aggiungo che il finale dell'opera è sconvolgente e che, purtroppo, all'epoca Mediaset cominciava già a censurare parecchio e a sproposito.


Tartarughe ninja alla riscossa e Biker Mice da Marte
Anche questi li ho uniti in virtù degli animali antropomorfi che hanno come protagonisti e per il fatto che hanno sempre tirato fuori il maschiaccio zamarro che è in me. La perdita di una sola puntata delle due serie era per me fonte di grandissimo diludendo e depressione, mancava proprio quella carica che solo un branco di ratti e tartarughe dal pugno facile poteva dare! Ah, se vi interessasse sapere quali fossero i miei personaggi preferiti, Michelangelo (fascia arancione) per le Turtles e Pistone per i Biker Mice.

Il cast dei Biker Mice al gran completo!
Animaniacs
Dopo i deludentissimi Tiny Toons, ecco finalmente arrivare la demenzialità fatta a cartone animato, un capolavoro indimenticabile che mi ha tirato fuori cose geniali come Mignolo col Prof, i piccioni mafiosi Picciotti (sì, ho sempre avuto un debole per i Bravi ragazzi, in qualunque forma!), il Pollo Boo che tutti scambiavano per essere umano, la dolcissima Mindy col suo "ti voglio bene ciaociao!" o il Mimo! Senza dimenticare, poi, Yakko e QUESTA ROBA che mi aveva letteralmente uccisa dalle risate!


Sailor Moon
Una malattia. Nessuna puntata persa, neanche quando Mediaset aveva deciso di mandare in onda l'ultima serie la sera e di renderla incomprensibile utilizzando TUTTE le censure possibili e immaginabili. Mentre le ragazzine della mia età scoprivano l'adolescenza, io tra le medie e le superiori scoprivo di essere una otaku e riempivo (letteralmente) diari e quaderni con le effigi di Sailor Jupiter e compagne. Inutile dire che non mi sto perdendo una puntata della nuova Sailor Moon Crystal, per quanto mi renda conto che Naoko Takeuchi sia Satana e Sailor Moon il male.


Daria
Alle superiori ero la sua copia sputata. La mia amica Noruzza era anche riuscita a creare la sigla. "Bollalalalaaaaaa Bollalalalaaaa". Quanta nostalgia.


Rossana
O, meglio, Il giocattolo dei bambini. Nonostante la serie fosse imbarazzante dal punto di vista del doppiaggio e dell'adattamento italiano ero comunque riuscita ad appassionarmi alle avventure di "Rossana" ed "Heric" grazie alla demenzialità di cui erano infarcite e per fortuna o non avrei mai acquistato la splendida opera di Miho Obana, al confronto della quale l'anime è una bambinata della peggior specie.


Dragonball
All'anime tratto dal manga di Akira Toriyama mi sono appassionata a partire dalla serie Z, ovviamente. Delle avventure di Goku da piccolo non me ne poteva fregare di meno: da bravo maschiaccio zamarro ho sempre preferito gli scontri tra terrestri, namecciani, sayan e quant'altro, almeno fino all'arrivo di MajinBu e del mago Babidy, che due palle. E poi c'era quel gran figo di Junior, insomma, mica si poteva non guardare.

Ha un'aura potentissima!!! O__O
Anime Night su MTV (Neon Genesis Evangelion, InuYasha, I cieli di Escaflowne, Master Mosquiton, Excel Saga e Le situazioni di Lui e Lei)
Ovvero i primi anime moderni guardati consapevolmente in quanto tali, in quanto adattati e doppiati con cura e amore, nonché privi di censure. Non me ne vogliano i fan di Evangelion, che mi era piaciuto molto per quanto mi lasciasse ogni volta depressa e preda del mal di testa, ma il mio cuore era stato interamente rapito dalle malinconiche vicende sentimentali di Yukino ed Arima e, soprattutto, dall'animazione sperimentale insensata di Excel Saga, con i Pu-Chu, Nabeshin, Pedro, Il Palazzo, Sumiyoshi e la moribonda Hyatt.

I terribili alieni Puchu
I Simpson, Futurama, South Park e I Griffin
Vabbé, via. I Simpson mi accompagnano dalle elementari (sembra strano a pensarci ma è così!!), da quando venivano trasmessi dopo Paperissima. Le altre tre serie sono arrivate dopo e se adesso South Park non lo guarderei più neanche sotto tortura non posso negare di aver passato un paio d'anni in adorazione assoluta, cosa che faccio tuttora con i Griffin e Futurama.

Sì, anche American Dad! mi piace :)
Lo studio Xilam
Last but not least. Questo studio d'animazione francese e il produttore Marc Du Pontavice mi hanno regalato chicche come Oggy and the Cockroaches, Zig & Sharko e I Dalton, gli unici cartoni animati che, in assenza dei miei capisaldi infantili, farei guardare ad un eventuale figlio/a in mezzo a tutta la rumenta che quotidianamente ammorba il digitale terrestre.
Oggy e i maledetti scarafaggi!




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