Il primo dei millemila film da vedere al cinema questa settimana è stato The Prodigy - Il figlio del male (The Prodigy), diretto dal regista Nicholas McCarthy.
Trama: il piccolo Miles si rivela un genio fin dai primi mesi di vita ma crescendo i suoi genitori si accorgono che il lui alberga anche un'oscurità pericolosissima...
C'era una volta At the Devil's Door, conosciuto in Italia come Oltre il male, horror all'apparenza "banale" che in realtà spingeva lo spettatore a riflettere sulla natura del Male e sulla possibilità di accoglierlo come entità "neutra", una delle tante energie cosmiche bisognose di una casa dove dimorare e mettere radici, non peggiore di tante altre. At the Devil's Door era il secondo lungometraggio di Nicholas McCarthy, da lui scritto e sceneggiato (il primo, The Pact, purtroppo non l'ho ancora visto), e si distingueva da altri film a base di infestazioni/possessioni demoniache per una certa malinconica personalità; in The Prodigy McCarthy è solo regista e si vede, perché la sceneggiatura scritta da Jeff Buhler (quello di The Midnight Meat Train ma anche quello che dovremo maledire/benedire per l'imminente adattamento di Pet Sematary) è molto più convenzionale e priva di sorprese, anche se qualche zampatina e tentativo di essere originali riesce a piazzarli. Fulcro della vicenda è il rapido cambiamento del piccolo Miles, genietto in fieri che, con l'avvicinarsi degli otto anni, comincia a manifestare inquietanti squilibri e una doppia personalità minacciosa. I "sintomi" sono quelli di una possessione demoniaca, salvo per il vomito, perché il pargolo bisbiglia cose in lingue sconosciute compiendo atti orribili, e ovviamente i genitori perplessi non sanno bene che fare, tra granitici sentimenti materni e il papà che invece vorrebbe vedere il figliolo appeso per i pollici. Tutto nella norma di un banale film di possessioni, se non fosse che l'inevitabile soluzione proposta dallo specialista di turno viene subito scartata a causa di una malizia e cattiveria che di sovrannaturale hanno poco o nulla e che alimentano la disperazione di una mamma che, avendo atteso troppo l'arrivo di un figlio, è disposta a superare ogni limite per il bene del piccolo. Più della connotazione del "bambino malvagio" di turno, è interessante vedere come all'interno del film si combatta la battaglia solitaria di una donna che sperava di avere un figlio "speciale" e ha ottenuto molto più di quanto desiderato ma lo stesso non riesce ad accettare l'orribile realtà di avere ormai per le mani uno psicopatico sconosciuto.
Ciò porta la protagonista a compiere errore irreparabile dopo errore irreparabile, convinta di condurre un gioco di cui in realtà è solo una pedina, ed è questo che tiene vivo l'interesse dello spettatore nonostante la scelta di attori un po' sciapi (la migliore, ovviamente, è Brittany Allen ma compare troppo poco) e l'inevitabile piattume di un doppiaggio italiano che, come sempre, rende i bambini dei piccoli idioti monocordi e lagnosi. Nicholas McCarty, infatti, non punta a creare un horror infarcito di jump scare, li centellina quasi fossero uno scotto necessario da pagare per un horror commerciale e li relega al ruolo di aspetto meno interessante della pellicola, peraltro in parte già spoilerato dal trailer; le inquadrature, piuttosto, si concentrano sui primi piani del piccolo Miles, concentrato di innocenza con un'oscurità orribile che serpeggia negli sguardi offerti alla mamma sconvolta, in quel modo che ha di toccarla con le manine, di canticchiare una canzone che dovrebbe essergli sconosciuta. L'innocenza del male al suo apice, dunque, testimone silenziosa e perfida dello scontro tra l'istinto materno di una madre disperata e la razionalità di una donna che non riesce più a nascondere la testa sotto la sabbia davanti alla malvagità del figlio, una battaglia che rende il film più interessante dei suoi cugini "maligni" (grazie sempre ai titolisti italiani che ci credono dei belinoni) e per questo una valida aggiunta al filone "bambini evocatori della Sindrome di Erode".
Del regista Nicholas McCarthy ho già parlato QUI. Colm Feore (Arthur Jacobson) e Brittany Allen (Margaret St. James) li trovate invece ai rispettivi link.
Il piccolo Jackson Robert Scott, che interpreta Miles, è stato il Georgie del recente It. Se The Prodigy - Il figlio del male vi fosse piaciuto, recuperate Il giglio nero, Il villaggio dei dannati e The Children, film consigliati dallo stesso Nicholas McCarty. ENJOY!
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mercoledì 3 aprile 2019
mercoledì 6 luglio 2016
Holidays (2016)
Spinta dalla presenza di un certo "scimmiottino verde" e dalla natura episodica dell'operazione, in questi giorni ho recuperato Holidays, antologia horror dedicata appunto alle festività.
Holidays comincia con Valentine's Day, innocuo antipasto a tema servito dai realizzatori del pregevole Starry Eyes. L'ambiente è quello tipico del liceo americano, fatto di ragazzine insignificanti che vengono derise da altre mocciose che "se la credono" (l'incipit dell'episodio è un incrocio tra quello di Carrie - Lo sguardo di satana e gli scherzi subiti da Rochelle in Giovani Streghe), e la conseguente, nonché giusta, vendetta della sfigata è altrettanto prevedibile. Sinceramente da Kevin Kolsch e Dennis Widmyer, che pur sanno dosare molto bene la tensione, mi aspettavo di più, anche perché l'episodio viene letteralmente surclassato dai due seguenti, St. Patrick's Day e, soprattutto, Easter. Per chi come me ama l'Irlanda St.Patrick's Day offre già di partenza una trama assai intrigante ed inaspettata ma la bellezza dell'episodio in sé sta tutta nello spietato umorismo nero che lo caratterizza e nella rapidità del montaggio, che incalza lo spettatore trascinandolo incredulo e anche un po' disgustato verso un finale che è il trionfo del kitsch: "Fuckin'Danny Zucko" rimarrà probabilmente negli annali ma mai quanto la faccia del serpentello felice. E più non dimandate. Cercherò di non spoilerarvi nulla neppure riguardo a Easter, l'episodio più riuscito e genuinamente terrificante del mazzo, oltre che quello più blasfemo. D'altronde, la figura del coniglio pasquale non so dove diamine l'abbiano tirata fuori in America e provateci voi a spiegare ad una bambina il significato della Pasqua cristiana senza farla uscire di testa. Detto questo, Easter si becca di sicuro la palma del make-up e degli effetti speciali (è zeppo di immagini che non mi toglierò MAI PIU' dalla testa) mentre Nicholas McCarthy si riconferma Autore da tenere d'occhio, non banale né tenero. Grazie, Nick. Mother's Day è un altro interessantissimo episodio, non a caso scritto e diretto da due donne, interamente incentrato (almeno per come l'ho vissuto io) sullo stress dell'essere madri a tutti i costi e su un diritto di scelta spesso sacrificato a preconcetti o idee retrograde; il mito del "femminino sacro", lungi dall'essere per tutti fonte di consolazione, spesso può essere un fardello in grado di portare a conseguenze estreme.
La seconda parte della pellicola comincia con Father's Day. Se le madri sono solitamente associate al parto e alla nascita, i padri sono sempre associati al ricordo e all'infanzia e l'episodio diretto da Anthony Scott Burns non fa eccezione. La bellezza di Father's Day coincide con la sua struttura particolare, un costante sovrapporsi di voci passate che guidano il presente, alla scoperta di un mistero che probabilmente sarebbe stato meglio lasciare celato. Il finale aperto dell'episodio è molto bello e in generale l'atmosfera che lo permea è inquietante e tesa come piace a me. Qui, se volete, potete anche smettere di guardare Holidays perché gli episodi interessanti si consumano per lasciare spazio ai rimasugli che, non a caso, cominciano con l'intervento di Kevin Smith. Ora, perché diamine Smith abbia deciso di darsi all'horror rimane per me uno dei più grandi misteri dell'universo e lo stesso vale per la sua scelta di far recitare a tutti i costi la figlia Harley Quinn in ruoli imbarazzanti: in questo caso, tra un "fuck", un "Whore" e un "pussy", Smith ci racconta l'Halloween alternativo di un terzetto di camgirls sfruttate dalla versione stronza e laida di Obelix. Se vi piace il genere, l'episodio può giusto essere una stupidata per adolescenti alle prime armi, io ho solo apprezzato il contrasto tra la crudezza delle immagini mostrate e i conseguenti commenti in live chat, con tanto di smiley, il resto scivola via come acqua. Altrettanto inconsistente è Christmas che, ironicamente, è il segmento che mi ha spinta a guardare il film in quanto avente come protagonista l'adorato Seth Green (e la moglie Claire Grant, fortunata donnaccia!). Christmas sfrutta la consumistica corsa natalizia al gadget del momento per gettare uno sguardo indiscreto su ciò che nascondono le famiglie borghesi e la mente delle cosiddette "acque chete" ma il risultato non è particolarmente graffiante né ironico e sottoutilizza un Seth Green che ha fatto di meglio. In chiusura, arriva un'altra donnaccia fortunata, ovvero Lorenza Izzo, l'unica attrice capace di essere una gnocca stratosferica in un film e un cesso mostruoso in quello dopo, come in questo caso. New Year's Eve racconta l'incontro tramite sito per single di due casi umani di incredibile tristezza e bruttezza, un appuntamento al buio destinato a finire in un modo assai particolare... vedere per credere! E complimenti ad Adam Egypt Mortimer per aver risollevato sul finale un film che rischiava di concludersi in un trionfo di diludendo.
Riassumendo, credo che Holidays sia l'ennesimo esempio di un cinema ad episodi che sta sicuramente prendendo campo ma che ancora non riesce a trovare una coerenza per quel che riguarda la qualità di ogni singolo segmento né la capacità di equilibrare momenti faceti a momenti horror, alternando magari episodi più sostanziosi a qualche divertissement per far riposare il cervello. Di sicuro è un genere di struttura che regala gioie e dolori, un po' come succede spacchettando i regali a Natale, quindi direi che rimanendo in tema "festività" è perfetto e sicuramente non è il film ad episodi peggiore che ho visto. Dategli un'occhiata, potreste anche divertirvi!
Dei registi Kevin Kolsh e Dennis Widmyer (Valentine's Day), Nicholas McCarty (Easter), Kevin Smith (Halloween), Scott Stewart (Christmas) e degli attori Lorenza Izzo (Jean) e Seth Green (Pete Gunderson) ho parlato ai rispettivi link.
Michael Gross interpreta il papà nel segmento Father's Day. Americano, lo ricordo per film come Tremors, Tremors 2: Aftershocks, Tremors 3: Ritorno a Perfection, Tremors 4 - Agli inizi della leggenda e Tremors 5: Bloodlines inoltre ha partecipato a serie come Casa Keaton, Oltre i limiti, Ally McBeal, Tremors, ER - Medici in prima linea, CSI: NY, Medium, How I Met Your Mother, CSI: Scena del crimine e doppiato un episodio de I Griffin. Anche produttore, ha 69 anni e un film in uscita.
Harley Quinn Smith interpreta Holly nel segmento Halloween. Figlia ovviamente di Kevin Smith, la ricordo per film come Jay e Silent Bob.. Fermate Hollywood!, Clerks 2 e Tusk. Ha 17 anni e quattro film in uscita, tra cui Yoga Hosers e i futuri, probabilissimi Mallbrats (seguito di Generazione X, ho già paura!) e Moose Jaws.
Gary Shore, regista di St. Patrick's Day, ha diretto soltanto Dracula Untold mentre le registe di Mother's Day, Ellen Reid e Sarah Adina Smith sono alla loro prima collaborazione e la Smith ha all'attivo solo un lungometraggio, The Midnight Swim, oltre ad alcuni corti; Anthony Scott Burns, regista di Father's Day, è invece il responsabile degli effetti speciali di The Last Exorcism - Liberaci dal male mentre Adam Egypt Mortimer, regista di New Year's Eve, ha diretto Some Kind of Hate, che devo ancora vedere. Per quel che riguarda gli attori, compare tra gli altri Sonja Kinski, figlia di Nastassja e nipote di Klaus, nel segmento Mother's Day. Detto questo, se Holidays vi fosse piaciuto recuperate Tales of Halloween, The ABCs of Death e The ABCs of Death 2. ENJOY!
Holidays comincia con Valentine's Day, innocuo antipasto a tema servito dai realizzatori del pregevole Starry Eyes. L'ambiente è quello tipico del liceo americano, fatto di ragazzine insignificanti che vengono derise da altre mocciose che "se la credono" (l'incipit dell'episodio è un incrocio tra quello di Carrie - Lo sguardo di satana e gli scherzi subiti da Rochelle in Giovani Streghe), e la conseguente, nonché giusta, vendetta della sfigata è altrettanto prevedibile. Sinceramente da Kevin Kolsch e Dennis Widmyer, che pur sanno dosare molto bene la tensione, mi aspettavo di più, anche perché l'episodio viene letteralmente surclassato dai due seguenti, St. Patrick's Day e, soprattutto, Easter. Per chi come me ama l'Irlanda St.Patrick's Day offre già di partenza una trama assai intrigante ed inaspettata ma la bellezza dell'episodio in sé sta tutta nello spietato umorismo nero che lo caratterizza e nella rapidità del montaggio, che incalza lo spettatore trascinandolo incredulo e anche un po' disgustato verso un finale che è il trionfo del kitsch: "Fuckin'Danny Zucko" rimarrà probabilmente negli annali ma mai quanto la faccia del serpentello felice. E più non dimandate. Cercherò di non spoilerarvi nulla neppure riguardo a Easter, l'episodio più riuscito e genuinamente terrificante del mazzo, oltre che quello più blasfemo. D'altronde, la figura del coniglio pasquale non so dove diamine l'abbiano tirata fuori in America e provateci voi a spiegare ad una bambina il significato della Pasqua cristiana senza farla uscire di testa. Detto questo, Easter si becca di sicuro la palma del make-up e degli effetti speciali (è zeppo di immagini che non mi toglierò MAI PIU' dalla testa) mentre Nicholas McCarthy si riconferma Autore da tenere d'occhio, non banale né tenero. Grazie, Nick. Mother's Day è un altro interessantissimo episodio, non a caso scritto e diretto da due donne, interamente incentrato (almeno per come l'ho vissuto io) sullo stress dell'essere madri a tutti i costi e su un diritto di scelta spesso sacrificato a preconcetti o idee retrograde; il mito del "femminino sacro", lungi dall'essere per tutti fonte di consolazione, spesso può essere un fardello in grado di portare a conseguenze estreme.
La seconda parte della pellicola comincia con Father's Day. Se le madri sono solitamente associate al parto e alla nascita, i padri sono sempre associati al ricordo e all'infanzia e l'episodio diretto da Anthony Scott Burns non fa eccezione. La bellezza di Father's Day coincide con la sua struttura particolare, un costante sovrapporsi di voci passate che guidano il presente, alla scoperta di un mistero che probabilmente sarebbe stato meglio lasciare celato. Il finale aperto dell'episodio è molto bello e in generale l'atmosfera che lo permea è inquietante e tesa come piace a me. Qui, se volete, potete anche smettere di guardare Holidays perché gli episodi interessanti si consumano per lasciare spazio ai rimasugli che, non a caso, cominciano con l'intervento di Kevin Smith. Ora, perché diamine Smith abbia deciso di darsi all'horror rimane per me uno dei più grandi misteri dell'universo e lo stesso vale per la sua scelta di far recitare a tutti i costi la figlia Harley Quinn in ruoli imbarazzanti: in questo caso, tra un "fuck", un "Whore" e un "pussy", Smith ci racconta l'Halloween alternativo di un terzetto di camgirls sfruttate dalla versione stronza e laida di Obelix. Se vi piace il genere, l'episodio può giusto essere una stupidata per adolescenti alle prime armi, io ho solo apprezzato il contrasto tra la crudezza delle immagini mostrate e i conseguenti commenti in live chat, con tanto di smiley, il resto scivola via come acqua. Altrettanto inconsistente è Christmas che, ironicamente, è il segmento che mi ha spinta a guardare il film in quanto avente come protagonista l'adorato Seth Green (e la moglie Claire Grant, fortunata donnaccia!). Christmas sfrutta la consumistica corsa natalizia al gadget del momento per gettare uno sguardo indiscreto su ciò che nascondono le famiglie borghesi e la mente delle cosiddette "acque chete" ma il risultato non è particolarmente graffiante né ironico e sottoutilizza un Seth Green che ha fatto di meglio. In chiusura, arriva un'altra donnaccia fortunata, ovvero Lorenza Izzo, l'unica attrice capace di essere una gnocca stratosferica in un film e un cesso mostruoso in quello dopo, come in questo caso. New Year's Eve racconta l'incontro tramite sito per single di due casi umani di incredibile tristezza e bruttezza, un appuntamento al buio destinato a finire in un modo assai particolare... vedere per credere! E complimenti ad Adam Egypt Mortimer per aver risollevato sul finale un film che rischiava di concludersi in un trionfo di diludendo.
Riassumendo, credo che Holidays sia l'ennesimo esempio di un cinema ad episodi che sta sicuramente prendendo campo ma che ancora non riesce a trovare una coerenza per quel che riguarda la qualità di ogni singolo segmento né la capacità di equilibrare momenti faceti a momenti horror, alternando magari episodi più sostanziosi a qualche divertissement per far riposare il cervello. Di sicuro è un genere di struttura che regala gioie e dolori, un po' come succede spacchettando i regali a Natale, quindi direi che rimanendo in tema "festività" è perfetto e sicuramente non è il film ad episodi peggiore che ho visto. Dategli un'occhiata, potreste anche divertirvi!
Dei registi Kevin Kolsh e Dennis Widmyer (Valentine's Day), Nicholas McCarty (Easter), Kevin Smith (Halloween), Scott Stewart (Christmas) e degli attori Lorenza Izzo (Jean) e Seth Green (Pete Gunderson) ho parlato ai rispettivi link.
Michael Gross interpreta il papà nel segmento Father's Day. Americano, lo ricordo per film come Tremors, Tremors 2: Aftershocks, Tremors 3: Ritorno a Perfection, Tremors 4 - Agli inizi della leggenda e Tremors 5: Bloodlines inoltre ha partecipato a serie come Casa Keaton, Oltre i limiti, Ally McBeal, Tremors, ER - Medici in prima linea, CSI: NY, Medium, How I Met Your Mother, CSI: Scena del crimine e doppiato un episodio de I Griffin. Anche produttore, ha 69 anni e un film in uscita.
Harley Quinn Smith interpreta Holly nel segmento Halloween. Figlia ovviamente di Kevin Smith, la ricordo per film come Jay e Silent Bob.. Fermate Hollywood!, Clerks 2 e Tusk. Ha 17 anni e quattro film in uscita, tra cui Yoga Hosers e i futuri, probabilissimi Mallbrats (seguito di Generazione X, ho già paura!) e Moose Jaws.
Gary Shore, regista di St. Patrick's Day, ha diretto soltanto Dracula Untold mentre le registe di Mother's Day, Ellen Reid e Sarah Adina Smith sono alla loro prima collaborazione e la Smith ha all'attivo solo un lungometraggio, The Midnight Swim, oltre ad alcuni corti; Anthony Scott Burns, regista di Father's Day, è invece il responsabile degli effetti speciali di The Last Exorcism - Liberaci dal male mentre Adam Egypt Mortimer, regista di New Year's Eve, ha diretto Some Kind of Hate, che devo ancora vedere. Per quel che riguarda gli attori, compare tra gli altri Sonja Kinski, figlia di Nastassja e nipote di Klaus, nel segmento Mother's Day. Detto questo, se Holidays vi fosse piaciuto recuperate Tales of Halloween, The ABCs of Death e The ABCs of Death 2. ENJOY!
mercoledì 14 gennaio 2015
At the Devil's Door (2014)
Classifica di Lucia alla mano, comincia oggi il recupero dei migliori horror dell'anno passato o, meglio, di quelli che non ho avuto modo di vedere. At the Devil's Door, diretto e sceneggiato nel 2014 dal regista Nicholas McCarthy, inaugura questa "titanica" impresa!
Trama: una giovane agente immobiliare si impegna nella vendita di una casa dal misterioso passato. All'interno dell'edificio compare però una ragazza che, come scoprirà a sue spese la donna, non è quello che sembra...
Strane creature i film horror. Uno pensa di avere davanti la quintessenza della banalità e passa la prima mezz'oretta a chiedersi come possa una pellicola come At the Devil's Door anche solo rientrare in una classifica e poi, all'improvviso, tutto cambia e la risposta alla domanda arriva di botto, lapalissiana. Certo, ho capito subito che l'impianto classico della regia e del montaggio, la scelta di raccontare una storia intrecciando un paio di linee temporali diverse nonché la ricerca dell'atmosfera a scapito del gore e dello spavento fine a sé stesso poneva già At the Devil's Door su un livello superiore rispetto a quello di altri horror ma, se devo essere sincera, la trama non mi aveva presa più di tanto: tra voci sussurrate, anime vendute, possessioni demoniache e altri cliché tipici non ero riuscita ad empatizzare con le due protagoniste, troppo simili a milioni di altri personaggi passati su questi schermi, solo un po' più sfortunate ed incaute, soprattutto la giovane Hannah. E poi è arrivato, finalmente, il colpo di scena inaspettato o, meglio, un brusco cambio di prospettiva e ho continuato a guardare At the Devil's Door più serenamente, senza entusiasmarmi come ho fatto con The Babadook o Honeymoon ma comunque riconoscendo che c'è del buono in questo horror, e tanto, e questa bontà è essenzialmente racchiusa nella gestione non banale di un personaggio in particolare, oltre che nell'altro titolo con cui è conosciuto il film, Home.
Avere un posto da chiamare Casa è il fulcro da cui si dipanano tutti i destini intrecciati in At the Devil's Door. Casa è ciò che cerca la giovane, problematica Hannah, che per amore e per soldi prima fa la cosa più stupida che si possa pensare e poi decide di negare un posto dove stare all'entità che arriva a possederla; Casa è ciò che l'ambiziosa Leigh vorrebbe vendere nonostante i due proprietari abbiano palesemente qualcosa da nascondere e nonostante l'edificio sia inquietante anche senza apparizioni; Casa, infine, è quello che cerca la sorella di Leigh, Vera, una donna trinceratasi nella solitudine e nel desiderio di fuggire da una società che la vorrebbe moglie e madre e che, purtroppo, non ha un rapporto idilliaco con Leigh, anzi. Ma Casa, soprattutto, è quello che vuole il Diavolo alla porta: "He Wants to Be All of Someone" dice la vecchia amica di Hannah. Un'entità senza nome e, fondamentalmente, senza aspetto, più simile a un alieno che a un demone, che cerca un posto tutto suo coi mezzi che più gli sono congeniali, tutt'altro che amichevoli. Eppure, l'idea di Casa è talmente potente e ha così tanti significati, che alcune scelte non seguono proprio una logica, nemmeno quella della marea di film horror che ho guardato e ancora vedrò ed è proprio questo il bello di At the Devil's Door, quella scelta consapevole e semplice che conclude definitivamente il film come se ci si trovasse davanti ad un romanzo; pagine finite, storia raccontata, niente sequel, maledizioni che perdurano o possessioni reiterate. C'è del male nel mondo, c'è chi lo accetta e chi lo abbraccia consapevolmente e noi spettatori non possiamo fare altro che rabbrividire, almeno un po'.
Nicholas McCarty è il regista e sceneggiatore della pellicola. Americano, anche compositore, ha diretto il film The Pact.
Catalina Sandino Moreno interpreta Leigh. Colombiana, ha partecipato a film come Maria Full of Grace, The Twilight Saga: Eclipse e Magic Magic. Anche produttrice, ha 33 anni e due film in uscita.
L'attrice Naya Rivera, che interpreta Vera, ha partecipato alla serie Glee mentre Ashley Rickards, che interpreta Hannah, è la protagonista della serie Diario di una nerd superstar. Detto questo, se At the Devil's Door vi fosse piaciuto recuperate The Pact (cosa che farò io) e gli altri nove horror nella lista di Lucia. ENJOY!
Trama: una giovane agente immobiliare si impegna nella vendita di una casa dal misterioso passato. All'interno dell'edificio compare però una ragazza che, come scoprirà a sue spese la donna, non è quello che sembra...
Strane creature i film horror. Uno pensa di avere davanti la quintessenza della banalità e passa la prima mezz'oretta a chiedersi come possa una pellicola come At the Devil's Door anche solo rientrare in una classifica e poi, all'improvviso, tutto cambia e la risposta alla domanda arriva di botto, lapalissiana. Certo, ho capito subito che l'impianto classico della regia e del montaggio, la scelta di raccontare una storia intrecciando un paio di linee temporali diverse nonché la ricerca dell'atmosfera a scapito del gore e dello spavento fine a sé stesso poneva già At the Devil's Door su un livello superiore rispetto a quello di altri horror ma, se devo essere sincera, la trama non mi aveva presa più di tanto: tra voci sussurrate, anime vendute, possessioni demoniache e altri cliché tipici non ero riuscita ad empatizzare con le due protagoniste, troppo simili a milioni di altri personaggi passati su questi schermi, solo un po' più sfortunate ed incaute, soprattutto la giovane Hannah. E poi è arrivato, finalmente, il colpo di scena inaspettato o, meglio, un brusco cambio di prospettiva e ho continuato a guardare At the Devil's Door più serenamente, senza entusiasmarmi come ho fatto con The Babadook o Honeymoon ma comunque riconoscendo che c'è del buono in questo horror, e tanto, e questa bontà è essenzialmente racchiusa nella gestione non banale di un personaggio in particolare, oltre che nell'altro titolo con cui è conosciuto il film, Home.
Avere un posto da chiamare Casa è il fulcro da cui si dipanano tutti i destini intrecciati in At the Devil's Door. Casa è ciò che cerca la giovane, problematica Hannah, che per amore e per soldi prima fa la cosa più stupida che si possa pensare e poi decide di negare un posto dove stare all'entità che arriva a possederla; Casa è ciò che l'ambiziosa Leigh vorrebbe vendere nonostante i due proprietari abbiano palesemente qualcosa da nascondere e nonostante l'edificio sia inquietante anche senza apparizioni; Casa, infine, è quello che cerca la sorella di Leigh, Vera, una donna trinceratasi nella solitudine e nel desiderio di fuggire da una società che la vorrebbe moglie e madre e che, purtroppo, non ha un rapporto idilliaco con Leigh, anzi. Ma Casa, soprattutto, è quello che vuole il Diavolo alla porta: "He Wants to Be All of Someone" dice la vecchia amica di Hannah. Un'entità senza nome e, fondamentalmente, senza aspetto, più simile a un alieno che a un demone, che cerca un posto tutto suo coi mezzi che più gli sono congeniali, tutt'altro che amichevoli. Eppure, l'idea di Casa è talmente potente e ha così tanti significati, che alcune scelte non seguono proprio una logica, nemmeno quella della marea di film horror che ho guardato e ancora vedrò ed è proprio questo il bello di At the Devil's Door, quella scelta consapevole e semplice che conclude definitivamente il film come se ci si trovasse davanti ad un romanzo; pagine finite, storia raccontata, niente sequel, maledizioni che perdurano o possessioni reiterate. C'è del male nel mondo, c'è chi lo accetta e chi lo abbraccia consapevolmente e noi spettatori non possiamo fare altro che rabbrividire, almeno un po'.
Nicholas McCarty è il regista e sceneggiatore della pellicola. Americano, anche compositore, ha diretto il film The Pact.
Catalina Sandino Moreno interpreta Leigh. Colombiana, ha partecipato a film come Maria Full of Grace, The Twilight Saga: Eclipse e Magic Magic. Anche produttrice, ha 33 anni e due film in uscita.
L'attrice Naya Rivera, che interpreta Vera, ha partecipato alla serie Glee mentre Ashley Rickards, che interpreta Hannah, è la protagonista della serie Diario di una nerd superstar. Detto questo, se At the Devil's Door vi fosse piaciuto recuperate The Pact (cosa che farò io) e gli altri nove horror nella lista di Lucia. ENJOY!
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