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martedì 11 novembre 2025

Opinioni in pillole, avventure grafiche vecchie e nuove: Sanitarium, Monkey Island 2: Le Chuck's Revenge, Machinarium

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Raccolgo qui un po' di commenti che ho scritto per alcune avventure grafiche che ho giocato di recente, commenti troppo corti per diventare articoli a sé stanti.
Le avventure grafiche sono per me un genere relativamente nuovo, grazie anche allo SCUMMVM sto recuperando molti antichi capolavori che all'epoca avevo snobbato, (anche perché la maggior parte girava su macchine che non ho mai avuto). Contemporaneamente, sto anche giocando ad avventure più moderne. In questo articolo parlo delle ultime tre che ho affrontato.


Sanitarium (1998) recensione

Sanitarium (1998)

Si tratta di un'avventura punta e clicca uscita originariamente nel 1998 per PC Windows, e recentemente ripubblicato per IOS e Android dalla benemerita DotEmu, già responsabile della riedizione di svariate vecchie glorie.
E' un thriller-horror psicologico: in effetti, si svolge tutto all'interno della testa del protagonista, come è abbastanza chiaro fin dall'inizio.
Dopo un incidente stradale, un uomo si risveglia in un ospedale psichiatrico, privo di memoria e con la faccia coperta di bende. Questa è la storia della sua odissea per riuscire a ricostruire la sua personalità e capire cosa sta succedendo nella sua mente e in quell'inquietante ospedale. 

venerdì 31 ottobre 2025

La saga di Terrifier

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

E' venerdì, è Halloween, ed è un nuovo blogtour! In accordo con altri mostri bavosi e ringhianti dell'ormai vetusta (classica, si dice classica!) blogsfera, abbiamo deciso che è il momento giusto per far uscire un po' di recensioni di film horror, sotto il patrocinio dell'instancabile Lucius Etruscus de Il Zinefilo (e Aliens30anni, e nonquelmarlowe, e Myniature, e Fumetti Etruschi, e Gli Archivi di Uruk, e Il Citascacchi, e IPMP - Italian Pulp Movie Posters, e speriamo di non averne dimenticato nessuno: praticamente metà della blogsfera italiana è lui!).

Al fondo dell'articolo trovate i link ai post di tutti i partecipanti a questa sanguinolenta operazione.

Dal canto mio andrò a parlare di un trittico di film horror (più una piccola chicca al fondo del post) che ha avuto molto successo, grazie soprattutto al suo nuovo assassino. Il commento relativo a ogni film è stato scritto subito dopo aver visto il film stesso, e non li ho visti tutti di fila (altrimenti ci sarei annegato in tutto 'sto sangue!), perciò potrebbe essere passato un bel po' tra un commento e l'altro, perdonatemi quindi se trovate ripetizioni o altre stranezze.

martedì 14 ottobre 2025

Opinioni in pillole, platform 2D in pixel art: Sonic Mania Plus e Horace

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni più o meno brevi, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui per un motivo o per l'altro non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Stavolta parliamo due platform 2D, genere che non è tra i miei preferiti. A meno che non si tratti di metroidvania, ma non è il caso dei due giochi presi in esame oggi. Sono piuttosto scarso ai platform, quando li provo di solito smetto nel momento in cui la stanza è satura di bestemmie.

Sonic Mania Plus android recensione

Sonic Mania Plus (2017)

Quella che ho giocato io è la versione Android, gratuita per gli abbonati Netflix.

Ho un rapporto conflittuale con Sonic. Da una parte è come un vecchio amico d'infanzia, dato che avrò giocato al primo gioco un milione di volte. Ma ci ho giocato un milione di volte perché... avevo solo quello!
Appena comprato il Sega Mega Drive, con Sonic incluso e Mistic Defender a parte. Per un bel po' sono stati gli unici due giochi che avevo, e dei due Sonic era più bello, quindi ci ho giocato un mucchio, complice il trucco che permetteva di scegliere il livello di partenza (me lo ricordo ancora a memoria: su-giù-sinistra-destra-A+B+C+Start insieme). Ricordo che lo trovavo lunghissimo: avevo calcolato a spanne che giocandolo tutto di fila, cosa che non sono mai riuscito a fare per davvero, avrebbe richiesto qualcosa come tre ore, mentre la maggior parte dei videogiochi che avevo giocato all'epoca raramente arrivavano a un'ora (sì, non conoscevo ancora i JRPG)! E' pazzesco pensare che ora il record di speedrun su Sonic sia poco più di 8 minuti, sfruttando dei glitch, e 14 minuti senza glitch... 
All'epoca mi piaceva. Ha smesso di piacermi da quando ho iniziato a mettere le mani su altri giochi...
Inutile negarlo: il concetto alla base di Sonic non mi piace. Hai un personaggio che corre velocissimo, il che rende quasi certo andare a sbattere contro qualche nemico o trappola, perché i riflessi necessari per evitarle quando sei alla massima velocità vanno oltre l'umano, a meno che tu non sappia il livello a memoria. Inoltre i livelli sono esplorabili, andare sempre dritto sfruttando il più possibile la velocità, che dovrebbe essere il fulcro intorno a cui ruota l'intera saga di Sonic, vuol dire non vedere qualcosa come i due terzi del gioco. Esplorare però è complicato, proprio perché la velocità del personaggio non favorisce un approccio più ragionato. Presumo che sia un invito a rigiocare molte volte gli stessi livelli, che è una cosa che all'epoca mi andava bene, ma che col tempo ho iniziato a detestare. Mi sta bene l'esplorazione, ma deve essere tutto nello stesso gameplay. Insomma, dopo aver consumato il primo Sonic fino allo sfinimento, non ho mai giocato a nessuno dei seguiti.

martedì 16 settembre 2025

Run 'n gun 2D con un occhio al passato: Broforce, Metal Slug Awakening, Robocop Vs. Predator

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!  

Ecco un altro articolo della serie "opinioni in pillole", dove raccolgo commenti più o meno brevi per cose che ho visto/letto/giocato. Questo perché mi capita di voler parlare di qualcosa e scriverne un commento, che però risulta troppo corto per farne un articolo a sé stante. In questo caso parliamo un trittico di videogiochi di genere "run and gun" in 2D, che hanno anche la caratteristica di guardare al passato, in modi diversi.


Broforce recensione

Broforce (2015)

Broforce è un "run 'n gun", ossia un platform/sparatutto bidimensionale in cui bisogna correre da sinistra verso destra fino alla fine del livello, seccando lungo la strada qualsiasi cosa faccia l'errore di muoversi. 
Realizzato in un'ottima grafica in pixel art che richiama i quadrettoni dei giochi 8 bit (non che potrebbe mai girare davvero su una console 8 bit, comunque), Broforce si distingue dalla massa dei suoi simili (i vari Metal Slug in testa a tutti) per due particolarità.

martedì 19 agosto 2025

Tutti i videogiochi di Tron

tutti i videogiochi di tron

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

E' un po' che non realizzo un articolo della serie tutti i videogiochi di... , non ho più trovato argomenti che mi interessassero. Ritorno a bomba perché ho visto che è uscito un nuovo videogioco su Tron e mi è venuta voglia di informarmi.

Come tutti i nerd sanno, Tron nasce come film di fantascienza targato Disney nel 1982. Il tema del film sono proprio i videogiochi, infatti i nostri protagonisti, programmatori di videogiochi di successo, vanno a finire in una sorta di mondo virtuale dove agiscono programmi viventi umanizzati. In questo mondo i programmi dissidenti vengono portati nella "Game Grid", o "Rete Giochi", dove vengono costretti a battersi nelle versioni "live action", diciamo, di alcuni videogiochi. 
Per un film così legato al mondo dei videogiochi, che già nel 1982 venivano visti come un media destinato a grande crescita, quali videogiochi "nella vita reale" saranno stati prodotti? E come saranno?

Su Tron sono usciti anche molti giochi non ufficiali, cercherò di trattare i più importanti ma è possibile che me ne sfugga qualcuno.

martedì 1 luglio 2025

Due metroidvania per PC: Guacamelee e Owlboy

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni più o meno brevi, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui per un motivo o per l'altro non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Stavolta parliamo di due metroidvania, da me giocati nella versione per PC!

Se non sapete cos'è un metroidvania, tempo fa lo spiegai qui, ma riassumo: platform d’azione quasi sempre bidimensionali, basati sull’esplorazione di una vasta mappa di gioco nella quale alcune aree non saranno disponibili fino a che non riusciremo a raccogliere i dovuti potenziamenti.


Guacamelee recensione

Guacamelee

Un bel metroidvania, con un'estetica e musiche molto messicane, così come l'ambientazione. Il protagonista è infatti un luchador, e deve affrontare un cattivo tornato dal regno dei morti che ha rapito la ragazza di cui è innamorato. Il ritrovamento di una magica maschera da luchador gli darà il potere di vedere e interagire con il regno dei morti. E picchiarlo, anche.
Molto colorato e divertente, come da tradizione per le opere che fanno riferimento alla famosa ricorrenza del "giorno dei morti" messicano. Il nostro luchador impara nuove mosse man mano che avanza con le quali può sia malmenare i numerosi avversari, sia superare alcuni ostacoli. Come da tradizione metroidvania, una mappa ci dirà quali sono i punti che abbiamo lasciato indietro a cui tornare una volta sbloccata l'abilità necessaria. 

martedì 20 maggio 2025

Opinioni in pillole, videogiochi Android: In Between, Kingdom Rush, Into the dead 2: Unleashed

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ecco un altro articolo della serie "opinioni in pillole", dove raccolgo commenti brevi per cose che ho visto/letto/giocato. Questo perché mi capita di voler parlare di qualcosa e scriverne un commento, che però risulta troppo corto per farne un articolo a sé stante. In questo caso, ho raccolto qui le mie opinioni su tre videogiochi disponibili per piattaforme Android.


In Between

In Between usa uno stile molto triste e malinconico, con colori scuri, per raccontare la storia di un uomo morente. In pratica, non è uno spoiler perché si vede subito, è tutto il sogno di un moribondo, che ogni tanto fa dei riferimenti a episodi della sua vita passata. Riferimenti che possono avere anche ripercussioni sul gioco: ad esempio, dopo una scenetta in cui la madre insegna al protagonista bambino che per non avere paura del buio deve affrontarlo, c'è una serie di livelli in cui il quadro viene lentamente invaso dall'oscurità mentre le si dà le spalle, oscurità che invece arretra se ci si volta verso di essa.
Il gioco è un platform-puzzle in cui possiamo manipolare la gravità: con il pollice sinistro (io ho giocato su cellulare) facciamo correre il personaggio, con il destro decidiamo se la gravità ci deve tirare su, giù, a sinistra o a destra.

Concept interessante, peccato che il gioco sia talmente difficile che l'ho mollato a metà del secondo gruppo di livelli. Non posso mica diventare cretino a ripetere per cento volte lo stesso quadro perché non ho mosso il personaggio nel centesimo di secondo preciso. Basta fare un mezzo passetto in più o  tenere premuto lo schermo per un decimo di secondo di troppo o troppo poco per mandare il personaggio a cadere su spuntoni o altre sfighe. Magari con un joypad invece dei comandi a schermo migliorerebbe un po', ma ci credo poco. Nemmeno i platform che giocavo da ragazzino erano così frustranti, giuro (beh, qualcuno sì).


Kingdom Rush

Kingdom Rush è il primo episodio di una serie di successo, che ha generato svariati seguiti e spin-off, perfino un gioco da tavolo. Uscito originariamente in flash nel 2011, la versione per Android è arrivata due anni dopo, e attualmente è l'unico gioco della serie disponibile gratuitamente sul Play Store.

Si tratta di uno dei più famosi esponenti del genere "tower defense", in cui bisogna difendere la propria base da orde di nemici che generalmente non fanno altro che avanzare in modo piuttosto stupido. In questo caso quello che dobbiamo fare noi è piazzare ai lati del loro cammino delle torri che sparano da sole, con la possibilità di potenziarle. Abbiamo quattro tipi di torri: gli arceri, i maghi, l'artiglieria pesante e i fanti, utili per rallentare le ondate. In più si potranno piazzare in qualsiasi punto della mappa degli altri fanti che respawnano periodicamente e un eroe, più potente degli altri.

Il gioco è "davvero" gratuito, nel senso che si possono acquistare degli altri eroi che però non sono molto più potenti dei quattro di base a disposizione, e delle gemme per acquistare degli utili oggetti consumabili quali energia o esplosivi, gemme che però possono essere raccolte anche guardando un po' di pubblicità (o meglio, facendo partire le pubblicità sul cellulare mentre facciamo altro).


Il gioco è divertente e ipnotico, fa venire continuamente voglia di farci una partita. Fino alla fine della campagna principale volevo giocare in continuazione. Poi, una volta conclusa quella si sbloccano delle missioni aggiuntive, e lì devo dire che mi è un po' passata la voglia.

Probabilmente i giochi di tipo strategico non sono il mio pane, e in effetti non ne sono mai stato un appassionato, fatto sta che da quel punto diventa davvero difficilissimo, almeno per me. Le ondate sembrano non finire mai, i nemici sono potentissimi, le risorse sempre insufficienti.
Mi è sembrato anche difficile se non impossibile impostare una propria strategia. Se nei primi livelli potevi ad esempio scegliere se disseminare torri poco potenti in tutta l'area o concentrare gli attacchi in punti strategici, negli ultimi bisogna seguire strategie ben precise che prevedono di provare almeno dieci volte ogni quadro fino ad imparare a memoria le diverse tipolodie di nemici delle varie ondate e aver tentato i diversi approcci fino a trovare "quello giusto". Non mi vergogno di ammettere di aver dato più di una sbirciata alla guida strategica ufficiale: Ebbene, mi è successo di aver seguito alla lettera la guida e perdere lo stesso! Probabilmente non ho potenziato le torri nell'ordine esatto, oppure ho usato la meteora nel momento o nel punto sbagliato. Un approccio che da "strategico" diventa "trial and error", e non fa per me.
Per fortuna si può abbassare la difficoltà in qualsiasi momento, e la situazione è un po' migliorata. Tra la difficoltà inferiore e l'esperienza sono riuscito ad andare avanti senza più bisogno di seguire la guida, e al momento mi rimangono da completare solo più due missioni, delle quali però non riesco a sopravvivere nemmeno a metà delle ondate!



Into the dead 2: Unleashed

Forse non tutti sanno che Netflix mette a disposizione alcuni videogiochi per smartphone in versione completa per i suoi abbonati. Into the dead 2 è uno di questi giochi, che ho prontamente installato sul mio tablet.

Si tratta in effetti di un gioco di corse in 3D, come il noto Temple Run. Quelli dove il personaggio corre schivando ostacoli e raccogliendo monete o altro, gli store Android e IOS sono pieni di cloni con vari personaggi come Sonic o Super Mario.
In Into the dead 2, sebbene il principio sia simile, invece di una grafica cartoonesca abbiamo uno stile realistico e un mucchio di zombi.
Niente monete sospese da raccogliere, quindi, giusto qualche pacco di munizioni ogni tanto. Dobbiamo attraversare di corsa lande infestate di morti viventi facendoci strada sparando. 
Il gioco funziona con le meccaniche tipiche dei "giochi da cellulare", quindi livelli brevi ognuno con una serie di obbiettivi secondari, tipo uccidere un certo numero di zombi con un'arma specifica. Soddisfando gli obbiettivi secondari si sbloccano nuove armi, armi che possono anche essere potenziate con i soldi ottenuti sempre con gli obbiettivi secondari.

All'inizio è difficile capire dove conviene spendere i soldi, perché visto che una volta ottenuti i trofei degli obbiettivi secondari non è più possibile rifarli quindi la quantità di soldi disponibili nell'intero gioco è limitata.


C'è anche una serie di missioni secondarie, che mettono alla guida di personaggi diversi dal protagonista, e a volte in situazioni particolari, come missioni in notturna con il visore a infrarossi o simili. Sono in genere più facili della storia principale, perché non ci sono gli obbiettivi secondari e quindi si può stare più attenti a schivare gli zombi invece che a ucciderli. In particolare la prima di queste missioni secondarie si svolge in un'ambientazione completamente diversa: la New York infestata dai fantasmi di Ghostbusters! Nei panni di una recluta dovremo farci strada tra orde di spetti insieme a Peter, Egon, Ray e Winston, i cui volti sono disegnati con l'aspetto che avevano nei cartoni, ma più realistici.

C'è da dire che, a parte quello dei Ghostbusters, le altre "storie secondarie" risultano poco interessanti perché troppo facili. Non essendoci gli obbiettivi secondari come nella missione principale è più facile risparmiare munizioni schivando semplicemente gli zombi e tenendosele per quando serve davvero.

Ammetttiamolo: sparare agli zombi è divertente! Il gioco è frenetico e appagante. Inoltre, cosa che manca da quasi tutti gli altri giochi di questo tipo, c'è una trama! Certo, è una trama banalissima e semplicissima che si limita a due parole scambiate alla radio tra il protagonista e la sua famiglia tra un livello e l'altro, ma c'è, e da un senso al nostro correre come pazzi in mezzo a cadaveri ambulanti putrefatti.

Si nota a lungo andare una certa ripetività, ci sono molte armi a disposizione da vincere ma gli zombi sono tutti uguali: più sono grassi e più sono resistenti, alcuni stanno fermi sul posto e altri ci corrono incontro, e lì finisce la varietà dei nemici. Ci sarebbe stato bene qualche nemico diverso, o qualche altra missione particolare, tipo alla guida di un veicolo. Ci sono dei veicoli su cui salire, ma vanno avanti da soli mentre noi sventagliamo a destra e a sinistra una mitragliatrice dalle munizioni infinte, e il casino su schermo è tale che non ci si capisce nulla e si continua solo a tenere premuto il tasto di sparo mentre esplode tutto. Noioso.
La missione dei Ghostbusters viene in nostro aiuto perché è l'unica a presentare dei nemici diversi dagli zombi, e anche l'unica ad avere un boss, altra cosa di cui si sente la mancanza. Un boss solo in tutto il gioco e in una missione secondaria, e dai.

L'unico boss presente nel gioco.

Divertente e gratuito se avete l'account Netflix. Non sarà perfetto, ma che volere di più?
Si consiglia però l'uso di un tablet, su un cellulare i nemici possono risultare troppo piccoli, e inoltre il personaggio alza l'arma quando sta puntando un nemico (il puntamento è automatico, basta essere abbastanza vicini), ma è un movimento che su uno schermo piccolo può risultare impercettibile e portare a sprecare un mucchio di munizioni. Ci sarebbe stato bene un mirino o qualcosa di simile.

Il Moro


Ho pubblicato diverse compilation di videogiochi, videogiochi cioè accomunati da un tema particolare. Ad esempio tutti i videogiochi dove compare un particolare attore o personaggio, o seguiti più o meno apocrifi di un videogioco classico, e altre. Alcune sono "elenchi ragionati", altre veri e propri approfondimenti sul tema. Le trovate tutte a questo link.

martedì 29 aprile 2025

JRPG per console portatili retrò: Shin Megami Tensei: Strange Journey e Half-minute Hero

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Stavolta parliamo di due JRPG, che non c'entrano nulla l'uno con l'altro se non per il fatto di essere usciti per due console portatili ormai vecchiotte e di essere appunto due JRPG. E anche per quello ho dei dubbi. 


Shin Megami Tensei: Strange Journey recensione

Shin Megami Tensei: Strange Journey

Gioco uscito nel 2009 per il Nintendo DS, facente parte dell'infinita saga di Shin Megami Tensei (qualcosa tipo 50 o 60 giochi). 
Ad avermi attirato verso questo gioco particolare, (oltre al fatto che possiedo un Nintendo DS che non mostra ancora intenzione di mollarmi) è l'ambientazione fantascientifica. Si sa infatti che la stragrande maggioranza dei JRPG ha ambientazioni fantasy o al massimo ibride. In Strange Journey, invece, la componente fantascientifica risulta preponderante, anche se ci sono i demoni.
Caratteristica di tutta la saga è infatti la possibilità di evocare dei demoni come alleati per combattere al nostro fianco... ma andiamo con ordine.

martedì 1 aprile 2025

The Electric State: il racconto illustrato di Simon Stålenhag e il film Netflix, e già che ci siamo pure il videogioco

The Electric state, di Simon Stålenhag (2018) recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Si fa un gran parlare (male, per lo più) del film Netflix The Electric State, noto più che altro per la cifra folle che è costato. Giusto per dare qualcosa in più alla mia opinione rispetto a quella degli altri, ho deciso di leggermi prima il fumetto (che in realtà non è un fumetto) e parlarvene qui.
Quindi:

The Electric state, di Simon Stålenhag (2018)

Simon Stålenhag è un artista svedese, specializzato in arte digitale di genere retro-futuristico. In particolare il suo soggetto preferito sono edifici o macchinari in rovina in mezzo alla campagna, che danno un'idea di malinconia e di un mondo che è andato in una direzione diversa. Si tratta né più e né meno che di arte ucronica, che immagina un passato in cui la tecnologia si è evoluta più in fretta rispetto a quello che è successo nel nostro mondo, e in cui però a un certo punto tutto è collassato. Molte delle sue illustrazioni sono state pubblicate in raccolte, alcune unite solo da una certa continuità tematica, altre raccontano proprio una storia, per quanto vaga e senza parole. Almeno credo, in realtà non ho mai preso in mano una sua raccolta a parte The electric state, quindi non so dire se anche le altre avevano una storia scritta ad accompagnarle, ma da quel che ho capito per lo più no, erano solo raccolte di illustrazioni che in qualche caso, viste in sequenza, davano l'idea di una trama. Da una di queste raccolte di illustrazioni digitali, Tales From The Loop, è stata tratta l'omonima serie televisiva, che incorpora anche elementi dal gioco da tavolo tratto dallo stesso libro. Non l'ho vista.

Sul sito di Simon Stålenhag potete trovare una gran quantità di illustrazioni, comprese tutte o quasi quelle di The Electric State, senza però la storia che le accompagna. Vi metto qui una manciata di sue illustrazioni scelte a caso prese proprio da quel sito.

martedì 11 marzo 2025

Bioshock Infinite, per me un gioco davvero infinito!

BioShock Infinite (2013) recensione

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ho avuto svariate difficoltà a finire questo gioco del 2013.

Bioshock Infinite è stato criticato perché troppo breve rispetto ad altri giochi dello stesso genere: una quindicina di ore in tutto.
Mi sento di dissentire: con il tempo che ho a disposizione per i videogiochi, in particolare per giocare al PC (mi riesce molto più facile giocare con il tablet o con il Nintendo DS, che permettono sessioni di gioco anche di pochi minuti per volta), e alternandolo ad altri giochi (su tablet e NDS, appunto) ad arrivare alla fine di Bioshock Infinite ci ho messo quasi un anno! Roba da pazzi! Ho capito perché si intitola così!

Tutta questa fatica, e ora non ho nemmeno voglia di scrivere una recensione. Comunque, facciamo questo sforzo. Ho amato i primi due Bioshock, un sacco. L'unico loro difetto era che erano troppo simili tra loro, il secondo sembrava un'espansione del primo più che un sequel.
Ho trovato quindi un'ottima idea per il terzo episodio quella di mantenere le tematiche, ma cambiare l'ambientazione: siamo sempre in un inizio '900 retrofuturistico, ma invece della città subacquea abbiamo una città tra le nuvole. Anche qui la città è stata fondata da un magnate visionario che ha attirato a sé molti cittadini benestanti che volevano staccarsi dagli Stati Uniti, in disaccordo con la loro politica. Anche qui ovviamente dietro ci sono strani magheggi politici e tecnologici e altra roba molto poco chiara.

martedì 11 febbraio 2025

Videogiochi PC: A Plague's Tale: Innocence e Death Stranding

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Un altro articolo in cui metto insieme opinioni brevi, in questo caso neanche poi tanto, su cose che ho visto/letto/giocato e a cui non mi andava di dedicare articoli più lunghi e dettagliati. Di solito cerco di mettere insieme i prodotti per argomenti o similitudini varie, ma stavolta avevo lì questi due commenti che mi avanzavano e che non hanno praticamente nulla in comune se non l'essere degli action/adventure in terza persona. Beccateveli comunque.


A plague's tale: innocence. recensione

A plague's tale: innocence.

La cosa che colpisce immediatamente di questo gioco e l'interessante ambientazione: siamo infatti nel 1300, nel momento in cui L'Europa è stata colpita dalla piaga della peste nera. Se andiamo a vedere i dati storici quell'epidemia si portò via un terzo degli abitanti dell'Europa, un evento che ha cambiato la storia, provocando oltre a una crisi umanitaria anche una crisi economica senza precedenti. A plague's tale: innocence ci porta nel pieno di quel terribile periodo, facendosi respirare l'atmosfera di paura e di sospetto serpeggiante tra la gente.

Dal punto di vista del gameplay, il gioco presenta delle sezioni stealth nelle quali dobbiamo attraversare zone infestate di soldati senza farci vedere, alternate a delle sezioni con degli enigmi ambientali, basate tutti sulla luce che è l'unico modo di tenere lontane le orde di migliaia di ratti che infestano questa regione della Francia.
Ratti, ratti ovunque: questa è la principale caratteristica del gioco, ratti a milioni che ci divoreranno in un attimo non appena usciremo dal raggio di una fonte di luce. 

martedì 21 gennaio 2025

Sundered, un metroidvania lovecraftiano

sundered recensione


Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Sundered è un videogioco sviluppato da un team canadese, uno di quelli che non sai mai se definire "indie" o semplicemente "piccoli". Trattasi di un metroidvania 2D in grafica bidimensionale disegnata. 
Il metroidvania 2D è tra i miei generi videoludici preferiti, ma ultimamente, soprattutto grazie alla scena indipendente, è davvero difficile orientarsi nella marea di offerte in questo senso (se non sapete cos'è un metroidvania, ne diedi una spiegazione nell'articolo di Aliens infestation). Negli ultimi anni i metroidvania sono spuntati come funghi, e scegliere quale giocare diventa difficile, per fortuna ci vengono incontro occasioni come quella offerta dal recente bundle for Ukraine del sito itch.io, che con 10 euro da l'acceso a quasi mille tra videogiochi e manuali per giochi di ruolo e simili. Ed è pure beneficenza.

Sundered è per l'appunto uno dei giochi compresi nel bundle, e anche uno di quelli che da soli valgono il prezzo del pacchetto.
La protagonista, Eshe, di etnia araba si direbbe, si ritrova nel deserto dove finisce in una surreale città sotterranea, dove un'entità che parla direttamente nella sua testa le affida l'incarico di... boh, in realtà non ho capito bene nonostante i sottotitoli in italiano, la storia è piuttosto criptica. Veniamo subito buttati nel mezzo dell'azione, intenti a esplorare corridoi e affettare mostri usciti da un incubo lovecraftiano.
In effetti i riferimenti a Lovecraft e ai Miti di Cthulhu sono parecchi, sia nell'aspetto dei nemici che nei loro nomi, alcuni dei quali sono riconoscibili immediatamente. 

martedì 26 novembre 2024

Brothers: A Tale of Two Sons, due fratelli a spasso

Brothers: A tale of two sons recensione
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Brothers: a tale of two sons è un gioco indipendente del 2013, che mi viene naturale paragonare a ICO, di cui abbiamo già  parlato qui
Questo perché anche qui abbiamo costantemente due personaggi, che devono collaborare continuamente per poter procedere. A differenza di Ico, però, in cui controllavamo uno dei due e dovevamo trascinarci dietro l'altra, qui dobbiamo controllare contemporaneamente entrambi i personaggi.

Ma iniziamo dalla trama: siamo in un'ambientazione fantasy-medievale e il padre di questi due fratelli si sente male. Viene loro spiegato che per curarlo devono procurarsi un'erba particolare che si trova solo a Vattelapesca, provincia di Sticazzus, e l'app di Glovo non funziona. Iniziano quindi il loro viaggio, che li porterà ad attraversare terre sconosciute, affascinanti e pericolose.

Sì, come trama non è un granché, si tratta in effetti solo di un pretesto come un altro per mettere in viaggio questi due e farli, appunto, attraversare diverse ambientazioni. Solo nel finale abbiamo di nuovo un po' di trama, anche abbastanza toccante.

martedì 8 ottobre 2024

Battle Chaser Nightwar, il videogioco che raccoglie l'eredità del fumetto interrotto vent'anni fa.

Battle Chaser Nightwar recensione videogioco e fumetto

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ad attirare la mia attenzione su questo gioco è stato nient'altro che il fatto che è andato in promozione per un certo periodo, da 9,99 a 0,99 euro. Quindi ho letto qualche recensione e me lo sono comprato, visto anche che non sono previsti acquisti in-app, pubblicità o altro.

Da queste recensioni ho scoperto che il gioco è tratto da un fumetto intitolato semplicemente Battle Chaser. Fumetto pubblicato nel 1998, scritto e disegnato da Joe Madureira (coadiuvato da altri, ma la star è lui, forte del successo con gli X-Men). Già che c'ero quindi ho deciso di leggermi prima il fumetto.

Battle Chaser Nightwar recensione videogioco e fumetto

Si tratta di un fantasy magipunk (nel senso che è presente della tecnologia alimentata dal mana) che, fin dalle prime pagine, ricorda un videogioco o una campagna di Dungeons & Dragons. A partire dalla presentazione dei diversi personaggi: c'è il mago anziano, c'è il paladino depresso per via della morte della moglie, c'è un golem spaventoso a vedersi ma dal cuore d'oro, c'è una ladra dalle maniere brusche e dalle tette enormi vestita più o meno come Red Sonja (o Tyris Flare, a seconda del media di riferimento che preferite).

martedì 13 agosto 2024

Opinioni in pillole, JRPG: Valchirie profile: Lenneth, Tales of Symphonia

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ecco un altro articolo della serie "opinioni in pillole", dove raccolgo commenti più o meno brevi per cose che ho visto/letto/giocato. In questo caso parliamo di due videogiochi di ruolo giapponesi piuttosto vecchiotti, diciamo pure che siamo in piena categooria retrogame.


Valchirie profile: Lenneth

Valchirie profile: Lenneth

Valkyrie Profile  è uscito originariamente nel 1999 per Playstation, prodotto dalla Enix, e nel 2006 è stato prodotto dalla Square Enix il remake per PSP, intitolato appunto Valkyrie Profile: Lenneth. Rispetto all'originale, il remake vede gli originali filmati realizzati in stile anime sostituiti con dei filmati in CGI.

 Il JRPG è è sempre stato uno dei miei generi videoludici preferiti, dai tempi della PlayStation 1 e del mio primo incontro con questo genere di giochi, nientepopodimeno che con Final Fantasy VII. Negli ultimi anni però il genere ha cominciato a venirmi un po' a noia, un po' perché richiede una quantità esagerata di ore di gioco, e alla mia età temo di non avere più tutto questo tempo, un po' perché ho cominciato ad avere una certa ritrosia verso il fantasy, non solo in ambito videoludico, e il fantasy è l'ambientazione principe di questo tipo di giochi, soprattutto di quelli che non ho ancora giocato...

Nel caso che voleste sapere a quali ho già giocato, vi rimando alla mia personale classifica dei JRPG.

martedì 2 luglio 2024

Opinioni in pillole: avventure grafiche vecchie e nuove. The longest Journey, Samorost 3, Thimbleweed Park

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Raccolgo qui un po' di commenti che ho scritto per alcune avventure grafiche che ho giocato di recente, commenti troppo corti per diventare articoli a sé stanti.
Le avventure grafiche sono per me un genere abbastanza nuovo, grazie allo SCUMMVM sto recuperando molti antichi capolavori che all'epoca avevo snobbato, (anche perché la maggior parte girava su macchine che non ho mai avuto). Contemporaneamente, sto anche giocando ad avventure più moderne. In questo articolo parlo delle ultime tre che ho affrontato.



The Longest Journey recensione

The Longest Journey

The Longest Journey è un'avventura grafica punta e clicca del 1999, creata dalla casa norvegese FunCom (storia e design di Ragnar Tørnquist)
Ho affrontato questo gioco nel modo sbagliato: si tratta di un gioco estremamente statico in cui bisogna leggere un sacco di dialoghi, buona parte dei quali sono solo chiacchiere che non servono a mandare avanti la storia. Giocarci di sera dopo aver messo il bambino a dormire è il modo migliore per addormentarsi sulla tastiera (ed è successo). Ma, oh, quello è il momento in cui posso giocare col computer... 😅

martedì 14 maggio 2024

Opinioni in pillole, videogiochi in 2D che non sono riuscito a finire: Teslagrad, Lucky Luna, Slain - Brack from Hell, Rising Hell

 Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Ecco un altro articolo della serie "opinioni in pillole", dove raccolgo commenti più o meno brevi per cose che ho visto/letto/giocato. In questo caso parliamo di 4 videogiochi in 2D, che non sono riuscito a finire.


Teslagrad  recensione

Teslagrad (2013, giocato da me nella versione per Android)

Teslagrad è un puzzle-platform ambientato apparentemente al tempo della seconda guerra mondiale. In realtà siamo nel regno di Elektopia, governato da un re crudele, che ha ottenuto il potere distruggendo una setta di tecnomaghi che dominavano il potere dell'elettricità. Un giorno un bambino, inseguito dalle guardie del re per motivi inizialmente misteriosi, scappa entrando nella torre dei tecnomaghi, e qui inizia la sua scalata verso la cima.

Il gioco ha qualche elemento da metroidvania, ci sono delle sezioni inizialmente non raggiungibili che diventano disponibili dopo aver sbloccato nuovi poteri. Poca roba comunque, per la maggior parte è un platform abbastanza lineare diviso in quadri nei quali per proseguire oltre a saltare da una piattaforma all'altra bisognerà risolvere degli enigmi ambientali basati sul magnetismo. Poli uguali si respingono e poli uguali si attraggono, usando un guanto speciale potremo cambiare di polarità ad alcuni elementi dello scenario per ottenere vari effetti, e usando un particolare mantello con cappuccio potremo magnetizzare anche il protagonista. Esempio, maghetizzando positivamente il mantello potremo saltare e appenderci a un soffitto magnetizzato negativamente.

giovedì 18 aprile 2024

Opinioni in pillole, cinque opere (più altre due a metà) tratte dalla Divina Commedia, seconda parte

Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Benvenuti alla seconda parte di questo piccolo speciale sulle opere tratte dalla Divina Commedia. Come già detto, non c'è nessuna pretesa di completezza, solo che per caso mi sono ritrovato a leggere/giocare diverse opere derivate dagli scritti del Sommo Poeta nel giro di poco tempo, quindi ho raccolto le mie opinioni al riguardo in questi tre articoli. Qui trovate il primo. Per il terzo, dovrete aspettare fino a martedì.
Stavolta mi focalizzerò sui videogiochi.


Dante's Inferno (videogioco 2010) recensione

Dante's Inferno (2010)

L'inferno dantesco è anche l'ambientazione di questo gioco d'azione per PS3, PSP e Xbox 360. Il protagonista, però, non è il Dante poeta ma un altro tizio con lo stesso nome, un veterano della terza crociata che viene ucciso durante la stessa ma riesce a sconfiggere in duello la Morte (il primo combattimento è anche il primo boss) e quindi a tornare in vita.
Tornato a Firenze, scopre che la sua amata Beatrice è stata rapita da Lucifero in persona, per scopi misteriosi. Non esita dunque a gettarsi all'inseguimento del diavolo e della sua amata, potendo muoversi liberamente all'Inferno forte del fatto di aver già sconfitto la Morte, e armato della falce d'ossa che le ha strappato. Qui distrugge più o meno tutto quello che incontra, guidato da Virgilio che compare ogni tanto per accompagnarlo nel suo viaggio. Il poeta romano ha il compito di dare informazioni su quanto ci aspetta declamandolo in versi, e saltuariamente ci consegna dei potenziamenti.

martedì 26 marzo 2024

Chaos Rings III, tra il giochino per cellulari e il tripla A

Chaos Rings III recensione


Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Chaos Rings III non è stato realizzato dalla solita Square Enix, regina (più o meno) indiscussa dei JRPG, che l'ha solo pubblicato. Le menti dietro il gioco sono invece della Media.Vision, già autori di Wild Arms.

Il gioco, uscito nel 2014, nonostante il 3 nel nome è il quarto episodio della saga Chaos Rings, saga sviluppata interamente per il mercato mobile. Ma tanto sono come i Final Fantasy, la trama non c'entra nulla con i predecessori con i quali ha probabilmente in comune solo alcuni aspetti del gameplay. 

Il fatto che sia uscita una versione di questo gioco anche per PSVita ci fa intuire la natura della produzione: nonostante si tratti di un gioco per smartphone e tablet, è tutt'altro che un "giochino per cellulari" come le migliaia che infestano il Play Store.
Si tratta piuttosto di un gioco fatto e finito, senza stupide microtransazioni (e ci mancherebbe pure, visto il prezzo notevole) che appunto non sfigura per nulla rispetto a un gioco per console, sia per quanto riguarda l'aspetto tecnico che quello narrativo.
La natura di gioco per dispositivi mobili si vede praticamente solo nell'implementazione dei comandi a touch screen, in particolare nei menu, in una certa tendenza a spingere per partite brevi con salvataggi frequentissimi, e premi giornalieri per ogni volta che si apre il gioco. E' possibile giocarci seduti sul cesso, insomma, anche se la lunghezza totale del gioco è paragonabile a quella di altri JRPG (io sono arrivato a una novantina di ore, completandolo al 90% o giù di lì), quindi vi serviranno MOLTE sessioni sulla tazza o una settimana di influenza intestinale.

martedì 27 febbraio 2024

Videogiochi di Dragonball non di botte

Videogiochi di Dragonball non picchiaduro
Salve a tutti, è Il Moro che vi parla!

Dragonball sappiamo tutti cos'è, e sappiamo che è un brand legato strettamente al concetto di "botte"! Mazzate, combattimenti, chiamateli come volete, ma è questo quello a cui si pensa quando si pensa a Dragonball, giustamente, visto che anche nella parte iniziale, con Goku bambino, nonostante ci siano anche spunti narrativi diversi il concetto di risolvere i problemi a manate in faccia è sempre preponderante. Per la maggior parte del tempo, poi, l'abilità nel combattimento non è un mezzo per raggiungere un fine, ma il fine stesso.
Proprio per questo, la stragrande maggioranza dei numerosissimi videogiochi tratti dal brand (parliamo di più di 200 titoli!) sono picchiaduro, per lo più uno contro uno.

La stragrande maggioranza, appunto, visto che ne esistono alcuni che picchiaduro non sono. E proprio per questo quando li si prova risultano abbastabza stranianti!

Ho provato a raccoglierli qui. Per non rendere la lista troppo lunga ho escluso anche alcuni platform e RPG in cui comunque c'è una forte componente di combattimenti.

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