LAVORI FATTI A MANO

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30/03/15

Le patate della nonna

Quando ero piccola vivevamo in uno strano palazzone, noi al primo piano piano  e la nonna Marietta al sesto.
La nonna era la depositaria degli spicchi d'aglio, delle cipolle, delle patate, del bicchierino dell'aceto per condire i pomodori e delle cinquantamilalire quando non si arrivava a fine mese.
Le patate le teneva nello stanzino, in una cassetta di legno che non se ne trovano più, coperta con fogli di giornale.... il fotoromanzo in bianco e nero del Grand Hotel
Lo stanzino aveva uno strano odore: di stantio, di patate andate a male, di naftalina, di tarli, di scarpe da tutti i giorni  (che quelle buone le teneva nel comodino in camera)
.... ma era anche un luogo magico, un nostrano Armadio di Narnia, dove nasconderci e sognare.
Lo zucchero, invece, la nonna lo teneva in un armadio nell'ingresso. Invaso da piattoline rosse che schiacciava con la stessa noncuranza con cui diceva la parola "coglioni" unica parolaccia ammessa al suo cospetto.  Anche lo stupida che spesso ci urlavamo fra sorelle era vietato.
Le patate della nonna erano piene di terra,  sempre avvizzite, passate da generazioni, frutti della stagione passata..
Piene di occhi e filamenti....
 Eppure le patate della nonna erano buonissime.
Oggi mi sono ritornate in mente mentre guardavo le mie patate perfette, pulite, rotonde, senza sapore.



10/06/12

Il Benzinaio notturno

Torno a casa di sera, è tardi, ho appena finito di lavorare e fra una chiacchiera e l'altra arrivare a mezzanotte è un momento ( e meno male che non lavoro tutte le sere).
Cavolo non ho messo gasolio cerco di ricordarmi quando ho fatto il pieno l'ultima volta ... vabbeh che la macchina al uso poco ma è passato più di un mese ce ne sarà rimasto giusto un goccio, ok mi fermo al primo benzinaio tanto è un self service è sempre aperto. Un po' buietto eh, ci metto solo 20 euri così faccio veloce.
La macchinetta me li risputa, passano le macchine, qualcuno mi guarda, ma la divisa di Panorama non è certo provocante, scomoda, calda, sintetica questo sì, ma quanto all'essere provocante.....tanto io  non voglio aiuto da nessuno: voglio solo mettere un ca@@o di 20 euri di gasolio dentro il serbatoio di questa macchina. che è pure chiusa a chiave e per prendere il bancomat la devo  pure riaprire, non mi si sblocca, lampeggio che sembro un albero di Natale ma pigio sempre la chiusura ,cerco il portafoglio, sento cadere le chiavi di casa, (meer@a) il cellulare si è infilato dentro il seggiolino devo ricordarmi di prenderlo sennò passa lì la notte, gli occhiali da sole sortiranno fuori fra qualche giorno. Ramazzo alla cieca davanti al seggiolino, è la mia macchina ma sembra una discarica... bottigliette vuote, dépliant scaduti, sacchi trasparenti della verdura, migliaia di scontrini appallottolati...... e questo solo davanti, Non voglio indagare su cosa ci sia dietro.... Non ora, non a mezzanotte passata.
Trovo il bancomat, giuro ho fatto la fila, ma a me a quest'ora la fila dietro non mi piace, meno male che è un collega tiro un sospiro di sollievo, faccio il codice del bancomat..
Trent'anni fa non era così, se eri senza benzina la sera nessun problema: aspettavi le 22 e andavi  dal benzinaio notturno, quello in Via Baccio da Montelupo che  alle 9 c'era già la fila dei ragazzi a chiedere gli spiccioli per mettere 1000 lire di miscela, perché dal benzinaio si andava prima per aspettare che aprisse. E se stavi a Scandicci c'era quello in Via Deledda  ,  noi si stava lì, tutti, con la macchina messa rigorosamente di traverso a chiaccherare con tutti quelli che arrivavano e che parcheggiavano rigorosamente di traverso al nostro di traverso : E così si passavano serate, o si  combinavano, che poi  dopo si usciva tutti assieme.
Erano altri bei tempi, ora il benzinaio notturno non c'è più e non ha nemmeno più quel bellissimo portafoglio di cartone legato con l'elastico che i fogli da diecimila ci stavano tutti distesi.
Ora c'è il self service, che se hai le gomme sgonfie, ti manca l'acqua, o tu bolle ti arrangi.
O vai dal benzinaio dell'Esso che c'è  sulla strada per andare a lavorare, che non ci metto mai gasolio ma quando la macchina è sgonfia, non funziona, fa put put, o gli si accendono delle lucine,che non sono le frecce, mi  ci fermo sempre, e lui gentilissimo sempre la sistema..
Ok vado a mettere gasolio al self service che sennò domani a lavorare non ci arrivo mica, sono le 21,30 quasi quasi vado a fare la fila in Via Baccio......




09/11/09

Anni '80

Raccolgo l'invito di Ornella (Tartaruga Folle) per scrivere un post su come eravamo negli anni '80.
Eccomi qua 1980 gita allo zoo di   Pistoia (io sono quella fuori dalla gabbia).  Occhialino alla John Lennon. Ricciolo naturale.



1981 le mie due grandi passioni: leggere e scrivere (se vi interessa so che libro stavo leggendo) e sopratutto so che cosa stavo scrivendo: il mio primo diario, quelli in carta cinese con la copertina in seta e la costolina in finto cuoio. Le pagine leggerissime e decorate.  Mi dispiace pensare che è andato distrutto dalla muffa in cantina: ne aveva di cose da raccontare.... ma forse è meglio così che non ci sia più .... Quanto a leggere sì: comodamente sdraiata in mezzo di strada. Polacchine jeans stretti... ma io questa moda qui la rivedo in giro.

La Bida, è il nome della gatta siamo sempre nei primi mesi del 1981. Da notare l'effetto speciale bolle di sapone. Ci sono sempre nella mia vita. Scoppiano, poi soffi ed eccole di nuovo.
al mare 1982
a fare le bolle. Perchè ovviamente uno va al mare con gli amici ( e che amici) e fa le bolle di sapone sul bagnasciuga...
1983  fu l'anno del cambiamento. In realtà  cambiai l'ultimo dell'anno da freakettona qual'ero, andavo a scuola con vestiti indiani, zoccoli, calzini di lana (che faceva la nonna) e poncho peruviano, tinsi tutto il possibile di nero, l'indiano lo regalai e mi trasformai. Quando tornai a scuola, dopo e vacanze i professori non mi riconobbero.

Periodo nero, nero i vestiti, nero l'uomo che mi stava accanto, nero il trucco.
Viso mortalmente pallido, gli amici del babbo mi chiamavano Morticia. Secca come una acciuga. Nera da portar sfiga. Pettinata come solo io riesco a pettinarmi (elegantemente spettinata). però con il rossetto rosso stavo bene: da riproporre. Il vestito era una mia creazione una rendingote nera con gonna a pieghe sotto. Faceva tanto maestrina.
L'anno della Maturità 1984. Una delle poche foto che ho con i capelli corti.

1987 di nuovo un cambiamento. L'anno dei viaggi. Dei capelli  strani, che mi costò una fortuna farmeli in quella maniera, perchè ero triste e la mia collega mi fissò l'appuntamento da uno dei migliori parrucchieri di Firenze per dare un taglio ai riccioli del passato. Ora mi accorgo che assomigliavo (e neanche tanto vagamente) a Lorella Cuccarini versione mora. Da notare che viaggiavo sempre con la lacca in borsa.

E così  sono passati anche gli anni '80.
Quando andavo al Cinema Universale ed in vespa con gli amici. Sarà che è un sacco di tempo ma io ci ho proprio nostalgia dei  miei anni '80: delle cose che facevo, dei posti dove andavo, delle persone che c'erano e se ne sono andate, erano gli anni dell'Amica del cuore. Sono stati gli anni dell'amore, della maturità, del diventare maggiorenne, dei primi viaggi. E tutti i giorni era una cosa nuova. Erano gli anni di Chernobyl e del muro di berlino. Negli uffici giravano i primi fax e ci sembrava chissàchecosa. Quando andavo in Jugoslavia, per dire che ero arrivata, mandavo un telegramma  a casa. Erano gli anni che quando mi chiamavano portavo il telefono in bagno e parlavo con la schiena appoggiata alla vasca e le sorelle che bussavano perchè volevano o il bagno o il telefono. Erano gli anni che gli amori finivano e non c'era il Dr Stranamore. Erano gli anni che se volevi parlare di nascosto prendevi un gettone e andavi in cabina. Che i ragazzi facevano il militare, ma le donne no.
E ancora 1000 giorni dei miei anni '80 perchè io non dimentico mai.

E se qualcuno si lamenta di queste foto bene  vi dico che dopo di queste ne ho pochissime. Non gli è mai piaciuto farmi le fotografie. Ho qualche diapositiva che non riesco a scannare. Ho foto poi di quando sono arrivati i bimbi. Mie pochissime. Evidentemente sono un brutto soggetto.

21/05/08

Il Cinema Universale

E' tre giorni che sono sfasata. Se fossi incinta direi che ho una voglia che non me la levo di dosso. Ma non sono incinta. Ho solo voglia di andare a vedere un film all'Universale. Anzi avrei voglia di andare all'Universale. E come me, ad altri deve esser presa questa voglia perchè ci stanno adirittura facendo un film. E qui gli hanno dedicato un sito. Io ero una dell'Universale e quando parlano dell' AMBBURRACCIUGAGNENE!!! Io me le ricordo le urla, ed il bar, ed il piccione, di cui nessuno si rammenta più, entrato, forse, per via dell'aria condizionata estiva, cioè si aprivano le porte ed entrava ogni ben di Dio. Ho imparato a ballare "a jamp on the left" del Rocky Horror, mi sono innamorata di David Bowie per quante volte ho visto "L'uomo che cadde sulla terra", e poi "Hair" perchè ero una figlia dei fiori. Non sono mai riuscita a vedere per intero "The songs remains the same" dei Led Zeppelin, perchè mi faceva piangere. Però poi cantavo a quello di "Crosby Stills Nash e Young" (magia della coincidenza nel link sotto, quello riferito alle voci, si sente in sottofondo la musica di Nashville). E marciavo sulle note di "The Wall" dei Pink Floid. Ho visto cartoon che nessuno sà neanche che sono usciti "American Pop" (e leggete anche qui)e "Heavy metal" musica metal e regia di Potterton. Ma ci ho anche visto "La collina dei conigli" dal romanzo di Addams. e come dimenticare "The Rose" ispirato alla mitica Janis Joplin. si', è vero c'era un genere che "tirava" di più ma qualsiasi film ci fosse sulle schermo la sala era sempre piena. E quando c'era posto: in galleria; due gradini più in alto della platea, 'che si scavalcava per far prima ,seduti in prima fila, i piedi rigorosamente sulla balaustra . E nelle file dietro? ci stavano quelli che, illusi, pensavano di venire a vedere un film. Che bei tempi, erano quelli , che se il film ti era piaciuto lo guardavi e riguardavi, e nessuno ti buttava fuori perchè era scaduto il biglietto. Altri film tanti, che non li danno più nemmeno in televisione. E girovagando mi sono resa conto che non sono la sola ad essere stata presa da un attacco di nostalgia, ci sono altre persone e magia sentite: quà si sentono il film e le voci degli spettatori, ecco non era un cinema forse un teatro dove tutti eravamo protagonisti. Stò ascoltando ad occhi chiusi, ciao. Stasera sono all'Universale.

06/05/08

Ricordi


Eccolo, è riapparso, nel cambio di stagione, chissà perchè continuo a farmi male tutti gli anni, e ne sono già passati 10, chissà perchè continuo a metterlo via, fra le cose dell'anno prossimo, perchè sono una mamma accorta e sistemo, riciclo riutilizzo le cose che mi danno o che compro in anticipo. E chissà perchè poi nella solita scatola di roba ,che chissà se la metterai tutta o se arriverà nuova a settembre e la darai ad un'altro bambino, trovi sempre il golfino che nonna ti fece appena nato. Son lacrime che scendono giù e picchiano duro. Pensi che questi son ricordi e non li devi buttare perchè non c'è ne sono altri. Pensi, lo accarezzi, lo stringi, piangi. Pensi, che tutto un giorno è finito per poi ricominciare diverso. Pensi che qualche anno con lei ti è mancato. Pensi che se ti eri decisa prima forse l'avrebbero conosciuta meglio. Pensi. E ricordi che hai portato Matteo all'ospedale quando sapevi che sarebbe finita, per fargli vedere che aveva appena imparato a camminare con le sue scarpine nuove, che sono ancora lì nell'armadio dell'ingresso, altri ricordi ed altre lacrime.

Ritorno a casa

Ritorno a casa
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