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Tuff e la sua banda
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Voglio un'estate politicizzata

Ho scelto questo libro perchè volevo qualcosa di divertente e per conoscere una realtà diversa: mi immaginavo una famiglia Malaussène a New York. L'inizio è scoppiettante, ma procedendo perde un po' di smalto.
Racconta un proletariato nero sempre sul confine dell'illegalità: qualcuno politicizzato che cerca di smuovere i molti non interessati. Le donne meglio degli uomini, nel tentativo di costruire qualcosa di buono per i figli.

Beatty riesce bene a rappresentare personaggi speciali, come il nero borghese che si offre come Fratello Maggiore per ragazzi in difficoltà, onde incontrare casi umani e farci articoli di giornale. Non basta: è un nero borghese che si fidanza con una compagna di college coi capelli rossi, si converte all'ebraismo indotto dalla fidanzata, conversione che richiede molto studio per essere accettati: e poi rimane solo, ma con l'ebraismo.

Il padre Pantera Nera che fa i recital di poesie brutte ma acclamate dai progressisti-buonisti, l'angelo custode Signora Nomura, gli amici tutti neri tranne uno, irlandese (ma l'aveva conosciuto prima di compiere 5 anni, età limite per la formazione della coscienza di razza). L'amico Fariq con handicap e cervello fino, che nei casi urgenti si può sollevare di peso e scappare insieme (è magrolino). Ci sono immagini indirettamente toccanti, come le bambinette sul marciapiede che sognano di far soldi mettendo su un gruppo musicale, concentrandosi sul nome e sui balletti, tanto non importa saper cantare, oppure il primo amore, rincontrato per la via, nel cui viso consumato dall'eroina Tuff e forse solo lui riconosceva la bellezza di un tempo.
Molte cose sono piacevoli e interessanti e vere, il limite del libro è la difficoltà di unire i bozzetti con un filo conduttore più robusto, combinando la giusta dose di impegno e divertimento, così che il libro è senza drammi ma anche con poco spessore. E' lievemente documentario. Poteva essere migliore.
Ho scelto questo libro perchè volevo qualcosa di divertente e per conoscere una realtà diversa: mi immaginavo una famiglia Malaussène a New York. L'inizio è scoppiettante, ma procedendo perde un po' di smalto.
Racconta un proletariato nero sempre sul confine dell'illegalità: qualcuno politicizzato che cerca di smuovere i molti non interessati. Le donne meglio degli uomini, nel tentativo di costruire qualcosa di buono per i figli.
Beatty riesce bene a rappresentare personaggi speciali, come il nero borghese che si offre come Fratello Maggiore per ragazzi in difficoltà, onde incontrare casi umani e farci articoli di giornale. Non basta: è un nero borghese che si fidanza con una compagna di college coi capelli rossi, si converte all'ebraismo indotto dalla fidanzata, conversione che richiede molto studio per essere accettati: e poi rimane solo, ma con l'ebraismo.
Il padre Pantera Nera che fa i recital di poesie brutte ma acclamate dai progressisti-buonisti, l'angelo custode Signora Nomura, gli amici tutti neri tranne uno, irlandese (ma l'aveva conosciuto prima di compiere 5 anni, età limite per la formazione della coscienza di razza). L'amico Fariq con handicap e cervello fino, che nei casi urgenti si può sollevare di peso e scappare insieme (è magrolino). Ci sono immagini indirettamente toccanti, come le bambinette sul marciapiede che sognano di far soldi mettendo su un gruppo musicale, concentrandosi sul nome e sui balletti, tanto non importa saper cantare, oppure il primo amore, rincontrato per la via, nel cui viso consumato dall'eroina Tuff e forse solo lui riconosceva la bellezza di un tempo.
Molte cose sono piacevoli e interessanti e vere, il limite del libro è la difficoltà di unire i bozzetti con un filo conduttore più robusto, combinando la giusta dose di impegno e divertimento, così che il libro è senza drammi ma anche con poco spessore. E' lievemente documentario. Poteva essere migliore.
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