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Hennè chez moi

Come al solito, l'origine di questo post è distantissima dalla sua conclusione.

In una domenica mattina più uggiosa delle altre mi sono messa a seguire un mini-corso su Big Picture Classes sugli autoritratti, i selfies e la differenza tra i primi e i secondi (tra l'altro, al momento è attiva l'iscrizione in prova gratuita per 2 settimane. Io ve lo consiglio, ma ricordatevi di cancellarvi, se non volete inziare a pagare scaduti i 14 giorni).


Che ve lo dico a fare, neanche avevo finito di leggere il primo capitolo e già il sacro fuoco dell'auto-immortalazione si era impadronito di me, per cui me ne sono andata in cucina a lavare i piatti della sera prima mattina prima  di un'epoca precedente cercando al contempo di fotografarmi le mani, i gomiti, i piedi e il Nelsen Piatti.
Se non che tali arditi esperimenti di messa in posa, combinati col tentativo di lasciare all'asciutto il cellulare già provato da una precedente caduta nel gabinetto dell'ufficio e con la mia rinomata goffaggine hanno finito per far crollare una pittoresca pila di ammenicoli da colazione, tra cui:

- tre ciotoline MacDonald's;
- confezione di gocce di cioccolata aperta nell'intervallo tra le due guerre mondiali;
- un avanzo di Digestive;
- molte briciole;
- una confezione di miele ancora sigillata.

Insomma, com'è e come non c'è, mi sono ricordata che io quel miele là l'avevo comprato per farmi l'hennè (assieme a molteplici confezioni di Hennè Khadi), per cui, da personcina posata e matura quale sono, neanche 10 minuti dopo avevo in testa una poltiglia verdastra e la prospettiva di dover fare i mestieri della domenica mattina conciata così.

Okay, finita questa avvincentissima intro, passo a parlarvi dell'hennè come-lo-conosco-io.


Punto primo: io non faccio l'hennè per colorare i capelli. Ammè il rosso non piace, e manco il biondo e manco i colori scuri. Praticamente l'unico aspetto dei miei capelli che quasi mi piace è il colore, quindi di qui in avanti si parlerà solo di hennè neutro (senna/cassia).
Io l'hennè lo faccio per dare forza, vigore e volume ai miei capelli che, colore a parte, fanno schifo su tutti i fronti, e devo dire che finora è uno dei pochi trattamenti che non mi ha deluso.
Penso comunque che il procedimento per gli hennè colorati non sia molto diverso, ma vabbè, nel dubbio approfonditevelo da sole.

1. Preparazione. Fondamentale è averci ciotoline e mestolini di plastica o legno, rigorosamente niente acciaio che, per questioni chimiche a me completamente incomprensibili, non va bene.
Poi vi servono l'hennè (io ho capelli sottili e corti, un paio di cucchiai sono più di quello che mi serve), mezzo vasetto di yogurt, miele e camomilla a casaccio.





2. L'obiettivo del passaggio precedente è creare una pappetta che vi stia in testa senza sgocciolare via, quindi in genere io verso lo yogurt e aggiungo camomilla finché non ottengo la consistenza che voglio. Siccome il più delle volte sbaglio e m ritrovo con una pappetta troppo liquida per i miei gusti, aggiungo il miele nel tentativo di recuperare viscosità (e comunque basta lasciare la pappetta all'aria perché si restringa un po').




3. A questo punto potete dedicarvi alla nobile arte dello spalmaggio.
Avendo i capelli medio/corti e tutt'altro che folti io vado direttamente di generose cucchiaiate sul cuoio capelluto, ma so di gente più professionale di me che si mette lì col penello e il pettinino della tinta operando di ciocca in ciocca.
Alla fine del tutto avvolgo la testa con svariati strati di Domopak e, a graziosa decorazione finale, un asciugamano che nasconda alla vista tali atrocità.


4. Non esiste un tempo di posa universale. Diciamo che il minimo sindacale sono un paio d'ore, ma io, quando posso, tengo l'intruglio in testa anche più a lungo, ottenendo spesso una specie di crosta friabile ma compatta.
Alla fine il tutto va risciacquato via con acqua tiepida e nient'altro (nel senso: niente shampoo. Se proprio non riuscite a tirar via la poltiglia solidificata, caso mai utilizzate una noce di balsamo per aiutarvi).
Segue foto messa qui per dare gloria non tanto al soggetto in primo piano, quanto all'immortale pezzo d'arte sullo sfondo.

Ah: l'odore dell'hennè neutro è un po' come quello del tè verde o del fieno: erbaccia, va'.
Probabilmente il primo giorno continuerete a sentirlo, e probabilmente anche allo shampoo successivo. A me non da particolare fastidio... vedete un po' voi!

My Shopping Cart n. 2

(rubrica a cadenza casuale, contenente gli ultimi irrinunciabili acquisti della sottoscritta)


1. Pigiama I like you more than free wi-fi: preso da Tezenis per una ventina di euro, non vedo l'ora di svegliarmici dentro le mattine d'autunno mentre Daniele si lamenta perché come prima cosa parte la suoneria d'avvio della Samsung...


2. Porta rotolo da cucina da appendere: io l'ho preso da Dmail, nel negozio fisico (sui7/8 euro), ma in quello online non mi è riuscito di trovarlo. A mio modesto avviso, una gran genialata, si risparmia tantissimissimo spazio sul piano lavoro ed è anche carino vederlo là sospeso..


3. Fialette di olio d'argan puro al 100%: so che va molto, ma non mi fido dei prodotti "all'olio di argan", per cui ho (inutilmente) rotto le scatole alla nostra colf marocchina, finché non l'ho trovato in vendita nello shop del Padiglione Marocco all'Expo (6,90 euro). Il problema ora è che non so bene che diamine farci.. tanto per provare, ne ho aggiunte una decina di gocce al mio solito shampoo, e.. wooooow! Medito di fare lo stesso con la crema corpo.. vi farò sapere..


Tre Prodotti (Beauty editition)

Rubrica dalla cadenza casuale e volubilmente decretata dalla sottoscritta


http://www.tailoredbeauty.bio/shop/linea-viso/burro-struccante/#tab-description

Ho scoperto l'esistenza di questo prodotto in rete, leggendo qua e là recensioni entusiaste. Quello che mi ha colpito di più inizialmente è stata la filosofia della sua creatrice: è la crema che deve adattarsi alla pelle e non il contrario!
Intendiamoci, l'ecobio costa, e l'ecobio di produzione semi-artigianale (Sara crea i suoi prodotti e poi li fa realizzare da un laboratorio per via delle certificazioni) costa ancora di più e di 'sti tempi 23 euro per un prodotto di cui neanche si sentiva l'esigenza potrebbero sembrare una follia.
Invece secondo me è un ottimo investimento!
Infischiandomene del suo nome, io lo uso come ultima coccola serale prima di andare a letto: ne passo un po' sul viso, massaggio e tolgo l'eccesso con un dischetto imbevuto. Stop. La pelle ringrazia, e resta morbida e compatta a lungo...

http://www.ecco-verde.it/khadi/henna-senna-cassia-neutral

Ho i capelli di un castano chiaro con riflessi ancora più chiari, e non mi è mai piaciuta l'idea di colorarli, per cui finché non ho scoperto l'esistenza di un hennè che non tingesse, mi sono tenuta alla larga da questi prodotti.
Con la cassia è stato amore a prima vista: ho trovato una "mia" composizione della pappetta con cui miscelarla, lo faccio regolarmente ogni 2 settimane ed effettivamente i capelli si sono irrobustiti, fanno più massa, e risultano anche più lucidi e corposi.
La confezione da 7 euro mi basta per circa 4 applicazioni (io lo prendo da Ecco-Verde)

3. Silky Feet della Noksan

Anche questo è un attrezzo i cui costi (intorno ai 25 euro in farmacia, a partire dai 16 in rete) mi avevano finora tenuto lontana: con aria sprezzante mi dicevo "perché spendere altri soldi, è sufficiente una buona grattata di pietra pomice..". Peccato solo che passare la pietra pomice sia lungo e stancante.. e alla fine non lo facevo mai!
Non ho veri e propri problemi di calli, solo un po' di pelle ispessita intorno all'alluce e screpolata lungo i talloni, specie d'estate. Questo aggeggino qua rende la pedicure un momento piacevole e rilassante e il fatto di constatare subito i risultati invoglia a perseverare.
In questo momento il sito su cui l'ho acquistato l'ha esaurito (immagino grazie a me e alle mie colleghe che me l'hanno copiato dopo averlo visto), ma spero lo ripropongano presto.

Nota: non sono una beautysnob (quelle che comprano solo prodotti di marche costosissime o realizzati con estratti di ghiandole pineali di marmotte della tundra), né una fan dell'ecobio senza se e senza ma. 
Per molto tempo ho acquistato semplici prodotti da supermercato, scegliendoli sostanzialmente in base al packaging e alla profumazione e contenta di non spenderci più di 5 o 6 euro. Alla fine erano sì pochi spiccioli, ma pochi spiccioli sostanzialmente buttati, visto che, non portandomi significativi benefici, ed essendo io profondamente pigra, restavano pressoché intonsi sulla mensola del bagno in attesa della scadenza.
Ultimanente mi sono invece esortata a fare un rapporto tra costi e durata nel tempo: il burro di cui sopra, ad esempio, mi dura da tantissimo e il barattolino è ancora quasi pieno, visto che, avendo una texture molto corposa basta applicarne davvero poco.
La mia crema viso costa sì 45 euro, ma mi dura 8/9 mesi e la uso tutta.
Voi che ne pensate?

Walk, Anyone?

Allora, non so voi, ma la mia vita è largamente sostanzialmente esclusivamente sedentaria.
Attività fisica prossima allo zero, palestra meno che meno.


 Che sia chiaro: per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa.
Non ho mai creduto a quelli che pretendono di non avere tempo per fare una determinata cosa, cari miei, è tutta questione di priorità. Io non è che non ho tempo per andare in palestra.. è che preferisco fare altro.

Epperò, si sa, fare esercizio è necessario, e quindi anche la sottoscritta, complici i dissesti fisici degli ultimi tempi, si è dovuta risolvere a venire a capo dell'annosa questione: che accidenti mi metto a fare???

La palestra resta fuori discussione: troppo elastene, troppi sguardi truci, troppi specchi.
La roba in acqua non sarebbe male, ma se ci mettiamo a considerare le varie docciature&asciugature i tempi si dilatano, e poi, oh, non vorrete mica costringermi a una ceretta impeccabile per tutto un inverno?
Il calcetto sarebbe anche una bella opzione, se non altro per gli spogliatoi, ma curiosamente sembrerebbe che nessuno mi voglia in squadra..


 Scherzi a parte, l'unico tipo di attività che abbia mai fatto, non dico con piacere, ma con un livello vagamente tollerabile di noia e disgusto, è andare in giro a passo spedito, facendomi superare pure dai vecchietti col deambulatore e sparandomi l'intera serie di Dee Giallo nelle cuffiette.

Per semplicità narrativa di qui in avanti ci riferiremo a tutto questo come a "correre*" o "corsa 2.0".

Ecco qua: dopo la calura estiva ho pensato bene di riprendere l'attività, anche se soffro molto della mancanza di compagnia. Quindi.. perché non mi fate compagnia voi???

Oh, però non pensate che sia una cosa facile, accompagnarmi a correre* è un'attività tanto sfiancante già dalla fase della programmazione, che poi mettere i piedi uno davanti all'altro diventa la cosa più riposante.

Allora, per prima cosa procurativi un pedometro, o, più semplicemente, scaricatevi l'app sul cellulare (la mia preferita è Runtastic). Poi per tre giorni rassegnatevi all'idea di camminare col cellulare perennemente infilato in tasca, dal momento in cui vi alzate al momento in cui andate a letto.

(in questa fase potrebbe essere di enorme aiuto sfilare il cellulare dalla tasca quando andate in bagno, o rischiate di ritrovarvi a sperimentare un'angosciosa escalation di carta igienica - phon - notte a bagno nel riso)

Fffffffatto?

Prendete nota dei risultati, perché saranno eclatanti.
Per quanto mi riguarda, ecco i miei tristissimi numeri:

Giorno 1: 2170 passi (ma ho trovato parcheggio giusto di fronte all'ufficio, evento che capita circa due volte l'anno);
Giorno 2: 2420 passi
Giorno 3: 2230 passi

Non sto qui a fare la media, ma, vabbè.. lo so che sono sedentaria, di che accidenti pensavate che stessimo parlando?!?!

Ora, l'obiettivo è incrementare poco alla volta i miei passi fino ad arrivare, con una buona dose di ottimismo, alla soglia dei 10.000 passi quotidiani.

Ecco il programma della prima settimana:
Lunedì: 2000 passi
Martedì: 2000 passi
Mercoledì: 2500 passi
Giovedì: 2000 passi
Venerdì: 2500 passi
Sabato: 2050 passi
Domenica: 2750 passi

La settimana successiva si riparte da 3000, e così via..
(ovviamente se voi avete una media meno bradipale della mia, partite direttamente dalla vostra e aumentatela fino ai famosi 10.000)

Tutto chiaro?
Chi viene a spasso con me???

Essere donna, Istruzioni per l'uso: dal parrucchiere

Le donne, si sa, sono fondamentalmente insicure: tu puoi anche prendere Bar Refaeli ai migliori tempi della sua relazione con Di Caprio e star sicura che dichiarerà di trovarsi un sacco di difetti, e che da ragazzina era secca come una sarda, sgraziata e senza tette (poi, per cortesia, dopo averla presa, confezionatele un bel cappottino Louis Vuitton di cemento armato e scaricatela senza pietà nel mare di Tel Aviv).


E' che - davvero - noi donne siamo insicure anche quando non dovremmo esserlo, e siamo capaci di sprizzare insicurezza sotto ogni singolo aspetto della nostra vita: mettiamo in tavola un arrosto che manco l'Artusi epperò ci sentiamo di specificare che le patate non son venute proprio come dovevano, ci invitano a tenere un discorso e rifiutiamo abbassando lo sguardo come una debuttante al primo ballo... e poi c'è lui, il regno dell'insicurezza per eccellenza: il salone da parrucchiere.

E qui l'argomento si fa spinoso: perdonatemi se inevitabilmente riscontrerete qualche aspetto trascurato, ma cercate di capirmi: la sottoscritta, capace in qualsiasi altro momento di raggiungere vette di presunzione e arroganza raramente calcate dall'orma umana, quando entra in un salone si fa piccina piccina, e, siccome scema non è, cerca di entrarci il meno possibile, aspettare il suo turno seduta buona buona su uno spigolo di un pouf comodo quanto la flora autoctona della Dead Valley e sgattaiolare via il prima possibile.


No, ditemi voi se conoscete una parruccheria che sia accogliente: a me incutono soggezione già al varcare la soglia, con tutta quella luce fredda, quell'odore di bruciaticcio e di ammoniaca, i phon come tante armi improprie e tutti-tutti-tutti che ti squadrano da capo a piedi, dalle shampiste anoressiche alle modelle incazzose dei poster pubblicitari.

E poi c'è lui: il tuo Salvatore, l'Unto dal Signore, Colui che promette di trasformare radicalmente la tua vita con un colpo di forbici. Che sia un secsissimo uomo del Sud o la più bieca parodia di checca da Drive-In, Lui ti si avvicinerà e (con aria suadente o gracchiante, a seconda del caso) ti chiederà "Bellissima, cosa facciamo oggi??").

(Bellissima un cazzo: ci sta che non ti ricordi il mio nome, figuriamoci, sono la cliente meno assidua che ti sia mai capitata, ma arrivo qui in tuta, anzi, con due pezzi di tuta pure scompagnati tra loro, sudaticcia, ingobbita dalla soggezione e con i capelli ovviamente disastrosi.. "bellissima" chiamaci tua madre..)

Ora: dell'impossibilità di comunicazione con un parrucchiere è già stato detto tutto: tu gli chiedi "una spuntatina" e vedi accavallarsi ai tuoi piedi ciocche lunghe come le frange alla corte di Luigi XIII, gli porti la foto di Meg Ryan e te ne esci come Sbirulino, parli di "tono su tono" e viene fuori un colore vicino a quello di molte eroine della Disney's.. 
Non c'è verso: tu e il tuo parrucchiere parlate lingue diverse, bisogna prenderne atto e navigare a vista.

Per esempio, prendiamo la cartella colori: abbadonate ogni logica, bisogna rassegnarsi all'idea che quelle sfumature non hanno niente a che vedere con quello che il loro nome porterebbe a presumere: il mogano è rosso, la cenere è bionda, pure la fragola, Cristosanto, è bionda.. vi pare normale?

Che poi una è lì sulla sua sedia di tortura, protetta da quei maxi-bavaglini di raso che diventano la tua corazza e quando te li tolgono ti verrebbe voglia di frignare No, ti prego no.. il lenzuolo mi nasconde i rotolini, lasciamelo almeno un altro pochino.. e.. cos'altro puoi fare?? Ti affidi alle loro mani..

- Bellissima (...), lo mettiamo il balsamo alla provitamina?
- Bellissima (...), lo facciamo il trattamento al silicone?
- Bellissima (...), la vuoi la fialetta ricostituente alla ghiandola pineale di marmotta himalayana?

Ognuna di queste profferte aggiunge un 15/20 euro al tuo conto finale, ma che fai? Sei lì, inerme, vuoi solo che tutto finisca il prima possibile, declini anche il caffè per non prolungare la tortura di altri 5 minuti..


Per non parlare delle mode!!! Le mode in campo tricologico sono una roba che se solo ci fermassimo a riflettere un attimo ci renderemmo conto dell'assurdità della cosa, ma niente, i vapori all'ammoniaca ci stordiscono.. Shantush?? Una raffinatissima tecnica di decolorazione che quindici anni fa si chiamava "guarda quella, ha dimenticato di farsi la ricrescita, ma come si fa ad andare in giro così...".

E poi, care mie, state in guardia: è trascorso sufficiente tempo, il ritorno del frisè è ormai vicino...

Dukan: un anno dopo

Qualche giorno fa mi è arrivato un commento un po’ particolare, nel senso che se non fosse stato per la notifica automatica non l’avrei mai e poi mai potuto notare.
Avrei voluto rispondere con un altro commento, ma l’autrice aveva già misteriosamente cancellato il suo, e poi a me due righe non bastano mai, e così.. vi sorbite anche il revival delle ere dukaniane.


Bilancio di tutta l’esperienza: 23 kg persi in circa 8 mesi, e, ad essere onesti, ripresi in più o meno altrettanti. Suonerà strano, ma nonostante tutto sono ancora una convinta sostenitrice di questa dieta in particolare, o quanto meno sono ancora convinta che sia un tipo di dieta adatto a me, alle mie abitudini, esigenze.. e soprattutto alla mia piscologia.
Mi spiego meglio: la parte fallimentare (=  la ripresa del peso) è tutta-tutta-tutta imputabile alla sottoscritta: dopo 8 mesi di sacrificio non ho seguito neanche uno dei consigli di Dukan, ho saltato la delicatissima fase di assestamento per tornare a mangiare in maniera normale, anzi.. senza limiti di nessun genere.
A mia (parziale) discolpa potrei dire che il periodo in questione non è stato uno dei più semplici della mia vita, ma, si sa, disgrazie e separazioni capitano anche agli altri, senza che per questo si cerchi consolazione in un Big Mac. Vabbè..
Comunque, credo ancora nella filosofia dukaniana. Con questo non voglio dire che sia una dieta che raccomando a tutti, ci mancherebbe: innanzitutto perdere peso, soprattutto quando non parliamo dei 3/4 kiletti accumulati in inverno ma di perdite più importanti, è un processo delicato e complesso, che mette in campo le variabili più disparate (fisiche, chimiche, ma soprattutto psicologiche) vi dirò di più: una delle poche certezze che mi porto dietro nella vita è che non esiste un rimedio buono per tutti, ma che ognuno deve (spesso faticosamente) trovare una propria via.
Il discorso Dukan, in particolare, presuppone un buon quadro di salute generale da cui partire (certificato dalle analisi, da rifare poi durante il corso della dieta e al suo termine).
Detto questo, per me resta un regime valido, checché ne dicano i suoi detrattori, che il più delle volte parlano per partito preso, senza curarsi di approfondire le basi della dieta prima di attaccarla, il che genera acclarate falsità tipo quella della “dieta senza verdure” o “dieta di sole proteine”.
Ecco.. dopo tutte queste riflessioni, vi sembrerà strano che ora confessi di aver chiuso per sempre con il fromage blanc e il glutine. Ma c’è poco da fare: la premessa è quella delle condizioni di salute di partenza, e, se pure con rammarico, dopo le più recenti scoperte sulla mia anatomia dobbiamo concludere che non fa per me.
Vi confesso che, paradossalmente, la cosa mi destabilizza: tornare all’ipocalorico, ai misurini, alla bilancia.. è tutto molto strano..
Tant'è: per la prima volta nella mia vita, la decisione, e perfino il tipo di regime alimentare, non è una mia scelta, ma mi viene imposto dall'esterno.
 Intanto, io corro...
 

Di mostri, corse e capelli

 Quello che segue è un post programmato: quando lo leggerete la sottoscritta starà (suo malgrado) presumiblmente tastando le tette di sedicenti statue pseudo-letterarie


So che questa serie di post interesserà ben poco le fortunate posseditrici di chiome morbide e fluenti, ma 'ste qua possono tranquillamente bearsi della buona sorte occorsa loro e passare a leggere il blog succesivo (se tanto mi da tanto, per i prossimi 15 giorni vedremo il mondobloggo tingersi di verde e spuntare dappertutto incongruenti gnomi e pentole d'oro).



I miei problemi tricologici sono già stati espressi precedentemente in un post-introduttivo (Segni particolari: lisci, grassi.. radi!) e poi ripresi in un secondo post-palliativo (Shopping ecobio).
Per quanto importanti progressi siano stati registrati, non vi nego di non essere ancora approdata ad una soluzione che mi soddisfi al 100%. 
Di tutto l'armamentario ecobio, quello che ha resistito è il Lavera per capelli delicati, che continuo a comprare nonostante gli ostacoli frapposti dai siti di ecommerce ecobio, e nonostante i suoi costi non proprio di basso livello (tipo 10 euro a flacone).





La buona notizia è che esiste qualcosa di analogo, che funziona sui miei sfigatissimi capelli proprio come il suo corrispettivo di alto bordo, ma è assolutamente low cost: la linea Cien alla provitamina, commercializzata dal Lidl (1 euro e qualcosa a flacone).
Scettici? Lo ero anche io, in virtù di un pregiudizio che inevitabilmente mi porta ad associare il basso prezzo con la cattiva qualità, e che mi teneva lontana da ogni catena di discount, ma su questi prodotti mi sono dovuta ricredere (a tenermi lontana dal Lidl, comunque, ci pensa ancora la mia già dibattuta ed infelice condizione logistica).
Ad ogni modo, già da un sacco di tempo una mia amica e compagna di sventura tricologica mi decantava le meraviglie di questo shampoo, ma io, che ho una formazione più teorica che pratica, non mi sono convinta finché non ho letto un articolo di Altroconsumo che indicava in tutta la linea Cien (cosmetici e prodotti da bagno del Lidl) come i migliori nel rapporto qualità/prezzo, e lo shampoo, in particolare, come migliore della sua categoria.
Il giorno dopo ho trascinato mia madre nel Lidl più vicino (problemi di shopping compulsivo? Io? Ma non fatemi ridere..). 
Meraviglioso. 
Perfetto.
Signor Lidl, per piacere, apri anche da queste parti??

E veniamo alla corsa.
Da qualche settimana mi glorio dell'espressione "vado a correre", che nel mio caso significa "mi infilo un paio di leggins che mi stanno malissimo, scarico audiolibri che parlino di qualsiasi cosa, cammino a passo veloce per un'oretta e ogni tanto (ma ogni taaaaaaanto tanto) faccio qualche breve corsetta che mi lascia più spompata della risalita del K2".
Una svolta salutistica che ho voluto dare alla mia vita in nome del "muoversi fa bene", senza il dichiarato intento di perdere peso (ma se non succedesse ci resterei assai male), che mi ha preso così all'improvviso (per quanto la recente scoperta di avere un solo rene credo abbia influito in qualche maniera).

Vado sul lungomare, dopo il lavoro, e c'è comunque un bel po' di gente che macina km (e mi sorpassano. Tutti. Anche i bambini).

Oh, che dire.. non penso di iscrivermi alla maratona di New York, ma io sto cercando di avere costanza..

Insomma: splendidi capelli, passo scattante.. una figaggine senza precedenti.. vuoi che non pensi anche ad esfoliare la pelle??
Ed ecco i mostri di cui nel titolo...

Shopping ecobio

Intendiamoci: non è che io avverta dentro di me questa esigenza profonda di dare una mano all'ambiente acquistando prodotti ecologici, biologici o a km zero: cioè, neanche si può dire che non me ne freghi niente, è solo che, tra i vari criteri che determinano i miei acquisti, quello della sostenibilità non sta ai primi posti (bellamente occupati da concetti quali la necessità, l'economicità, il quanto mi faccia stare bene acquistare quell'articolo indipendentemente dall'uso che potrei farne e, soprattutto, il criterio sovrano: quanto accattivante sia il packaging).

Detto questo, potrebbe forse stupire come io sia approdata all'ecobio, ma in realtà si tratta di una storia molto semplice, se si ripensa un attimo ai miei problemi tricologici, esposti dettagliatamente in questo post.

Tra i vari consigli che mi erano stati dati, mi incuriosivano appunto quelli relativi ai prodotti ecobiologici (in realtà mi incuriosisce anche molto l'idea di spiaccicarmi l'impasto per panelle in testa, ma c'è qualcosa che continua a sfuggirmi nella meccanica dell'intero processo).

Approfondendo un po' l'argomento, sono approdata a questo articolo del blog Moda per Principianti (che descrive benissimo come ci si sente ad avere i capelli che sembrano perennemente sporchi, cosa che chi è benedetto da una bella capigliatura non potrà mai capire), e, tramite i commenti, a questo articolo del blog Honey & Lemon.

Neanche venti minuti dopo, riponevo la carta di credito, quasi incandescente dopo il pesante utilizzo.



Innanzitutto ho ordinato presso la farmacia sotto il mio ufficio la Polvere di Seta del Dr. Hauschka. L'acquisto è stato assai complicato, non saprei dirvi se perché sia oggettivamente difficile trovare 'sto talco nel database dei farmaci o se perché il farmacista belloccio che mi ha servito fosse lui un po' tardo.. di certo il caffè che avevo preso per la collega, nel frattempo, le è arrivato assolutamente ghiacciato.

Come dicevo, questa polvere nasce come talco, il che rende un po' problematico giustificarne il costo (26 euro). Io però l'ho preso con lo scopo di spolverizzarmi la testa la sera del Day After: come sanno tutte quelle che condividono il mio problema, infatti, i capelli grassi &fini vanno lavati ogni due giorni (lunedì, mercoledì, venerdì..), e comunque, se, mettiamo, li si lava al mattino, alla sera del secondo giorno (martedì, giovedì, sabato..) il tuo aspetto è già a metà strada tra una che è appena tornata da un'intensa sessione cardio e una senzatetto alla stazione centrale.
Detto questo, la polvere servirebbe proprio nei Secondi Giorni, quando salta fuori un invito imprevisto, non dico a un appuntamento (innanzitutto perché in quel caso me li rilaverei comunque, e in secondo luogo perché stranamente da quando porto la fede non ricevo più inviti in quel senso), ma, che so, una sessione di shopping con le amiche, un aperitivo, un cinema..
Uso il condizionale solo perché non l'ho ancora provato (sì, come recensionista faccio schifo..).

Acquisto n. 2: shampoo&saponi sul Bioalchemilla Online Store. Innanzitutto lasciatemi dire che questo sito e lo shop collegato sono proprio una figata: tanto di cappello alla loro professionalità, alla velocità, alla tempestività degli aggiornamenti.. dopo due giorni avevo già tutto in mano, roba che ti viene da chiederti in quale Paese scandinavo abbiano la sede, per poi restare doppiamente soddisfatti nello scoprire che, toh, è a Taranto.

Comunque ho preso (e testato! incredibile!) i seguenti articoli:
- saponcini naturali all'olio di oliva: questi non mi sono piaciuti, la crema che si forma lavando le mani è troppo appiccicosa e la profumazione un po' fastidiosa..
- shampoo La Saponaria al girasole e arancio dolce: non male, il profumo è buono e fa abbastanza schiuma (avevo capito che gli shampoo biologici non ne facessero), il risultato è apprezzabile, ma.. non risolutivo! Cioè, in definitiva lo trovo meglio di gran parte di quel che c'è nella GDO, ma ho il sospetto che se lo usassi come shampoo principale al secondo giorno sarei punto e daccapo.
- shampoo Lavera per capelli delicati: Anna, graziegraziegrazie!!! Hai probabilmente risolto uno dei grandi crucci della mia vita! Nonostante io abbia usato questo shampoo nei giorni di peggiore calura estiva, cioè quando la mia capoccia suda di più e, immagino, sporca di più i capelli, con il Lavera arrivo alla fine del secondo giorno quasi fresca di bucato.

Ah, che poi, nel fare tutti 'sti test, ne ho scoperta un'altra: quando vi dicono che gli shampoo vanno alternati, per togliere al capello la possibilità di adattarsi, la cosa non va intesa come la interpretavo io, e cioè:
lunedì - shampoo A
mercoledì - shampoo B
venerdì - shampoo B 
domenica - shampoo B
lunedì - shampoo A

ma piuttosto come:
lunedì - shampoo A
mercoledì - shampoo B
venerdì - shampoo C
domenica - shampoo D
lunedì - shampoo E

Cioè, non basta alternare 2 soli prodotti, per di più nella logica "il mio shampoo preferito è il B e ogni tanto lo inframezzo con uno di ripiego", bisogna proprio devolvere grandi cifre al Dio delle Chiome e segnarsi sull'iphone la giusta frequenza di alternanza!!!
Per cui, care mie, preparatevi pure all'idea che il vostro ripiano in bagno assuma un aspetto tipo questo...




Segni particolari: lisci, grassi... radi!!!

(Nota: i post che seguiranno nei prossimi giorni sono tutti programmati, in quanto la titolare, qui, si sta beatamente godendo le sue sudatissime ferie a Favignana) 

O adorabile lettore occasionale, o (mitico) follower... se passando da qui ed apprestandoti a leggere le mie più recenti disfunzioni verbali hai appena appoggiato il viso su una morbida massa di capelli ondulati, se lunghe ciocche vaporose lambiscono il cavo del mouse, o se, peggio ancora, hai proprio dovuto raccogliere le tue chiome in un qualche nodo che desse agio ed aria ai tuoi movimenti... passa pure avanti, questo post non fa per te!

Sì, perché io quelle coi capelli folti, robusti, vaporosi.. in una parola sani, quasi non le posso vedere! Anzi, mo' vedo di escogitare un modo per radiarvi proprio dal mio blog, una specie di captcha del bulbo pilifero..

Non abbiatevene a male, so che non è colpa vostra essere nate con questo gran culo questa indiscussa fortuna, ma la vostra sola vista, che dico, solo sapere della vostra esistenza, mi procura lancinanti emicranie e rigurgiti acidi.

Perché io... no!


La sottoscritta, essendo già stata dotata da Madre Natura di un sedere sporgente, ginocchia evidenti e gambe della peggior specie, aveva le sue buone ragioni di riporre speranze nella metà superiore del proprio corpo, ma no... si è ritrovata in sorte i classici capelli-spaghetto: finifinifini, dritti, lisci fino alla morte e refrattari a qualsiasi trattamento (permanenti, extensions e bombe H comprese).

Dimenticavo: hanno anche la spiccata tendenza a cadere oltre l'immaginabile, con un periodo che va da metà maggio all'inizio dell'inverno. Altro che castagne: il calendario che segue la caduta dei miei capelli va dalle prime fragole al cavolo verza!!!

Negli anni ho sperimentato davvero di tutto: trattamenti farmaceutici griffati (Bioscalin & Co.) e preparati galeneci appositamente studiati per la sottoscritta, dermatologi, specialisti, sedicenti tricologi (esisterà poi la tricologia? bah..), lozioni, fialette, compresse, lieviti naturali e rimedi della nonna.

I risultati? Mah... sì... forse... qualcosina... ma proprio tanto per...

Più che altro resto convinta che l'evoluzione della mia storia capillare va avanti per conto suo, e che tutti i miei sforzi e i (non pochi) soldi da me investiti per piegare le mie chiome alla mia volontà (leggasi: per dargli una parvenza di decenza) sono solo palliativi.

Ah già, perché, dimenticavo di dirvelo: sono anche grassi, ma graaaaaaaaaaassi... che in pratica ogni secondo giorno mi tocca lavarli e hai voglia di sentirmi dire da tutti 'sti scienziati che più li lavo più il capello per reazione si riveste di una pellicola di protezione.. io non posso andare al lavoro dando l'idea di aver appena tuffato la testa in un frantoio.
Facciamo un patto, cari signori: voi mi trovate un rimedio che serva, e io prometto che i capelli me li lavo solo col plenilunio!

Detto questo, non disperiamoci. Anche se il trovare prodotti adatti alle proprie esigenze è per definizione una questione strettamente personale, ho pensato che magari io e le mie povere compagne di sventura potremmo unire le forze e indicarci l'un l'altra qualcosa che ci sia sembrato efficace, anche solo in parte.

Quella che segue è quindi una cronistoria parziale delle mie battaglie tricologiche:

SHAMPOO EUBOS (7/8 euro)
Consigliato da uno dei (tanti) dermatologi da me consultati, ha l'indiscusso pregio che, bontà sua, "con questo i capelli te li puoi lavare anche tutti i giorni". Per contro, il profumo non è proprio piacevole, sa più di medicinale e, come ogni altro prodotto di quelli che seguono, le prime 2-3 volte che lo usi sembra essere sul punto di cambiarti la vita, peccato però che nel giro di pochi lavaggi i capelli ci si abituano subito.




LOZIONI SPECIFICHE (15/25 euro)
Ecco, prima di partire all'attacco con prodotti da farmacia, secondo me uno dovrebbe almeno cercare di appurare le cause del proprio problema. Eh già, perché, per quello che mi è capitato di vedere, la maggior parte di questi prodotti sono concepiti per un pubblico maschile, per il quale la caduta di capelli, dopo una certa età, è un fatto abbastanza naturale e per molti versi inevitabile. Da profana mi sembra di aver capito che il principio su cui si basano tali rimedi è quello di rafforzare il testosterone. Ora, non so voi, ma... per la sottoscritta non mi pare una grande prospettiva!
Comunque, ammesso anche che una riesca a reperire una lozione priva di minoxidil, mettetevi pure il cuore il pace: le lozioni che non sporcano/ingrassano/oliano il capello, semplicemente, non esistono.


SHAMPOO KELUAL DS DUCRAY (10/12 euro)
Questo l'ho usato nel periodo in cui la pelle del cranio mi si squamava tipo forfora (in realtà non era forfora: era la mia pelle che mi faceva ciao). Per funzionare ha funzionato, e l'effetto era anche quello di sgrassarmi i capelli, però alla lunga l'ho trovato troppo aggressivo.
BALSAMO (2/3 euro)
No, dico... scherziamo?!?! Che la sottoscritta, qui, ha già i capelli liscissimi che manco dopo due ore di piastra, il balsamo, oltre ad appesantirli, a cosa dovrebbe servire??







SHAMPOO OMNIA BOTANICA (7/8 euro)
Questo l'ho scoperto in rete, lo sentivo decantare come panacea di ogni male da chi descriveva i propri capelli esattamente come i miei, per cui mi sono subito speranzosamente messa alla sua ricerca. Ed ecco una volta di più la conferma che ognuno deve trovare quello che funziona per i suoi problemi specifici, perché a me 'sto shampoo proprio non mi aiuta: lo trovo pesante nella fase dell'insaponamento (per quanto lo diluisca diligentemente con l'acqua), il risciacquo è infinito, l'odore di ortica fastidioso, ma soprattutto... i capelli mi si appesantiscono a pochissime ore dallo shampoo, una vera tragedia!



SHAMPOO GDO (2/4 euro)
Ovviamente parlo degli shampoo specifici per capelli fini o grassi: Oreal, Pantene, Fructis e compagnia bella! Molti di questi hanno delle profumazioni davvero gradevoli, ma questo è il loro unico aspetto positivo.




LINEA AQUALIGHT PANTENE (3 euro)
Lo separo dalla categoria della Grande Distribuzione perché, pur essendo facilmente reperibile nei supermercati, qualche effetto positivo lo sto riscontrando (e difatti è tutt'ora uno dei due shampoo che alterno). Il profumo è piacevolissimo, la sensazione di leggerezza permane anche il giorno dopo averli lavati.. Della stessa linea ho provato anche la maschera, sulla quale, pur non avendo particolari obiezioni, nutro ancora il sospetto che sia fondamentalmente ininfluente. Mi riprometto però di provare tutto il resto della gamma.

LINEA KERAMINE H (10/12 euro)
Mi sono accostata con un certo scetticismo a questi prodotti, indottrinata da un marito ferocemente avverso agli stessi in virtù del principio (non saprei quanto veriterio) che la keratina che tanto pubblicizzano è una proteina.. una molecola.. una roba così.. e che pertanto non si può né stimolarla né aumentarla.
Sarà vero? Chissà...
Fatto sta che adoro l'effetto di questo shampoo e che da quando uso le fialette qualche debole risultato sul fronte anti-caduta lo sto notando. Anzi, ora che ci penso.. gli altri anni arrivati a Luglio già mi si intravedeva il cranio, mentre ora, dopo sei mesi di fialette, la caduta c'è, ma è tutto sommato
contenuta.
Altro aspetto positivo: a differenza delle lozioni, che vanno applicate quotidianamente, la fialetta va messa una volta a settimana, il che mi lascia ovviamente assai più libera di gestirne gli effetti (che però in questo caso sono assai meno fastidiosi di ogni altra lozione provata prima, nel senso che a fialetta messa posso andarmene tranquillamente in giro per strada).




 

 E voialtre? C'è qualcuno nel mondobloggo che può darmi indicazioni, che si è trovato particolarmente bene con questo o quel prodotto, o che magari si lava i capelli con la liscivia e vuole solo farmi una pernacchia???

Project Figa

Eh sì, perché nella mia vita, al momento, non c'è solo il project life.. qua si va decisamente sull'aulico!

Allora, tutto è cominciato quando ho scoperto che la Spora, celebrity della blogosfera e mia personale incarnazione di Quella Che Vorrei Essere Se Fossi Capace Di Essere Figa, ha pubblicato un libro. Che poi adesso mi chiedo "ma quando?? Quando l'ha pubblicato, che me lo sono perso?!?!". Vabbè, dopo controllo.
Comunque sono giunta per vie traverse a questa articolata scoperta, praticamente neanche ho finito di leggere questo post che hoplà, nel mio kindle c'erano già i tacchi che ticchettavano.

Bon, se devo fare un appunto: 16,90 so' assai, di 'sti tempi, con 'sta crisi..
Il prezzo kindle è okay, ma questo non è libro da kindle, è libro che devi avere a portata di mano, soprattutto perché, letta la storiella, poi hai voglia di tornare sui tuoi passi e fissarti bene in testa un po' di concetti chiave e col kindle puoi mettere tutti i segnalibri che vuoi, ma non è proprio cosa..

A proposito, ecco la trama in sintesi: una ragazza fondamentalmente carina ma trascurata si imbatte in una fatina della bellezza e del fashion, che a colpi di trattamenti, shopping e e la trasforma da capo a piedi e la manda sicura e dannatamente figa per la sua strada.

Detto questo, ecco cosa ho fatto appena terminata la lettura:

1) Sono andata a prendere le mie cremine e gli smalti, e li ho infilati nel frigo, allestendo un bello scompartino beauty che in tutta onestà fa proprio figo, là, con tutte quelle marche di lusso infiltrate tra il ketchup e le uova..

2) Ho mestamente riflettuto su quanto io sia.. come dire.. l'antitesi della figaggine? "De-figa" non è corretto, presupporrebbe un processo di deprivazione di una caratteristica che non ho mai avuto.. forse sono "a-figa"... ecco, no, anti-figa ci si avvicina di più, per quanto sembri più il manifesto politico di unna misogina lotta armata nel quale a pensarci potrei anche iscrivermi che questa eterosessualità la trovo sempre più inflazionata... ma vabbè, non divaghiamo.

3) Sono corsa a comprare un perizoma, anzi, già che sentivo la figaggine scorrermi nelle vene e pure nelle arterie (ostruite da anni ed anni di di culotte da Tezenis comprate col 3x2), ne ho comprati due, uno nero e uno nude (che ai tempi in cui ero rimasta io si chiamava "color carne", ma evidentemente fa troppo mutandone della nonna al mercato). Comunque, rece dei perizomi: ci può anche stare, è cosa di abitudine, tutto il giorno sotto i jeans non davano poi 'sto fastidio, ma.. azz!! Appena tornata a casa ed infilata la tuta, porcamiseria!!! Il cotone elastico, privo della rigidezza del jeans, segue il perizoma, e cerca di infiltrarsi pure lui.. oh, non so il vostro, ma il mio posteriore ha una capacità di accoglienza assai limitata..

4) Ho guardato le mie parigine (tacco 10, ma sto barando, è un tacco comodo e largo), fedeli compagne di tutto l'inverno ed oggetto di accanite discussioni tra colleghe per capire se fosse più corretto chiamarle "francesine" o "parigine" e, avendo finalmente capito che per dirimere la questione sarebbe bastato chiedere a Parigi, ho esclamato "Bonjour, mes richelieus!!!"

5) Ho comprato uno scrub corpo, una schiuma detergente superchic e supercostosa, tirato fuori il trench dall'armadio (che non è il trench di tutta la vita, ma devo aspettare il prossimo stipendio prima di darmi da fare con le carte), scaricato un'app che mi tempesti di promemoria tipo "imbecille, dal parrucchiere almeno una volta al mese" o "ti sei depilata? Ma proprio sicura? sicurasicurasicura???" e soprattutto il terribile "anche se hai otto ore di ufficio, lavatrice, spesa e lavaggio piattisulle spalle, no che non puoi andare a dormire se prima non ti sei fatta una bella pedicure e passato la cremina sui piedi..."

Ecco.. cominciavo a sentirmi francamente soddisfatta di tutto questo gran daffare quando poi ho spinto oltre le mie riflessioni.. E la domanda è stata: ma com'è che le fatine della bellezza femminile incontrano solo donne che sì, saranno un po' trascurate, ma il materiale di base è quello buono, per cui basta una spuntatina ai capelli, qualche capo strategico nell'armadio, ovviamente i tacchi.. e nel giro di poco ecco qua una starlette nuova di zecca?
Perché le fatine non si imbattono mai in donne normali, che hanno magari il rotolo di ciccia che sporge dalla cintura (o.. ehm.. dai perizomi...), o le caviglie grosse, o i denti storti e le orecchie pelose?!?!?!?!?

Lush: Nonsimangia, Nonlabevo, Mutandine...

C'è ancora qualcuno che non conosce questo brand?? Ancora qualcuno che, passeggiando per le vie del centro, non è stato rapito da quel miscuglio di profumi che, presi ad uno ad uno, sono a dir poco celestiali, ma che sniffati tutti insieme hanno lo stesso curioso effetto di un martello pneumatico sulle tempie?

Io l'ho scoperto secoli fa, ad Amsterdam, ma ormai anche in Italia hanno aperto un buon numero di punti vendita (rigorosamente al Centro-Nord, manco a dirlo).
La loro filosofia è di preparare tutti prodotti freschi, senza uso di sostanze artificiali, senza testarli sugli animali... e profumosissimi!!!
Negli anni si sono allargati su creme, shampoo, deodoranti.. ma il vero must have restano le torte di sapone (da cui ti tagli la "fetta" della dimensione desiderata) e le ballistiche (da sciogliere nell'acqua del bagno).

 Personalmente stravedo per i Nonsimangia, che, come dice il nome, ha un profumo così buono che ti verrebbe voglia di mangiartelo su due piedi. 
Di questa linea ho praticamente di tutto: le ballistiche, il sapone a pezzi, il burrocacao, lo spumante.. e non mi bastano mai!
Ultimamente ho scoperto che esisteva anche il gel doccia (Nonlabevo, ca vant sans dire), per cui l'ho inserito nel mio ultimo ordine!!

Già che c'ero, ho pensato bene di sbizzarrirmi con gli acquisti: ero curiosa di provare lo shampoo BIG, dopo averne letto ovunque recensioni entusiaste. Manco a dirlo, ho voluto provarlo circa mezz'ora dopo aver ricevuto il pacco e  sono rimasta molto soddisfatta: la consistenza dei grani di sale all'inizio fa un effetto un po' strano, ma ci si abitua subito..  perfino sui miei capelli, risaputamente impossibili (avete presente il mix sottilissimi, lisci, grassi e radi?? Una goduria..)! 
Siccome con gli shampoo ho già avuto grandi delusioni, però, non voglio illudermi troppo, e preferisco aspettare di averlo usato per 2-3 volte prima di esprimere un giudizio definitivo!


Essendomi appena finito l'olio per massaggi, ho ripreso I love me. E' un olio solido, che si scioglie al calore delle mani e in teoria andrebbe usato per massaggi.. molto in teoria, visto che già alla terza richiesta Daniele si è ammutinato rifiutandosi di procedere oltre! Io però non demordo, chissà che non riesca a convincerlo.. e comunque intanto uso il mio cuoricino profumato come idratante per il corpo anche da sola, tiè!

Il talco è un'altra new entry: mi incuriosiva l'idea di tornare bambina, ma se avete in mente Neutro Roberts e simili, scordateveliiiiiiiiii!!! Il profumo è completamente diverso, e anche la consistenza mi pare un'altra! Tipo, il borotalco dell'infanzia lascia sempre le mani un po' pastricciate, mentre questo ha una formulazione setosa.. Col caldo che c'è in questi giorni, non trovo niente di più rinfrescante che una doccia seguita da una nuvoletta di Mutandine..

Ah sì, perché, se ve lo state chiedendo, i nomi che Lush da ai propri prodotti sono una delle cose più divertenti del loro marchio: come resiste al sapone per l'uomo che non deve fetere mai? O al sapone Mango per Sogno, al Signore dei Granelli, al D-D-Tea? E come fare a meno dei burrocacao Labbracadabra o Labbrividisco?!