Raccolta di racconti scritta con la consueta grazia di Kawabata, ha un sapore diverso dalle opere maggiori e mi è piaciuta menoPer il buon nome
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Raccolta di racconti scritta con la consueta grazia di Kawabata, ha un sapore diverso dalle opere maggiori e mi è piaciuta meno. Quando in Italia sono arrivati i libri degli autori giapponesi, ne ho letti molti con piacere, per avvicinarmi a una cultura diversa dalla nostra. Kawabata è il mio preferito, per la compostezza classica con la quale racconta persone, vite, paesaggi. In questo libro non l’ho ritrovato, forse è andato incontro al gusto di lettori più generalisti: alcuni racconti sono stati pubblicati su riviste. Le relazioni umane delle quali scrive mi sembrano spesso false, avvolte in fantasticherie che dovrebbero aggiungere profondità ai personaggi, ma mi sembra che conferiscano più che altro un’idea di peccato anni sessanta: scandalo, oltraggio al pudore, interni borghesi, donne annoiate che cercano trastulli. In un racconto si parla di una relazione clandestina, che viene raccontata come un pettegolezzo: perché, Yasunari? Io voglio leggerti in versione premio Nobel. Il racconto che dà il titolo alla raccolta mi è piaciuto, ma è alquanto inverosimile. L’ultimo racconto è in realtà un testo teatrale, basato sulla guerra dei Clan Genji e Heike, avvenuta nel dodicesimo secolo. Questo mi è sembrato bello, con una figura di donna che accetta un destino gramo con un piglio energico, fra l’indifferente e il realista, che mi è piaciuto e mi ha anche stupito. Alla fine, una lettura evitabile, soprattutto per il buon nome di YK.
Chiaroscuri La copertina con la camelia rosa su sfondo rosa è una promessa di stile classico, alla Yasunari Kawabata e la promessa è mantenuta, anche aChiaroscuri La copertina con la camelia rosa su sfondo rosa è una promessa di stile classico, alla Yasunari Kawabata e la promessa è mantenuta, anche al di sopra delle aspettative. La compostezza della scrittura e delle aspirazioni dei personaggi rimane tutta lì, sulla pagina e nei loro desideri, perchè la vita è un'altra cosa, attraversata da drammi di dimensioni planetarie, nazionali o personali, come sono la seconda guerra mondiale, l'occupazione della Corea e della Cina, la bomba atomica, la seduzione di un'adolescente senza famiglia. Poi di tanto in tanto i personaggi si rinfrescano lo sguardo nel bosco di bambù, oppure guardando camelie e non-ti-scordar-di-me. La storia di due famiglie è raccontata da vari personaggi di tre generazioni, ciascuno ne racconta una parte, nessuno conosce la storia per intero. L'unico al quale non viene data voce è il seduttore, che produce una serie di eventi che ritorna a lui. Una nota di merito è la raffinata composizione dei personaggi principali, che, come esseri umani nella loro complessità, non fanno quello che ci si aspetta. Sul momento mi sono sembrate note stonate, poi ho apprezzato l'eccellenza della costruzione, del non rivelare i chiaroscuri interiori. Il libro è molto bello e molto interessante per la conoscenza che offre al lettore occidentale di una cultura molto lontana dalla nostra e anche di una prospettiva storica diversa da quella alla quale siamo abituati. Non stupisce che la società giapponese degli anni quaranta fosse ferocemente colonialista, anche gli Italiani in Africa hanno fatto cose atroci, magari su scala più modesta; neanche ci si può stupire del razzismo nei confronti dei Coreani, dato che in Italia ci sono state le leggi razziali e le denunce e deportazioni. Non meraviglia il maschilismo della società, considerando che ancora prospera. Stupisce un po' di più che le famiglie nobili tenessero più alla purezza del sangue della discendenza che alla felicità del proprio figlio, tanto da indurlo ad abbandonare la famiglia. Una cosa alla quale non avevo mai pensato è che la bomba atomica sia stata buttata sul Giappone non tanto per convincere il Giappone ad arrendersi, era già distrutto, ma per suggerire l'idea all'Unione Sovietica che non era il caso di tentare un'espansione in quella direzione. Un'altra cosa che viene detta da uno dei personaggi è che la pesante sconfitta del Giappone e la conseguente occupazione USA hanno aperto per il popolo una possibilità di democrazia che altrimenti non avrebbe avuto. Una considerazione equilibrata e molto magnanima. Seguirò questa scrittrice....more