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martedì 25 luglio 2023

Barbie (2023)

Giovedì sono corsa a vedere uno dei film che aspettavo di più quest'anno, il Barbie diretto e co-sceneggiato dalla regista Greta Gerwig. NIENTE SPOILER, tranne quelli presenti in un trailer per una volta poco rivelatore!


Trama: la vita scorre serena all'interno di Barbieland finché una Barbie comincia a notare stranezze e difetti nella sua esistenza sulla carta perfetta. Per indagare, la Barbie (assieme a Ken) valica i confini che separano il suo mondo da quello umano...


Di Barbie si è già detto e scritto tutto ancora prima che uscisse, quindi non sarà facile scrivere qualcosa di interessante e poco banale, soprattutto senza fare spoiler, ma ci proverò. Preceduto da un trailer accattivante e sciocchino, Barbie, per la prima mezz'ora, è, volutamente, tutto quello che i suoi detrattori pensavano. In un trionfo di rosa e kitsch, veniamo introdotti in quella che è la realtà di Barbieland, un luogo in cui ogni giorno è perfetto ma anche perfettamente uguale a quello precedente, e dove ogni Barbie può essere ciò che vuole, da presidente ad astronauta, in un susseguirsi di scene tra l'esilarante e il paradossale. Furbamente, la Gerwig e Baumbach puntano i riflettori sulla "Barbie" per eccellenza, bionda bella e sorridente, e modellano la perfezione di Barbieland su di lei perché, capirete bene, non tutte le bambine (me compresa) si limita(va)no a pensare noiose quanto glamour giornate di ozio, svago e trionfi per le proprie bambole; questo stereotipo radicato nel tempo da decenni di marketing e pubblicità è però essenziale per rendere ancora più duro lo scontro con la realtà, allorché Barbie, allarmata da terrificanti cambiamenti all'interno della sua routine e dei suoi pensieri, decide di andare nel mondo umano per indagare. E' qui che il film prende una piega inaspettata e devia da quel trailer che ci viene propinato da mesi, diventando una riflessione su un aspetto ben preciso della società, legato a doppio filo al desiderio di Ruth Handler, la creatrice di Barbie, di dare alla figlia e alle donne la possibilità di sognare in grande, proiettando ogni aspirazione su una bambola che non si limitava ad essere solo madre o moglie, ma poteva essere qualunque cosa. Prigione dorat, ehm, rosa dove questo desiderio è portato all'estremo, Barbieland è un'isola felice rigidamente amministrata da un consiglio direttivo della Mattel gestito interamente da uomini, e al suo interno c'è qualcuno che invece NON può essere quello che desidera, perché creato per esistere in funzione di Barbie, ovvero Ken. Si può dunque dire che Barbieland è il riflesso distorto di un'idea di per sé giusta, un luogo che non solo ha creato dei mostri nella realtà, alimentando ideali di bellezza e perfezione irraggiungibili, ma che "vendica" la sopraffazione con una sopraffazione al contrario, dove c'è sempre e comunque qualcuno che soffre e che viene ignorato o considerato "inferiore", a discapito di tutta la tolleranza e l'inclusività moderna predicata dal marchio Barbie.


Alla faccia di tutta la gioiosa idiozia riversataci addosso da trailer, meme ed anteprime, Barbie è un film molto amaro, che non mostra il fianco neppure per un istante a soluzioni semplici ed happy ending posticci. La Gerwig e Baumbach, anzi, sembrano volerci dire che la vita è fatta di scelte e sofferenza, una lotta continua per affermare noi stessi in una società che probabilmente non ci vuole e che ci impone assurdi modelli maschili o femminili; ancora peggio, non esistono cambiamenti nati da illuminazioni improvvise e lo status quo è terribilmente difficile da sradicare, quindi tutto il contrario di ciò che ci è sempre stato insegnato dalla Disney e dai suoi emuli (se poi pensate che l'amore possa vincere su ogni cosa, avete davvero puntato sul film sbagliato). Tutto ciò viene gettato in faccia allo spettatore col sorriso, con i toni garbati di una commedia capace di spingere il pedale sull'acceleratore dell'assurdo senza mai deviare dal suo percorso né imbroccare la via senza ritorno della caciara fine a se stessa, cosa che dimostra l'incredibile lucidità mentale della Gerwig e il suo polso fermissimo sia in fase di scrittura che di regia. Se, a tratti, Barbie vi sembrerà un po' troppo fighetto e "maestrino" nel suo desiderio di aprirci gli occhi al mondo, beh, non sarò io a farvi cambiare idea, perché ogni tanto ho avuto io stessa la sensazione di venire "bacchettata" tra una risata e l'altra (probabilmente avvertivo l'aura di Baumbach, con cui non vado d'accordissimo), ma siccome sul finale sono riuscita persino a commuovermi direi che nel film c'è soprattutto del sentimento, non solo del freddo, cinico calcolo.


Al di là di queste considerazioni che, come avrete capito, non posso sviscerare appieno pena incappare in sgraditi spoiler, Barbie è proprio bello cinematograficamente parlando. Se date un'occhiata QUI, vi farete un'idea di quante, elegantissime fonti d'ispirazione abbiano guidato la Gerwig nella realizzazione del film che, effettivamente, è una gioia per gli occhi fatta di inquadrature iconiche ed intelligenti, con numeri musicali dal sapore vintage, capaci di lasciare a bocca spalancata. Le scenografie sono spettacolari e non potrebbe essere altrimenti: il rosa e i colori pastello delle case dei sogni di Barbieland si accompagnano a fondali disegnati che noi bambine conosciamo molto bene, e non contrastano neppure troppo con la fredda monocromia e regolarità degli uffici della Mattel, proprio a rispecchiare il rigido controllo presente in due mondi strettamente legati. Personalmente, non ho mai avuto molte Barbie con cui giocare ma mi sono ammazzata di cataloghi Mattel (li adoravo, avendo sempre amato disegnare mi davano una fonte d'ispirazione costante per vestire le mie donnine e, in più, erano scritti in almeno un paio di lingue) e non nascondo di avere represso più di un brivido di gioia davanti al rispetto filologico di costumi, pettinature, accessori e linee, spesso utilizzati come ulteriore fonte di ironica presa in giro. La presenza di una narratrice d'eccezione, che spesso sfonda la quarta parete dialogando con spettatori e realizzatori, è l'ulteriore aggiunta a un cast perfetto. Se Michael Cera e Kate McKinnon sfruttano al meglio il poco tempo a loro concesso e Margot Robbie è una Barbie fatta e finita, a rubarle la scena c'è un Ryan Gosling favoloso, che si è gettato anima e corpo in un ruolo che molti avrebbero rifiutato perché troppo "stupido"; l'attore ha reso finalmente giustizia al povero Kentozzi(tm) rendendolo tragico, eroico "imperatore del regno di mille fighe di legno", "monumento" di un algido piccione biondo, che verrebbe voglia di abbracciare per tutta la durata del film. Non mi vergogno a dire che, per quanto mi riguarda, questa è l'interpretazione migliore di Gosling e, prima di venire linciata, vi invito a correre al cinema a vedere Barbie. Lo so, è una cretinata, ma andate con almeno un accessorio rosa, perché vedere una sala gremita di gente tutta vestita a tema, persino nel triste multisala di Savona, è stata un'esperienza bellissima!!


Della regista e co- sceneggiatrice Greta Gerwig ho già parlato QUI. Margot Robbie (Barbie), Kate McKinnon (Barbie), Alexandra Shipp (Barbie), Emerald Fennell (Midge), Ryan Gosling (Ken), Michael Cera (Allan), America Ferrera (Gloria), Helen Mirren (narratrice), Will Ferrell (CEO della Mattel) e Lucy Boynton (Barbie Proust) li trovate invece ai rispettivi link. 

Simu Liu interpreta Ken. Cinese, lo ricordo per film come Shang - Chi e la leggenda dei dieci anelli, inoltre ha partecipato a serie quali Slasher e prestato la voce per I Simpson. Anche produttore, sceneggiatore e regista, ha 34 anni e tre film in uscita. 


Rhea Perlman interpreta Ruth. Americana, moglie di Danny De Vito, ha partecipato a film come Matilda 6 mitica e a serie quali Taxi, Blossom, Cin Cin, Innamorati pazzi e Ally McBeal; come doppiatrice ha lavorato ne I Simpson, American Dad!, Robot Chicken e Sing. Anche produttrice e sceneggiatrice, ha 75 anni. 


Tra le mille Barbie e Ken presenti nel film spuntano Dua Lipa e John Cena in versione sirene. Se Barbie vi fosse piaciuto il mio consiglio è di recuperare davvero le fonti di ispirazione della Gerwig, male non farà di sicuro! ENJOY!



martedì 10 marzo 2020

Dragon Trainer - Il mondo nascosto (2019)

In occasione degli Oscar avevo recuperato anche Dragon Trainer - Il mondo nascosto (How to Train Your Dragon: The Hidden World), diretto nel 2019 dal regista Dean DeBlois.


Trama: mentre il villaggio di Berk affronta il sovrappopolamento dei draghi, Sdentato incontra una Furia bianca, dietro la quale si nasconde tuttavia la minaccia di un terribile cacciatore.


Come se avessi avuto un vago presagio di sventura, non ero andata a vedere il terzo (e, pare, ultimo) episodio della saga Dragon Trainer al cinema, nonostante i primi mi fossero piaciuti molto. Ho fatto bene, perché Il mondo nascosto è un film che si trascina stancamente come fosse un lungo filler per raggiungere il commovente, benché prevedibile, finale, durante il quale le avventure di Hiccup, Sdentato e tutta l'allegra banda vichinga trovano un degno compimento e una chiusura definitiva. "Amore si accompagna sempre al dolore, ma vale comunque la pena di viverlo" e chi lo sa meglio del padre di Hiccup, rimasto solo con un figlio a carico per tanti anni? Peccato che questo concetto meraviglioso, che conosciamo bene tutti e che è giusto insegnare anche ai più piccoli, si perda per buona parte del film in gag stantie (i due gemelli sono particolarmente insopportabili), malvagi da operetta e corteggiamenti disastrosi tra Sdentato e la nuova arrivata, una Furia bianca che non ci mette molto ad attirarsi l'odio dello spettatore per i suoi modi da figa di legno. Quanto al mondo nascosto che compare nel titolo, è un peccato che venga sfruttato così poco, una piccola, affascinante parentesi sulla quale ci sarebbe da raccontare molto e che invece viene semplicemente utilizzata come escamotage narrativo per far spostare i protagonisti da punto A a punto B e come miccia scatenante l'inevitabile conclusione del film (SPOILER Inevitabile, virgola. Capisco che Sdentato abbia desiderio di stare con la compagna e i suoi simili, ma che dopo un giorno scelga di abbandonare Hiccup senza nemmeno voltarsi indietro, tra l'altro senza portarsi dietro gli amici draghi di Berk, è perplimente. Tutto ciò che accade prima del finale avviene perché Hiccup lo va a riprendere, altrimenti il film sarebbe finito senza l'ultima mezz'ora FINE SPOILER).


La delusione causata dall'essermi aspettata un film all'altezza dei primi due capitoli della saga, che ho adorato, probabilmente mi sta spingendo ad essere un po' più dura di quanto Il mondo nascosto meriterebbe, e non vorrei che qualcuno si tenesse erroneamente lontano dalla pellicola. A livello di animazioni, infatti, Il mondo nascosto non ha nulla da invidiare ai suoi predecessori, omaggiati peraltro, per quanto riguarda alcune situazioni fondamentali, in maniera assai tenera, e il character design dei nuovi personaggi introdotti è assai carino; il villain è identico a Chris Sanders, co-regista del primo Dragon Trainer, mentre la Furia bianca è sicuramente una creatura poco simpatica, tuttavia è di un'eleganza incredibile e la sua bellezza felina compensa il fatto che questa volta Sdentato più che un gattone sembra un cagnolino scemo, con tutto quello che ne consegue. Molto bello, come ho scritto più sopra, anche il mondo nascosto, un trionfo di colori, ambienti lussureggianti e draghi di ogni genere e dimensione che, probabilmente, sarà stato un delirio da animare e forse anche questo ha influito sulla durata della sua presenza sullo schermo. Per il resto non ho molto altro di cui essere entusiasta e mi spiace davvero: la saga Dragon Trainer ha saputo emozionarmi per le sue soluzioni non convenzionali e i suoi colpi al cuore per due film, quindi speravo che nel capitolo conclusivo ci sarebbero state le stesse emozioni moltiplicate per tre. Purtroppo, rimane solo un bellissimo quarto d'ora finale e la dolorosa consapevolezza che la storia di Hiccup e Sdentato, per come l'abbiamo conosciuta, è finita. Chissà, che nel futuro non vengano raccontate altre storie di amicizia tra uomini e draghi, in maniera altrettanto poetica.


Del regista e co-sceneggiatore Dean DeBlois ho già parlato QUIJay Baruchel (Hiccup),America Ferrera (Astrid), F. Murray Abraham (Grimmel), Cate Blanchett (Valka), Gerard Butler (Stoick), Craig Ferguson (Skaracchio), Jonah Hill (Moccicoso), Christopher Mintz-Plasse (Gambedipesce), Kristen Wiig (Testabruta), Kit Harington (Eret), e David Tennant (Spitelout / Ivar the Witless) li trovate invece ai rispettivi link.


Dragon Trainer - Il mondo nascosto è l'ultimo film di una trilogia cominciata con Dragon Trainer e proseguita con Dragon Trainer 2; recuperateli tutti, perché sono davvero belli, e se vi ritroverete con un'insana passione per i draghi aggiungete la serie Dragons: I paladini di Berk. ENJOY!

martedì 17 febbraio 2015

Dragon Trainer 2 (2014)

Dopo aver visto e amato Dragon Trainer pensavate mi sarei lasciata scappare Dragon Trainer 2 (How to Train Your Dragon 2), diretto e co-sceneggiato nel 2014 da Dean DeBlois nonché candidato all'Oscar come miglior film d'animazione?


Trama: durante uno dei loro voli esplorativi, Hiccup e Sdentato trovano un paese devastato dal ghiaccio e base di cacciatori di draghi al soldo del terribile Drago Bludvist; nel tentativo di scovare il malvagio e farlo ragionare, nonostante il padre tenti di dissuaderlo in ogni modo, Hiccup incontrerà un altro misterioso Cavaliere dei Draghi...


Dopo gli eventi del primo film, Dragon Trainer 2 si apre con un bello scorcio della rinata Berk, cittadina dove i vichinghi e i draghi convivono in armonia e dove la sete di competizione del popolo viene tenuta a bada da tornei volanti nel corso dei quali chi lancia più pecore in un cesto vince. Nonostante sia ormai considerato un eroe da tutti gli abitanti del villaggio (e nonostante si sia ormai fidanzato con la bella Astrid) Hiccup ha sempre qualche problema che lo affligge e il suo rapporto col padre è migliorato fino a un certo punto; se nel primo film il protagonista era considerato uno sfigato della peggior specie nonché la spina nel fianco del potente genitore, nel secondo si assiste ad uno scontro generazionale/psicologico tra i più classici, con Stoick che vorrebbe Hiccup capovillaggio mentre il ragazzo, ancora incerto su quale sia la sua vera natura e desideroso di libertà, non ne vuole proprio sapere. Le tensioni tra i due esplodono con l'arrivo di un vecchio e minaccioso nemico, Drago Bludvist, che l'ingenuo Hiccup vorrebbe "sedare" con discorsi di pace e convivenza mentre giustamente Stoick, scampato già una volta alla sua furia assassina, vorrebbe solo che il figlio lo lasciasse stare e pensasse piuttosto a proteggere il villaggio da un suo eventuale attacco; nel corso del film accadrà davvero di tutto, tra eventi allegri e commoventi ma anche altri incredibilmente tristi, che porteranno Hiccup e Sdentato a scoprire qualcosa di più su sé stessi, sul loro legame e, soprattutto, a raggiungere una consapevolezza assai simile a quella dell'età adulta, lasciandosi alle spalle non già una coda o un arto ma buona parte della loro ingenuità ed innocenza.


In Dragon Trainer 2 si ride (la gag ricorrente delle pecore è favolosa!), ci si emoziona e ci si commuove (diciamo pure che si piange come delle fontane) e come sequel l'ho trovato assolutamente all'altezza del primo capitolo. Alcuni personaggi si sono evoluti, altri, come la bionda e grezzissima Testabruta o come la meravigliosa "Vecchietta dei Draghi", vedono aumentare il loro tempo sullo schermo mentre altri vengono un po' sacrificati a favore dei nuovi ingressi: Drago Bludvist è la nemesi perfetta per Hiccup, tanto malvagio ed irrispettoso nei confronti dei draghi quanto l'altro è buono ed affezionato alle creature alate mentre il secondo personaggio nuovo (di cui non vi svelerò affatto l'identità!) viene tratteggiato fin dall'inizio con una delicatezza incredibile e la volontà di non rispondere immediatamente a tutte le domande che potrebbero sorgere sul suo passato. Inoltre, il personaggio in questione permette agli animatori di sbrigliare abilità e fantasia, deliziando lo spettatore con una favolosa "caverna dei draghi" zeppa di colori, elementi naturali e draghi volanti di ogni specie. Certo, il character design dei draghetti lascia sempre un po' a desiderare (non posso farci nulla, a me piace solo il gattesco e tenerissimo Sdentato) ma i molti scontri all'ultimo sangue, le epiche scene di volo o i "Giochi senza frontiere con pecora" di cui ho parlato all'inizio sono animati benissimo e molto probabilmente faranno la gioia di qualsiasi spettatore, piccolo o grande che sia. La franchise di Dragon Trainer si conferma indubbiamente una delle migliori e più emozionanti mai realizzate e sono contenta di averla recuperata... adesso aspetto con trepidazione il terzo capitolo, sperando che la qualità continui a mantenersi alta!


Del regista e co-sceneggiatore Dean DeBlois ho già parlato QUI. Jay Baruchel (Hiccup), Cate Blanchett (Valka), Gerard Butler (Stoick), Craig Ferguson (Skaracchio), America Ferrera (Astrid), Jonah Hill (Moccicoso), Christopher Mintz-Plasse (Gambedipesce), Kristen Wiig (Testabruta) e Djimon Hounsou (Drago) li trovate invece ai rispettivi link.

Kit Harington, che presta la voce alla new entry Eret, interpreta Jon Snow nella serie Il trono di spade. A Dragon Trainer 2 dovrebbe aggiungersi un terzo seguito nel 2017; nel frattempo, se il film vi fosse piaciuto potete leggere la serie di libri How to Train Your Dragon (tradotto in italiano con Le eroiche disavventure di Topicco Terribilis Totanus III) di Cressida Cowell oppure recuperate Dragon Trainer, lo spin-off  Dreamworks Dragons: I cavalieri di Berg, serie tuttora in corso e mandata in onda su Cartoon Network e Boing e i corti La leggenda del drago Rubaossa, Dragons: il dono del drago e Book of Dragons. ENJOY!


domenica 15 febbraio 2015

Dragon Trainer (2010)

Il tempo passa eh, ma alla fine anche io riesco a vedere i film sulla bocca di tutti. Magari con cinque comodissimi anni di distanza. E’ quello che è successo con Dragon Trainer (How to Train Your Dragon), diretto e co-sceneggiato nel 2010 dai registi Dean DeBlois e Chris Sanders e tratto dalla serie di libri How to Train Your Dragon (tradotto in italiano con Le eroiche disavventure di Topicco Terribilis Totanus III) di Cressida Cowell.



Trama: in un villaggio di vichinghi vittima di continui attacchi di draghi, il giovane Hiccup è l’unico incapace di combattere. Un giorno, per pura fortuna, riesce ad abbattere il drago Furia Buia ma gli risparmia la vita; da quel momento, tra Hiccup e il ribattezzato Sdentato nasce una profonda amicizia..



Avete presente da bambini, quando guardavate un cartone animato, quella sensazione mista di meraviglia e perdita? Mi spiego. Guardando Roger Rabbit non vi era venuta una voglia mostruosa di prendere un aereo e andare a Cartoonia? La pietra azzurra di Nadia, ma quanto era bella da uno a mille? Ma quanto sarebbe stato figo avere un castello pieno di personaggi parlanti come quello de La bella e la bestia? E vogliamo parlare del Paese delle Meraviglie di Alice? Tutto molto bello, sì, ma queste cose non si possono fare né avere perché, di fatto, non esistono; da bambini ci si rimane male, poi si cresce e simili insani desideri non dovrebbero più insorgere. Invece, dopo aver visto Dragon Trainer, mi sono sentita letteralmente tradita dalla realtà e schiacciata dall'impossibilità di avere un drago puccio e meraviglioso come Sdentato, per tenerlo in casa, giocarci, volare nonostante il mio atavico terrore delle altezze, coccolarlo fino a non poterne più. Potenza di uno dei film animati più belli che abbia visto da qualche anno a questa parte, un trionfo di umorismo, azione, avventura, tenerume e meraviglia, adatto ai grandi e perfetto per i piccini, con quel tocco di inaspettato realismo che è riuscito a stupirmi e catturarmi tanto quanto i grandi occhioni di Sdentato. Il protagonista, Hiccup, è un "normalissimo" disadattato all'interno di un paese di giganteschi e coraggiosi eroi: è mingherlino, pasticcione e pauroso, dolorosamente consapevole del fatto che nessuno ha un minimo di fiducia in lui, suo padre in primis. Per dimostrare di potercela fare decide di andare contro la sua natura e catturare l'imprendibile Furia Buia, impresa in cui riesce con l'ingegno, non con la forza bruta; al momento di uccidere il drago, tuttavia, il ragazzo rifiuta mosso da pietà e da quel momento riuscirà a creare un nuovo percorso di vita, per sé stesso, per l'avversario ferito (con cui instaurerà un rapporto di amicizia e reciproca dipendenza) e per l'intero paese. Dragon Trainer diventa così un invito ad uscire dagli schemi e trovare la propria strada al di là delle aspettative altrui, nonché un necessario inno al dialogo e alla conoscenza reciproca come uniche fonti di civiltà e arricchimento personale, in contrasto con errati pregiudizi che portano soltanto guerra, dolore ed incomprensione.



Oltre al necessario messaggio positivo, poi, c'è Sdentato. Uno dei bestiolini più belli mai creati per il grande schermo, un incrocio tra un rettile, Stitch e un gatto, praticamente un trionfo di pucciosità cattivella. Ogni interazione tra lui e Hiccup è deliziosa, divertente e commovente, sopratutto per quel che riguarda i primi, timidi tentativi di conoscenza reciproca. Le scene di volo poi sono strepitose, mozzafiato ed animate benissimo; i rocamboleschi allenenamenti di Hiccup e Sdentato non hanno nulla da invidiare alle riprese aeree di blockbuster zeppi di effetti speciali mentre la sequenza, più lenta ma non meno emozionante, del romantico viaggio tra le nuvole è di una bellezza incredibile e fa davvero venire voglia di salire a toccare quelle spumose masse dai colori tenui. I singoli personaggi sono stati realizzati benissimo e chiunque, anche quelli secondari che magari hanno giusto una, due battute di dialogo, hanno comunque una caratteristica che li fa saltare all'occhio dello spettatore, rendendoli di conseguenza indimenticabili; in questo, l'unica nota negativa di Dragon Trainer è il fatto che, Sdentato e dragone finale a parte, gli altri draghi presenti nella pellicola sono di una bruttezza rara e sembrano dei mostrilli fasulli fatti di pixel mentre gli esseri umani sono nell'insieme piuttosto gradevoli e per nulla spigolosi. Ho molto apprezzato, inoltre, l'idea di strutturare buona parte del film come una serie di lezioni sui draghi, con tanto di esercizi, manuali da leggere, diari da riempire con annotazioni personali e quant'altro, tanto che mi sembrava di essere tornata ai bei tempi di Harry Potter, quando potevo imparare assieme a Harry e compagnia un sacco di nozioni che non mi serviranno mai ma che sicuramente mi hanno permesso di immedesimarmi maggiormente nei personaggi; ora, visto che la mia personale Furia Buia non è ancora arrivata, sono curiosissima di sapere come se la caveranno Hiccup e Sdentato in Dragon Trainer 2 e non vedo l'ora vivere una nuova avventura assieme a loro!



Di Jay Baruchel (Hiccup), Gerard Butler (Stoick), Craig Ferguson (Skaracchio), Jonah Hill (Moccicoso), Christopher Mintz-Plasse (Gambedipesce), Kristen Wiig (Testabruta) e David Tennant (Spitelout) ho già parlato ai rispettivi link.

Dean DeBlois è il co-regista e co-sceneggiatore della pellicola. Canadese, ha diretto film come Lilo & Stitch e Dragon Trainer 2. Anche animatore e produttore, ha 44 anni e un film in uscita, Dragon Trainer 3, che dovrebbe essere pronto per il 2017.


Chris Sanders (vero nome Christopher Michael Sanders) è il co-regista e co-sceneggiatore della pellicola. Americano, ha diretto film come Lilo & Stitch e I Croods. Anche doppiatore, animatore e produttore, ha 54 anni e un film in uscita, I Croods 2.


America Ferrera doppia in originale Astrid. Americana, famosissima protagonista della serie Ugly Betty, ha doppiato anche Dragon Trainer 2 e partecipato ad altre serie come CSI - Scena del crimine. Anche produttrice, ha 30 anni.


Occhio, qui ci sono SPOILER. Il finale originale prevedeva che Hiccup uscisse dallo scontro col dragone praticamente illeso ma i realizzatori hanno pensato che la cosa fosse, giustamente, poco realistica e, con l'approvazione di Cressida Cowell, hanno deciso di fargli perdere parte della gamba, così come succede all'inizio a Sdentato con la coda; a tal proposito, la scena in cui Hiccup si rende conto di essere ormai monco e viene aiutato sia psicologicamente che fisicamente da Sdentato è stata suggerita nientemeno che da Steven Spielberg perché lo script originale prevedeva che il ragazzo prendesse coscienza dell'accaduto da solo, riducendo così il ruolo del draghetto a quello di mera "cavalcatura". Quindi, grande Spilby sempre e comunque! Dragon Trainer ha generato, oltre al seguito Dragon Trainer 2 (a cui dovrebbe aggiungersene un terzo nel 2017), anche parecchi spin-off, come la serie Dreamworks Dragons: I cavalieri di Berg, tuttora in corso e mandata in onda su Cartoon Network e Boing, e i corti La leggenda del drago Rubaossa, Dragons: il dono del drago e Book of Dragons. Se Dragon Trainer vi fosse piaciuto recuperateli tutti assieme magari a Mulan, Ribelle - The Brave e Le 5 leggende. ENJOY!

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