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domenica 26 marzo 2017

Vivere per poi raccontarsela meglio

Non mi sono mica pentita. In realtà non mi pento mai di niente, perché se decido di fare e dire cose è perché il mio angelo custode freakkettone vuole che io nella vita mi debba muovere così, in questa maniera apparentemente un poco sgangherata ma quasi sempre appassionata e motivata. Ieri volevo correre coi compagni della scuola di running e l'ho fatto nonostante delle condizioni fisiche davvero proibitive. Mi sono divertita moltissimo e poco importa se la bronchite è ancora qui tutta intera ad annientarmi, ma chi me lo dice che oggi sarei stata meglio se mi fossi persa l'esperienza di ieri.

Milano oggi aveva il mood rilassato della città che comincia a svuotarsi nel week end e io già pregusto la pace dell'ufficio da feste comandate, lunghi e lunghissimi ponti 25aprile/1 maggio e io che faccio confronti con gli anni precedenti e trovo tante cose uguali a se stesse e tantissime altre diverse sia nella forma che nella sostanza. Abbastanza diversa nella sostanza sono io, che mai mi sarei sognata di correre con un pettorale, di lasciar perdere e mollare ciò che non è destinato a me, che ho imparato a dirmi che non sono niente male, che sto imparando a conoscere e riconoscere le persone che voglio tenermi strette.

A volte la percezione che si ha del tempo passato è molto diversa dal ricordo. Io per esempio non faccio altro che pensare che gli anni ottanta siano stati un decennio funesto per la civiltà contemporanea, eppure potrei affermare senza timore di essere smentita di essere tra i massimi esperti in Italia di tutti i cartoni andati in onda in quel periodo, perché sono stati per me una fonte suprema della felicità, forse rimasta ineguagliata. Non so cosa sarebbe stata la mia infanzia senza tutti quei pomeriggi fissa a seguire quelle storie fantastiche che hanno animato tutto il mio immaginario. In fondo che mi importa  sapere che mentre io sognavo tra lady orscar, memole, lulu l'angelo tra i fiori, il tulipano nero, Holly e e Benji, Mila e shiro...gli equilibri internazionali stavano stravolgendo la storia mondiale, che in Italia si affacciava un modello di consumo che si sarebbe insinuato nelle coscienze fino a condizionarne totalmente le scelte ideologiche. Mentre mi ricordo di quel passato incantevole e magico ci sta la Cristina D'Avena da Fazio e penso che allora è proprio tutto vero, quella parte di storia esisteva e io la vivevo mentre succedevano altre cose che per fortuna avrei capito solo molto dopo.

Che importa che le cose siano tutte chiare da subito, che colpa è quella di provare ad interpretare il proprio personalissimo presente mettendo assieme quanto di più suggestivo ci capiti a tiro per tentare di fabbricare e immagazzinare ricordi felici. Non è pericoloso, perché di solito ci pensa il tempo, impietoso e rivelatore, a raccontarci davvero come stavano le cose.

Non sono più una bambina sognante che guarda i cartoni tutto il pomeriggio. Con gli anni mi è sempre più difficile raccontarmi favole per poi ricordarmi di quanto fossi felice. Però ho avuto la febbre per una settimana e per fortuna quando mi ammalo riesco facilmente a perdere la lucidità e ad andare a correre senza respirare. Forse sono ancora un'ottima fabbrica di ricordi


sabato 4 febbraio 2017

Nove di tredici

Pare che oggi Facebook compia tredici anni. Io ne faccio parte da nove. Mi ricordo perfettamente quel momento. Stavo nella biblioteca di Suzzara, "ridente" paesino della bassa padana in provincia di Mantova in cui ho trascorso sei mesi per un tirocinio. Trascorrevo tutta la mia giornata non lavorativa in quel posto magico e fiabesco dove avevo libero accesso a internet e ad alcune attività cinefile molto originali che hanno reso indimenticabile la mia permanenza in quello stranissimo luogo.
Pioveva, io scrivevo ancora sul mio vecchio blog e avevo deciso che era arrivato il momento di esprimermi con meno parole e a una platea più variegata. Credo che sia stata una delle cose migliori che mi siano capitate nella vita. Io neppure mi ricordo come riempivo i miei vuoti di attività prima di Facebook, ma in ogni caso sono certa che non fosse affatto meglio. Mi ci sono appassionata subito, non ho mai perso l'entusiasmo e col tempo ne ho variato finalità e modalità espressive.

Credo che di Facebook potrei non stancarmi proprio mai. Mi hanno stancato alcuni di quelli che seguo, l'eccesso di narcisismo, il buon giorno e la buona notte che alcuni si sentono in dovere di dare al proprio "pubblico", mi stancano i depressi cronici e le vittime lamentose, quelli che offendono in modo gratuito, la volgarità o i "salvinismi" variamente declinati. Mi appassiona l'utilità sociale e la simpatia, la velocità con cui passa l'informazione o le emergenze a cui prestare tempestivo soccorso, la rapida circolazione delle idee. Mi entusiasmano persino le bufale e tutte quelle innocenti e grossolane boiate che mi ricordano quanto siamo anche irrimediabilmente miseri e meschini, pressappochisti e superficiali. Mi piace questa immensa, meravigliosa, inarrivabile cassa di risonanza di quello che siamo attraverso quello che è Facebook. Nessun sociologo, antropologo, intellettuale o guru saprebbe descriverci meglio...Ed ecco che sento arrivare, come una zanzara dispettosa che piomba dal nulla alle due di notte a disturbare i sogni del giusto, il professorino di turno, che cita Eco e ti dice che però in questo modo anche gli imbecilli hanno l'immeritato diritto di parola che in passato per fortuna non avevano. Ed ecco che a me viene l'orticaria e con tutte le bolle sulla pelle mi ritrovo a dire che erano imbecilli anche prima di Facebook e per fortuna adesso li riconosciamo prima e meglio in quanto imbecillì, che il pensiero critico non è morto, ma è ancor più vivo di prima e lotta con noi, almeno con quelli di noi che vivono anche di altro, che ancora credono nella scuola, nel cinema, nella fatica dell'apprendimento metodico e che purtroppo l'imbecillità non è colpa dei luoghi dove essa si manifesta in tutto il suo "splendore".

Comunque, sono passati nove anni. Io intanto ho di nuovo riaperto il mio blog, perché alla fine non è proprio la stessa cosa e l'uno non esclude l'altro.
Fb rimane il luogo privilegiato in cui esprimo le mie emozioni a caldo, senza filtro, e tutte le mie convinzioni più categoriche, è il mezzo attraverso il quale mi confido senza troppi freni con un mondo ipotetico che immagino mi stia ascoltando o che abbia delle reazioni costruttive. In questo a volte si rivela una valvola di sfogo un po' pericolosa e facile preda di fraintendimenti ed equivoci. Ma trovo infinitamente interessante e stimolante anche questo. Non è tutta la mia vita, ci mancherebbe altro, ma ne è un importante evidenziatore e un modo prodigioso di consentirmi di appuntarmi le sensazioni, di non sentirmi sola. Di connettermi con me stessa e con gli altri.
Grazie fb. I tuoi anni sono in parte stati i miei anni. Quelli che mi hai fatto venire voglia di scrivere e mescolare con quelli degli altri. Grazie soprattutto per tutta la solitudine che mi hai garantito facendomi sentire in così ottima compagnia.



giovedì 2 giugno 2016

L'importanza di avere spalle forti

La schiena mi fa ancora un male cane e non capisco cosa possa aver causato una infiammazione così tremenda, di buono c'è che la pomatina all'arnica ha un profumo buonissimo, pure la schiuma che mi ha consigliato il farmacista non è male, il cerotto invece non ha profumi ma il calore che sviluppa mi produce un certo sollievo. Ho persino imparato ad usare il cilindro per l'automassaggio (che detta così  ...), molto divertente quanto inutile come tutto il resto. Andrò dal medico, mi darà una cura lunga e faticosa, partirò per le vacanze piena di acciacchi e tornerò triste e sconsolata...

Dai non importa, andrà tutto bene lo stesso. Qui piove, ha cominciato seriamente solo nel pomeriggio, ma è tutto il giorno che l'intenzione era questa e così, tranne che una breve parentesi all'Esselunga, me ne sono stata in casa a cucinare e ad ascoltare le celebrazioni per i 70 anni della Repubblica e del voto alle donne. Ho preparato un sacco di cose, ma quando so che in frigo tengo lo yogurt Müller alla vaniglia, poi lo so che alla fine voglio solo quello. È una specie di dipendenza. E cosi, quando pure la parmigiana era pronta, ho fatto uno dei miei soliti pacchettini avvolti da carta alluminio e ho messo tutto in freezer, pasta coi funghi compresa. 
È davvero curioso questo fatto. Oggi si costruiva un pezzo di storia di questo paese e io, 70 anni dopo mi limitavo a trascorrere una giornata uggiosa a curare male un terribile mal di schiena e a cucinare cose che non avrei mangiato. E ad un certo punto mi sono resa conto di quanto sia importante onorare certe giornate mettendo almeno il vestito buono per l'occasione e avvertire un po' meglio il senso di una storia che  mi riguarda così direttamente.

In questi giorni ha compiuto 70 anni pure la Sandrelli, donna interessantissima come tutte quelle di cui non capisco mai quanto ci siano davvero e quanto ci facciano. Mi ricordo di una sua intervista in cui parlava di un amore folle per un attore americano molto famoso e per il quale prese per la prima 
volta un aereo, di cui aveva terrore, solo per farglielo sapere. Solo molti anni dopo seppi che si trattava di Dustin Hoffman. Lei dice che non arrivò mai a confessargli la sua passione...mah, secondo me lui le diede picche...

Tra qualche giorno cambiamo sindaco e io non ho voglia di nessuno dei candidati. E mai come oggi penso  che esercitare un diritto sia una gran bella cosa sebbene qualche volta sia drammaticamente inutile. 
Proprio ora danno in TV le ragazze del '46, programma stupendo su Rai tre che dura pochi minuti. Una delle "ragazze" ha parlato della capacità delle donne di amare, perdonare e sopportare. Non c'entra niente con quello di cui ho appena detto...ma si che c'entra. La Storia si fa davvero con solo con quelle tre cose. E una buona cura per il mal di schiena.

Un poco di quasi nulla mi pare già abbastanza

  Ieri pomeriggio percorrevo una via Torino a tal punto inondata dal sole che trovavo complicato persino mettere a fuoco la gente e fissare ...