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giovedì 22 dicembre 2011

Sali e Zuccheri Aromatizzati



Ecco uno dei pensierini che ho preparato per Natale, una cosa davvero semplice, anche se richiede un minimo di organizzazione, soprattutto per reperire le fialette (queste che vedete sono in vetro e con il tappo di sughero, quindi non hanno un aspetto ospedaliero, tutt'altro!).

Si possono comprare nei negozi di bomboniere, io ho sondato il terreno nelle settimane scorse, ma ho più che altro ricevuto inviti per la presentazione della nuova collezione della linea tal dei tali o rassicurazioni sul genere "venga pure in negozio, costano poco". Poco se devo regalarla agli invitati di un matrimonio, grazie tante!! Alla fine un negozio s'è sbottonato sul prezzo: 1,60 Euro l'una. Inutile dire che la proposta è stata cestinata..

Alla fine le ho acquistate online, pagando circa 17 euro per 24 fialette (cifra ragionevole, ne ho prese 12 in più di quanto preventivate perché mi possono sempre tornare utili, e ho ottimizzato le spese di spedizione). Le ho ricevute nel giro di un paio di giorni, tra l'altro.

Ho deciso di utilizzarle per regalare sali e zuccheri aromatizzati che ho preparato a casa.
Ho optato per due sali, uno al limone e l'altro alle erbe aromatiche, e due zuccheri, uno alla cannella e l'altro all'arancia, però si possono anche fare alla vaniglia, alla menta, al curry...
Bisogna solo acquistare un sale decente, avere possibilmente un mortaio ed il gioco è fatto...

Per il sale alle erbe ho preso salvia, maggiorana e rosmarino dal mio orto, ho lavato bene le erbe, le ho asciugate ancora meglio e le ho messe nel mortaio con il sale grosso iniziando a pestare. In questa fase non si riesce a sbriciolare bene la foglia, ma lo scopo è quello di fare uscire gli oli essenziali. Poi ho riposto il tutto in un vasetto chiuso per uno o due giorni. Trascorso questo tempo ho ripreso in mano il tutto, pestando nuovamente sale ed erbe per rendere la preparazione più fine, e ho lasciato stavolta in una ciotola in modo che perdesse l'eventuale umidità.

Procedimento analogo per il sale al limone, preparato utilizzando la scorza di un limone bio tolta con il rigalimoni che evita di prelevare anche la parte bianca.

Per gli zuccheri ho ovviamente saltato il passaggio del pestare con il mortaio visto che era giù zucchero fino. Forse sarebbe stato bene prendere dello zucchero grezzo, ma non so se avrebbe assorbito così bene l'aroma. Per quello alle arance, utilizzare arance con scorza grossa, da togliere con il rigalimoni e chiudere in barattolo con lo zucchero 24 ore, poi stendere su della pellicola o alluminio far asciugare bene, eliminando eventuali cristalli di zucchero più grandi che si creano con l'umidità.
Quello alla cannella è stato semplicemente un mescolare la cannella con lo zucchero, inserendo anche nella provetta un pezzo di stecca di cannella.

Non sarà sta gran cosa, ma mia sorella ha portato dalla Francia questa estate uno zucchero al cacao...ed i miei zuccheri non hanno nulla da invidiare a questo prodotto di negozio, anzi...non contengono né coloranti né aromi. Tutta natura!

Il sale al limone (che è molto, ma molto meno forte di quello fatto mettendo sotto sale le fette di limone, una delizia anche se puzza da paura) va benissimo con il pesce, quello alle erbe un po' dappertutto.

Se invece avete amici che amano le spezie, le provette sono molto belle anche per regalare curry, paprika, curcuma, noce moscata :-)

Per completare ho scritto il contenuto della fialetta su un cartoncino bianco che ho tinto caffè e pennello, ho praticato un buco con una forchetta da fondue :-) e poi fatto un paio di giri con uno spago grezzo. Una cosa semplice, ma ieri la persona a cui le ho regalate mi ha chiesto dove le avevo comprate!

mercoledì 19 gennaio 2011

Marmellata di Arance Amare


Prima notizia: sono arrivati i libri di cucina che avevo ordinato! Grande gaudio! Ora non vedo l'ora sia il fine settimana per sperimentare qualcosa, ovviamente...

Nel frattempo vi rendo partecipi della marmellata di arance preparata domenica, grazie alla quale ho rimediato la consueta scottatura da cucina, visto che nel travasare la marmellata nei vasetti un pezzo di buccia bollente m'è finito sul dito. Stranamente oggi non c'è più nulla...ormai devo avere la pelle di amianto.
Da qualche parte ho letto che qualcuno si domandava dove trovare le arance amare per fare la marmellata, ovviamente, di arance amare...io pensavo che questa caratteristica derivasse dal preparare la marmellata utilizzando anche le bucce, senza prima togliere la pellicina bianca che dà proprio il retrogusto amaro. Ed infatti così è stato.

Quindi questa ricetta è adatta a chi, come me, adora questa marmellata amarognola. Non c'è nulla di più buono!

Per questo primo tentativo non ho utilizzato lo zucchero per marmellate, quello che consente di ridurre la bollitura a soli tre minuti, ma quello tradizionale anche perché volendo fare una marmellata che comprendesse anche le scorze queste dovevano avere tempo e modo di ammorbidirsi. Proverò, la prossima volta, a scottare le scorze a parte e poi cuocere polpa e scorze ormai morbide insieme, con questo zucchero particolare (per il quale poi è prevista una quantità dimezzata rispetto a quello semolato).

INGREDIENTI per due vasetti piccoli e due medi
5 arance bio (io ho scelto il tipo tarocco, con buccia abbastanza sottile)
1 limone bio
due cucchiai di rum (ma non si sente proprio)
800 gr zucchero semolato
800 ml acqua

Tagliare la frutta a pezzetti, tenendo conto che le scorze rimarranno pressoché intatte nelle loro dimensioni (quindi vedete se vi piacciono più o meno fini, più o meno lunghe), metterle in una pentola con l'acqua e cuocerle una mezz'ora abbondante. Dopo di che aggiungere lo zucchero ed rum e proseguire la cottura fino a quando la marmellata non abbia raggiunto la densità desiderata. Io l'ho cotta per circa due ore a fuoco basso, nel frattempo la mia casa si è riempita di profumo d'agrumi! Deodorante per l'ambiente naturale...
Circa la densità bisogna tenere conto che una volta raffreddata ovviamente questa sarà meno liquida. Conviene quindi fare delle prove su un piattino, versando un mezzo cucchiaino di marmellata, lasciandolo raffreddare per qualche minuto e verificare poi se è ancora troppo fluida.
Versare ancora calda nei vasetti, girarli e farli raffreddare, in modo che la capsula di sicurezza "scatti".
Chi invece non amasse il gusto amaro deve pelare le arance ed eventualmente aggiungere la scorza pulita della pellicina bianca. Nel primo caso (solo polpa) il passaggio della bollitura è, ovviamente, superfluo e quindi penso si possa procedere direttamente con frutta e zucchero. Però visto che non l'ho mai fatto, se viene una schifezza non prendetevela con me.

Tra i vari abbinamenti che ho visto in questi anni quello che più mi incuriosisce è quello con i fiori di lavanda, inseriti ancora interi a lato del vasetto. Non so se poi, al di là del bell'effetto cromatico, questi diano un gusto particolare alla marmellata o meno.
Qualcuno si offre di sperimentare?

Visto che foto poetica, che sfondo ameno? Ieri ho portato un barattolo omaggio al collega che non legge manco il blog (e solo per questo non meriterebbe nulla) e quindi l'ho fotografato in fretta e furia sul terrazzo dell'ufficio! Comunque basta un bel fiocco (riciclato) per dare un tocco di classe al barattolino :-)

lunedì 17 gennaio 2011

Light Orange Curd del Cavoletto (senza burro)


Fine settimana all'insegna delle arance...e se vogliamo, anche della tradizione inglese che, non essendo mai stata in Inghilterra, che ne parlo a fare?!? Quindi metto già le mani avanti su tutto!!
La premessa è che ho acquistato il famoso libro di cui parlo qui sotto (con anche consigli su come acquistarlo online a prezzi scontati) ed essendo una collezione di ricettine sfiziose, quelle classiche cose da domenica pomeriggio quando non si ha voglia di preparare un piatto serio, ma più di sperimentare stuzzichini e simili, questo fine settimana c'ho dato dentro.
La prima cosa che ha attirato la mia attenzione è stato l'arancello, che essendo astemia direi è proprio il mio forte...va beh, insomma, per fare quello mi serviva la buccia di quattro-cinque arance e mi domandavo come impiegare poi la frutta pelata.
Sempre nel libro c'era anche la ricetta dell'Orange Curd, parente del forse più conosciuto Lemon Curd, che sempre avrei voluto fare e mai sperimentato. Avendo inoltre appena avuto in regalo da mia mamma ben tre baccelli di vaniglia (che ho scoperto costare, in Svizzera, la metà della metà di quello che costano qui, maledetti! A titolo esemplificativo: confezione da tre baccelli di vaniglia in fialetta per conservarli, in Svizzera 2.30 CHF, in Italia - Esselunga, ieri sera - un baccello 3,89 Euro!!!) mi sono decisa a provare.

Non che io sappia bene cosa siano Lemon e Orange Curd, però li ho trovato spesso per strada, in questi anni di frenetiche consultazioni di libri e ricettari, e quindi anche se non so bene quale sia la loro funzione (base per le torte?) io li ho fatti...e pure mangiati!
Poi ci sono domande tipo: ma quanto si conservano? che non hanno ancora trovato risposta. Spero che qualche lettrice o lettore possa fornirmi qualche informazione in merito.

INGREDIENTI per un vasetto piccolo e qualche cucchiaiata di prova per la cuoca
160 ml spremuta d'arancia
120 gr zucchero semolato
1 cucchiaio raso di maizena
2 uova
semini di vaniglia (un quarto di baccello va benissimo)

Mescolare tutti gli ingredienti: prima uova e zucchero, fino a quando non diventi un composto spumoso, poi aggiungere la maizena, lavorando bene in modo da non formare grumi, ed in ultimo aggiungere il succo di arancia ed il contenuto del bacello di vaniglia (io l'ho riciclato: il contenuto nell'Orange Curd, la buccia nell'arancello in divenire...).
Sarebbe da cuocere a bagnomaria, ma io mi sono stufata velocemente e l'ho cotto pochi minuti a fuoco bassissimo, così come si lavora la crema pasticcera. Per chi teme che impazzisca o che si formino grumi può procedere a bagnomaria, semplicemente riempiendo una pentola più larga di acqua e mettendo la stessa sul fuoco, e mettere la pentola con la crema da cuocere dentro la pentola più grande. In questo modo la pentola con la crema non riceverà il calore direttamente dal fuoco, ma tramite l'acqua bollente. Uff, più facile a farsi che a spiegarsi.

Una volta raggiunta la consistenza desiderata, sul genere come detto di una crema pasticcera, versarla in un barattolo. A me questa dose è bastata per un barattolino Quattro Stagioni piccolo (da 1,25 dl), più un paio di cucchiaini tra quello che m'è finito in bocca e quello che ho messo su tre scones. Di certo non ne son saltati fuori due barattoli, insomma.

Come l'ho trovato? Mah, non l'avevo mai mangiato prima, in realtà, però m'è piaciuto, poi io amo vedere i pallini neri della vaniglia! L'unica cosa è che m'è parso tanto tanto dolce, magari la prossima volta cercherò di diminuire lo zucchero. Inoltre secondo me si sente troppo la maizena, meglio quindi metterne proprio un cucchiaio raso e pazientare di più in fase di cottura.
Bellissimo anche da regalare, o da portare insieme a qualche amenità quando si va a fare una merenda tra amiche.
Anche se, vista la chiccheria, direi di portarlo ad amiche che siano in grado di apprezzare :-)

A proposito di libri da acquistare online: ne ho comprati ben otto e non vedo l'ora che arrivino! E mi sto attrezzando per comprare gli stampini delle madeleines...un libro intero di ricette a tema e nessuno stampino in cui farle? Bisogna porre rimedio!
Per la cronaca, si tratta di edizioni francesi di una nuova collana ("Variazioni Golose") pubblicata in Italia dalla Guido Tommasi Editore (che amo). Li ho comprati tramite Amazon.it, sfruttando la spedizione gratuita sopra i 19 Euro abbinata ai prezzi francesi, ovvero 4,90 Euro anziché i canonici 11,50 Euro della libreria (anche se su Amazon sono scontati), ed inoltre avendo accesso a molti più titoli, visto che finora qui ne sono stati tradotti solo cinque titoli. Qui ulteriori informazioni.

martedì 28 settembre 2010

Pain au Chocolat, tentativo n. 1!


Ognuno ha le proprie muse ispiratrici, io per preparare questo dolce ne ho avuta una in particolare una: l'Esselunga e la sua offerta 1+1 sulla pasta sfoglia (tra un po' mi toccherà chiedere un riconoscimento economico a questo supermercato, visto tutta la pubblicità che gli faccio)!
Ho trovato tante ricette di pain au chocolat, nel corso di questi ultimi anni, ma domenica avevo ritrovato un po' di verve culinaria...quel tanto che bastava per provare a fare qualcosa di nuovo, ma non a sufficienza da voler preparare i panini dall'impasto base. E così ho sperimentato la versione per pigri, quella che utilizza la pasta sfoglia e riduce lo sforzo al minimo.

Nel complesso sono quasi soddisfatta, credo di aver commesso un paio di errori e di aver caricato troppo i panini, però dai, eran buoni e sbagliando si impara. La prossima volta saranno sicuramente diversi, non so se più o meno buoni, ma li porterò più verso il mio gusto.

INGREDIENTI per 4
una confezione di pasta sfoglia
70 gr di marzapane (o 35 gr di zucchero e 35 gr di mandorle)
quattro cucchiai di Nutella
40 gr di cioccolato fondente
due cucchiaini di marmellata di arance amare

per decorare (facoltativo)
mandorle a lamelle
bianco/rosso d'uovo o latte

La base di partenza ideale è una confezione di pasta sfoglia rettangolare, visto che creare un rettangolo da una base rotonda comporta non solo un'attività di taglia e incolla sui bordi, ma una manipolazione della pasta che non le fa bene, le crea poi problemi in forno.
Tagliare la pasta in quattro strisce per il senso della larghezza. Io ho avuto la brillante idea di stendere la pasta una seconda volta con il mattarello, per renderla più sottile e attaccare meglio i rattoppi che avevo aggiunto per ottenere la forma desiderata. Ecco, meglio di no, lasciatela dell'altezza originale. Diventando troppo sottile mi pare che si inumidisca troppo.
Distribuire sopra la pasta sfoglia un cucchiaio di Nutella, 10 gr di cioccolato fondente a pezzetti, un quarto del marzapane tritato (se non lo avete va bene anche il mix di mandorle tritare e zucchero, lavorato con un goccio di acqua) e mezzo cucchiaino di marmellata. Ripiegare la pasta sfoglia su se stessa, non arrotolandola, ma piegandola in quattro.
Per evitare che il ripieno fuoriesca durante la cottura ripiegare i bordi laterali all'interno prima di piegarla per il senso della lunghezza.
Spennellare con uovo o latte e distribuirvi sopra e mandorle a lamelle.

Cuocere in forno a 200° fino a quando la pasta risulti ben gonfia e dorata. Trattandosi di piccole porzioni dovrebbero bastare 10-15 minuti.

Non mangiare caldi! E qui, vorrei spezzare una lancia contro la brioche calda, se per brioche intendiamo il croissant. Fa schifo, è molle, non si sente la fragranza delle sfoglie di pasta.
Ma che è sta fissa!?!?

Lasciati raffreddare acquisteranno consistenza, e saranno una bomba! Uno basta e avanza ;-)

Consigli per la prossima volta? No al marzapane, li rendono troppo dolci per i miei gusti. No allo spalmare per tutta la lunghezza, proverò a ripiegare in due, spalmare e ripiegare ancora. alla buccia d'arancia al posto della marmellata, ma qui ancora non è stagione di arance. al tutto cioccolato fondente, secondo me rende di più.

Provate e come al solito fatemi sapere! E ditemi la vostra anche sulla scottante diatriba della brioche calda...

mercoledì 31 marzo 2010

Dovevano essere dei macarons...


...e invece ne è uscita una cosa diversa!!!
Partiamo dal perché uno si deve imbarcare in un'opera tanto ardua. Perché ha preso in biblioteca un libro, "Il mio corso di cucina: Le basi del cioccolato", in cui questi Macarons sembrano una passeggiata. E allora perché non cimentarsi, in una domenica in cui uno ha tanto tempo da perdere e una gran voglia di sperimentare? Basterebbe una sola parola per desistere: sac à poche. Pensavo di averci fatto pace, ma ho scoperto che era solo una tregua.

Tra l'altro, se devo proprio dirla tutta, avevo assaggiato qualcosa di simile, i cugini dei Macarons, i Luxemburgerli, proprio quelli della Confiserie Sprüngli, e non m'erano nemmeno piaciuti!

Sadica ed irresponsabile!!

Va beh, cari lettori, passiamo al fattaccio, ovvero alla preparazione di queste cose che alla fine non son venute poi male. Certo, un'altra cosa, ma gustosa.

INGREDIENTI
4 albumi
60 gr zucchero
125 gr mandorle in polvere
225 gr zucchero a velo
20 gr cacao

per farcire
marmellata di arance amare oppure di lampone

Ecco, se devo darmi una colpa per la non perfetta riuscita della ricetta (e soprattutto della lotta -persa- con la sac à poche) è quella di avere un poco sgarrato negli ingredienti. Ovvero di aver sostituito le mandorle in polvere con banali mandorle tritate e lo zucchero a velo con quello semolato.
Ma se avete intenzione di adottare il procedimento alla Linda questo non sarà un problema.

Per prima cosa disegnare su un foglio di carta da forno delle forme circolari del diametro di circa 5 cm, in modo da avere poi dei Macarons della stessa dimensione. La misura è quella indicata nel libro, ma a mio parere escono delle cose enormi!!
La ricetta è per circa una ventina di dischetti di Macarons.

Montare gli albumi a neve, aggiungendo poco alla volta lo zucchero semolato per formare una meringa. Una volta ottenuta, aggiungere poco alla volta gli altri ingredienti, ovvero cacao, mandorle ed il restante zucchero.
Cito testualmente: "il composto deve essere liscio, brillante". Ignorate questo passaggio, come viene viene.

Con un cucchiaio riempire i cerchi disegnati sulla carta da forno, cercando di dare una forma regolare (dopo qualche minuto si siedono da soli, e diventa più semplice dare la forma), e lasciar asciugare a temperatura ambiente una ventina di minuti.

La ricetta vera diceva di riempire la sac à poche e con questa creare i dischetti di Macarons, ma visto che il mio composto più che liscio era grumoso, dal beccuccio della sacca veniva fuori un rigagnolo di impasto e ho preferito passare alle maniere forti e darci dentro di cucchiaio.

Dopo aver fatto riposare l'impasto, trasferire il foglio di carta da forno su una teglia e cuocere nel forno per circa 15 minuti a 200°. Trattandosi, di fatto, di meringa, io poi ho spento, aperto poco il forno e li ho lasciati lì a raffreddare.

Una volta raffreddati, staccarli dalla carta, farcirli con la marmellata e lasciarli in frigorifero per una mezza giornata. Servire a temperatura ambiente.

A che serve questo passaggio nel frigorifero? a rendere la meringa più morbida. Il primo che ho assaggiato, il giorno stesso, era molto croccante mentre il giorno dopo erano più buoni.

Io ho scelto l'abbinamento con una marmellata dai toni aspri, in contrasto con il cacao, ma volendo potete optare per una creme ganache al cioccolato, preparata con 200 ml di panna fresca e 180 gr di cioccolato (si prepara scaldando la panna e aggiungendo alla fine il cioccolato a pezzetti).

mercoledì 9 dicembre 2009

Torta alle Arance con salsa al Cioccolato Fondente


Anche questo fine settimana è stato caratterizzato dall'ormai solito binomio...prima mal di testa, a seguire nausea. Tra una cosa e l'altra ne ho approfittato per preparare il mio primo arrosto ed una torta all'arancia, che poi ho presentato direttamente nello stampo, in barba ad alzatine, piatti di portata e simili.
Così com'era, con tanto di carta da forno e senza salsa (quella della foto è la fetta sopravvissuta).

La ricetta è stata tratta da un volume della Food Editore, "Cioccolato & Co", una collana di cui ho già parlato in passato e che reputo avere un ottimo rapporto qualità-prezzo. Ci sono tante ricette, tutte illustrate, e salvo alcune (un po' risicate in quanto a porzioni), di sicura riuscita.

Questa torta è molto ricca, visto che nell'impasto ci andrebbero pinoli, albicocche secche, arance e per servirla anche una salsa al cioccolato. Secondo me si potrebbe benissimo rinunciare alle albicocche (anche perché le ho trovate piuttosto care, in Italia), ma non alla salsa. Il binomio cioccolato fondente-arancia è tra i più riusciti!
Quindi quella che vi presento è la mia versione corretta della ricetta originale.

INGREDIENTI
320 gr farina 00
250 ml succo d'arancia fresco
2 arance non trattate (con la buccia grossa)
250 gr burro
50 gr pinoli
100 gr albicocche secche
una bustina di lievito per dolci
250 gr zucchero
3 uova

per accompagnare:
100 gr cioccolato fondente
10 cucchiai di panna fresca

Lavorare il burro a temperatura ambiente con zucchero e uova, fino a quando non si ottiene un composto spumoso. Aggiungere la farina ed il lievito e, poco alla volta, il succo d'arancia e la scorza grattuggiata.
Apro una parentesi: questa quantità di succo la si ottiene spremendo circa 6 arance qualità Navel, quelle con la buccia sottile. Visto che un altro ingrediente della torta è la scorza di arancia, possibilmente presa da arance non trattate e dalla buccia grossa (ma dal poco succo), l'ideale sarebbe prendere cinque arance della prima qualità e due della seconda, per avere sia succo che buccia. Chiusa parentesi!
Tostare in una pentola i pinoli, tagliare le albicocche a pezzetti e passarle nella farina ed aggiungere il tutto all'impasto.
Il passare le albicocche nella farina dovrebbe, e sottolineo dovrebbe, evitare che queste precipitino tutte sul fondo della torta. Cosa che a me accade sempre e comunque. Ma nessun problema...
Foderare uno stampo da crostata a cerniera con carta da forno, versarvi l'impasto e cuocere a 180° per circa 70 minuti. La torta non si alza molto, per verificare la cottura è meglio utilizzare il sistema dello stecchino nel mezzo per verificare che l'impasto sia asciutto.

Per servirla, accompagnarla con una salsa al cioccolato preparata sciogliendo il cioccolato con la panna fresca e poi versata a lato della torta. Non come ho fatto io sopra, che non è proprio un bel vedere...!!
La torta è piuttosto grassa, lo confesso!, e per questo rimane molto morbida anche nei giorni seguenti. La salsa, invece, va consumata ancora calda, quindi se ne avete fatta e vi è avanzata, riutilizzatela sciogliendola nuovamente a bagnomaria o nel microonde.

La torta è molto invernale, visto i profumi. Potrebbe essere un'idea per Natale, no?