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9 gennaio 2015

Trote in carpione






Il carpione è un'antica ricetta che serviva per conservare gli alimenti, infatti, oltre le trote si posso mettere “via” uova, verdure e carne.
Essendo una tecnica di conservazione, la bagna deve coprire l'alimento, non deve essere asciutto.
Per gustarlo al meglio, consiglio di prepararlo il giorno prima e farlo riposare.





4 trote di circa 300 g ciascuna
4 foglie di salvia
2 foglie di alloro
1 cipolla bianca
1 bicchiere di vino bianco secco
1/2 bicchiere di aceto bianco
burro
farina doppio zero
sale


Pulite le trote, eliminando le interiora, la testa e le squame, sfilettatele, se non siete abili, fatevelo fare dal pescivendolo.
Lavate i filetti e asciugateli, impanateli nella farina, e friggeteli nel burro.
Una volta cotte, lasciateli asciugare sulla carta assorbente e salate.
In una pentole a parte, fate rosolare le cipolle, che precedentemente avrete tagliato a fettine sottili; quando saranno trasparenti, e quindi cotte, colateci sopra il vino e l'aceto, unite la salvia e le trote fritte.
Fate raffreddare e conservate in un contenitore ermetico.
Le trote si possono consumare appena fredde, ma è meglio lasciarle riposare per un giorno intero
 





5 novembre 2013

Burger di quinoa con zucca e zucchine




Ed ecco un'altra ricetta con la quinoa, la mia adorata quinoa.
Vi ricordate il vecchio post? Quinoa in insalata? Bene, oggi vi propongo un'altra versione di queste proteine, e si, perchè, come vi avevo scritto, la quinoa non è un cereale, ma è imparentata con gli spinaci...
E' un ottimo sostitutivo della carne, senza abusarne perchè è calorico (Tutte le cose buona hanno sempre un lato oscuro!!!!)
Vi propongo dei burger, cotti al forno con zucca, zucchine, zafferano e semi di girasole, comodi da preparare il giorno prima e poi portarli in ufficio e scaldarli al forno a microonde (ho l'angoscia di cosa mangiare ogni volta! Basta panino al bar!!!)



 

100 g zucca
4 zucchine piccole
1/2 cipolla bianca
1/2 cucchiaino di zafferano
200 g di quinoa
1 uovo
pan grattato
sale e pepe



 Cuocete in una padella con un po' d'olio la cipolla, quando sarà diventata trasparente, aggiungete le zucchine e la zucca tagliata a cubetti piccolini.
Fateli cuocere fino a quando non saranno morbidi, correggete di sale, pepe e aggiungete lo zafferano.
Nel frattempo in una pentole piena di acqua salata, cuocete la quinoa, non serve nessuna tecnica particolare, si cucina come se fosse della semplice pasta.
Quando sarà cotta, scolatela e versatela, con le verdure cotte, in una ciotola.
Fate raffreddare, aggiungete l'uovo, i semi di girasole, che precedentemente avrete tostato in una padella antiaderente, amalgamate bene e formate delle palline, se avete lo strumento per fare gli hamburger, utilizzatelo perché è utilissimo, vi aiuterà a creare dei quinoaburger più regolari.
Per finire impanateli e cuoceteli al forno per 20 minuti, se necessario girateli durante la cotture.


30 settembre 2013

Cinghiale con prugne e albicocche



Ecco l'ultima ricetta con il cinghiale, e così i 3 kg sono stati finalmente smaltiti.
Questa ricetta è uguale a quella che ho utilizzato per le braciole di maiale, ve la ricordate?




per 4 persone

800g di polpa di cinghiale
300g prugne 
50g albicocche secche
succo di prugna ricavato dalla cottura delle prugne nel vino 
un rametto di rosmarino
2 spicchi di aglio
1 bicchiere di vino bianco secco per sfumare
1l di vino bianco per far cuocere le prugne
Sale e Pepe




Prima di tutto cuocete le prugne secche, snocciolate, nel vino bianco aggiungendo un po' di sale e pepe.
Dovete farle cuocere fino a quando non diventeranno una crema.
Tagliate l'aglio a pezzetti grossi, fatelo soffriggere in abbondante olio e di qualità con un rametto di rosmarino; quando l'aglio inizia a colorarsi aggiungeteci le costine, che precedentemente avrete rosolato in una padella per far levare il gusto di selavaggina, salate e pepate.
Piccola parentesi sull'olio; molte volte sento dire che per la cottura anche un olio di bassa qualità va bene, la scusa è sempre questa "intanto il gusto non si sente", io non sono di quest'idea, e nella puntata di Alice, Bigazzi ha ben spiegato perché la qualità è il primo criterio di scelta dell'olio: se non fosse tale, fumerebbe subito e dorerebbe troppo presto le carni senza cuocerle bene, poiché sale di temperatura troppo in fretta.
Fate indorare e imbiondire le costine.
Tagliate a pezzetti le albicocche secche, mi raccomando cercate quelle italiane che sono le migliori perché non sono cariche di chimica come quelle turche o californiane.
Adesso tagliate anche le ultime prugne che vi sono rimaste, sfumate con il bicchiere di vino le costine.
Versate il giulebbe (prugne e vino) sulla polpa di cinghiale, aggiungete le prugne e le albicocche che precedentemente avevate tagliato a pezzi, levate il rametto del rosmarino.

Fate cuocere in totale per tre ore, se necessario aggiungete del brodo vegetale.


 ''Con questa ricetta partecipo al contest de Il Caffè delle Donne "I piaceri della carne

 




24 settembre 2013

Cinghiale al Civet bianco



Ed ecco un'altra ricetta con il cinghiale, ne seguirà un'altra e poi penso che per un bel po' basta.
Questa volta al civet (Sivè), in Piemonte si usa molto cucinare le carni con questa tecnica, mio nonno il coniglio lo cucinava con il vino rosso (QUI), ma questa volta ho voluto cucinare il cinghiale con un buon vino bianco fermo.
La ricetta e il prcedimento sono proprio uguali a quelli per il conoglio, giustamente cambiano i tempi di cottura.



1kg di polpa di cinghiale

1 bottiglia di buon vino bianco
1 carota
2 coste di sedano bianco
1 cipolla
1 spicchio d'aglio
2 foglie di alloro
1 rametto di rosmarino
1 cucchiaio di farina 00
brodo vegetale q.b.
burro
una grattata di noce moscata
4 bacche di ginepro
4 chiodi di garofano
sale e pepe nero
 
 
 
 
Pulite tutte le verdure e tagliatele a pezzi, tranne la cipolla, che utilizzeremo intera. 
Nella cipolla inserite i chiodi di garofano, così sarà più facile non perderli durante la marinazione, ma soprattutto a cottura ultimata quando dovrete eliminarli.

  In un grande contenitore mettete la polpa, le verdure, i gusti, le droghe  e coprire con tutto il vino lasciandolo a riposo per una notte. 
Prelevate i pezzi di carne, asciugateli e infarinatele.
In un tegame, fateli rosolare con un pezzo di burro, girandoli di tanto in tanto. Aggiungete il vino di infusione con le verdure, gli odori, e la cipolla.
C'è chi nella cottura non usa rimettere le verdure, io non farei questo errore se fossi in voi,  perché si utilizzano successivamente  per preparare la crema.
Fate cuocere per 2 ore, adagio, controllando che non manchi il vino, se così fosse aggiungete del brodo vegetale ( io uso quello preparato con il mio dado) o semplicemente cuocendo una gamba di secado, carota e patata.
Quando il cinghiale sarà cotto levate tutti i pezzi di carne dalla casseruola, e  con il frullatore ad immersione frullate tutte le verdure e  il fondo di cottura, ricordandovi di eliminare le bacche di ginepro e i chiodi di garofano (cipolla). 
Rimettere nella casseruola i pezzi di carne e servite caldo con una buona polenta.

22 settembre 2013

Per una domenica in famiglia: il cinghiale in umido

E' arrivato, lo aspettavo, aspettavo il suo sole pallido, la sua arietta frescolina, le calze, il piumone, la tisana prima di andare a letto, i colori...
E' la mia stagione preferita, non ho dubbi; è l'unica cosa certa che so di me: IO AMO L'AUTUNNO.
Finalmente si può ritornare a cucinare, e io ne ho subito approfittato, non che quest'estate non abbia cucinato.. anzi (un giorvo vi racconterò).

Via Pinterest

Oggi parliamo di cinghiale, una carne particolare, non a tutti piace, ha un gusto forte e colore scuro.
Il cinghiale è un maiale selvatico, si nutre di radici e di bacche, e per questo che la sua carne è molto compatta e ha quel gusto particolare di selvaggina.
Per ottenere un buon spezzatino vi consiglio di marinare la carne nel vino, rosso o bianco,(vedi prossima ricetta) o come in questa ricetta farlo cuocere molte ore a fuoco lento.


circa 1 kg di polpa di cinghiale
olio d'oliva
due spicchi d'aglio
mezza cipolla bianca
una gamba di sedano
una carota
salvia
passata di pomodri (preferibilmente fatta in casa)
vino bianco 200 ml
brodo vegetale (non di dado) q.b.
sale e pepe.


Tagliate la polpa a pezzi uguali tra di loro, fatela soffriggere in un tegame, senza condimento, in questo modo la carne perderà il gusto di selvatico.
Spletate la carota, sbucciate la cipolla e preparate un soffritto unendo anche la salvia ed il sedano, tritalo fine, in modo che una volta cotto, non si riconosca la verdura.
In una pentola fate rosolare uno spicchio d'aglio, quando inizierà a prendere colore, levate, aggiungeteci il soffritto, successivamente la carne,salate e pepate, poi bagnate con il vino bianco. 
Quando il vino sarà evaporato, aggiungete la passata di pomodoro e fatelo cuocere dolcemente a pentola coperta, girate ogni tanto con delicatezza.
Quando il sugo si sarà asciugato, ma il cinghiale non sarà ancora cotto, aggiungete del brodo, poco alla volta.
Continuate così fino a cottura ultimata, il mio ha cotto per tre ore e mezza.
Mi raccomando non fatelo asciugare troppo, il ginghiale, soprattutto se lo accompagnate con la polenta, dovraò avere una bella bagnetta.



12 dicembre 2012

Polpette con salsiccia e castagne





Ed oggi polpette...

Uniche.. lasciano sfogo alla fantasia, ma non solo, permettono di riciclare in cucina qualsiasi cosa: verdure lesse, bolliti, petti di pollo arrosto asciutti.

Non amo friggere, anche se il fritto è buono, ma le polpette, secondo me, devono essere fritte.
Si è vero che si possono fare anche al pomodoro, e non sapete quanto sono buone quelle di mia zia, ma fritte sono speciali...

Vi lascio la ricetta, così poi corro a lavoro.. 





250g di castagne bollite e sbucciate (buon divertimento)
200 g di tritata da sugo
300 g di pasta di salsiccia
2 uova
2 fette di pane bagnate nel latte
pan grattato
olio q.b. 


Dopo aver cotto e spellato le castagne, lavoro lungo e noioso, tritatele aiutandovi con il mixer o se volete, come ho fatto io, con un coltello.
Sbattete un uovo con sale e pepe, aggiungeteci la carne tritata, ho scelto quella da sugo perchè è più gustosa infatti quei pezzettini di grasso  rendono la polpetta meno asciutta, e la pasta di salsiccia; se il vostro macellaio di fiducia non la vende, la potete recuperare eliminando il budello dalla stessa.
Impastate bene, aggiungete il pane, che precedentemente avevate bagnato con il latte e create delle polpette.
Per le dimensioni a casa mia c'è una lotta tra me e mio marito infinita, lui le vuole o piccole piccole (ci va troppo tempo, ma cocciuto ogni tanto se le fa lui) o grosse e piatte, che effettivamente cuociono prima ma le trovo così bruttine, io, come vedete dalla foto, le adoro belle rotonde, girandole spesso si cuociono bene anche loro.

Passate le polpette nell'uovo e nel pangrattato così da creare una bella impanatura, friggete in olio caldo, ma non fumante.

Se volete potete aggiungerci del Grana Padano e una patata bollita, risulteranno ancora più morbide e gustose.





8 dicembre 2012

Da Bigazzi: Le costine De' Medici





Questa volta non ho cucinato io, e non è neanche mia la ricetta, ma devo ringraziare, prima di tutto, mio papà, il cuoco e Bigazzi, si proprio lui, per la ricetta.
Ormai mio papà è un'appassionato della trasmissione "Amici miei...bischeri" in onda su Alice Tv, lo capisco, anche a me piace tanto, si parla di cucina vera, quella di una volta, quella povera ma gustosa.
Bigazzi ci regala mille segreti della cucina italiana, anche se segreti non ce ne sono, perchè quello che per noi sembra una super novità per le nostre nonne era normalità.
Io sono un'ambasciatrice della cucina tradizionele, dei prodotti di qualità, ogni tanto ci provo ad utilizzare ingredienti particolari, ma rimango sempre un po' delusa.
La qualità degli  ingredienti in questa ricetta è fondamentale, se non volete discostarvi dalla tradizione,  la carne del maiale so che ormai è impossibile trovarla di selvatico, ma se avete questa fortuna, sappiate che è quella che ci vuole.







per 3 persone

600g costine di maiale
300g prugne 
50g albicocche secche
succo di prugna ricavato dalla cottura delle prugne nel vino 
un rametto di rosmarino
2 spicchi di aglio
1 bicchiere di vino bianco secco per sfumare
1l di vino bianco per far cuocere le prugne
Sale e Pepe



Questa è una ricetta tradizionale del Rinascimento, infatti non vi compaiono, ad esempio,  pomodoro e patate, che approdarono in Italia solo dopo la scoperta dell'America (1492).
La frutta utilizzata è essiccata, questo perché l'essiccazione era un metodo utilizzatissimo  per conservare i cibi, in quel periodo.

Prima di tutto cuocete le prugne secche, snocciolate, nel vino bianco aggiungendo un po' di sale e pepe.
Dovete farle cuocere fino a quando non diventeranno una crema.
Tagliate l'aglio a pezzetti grossi, fatelo soffriggere in abbondante olio e di qualità con un rametto di rosmarino; quando l'aglio inizia a colorarsi aggiungeteci le costine, salate e pepate.
Piccola parentesi sull'olio; molte volte sento dire che per la cottura anche un olio di bassa qualità va bene, la scusa è sempre questa "intanto il gusto non si sente", io non sono di quest'idea, e nella puntata di Alice, Bigazzi ha ben spiegato perché la qualità è il primo criterio di scelta dell'olio: se non fosse tale, fumerebbe subito e dorerebbe troppo presto le carni senza cuocerle bene, poiché sale di temperatura troppo in fretta.
Fate indorare e imbiondire le costine.
Tagliate a pezzetti le albicocche secche, mi raccomando cercate quelle italiane che sono le migliori perché non sono cariche di chimica come quelle turche o californiane.
Adesso tagliate anche le ultime prugne che vi sono rimaste, sfumate con il bicchiere di vino le costine.
Versate il giulebbe (prugne e vino) sulle costine, aggiungete le prugne e le albicocche che precedentemente avevate tagliato a pezzi, levate il rametto del rosmarino.
Fate cuocere fino a quando non si è ristretto il sugo circa 30 minuti.



Tegame Domo antiaderente

29 novembre 2012

Coniglio al Civet di mio nonno Paolo







Sono le 4.45, con occhi spalancati guardo lo schermo del pc troppo illuminato.
E' stata una nottata terribile, Viola non ha dormito nulla, le ha avute tutte: tosse, male alla pancia, naso colante, poi le scappava la pipì... e poi...voleva venire nel lettone, e poi ... voleva il cane, poi poi poi non ho dormito una mazza.

Non so se adesso ho le capacità e la forza di parlarvi di questo coniglio, cucinato alla maniera tipica Piemontese. Ci provo. 

Questa ricetta è di mio nonno, a casa era lui l'addetto del coniglio al civet.
Mi ricordo quando preparava i profumi, e inseriva i chiodi di garofano nella cipolla, la nonna, sarta provetta, invece, ogni tanto cucina un piccolo sacchetto e preferiva inserirli tutti li, così poi era più facile, a fine cottura, levarli.

Come vi ho già detto, questa ricetta è tipica Piemontese, preferibilmente si mangia d'inverso accompagnata da una bella polenta concia, ma anche in estate in montagna non è male.

Accorgimenti: vi ricordo che  ha una preparazione lunga, infatti il coniglio deve marinare per una notte nel vino rosso.





1 coniglio di cascina

1 bottiglia di buon vino
1 carota
2 coste di sedano bianco
1 cipolla
1 spicchio d'aglio
2 foglie di alloro
1 rametto di rosmarino
1 cucchiaio di farina 00
brodo vegetale q.b.
burro
una grattata di noce moscata
4 bacche di ginepro
4 chiodi di garofano
sale e pepe nero




Lavate il coniglio e tagliatelo a pezzi, mantenendo intero il fegato, asciugatelo con della carta assorbente.
Pulite tutte le verdure e tagliatele a pezzi, tranne la cipolla, che utilizzeremo intera. 
Nella cipolla inserite i chiodi di garofano, così sarà più facile non perderli durante la marinazione, ma soprattutto a cottura ultimata quando dovrete eliminarli.
Tutto il resto tagliatelo a tocchetti.  
In un grande contenitore mettete  il coniglio, compreso il fegato,  le verdure, i gusti, le droghe,  e coprire con tutto il vino lasciandolo a riposo per una notte. 
Prelevate i pezzi di carne, asciugateli e infarinatele.
In un tegame, fateli rosolare con un pezzo di burro, girandoli di tanto in tanto. Aggiungete il vino di infusione con le verdure, gli odori, e la cipolla.
C'è chi nella cottura non usa rimettere le verdure, io non farei questo errore se fossi in voi,  perché si utilizzano successivamente  per preparare la crema.
Fate cuocere per 2 ore, adagio, controllando che non manchi il vino, se così fosse aggiungete del brodo vegetale ( io uso quello preparato con il mio dado). Solo verso fine cottura unite il fegato. 
Quando il coniglio sarà cotto, dovrete prelevare tutti i pezzi compreso il fegato. Con il frullatore ad immersione frullate tutte le verdure e  il fondo di cottura, ricordandovi di eliminare le bacche di ginepro e i chiodi di garofano (cipolla). 
Il fegato io non lo frullo mai, neanche il mio nonno lo faceva, perché quella era (è) il mio boccone preferito.
Rimettere nella casseruola i pezzi di coniglio e il civet (l'intingolo) e servite caldo con una buona polenta.






Per questa ricetta ho utilizzato la pentola Domo enjoy Cooking linea terraccota

27 novembre 2012

Pollo cotto al sale con rosmarino e aglio

Ormai è Natale ovunque da più di una settimana.
Viola freme, ogni giorno chiede di fare l'albero, ma non solo, sta già aspettando anche la Befana.
Non sono d'accordo, quest'anno hanno esagerato, e sicuramente il prossimo anno sarà anche peggio.
Nei centri commerciali c'è già la musica natalizia che accompagna i nostri acquisti, alberi, palline e statuine riempiono le vetrine.

A casa mia non si transige, l'8 è il giorno degli addobbi. Solo qualche giorno prima sono concesse la realizzazione dei biscotti per decorare l'albero e alcune prove tecniche in cucina.

E voi cosa ne pensate di queste operazioni commerciali su vasta scala?
Non è che di questo passo ci troveremo a tagliare il panettone sotto l'ombrellone ad Agosto?


Ritornando alla ricetta, oggi ho scelto un particolare metodo di cottura del pollo: quello in forno al sale; infatti, un po' perché in vista delle luculliane mangiate natalizie, un po' perché mio marito, a giorni alterni, è a dieta e dice che mangia solo proteine ho dovuto correre ai ripari e sperimentare nuove strade per rendere meno noioso un piatto come il pollo (bollito, al forno, grigliato.. sempre pollo è... ).









2 kg di sale grosso 
un galletto intero
rosmarino due rametti
3 spicchi di aglio
1 albume

Tritate l'aglio e il rosmarino, montate l'albume a neve ferma e mescolate il tutto con il sale grosso.
Accendete il forno a 200°
In una pirofila capiente versatevi una parte di sale, in modo da creare un letto dove andrete ad adagiarvi il pollo, copritelo con l'altro sale e cuocete per 50 minuti.


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1 novembre 2012

La tecnica di cuocere il pesce sotto sale



Mio marito mi ha sfidata, mi ha detto che cucino poco pesce perché forse non sono capace.
Dir la verità mi è innaturale cucinarlo, oggi che c'è solo 1°, ancora di più.
A casa mia non abbiamo mai mangiato tanto pesce, un male lo so, il massimo che si mangiavano erano le trote che si andavano a pescare.
Quindi, forse, devo dare ragione a mio marito, non adoro cucinare il pesce, ma con questo non vuol dire che non sia capace. Giusto?
Se non voglio sbagliare lo cucino sotto sale, una tecnica antichissima, perfetta per chi è a dieta, ma non di quelle iposodiche.
La regola importantissima è che il pesce deve essere freschissimo; infatti il  sotto sale crea una sorta di sottovuoto in cui il profumo del pesce e degli aromi rimangono all’interno. 
Come tipi di pesci potete  utilizzare quelli di taglia grossa a polpa bianca come l'orata, la spigola, il sarago, il branzino.
Incominciate a lavate il pesce, eliminate le viscere  ma non squamatelo.
Accendete il forno a 220° / 250°, e su una teglia, mettete del sale grosso, poi il pesce e altro sale, fino  a coprire per bene il tutto. 
Questo metodo è raccomandato se usate il sale integrale già umido di per se; altrimenti se usate il sale grosso raffinato potete o inumidirlo con dell'acqua o amalgamarlo con un albume montato a neve. (1 kg : 1 albume).
Per la cotture, io di solito calcolo 25/30 minuti per kilo di pesce, naturalmente non poterlo vedere non aiuta, ma c'è chi dice che un trucco per sapere se il pesce è cotto è quello di controllare se l'occhio è diventato bianco, quindi lasciatelo scoperto.
Il sale potete utilizzarlo puro o profumarlo con qualche spezia, io per il branzino della foto ho utilizzato del mirto; se volete, potete imbottire il pesce con il odori e lasciare il sale al naturale.
A voi la scelta.


29 ottobre 2012

La mia zuppa di pesce per riprenderci dal Salone del Gusto




Come avrete letto ovunque, oggi si è conclusa la nuova edizione del Salone del Gusto.
Un viaggio unico tra le varie regioni dell'Italia e gli stati del mondo.
Ho assaggiato, visto, annusato e toccato cibi, frutti e non solo, che non avevo mai visto, sapori a me sconosciuti hanno inebriato la mia giornata di ieri.
Un'esperienza unica, un giorno non basta, ne servono almeno due per mangiare tutto quello che tutti i paesi del mondo propongono.
Ho fatto compere, poche per i miei gusti, infatti tra due anni sarò più organizzata: prima di tutto, carrellino della spesa, eh si... la prossima volta non mi frega nessuno....scarpe comode....pancia vuota da almeno due giorni (essenziale) e andare in settimana. La domenica non fa per me, troppa gente, e poco tempo per chiedere informazioni e ricette, comprare qualcosa senza saperlo poi utilizzare nel miglior modo e corretto, per me, è sbagliato.
Ho trovato la farina blu del Messico, quando la macinano la lavorano con la cannella e lo zucchero, infatti è perfetta per preparare dolci. (ne parlerò più avanti quando la utilizzerò)
Comunque, naturalmente, dopo la super giornata mangereccia di ieri, oggi ho deciso di cucinare un piatto leggere, ma gustoso, perchè,  a casa mia, anche quando c'è il periodo di dieta, nulla è buttato al caso, e cerco sempre di preparare piatti che sazino le mie voglie senza rendere triste la tavola.



 Per sei persone:

2 kg di pesce da zuppa 
(scorfano, triglie, gamberi, seppie, totani, moscardini, cozze e vongole)
 10 pomodori  rossi maturi
3 teste di aglio
1 cipolla rossa
peperoncino (a scelta)
2 bustine di zafferano
vino bianco q.b.
sale, pepe
olio extravergine d’oliva

Prima di tutto dobbiamo occuparci della pulizia del pesce,  facciamo spurgare le vongole per alcune ore in acqua salata, poi laviamole molto bene,e  levate la barba alle cozze (i fili).
Se il vostro pescivendolo non ve li ha già puliti, eliminate le interiore dei pesci, tagliate via la testa, ma senza buttarla, e squamateli.
Se troppo grandi, dividerli in pezzi o in tranci. 
Staccate anche le teste ai gamberi, anche queste non buttatele perchè ci serviranno per la preparazione del brodo. Pulire i calamari e tagliarli a pezzi, stessa cosa per le seppia, i moscardini lasciateli interi.
Per preparare il brodo, dovete mettere in una casseruola capiente la cipolla a pezzi, un pomodoro tagliato a pezzetti, e l’aglio.
Unite tutte le teste dei pesci, dei gamberi, lo zafferano, 1 cucchiaino di sale e qualche grano di pepe e fate cuocere, per un ora,  in 2 litri di acqua e un bicchiere di vino.
A fine cottura, colate il brodo in modo da eliminare le teste.
Adesso prepariamo la zuppa:  in un’altra casseruola, fate rosolare 2 spicchi d’aglio con due cucchiai di buon olio. Per prima bisogna far cuocere i calamari, moscardini e totani per una decina di minuti, bagnandoli con del vino bianco, facendolo evaporare.
Tagliate i pomodori a dadini e uniteli al pesce,  salate e pepate, lasciate cuocere per 10 minuti.
Aggiungete i pesci nella pentola, mescolate delicatamente e fate cuocere per altri dieci minuti.
Per ultimo unite il brodo caldo preparato precedentemente e cuocete ancora per 15 minuti, senza girare troppo altremente i pesci si rompono tutti, aggiungete i molluschi e i gamberi.
Assaggiate e  regolare di sale e pepe.
Servire la zuppa calda, sarebbe perfetto servirli con del pane tostato (come da foto) ma visto la giornata light, io mi sono "accontentata" solo della zuppetta.








17 maggio 2012

Polpettone profumato alle erbe del mio balcone ma non solo...


Un titolo insolito, ma è la verità, sul mio balcone ci sono tante erbette aromatiche, e per fare questo polpettone ho deciso di usarle tutte più il fiore del finocchietto che mi è stato spedito direttamente dalla Toscana.
Pochi semplici ingredienti.






400g di carne tritata da sugo
400g di carne tritata di sanato
2uova
4 cucchiai di grana padano
un mazzetto di erbe profumate tritate come salvia, rosmarino, erba cipollina
1 cucchiaino di finocchietto



Impastate tutti gli ingredienti in una ciotola, aiutatevi con un foglio di carta da forno e formate il vostro polpettone, "impacchettatelo" e cuocetelo per 50 minuti con forno ventilato a 200°.
Vi consiglio di cuocerlo dentro uno stampo da plumcake.

Semplice??





12 aprile 2012

Frittata di Humulus lupulus, o come lo chiamiamo noi Luvertin


E' ora di mettere in chiaro le cose, noi quassù non mangiamo asparagi selvatici nella frittata...ok? Ma utilizziamo getti germinativi del luppolo.
Ci tengo sottolineare questa cosa, perchè ieri, ho finalmente capito la differenza, tutto questo grazie a una naturalista in cucina .
Nel suo bel post ci spiega le varie differenze che ci sono, ma soprattutto quelle tra le erbe che possiamo tranquillamente raccogliere,  epoi utilizzare per cucinare, e quelle che è meglio non mangiare.
Ci suggerisce (e li che i miei due anni a Scienze Naturali mi sono serviti) di osservare attentamente le foglie e il fusto.
Infatti le prime devono essere ovate  o vagamente cuoriformi, per i dettaglie e la foto andate nel suo blog, e i fusti devono essere striati, ben sei striature devono percorrerli per la lunghezza.


Dopo questa bella lezione, torniamo a noi.
Quest'anno abbiamo passato una Pasquetta tranquilla, noi quattro, anzi cinque con Jack a casa trnaquilli.
Vista la bella giornata, abbiamo però deciso di farci una passeggiata tra i campi vicino a casa.



Naturalmente ne ho approfittato per raccogliere i luvertin e farne una bella frittata.




Un bel mazzo di luvertin
4 uova
mezzo bicchiere di latte
1/2 scalogno
una noce di burro


Lavate bene i germogli e fate sciogliere in una padella il burro, io ho utilizzato la crepiera della Pensofal, è perfetta per le frittate perchè puoi anche non ungerla che, puoi stare certa, non si attaccano.
Fate colorare lo scalogno, che precedentemente avevate tagliato a pezzettini.
Nel frattempo, sbattete le uova con un po' di sale, pepe e il latte.
Quando lo scalogno è cotto unite i luvertin, e cuoceteli per 5/6 minuti aggiungendo un goccio di acqua.
Quando saranno cotti, versategli sopra le uova e cuocete.
Naturalmente servite calda.

Consigli per una buona frittata:

sbatti sempre bene le uova e aggiungi un pó di latte coem ti ho consigliato nella ricetta
fai scaldare bene la pentola ma, ricorda che la cottura deve essere fatta a fuoco basso, così non bruci nulla.
girarla, solo quando si stacca da sola e aiutandoti con un piatto.