Ho pensato di postare qui, eccezionalmente, un'immagine che ritrae nonna e nipote. Mi fa molto ridere la Piccolissima che mostra le proprie capacità di a) crearsi una barba di spaghetti in poche semplici mosse e b) in squisita contemporanea, provvedere al nutrimento di sua nonna, cioè mia madre, che ora mi metterà in croce perché ho pubblicato la sua foto. «Mi vuoi fare un dispetto? Sembro una scema mentale», mi dirà (lo dice sempre).
Il cuore rallenta, la testa cammina Qui a Milano è molto famosa la Settimana della Moda ma quasi nessuno conosce la Settimana degli Ostaggi, da cui siamo - fortunosamente - appena usciti, per giunta vivi. La Settimana degli Ostaggi è quella in cui il Collega Olandese di Mike Delfino cala su di noi, sulla mia famiglia cioè, e ci tiene in ostaggio. Il Collega Olandese di nome fa Leander ma il Pupo quando aveva tre anni aveva capito Alessander e da allora, con sua sorella, lo chiama così.
Il punto di vista di Dio Mi spiace molto non avervi mai parlato prima di Alessander e intendo fare ammenda. Alessander è l'equivalente olandese di Chuck Norris. Lo conoscete? Cito da Nonciclopedia: «Lui sa tutto e ha sempre ragione. E anche quando sbaglia, non è lui che sbaglia. È la verità a essere errata». Un esempio recente: il suo bancomat, ci ha spiegato, può prelevare fino a 5.000 euro (!). Purtroppo nei giorni scorsi ha provato a usare i bancomat italiani ma ha scoperto con sommo disdoro che gli sportelli ATM sono tutti guasti, infatti gli davano solo 250 euro.
Porto il nome di tutti i battesimi Alessander ha due figlie e una compagna che gli è estremamente devota. Le bambine hanno 4 e 8 anni e sono le più brave della classe, però lui fa di tutto per trasmettere loro il valore dell'umiltà. Da bambino, siccome era troppo intelligente, aveva adottato questa strategia per non farsi notare: all'orale, interrogato, prendeva 10 (infatti bastava che aprisse bocca perché gli uscissero incontrollate frasi geniali e azzeccatissime, in tutte le materie). Per controbilanciare, consegnava i compiti scritti in bianco e prendeva 0. Media: 5, che in Olanda, ci ha spiegato, equivale alla sufficienza.
Ogni nome è il sigillo di un lasciapassare Nonostante cercasse di non far vedere che era troppo intelligente, Alessander era oggetto delle altrui invidie. Persino sua madre era invidiosa di lui. Da bambino veniva schernito, i fratelli gli facevano un sacco di dispetti e gli nascondevano persino le scarpe per farlo tardare a scuola. Ma lui si stringeva nelle spalle e affrontava a testa alta le difficoltà, arrivando al punto di andare, un giorno, a scuola senza scarpe.
Per un solo dolcissimo umore del sangue Il nostro Alessander conosce un numero variabile tra sei e otto lingue (dipende dalle volte). Se solo volesse, per impararne una nuova gli basterebbero due settimane. L'italiano non lo parla per scelta sua, ma capisce tutto. Fino a due anni fa fumava due pacchetti di sigarette e beveva venti caffè al giorno «ma i suoi esami erano perfetti», e aveva «cuore e polmoni di un olimpionico ventenne». Poi ha avuto un infarto, ha smesso di fumare, ha vissuto a lungo «con tre litri di sangue nel corpo». L'hanno riempito di medicine per guarire ma lui non le ha prese «quasi mai» e si è curato da solo, con alcuni bizzarri integratori vitaminici che ha insistito per far provare anche a me.
Che bella compagnia Prima dell'infarto, Alessander andava a letto alle tre di notte e si svegliava all'alba (per forza, con tutti quei caffè e sigarette). Il suo fisico non risentiva affatto di simili ritmi, ma il nostro sì. Dovete sapere che Alessander negli affari è un drago e guadagna «anche 100mila euro al mese» ma quando viene in Italia preferisce dormire da noi «perché si sente più a casa». La cosa positiva dell'infarto è che ora attorno a mezzanotte è possibile metterlo a letto.
E ogni terra si accende e si arrende la pace Alessander mi dà consigli strategici sul mio libro, sugli articoli, sul mio lavoro in genere. Mi darebbe consigli anche sul blog, se sapesse che esiste. In Olanda ha una casa editrice di successo, un'attività di successo nel campo del design, una moglie di successo che lavora con lui. È un pacifico non violento ma di recente ha dovuto prendere a schiaffi un suo collaboratore che l'aveva esasperato. Siccome il suo collaboratore è alto più di 1.90 e lui solo 1.80, mi ha spiegato che si è trovato meglio a picchiarlo da seduto.
Per la stessa ragione del viaggio, viaggiare Quando me l'ha raccontato gli ho chiesto se il collaboratore l'ha poi denunciato, o qualcosa di simile. «No. Anzi, dopo due giorni di tensione è venuto a chiedermi scusa perché ha capito di avere sbagliato», mi ha spiegato. Ieri Mike Delfino ha provato a convincermi ad accompagnare lui e Alessander a Parma, al Mercante in fiera. «Guarda che quando viaggia in auto si affievolisce, si autoelide, è capace di star zitto per minuti di fila». Io però non gli ho creduto, e ho lasciato che ci andasse da solo. Partiti all'alba, sono tornati a notte fonda perché Alessander aveva fiutato ottimi affari «in ogni angolo della fiera», anche se forse ora, ci ha detto, si sta un po' stufando del design e vorrebbe aprire una serie di gelaterie in tutto il mondo «per sbaragliare Grom».
Mastica e sputa Io non lo so se anche nelle vostre vite c'è un Alessander. Se c'è, vi prego di raccontarmelo perché è molto consolatorio condividere questo genere di esperienze. Ho molte altre cose da dire su di lui ma la più importante è che noi, a conti fatti, gli vogliamo bene. È un buon collega, una persona affidabile e - a parte le gigantesche panzane che spara - a suo modo è pure onesto. Ho molti altri aneddoti e se questo filone vi piace sarò lieta di approfondirlo. Come si dice dalle mie parti: fatemi un fischio.
Soundtrack: il papà della Pupa mi ha spiegato che posso embeddare il link senza stare a raccontarvi ogni volta il percorso che faccio per ascoltare quel che ascolto mentre scrivo. In teoria dovrebbe essere questo, spero funzioni. Comunque è Anime salve di De André. In loop ho sentito Khorakhanè - A forza di essere vento, che contiene alcune delle frasi più belle che siano mai state scritte nella storia (non solo della musica). N'est-ce pas?
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