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martedì 19 marzo 2013

Cani e padroni di cani

Quel che si dice un acquisto d'impulso
Venerdì mattina, in un pigro automatismo, ho inoltrato a Mike Delfino un'email ricevuta dalla mia collega Sara. Diceva il testo, più o meno: «Regalo cuccioli di golden retriever. È urgente: se non trovano un padrone, i cuccioli verranno abbattuti la prossima settimana». Seguiva foto strappalacrime di meravigliosi cagnolini, che fissavano l'obbiettivo con l'inequivocabile espressione «Adottami-adottami».
Cinque minuti dopo Mi ha chiamato Mike Delfino, insolitamente sospiroso.
(Io): «Che c'è, Mike?»
(Lui): «Eeeh... è cheeeeh... i caaani...»
«Non mi starai dicendo che ne vuoi uno, vero?»
«Ma cosa succede se nessuno li prende? E se li uccidono?»
«Figurati se li uccidono, qualcun altro li adotterà».
«E se ne prendessimo uno da portare stasera a Treviso, a mia madre, come regalo di compleanno?»
«Non sarebbe meglio una borsetta o un profumo? Che cosa facciamo, poi, se non lo vuole?»
«Ma figurati se non lo vuole. Lei è sempre andata pazza per i cani. Se vuoi fare felice mia madre, regalale un cane».
Bufale In Rete, si sa, girano tante bufale. L'email sui golden retriever era una di queste - a quanto pare circola dal 2002, tipo una catena di Sant'Antonio. Mike Delfino, da sospiroso che era, è diventato sospirosissimo.
(Io): «E adesso cos'hai?»
(Lui): «Mi ero quasi abituato all'idea di un cane. Adesso provo a googlare "Regalo cucciolo a Milano"».
In 30 secondi di ricerche sono venute fuori centinaia di risultati.
«E se prendessimo questo? Dice: "Regalo per problemi familiari incrocio tra pastore tedesco e cane corso, microchippato e vaccinato, quattro mesi».
«Mi sembra tagliandatissimo. Ma quanto cresce?»
«Ah, boh. Qui dice che il cane corso da adulto pesa 50 chili».
«Perfetto».
Una reazione tiepida E così, alle 19 di un gelido venerdì sera, Mike Delfino è andato a ritirare il cane.
«Appena mi ha visto mi è saltato addosso, mi ha fatto un sacco di feste, quelli con cui viveva non li ha neanche degnati di uno sguardo», ha detto poco dopo, entrando in casa e rovesciandoci addosso un adorabile batuffolo di pelo (invero, il pelo è raso. Ma l'espressione "batuffolo di pelo" ha sempre il suo perché). I bambini l'hanno amato da subito: nella foto sopra vedete la Pupa impegnata a contorcersi dal ridere. La macchia sfocata sulla destra, invece, è il Pupo che fa un balletto per la gioia.
A Treviso, tre ore più tardi, nel vedere il cane la mamma di Mike Delfino si è emozionata come se le avessimo messo in mano un libro di statistica. Zero.
Siamo tornati a Milano Domenica sera, col nostro nuovo, inatteso canino nel bagagliaio. Appena messo piede in casa, Egli ha eletto a sua cuccia la rossa poltrona Sacco di Zanotta, peraltro un grande classico del design. Ora non la molla più e tende a ringhiare se gli dici di scendere. «Lo vedi? È molto intelligente, una bestia di gran gusto», ha commentato Mike Delfino.
Ora. Io non ho mai avuto cani. Sono sicura che siamo in grado di farlo sopravvivere, ma di qui al diventare dei padroni esperti ce ne corre. Stamattina Mike Delfino mi ha tempestato di telefonate (ma io ero in riunione e non me ne sono accorta) tra le 9.30 e le 10, lasciandomi anche un sacco di messaggi disperati: «Quando arriva Malù?» (la nostra tata, ndr). «Ma si può sapere perché Malù è in ritardo?». Un'ora dopo, finalmente, l'ho richiamato.
«Ma si può sapere perché eri così preoccupato per Malù? È stato male il Pupo?».
(Lui, con tono stizzito) «Secondo te con chi lo lasciavo, il cane? Secondo te esco e lui resta in casa da solo, poverino?»
(Io, ridendo come una pazza) «Ma non è un bambino! Gli animali possono anche badare a se stessi per un po'».
«Sicura?»
Stasera alle 18.30 viene da noi un'addestratrice, per il primo di una serie di cinque incontri. Diciamo che non vedo l'ora. Il mio obiettivo principale sarebbe insegnare al cane come fare la pipì fuori e non dentro casa, per esempio (accetto consigli).



sabato 30 maggio 2009

Smettere di allattare

E i vostri nati torcano il viso da voi
Di recente su questo blog ho avuto un proficuo scambio con altre mamme a proposito dell'allattamento al seno, con cui ho sempre avuto un rapporto conflittuale. E' vero che il latte materno è l'alimento ideale per il bambino perché fornisce tutti i nutrimenti di cui ha bisogno nella prima fase della vita, ed è vero che fa bene anche alle donne: tutto spiegato con grande chiarezza qui. Sull'argomento sono stati scritti interi libri, e noi mamme del terzo millennio non osiamo nemmeno pensare che allattare non sia sacrosanto. Però, soprattutto con il Pupo, ho fatto una grande fatica. Fisica, prima di tutto. Essendo il delizioso infante assai vorace, a ogni poppata restavo spremuta come un tubetto di dentifricio usato da un'intera caserma, e per reintegrare le energie (e il latte) sono arrivata a bere sei litri di liquidi (tra cui circa sei centilitri di alcolici) al giorno, senza contare gli integratori vitaminici e i magnesi e i potassi che neanche uno scalatore del Nanga Parbat. E così ho salutato con giubilo l'ora delle pappe, e della mia ritrovata - ancorché estremamente parziale - indipendenza. Ora, dovete sapere che il Pupo mangerebbe anche l'asfalto. Gli piace tutto. Potrei scommettere che da adulto farà parte del 3 percento della popolazione che ama alla follia persino rognone, trippa e cervella.
Voi, amiche del gruppo di Feisbuk "Baciarsi i gomiti", ora mi direte: devi baciarti i gomiti, per una volta, un Pupo che mangia senza fare storie. E avete ragione: il problema è che negli ultimi giorni, arrivato a regime - due pappe quotidiane, frutta, yogurt - il Pupo non vuole più il seno. Volta la testa dall'altra parte quand'è il momento della poppata di colazione. Volta la testa pure a merenda. Se voglio allattarlo devo coglierlo di sorpresa, durante la notte. Il mio latte, come è naturale che sia, è in costante diminuzione. Ieri sera gli abbiamo dato un biberon di latte artificiale. Ha ciucciato 210 ml in 4 minuti, felice e soddisfatto. "Si sta svezzando da solo", mi ha scritto saggiamente la mia amica Luisa. Già.
Dovrei essere contenta.
Già.
Eppure.
(La verità è che sono vagamente depressa e lo scrivo in piccolo perché questo è un blog dai contenuti lievi, il cui primo obiettivo è quello di sdrammatizzare situazioni drammatiche e non viceversa. Sto anche pensando di farmi una grappa, per consolarmi. In fondo sono, dunque, 9 mesi + quasi 7 = 16 mesi che non ne tocco una)

giovedì 21 maggio 2009

"Allatti ancora?" "Eh, sì. E' un bambino così in gamba, merita il meglio"

Ha da passa' 'a nuttata
A volte penso che il Pupo voglia prendermi in giro. Una notte dorme ininterrottamente fino alle sei del mattino e m'illude, quella successiva si sveglia tre volte urlando. Riaddormentarlo col ciuccio è un'impresa titanica. Finisce che si innervosisce e comincia a sbattere le gambe sul materasso, come se stesse subendo un elettrochoc, poi inarca la schiena a mo' di saltatore di Fosbury (a proposito, quanto saltavate a Fosbury alle scuole medie? Io pochissimo, credo 60 o 70 centimetri. Però mi divertivo molto).
Tornando al Pupo, come ho già scritto in qualche post precedente, quasi sempre l'unica soluzione è allattarlo. Sì, sì, so cosa state per dire. La maestra di aqua-baby, che è anche una maestra di vita, mi rassicura sempre: è normale, il Pupo è ancora molto piccolo, non te la prendere, prima o poi passa.
Il problema vero è che adesso il Pupo morde. Lo fa senza preavviso. Gnam! E i suoi non sono i dolci morsicini di un amante appassionato, ma una micidiale, infallibile tenaglia che pinza il capezzolo senza lasciare scampo.
Il Pupo a quanto pare è in ottima compagnia. Un sacco di neonati combinano lo stesso scherzo alla loro mamma. Lo fanno per vedere l'effetto che fa, perché i denti sono una novità, perché attraverso la bocca imparano a conoscere il mondo. Quelli della Lega del Latte, organizzazione che promuove l'allattamento al seno, danno una serie di consigli utili per convincere il bambino "dispettoso" ad abbandonare la sua pessima abitudine. Sono consigli efficaci e ve li giro (li trovate qui). A uno a uno li sto mettendo in pratica tutti, anche se considerata la testardaggine media dei componenti della mia famiglia il Pupo potrebbe necessitare di alcune ere geologiche per smettere. Di solito la scena si svolge così:

(Nella notte)
(Pupo): "Ciuc, ciuc, ciuc. Munch!"
(Io): "Aaah! Pupo, ti sei rimbambito? All'improvviso hai il Q.I. di una crema solare? Non si morde la mamma!"
(Pupo, trovando il gioco molto interessante): "Ah ah ah".
E si ricomincia.

Ora. Il titolo di questo post è lo slogan della Lega del Latte. Io rispetto, stimo e ammiro la Lega del Latte tutta. Ma sto seriamente pensando di smettere. Mi viene in mente Aldo Fabrizi che in Lulù (1971) cantava: "I baci mordaci tuoi... i baci mordaaaci tuoi... Mortacci tuoi!". E sto per lanciare un ultimatum al Pupo - se vi va, provate a dissuadermi.

mercoledì 8 aprile 2009

Altri trucchi per svezzare un neonato

Da cui si evince che non tutti i bambini sono uguali
Il rapporto tra bambini e cibo è una delle classiche cose su cui, in famiglia, si ride quando i figli crescono ("Quand'eri piccino mi hai fatto diventare pazza"), augurando loro di partorire neonati anoressici ("Così capirai cosa vuol dire"). La Pupa ha sempre mostrato apertamente la sua ostilità nei confronti delle pappe. Alternava momenti di manifesta indifferenza a smorfie di cupa disperazione. A complicare il quadro, il fatto che cambiava gusti continuamente. Ha mangiato la banana fino agli otto mesi, poi basta. Lo yogurt fino ai nove, poi basta. La mela solo tra i sei e i sette mesi. Anche oggi è impossibile prevedere con assoluta certezza quel che le piacerà e quel che no. Il suo è uno snervante astensionismo gastronomico a rotazione.
Ricordo a chi mi stesse leggendo e avesse perso il post precedente che nel mondo occidentale nessun bambino muore di fame e che i neonati soprattutto si autoregolano alla perfezione, mangiando sempre ciò di cui hanno bisogno.
Ma, se vostro figlio fa storie, la fase del pasto potrebbe caricarsi di tensione (più per voi che per lui) e diventare uno dei momenti meno piacevoli della giornata.
Per contro, se il vostro bambino è un golosone, come il mio secondogenito, mangerà qualunque cosa gli capiti a tiro con vostra grande soddisfazione. Il Pupo, che non ha nemmeno cinque mesi, manifesta vivo interesse nei confronti di sushi, pizza, 'nduja, impepata di cozze, crostacei e in generale qualunque cibo potenzialmente nocivo per un neonato. Ho cominciato a dargli la frutta quando ha compiuto quattro mesi, perché apriva la bocca e faceva schizzare gli occhi all'infuori schioccando la lingua se solo percepiva la presenza di un alimento nella stessa stanza in cui si trovava lui. Ha già assaggiato patata bollita, carota, pesce ai ferri, parmigiano, alla faccia delle raccomandazioni sullo Svezzamento dopo il sesto mese, e gli è piaciuto tutto: ora viaggia al ritmo di cinque poppate di latte, più una pera, più una banana al giorno (a proposito della banana, ieri ho pregato mio padre di dargliela al posto mio. L'ho trovato che teneva il Pupo in braccio e gli cacciava in bocca il frutto intero. Il Pupo, con le sole gengive, era già riuscito a ingurgitarne più di metà. "Papà, ma non l'hai schiacciata con la forchetta?" gli ho chiesto esterrefatta. "Mi è sembrato che non ce ne fosse bisogno," ha risposto lui. Il Pupo, in effetti, gorgogliava felice).

martedì 7 aprile 2009

Tutti i trucchi per svezzare un neonato

Riflessioni schematiche sul fatto che i neonati mangiano quel che vogliono (con grande cruccio delle mamme)
Prima Legge della Puericultura: nel mondo occidentale nessun neonato muore di fame.
Seconda Legge della Puericultura: nel mondo occidentale, nessuna mamma è immune dall'ansia, quando si avvicina l'agognato e assieme temuto momento dello Svezzamento.
Lo Svezzamento (la maiuscola è d'obbligo vista l'importanza del tema) in pratica significa:
a) liberarsi dalla schiavitù del latte, e questo è bene. Vuol dire che una volta ogni 40/60 giorni riuscirete ad andare al cinema, affidando il pupo a una baby sitter/nonna/sorella volenterosa che lo nutrirà al posto vostro.
b) incominciare a produrre a ritmo serrato orribili pappine che voi non mangereste nemmeno con un fucile puntato addosso, e questo è un pacco.

Avendo avuto due figli ho capito che:
Per quanto buone siano le pappe che preparate, se il vostro bambino mangia per vivere e non viceversa (il che è, in assoluto, un atteggiamento sano) è molto probabile che schifi tutto ciò che gli mettete davanti. La Pupa ha sempre fatto così, e anche ora che ha quasi quattro anni non è certo una ghiottona. Con lei ho cominciato lo Svezzamento rigorosamente a partire dal sesto mese compiuto, non ho mai usato omogeneizzati ma sempre e solo frutta fresca, carne cotta al vapore e poi amorevolmente sminuzzata, crescenza e ricotta biologica, ho rispettato tutti i dettami sull'introduzione graduale degli alimenti. Eppure ricordo i primi mesi come infernali. Ecco i metodi adottati dalla Pupa, che molte mamme riconosceranno:
- a. Metodo "Non passa lo straniero”: il bambino tiene le mascelle serrate. Vi guarda negli occhi e visto che non sa ancora parlare vi comunica il seguente messaggio subliminale: ehi, bella. Ci conosciamo io e te, vero? Bene. Se credi che io introduca nella mia bocca anche un solo grammo di quella sbobba, sei pazza.
- b. Metodo “Credevi fosse amore, e invece era un calesse”: il bambino apre la bocca giulivo e incoraggiante, sorridendo gentile. Baldanzose, partite con un cucchiaio di pappa che lui finge di inghiottire. La rumina un po’, poi vi guarda negli occhi come nell’esempio precedente, ammicca e op!, la sputa spruzzandola qua e là in modo salomonico: un po’ su di voi, un po’ su se stesso, un po’ sul seggiolone.
- c. Metodo “Houdini o dell’Illusionista”: il bambino inghiotte senza problemi il primo e anche il secondo cucchiaino di pappa. Rese più scaltre dall’esperienza precedente, gli schiacciate le guance per costringerlo ad aprire la bocca e verificare che abbia deglutito. Lui vi guarda negli occhi – lo fa sempre, è per fregarvi meglio in seguito – e vi sorride rassicurante. Tirate un sospiro di sollievo. Poi vi girate a prendere un tovagliolo e quando vi girate di nuovo, et voilà! Il piatto è sparito. Lo ritroverete a primavera sul ripiano più alto della libreria, dove il neonato l’ha inspiegabilmente fatto volare.
- d. Metodo “Madre, perché mi fai questo?” (o “Ricatto morale”): il bambino inghiotte un solo cucchiaino di pappa, poi strabuzza gli occhi, inizia a produrre versi disgustosi con un rumore impressionante e si provoca il vomito. Notare come si tratti della sua tecnica preferita in presenza di estranei. Alla fine scoppia a piangere guardandovi negli occhi.

Può anche darsi che il neonato alterni gli atteggiamenti di cui sopra, a rotazione, o che ne adotti due contemporaneamente all’interno dello stesso pasto. Guide e manuali raccomandano sempre di non insistere e di non spingere il bambino a mangiare controvoglia, perché questo potrebbe dare origine a disturbi alimentari che si protraggono per anni. Tutti i libri sono pieni di precisissime tabelle da seguire per un corretto svezzamento: i cibi che vengono proposti e le regole di base sono sempre le stesse e tutto ruota attorno a un concetto, quello di gradualità. Gradualità nell’introdurre alimenti nuovi, nel rispettare i tempi del bambino, nel lasciare che il passaggio dal seno (o dal biberon) al cucchiaino avvenga in modo dolce, senza forzare.
Il rancio del neonato è monotono e deprimente, come e peggio del menù dell’ospedale. D’altronde, se va bene, a sei mesi un bambino ha due denti, e questo limita necessariamente la gamma di opzioni disponibili. Prima di avere un figlio non avevo un’opinione precisa su quel che mangia una creatura di pochi mesi. In effetti non mi ero mai posta il problema. Forse pensavo che i bambini non mangiassero affatto.