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mercoledì 14 giugno 2023

L'ultimo dei giganti. Addio a Cormac McCarthy

Cormac McCarthy (1933 - 2023)
 Quando muore un grande uomo - o una grande donna - se   questo è stato parte di un segmento di vita, di un'esperienza, se   abbiamo insomma avuto la fortuna di "conoscerne" la     grandezza, attende sempre un senso di vuoto. 
  È quello che ho provato, immediato, alla notizia della     scomparsa di Cormac McCarthy, uno dei più grandi scrittori   viventi fino a poche ore fa, certo l'ultimo dei grandissimi       scrittori americani. Aggiungerei anche, un altro Nobel per la Letteratura mancato, assieme all'altro gigante, quel Philip Roth scomparso nel 2018. 
 Ho avuto la fortuna di imbattermi nella scrittura di McCarthy un paio d'anni fa, quando lessi il premiato Pulitzer La strada - recensito qui - quel piccolo e sorprendente romanzo che ci restituisce l'immane tragedia di un mondo al suo declino e la forza disperante di un padre in lotta per la salvezza del proprio figlio. 
 
Poi quello stesso anno lessi la Trilogia della frontiera - recensito qui - i tre romanzi che mi riportarono nell'epopea dell'ovest americano ma anche in un vento nuovo, realistico e abbacinante, su cui incombe l'inevitabile. Umanità straziata che ritrovai in quello che ho amato di più assieme a La strada, Meridiano di sangue, che mi ha messo dinanzi a un tale straniamento e a una tale fascinazione narrativa da non sapere da dove cominciare. 

mercoledì 25 ottobre 2017

Il genio e l'alcolismo

Ernest Hemingway (1899 - 1961)
Mi piace gustare del buon vino e prediligo il rosso. Mi piace anche la birra fredda. Apprezzo meno il parterre di superalcolici. Diamo un'occhiata al mondo dell'arte
Fra scrittori, pittori e cantanti la dipendenza dall'alcool - o da droghe - è una costante. 
In letteratura è noto l'alcolismo di Kerouac, Bukowski, Hemingway, Fitzgerald, Joyce, Faulkner per dirne alcuni. 
Per molti di questi grandi nomi della letteratura mondiale non si trattò di un semplice vizio occasionale, ma proprio di alcolismo, una dipendenza distruttiva e per molti fatale. 
Non è difficile supporre che il genio sia legato a forme di dipendenza da alcool o da droghe proprio in quanto fughe vere e proprie dalla depressione, da vite ed epoche in cui queste grandi menti non si sentivano a proprio agio. Bukowski scrive "Se succede qualcosa di brutto si beve per dimenticare, se succede qualcosa di bello si beve per festeggiare, se non succede niente si beve per far succedere qualcosa". 
Anche Murakami si è accorto che qualcosa lega tutti gli scrittori più grandi: "Gli scrittori che mi piacciono, chissà per quale ragione, erano tutti alcolisti". L'alcool uccise molti di essi, tutti finiti in una spirale di autodistruzione che probabilmente è stata consapevole.