Se a casa mia una rondine non fa primavera, la vignarola sì!
Piatto povero ma buonissimo della tradizione laziale (ancor più buono se mangiato il giorno dopo) si può realizzare solo in quel breve periodo dell'anno nel quale sono reperibili piselli, fave e carciofi rigorosamente freschissimi.
Il modo migliore per prepararla è a occhio, in effetti la proporzione tra gli ingredienti deve essere in funzione del gusto personale. In rete ho letto numerose ricette, alcune delle quali prevedono la cottura delle verdure tutte insieme, ma io preferisco cuocerle separatamente per distinguerne bene i sapori. Sarà più lunga ma ne vale la pena.
Bando alle ciance, ecco la ricetta:
Sgranate dei piselli e metteteli da parte, fate la stessa cose con le fave. Se le fave sono grandi e/o bianche, sbucciatele una per una.
Tagliate un cipollotto fresco a julienne, fatelo appassire in una padella con un goccio d'olio. Aggiungete i piselli, un bicchierino d'acqua, e cuocete a fuoco lento fino a portarli a cottura. Tenete da parte. Fate la stessa cosa con le fave.
Fate soffriggere del guanciale o della pancetta tagliata a cubetti, quando avrà preso un po' di colore spegnete il fuoco e mettete da parte.
Soffriggete uno spicchio d'aglio in olio caldo, aggiungete qualche carciofo romanesco pulito e tagliato a fettine più o meno sottili, un bicchierino di vino bianco e un altro di acqua, un pugnetto di mentuccia tritata e cuocete a fuoco medio fino a quando i carciofi saranno cotti.
Mischiate tutti gli ingredienti insieme, salate, pepate e scaldate velocemente il tutto per fare insaporire la vignarola.
A fuoco spento aggiungete qualche foglia di lattuga tagliata a julienne.
E' pronta.