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sabato 3 marzo 2018

Elogio della brevità.

Dopo diversi mesi torno a parlare di scrittura, soffermandomi sul capitolo del mirabile Lezioni americane di Italo Calvino dedicato alla "brevità" o come viene definita dall'autore, "rapidità". 
C'è un motivo preciso per il mio interesse: sono tornata, dopo mesi molto impegnativi dedicati al teatro, a occuparmi della revisione del romanzo di genere storico che scrissi diversi anni fa. 

Mi rassicura il fatto di avere qualcuno che mi dà un mano nell'editing (c'è una parola italiana tanto bella ed efficace, ma in molti ci ostiniamo a usare questa) - e devo ringraziare Maria Teresa Steri, Cristina Cavaliere e un amico correttore di bozze per aver letto le prime pagine e dato consigli preziosi - perché il lavoro è lungo.

Al termine dell'università mi gettai a capofitto nella scrittura di un romanzo storico attingendo alle numerosi fonti di cui mi ero servita per la tesi di laurea. Ce n'è un riferimento in questo post
Il teatro assorbe la gran parte del mio tempo libero, ma sento il desiderio di dare una possibilità a questa mia "creatura", che giace nel proverbiale cassetto ormai da troppo tempo. 
Un difetto del romanzo, che ha titolo "Sin'opah", è la sua prolissità. Impaginato in formato A5 - perché me lo feci stampare da un tipografo per regalarne qualche copia - risulta di ben 607 pagine (!). 

lunedì 13 febbraio 2017

Cartoline da Sin'opah

Mi aggrego al meme ideato da Silvia Algerino e tento di seguire una mia personale visione di questa proposta. 
Mi piace l'idea che siano i personaggi del romanzo - o dei romanzi - che abbiamo scritto a inviarci delle cartoline dai luoghi che attraversano o da particolari momenti della loro vita. 
Ebbene, devo fare qualche forzatura, perché la mia Esther vive nel XIX secolo nell'America dei pionieri e delle lotte fra bianchi e nativi e non ha un emporio dove acquistare delle cartoline, ma... con uno sforzo di fantasia posso farle inviare del materiale assai interessante. 

Esther Dunn è la terza figlia di Jacob Fletcher, un commerciante di pelli di Crookston, nel Minnesota. Sua madre, una fredda donna della media borghesia di Duluth, avrebbe già scelto per lei il destino di ragazza di buona famiglia, fra studi e ottimo matrimonio. Esther si piega a malincuore alle imposizioni della madre, più attratta dal mondo difficile e "selvaggio" di suo padre, ma desiderosa anche di non fornire ulteriori dispiaceri alla famiglia, prostrata dal dolore per la perdita del primogenito nella battaglia di Fredericksburg, uno dei numerosi scontri della Guerra Civile terminata pochi anni prima. Esther quindi si avvia verso un destino già scritto, quando un evento tragico muta improvvisamente i piani e la scaglia verso nuovi e inattesi scenari.