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mercoledì 18 settembre 2013

Recensione a basso costo: La Sogneria, di Andrea Storti

Ebbene, il fine principale dei sogni è quello di donare uno scopo e, di conseguenza, la felicità, perché la felicità non è altro che un senso di aspettativa per qualcosa.

Titolo: La Sogneria
Autore: Andrea Storti
Editore: Lettere Animate Editore
Formato: Ebook
Numero di pagine: 63
Prezzo: € 1,99
Sinossi: L’autore conduce il lettore in un mondo incantato, dove la perdita della connotazione spazio temporale diventa strumento per coinvolgere quanti si affacceranno a questo romanzo in un’atmosfera fiabesca, ricca di sfumature facenti riferimento a una letteratura fantastico/paradossale. Il mondo dei sogni, da sempre considerato quanto di più effimero e intangibile, assume in questo romanzo una dimensione reale e vendibile. La Sogneria diventa la metafora di una felicità ritrovata da una popolazione che ha perso la capacità di sognare, dove il sogno non è limitato a essere ospite dei dormienti, ma importanza primaria dell’esitenza.
                                            La recensione
Dalle mie labbra uscirà più spesso questa solita frasetta che il mio nome, ma tant'è: che strane le coincidenze. Davvero! Giusto qualche giorno fa, un'amica blogger mi chiedeva, per un suo giveaway, cosa fosse la magia e se ci avessi mai creduto. La risposta alla seconda domanda era ovvia: certo che ci credevo. A diciannove anni, così come a dieci. Ma cos'era, per me? Avevo scritto una lista di cose – molto poco magiche, eppure così essenziali ed importanti – che più o meno faceva così. C'è magia quando, con l'animo in pena, aspetto l'arrivo di un corriere che proprio non vuole passare sotto il mio portone. Poi suonano al citofono: volo dalle scale in pantofole e pigiama, un signore tutto affaticato mi fa firmare e io, tutto contento, ho un nuovo libro che mi fa compagnia. C'è magia quando l'orologio segna la doppia ora e io sono sicuro che qualcuno, lassù o in un altro posto altrettanto irraggiungibile, abbia piani misteriosi per me: Google e Yahoo! Answers certificano. C'è magia quando, davanti a un cartone targato Disney, sento il mio cuore diventare grande grande e il mio corpo farsi piccino piccino. Dopo la lettura del breve romanzo d'esordio di Andrea Storti – saggio e responsabile papà del blog Le mele del silenzio – potrei aggiungere un'altra voce alla lista: perché c'era magia, per una volta, anche tra le pagine impalpabili e gelide del mio Kobo, con me immerso – in tutto il mio metro e settantacinque scarso – nella lettura di La Sogneria. 63 pagine appena che sanno far tanto. Parlano di sogni e, forse, in esse brucia il fumo colorato e profumatissimo che brilla nelle sfere trasparenti della bottega tanto speciale del simpatico Signor Cioccomenta, che tutti voi potete trovare, quando vorrete, al n°3 di Piazza delle Falene o sul meno esotico Amazon. In un'epoca in cui l'inquinamento, la malvagità e le invidie hanno imprigionato i sogni, lui si spinge a realizzare i desideri di tutti - uomini e donne, giovani e vecchi. In una piazzetta piena di casupole sbilenche e di strade acciottolate, in un angolo di mondo che ricorda nostalgicamente la nostra amata Diagon Alley, egli apre una Sogneria. Fabbrica, progetta, pesa e vende sogni a buon prezzo. Ha un locale dalle vetrate luminose, un bancone spazioso e tirato a lucido ed un adorabile carlino come usciere ed aiutante part-time. Come accadeva in Chocolat, quel borgo un po' triste si risveglia di colori che, puntualmente, si trovano a fare pendant con il sempre in voga verde speranza. Ma, quando si parla di sostante fragili come i sogni, non vale il comodo motto “Soddisfatti o rimborsati”. E un cliente arrabbiato con il mondo e sì, decisamente insoddisfatto, è un pericolo che il paffuto e giocondo protagonista non aveva calcolato. Inizierà una guerricciola di quartiere a colpi di dispetti e rara bontà, tra mercanti che propongono ai loro acquirenti merci decisamente agli antipodi: sogni ed incubi a seconda delle occasioni e dei perché.
Bene e male, anche in tempo di crisi economica e morale, hanno lo stesso prezzo e lo stesso peso: siamo noi, con il Destino che ci dà una spintarella leggera, a decidere da che parte oscillerà l'ago della bilancia. Andrea, lettore onnivoro ed entusiasta, firma un tenero esordio che si rivolge al pubblico più attento e severo di lettori: i nostri bambini. Scelta coraggiosa e originale, esattamente come questa piccola e deliziosa novella che, in un calderone di rame e oro, aggiunge un pizzico di Lyman Frank Baum, concentrato di J.K Rowling, glassa riderella di Roald Dahl. Storie nuove e vecchie, in cinema scope e in 3D, in bianco e nero e a colori sgargianti... La sua prosa è piacevole e morbida; la sua trama è facile da seguire e talora piacevolmente semplice da prevedere; i suoi personaggi saltellano sulle loro gambine tozze o sui loro piedoni grandi, sporchi, brutti e cattivi, tra fantastiche avventure e dinamici capitoli. La Sogneria è una gita nottura e sotterranea, in mezzo a tunnel alla Goonies rischiarati dal candore dell'immaginazione più incontaminata e a porte sospese sul confine del sogno (e dell'incubo!) nello stile unico di Monsters & Co. Come la mitica Melevisione che guardavo da piccolo, su Rai Tre, anche La Sogneria ha il suo buon Tonio Cartonio a condurre l'incantevole show di turno. E' una macchina magica e buon gustaia che si nutre di mele glassate, barrette di cioccolato al latte, tè inglese e invitanti squisitezze simili. Ma non vi preoccupate per il vostro peso forma: si corre parecchio, e in lungo e in largo, all'inseguimento di un inquietante alano nero e delle vesti turchine e vaporose della bellissima Regina dei Sogni! Per una volta, inoltre, ho trovato che l'oggettiva brevità del racconto non fosse un difetto di fabbrica, ma un pregio introvabile altrove. Andrea Storti ha firmato una storia della buonanotte come se non se ne leggono più da secoli remoti. Forse la dimenticherò in fretta, ma forse, altrettanto in fretta, troverò una scusa come un'altra per rileggerla ancora e ancora. Da solo, o a nipotini, fratellini e figli – ipotesi lontana lontana, quest'ultima, almeno quanto il castello abitato dai principi azzurri e dalle principesse in rosa delle fiabe antiche – che, per una sera, con me che leggo a voce alta alla luce delicata di un abat-jour di Mickey Mouse – avranno il permesso di andare a letto un po' più tardi. Solo e soltanto quando la storia sarà finita.
Il mio voto: ★★★ +
Il mio consiglio musicale: B.o.B - I've Got The Magic in Me

venerdì 1 febbraio 2013

Un San Valentino tricolore: L'amore e la vita secondo Paola Calvetti e Barbara Fiorio!

Quello che è, apparentemente, il mese più lungo e noioso dell'anno - con il vento, la pioggia e la sua gelida neve - è andato finalmente via. E' ufficialmente Febbraio. Più vicini, ogni giorno che passa, al Carnevale, a San Valentino e alla tanto attesa primavera.
Nel post di oggi, con alcune delle novità che troverete a breve nelle librerie (anche in quelle virtuali!), si celebrano varie forme d'amore – e per godercele, fortunatamente, non dobbiamo aspettare soltanto il 14 Febbraio! - e due affermate autrici italiane. Paola Calvetti e Barbara Fiorio. Fantasiose, romantiche, professionali, talentuose e, ora, anche ufficialmente colleghe, riunite sotto il tetto di “casa” Mondadori grazie alle novità che, per nostra gioia, porteranno in libreria a brevissimo. La prima anche affermata giornalista, ha all'attivo più di cinque romanzi e si è lasciata adorare e scoprire dal sottoscritto (la mia recensione qui) grazie al suo recente Olivia, una fiaba romantica e dal sapore internazionale ambientata in una metropoli indefinita e sul triste sfondo della crisi. Anche all'altra, con C'era una svolta e Chanel non fa scarpette di cristallo, la magia delle favole ha portato non poco successo. E i suoi sogni, come nella migliore delle tradizioni, sono diventati realtà. Nello stesso mese, insieme, entreranno di nuovo nelle case dei lettori di tutta Italia. Al prezzo di € 4,99 caduno, dal 12 Febbraio, sulle principali piattaforme online, con copertine riviste e coloritissime, saranno disponibile in versione ebook i primi quattro romanzi di Paola, editi in precedenza dalla Bompiani e dalla Dalai Editore. Passioni mortali, addii, rapporti familiari, amicizie: il mondo. Barbara, invece, il 5 Febbraio, conquisterà tutti con un piccolo grande romanzo: Buona fortuna. Una copertina splendida, un booktrailer curatissimo, una trama semplice ma vibrante, impregnata di tenerezza, familiarità e irresistibile senso dell'umorismo. Sono certo che sarebbe un ottimo modo per fare la sua conoscenza! Abbracciandovi, vi lascio con le schede e i dati tecnici dei cinque titoli e con un capitolo in anteprima di Nè con te nè senza di te, che la gentilissima Paola Calvetti ci regala qui :)

Titolo: Né con te né senza di te
Autrice: Paola Calvetti
Editore: Mondadori
Numero di pagine: 217
Sinossi: I corpi di un uomo e di una donna giacciono senza vita a terra, uno sull’altra. Un clpo di pistola ciascuno. L’arma che ha sparato dalla mano di lei. Né con te né senza di te è la morale ultima che François Truffaut sceglie ne “La signora della porta accanto”, cui il romanzo è ispirato. Come nel film, c’è una passione tumultuosa e un finale tragico: Vera, scrittrice, uccide il suo compagno Nicola, quarantenne più giovane di lei. Sull’oscuro movente della tragedia cerca ostinatamente di fare luce Francesco, pubblicitario omosessuale, amico della coppia, che si interroga affranto sui perché di un gesto che appartiene alla dinastia delle follie. Le indagini sono affidate alla Polizia, i referti dell’autopsia, i fascicoli della Questura descrivono lo stato dei fatti. Il percorso del sentimento e del suo infrangersi contro il muro dell’insicurezza (di lei che nel suo passato ha una serie di uomini che l’hanno ferita), le riflessioni sull’insondabilità del cuore umano lo ricostruiscono “ a voce” i protagonisti.

Titolo: Perché tu mi hai sorriso
Autrice: Paola Calvetti
Editore: Mondadori
Numero di pagine: 209
Sinossi: E’ estate e Nora decide di restare nella casa della propria infanzia, zattera di ricordi e struggimenti, accanto alla madre, che una malattia rara condanna al silenzio. Entrando in una stanza incustodita, scopre muti testimoni del tempo: lettere d’amore, albi di fumetti, dischi in vinile, un fortepiano da restaurare e un segreto che affiora improvviso e violento: il certificato di nascita macchiato d’inchiostro di una bambina, forse una gemella che nasconde l’ombra di un possibile infanticidio e scatena un’ansia cauta di indagini. 
Nora metterà alle corde la madre e cercherà di scoprire la verità. Fino all’ultimo respiro e al colpo di scena finale. 
La risposta arriverà e avrà il sapore di una liberazione per entrambe. Un atto d’amore inaspettato, ambiguo ma pieno e profondissimo. L’unico possibile.
Titolo: L'amore Segreto
Autrice: Paola Calvetti
Editore: Mondadori
Numero di pagine: 152
Sinossi: Costruito come una Sinfonia, con un preludio, quattro movimenti e un finale, il romanzo narra la storia di un amore clandestino, di un sentimento che si è alimentato di silenzi, incontri fugaci e di intimità celata. Una giovane donna scopre l’adulterio del padre, violoncellista appena scomparso, trovando fra i suoi libri una scatola colma di lettere d’amore che non portano la firma della propria madre. Turbata, decide di andare a trovare l’anziana signora che ha rappresentato per tanto tempo l’immagine del desiderio per quel genitore improvvisamente sconosciuto. 
Dall’incontro delle due donne, dalle lettere conservate, dai ricordi, la storia d’amore riaffiora e rivive con il fascino struggente di una melodia d’altri tempi.

Titolo: L'addio
Autrice: Paola Calvetti
Editore: Mondadori
Numero di pagine: 203
Sinossi: Tre amiche, Olga, Cecilia, Virginia appartengono al mondo della musica e sono amiche. La vita e la carriera di Olga, costumista, sono state indelebilmente segnate dalla “Traviata” di Maria Callas. L’opera verdiana scandisce il suo amore per Giulio, compagno di Conservatorio destinato a diventare un grande direttore d’orchestra. Giulio le sarà strappato dal matrimonio con Cecilia, ma continuerà ad amare e incontrare Olga. Il passato e il presente si alternano nel romanzo come tappe di un fluire senza regole, il tempo aggiunge il suo mistero ai misteri della musica e dell’amore. Virginia racconta la morte di Cecilia in un incidente aereo e poi, quando anche Olga la lascia sola, trova i diari dell’amica e la confessione dell’infinita storia con Giulio. Nell’epilogo il testamento di Olga rivelerà un segreto estremo. 
 
Titolo: Buona Fortuna
Autrice: Barbara Fiorio
Editore: Mondadori
Numero di pagine: 200
Prezzo: € 14,90
Sinossi: Quali sono i numeri per giocare al lotto i sogni e i desideri di ognuno di noi? Margot è una giornalista precaria di 38 anni, collabora con la redazione di un quotidiano genovese dove Giovanna, la caporedattrice, le fa scrivere articoli sugli argomenti più improbabili – dal collegamento tra il Natale e le maschere di carnevale all’arrivo del Circo, dalle mostre di manufatti dei bambini delle medie alle aspettative della gente per il nuovo anno. Nell’ultimo periodo ha solo problemi: la lunga storia con Tormento, il suo problematico fidanzato, è ormai alle battute finali e Diesel, il gatto “abbraccione” che vive con lei da quindici anni, si è ammalato e deve essere soppresso. Ma qualcosa comincia a cambiare quando Margot incontra Caterina, una donna di 83 anni che gestisce una ricevitoria nel centro di Genova. A Caterina succede qualcosa di terribile e si ritroverà incomprensibilmente travolta in uno stritolante meccanismo legale che cerca di toglierle tutto ciò che le era rimasto d’importante: la ricevitoria, l’affetto della gente, la libertà, la reputazione. Per affetto, ma anche per non farsi ingoiare dal baratro in cui si trova, Margot si trasforma in àncora di salvataggio della sua anziana amica e, con l’aiuto di qualche collega e del maresciallo Tommaso Crocetta, riuscirà a capire chi c’è dietro gli eventi che stanno devastando la vita di Caterina. 
 

mercoledì 14 novembre 2012

Memorie di viaggio: io, Barça, la sangria e il Kobo Touch - storia del sequel mancato di "Vicky Cristina Barcelona"!

Quello che dovrebbe essere il resoconto di un viaggio memorabile perde ogni giorno un po' della sua freschezza. Rimando, rimando, rimando e intanto i giorni passano e i ricordi si ingialliscono come vecchie foto. Solo adesso, mentre scrivo, mi accorgo che è tutto finito. Ufficialmente.
 La gita dell'ultimo anno – quella che segna il consolidarsi di vecchie amicizie, quella bramata e aspettata per cinque anni di liceo, quella che ci proietta al giorno piovoso del nostro primo giorno di scuola e al momento in cui dovremo dire addio all'amato/odiato istituto che è stato testimone delle nostre lacrime e delle nostre gioie – è un misto di gioia e nostalgia. Siamo trascinati a metà strada tra passato, presente e futuro. Con ricordi di prof carogne ormai alle spalle, il pensiero degli esami ad alitarci gelido e inquietante sul collo e quei compagni che speriamo di trovare sempre lì, fissi sulla soglia del nostro orizzonte come stelle onnipresenti. Osservando le fotografie su facebook di quegli studenti pazzi e romantici che, prima di me, sono saliti e scesi dal frenetico treno che è la vita liceale, vedo foto di gruppo a maniche corte e braccia nude, con gli occhi che ridono protetti dagli occhiali da sole e il cielo che risplende delle luci di Maggio. Foto in cui la paura degli imminenti esami è distesa da un sorriso pacifico e spensierato e l'ansia è rimandata a data da destinarsi. Conta solo quel momento. Con una gita anticipata drasticamente, mi trovo a vivere una situazione diversa. Gli esami sono ancora lontani, ma ho come l'impressione di avere già detto addio a tutti. Quando, a Pescara, ho messo piede a terra, dopo un'ora e mezza di volo e sballottamenti vari, sapevo che era finita. Nessuna meta da attendere con l'aspettativa di un tempo, nessun motivo per cui continuare a sbattere la testa sui libri, nessun buon primo proposito per l'anno nuovo. 
Tutte le tappe bruciate in partenza. E saranno state le orecchie che fischiavano, gli occhi che si chiudevano, il pavimento che non smetteva di girare, il cerchio invisibile che mi ronzava intorno alla testa. Saranno state la stanchezza e il sonno accumulato in sette giorni senza sonno; sarà che voglio sempre ciò che non posso avere e che gli arrivi e le partenze mi intristiscono. Ma dopo aver vissuto una città così, al ritorno, mi sono sentito chiuso in una scatolina che aveva l'aspetto di un posto che ho sempre chiamato casa. Barcellona ti apre la mente, il cuore e quegli occhi sbarrati dalla meraviglia, che si perdono dietro grattacieli da film e a palazzi che sembrano intagliati nel pan di zenzero delle favole. Perfino la pioggia è più spettacolare. Qui piove, e io mi chiudo in casa, con i miei libri e il mio malumore. Lì dà adrenalina, l'impressione di trovarsi a un concerto che suona solo per noi e che non chiude i battenti per quattro gocce spruzzate da nubi passeggere.
Mi mancano quelle luci sfavillanti, brillanti come in una metropoli americana e colorate come i frammenti arcobaleno che rivestono le meraviglie visionarie del parco Guell e le tazzine a tema, vendute a prezzi esorbitanti in ogni angolo di strada. Mi manca quella vita da rockstar. Con le lenzuola cambiate ogni giorno, le risate e le esperienze condivise in un'unica camera d'albergo, le sigarette al sapore di vaniglia e cioccolato, le puntate di Games of Thrones trasmesse alle sette del mattino e, allo scoccare della mezzanotte... bhe, programmi che non hanno nulla a che fare con quelli del nostro soporifero Marzullo. Piccola considerazione personale: E.L James deve essere stata lì. Biricchina! Mi manca il beato menefreghismo di chi, straniero in terra di stranieri, può sentirsi libero di fare quello che vuole. Il mio mantra? Chissene, nessuno mi conosce!
Partivano così discorsi davvero poco filosofici con i prof, avventure serali al supermercato per un festino improvvisato su due piedi, serate in discoteca in cui – la timidezza in valigia – abbandonavo il mio solito angolino per raggiungere il centro della pista (e la cima del cubo!), imbarazzantissime e super segrete (quindi, shhhhhhhh!) incursioni in un sexy shop sulla falsa riga dell'esilarante Will ti presento Will e parodie in metro del tormentone Gangnam Style. E mi mancano già quegli amici a cui, a giugno, dirò arrivederci e che mi sto godendo come se avessi tutto il tempo del mondo a mia disposizione. Mi manca l'essere stato, anche solo per sette giorni, così poco... me. Quello malinconico, serio, riflessivo e forse un po' noioso.
Una parte del mio essere che era ordinatamente riposta nel bagaglio a mano e che, nei momenti di pausa, emergeva timidamente. Un appendice luminosa e tecnologica, che sembrava una variante dell'iPod, ma che nascondeva dietro un semplice click un mondo di fantasia, passione e inventiva. 
Un mondo di libri. Nel vero senso della parola! In viaggio con me, l'ultima novità firmata Mondadori: il nuovissimo Kobo Touch. Una tavoletta poco più grande di una mano che, come la lavagnetta magica dei bimbi, dà sfogo alla magia e alle meraviglie della lettura. Ebook o non ebook: è questo il dilemma? Come sapete – e non lo nascondo – mi sono sempre espresso a sfavore, da lettore tradizionalista quale sono. Non immaginerete, quindi, il mio stupore e la mia soddisfazione quando una gentilissima addetta all'ufficio stampa della casa editrice mi propose di testare il prodotto. Fino a quel momento, avevo letto gli ebook nel pc, con sforzi di vista notevoli e risultati disastrosi. Pur non essendo passato ufficialmente al lato più tecnologico della lettura, tuttavia, ho provato il piacevole brivido di chi, inizialmente fermo nelle sue decisioni, viene sorpreso in positivo. Il Kobo mi ha aperto un mondo, con un universo di titoli e generi letterari tutti custoditi in un piccolo e prezioso scrigno. Rivestito posteriormente da una copertina vellutata che lo rende morbido come un cuscino, con una batteria instancabile, tre titoli scaricabili gratuitamente per l'eventuale acquirente tra i maggiori successi dell'anno (Cinquanta sfumature di grigio, Il cacciatore di occhi, 1Q84, Steve Jobs) e una serie infinita di grandi classici e di teaser in anteprima, luminoso e pratico, resistente agli urti di aerei in turbolenza e ad attacchi di mal d'aria, non è il nuovo modo di leggere. E' un altro modo di leggere. 
Non solo il più figo per chi ha il pallino della tecnologia, ma il più immediato e comodo per chi vuole leggere tanto senza temere il peso immane della cultura! Vi faccio qualche esempio pratico. E' ottimo se si viaggia e se si deve già combattere contro un bagaglio che non vuol contenere nemmeno i nostri jeans. Per ingannare l'attesa dal dentista, alla posta o mentre si aspetta che i bambini escano da scuola. Per leggere comodamente (e senza il pericolo scoliosi) un mattone che né le nostre manine, né la nostra libreria possono sorreggere. Per chi non resiste agli acquisti e vorrebbe portarli tutti con sé in borsa o nel zaino, in modo da scegliere uno tra i titoli salvati che maggiormente ci aiuterebbero a fare i conti con il nostro umore altalenante. Per chi, a modo suo, vuole risparmiare. Il Kobo è una spesa che va fatta una volta sola e che rimane nel tempo. Comprensibili remore ci sono riguardo ai prezzi elevati degli ebook. Su questo non ci piove. Io per primo – e mi rivolgo alle grandi case editrici – non pagherei mai un ebook 12,00 euro o più, quando un cartaceo raggiunge i 15, 17.00 euro. Posso dirvi che ci sono comunque editori che guardano ai nostri bisogni e alle nostre tasche, con titoli di grande qualità che costano il prezzo di un aperitivo al bar. O, meglio ancora, vi consiglio di attuare dei legalissimi scambi su Anobii o altri Social Network, in modo da mettere i vostri ebook a disposizione degli altri e di avere l'occasione di scegliere quelli che occupano i posti più alti della vostra wishlist, in un “do ut des” all'insegna del libero scambio, della civiltà e del dialogo tra lettori.
E' un marchingegno di chip e di ingranaggi, ma è divertente, solare, professionale e alla mano al tempo stesso. All'accensione, ti accoglie con una bella faccina sorridente in bianco e nero, ma immediatamente ti porta a una schermata che ha l'ordine e la pulizia di una libreria virtuale che nella realtà non avrai mai e ad un dizionarietto che, nel momento necessario, con un click sulla parola incriminata, apre una finestra con tanto di significato etimologico e di divisione in sillabe! Ho dimenticato tanto di quello che avrei voluto dire. Tutti gli altri pregi e tutti i trascurabili difetti. Ma il frutto concreto del suo più grande pregio ce l'ho proprio qui, seduto su una poltrona alle mie spalle. Ha riavvicinato alla lettura mio padre, che in questo momento, con gli occhi vicini allo schermo e le mani strette attorno a questo gioellino di luce, morbidezza e lettere è perso in chi sa quale galassia. E questo avverrà con le vostre mamme sempre affaccendate, i vostri fratellini svogliati, i vostri ragazzi troppo superficiali. Sono dell'idea che non li priverà del piacere della carta e dell'inchiostro. Darà loro una valente e perfetta alternativa. Glieli farà scoprire con lo stupore di un bimbo davanti a un regalo di Natale inaspettato! :)

giovedì 23 agosto 2012

Anteprima: Il veleno sulle labbra - "Una storia da Delirium", di Lauren Oliver


Nel Marzo del 2011, la Piemme Freeway aveva regalato ai lettori italiani la toccante storia della più proibita e letale delle passioni, scaturita dalla penna dell’acclamata autrice del best-seller E Finalmente ti dirò addio: Lauren Oliver. Sto parlando di Delirium (la mia recensione qui), un originale e insolito distopico, guidato dalla voce dell’amore e della libertà, che era finito in cima alla lista delle migliori letture dello scorso anno e che aveva collezionato, tra i suoi lettori, tutta una serie di cuori irrimediabilmente infranti. Con un finale percepibile sin dalle prime pagine, ma ugualmente spiazzante e doloroso, si era rivelato una tragedia moderna. Un Romeo e Giulietta, come lo avevo definito, ambientato in uno scenario di filo spinato e fumogeni. Come i più informati sapranno, recentemente, la sempre gentile Piemme aveva spiegato i motivi per cui avremmo potuto leggere il seguito – Pandemonium – solo a partire dalla primavera del 2013, ma, per farsi perdonare e per darci un nuovo assaggio della maestria dell’autrice, quest’oggi hanno diffuso la notizia più attesa da coloro che hanno amato l’indimenticabile storia narrata in Delirium. Tra la fine del mese e gli inizi di Settembre (presto saprò darvi la data precisa), giungerò direttamente in ebook, nella collana Piemme Shots, Il veleno sulle labbra, un intenso e breve racconto incentrato sul personaggio di Hana: protagonista, accanto a Alex e Lena, della vibrante storia di ribellione e rivalsa che tutti noi ricordiamo con nostalgia e commozione. Di seguito, la trama (tradotta da me) e la copertina ufficiale. Fatemi sapere cosa ne pensate! Lo attendete insieme a me? Preferite la copertina originale o quella opzionata dalla Piemme? :)

Titolo: Il Veleno sulle labbra
Autrice: Lauren Oliver
Editore: Piemme Shots 
Prezzo: 0,99 € 
Data di pubblicazione: 20 Settembre 2012
Sinossi (provvisoria) : L’estate in cui pensavano di essere curate dall’abilità di amare, Lena e Hana – migliori amiche da sempre – cominciano ad allontanarsi. Mentre Lena è spaventata dalla musica e dalle feste con i ragazzi, Hana sperimenta il fascino del proibito. Per lei, l’estate è tempo di musica, ballo, tabù – e anche del suo primo, vero bacio. Ma, all’apparenza, Hana segue un comportamento esemplare. Conosce il suo promesso, Fred Hargrove, e immagina la vita confortevole e sicura che avrà dopo averlo sposato. Quando il momento della cura diventa sempre più vicino, Hana sente disperatamente la mancanza di Lena e si domanda come sia veramente amare qualcuno, spaventata e al contempo affascinata dal pericolo di innamorarsi. In questo racconto digitale, che affascinerà i fan di Delirium e che darà il benvenuto ai ragazzi che, per la prima volta, si avventurano in questo mondo distopico, i lettori vedranno alcune scene del primo romanzo della triologia filtrate dagli occhi di Hana. Una voce tutta nuova, che racconta il tumulto e il cambiamento di un’estate diversa dalle altre, capace di toccare nel profondo e di stupire con rivelazioni inedite.


I romanzi che compongono la trilogia. 
Delirium, secondo fonti certe, diventerà un film prodotto dalla 20th Century Fox.