Questo romanzo sfugge a ogni classificazione rigida: memoir, autofiction, saggio, romanzo sperimentale. Saša Stanišić, autore nato a Višegrad - il luoQuesto romanzo sfugge a ogni classificazione rigida: memoir, autofiction, saggio, romanzo sperimentale. Saša Stanišić, autore nato a Višegrad - il luogo del famoso Ponte sulla Drina - nel 1978 e rifugiato in Germania durante la guerra in Bosnia, ci accompagna in un viaggio frammentato e profondo alla ricerca delle proprie radici, interrogandosi sul significato di appartenenza, identità e memoria.
Il libro si snoda attraverso episodi brevi e intensi, alternando tre piani temporali: l'infanzia in Jugoslavia, l'adolescenza in Germania e l'età adulta, in cui l'autore torna nei luoghi della sua famiglia per ricostruire un passato che sembra sfuggire. Centrale è la figura della nonna Kristina, affetta da demenza senile, che diventa simbolo della memoria che si dissolve e della necessità di preservarla.
La stile dell'autore è il classico esempio di narratore inaffidabile, mescolando realtà e fantasia, mitologia e storia, in un racconto che non cerca verità assolute ma molteplicità di prospettive. L’autore ci invita a riflettere su cosa significhi davvero “venire da un luogo” e come le origini possano essere tanto radicate quanto fluide. Un libro che emoziona e fa pensare, anche se forse rimane troppo frammentato, lasciando il lettore con più domande che risposte....more
Questo romanzo di Georgi Gospodinov esplora il tempo e la memoria attraverso una clinica dove i pazienti affetti da Alzheimer, grazie a stanze addobbaQuesto romanzo di Georgi Gospodinov esplora il tempo e la memoria attraverso una clinica dove i pazienti affetti da Alzheimer, grazie a stanze addobbate appositamente, rivivono decenni passati. Da questa premessa, il libro si allarga in una riflessione sull’ossessione collettiva per il passato, intrecciando malinconia e temi universali come identità e storia.
Tra le scene più affascinanti spicca il referendum sul passato, in cui i paesi europei votano per tornare a una certa epoca storica. I risultati, ironici e drammatici, svelano ferite e orgogli nazionali, offrendo uno spaccato surreale e al tempo stesso realistico dell’Europa contemporanea.
Un’opera nostalgica e poetica, l’ho trovata bellissimo, capace di unire profondità e leggerezza, e di lasciare nel lettore un’impressione indelebile....more
C'è molta guerra in questo romanzo, e non parlo solo delle guerre del contesto yugoslavo - in particolare il constesto qui è la guerra tra serbi e kosC'è molta guerra in questo romanzo, e non parlo solo delle guerre del contesto yugoslavo - in particolare il constesto qui è la guerra tra serbi e kosovari - ma anche di guerre interiori e guerre relazionali. Me lo aspettavo pieno di amore questo libro, e invece penso di aver raramente letto qualcosa così pieno di odio.
Tutte le relazioni che il protagonista Arsim ha, a partire da quella rodata con la moglie (sposata, come vuole l'usanza locale, a valle di accordi familiari), per arrivare a quella nuova e irresistibile con Milos, se sembrano in un primo momento normali, anche belle e con la giusta dose di tenerezza, naufragano tutte nei sentimenti di odio più puro, di distanza, di insopportabilità. E tutto questo però fornisce un ritratto estremamente umano, di sicuro Arsim non è affatto il personaggio stereotipico, con sentimenti ben definiti e che non cambia mai, senza sfumature.
Se nei fatti sembra mancare di sostanza, di sicuro questo romanzo non manca di emozioni profonde, profondissime, anche molto buie....more
Gran bel libro edito da Keller (che per me è sempre sinonimo di edizione stupenda). Una sorta di Montagna incantata in chiave moderna: un sanatorio nelGran bel libro edito da Keller (che per me è sempre sinonimo di edizione stupenda). Una sorta di Montagna incantata in chiave moderna: un sanatorio nelle profondità della pianura serba, pazienti dalle personalità più disparate, dove per molti la malattia è legata a una guerra finita da poco (le guerre yugoslave), un’analisi della nostra contemporaneità. Molto poetico, a tratti quasi nostalgico. Duro quando c’è da esserlo e molto dolce in scene più intime (ad esempio tra il protagonista e la fidanzata, o tra il dottor Julius - forse il personaggio più poetico di tutti - e i ricordi della madre). Gioiellino....more
Straordinario thriller ambientato in Croazia. La storia del paese, del disfacimento della Jugoslavia e dell’indipendenza si mischiano con quella dellaStraordinario thriller ambientato in Croazia. La storia del paese, del disfacimento della Jugoslavia e dell’indipendenza si mischiano con quella della scomparsa di Silva, personaggio al centro delle vite dei protagonisti. Scritto in maniera accattivante, le descrizioni e le sensazioni rimangono impresse molto a lungo. Nonostante sia un thriller, la qualità è quella della narrativa più pregiata. Molto consigliato agli amanti di quelle zone d’Europa meno famose ma affascinanti....more
Purtroppo più si prosegue con la lettura e più si perde il filo del discorso. Resta comunque un bel libro di memorie legate a luoghi (quelli della ex-YPurtroppo più si prosegue con la lettura e più si perde il filo del discorso. Resta comunque un bel libro di memorie legate a luoghi (quelli della ex-Yugoslavia/est-Europa in generale) tutti pregni di una storia non banale....more
I Balcani producono più storia di quanta ne siano in grado di digerire
Una storia tristissima, quella di Ana Mladic, che si intreccia con quella ancoraI Balcani producono più storia di quanta ne siano in grado di digerire
Una storia tristissima, quella di Ana Mladic, che si intreccia con quella ancora più triste è drammatica delle guerre Jugoslave. Trovo che il romanzo sia scritto benissimo, e la scelta di alternare i capitoli di contesto storico con quelli più prettamente di fiction dedicati alla parabola della protagonista decisamente azzeccata.
Gli anni del disfacimento della Jugoslavia fanno dunque da sfondo alla caduta psicologica di Ana Mladic, figlia amatissima del comandante dell’esercito Serbo-Bosniaco durante gli anni novanta. Lei stessa è devotissima al padre (il famigerato boia di Srebrenica), ma man mano che la verità viene a galla, e inizia a rendersi conto della violenza che questo è in grado di generare, la sua intera fiducia in lui crolla a picco. Attraverso gli occhi di Danilo Papo, narratore e amico di Ana, assistiamo dunque ad una perdita progressiva delle sue certezze, in contemporanea con le guerre - che diventano spesso massacri se non genocidi - fratricide interne allo stato degli Slavi del sud.
Bellissimo, tristissimo, commovente e agghiacciante. Non adatto a chi non digerisce, evidentemente proprio come i Balcani stessi, la Storia nei romanzi....more
Una autobiografia che sembra una sorta di fiaba, anche data l'ambientazione: una Romania appena uscita dagli anni del comunismo e che mostra ancora stUna autobiografia che sembra una sorta di fiaba, anche data l'ambientazione: una Romania appena uscita dagli anni del comunismo e che mostra ancora stili di vita risalenti probabilmente al medioevo. L'autore rimane affascinato dalle popolazioni del Maramures e delle Terre Sassoni (in Transilvania), e finisce per stabilircisi definitivamente. Molto belle le descrizioni dei legami che l'autore instaura con contadini rumeni e zigani, anche se forse il tutto rimane un po' superficiale. In ogni caso sembra incredibile pensare a qualcuno che possa finire per cambiare il suo stile di vita e andare a vivere in luoghi così remoti al giorno d'oggi....more
Questo è un romanzo breve che si legge come una lunga poesia spezzata. E' ambientato nel “Crveni soliter”, un grattacielo simbolo della convivenza jugQuesto è un romanzo breve che si legge come una lunga poesia spezzata. E' ambientato nel “Crveni soliter”, un grattacielo simbolo della convivenza jugoslava a Prijedor, città bosniaca segnata dalla guerra degli anni ’90. Il libro racconta la discesa inarrestabile verso l’orrore della guerra. L’ascensore, che collega i tredici piani del palazzo, diventa il filo conduttore di storie vere, assurde, struggenti. Ogni piano è un mondo, ogni famiglia una ferita. E l’autore, che in quel palazzo vive ancora, scrive come se stesse cercando di salvare la memoria pezzo per pezzo.
Il libro è breve, ma non leggero. A tratti è quasi insostenibile per la densità emotiva e la crudezza dei ricordi. Non c’è una vera trama, ma una serie di flashback, immagini, nomi, oggetti che tornano come fantasmi. Nonostante la frammentarietà, il libro si regge in piedi: il dolore, la vergogna, la nostalgia per un’epoca che sembrava possibile e che invece è finita nel sangue. Una lettura difficile per le emozioni che fa vivere....more
Devo avere qualcosa di perverso con Gospodinov, c’è qualcosa di magnetico in tutti i suoi scritti nonostante puntualmente mi ritrovi alla fine della lDevo avere qualcosa di perverso con Gospodinov, c’è qualcosa di magnetico in tutti i suoi scritti nonostante puntualmente mi ritrovi alla fine della lettura senza poter dire di aver letto chissà che. A caldo mi sento di dire che pure questa raccolta di racconti non mi ha lasciato molto, eppure mi basta ripensarci un attimo per rendermi conto che ce ne sono almeno tre o quattro che hanno attecchito in me, lasciandomi materiale sul quale riflettere. Oltre al racconto che dà il titolo alla raccolta, a mio parere altri due che rimangono decisamente in mente sono “L’alfabeto delle donne” e “Davanti all’albergo “Bulgaria””. Sempre piacevole l’autore bulgaro....more