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lunedì 24 giugno 2019

Recensione: Il nostro giorno, di David Levithan

| Il nostro giorno, di David Levithan. Rizzoli, € 18, pp. 464 |

Ci sono ritorni che aspettavi senza saperlo. È successo con Il nostro giorno: all'apparenza seguito fuori tempo massimo del romanzo di David Levithan, letto e adorato negli anni del liceo, ha temporeggiato sei anni prima di riprendere le redini del capitolo precedente – nel mentre ci sono stati un capitolo intermedio raccontato dal punto di vista della coprotagonista, purtroppo mai letto, e l'omonimo film di Michael Sucsy, sottovalutato dagli spettatori ma comunque ottimo per rinfrescarsi la memoria. Ho salutato i protagonisti a diciannove anni, così, ma allo stesso tempo, al cinema, l'ho fatto giusto la scorsa estate. Ora come allora quel finale dolce-amaro, sospeso nei forse, mi era sembrato perfetto: non sono per le precisazioni a ogni costo – mi piace il mistero dell'inspiegato –, né per il lieto fine delle fiabe. L'idea di saperne di più, onestamente, attraeva e spaventava. E se, giovanissimo ai tempi, mi fossi lasciato andare a un entusiasmo ingiustificato con la lettura di Ogni giorno? E se l'autore avesse rovinato tutto, rivangando la storia d'amore fra A e Rhiannon per un pubblico ormai fuori target? Il sospetto mi ha fatto compagnia, e mi ha fatto preoccupare, per le prime pagine. Seguito diretto del predecessore, Il nostro giorno è infatti ambientato a poche settimane di distanza dagli avvenimenti del capitolo introduttivo. Ricordiamo a grandi linee la peculiarità della trama: nel momento del risveglio l'anima di A viaggia da un corpo all'altro. A volte maschio, a volte femmina, vive la maledizione di cambiare ogni giorno pelle ma il privilegio, d'altro canto, di vestire i panni di qualcun altro. Straordinario portavoce di empatia e tolleranza, finiva per violare le regole innamorandosi di Rhiannon: sedicenne di aperte vedute che ogni giorno, qualsiasi fosse il suo aspetto, ne ricambiava i sentimenti.

Ci viene detto che le parole più potenti del mondo sono “ti amo”. E anche se penso che siano potenti, penso che questa frase lo sia altrettanto: “Ho iniziato a conoscerti, e voglio conoscerti di più”.

Per il bene di entrambi, non poteva durare. Ma, come leggiamo, si sono accorti presto di non saper fare a meno l'uno dell'altra. Anche se nel frattempo lei si è fidanzata con Alexander, il ragazzo perfetto, e ha un piede in due scarpe. Anche se lui, fedelissimo, è vittima di una violenta crisi di identità. Non ci vorrà molto per scambiarsi messaggi e canzoni in chat. Per ricascarci, lasciandosi dietro tracce inequivocabili per il piacere perverso di X: alter-ego del protagonista, è un villain in piena regola – infesta i corpi degli ospiti come farebbe una presenza demoniaca, uccide, minaccia – ma, a differenza dei cattivi da fumetto, a muoverlo sono più i dolori di un'esistenza in solitaria che i piani criminali. Ai lati opposti di una simile barricata, A e la sua metà oscura devono decidere da che parte stare; accanto a chi svegliarsi. Deve essere per forza un viaggio solitario, il loro? Cos'è giusto per i corpi invasi, e cosa per quelle anime erranti? Il nostro giorno è un romanzo maturo. Da un lato, il faccia a faccia fra i Viaggiatori porta alla luce questioni etiche e dilemmi morali, con congetture che oscillano fra filosofia, scienza e fede; dall'altro, invece, la strana relazione a distanza con Rhiannon, a ben vedere, non è tutta rose e fiori. L'adolescente è chiamata ancora una volta a giostrarsi fra amicizie e futuro, macinare chilometri in macchina, mentire. Provata dagli abbandoni e dagli andirivieni, appare più disincantata, rischiando di arrivare già stanca a incontri goduti quindi a metà. Mancarsi, però, è meglio che deludersi?

Ciò che c'è tra noi, be', di sicuro non è una cosa normale. Ma il punto, quando si ama qualcuno, è che sei tu a scrivere la tua versione della normalità. Ed è esattamente questo che faremo. […] Noi saremo onesti e condivideremo le nostre vite. Faremo dei casini e ci daremo una mano a vicenda per risolverli. Faremo degli errori, soprattutto a proposito dei nostri sentimenti. Però ci saremo, nei giorni belli e in quelli brutti. Perché io non voglio che tu sia qualcuno con cui esco, A, o che tu faccia dentro e fuori dalla mia vita: voglio che tu sia la mia costante.

Compendio d'azione e introspezione, con l'aggiunta vincente di piccoli inserti thriller, il ritorno in libreria di David Levithan conferma la sua bravura al di sopra della media in materia di Young Adult. Questa volta ha scelto una struttura polifonica di punti di vista speculari, regalandoci passaggi che appaiono veri gioielli di scrittura creativa – il soggiorno di A nel corpo di un ragazzo iperattivo, scosso da un terremoto di input chimici, o la storia parallela di due adolescenti dai sentimenti incerti a un convegno di letteratura queer –, dolcissimi appuntamenti galanti – su una panchina innevata a Central Park dove sarebbe bello invecchiare insieme, davanti ai capolavori impressionisti al Met, durante una marcia per l'uguaglianza a Washington DC –, spiragli di un mondo ben più popoloso del previsto – a sorpresa scopriamo che ci sono altri nella condizione di A, e si confessano nei forum anonimi, e lanciano preoccupanti segnali d'aiuto.

Mi sono tenuta stretta le mie storie capendo che ciascuno di noi ne contiene una moltitudine e che nessuna racconta esattamente la stessa cosa. Ciascuno di noi ha dentro di sé almeno una storia che a raccontarla ci spezza il cuore. Ciascuno ha almeno una storia in cui siamo sorpresi della nostra stessa forza d'animo e una storia che non si è mai avverata e che più di tutte avremmo voluto poter raccontare. Spesso non è colpa nostra se questa storia non è mai diventata vera; spesso siamo rimasti bloccati nell'attesa che le storie di altri combaciassero con le nostre.

Delicato e moderno, educativo senza mai salire in cattedra con inutili pretese di verità, Il nostro giorno per fortuna non dice troppo né si snatura. Diverso ma uguale, attento alle questioni di genere con l'intelligenza di sempre, nell'era della presidenza Trump torna a riflettere su sesso e identità, armonia e compartecipazione, attraverso un'ordinaria relazione fra ragazzi straordinari. A e Rhiannon hanno una nuova lezione da imparare, nuove parole per definire un sentimento che travalica i confini di amore e amicizia. Il cuore, infatti, è un organo capiente. Possiamo amare a lungo e di più, senza vincoli, a patto di non sacrificare noi stessi: non siamo fatti in fondo per consacrare la nostra vita a una sola persona, a una sola battaglia. Il sopraggiungere della mezzanotte vanificherà tutti gli sforzi? Il carpe diem secondo David Levithan passa allora da qui: un romanzo puntuale nel suo essere in ritardo, che a colpi d'arte risarcisce gli orfani inconsolabili di Sense8 – siamo tele astratte di Rothko, non forme predefinite – e, nel mese del pride, a testa alta, marcia con l'arcobaleno di tutti i suoi colori.
Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: P!nk – What About Us

giovedì 28 giugno 2018

Mr. Ciak: Ogni giorno, Stronger, La terra di Dio, Tulip Fever

Un altro Young Adult sceglie il grande schermo. Questa volta, però, tocca a una storia che qualche anno fa avevo consigliato in lungo e in largo: Ogni giorno, diventato un piccolo film da un momento all'altro, in sala trova il regista della Memoria del cuore e l'autore di Quel fantastico peggior anno della mia vita. Nonostante l'affidabilità dei nomi coinvolti e un cast freschissimo, l'impresa era difficile se non impossibile. A conti fatti, non è stata persa in partenza. Scoprire al suono della sveglia di essersi svegliati in un corpo diverso: spunto abusatissimo. Ogni giorno, eppure, fa eccezione. Perché A. è un'anima antica che si sveglia ogni giorno, appunto, in un corpo estraneo. Qualche male intenzionato parla di lui come di uno spirito demoniaco, ma il protagonista non ha cattive intenzioni. Soltanto tanta voglia di restare, quando osa innamorarsi di Rhiannon, diciassettenne con due genitori in crisi e un fidanzato che la dà per scontata. All'inizio è arduo credere alle parole di uno sconosciuto che a volte è il ragazzo dell'armadietto accanto, altre un'aspirante suicida; a volte un orientale obeso, altre un'adolescente transessuale; alcune maschio, altre femmina. Quanto è difficile, infatti, andare oltre il guscio esterno per ricordarsi che lì sotto c'è chi ci ha regalato momenti perfetti? Quando è difficile pensare un dramma sentimentale in cui il protagonista cambia faccia a ogni stacco di montaggio? Sucsy e la sua squadra di attori – segnaliamo Lucas Zumann da 20th Century Women – ci provano, prediligendo la prospettiva del personaggio femminile e facendo una cernita doverosa delle infinite storie di A. Ne viene fuori una produzione forse non all'altezza dello spunto vincente, ma d'impatto. Il film sceglie la via più onesta. Non strappa lacrime con furberia, non si concede effetti speciali o una chiusa meno agrodolce, e ci ricorda con delicatezza il suo messaggio. Da dove nasce l'attrazione? Dalle tracce dei vecchi innamorati che ricerchiamo nelle fotografie, negli hashtag, nel gesto di riavviare una ciocca di capelli. Come ti rapporteresti con il prossimo, se l'empatia fatta sostanza ti avesse fatto soggiornare per un po' nella sua esistenza? Considerando tutto il mondo casa, ribadisce David Levithan, e l'amore un'esperienza trasversale. (6,5)

Ha promesso di aspettarla al traguardo. Voleva farsi perdonare le mancanze, i ritardi. Sostenerla con un cartellone impiastricciato alla maratona di Boston. Fra i due è tutto un tira e molla. Colpa di lui, che non è pronto a crescere, a impegnarsi, ad abbandonare il pollaio. Perciò Erin corre e Jeff, che non sta mai fermo, che si sbraccia e si sgola come un bambino cresciuto, la aspetta come prova di fiducia. Un'esplosione. Il fumo. La caccia istantanea agli attentatori. Jeff li ha visti e sopravvive: può denunciare. Jeff si sveglia nel sangue e non ha più gli arti inferiori: tranciati di netto sotto il ginocchio. Stronger, ritorno al cinema e alla serietà di David Gordon Green, ne racconta la caduta e la risalita. Biografia di un uomo e di un Paese – patriottica alla Eastwood maniera, ma piuttosto onesta; commovente ma lieve –, restituisce la verità, l'energia, gli sbagli, a un trentenne trasformato dai media in simbolo istantaneo. Uscito dall'ospedale, il protagonista ha le telecamere sbattute in faccia: due occhi che dicono tanto, un sorriso tirato, il pollice all'insù. L'America, come lui, è forte. Non viene vinta, non si arrende. Spente le luci, il ragazzo era soltanto un sopravvissuto bocconi, che reclamava il suo spazio per soffrire e guarire. Il bambinone irrequieto dell'inizio, a cui toccava dipendere dalla pietà degli altri; a cui toccava dare l'esempio che non era in grado di offrire. Un Gyllenhaal straordinario si strugge in solitudine, si ubriaca coi compagni di merende, si trascina nella polvere per scongiurare Tatiana Maslany – stanca delle sue continue bizze, di mamma Richardson che deve metter sempre bocca –, e infine si rialza. Lui, molto meglio di un ritratto a modo, godibile, a cui manca la spinta decisiva. Per imporsi presso un Academy che non troppo a sorpresa l'ha ignorato, e all'inizio ci si chiedeva il perché. Per metterci in ginocchio con la sua tragedia, e poi tenderci la mano. (6,5)

La storia di un amore omosessuale tra le nebbie dello Yorkshire. Si parla di braccianti e mandriani, di bestie da far nascere o macellare, e la cupezza delle atmosfere e l'alta quota richiamano subito Brokeback Mountain. Si parla di giovani uomini sporchi, incolti, laconici, agli antipodi rispetto agli innamorati elitari di Chiamami col tuo nome. Lassù ci si capisce con il linguaggio dei gesti, o così sembra. Sullo sfondo di paesaggi mozzafiato, la regia spartana dell'inglese Francis Lee – vincitore a sorpresa agli scorsi Satellite Awards accanto a Tre manifesti a Ebbing, Missouri – segue la routine di due personaggi ridotti all'osso, che passano dal reciproco fastidio all'attrazione senza quasi bisogno di parlarsi. Lo scapestrato Josh O'Connor e il solerte Alec Secareanu si trovano a collaborare fianco a fianco per mandare avanti l'azienda agricola del primo: nonna Gemma Jones che sa tutto ma non dice, un padre disabile in fondo interessato alla felicità dell'unico figlio, la difficoltà immane di farsi andar bene una vita imposta da qualcun altro. Quella terra non può domarla nessuno, se non il Padreterno. Il piccolo God's Own Country, approdato anche in qualche coraggioso cinema italiano con il titolo La terra di Dio, è un'educazione alla natura e ai sentimenti. I corpi pelosi, nudi, che nell'unica scena di sesso si limitano a toccarsi. I parenti che tacitamente acconsentono. Una discrezione scambiata per indifferenza soltanto in principio: non ci si chiede scusa, lì, e non si dice né grazie né prego. Manca loro, purtroppo, la testardaggine che una fattoria da mandare avanti e una relazione sentimentale inevitabilmente presuppongono; non di certo la tenerezza che non ti aspetteresti, benché agli agnelli e agli amanti si riservino le stesse cure spicce. God's Own Country è lento, crudo, secco. Sarà per questo che sorprende in punta di piedi quell'intensità finale, quel trasporto emotivo fortissimo, in un melodramma bucolico per il resto pieno di spifferi e violenza. Il lieto fine, raro e meritato dopo una giovinezza di compromessi e sacrifici. I colpi di testa e di cuore, i sorrisi stentati, in terre a picco in cui gli innamorati fan da padroni, andandosene via, infine, perfino il Creatore. (7)

Nella cornice dell'Olanda seicentesca, una serva impertinente – Holliday Grainger, innamorata del pescatore Jack O'Connell – racconta con un inglese perfetto la corsa all'oro, anzi ai tulipani, e le sfortune della famiglia Sandvoort. Lei moglie bambina, lui scafato mercante, in attesa di un erede o di una tentazione da cogliere: a strappare una Vikander bellissima e annoiata dal cupo castello di Waltz, cattivo al solito ma con qualche sfumatura in più, arriva così il pittore di un anonimo DeHaan. La loro passione clandestina: fragile quanto quei fiori di cui qualcuno vive e qualcuno muore. Tulip Fever si poggia sull'intrigo, sull'inganno, sul malinteso. Dramma della gelosia e della sorte, ha un clima ben reso – la regia moderna e il montaggio concitato suggeriscono il fervore, il respiro affannoso della corsa e del sesso – ma svolte macchinose e dialoghi a tratti ridicoli. Se non fosse per la scarsa fretta nel trovargli una distribuzione in Italia e per la fredda accoglienza, se non fosse per il romanzo piacevole e poco più alla base, sarebbe stato lecito nutrire alte aspettative. Con quel ricco cast, tra protagonisti e figuranti (ci sono anche la badessa Dench, il giullare Galifianakis e la prostituta Delevingne). Con quell'aria giusta, a scatola chiusa, da film assai caro all'Academy. Ma, guardando il bicchiere mezzo pieno, l'ultimo film di Chatwin poteva risultare altresì noioso, pesante, ingessato. Leggero e sensuale, dai ritmi vorticosi e caotici, Tulip Fever è invece una visione che si affronta con leggerezza e con altrettanta leggerezza si dimentica. Una febbre lunga un pomeriggio appena, con i sintomi di una sfarzosa mise-en-scène, di un inutile impiego di nomi e mezzi, di una bellezza formale (nei costumi, nei luoghi, nei nudi) che a malincuore subito sfiorisce. (5,5)

giovedì 7 agosto 2014

Giftaway estivo: Will ti presento Will, di John Green e David Levithan


Ciao a tutti, amici! Come state? Direi bene. Non siete ancora troppo stanchi di leggere i miei post e ancora non mi avete mandato al diavolo – almeno per il momento, eh - per le mie continue incursioni su Blogger. No, io non vado in vacanza, quindi vi tocca tollerarmi. Oggi, quindi, un regalino per voi. Niente anteprime, niente recensioni. E' tempo di giftaway. Will ti presento Will (qui la mia recensione), scritto a quattro mani dal mio amato John Green e dal brillante autore del bell'Ogni giorno, sulla scia del successo di Colpa delle stelle, è tornato in libreria con una veste grafica leggermente rinnovata. Avendo già letto e apprezzato il libro qualcosa come due estati fa, facendo affidamento sulla sempre gentilissima Lucia, dell'ufficio stampa Piemme, ho pensato di regalarne una copia a un fortunato tra voi. Perché è un libro simpaticissimo, e c'è bisogno di allegria, ultimamente, e perché per Green vale un po' sempre la pena. John, dico... ma anche Eva non è niente male! Le regole sono semplici e poche. Avrei voluto organizzare qualcosa di più, be', organizzato, ma il caldo è tornato e non ne ho tanta voglia. E ho anche prenotato il primo esame di settembre, quindi mi viene un tantino da piangere/urlare/disperarmi. Vi lascio il piccolo banner dell'iniziativa e aspetto i commenti di chi vorrà partecipare, allora. Potete scrivermi  fino al 15 Agosto. Il giorno successivo, dopo i balli, le birre, i mega panini e i fuochi d'articio, contatterò privatamente il vincitore.

    Come partecipare?
    - Essere follower del blog.
    - Commentare il post, lasciandomi nick e indirizzo email.
    - Condividere l'iniziativa sui social network e linkarmi le eventuali condivisioni.

venerdì 6 settembre 2013

Passion Bookmarks #21 + Iniziativa "La scintilla dei tributi" - La premiere italiana di Catching Fire

Ciao a tutti, amici miei! Oggi, dopo mesi e mesi di latitanza, ritornano i segnalibri della rubrica Passion Bookmars. Senza un perché, senza un tema preciso. Semplicemente, in questi giorni, dopo una chiacchierata con la blogger Elisa (qui) e dopo le richieste di alcune lettrici, ho deciso di rimettermi all'opera. I nove segnalibri che vedete sotto, nati da una collaborazione tra me e il magico Photoshop, sono ispirati ad alcuni tra i più interessanti young adult che abbia letto, visto o conosciuto nell'ultimo periodo. Ma non è finita qui... Monica – mamma del blog Books Land (qui) – mi ha invitato a prendere parte a un'iniziativa che attirera molti fan della saga di Hunger Games, mirata a portare in Italia la premiere di Catching Fire. Proprio come accadde a Londra, Berlino e Parigi, in occasione dell'uscita del primo film, gli appassionati vogliono lottare per far sentire la loro voce e portare da noi gli amatissimi membri del cast. Per contribuire, basta seguire questi contatti su: Facebook, Twitter, Tumblr. E tanto altro qui... Un abbraccio forte, M ;)


mercoledì 1 maggio 2013

Blog Tour: Ogni Giorno - Tappa 3: Video Presentazione + Recensione

Buon primo maggio a tutti, carissimi! Mr. Ink non si ferma nemmeno per oggi, come vedete: sono felice, infatti, di poter ospitare sul mio blog la terza tappa del Blog Tour dedicato a Ogni Giorno, il nuovo romanzo dell'acclamato David Levithan. Dopo il rilascio della copertina ufficiale e un fantastico assaggio delle prime pagine, a me tocca condividere con voi il video in cui l'autore in persona presenta il libro al suo pubblico, leggendone brevi e significativi estratti. Per farvi un'idea di quello che vi aspetta e per scoprire i retroscena che si celano dietro un grande trionfo editoriale, cliccate qui. Sarà lui stesso, in un video, a parlarvene. Scorrendo il post, invece, potete trovare la mia recensione del romanzo. La recensione particolare che un romanzo così particolare, a mio giudizio, meriterebbe. Avrei preferito inventarmi qualcosa di più creativo, ma purtroppo anche oggi si studia: gli esami, ahimé, sono vicini! In ogni caso, potete sempre raccontare il vostro risveglio a Glinda, attraverso la bellissima iniziativa che ha organizzato nel suo post su Atelier dei libri (qui). A presto! Buona lettura e buona visione, M.
L'esperienza mi dice che il desiderio è il desiderio. L'amore è amore. Non mi sono mai innamorato di un genere sessuale. Mi sono innamorato di individui.

  Titolo: Ogni Giorno
Autore: David Levithan
Editore: Rizzoli
Numero di pagine: 370
Prezzo: € 15,00
Sinossi: Da quando è nato, A si risveglia ogni giorno in un corpo diverso. Per ventiquattr'ore abita il corpo di un suo coetaneo, che poi è costretto ad abbandonare quando il giorno finisce. Affezionarsi alle esistenze che sfiora è un lusso che non può permettersi, influenzarle un peccato di cui non vuole macchiarsi. Quando però conosce Rhiannon, chiudere gli occhi e riprendere il cammino da nomade è impossibile: per la prima volta innamorato, A cerca di stabilire un contatto, di spiegare la sua maledizione, fino a convincere Rhiannon che è tutto vero, che quello che ogni giorno si presenta da lei è la stessa persona, anche se in un corpo diverso. Rhiannon s'innamora a sua volta dell'anima di A, ma dimenticare il suo involucro è difficile, e pian piano la relazione con i mille volti di A si fa più delicata di un vetro sottile. Nel disperato tentativo di non perderla, A tradisce le sue regole, inizia a lasciare nelle esistenze quotidiane tracce e strascichi del suo passaggio, e qualcuno se ne accorge... 
                                             La recensione
"Di solito si dà per scontata la continuità dell'amore, e con essa la continuità del nostro corpo. Non si ci rende conto che la qualità migliore dell'amore è la sua persistenza. Una volta sbocciata, una storia d'amore getta delle seconde fondamenta a sostegno della vita, e se non si può contare su quella presenza costante, allora non rimangono che le sole fondamenta che ci hanno sempre sostenuti."  
Per parlare di questo romanzo avevo il via libera. Nessuna regola da seguire, nessun limite da rispettare. Avrei potuto realizzare un video, volendo, ma ho riposto felicemente il mio ciak in soffitta dopo la realizzazione dell'ennesimo video dell'ultimo compleanno di diciott'anni... Ed è stato così che agli Oscar hanno perso l'occasione di premiare il più grande regista italiano dai tempi di Bertolucci: sì, come no! Non ho la vena poetica o l'estro artistico. Un tempo disegnavo spesso – è vero – ma adesso lo faccio solo per riempire gli attimi di noia e il piattume delle spiegazioni di geometria analitica. Invece mi trovo a scrivere. A disegnare, ma con le parole. Le lettere descrivono il contorno nero di un profilo che dorme, steso sotto il bianco delle lenzuola e la morbidezza di un piumone dei Pokemon rattoppato, da rilegare urgentemente tra le cose da non mostrare ad amici e fidanzate. 
Mai. Ma proprio mai, mai, mai! In cucina, mamma svuota la lavastoviglie e papà mette su la caffettiera. Piccoli gesti destinati a ripetersi giorno dopo giorno. 
E' arrivato il momento: non c'è nulla di più traumatico che svegliarsi al mattino. La sveglia che ci squarcia le orecchie urlandoci di mettere i piedi giù dal letto – e di iniziare la giornata con quello giusto, di piede. Richiudere di botto gli occhi davanti a un sole che ucciderebbe un'orda di vampiri modaioli al primo, timido, disastroso raggio. L'alito cattivo da sconfiggere armati di scudo, spada, dentifricio e spazzolino; l'imbarazzante chiazza di saliva lasciata sulla federa a causa del bite che – crudele tagliola approvata dalle associazioni dentistiche italiane - ci tiene la bocca semi spalancata quando perfino i nostri occhi stanchi si arrendono al sonno. E fare la pipì... Complicatissimo! L'equivalente di gestire un idrante impazzito in un incendio scoppiato nel nostro bagno. Svegliarsi da soli non è poi tanto male, dai. Ci vorrebbero trent'anni di convivenza, e altri trent'anni di matrimonio, per mostrarci al nostro partner al mattino in tutta la nostra naturale avvenenza di Frankenstein irascibili, intoccabili, inguardabili e appena fuggiti nel laboratorio supersegreto in cui il dispettoso Morfeo ci ha smontati e rimontati a suo piacimento. Non mi abituerò mai al momento in cui il nuovo giorno mi strappa dal letto. Non basterebbe una vita. Si sono susseguite, però, una breve serie di mattine in cui sollevarmi sulle mie gambe e dire addio al mio pigiama per un paio di scomodi jeans non mi è parso poi tanto male. Grazie a Dio ero sempre io, e grazie a Dio avevo ancora qualche pagina da godermi dell'ultimo romanzo di David Levithan. Prima mi alzavo, prima mi preparavo per un nuovo giorno di scuola, più tempo avevo da dedicare ad A. Un'altra vittima del risveglio, un pioniere di esistenze, un indimenticabile protagonista - senza volto, senza una vita sua, ma con una voce che ti entra nella testa come un ritornello passato alla radio e con un cuore gonfio d'amore a cui fai spazio accanto al tuo cuore, godendoti il miracolo di due battiti all'unisono, nell'arco di una lettura speciale. Fai di te la sua casa, gli dai le chiavi necessarie affinché entri a far parte della tua giornata, passando per la porta blindata della tua anima. Condannato da un meccanismo misterioso e affascinante che non verrà mai svelato, lui salta da un'esistenza all'altra allo scoccare della mezzanotte. Ha sempre sedici anni, ma, lui che non ha nemmeno un sesso specifico, è stato nella pelle di ragazzi e ragazze.
Anche se per un giorno soltanto, ha accettato in subaffitto la vita di aspiranti suicidi, omosessuali, ragazze in crisi con il proprio guardaroba e ragazzi in crisi col proprio pusher, obesi e anoressiche, bianchi e neri, rockettari e bacchettoni, ribelli e fanatici religiosi, teenager che vivono i loro anni come una festa continua o come un fiaccante tormento di brufoli, e insoddisfazioni, e cotte destinate a rimanere semplici cotte.  
Ha baciato ragazzi e ragazze, ha immaginato di trascorrere l'eternità sentimentalmente legato a uomini e donne, e di svegliarsi per il resto dei suoi giorni accanto a loro. 
Se il domani è sempre e comunque un'incognita, per lui coincide col nulla. Non gli è stato concesso di averne uno e non ci ha mai sperato fino in fondo. Questo finché non incontra Rhiannon: una ragazza stupenda ed inconsapevole di esserlo, una persona che non pensa di meritare l'amore del prossimo. Lui, pur nei panni del suo ragazzo Justin, le regala un giorno di felicità in riva all'oceano - la nota positiva che aspettava da tanto tempo. E, per la prima volta, A fa un regalo anche a sé stesso. Si concede un'illusione dolce quanto lo è Rhiannon: vorrebbe restare lì. In quella vita. Accanto a lei. Per sempre, ed oltre... "Ho finto per tutta la vita e tu sei l'unica creatura che mi ha fatto desiderare di smettere". Ogni giorno è la dimostrazione di come da cose microscopiche possano nascerne di immense. Lo stile è scorrevole, le parole sono lievi, le pagine si sfogliano con un soffio e irradiano raggi di sole e bolle di sapone che si librano alte, strappano sorrisi e non si dissolvono nell'aria in un nulla di fatto. Sa dire grandi cose, ma non se fa un vanto: le dice semplicemente, come un “ciao” formulato al mattino o un “ti voglio bene” detto con la spontaneità di un bambino. Alla fine, tutto può la parola: annientare, ferire, inventare. Le parole di Levithan, invece, costruiscono. 
Costruiscono la coscienza in persone che non ce l'hanno, la comprensione in persone nate con i paraocchi, la tolleranza in chi con le sue mani sradica fiori anziché piantarli, l'amore in chi l'ha rinnegato. Insegna a vivere, a guardarsi nel profondo e, come un manuale delle istruzioni scritto nel DNA (… e non in cinese come quello del mio videoregistratore!), a costruire una civiltà che si poggia sui nostri sogni e che è che è illuminata dal generatore di corrente di cervelli non più atrofizzati dal pregiudizio o dall'ignoranza. "Ma io non vedo alcun peccato in un bacio. Vedo un peccato solo nella sua condanna."
Forse vi suonerà tutto un po' retorico, ma è un mio limite, non di questo romanzo. In tante pagine, in tanti vissuti e in tante storie non si cade mai nel didascalismo o in un diabetico romanticismo. Ci sono grande ironia, un velo di tensione ed un messaggio inequivocabile, ma che emerge solo alla fine, quando siamo rimasti noi e le nostre riflessioni, in compagnia di un libro che è finito troppo presto, senza dare una risposta a tutti tutti i nostri interrogativi. Dentro c'è lo spirito stesso della vita, ma è come se si fosse incarnato in un adolescente inconsapevole della propria grandezza e in uno young adult che, divertito, maschera la propria maturità dietro una trama di amori giovanili, chatroom e contagiosa fantasia. Fa riflettere, fa emozionare, fa venire voglia di vivere amando e di amare vivendo. Di essere persone più buone, perché se lo meritano coloro che ci circondano e ce lo meritiamo noi.
I sedici anni si possono vivere in tanti modi. C'è chi li vive con spensieratezza, chi con pesi che arrugginiscono la gioventù. Ogni giorno è mettersi nei panni dell'altro. Letteralmente. Perfetto per i professori che vogliono entrare nella mente dei loro alunni, per i genitori che vogliono essere più vicini ai loro figli momentaneamente intrattabili, per i ragazzi che vogliono un libro che parli di loro, e con il loro linguaggio. Per chi ha dimenticato quanto sia bello sentire il lamento artificiale della sveglia nelle orecchie, alzarsi dal letto di malavoglia, sbadigliare in una tazza di latte macchiato... vivere la vita. "Una volta sperimentata l'immensità, ce la troviamo ad aspettarci ovunque posiamo lo sguardo o in ogni parola che diciamo."
Il mio voto: ★★★★
Il mio consiglio musicale: Andrea Nardinocchi – Un posto per me

domenica 28 aprile 2013

All the world is a library #9

Buona domenica a tutti, amici miei! Dopo una settimana all'insegna del sole, oggi sulla mia città si è posizionato un nuvolone scuro che non vuole proprio andare via: è la maledizione del fine settimana. Bello tutti i giorni, poi arrivano il sabato e la domenica e BANG: cielo che promette pioggia. L'arrivo delle nuvole era imprevisto, com'era imprevisto l'arrivo di una nuova puntata di una rubrica che – tra una cosa e l'altra – sto trascurando da un po'. All the world is a library – appuntamento saltuario in cui vi parlo dell'amore non corrisposto tra me e i romanzi in lingua – ritorna almeno per oggi, con la promessa di una maggiore puntualità! I romanzi che ho selezionato per voi, tutti ancora in attesa di essere pubblicati in Italia (arriveranno mai?), sono diversi tra loro e ognuno mi ha colpito per qualcosa di diverso. I primi due sono di autori che stimo moltissimo – il David Levithan di Ogni Giorno (questa volta con una collaboratrice d'eccezione) e la straordinaria autrice dell'altrettanto straordinario Proibito; poi vengono il primo volume della nuova saga di Claudia Gray, un affascinante mix di magia e romanticismo, e due intriganti romanzi d'esordio, con trame e copertine semplicemente irresistibili. Followers, di prossima uscita negli USA, è un “simpatico” teen thriller che indaga i sanguinosi misteri di Twitter; Between the Devil and the deep blue Sea è un urban fantasy gotico e romantico, dalla cover assurdamente bella e dalla trama che ha tutti gli elementi – ormai collaudatissimi – ai quali non so dire mai di no. Cosa ne pensate? Quali avevate già notato tra le continue meraviglie di Goodreads? Attendo le vostre impressioni. Un abbraccio e buona giornata, M :) NB. Trame tradotte da me.
 
Invisibility
Andrea Crember & David Levithan
Una magica storia d'amore tra un ragazzo invisibile e l'unica ragazza che può salvarlo, vederlo.
Stephen è invisibile. Ci è nato, così. Invisibile. Maledetto.
Elizabeth, a volte, desidererebbe l'invisibilità. Perché quando sei invisibile, nessuno può ferirti. Così, quando la madre decide di trasferirsi a New York City, Elizabeth è al settimo cielo. E' semplice sparire lì, in quella folla immensa di passanti e turisti. Poi Stephen ed Elizabeth si conoscono. Per lo stupore di Stephen, lei riesce a vederlo. E per lo stupore di Elizabeth, lei vuole che lui sia in grado di vederla – che sia in grado di vedere proprio tutto di lei. Ma quando i due diventano più vicini, un mondo invisibile si mette sulla loro strada – un mondo di rancori e disgrazie, incantesimi e maledizioni. E una volta finiti in questo mondo, Elizabeth e Stephen devono decidere quanto in profondità sono disposti ad andare – perché è lì che sta la differenza tra l'amore e la morte. Dall'acclamata Andrea Cremer, autrice della saga di Nightshade, e David Levithan, autore di Ogni Giorno, Will ti presento Will e Tutto accadde in una notte, una storia tutta da scoprire sugli elementi invisibili dell'attrazione, i rischi mortali colpevoli di renderti vulnerabile, e gli invisibili desideri che vivono all'interno di ognuno di noi.
 
Hurt
Tabitha Suzuma
Perché? Una bruciante domanda sulle labbra di tutti. Perché un ragazzo come Mathéo Walsh desidererebbe morire? A diciassette anni, lui è il più promettente campione di nuoto. E' un ragazzo a posto, un brillante studente, un adolescente che vive in una delle aree più salutari e sicure di Londra. Ha amici inseparabili ed è invidiato, segretamente, da tutti quelli che lo circondano. E, cosa assai importante, è profondamente innamorato della sua ragazza, Lola. E' sempre stato un ragazzo equilibrato e beneducato...
Fino a quella settimana. Una settimana che sembra non voler ricordare. Tutto quello che sa è che è cambiato, diventando uno che non si sa più divertire, che non vuole più stare insieme ai suoi amici, che non è più interessato al suo sport preferito. Qualcosa di orribile è accaduto quella settimana – qualcosa di violento, sanguinoso, intricato. Lui non si riconosce più. Non si fida più delle persone che gravitano attorno a lui: vuole solo far male, ferire, distruggere. Lentamente, inizia a mettere insieme i pezzi dei suoi ricordi sepolti e frammentati, e in sé vede il riflesso di un mostro. Tormentato, Mathéo improvvisamente si trova faccia a faccia con una scelta devastante. Custodire il suo segreto, e mettere le persone a lui più care in terribile pericolo... O confessare la verità, e perdere Lola per sempre...

Spellcaster
Claudia Gray
Quando la famiglia di Nadia si trasferisce a Captive's Sound, lei capisce che lì c'è più di quello che gli occhi riescano a percepire. Discendendo dalle streghe, i sensi di Nadia si accorgono che, in città, è a lavoro un'oscura e potente forma di magia. Mateo ha vissuto a Captive's Sound per tutta la sua vita, tentando di smentire la leggenda locale secondo cui la sua famiglia sarebbe maledetta – e sarà proprio quella maledizione a permettergli di vedere il futuro... e a renderlo, un giorno, folle. Quando Mateo sogna di salvare una bellissima ragazza – Nadia – da un incidente automobilistico ed il suo sogno si realizza, capisce di essere condannato. Nonostante le forze che li vogliono lontani, Nadia e Mateo devono combattere insieme per spezzare le catene della maledizione delle loro famiglie e per prevenire un disastro destinato a distruggere la vita della gente intorno a loro. Scintillante di magia e mistero, il nuovo romanzo dell'autrice bestseller Claudia Gray piacerà da impazzire ai fan di Hex Hall, La sedicesima Luna e I diari delle streghe.

Between the Devil and the deep blue Sea
April Genevieve Tucholke
Smetti di temere il Diavolo soltanto quando gli stai stringendo la mano...
Niente di eccitante accade nella sonnolenta cittadina costiera di Violet White.... finché non arriva River West. River affitta una stanza nella pensione dietro la fatiscente casa di Violet, e in modo inquietante, orribili cose cominciano ad accadere e Violet comincia a porsi domande sul ragazzo misterioso che vive proprio accanto a lei. River è soltanto un sorridente bugiardo dagli occhi belli e dal passato misterioso? O potrebbe essere qualcosa di più? La nonna di Violet l'ha sempre messa in guardia riguardo al Diavolo, ma non le ha mai detto che sarebbe potuto essere un ragazzo dai capelli corvini che schiaccia pisolini al sole, che adora il caffè, che ti bacia in un cimitero... e che fa sì che tu voglia disperatamente ricambiare quel bacio. Violet è già innamorata, non può ragionare lucidamente. E questo è proprio quello che River desidera.
Unendo una sinistra decadenza e il terrore emozionante di un horror gotico, April Genevieve Tucholke tesse una sognante, contorta e romantica storia, raccontata in maniera meravigliosamente terrificante – un debutto da guardare! Il romanzo perfetto per i fan di La sedicesima Luna, Chi è Mara Dyer, Anna vestita di sangue.

Followers
Anna Davies
Twittare o non twittare... un dilemma mortale.
Quando Briana perde il ruolo da protagonista nella produzione universitaria di Amleto, riluttante, accetta di gestire la pagina Twitter del club di recitazione e inizia a postare lì tiepidi aggiornamenti.
A stento ha qualche followers, quindi quando qualcuno mette mani al suo account, Briana non ha nessuna voglia di fermarlo. Dopo tutto, tweet come “C'è qualcosa di putrefatto nello stato della Danimarca... e c'è un corpo putrefatto nel teatro” sono semplici burle.
Ma, inaspettatamente, un corpo viene trovato nel teatro: quello della rivale di Briana. All'improvviso, ciò che sembrava uno scherzo si trasforma in una questione mortalmente seria. Per orrore di tutti, i macabri tweet continuano ad arrivare... e il numero dei cadaveri continua a crescere.
Non c'è altra spiegazione: qualcuno ha organizzato omicidi in diretta Twitter al campus.
Con la scuola sotto shock e la polizia impegnata a scovare l'assassino, tocca a Briana smascherare lo psicopatico prima che la carneficina raggiunga Shakespeariane proporzioni.. o prima che lei stessa diventi la prossima vittima.

giovedì 7 marzo 2013

Prossimamente in libreria: Ogni giorno, di David Levithan

Ogni giorno un corpo diverso.
Ogni giorno una vita diversa.
Ogni giorno innamorato della stessa ragazza.
Ciao a tutti! Oggi, la super anteprima di un romanzo che ho adocchiato secoli fa, ma per il quale, fortunatamente, gli editori italiani non si sono lasciati troppo attendere. Per portarlo in Italia, dopo i successi di Colpa delle stelle e La corsa delle onde, scende in campo la Rizzoli. Dall'autore di Boy meets boy, Tutto accadde in una notte e Will ti presento Will (scritto a quattro mani con il geniale John Green), Ogni giorno è l'ultimo successo di David Levithan, che dopo aver parlato del mondo dei giovani in acclamatissimi e variegati young adult, affronta il romanticismo e la fantascienza in un'inedita e originale odissea d'amore già osannata da pubblico e critica (4.5 stelle di media su Goodreads). Che dire, mi ha colpito al primo sguardo, e la mia curiosità è salita vertiginosamente dopo aver letto le adorabili stranezze che la trama ci presenta. Aprile si avvicina e anche il mio compleanno. Adesso ho una mezza idea su cosa farmi regalare! Voi che ne pensate? Lo conoscevate, e che ve ne pare della copertina? Sebbene sia ancora provvisoria, non mi dispiace decisamente! Buona giornata, M ;D
Per saperne di più, il ricco articolo di Fantasy Magazine qui

Titolo: Ogni giorno
Autore: David Levithan
Editore: Rizzoli
Numero di pagine: 260
Prezzo: € 15,00
Data di pubblicazione: Aprile 2013
Una storia d’amore profonda e struggente, che con
originalità indaga il groviglio di sentimenti nel cuore di
ogni ragazzo o ragazza.
Da quando è nato, A si risveglia ogni giorno in un corpo diverso. Per ventiquattr'ore abita il corpo di un suo coetaneo, che poi è costretto ad abbandonare quando il giorno finisce. Affezionarsi alle esistenze che sfiora è un lusso che non può permettersi, influenzarle un peccato di cui non vuole macchiarsi. Quando però conosce Rhiannon: chiudere, gli occhi e riprendere il cammino da nomade è impossibile: per la prima volta innamorato, A cerca di stabilire un contatto, di spiegare la sua maledizione, fino a convincere Rhiannon che è tutto vero, che quello che ogni giorno si presenta da lei è la stessa persona, anche se in un corpo diverso. Rhiannon s'innamora a sua volta dell'anima di A, ma dimenticare il suo involucro è difficile, e pian piano la relazione con i mille volti di A si fa più delicata di un vetro sottile. Nel disperato tentativo di non perderla, A tradisce le sue regole, inizia a lasciare nelle esistenze quotidiane tracce e strascichi del suo passaggio, e qualcuno se ne accorge...

venerdì 31 agosto 2012

Recensione: Will ti presento Will, di John Green e David Levithan

Stare con qualcuno è una cosa che scegli. 
Essere amici è una cosa che sei e basta. Io ti sceglierei.

Titolo: Will ti presento Will
Autori: John Green & David Levithan
Editore: Piemme Freeway
Numero di pagine: 330
Prezzo: € 17,50
Sinossi: Una sera, nel più improbabile angolo di Chicago, due ragazzi di nome Will Grayson si incontrano. Dal momento in cui i loro mondi collidono, le vite dei due Will, già piuttosto complicate, prendono direzioni inaspettate, portandoli a scoprire cose completamente nuove sull'amicizia, l'amore e su loro stessi.
                                                       La recensione
"Io sono a pezzi e la mia mente sta avendo un attacco di cuore."
Nello scrivere una recensione, mi impongo sempre un obbiettivo preciso. Quello di essere il più chiaro ed esaustivo possibile, in modo da custodire concretamente l'esatta sensazione provata poggiandomi un romanzo al petto nel momento della lettura dell'ultima pagina. Metto in ordine pensieri e appunti sparsi, soppeso le parole più adatte e annoto le frasi più significative da riportare. Ho appena riposto Will ti presento Will accanto agli altri romanzi della preziosa Piemme Freeway, e l'unica cosa di cui sono consapevole è il sorriso idiota che ho stampato sulla faccia. Una linea curva che mi increspa le guance e brilla da orecchio a orecchio. Non mi curo dei miei incisivi un po' troppo asimmetrici, né di denti che non saranno mai bianchi come quelli dei personaggi della Tv. Sorrido e basta. Sorrido perché quando lo faccio sono più bello. Sorrido perché quando sono felice è il mondo a sembrare più bello. Per come sono, sono rari questi attacchi incontenibili di allegria. Di solito mi limito a vivere in quella che il buon Leopardi definiva “noia” - quando non abbiamo niente per cui essere tristi, ma nemmeno per cui essere soddisfatti. Quando siamo vittime dei ricordi e esploratori sperduti di futuri ipotetici. Quando sentiamo che Luca Carboni abbia scritto la canzone Malinconia proprio per noi.
"Quando le cose si rompono, non è la rottura in sé che impedisce loro di tornare com'erano prima, è perché si perde un pezzettino e le due parti che restano non si potrebbero incastrare nemmeno se lo volessero. E' la forma del suo insieme a essere cambiata."
John Green e Devid Levithan sono la cura. La profondità dell'autore di Cercando Alaska e la musicalità di colui che ha ispirato gli sceneggiatori della deliziosa commedia romantica Nick & Norah: Tutto accadde in una notte fanno faville in un romanzo a quattro mani e due voci dal temperamento simpaticamente nerd e dall'anima frizzante ed energica come la Red Bull. Protagonisti di questa esilarante storia di serendipità e amicizia, sono Will Grayson e Will Grayson. Quante probabilità ci sono di incontrare un altro te stesso tra gli aggeggi di gomma e i vari dvd dai titoli osceni di un sexy shop? E' quello che capita nelle vivaci notti di Chicago ai due omonimi protagonisti. L'uno si è visto venir rifiutato il documento falso che aveva con sè all'entrata di un concerto al quale tutti i suoi amici sono riusciti ad andare. L'altro, partito in treno da una cittadina di periferia, è alle prese con il suo primo appuntamento al buio: ci ha pensato giorno e notte e, dopo mesi di email e messaggi, è giunto nella grande città per conoscere Isaac, un ragazzo mai visto di persona che crede già di amare. Un ragazzo che non esiste. Il secondo convive con una madre single che ignora tranquillamente la sua sessualità e con una migliore amica tendenzialmente stronza, il primo con un'attrazione impensata verso l'adorabile Jane e con la monumentale ombra costantemente alle calcagna dell'unico e insostituibile Tiny Cooper. Una montagna di ciccia, muscoli e gayezza. Una prima donna di Broadway intrappolata nel corpo di un elefante. L'ingombrante sosia del Kurt Hummel di Glee, che – meno leggiadro, ma altrettanto intonato – vorrebbe fare della sua enorme vita un colorato musical, in cui Will 1.0 ricopre il ruolo del coprotagonista e i suoi diciotto (!!) ex quello dei cattivi di turno. Sono migliori amici dalla quinta elementare. Gli insulti e le diverse inclinazioni non possono dividerli. Tiny s'innamora tutti i giorni, si fa spezzare il cuore e Will è lì che, puntualmente, glielo rimette a posto. A modo loro, si amano perfino.. nella maniera più etero possibile. Niente secondi fini, niente imbarazzi. O quasi!
- Grayson, ci stai provando con me? Perché preferirei essere etero, che gay con te!
- NO. No, no, no. Non voglio scopare con te. E' solo che ti amo. Da quand'è che l'unica persona che ami è quella che ti vuoi scopare? E' una cosa così stupida, Tiny! Com'è possibile che le nostre vite ruotino attorno a una cosa che possono fare anche le lumache?! Chi ti vuoi scopare, se te lo sei scopato, immagino siano domande importanti, va bene. Ma non sono così importanti. Sai cos'è importante? Per chi moriresti? Per chi ti svegli alle cinque e quarantatré del mattino anche se non sai neanche perché ha bisogno di te? Chi è che scaccoleresti quanto è troppo ubriaco per farlo da solo?!
Ma nel destino di Tiny è scritto il nome di un altro Will Grayson. Il ragazzo timido e mingherlino dalle speranze a pezzi e dalle tasche piene di antidepressivi che una notte di vento, un appuntamento mancato e un sexy shop hanno condotto sulla traiettoria del suo gran cuore, gigantescamente pieno d'amore. Will ti presento Will è uno young adult logorroico, impertinente, nevrotico. Una catena di parole lunga due righe e separata da un'infinità di trattini, un improbabile neologismo che lascia il cuore alleggerito da mille e più risate. Il simbolo di un lento e graduale cambiamento. Originalmente scritto, è un duetto che alterna brillantemente le voci di due ragazzi che di uguale non hanno solo il nome all'anagrafe. Perché i dubbi, le paure, l'amore e i rimpianti non hanno sesso, né colore. Non sono né rosa, né blu. Sono unisex, proprio come una maglietta o un paio di infradito. La bellezza del romanzo sta nel fatto che, al contrario di ciò che ci aspetteremmo, non infrange tabù, perché di tabù non ce ne sono. Gli autori non parlano di quello che molti etichetterebbero come un argomento di “scottante attualità”, ma ritraggono in maniera acuta e inedita la nuova normalità. La normalità di un amore che è amore e basta e di un mondo che è a un passo dal nostro, separato da barriere che noi stessi abbiamo eretto. Etero e non, proviamo lo stesso nervosismo al primo appuntamento, per piacere agli altri mettiamo a soqquadro un armadio di vestiti che un tempo ci parevano perfetti, istruiamo i nostri genitori sull'approccio meno imbarazzante con la persona del nostro cuore e ci divertiamo a osservare mamme indaffarate affinché la casa brilli come oro e la cena sia approvata perfino dalla guida Michelin in occasione di un incontro con i consuoceri. L'amore e la verità sono legati insieme. Si rendono possibili a vicenda..
L'amore è sempre un miracolo, ovunque, in ogni momento.
John Green cede la sua leggerezza, paradossalmente gravosa e profonda, al sensibile autore già acclamato per Boy meets boy e insieme danno vita a un romanzo delicato e irresistibile, che ha tutti i colori di un fumetto e i sorrisi di una perfetta sitcom della HBO.
Il mio voto: ★★★★★
Il mio consiglio musicale: Lady Gaga – Born this way (Un'acoustic cover di Tyler Ward e Alex G.)