Visualizzazione post con etichetta M5S. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta M5S. Mostra tutti i post

7.3.18

Tempi stretti




Ho, per l'ennesima volta, perso. 
Anzi per la verità, abbiamo perso. Anche il Civati della foto allegata, malamente rimasto fuori dal parlamento.
Ma in realtà abbiamo perso tutti, anche coloro che credono di aver vinto.
Per quanto mi riguarda ho votato LeU, naturalmente e altrettanto naturalmente ho contribuito a mandare alle camere una ventina di sfigati che non riusciranno a combinare alcunché. Sempre che non si suddividano ulteriormente in tre di qua, quattro di là, otto o nove in mezzo, gli altri (altri?) dove capita. Lo so che Grasso ha giurato che LeU resterà unito ma la domanda che nessuno gli ha fatto – immagino perché non si picchia un moribondo – è stata: «uniti a fare che?». 
Bella domanda.
Ma anche il PD, forte del suo 18,8% con un segretario- vampiro che non vuole smettere di dissanguarlo e che fa finta di dimettersi, a cosa servirà in futuro? 
E tutta la sinistra europea che progetti ha per il futuro?
A cominciare dalla SPD, passando dalla Gauche française, alla SPÖ, allo PSOE via via fino a Tsipras? 
«La sinistra muore», dicono i quotidiani, chi con sgomento chi con pura gioia. 
È dura da ingoiare, anche se è indubbiamente vero. 
«Ma tu non ti vergogni ad aver votato i vecchi arnesi del PCI? Gente come D'Alema o Bersani?»
Certo che mi vergogno, ma ne ero dolorosamente conscio. Il mio problema è che non ho avuto il coraggio per votare «Potere al popolo» già sapendo che così avrei buttato via il mio voto.
«Così invece…»
Già. Infatti.  

Ma perché la sinistra perde? Non solo, perché la sinistra è diventata così profondamente odiosa? Colpa dei social network? Dei presunti radical-chic? Del fatto che a votarlo siano i ricchi dei centro città e della collina mentre i proletari, gli operai, i lavoratori a ore – licenziabili a mezzo sms – votano per la Lega o per i 5Stelle?
Oddio, io sono radicalmente di sinistra ma non ho la sensazione che mi odino. Nè il mio tabaccaio, fiducioso nella riscossa di Berlusconi, nè il giornalaio che coltiva un amore faticoso per il PCI perduto, né il barista, criptofascista confuso, o il commercialista che non si è mai ripreso dalla scomparsa del PLI? Forse perchè comunque preferisco parlare con loro e starli a sentire piuttosto che provare a insegnare qualcosa ex-catedra? Più o meno la stessa cosa che mi capita nei social network dove fatico a ricordare occasioni nelle quali litigai con qualcuno. Mi è capitato di leggere egregie porcherie, ma anche in quel caso ho tentato di spiegare il mio punto di vista in maniera motivata e cercando di capire la fragile psicologia di un neo-autore, notoriamente sensibilissimo.
Non sono mai stato bravo nel fare ciò che all'epoca si definiva «lavoro di massa» [???]. Ero capace di prendere un caffé con un fascista dichiarato o stare a sentire una giovinetta di Comunione e Liberazione, di fatto mettendomi nei loro panni. Il che può forse avere un senso se nella vita si fa il romanziere (o il confessore o l'analista) ma non se si fa parte di un'organizzazione dura e pura, decisa a scatenare la rivoluzione marxista-leninista entro pochi anni. 
In realtà non posso dire di amare appassionatamente coloro che hanno trovato un lavoro grazie alla loro militanza politica sinistrorsa e che si ritengono fenomeni per la loro convinzione inevitabilmente mercenaria. Ho avuto inevitabilmente contatti con diversi di loro durante la mia vita di libraio e non posso dire di aver gradito la loro ostentata sufficienza con il povero pirla libraio, ritenuto inevitabilmente un bottegaio e quindi fatalmente interessato solo al denaro. 
La sinistra in Italia ha sempre risentito della formazione cattolica dei suoi quadri, facili a diventare da semplici fedeli a insopportabili chierici, mostrando sufficienza o spesso intolleranza nei confronti del volgo rozzo e ignorante. Immagino che mi legge ne abbia conosciuti. Io ne ho incontrati in diverse occasioni, «compagni» con la casa in collina pronti a battersi per «La Vivoluzione del pvoletaviato». Intendiamo, ho conosciuto anche ottime persone, ricche di famiglia, che si mostravano sensibili alla sorte di chi non è nato con i loro mezzi. Ma non così spesso.



Ma il problema di oggi è cercare di capire come mai hanno vinto due forze molto lontane da me come il M5S e la Lega. Soprattutto quest'ultima. Da marxista direi che il ruolo del PD come mediatore sociale, ovvero come partito che ha trovato il suo ruolo come ammortizzatore sociale, è fallito e destinato a scomparire e che ora a sostituirlo è chiamato il M5S, ma pur essendo marxista non mi accontento di questa ovvia spiegazione. 
Direi che il vero problema è diventato il tempo , il t delle formule di termodinamica. O della teoria dell'evoluzione. Il nostro t di esseri viventi è di 70-80 anni (in Occidente), suddivisi in dieci anni di infanzia, dieci di adolescenza, quaranta di vita produttiva e il resto un lento scivolare verso l'exitus. Un ritmo di vita tollerabile se si vive in periodi forte sviluppo e si pensa – ragionevolmente – che i propri discendenti vivranno in tempi uguali o migliori di quelli che si sono vissuti, ma che diventa intollerabile se la prospettiva è quella di scendere nella tomba con discendenti e collaterali nella m... fino al collo, con i nipotini che si immaginano a raccogliere barattoli e cartoni per mettere insieme un euro al giorno. 
Il PD ha svolto la sua funzione di mediatore sociale – arricchendo diverse persone che non se lo meritavano minimamente – ma vent'anni sono troppi per la nostra vita e l'idea di aspettarne altrettanti per vedere l'uscita dalla crisi mondiale sono troppi per chiunque. 


«Ma il PD ha promesso…»
Già, il PD ha promesso l'instabilità, la mobilità, il licenziamento facile, lo sfruttamento, la pensione rimandata alle calende greche e la disperazione per molti, al Sud come al Nord. Lo so, sono brutale e almeno in parte eccessivo, ma cerco di essere chiaro. M5S e Lega hanno promesso viceversa un sogno a tempi brevi e non mi sembra affatto strano che molti abbiano deciso che tanto valeva puntare su un cavallo drogato piuttosto che su un purosangue stanco. Molti lo hanno fatto per motivi essenzialmente pratici, senza alcun ideale in ballo. Gli ideali erano un bene che ignorava il tempo e viveva di futuro mentre oggi la maggior parte della gente, divorata dal tempo t e dalla globalizzazione non può più permettersi di aspettare. 
Ma neppure il M5S o la Lega possono pensare seriamente di fermare la globalizzazione o di modificare il posto dell'Italia nel quadro economico mondiale. L'Italia può sopravvivere soltanto in ambito europeo, rientrando nell'area di influenza franco-tedesca. La sua posizione e la possibilità di sopravvivere sono legati ai prossimi governi, tenendo conto che per gli italiani il tempo t è quasi esaurito e a tempo scaduto le cose possono andare anche molto peggio di così.

19.7.17

Un'Italia di vecchi e di sfruttati


E anche la legge per dare la cittadinanza ai giovani immigrati che hanno frequentato le scuole qui, vivono qui, fanno il tifo per la nazionale di calcio italiana e parlano correntemente italiano è saltata. Ultima coltellata è stata quella di mr. Alfano, inutile e nocivo ministro degli esteri di un governo teorico che cerca di sopravvivere fino alla prossima primavera. 
Secondo la sinistra si trattava di una legge di civiltà che ci avrebbe posto sullo stesso piano degli altri governi europei ma alla quale abbiamo, in definitiva, rinunciato per una serie di motivi che hanno poco o niente a che fare con la realtà e moltissimo a che vedere con le fantasie malate o volutamente distorte dalla destra italiota, ovvero FI, Lega e 5 Stelle. 
Ho conosciuto e conosco diversi ragazzini che mi sono stupito nel sentire correntemente parlare italiano, magari intervallandolo, in rapporto all'interlocutore, con la lingua familiare: arabo, cinese, bengalese o moldavo. Mia moglie ha insegnato in classi dove il 20% o più degli alunni sono di origine straniera e, a parte gli inevitabili problemi dovuti alla necessità di imparare in una lingua che non è la propria, non hanno mai mostrato simpatie verso la Jihad o verso le Triadi. 
Ma il problema non è questo, evidentemente. 

Per la destra, sia quella orgogliosamente suprematista come Casa Pound giù giù fino a Matteo Salvini e complici, sia quella più nebbiosa e disonesta come Grillo & Casaleggio, il problema principale erano poche centinaio di migliaia di voti che sarebbero – presumibilmente – andati a sinistra, dal momento che l'intolleranza per gli stranieri è una bandiera della dx italiana e, reciprocamente, era proprio questo uno degli elementi che premeva di più a Renzi, che ha fatto finta di non notare la stangata alle ultime elezioni amministrative.
Ma questo aspetto, puramente politico nel suo significato più ovvio, anche se non immediatamente evidente, non è comunque il motivo principale della discussione furiosa tenutasi in questo periodo. Il motivo principale è la serie accellerata di sbarchi avvenuti negli ultimi mesi e la crescita costante di immigrati, rifugiati, disperati, donne, bambini non accompagnati che si sono rovesciati sul nostro paese, largamente inadeguato a sopportare una simile invasione. Intendiamoci, nel 2015 sono sbarcati 153.000 immigrati, nel 2016 180.000 e nei primi sei mesi del 2017 83.000, con un incremento del 18% sui primi sei mesi del 2016, ma si parla sempre di numeri che, anche se sommati, costituiscono una percentuale minima della popolazione italiana (1 immigrato ogni 150-200 abitanti) ed è quindi quantomeno molto esagerato definirla un'invasione, a meno di non voler creare una sindrome da assedio che possa teoricamente spiegare tutto ciò che non funziona in questo paese, dalla disoccupazione, alla criminalità, al terrorismo. In realtà quanti di costoro abbiano intenzione di fermarsi in Italia non è dato sapere – anche se non mancano dati che suggeriscono la volontà di lasciare l'Italia per altri paesi europei dove si trovano parenti o amici. In questo senso l'Italia è ed è sempre stato un paese di transito che solo in questi ultimi mesi – grazie alle politiche miopi della UE – è diventato un luogo di sosta forzata. Teniamo ancora conto che non pochi immigrati arrivano in Italia con un passaporto con visto turistico e, una volta arrivati qui, «scompaiono» all'interno delle loro comunità, sforzandosi di trovare un lavoro. E gli esempi tra i miei conoscenti e tra quelli di ognuno non mancano. 


Ma il problema degli immigrati in arrivo, anche se grave, NON È il problema di chi si trova e lavora qui in Italia da anni e anni e i cui figli potrebbero – finalmente, dopo almeno cinque anni di scuola – diventare italiani. Presentare la Ius Soli come un facile, astuto sistema per far acquisire la cittadinanza a chi è appena sbarcato da un gommone è, come minimo, una menzogna e si avvale della sostanziale, profonda ignoranza di milioni di nostri connazionali. Perché gli italiani sono ignoranti – lo sappiamo, vero? – sei o sette su dieci di noi non riescono a leggere, interpretare e ripetere un brano scritto che superi le dieci righe e, soprattutto molti di noi vogliono credere che siano gli immigrati il vero problema di questo paese e non piuttosto una classe politica parassitaria, un ceto imprenditoriale che mira ad arricchire al più presto senza guardare in faccia nessuno, una criminalità organizzata capace, come in questi giorni, di bruciare ampie aree verdi per ottenerne spazi per le discariche abusive, una speculazione che mira a cementificare nuove aree e così via. Si preferisce dire che sono i neri che spacciano – e ne esistono, ne ho visti, non vivo sulla luna – piuttosto che protestare per il lavoro per i giovani divenuto un incubo senza uscita. 
Ma per alcuni la Ius Soli non è un vero problema, ben altri sono i problemi attuali. E il benaltrismo, versione pudica e ipocrita del semplice fascismo ruspante, è diventata la foglia di fico di chi è – confusamente, approssimativamente – di destra ma non ha il coraggio di dirlo ad alta voce. E qui non si possono non citare gli ormai dimenticati grillini, divenuti neri e poco gradevoli come le blatte. 


In fondo, comunque, negare la cittadinanza italiana a centinaia di migliaia di giovani ne permette lo sfruttamento, impedisce la possibilità di partecipare a concorsi pubblici – pur avendone la preparazione, e li obbliga a una vita perennemente sotto ricatto. In fondo molti italiani non sono soltanto ignoranti ma talvolta anche furbetti e sanno benissimo come approfittare di chi capita loro a tiro. 
Una linea invisibile continuerà a dividere Mohammed da Giulio, Xin da Alessandro, Alonso da Giovanni e, in fondo, a molti piace sentirsi anziani Italiani per una volta in vita loro, oltre alle occasioni nelle quali si è cantata la prima strofa dell'Inno di Mameli. Solo la prima, siamo anziani.
Io preferisco sentirmi un cittadino del mondo, anche se è sempre più difficile.

14.4.16

Psicostoria e altre stupidaggini

Ogni tanto, anche nel mezzo di un periodo particolarmente movimentato, può capitare di fermarsi a riflettere. C'è ALIA Evo da presentare, il prossimo sabato, per dire, e la presentazione in powerpoint (ovvero nella sua versione per Libre Office) da preparare. «Ecchecivvuole...». Parrebbe, certo, ma la storia di ALIA è più che decennale e si tratta di selezionare i momenti e i protagonisti di una lunga storia. E recuperare immagini, scegliere copertine, valutare momenti, ripensare a certi incontri. Il tutto per una mezz'ora al massimo di presentazione e max una ventina di diapo... No, non è facile. 

Ma nel frattempo capita che lo squaletto nostro, Squalo Renzi, abbia problemi con il governo e con la sua corte di remore carnivore. Che l'intera Europa diventi una seconda Festung Europa come ai tempi di papà Hitler. Che un finto miliardario americano con una parrucchetta da Stanlio e Ollio ottenga il voto di milioni di padri di famiglia tanto disperati quanto ignoranti. Che si debba votare su una riforma della costituzione affrettata, pasticciata e in ultima analisi assurda, presentata da un discendente del Burlesconi Nostro e che il B. in questione non si sarebbe sognato di presentare per evitare le urla furiose del gruppo de «La Repubblica» e le proteste di una sinistra caduta in coma nel frattempo. Che si debba votare su un referendum, unico sopravvissuto a una serie di referendum importanti, che quasi sicuramente non prenderà il quorum...
E poi che il buon Gianroberto Casaleggio abbia deciso di lasciarci proprio adesso.


Uno strano elemento la compianta eminenza grigia del M5S, molto diverso dal comico di complemento Beppe Grillo. 
Un neofilosofo, il Nostro, un reinventore della Psicostoria, quella di Hari Seldon e della Trilogia Galattica di Isaac Asimov, un designer del nostro futuro, dall'inevitabile guerra universale che colpiil mondo nel 2054, riducendo la popolazione umana a un sesto dell'attuale al mondo web che ci aspetta, che qualcuno, gentilmente, ha rapidamente riassunto qui


Non male, ammettetelo. 
Mi sfugge il motivo per il quale le librerie debbano chiudere come le tabaccherie e le macellerie, ma deve esistere qualcosa di tossico nell'attività di spacciatore di libri. Come mi diverte l'idea della triste sorte di «Corrotti e corruttori [...] esposti in apposite gabbie sulle circonvallazioni delle città nei week end.» o il fatto che «Gli ipermercati sono stati rasi al suolo ovunque» o ancora che «Il numero degli avvocati è stato ridotto in Italia a un decimo» o che «Non si possono possedere complessivamente mobili e immobili per un valore superiore a cinque milioni di euro. Ogni euro in più deve andare a favore della comunità. Chi si sottrae è rieducato alla comprensione della vita in appositi centri yoga». Ma in realtà il libercolo dal quale sono stati tratti queste perle di saggezza, Veni Vidi Web di Gianroberto Casaleggio, è in realtà un libro dove tutte le cose difficili sono state rese facili, tutte le asperità sono state cancellate, tutti gli interessi personali sono letteralmente scomparsi. Dove si è persino svolta una «Seconda Rivoluzione Americana», presumibilmente guidata dal M5S locale. 
A propòs, non si voleva togliere dai piedi l'euro? E che diavolo ci stanno a fare i «Cinque milioni di euro» come limite di ricchezza personale? Forse gli eredi di Casaleggio dovrebbero inserire un errata corrige con «Cinque milioni di Svanziche» o «Cinque milioni di Enetiche (da "energia etica")». 
Ma sono tutte c...te quelle della buonanima? 
No, ovviamente. 
Ci sono molti punti condivisibili ma, come nella Psicostoria di Asimov, i conflitti, i problemi, le resistenze sono state attentamente abrase consegnandoci un'Utopia tanto lucida e splendente da risultare irrimediabilmente falsa. 
Se non altro il compianto Vladimir Ilyic Ulyanov, più noto come Lenin, aveva messo in conto l'inevitabile lotta che il proletariato mondiale avrebbe dovuto combattere contro le forze del Capitale per giungere al Socialismo. Nel suo profeta rinunciabile, G. Casaleggio, è il web a occuparsi insieme delle minuterie e delle grandi questioni e le inevitabili guerre e rivoluzioni avvengono dietro le quinte, con un effetto involontariamente comico. 
Inevitabile, per me, ripensare a Morozov e al suo «L'ingenuità della rete», un libro che, sia pure involontariamente, rende assurda la parte principale del pensiero Casaleggiano.
Saranno i tempi desolatamente "leggeri" a consegnarci un profeta tanto scarso? E come giudicare una filosofia che si può masticare e ingoiare come una caramella?


Poi la realtà, come abbiamo imparato, è il M5S, un movimento che, per quanto riguarda l'organizzazione interna ha più punti di somiglianza con Scientology, la Dianetica e Ron Hubbard — un altro autore di sf, evidentemente non un caso — che con le organizzazioni operaie di inizio e metà del secolo scorso. E ciò che temo è che una simile superficialità di approccio e di visione si trasformi in un incubo di fedeltà, delazione, odio, rabbia e intolleranza, un po' come in certi partitini della defunta sinistra extraparlamentare. 
Per il momento il M5S è ancora immobile tra i deliri del suo ex-profeta e la realtà di un partito che lavora nella provincia. Ma i nodi verranno presto al pettine e non posso che augurarmi che il M5S si lasci dietro l'insegnamento dei suoi cosiddetti leader per arrivare a una posizione definita.
Chi vive sperando, muore... Vabbé.
Ultimissima cosa, un evento un po' ridicolo, quasi a confermare la fondamentale stupidità del web se non seguito da un'intelligenza più o meno umana. 
È capitato a molti, tra noi autori che pubblichiamo su Amazon.it di ricevere un messaggio dal sito, che ci propone libri che si suppongono graditi. 
È capitato anche a me. 
Più di una volta. 
Persino di sentirmi raccomandare un libro scritto da me. 
Ma sentirmi proporre 3 libri scritti da me... No, quello non mi era ancora successo. 

 

Il web è fondamentalmente un po'... non stupido, quello no, ma un po'... ingenuo? Bietolone?  Disordinato? Confuso?
No, per il momento non posso fidarmi della rete. Nemmeno se me lo ordina Beppe Grillo.