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mercoledì 26 novembre 2025

Michel Vaillant Nuova Stagione 13: Redenzione

Continua sotto il segno del thriller la saga del nuovo Michel Vaillant, anche se non mancano drammi familiari e ovviamente le corse automobilistiche.

Le condizioni di salute di Françoise consigliano di rimandare gli impegni della scuderia Vaillante per la Indycar, ma col supporto della pilota canadese Elsa Tainmont la partecipazione si concretizzerà lo stesso, anche per un motivo di sicurezza nazionale: Steve Warson è sotto la protezione dell’FBI dopo gli attentati dei suprematisti bianchi ma facendolo partecipare lo stesso alle gare (opportunamente sostituito da un sosia negli altri frangenti pubblici) c’è la possibilità che i criminali si facciano vivi e quindi vengano catturati. In sostanza, i nostri eroi faranno da esca. La situazione si complica ulteriormente perché lo “spotter” di Elsa Tainmont, cioè il suo navigatore fuori pista, viene ricattato.

Redenzione è una storia ricca di colpi di scena, con personaggi che si rivelano essere diversi da quello che sembravano e sequenze cariche di tensione; anche se Lapière ascrive una scena shockante al mondo onirico rimane comunque shockante visto che non sappiamo in anticipo che è un sogno. La partita è ancora aperta ma alcuni nodi sono stati sciolti (e altri introdotti, forse), peccato che la cadenza diluita delle uscite impedisca un ritmo incalzante che gioverebbe molto alla serie. Cosa comune nella BéDé, ma che nella Nuova Stagione percepisco più castrante che altrove. E meno male che ne esce regolarmente uno all’anno!

I testi sono affidati al solo Denis Lapière mentre Marc Bourgne è affiancato ai disegni dalla new entry Eillam. Non ricordo chi fa cosa (di solito uno si occupava dei mezzi e l’altro delle figure umane), comunque alcune prospettive delle auto da corsa non mi convincono molto, ma forse la pista di Indianapolis a tratti è in discesa e anche visti dall’alto i mezzi sembrano quasi frontali. Al di là di questo, certi volti negli sfondi e certi profili non sono proprio azzeccati al 100% ma, onore al merito, la tavola muta a pagina 12 dice di più sul cancro e sulla gestione del dolore di tante graphic novel da 200 pagine disegnate col culo.

Colori del veterano Bruno Tatti col supporto di Romain Rosiau alle «tinte piatte». Claude Hauwaert si è occupato dell’impaginazione delle tavole, qualsiasi cosa voglia dire.

giovedì 21 novembre 2024

Michel Vaillant Nuova Stagione 12: Il Bersaglio

A rileggere le recensioni degli ultimi volumi (dopo almeno un anno tra uno e l’altro chi se li ricorda più?) mi sembra che la Nuova Stagione di Michel Vaillant sia in costante crescita. Questo albo non smentisce il trend e ancora una volta mi trovo a ripetere che è uno dei migliori della saga. Pur essendo una storia corale la scena viene rubata ai veri protagonisti dalla killer assoldata dai suprematisti bianchi per uccidere Steve Warson. In occasione della 24 Ore di Le Mans dovrà piazzargli una pallottola in testa, ma non tutto andrà come programmato.

Tra abbondanti scorci della regione in cui si svolge la gara e le obbligatorie sequenze delle corse automobilistiche Denis Lapière imbastisce un thriller coinvolgente e pienamente calato nella contemporaneità (certo, leggerlo dopo le elezioni statunitensi fa uno strano effetto!). Ovviamente il colpo di scena dello scorso numero, in cui i Vaillant finivano in prigione, è stato ancora una volta una boutade che qui viene risolta in poche vignette. Quindi, anche se non manca una forte continuity (Bob Cramer, la malattia di Françoise…), è inutile lamentarsi degli occasionali cliffhanger: tanto non avranno alcuna incidenza sugli episodi successivi e i singoli volumi sono godibili a sé esattamente come questo.

A una prima sfogliata i disegni di Marc Bourgne e Benjamin Benéteau possono sembrare scarni. In realtà nella loro sintetica eleganza dicono tutto quello che devono dire, facendo muovere e recitare i personaggi alla perfezione. Non a caso alcune sequenze sono mute e funzionano alla grande, immagino che i disegnatori abbiano fatto prove su prove per trovare le espressioni e le posture migliori oppure abbiano sottoposto amici e conoscenti a sessioni fotografiche per catturare i movimenti giusti.

Claude Hauwaert ha curato l’«impaginazione delle tavole», Bruno Tatti i colori con il supporto di Thomas Levadoux alle «tinte piatte».

lunedì 12 giugno 2023

Michel Vaillant Nuova Serie 11: Cannonball

Lo youtuber Pog, che esiste veramente, sfida Michel Vaillant alla Cannonball, la corsa non ufficiale (per non dire illegale) che attraversa gli Stati Uniti coast to coast non su un circuito ma tra strade e autostrade. Considerando la pericolosità dell’impresa e il rischio di vedersi revocata la licenza di pilota, Michel è titubante ma tutto il resto del suo staff/famiglia riconosce invece le opportunità commerciali e pubblicitarie della sfida.

I due avversari si fronteggiano quindi sulle enormi distanze del Nord America, tra note esplicative che chiariscono alcuni dettagli tecnici e che, chissà, forse sono pure un tentativo di product placement. Ma ecco che circa a metà volume avviene un colpo di scena: si scopre che la manomissione che ha coinvolto l’auto di Michel (flashforward con cui era iniziato l’episodio) riguarda la sua trasformazione in detonatore; se l’ispirazione principale poteva essere La corsa più pazza d’America, adesso Cannonball diventa Speed: qualora Michel dovesse scendere sotto le 100 miglia orarie di velocità, una bomba verrà fatta esplodere al Bellevue Hospital!

A salvare la situazione saranno il rampollo dei Vaillant mago dell’informatica e soprattutto Steve Warson che si introdurrà in modo rocambolesco nell’auto di Michel anche grazie all’aiuto dello stesso Pog. Una sequenza assolutamente inverosimile ma talmente adrenalinica e appassionante da far sospendere con piacere l’incredulità.

Ahinoi, quello che avrebbe potuto benissimo essere uno one shot, pur con blandi collegamenti alle sottotrame della minaccia incombente di Cramer e della misteriosa malattia di Françoise, si rivela alla fine l’incipit di una nuova trama che vede i protagonisti in galera con l’accusa di essere terroristi. Ma in fondo rimane perfettamente godibile anche così, tanto più che non escludo che il cliffhanger si risolva in una bolla di sapone come già successo con una situazione analoga della Nuova Stagione.

Ai testi c’è il solo Denis Lapière mentre ai disegni si segnala una new entry: ad affiancare il veterano Marc Bourgne c’è Olivier Marin. Non solo: Tomás Morón Aranda ha fornito supporto per gli sfondi mentre il colofon segnala che Claude Hauwaert si è occupato dell’«impaginazione delle tavole», qualsiasi cosa significhi. Lo stesso Bruno Tatti che ha colorato il volume si è avvalso del supporto di Luan Kodra. Pur con tutto questo spiegamento di forze, il lato grafico del volume non è proprio esaltante. Più che dignitoso, sì, però a volte i personaggi hanno delle pose poco naturali o presentano qualche piccolo dettaglio anatomico stonato che risalta inevitabilmente in uno stile di disegno così sintetico. Ma soprattutto mi chiedo come mai con tutti questi collaboratori non riescano a fare uscire un paio di storie all’anno invece di una sola.

Cannonball è comunque uno degli episodi più belli della serie, ambientato in contesto più originale del solito e soprattutto molto coinvolgente. Interessante poi vedere l’integerrimo Michel Vaillant che fa un po’ il bricconcello, giustificato dalla trama e dalle circostanze senza tradire l’essenza del personaggio.

martedì 8 agosto 2017

Michel Vaillant Nuova Stagione 6: Ribellione

Nuovo episodio (già il sesto) della nuova saga di Michel Vaillant. L’inizio è fulminante: a seguito degli eventi avvenuti alla fine dello scorso numero Jean-Pierre è morto! Questo alzerà il livello della tensione nella famiglia Vaillant, già duramente provata dall’acquisizione ostile di Ethan Dasz e in cerca di riscatto con la messa a punto di nuove tecnologie e la ricerca di nuove vittorie in pista. A stemperare un po’ (per quanto possibile) il clima di tragedia familiare compare una simpatica pilota New Age raccomandata a Michel da Steve Warson.
Ribellione si sviluppa mostrando gli sforzi della scuderia Vaillante per arrivare con una preparazione dignitosa a Le Mans, ma all’interno di questa trama principale si inserisce un’indagine giudiziaria dovuta al fatto che nell’incidente di Jean-Pierre Vaillant sembra sia coinvolto suo fratello Michel! Questo nuovo elemento porterà Jean-Michel, figlio di Jean-Pierre, ad abbandonare il team e a rivoltarsi contro lo zio, mentre sua madre è a un passo dall’alcolismo. Il volume si conclude come al solito con un cliffhanger.
I disegni di Bourgne sono sempre molto eleganti ed espressivi nella loro sintesi. Pur essendo un profano, credo che anche Benéteau abbia fatto un ottimo lavoro per quel che riguarda i mezzi meccanici. Stavolta non ho riscontrato alcun difetto di stampa.
La saga si mantiene quindi a livelli ancora molto alti, ma trovo assurdo che abbia un’impostazione frenetica quasi da soap opera se poi il ritmo di pubblicazione è quello standard del mercato franco-belga di un volume all’anno.

venerdì 21 aprile 2017

Michel Vaillant Nuova Stagione 5: Rinascita

Ci ha messo un bel po’ per arrivare e la copia era pure ammaccata, ma alla fine anch’io sono riuscito a leggere il nuovo episodio della saga dei Vaillant.
Anche questo alla fine è un capitolo piuttosto interlocutorio. Jean-Pierre è ricoverato in ospedale, in coma dopo l’incidente con cui si concludeva l’episodio precedente. Non ho parlato a caso di «saga dei Vaillant» perché gli eventi si ripercuotono su tutti i personaggi della famiglia e il titolare compare solo dopo dieci tavole buone.
Michel, traumatizzato dall’incidente del fratello che non ha potuto impedire, è andato a lavorare in Africa lontano dal mondo delle corse, ma un nuovo contatto con la mancata fiamma Carole di due episodi fa lo farà tornare in pista. In senso letterale, perché l’ormai defunta Vaillante sta cercando di rinascere tramite la formula E, categoria in cui partecipano le auto elettriche.
Oltre alle consuete suggestive inquadrature dall’interno dell’abitacolo, questo episodio si segnala per un bell’incastro dei tempi narrativi tra flashback africano e presente parigino, e per uno sguardo dettagliato sulle gare delle automobili elettriche. Per il resto, nonostante questo sia già il quinto episodio della Nuova Stagione, rimaniamo ancora in attesa di una sterzata narrativa risolutiva.
I disegni confermano il rigore tecnico di Benéteau e l’eleganza di Bourgne, ma quest’ultimo (che cura le figura umane) mi è sembrato occasionalmente meno efficace che in precedenza, forse pressato dai tempi di consegna o inchiostrato da un assistente non ancora al suo livello. Qualche piccolo, ma comunque percettibile, fuori registro penalizza la resa delle tavole.
Il ritardo con cui la fumetteria mi ha fatto avere questo volume ha il vantaggio che mi ci vorrà molto meno tempo prima di leggere il prossimo, annunciato nell’ultima Anteprima.

venerdì 26 febbraio 2016

Michel Vaillant Nuova Stagione 4: Collasso

Episodio decisamente interlocutorio quello presentato nel quarto volume della nuova serie di Michel Vaillant. La storia verte sul tentativo di acquisto della Leader da parte di Jean-Pierre, che riveste il ruolo di protagonista al posto del titolare, che fa poco più di una comparsata.
La scalata alla Leader si rivelerà assai meno facile del previsto, mettendo in campo un complotto finanziario che per me che non capisco molto dell’argomento è degno di Largo Winch. Collasso è serrato e avvincente e la frenetica e disperata ricerca di un fiduciario da parte di Jean-Pierre alle pagine 24 e 25 non è meno appassionante della gara di Michel che si svolge in sottofondo, anzi.
Un’altra grande prova di Graton figlio e di Denis Lapière è rappresentata dall’abilità con cui sono riusciti a rendere l’umanità dei personaggi, ognuno dei quali è una figura a tutto tondo ben lontana dagli stereotipi monodimensionali che a lungo sono stati nella prima serie.
Ciò detto, e apprezzando anche i riferimenti alla saga precedente (Jean-Pierre che ricorda quand’era il corridore misterioso de Il Pilota senza Volto), questo Collasso si legge troppo in fretta, paradossalmente anche in virtù dei suoi pregi, e l’ormai inevitabile cliffhangerone finale lascia una sensazione di sospensione che è frustrante sapere non potrà essere appagata prima di un anno.
A una prima occhiata la parte disegnata da Bourgne (Benéteau si occupa dei veicoli) può sembrare scarna ma la lettura procede con grande piacevolezza ed efficacia, e il disegnatore riesce a trasmettere alla perfezione i sentimenti dei personaggi con un semplice corrugamento della fronte o con la tensione del muscolo di una guancia.
La qualità di stampa è ottima e apparentemente l’assenza della carta patinata è meno traumatica rispetto al volume precedente, ma le tavole più scure ne sono comunque penalizzate.

domenica 22 marzo 2015

Michel Vaillant Nuova Stagione 3: Relazione pericolosa



Continua il nuovo ciclo della nouvelle saison di Michel Vaillant e, dannazione, non finisce. In Relazione pericolosa si scioglie qualche nodo (gli scenari catastrofici anticipati dal cliffhangerone dell’episodio precedente si rivelano molto meno devastanti del previsto) ma di carne al fuoco ce n’è ancora tanta e ne viene aggiunta altra appositamente per aprire ulreriori nuovi scenari che saranno sviluppati nei prossimi volumi. Si tratta insomma di un episodio di transizione, anche se succedono un sacco di cose, c’è qualche rivelazione inaspettata e si scoprono delle situazioni interessanti.
Per il futuro lancio di una nuova serie di vetture il clan Vaillant, costretto a creare una nuova società insieme a un altro gruppo investitore, decide di mettersi in mostra al Rallye du Valais. Per suscitare ulteriore interesse a livello mediatico il navigatore affidato a Michel è l’affascinante giornalista Carole Ouessant, che già aveva fatto scattare sull’attenti Françoise nell’episodio precedente.
Nonostante la relazione tra Michel e Carole sia l’oggetto principale di questo volume (e, tra l’altro, venga risolta in maniera non banale e credibile), succedono comunque tantissime altre cose e Relazione pericolosa offre una densità di contenuti degna del miglior fumetto franco-belga. La voglia di leggere il seguito è tantissima, ma non credo che sarà possibile soddisfarla prima di un annetto.
I disegni sono stupendi e dettagliatissimi quando si tratta di autovetture (la parte affidata a Benéteau) e perfettamente funzionali quando invece sono di scena le figure umane (competenza di Bourgne). Nonostante non siano esteticamente entusiasmanti, e a volte possano apparire anche un po’ scarne (per quanto eleganti), le immagini di Bourgne riescono a raccontare in maniera splendida le scene affidate e con pochissimi tratti il disegnatore riesce a materializzare i pensieri e i sentimenti dei personaggi. Evidentemente Bourgne non ama molto disegnare le fronde degli alberi, ma non ci si fa quasi caso.
Da notare, a livello di storytelling, la particolare scena di pagina 50 e soprattutto la seconda e terza tavola del volume, ambientate quasi in soggettiva nell’abitacolo di un’auto, in cui con una rigida serie di inquadrature praticamente fisse il disegnatore è riuscito comunque a rendere l’idea del movimento e soprattutto a creare un’inaspettata suspense quando finalmente il dettaglio delle mani nell’ultima vignetta rivela l’identità del navigatore.
Unico difetto del volume, forse attribuibile alla carta non patinata: i colori di Christian Lerolle sono piuttosto freddi.

mercoledì 2 aprile 2014

Michel Vaillant 70 - Nel Nome del Figlio



Prova superata, e alla grande, per la Nouvelle Saison di Michel Vaillant, la sua versione “ultimate” che ha esordito oggi in Italia nella benemerita collana della Gazzetta dello Sport. Dalle immagini che avevo visto online e da alcuni commenti letti qua e là mi aspettavo il peggio e invece questo Nel Nome del Figlio si è rivelato un volume fantastico.
L’opera di demolizione e ricostruzione del mito ha lasciato tracce profonde, soprattutto nelle fisionomie di alcuni personaggi (Jean-Pierre Vaillant in particolare è irriconoscibile) ma ne valeva la pena e la cosa non è poi così negativa: ho trovato molto più affascinante la Françoise invecchiata e dimagrita della sua controparte classica, tipica bellezza un po’ anonima di Jean Graton. Compatibilmente col cambio di registro questa Françoise è pure stronza, visto che si infuria con il figlio scomparso invece che preoccuparsi per lui.
Sul lavoro del “meccanico” Benjamin Benéteau (che se non erro faceva già parte del team) nulla da eccepire, segnalo solo come ormai le auto da corsa si vedano a malapena sotto gli adesivi dagli sponsor (impeto di realismo o critica al mondo delle corse? In ogni caso un sacco di lavoro in più per Benéteau); la grande incognita era Marc Bourgne, che però ha rivoltato con successo lo stile di Graton preferendo un segno marcato e deciso alle delicate silhouette del maestro, e che (vivaddio) ha infuso nei personaggi molta espressività e molto dinamismo, altro che goccioline di sudore e linee cinematiche a simulare sorpresa e movimento. Forse una vignetta estrapolata dal contesto può sembrare poco interessante, ma inserita nell’economia della tavola dimostra come Bourgne sia pienamente padrone del proprio mestiere. E anche se il volto di Michel cambia di vignetta in vignetta si intuisce lo stesso il grande lavoro che deve aver svolto Bourgne per trovare la faccia giusta e rimanervi fedele, lavoro testimoniato anche dagli schizzi preparatori stampati a pagina 57.
Per quel che riguarda i testi mi sembra che la politica di realismo e disincanto, non disgiunta da elementi di critica sociale, iniziata da Philippe Graton sin dall’inizio della sua gestione sia giunta a piena maturazione, creando quindi una forte continuità con gli ultimi volumi. Quello che cambia rispetto all’ultimo episodio di ben 5 anni prima è il cast e le sue dinamiche: non solo i segni del tempo si vedono sul volti dei personaggi più anziani, ma adesso la famiglia è allargata e i fratelli Vaillant hanno entrambi due figli adolescenti! E com’è intuibile sin dal titolo uno dei due, Patrick figlio di Michel, avrà un ruolo cardine nella storia.
Storia che però verte inizialmente su una delle periodiche crisi della Vaillant, le cui cause e i cui effetti vengono descritti con la consueta freddezza documentaristica a cui ci ha abituato la serie negli ultimi anni, e che costituisce un atto d’accusa più efficace di tanti trasporti emotivi. Per tornare ad avere una chance sul mercato globale la Vaillant deve farsi sponsorizzare da una multinazionale per poter così partecipare al WTCC e sperare di imporsi nuovamente. Purtroppo le preoccupanti notizie che giungono dal collegio esclusivo dove si trova Patrick fanno sì che Michel Vaillant perda la testa e mandi al diavolo la corsa.
Il protagonista si dimostra ovviamente ancora una volta tanto abile nella guida da sfiorare il sovrannaturale, eppure non è mai stato più umano di come viene dipinto in questa storia: anzi, proprio la sua formidabile abilità al volante sembra sottolineare quanto sia fragile e forse fallibile nella vita privata.
Al di là della storia, che nemmeno termina con questo primo volume, è molto suggestivo il ritmo che Philippe Graton e Denis Lapière vi hanno infuso, creando sapientemente la giusta suspence nel presentare i personaggi e farci vedere come sono stati modernizzati, insomma la citazione che ho fatto all’inizio dell’Universo Ultimate era blasfema ma non campata in aria. Anche la montante attesa per l’apparizione di questo benedetto Patrick è stata resa con maestria, io temevo che non si sarebbe nemmeno visto.
E così, un colpo di scena dopo l’altro, si arriva alla cinquantaquattresima tavola, dove un bel cliffhangerone rimanda al prossimo volume, mai così atteso come in questo caso. E per fortuna (almeno questa soddisfazione a vivere in Italia) mancano solo 7 giorni.
In appendice, oltre a un reportage sull’incursione della Vaillant nel mondo reale, vengono proposte le cronologie di Michel Vaillant e Julie Wood.