...non pensavo che ne avessero tratto anche una serie di cartoline.
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giovedì 9 settembre 2021
venerdì 18 marzo 2016
Il Toppi. Uno straordinario uomo normale
Come intuibile dal sottotitolo,
questa biografia di Sergio Toppi non verte principalmente sulla sua attività
artistica ma si concentra sulla sua figura umana, tramite testimonianze di
prima mano della moglie Aldina Monesi e della ristretta cerchia di amici che
frequentò in sostanza per tutta la vita.
Con questa impostazione Omero
Pesenti correva il rischio di scadere nell’agiografia o nella raccolta di
pettegolezzi ma è riuscito a evitare entrambi gli estremi producendo un libro
scrupoloso e meticoloso da cui ha saputo osservare la vita del Toppi con la
corretta distanza e discrezione (indugiando solo in qualche episodio privato
degno di nota come il rapporto con gli amati animali domestici), anche quando
ne ha raccontato i molteplici problemi di salute.
Lo stile di Pesenti è
accattivante e coinvolgente non solo per l’argomento trattato ma anche per il
piacevole ritmo incalzante dato dalla sintassi rapida e i periodi brevi, con
dei garbati ma efficacissimi spunti ironici («Lui e l’Aldina sopportano con
malcelata noia e impazienza le proiezioni di diapositive in casa di qualcuno
[…]. Per loro è l’equivalente di un’esecuzione capitale. Chissà cosa penserebbe
il Toppi se gli dicessero di usare Facebook.»).
Mi ha lasciato un po’ perplesso che sia stato lo stesso autore a inserire delle
note dell’Autore nella parte
principale che ha scritto lui in persona, dando così l’impressione che quello
letto fosse un lavoro in divenire o una penultima stesura prima della versione
definitiva.
La rigorosa e partecipata cronaca
della vita del Toppi (en passant,
anche un mio amico mollò Medicina a causa dell’insormontabile esame di Chimica)
permette all’autore di ricostruire con grande efficacia la contemporanea storia
d’Italia, soprattutto gli anni ’40 e ’60. Il tutto senza assecondare facili
moralismi avanzando ad esempio l’ipotesi che i contatti della madre, impiegata
presso una casa editrice, possano essere stati funzionali nel trovare i primi
impieghi di Sergio Toppi, tra cui la celebre collaborazione con lo Studio
Pagot.
Il Toppi si conclude con delle interviste-appendici a quattro
persone che furono intimamente legate al fumettista e la naturalezza con cui si
sono messe a nudo (parlando anche di un altro grave lutto oltre a quello del
disegnatore) rivela evidentemente la grande levatura umana di Sergio Toppi.
Oltretutto è notevole la cura di Pesenti anche in questa parte del volume, per
cui gli aneddoti riportati nel nucleo principale del testo vengono citati nelle
interviste senza dilungarsi in dettagli già sviscerati. Oltre che un bravo
affabulatore Pesenti è evidentemente anche un editor molto meticoloso.
Un libro consigliato non solo
agli amanti di Toppi, insomma. Edito da Eremon Edizioni, costa 14,90 euro e
contiene delle illustrazioni inedite fuori testo a colori.
mercoledì 26 agosto 2015
Altre seste dita eccellenti
Tra i nomi più importanti del fumetto non solo Moebius è stato vittima della maledizione del sesto dito. In una delle storie di Abominevole, La Gabbia, è successo pure a Hermann:
E in una storia breve pubblicata su Orient Express 19, A qualcuno va bene, persino Sergio Toppi prese lo stesso abbaglio:
Non fu per questo, però, che Toppi venne contestato nella pagina della posta di un numero successivo, ma perché la natura fantascientifica del racconto sembrava snaturare la rivista di Bernardi rendendola più vicina alla concorrente L'Eternauta.
Nei fumettistici anni '80 ci si poteva lamentare per la presenza di Toppi, tanto era ricca l'offerta. Bei tempi.
mercoledì 25 settembre 2013
Almanacco dell'Avventura 2014
Non credo di dire una bestialità se affermo che il principale motivo di
interesse dell’ultimo Almanacco
dell’Avventura siano i redazionali più che i fumetti. Oltre alle
introduzioni-approfondimento ai tre volumi che Toppi realizzò per la collana Un Uomo Un’Avventura, vengono ospitati
due esaustivi omaggi alle figure di Decio Canzio e Sergio Toppi, con dei
contributi approfonditi ma per niente noiosi, in cui convivono rigore biografico
e gustosa aneddotica, e in cui l’affetto che traspare dalle testimonianze di
Castelli e Burattini va di pari passo con il divertito resoconto di storie poco
conosciute del fumetto italiano, bonelliano e non, fino a creare un affresco
più grande che abbraccia molta storia del fumetto italiano, con
interessantissime derive anche sulle personalità di Pratt e Battaglia. E
soprattutto, senza cedere mai alla facile agiografia. Il che tutto sommato è
anche comprensibile: le carriere e le biografie di Canzio e Toppi, sviscerate
scrupolosamente, parlano da sè e non necessitano di ribadire ulteriormente
quanto siano stati importanti per il comicdom nostrano.
Per quel che riguarda i tre “uomini” dei fumetti, la riduzione di formato
non è stata per nulla traumatica. Questo almeno è il colpo d’occhio che ho
avuto: non li ho riletti ma credo che anche così la narrazione “funzioni” bene.
Tutt’al più, le masse di colore di Laura Battaglia risultano troppo accese, decisamente
violente, sulla carta patinata; ma almeno la Bonelli è riuscita in molte pagine
a riprodurre dignitosamente il fitto tratteggio di Toppi, cosa che nemmeno la
Rizzoli Milano Libri riusciva a fare con costanza, se mai ci riuscì.
Resta ovviamente il rimpianto per i due autori, ma il fortuito intrecciarsi
delle loro carriere proprio per la casa editrice che oggi ne pubblica questa
commemorazione ha permesso di confezionare un volume di irripetibile coerenza.
martedì 21 agosto 2012
venerdì 22 giugno 2012
Memoria fotografica
Sergio Toppi (storia Non pronuncerai quel nome del ciclo Sharaz-De)
Giovanni Cavassori (un Mistico di Kata Kumbas)
Sergio Toppi (storia Non pronuncerai quel nome del ciclo Sharaz-De)
Da notare che le immagini a cui si è ispirato Cavassori (e che comunque ha
un po’ reinterpretato) comparivano praticamente affiancate nella storia di
Toppi.
Ok, questo l’ho messo più che altro per far vedere che possiedo una
rarissima copia di Kata Kumbas.
domenica 21 agosto 2011
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