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mercoledì 26 novembre 2025

Michel Vaillant Nuova Stagione 13: Redenzione

Continua sotto il segno del thriller la saga del nuovo Michel Vaillant, anche se non mancano drammi familiari e ovviamente le corse automobilistiche.

Le condizioni di salute di Françoise consigliano di rimandare gli impegni della scuderia Vaillante per la Indycar, ma col supporto della pilota canadese Elsa Tainmont la partecipazione si concretizzerà lo stesso, anche per un motivo di sicurezza nazionale: Steve Warson è sotto la protezione dell’FBI dopo gli attentati dei suprematisti bianchi ma facendolo partecipare lo stesso alle gare (opportunamente sostituito da un sosia negli altri frangenti pubblici) c’è la possibilità che i criminali si facciano vivi e quindi vengano catturati. In sostanza, i nostri eroi faranno da esca. La situazione si complica ulteriormente perché lo “spotter” di Elsa Tainmont, cioè il suo navigatore fuori pista, viene ricattato.

Redenzione è una storia ricca di colpi di scena, con personaggi che si rivelano essere diversi da quello che sembravano e sequenze cariche di tensione; anche se Lapière ascrive una scena shockante al mondo onirico rimane comunque shockante visto che non sappiamo in anticipo che è un sogno. La partita è ancora aperta ma alcuni nodi sono stati sciolti (e altri introdotti, forse), peccato che la cadenza diluita delle uscite impedisca un ritmo incalzante che gioverebbe molto alla serie. Cosa comune nella BéDé, ma che nella Nuova Stagione percepisco più castrante che altrove. E meno male che ne esce regolarmente uno all’anno!

I testi sono affidati al solo Denis Lapière mentre Marc Bourgne è affiancato ai disegni dalla new entry Eillam. Non ricordo chi fa cosa (di solito uno si occupava dei mezzi e l’altro delle figure umane), comunque alcune prospettive delle auto da corsa non mi convincono molto, ma forse la pista di Indianapolis a tratti è in discesa e anche visti dall’alto i mezzi sembrano quasi frontali. Al di là di questo, certi volti negli sfondi e certi profili non sono proprio azzeccati al 100% ma, onore al merito, la tavola muta a pagina 12 dice di più sul cancro e sulla gestione del dolore di tante graphic novel da 200 pagine disegnate col culo.

Colori del veterano Bruno Tatti col supporto di Romain Rosiau alle «tinte piatte». Claude Hauwaert si è occupato dell’impaginazione delle tavole, qualsiasi cosa voglia dire.

giovedì 21 novembre 2024

Michel Vaillant Nuova Stagione 12: Il Bersaglio

A rileggere le recensioni degli ultimi volumi (dopo almeno un anno tra uno e l’altro chi se li ricorda più?) mi sembra che la Nuova Stagione di Michel Vaillant sia in costante crescita. Questo albo non smentisce il trend e ancora una volta mi trovo a ripetere che è uno dei migliori della saga. Pur essendo una storia corale la scena viene rubata ai veri protagonisti dalla killer assoldata dai suprematisti bianchi per uccidere Steve Warson. In occasione della 24 Ore di Le Mans dovrà piazzargli una pallottola in testa, ma non tutto andrà come programmato.

Tra abbondanti scorci della regione in cui si svolge la gara e le obbligatorie sequenze delle corse automobilistiche Denis Lapière imbastisce un thriller coinvolgente e pienamente calato nella contemporaneità (certo, leggerlo dopo le elezioni statunitensi fa uno strano effetto!). Ovviamente il colpo di scena dello scorso numero, in cui i Vaillant finivano in prigione, è stato ancora una volta una boutade che qui viene risolta in poche vignette. Quindi, anche se non manca una forte continuity (Bob Cramer, la malattia di Françoise…), è inutile lamentarsi degli occasionali cliffhanger: tanto non avranno alcuna incidenza sugli episodi successivi e i singoli volumi sono godibili a sé esattamente come questo.

A una prima sfogliata i disegni di Marc Bourgne e Benjamin Benéteau possono sembrare scarni. In realtà nella loro sintetica eleganza dicono tutto quello che devono dire, facendo muovere e recitare i personaggi alla perfezione. Non a caso alcune sequenze sono mute e funzionano alla grande, immagino che i disegnatori abbiano fatto prove su prove per trovare le espressioni e le posture migliori oppure abbiano sottoposto amici e conoscenti a sessioni fotografiche per catturare i movimenti giusti.

Claude Hauwaert ha curato l’«impaginazione delle tavole», Bruno Tatti i colori con il supporto di Thomas Levadoux alle «tinte piatte».

lunedì 12 giugno 2023

Michel Vaillant Nuova Serie 11: Cannonball

Lo youtuber Pog, che esiste veramente, sfida Michel Vaillant alla Cannonball, la corsa non ufficiale (per non dire illegale) che attraversa gli Stati Uniti coast to coast non su un circuito ma tra strade e autostrade. Considerando la pericolosità dell’impresa e il rischio di vedersi revocata la licenza di pilota, Michel è titubante ma tutto il resto del suo staff/famiglia riconosce invece le opportunità commerciali e pubblicitarie della sfida.

I due avversari si fronteggiano quindi sulle enormi distanze del Nord America, tra note esplicative che chiariscono alcuni dettagli tecnici e che, chissà, forse sono pure un tentativo di product placement. Ma ecco che circa a metà volume avviene un colpo di scena: si scopre che la manomissione che ha coinvolto l’auto di Michel (flashforward con cui era iniziato l’episodio) riguarda la sua trasformazione in detonatore; se l’ispirazione principale poteva essere La corsa più pazza d’America, adesso Cannonball diventa Speed: qualora Michel dovesse scendere sotto le 100 miglia orarie di velocità, una bomba verrà fatta esplodere al Bellevue Hospital!

A salvare la situazione saranno il rampollo dei Vaillant mago dell’informatica e soprattutto Steve Warson che si introdurrà in modo rocambolesco nell’auto di Michel anche grazie all’aiuto dello stesso Pog. Una sequenza assolutamente inverosimile ma talmente adrenalinica e appassionante da far sospendere con piacere l’incredulità.

Ahinoi, quello che avrebbe potuto benissimo essere uno one shot, pur con blandi collegamenti alle sottotrame della minaccia incombente di Cramer e della misteriosa malattia di Françoise, si rivela alla fine l’incipit di una nuova trama che vede i protagonisti in galera con l’accusa di essere terroristi. Ma in fondo rimane perfettamente godibile anche così, tanto più che non escludo che il cliffhanger si risolva in una bolla di sapone come già successo con una situazione analoga della Nuova Stagione.

Ai testi c’è il solo Denis Lapière mentre ai disegni si segnala una new entry: ad affiancare il veterano Marc Bourgne c’è Olivier Marin. Non solo: Tomás Morón Aranda ha fornito supporto per gli sfondi mentre il colofon segnala che Claude Hauwaert si è occupato dell’«impaginazione delle tavole», qualsiasi cosa significhi. Lo stesso Bruno Tatti che ha colorato il volume si è avvalso del supporto di Luan Kodra. Pur con tutto questo spiegamento di forze, il lato grafico del volume non è proprio esaltante. Più che dignitoso, sì, però a volte i personaggi hanno delle pose poco naturali o presentano qualche piccolo dettaglio anatomico stonato che risalta inevitabilmente in uno stile di disegno così sintetico. Ma soprattutto mi chiedo come mai con tutti questi collaboratori non riescano a fare uscire un paio di storie all’anno invece di una sola.

Cannonball è comunque uno degli episodi più belli della serie, ambientato in contesto più originale del solito e soprattutto molto coinvolgente. Interessante poi vedere l’integerrimo Michel Vaillant che fa un po’ il bricconcello, giustificato dalla trama e dalle circostanze senza tradire l’essenza del personaggio.

sabato 28 maggio 2022

Michel Vaillant Nuova Stagione 10: Pikes Peak

Questo decimo volume della Nuova Stagione di Michel Vaillant è probabilmente il migliore, anche in virtù del fatto che è autoconclusivo pur essendo inserito nella continuity della saga.

Mentre Françoise è a Macao per concludere un accordo commerciale, gli strateghi della Vaillante pianificano di ridare lustro alla scuderia partecipando all’unica corsa che non abbia ancora vinto, perché non vi ha mai partecipato: quella di Pikes Peak che si svolge negli Stati Uniti tra tornanti micidiali e altitudini vertiginose. Michel parteciperà con la X-Pikes, una vettura dedicata al fratello deceduto che ricorda la sua identità di pilota mascherato. Le prove nel tragitto sono assai pericolose perché non ci sono transenne a delimitare i bordi delle strade, e oltre ci sono burroni a strapiombo; e questo non è tutto: a mettersi contro Michel Vaillant ci sono anche fastidiosi imprevisti e l’ostracismo del rivale Bob Cramer (forse un po’ macchiettistico) e un po’ di tutto l’ambiente yankee. Questo offre il destro per alcune gustose scenette sulla differenza tra Stati Uniti ed Europa.

Pikes Peak si legge tutto d’un fiato, per l’incalzante ritmo della vicenda ma anche a causa della velocità insita nella struttura della serie che presenta poche vignette per tavola, e spesso si abbandona a panoramiche o a sequenze mute all’interno degli abitacoli.

Benéteau e Dutreuil fanno un ulteriore passo avanti e con il loro stile sintetico riescono a rendere i personaggi estremamente espressivi e a offrire a ognuno un proprio volto personalizzato e identificabile, probabilmente essendosi ispirati a persone reali. Sui veicoli non mi pronuncio ma non ho dubbi sul fatto che siano il top a disegnarli. Unica pecca: dopo aver sfogliato il terzo episodio mi è sembrato che la loro interpretazione di Carole non fosse troppo rispettosa di quella di Bourgne. Ma mi sono anche accorto che i colori di Antoine Lapasset sono molto migliori rispetto a quelli dei primi volumi.

Pur essendo godibile a se stante (mutatis mutandis, un corrispettivo de L’uomo dalla stella d’argento nella saga di Blueberry), Pikes Peak è impregnato della continuity della saga e oltre a sviluppare qualche situazione precedente ne introduce probabilmente altre: Steve Warson tornerà a correre e le sue dichiarazioni di abbandonare la politica verranno rese pubbliche? Le minacce di Bob Cramer si concretizzeranno? Il crampo di Françoise è il sintomo di una malattia?

Dopo sette anni a 16,90 euro la collana subisce un aumento di prezzo che adesso sale a 18,90.

sabato 7 agosto 2021

Michel Vaillant Seconda Stagione 9: Duelli

La rediviva scuderia Vaillante partecipa al World Rally Championship, ma la preparazione dei piloti e dei navigatori è turbata dalla fame di successo di Daniel Farid, secondo della squadra dopo Michel che non vuole assolutamente rimanere tale e lo sfida apertamente. Con Michel e Daniel sembra che Lapière abbia voluto contrapporre un vecchio mondo delle corse (e non solo delle corse, forse) a quello moderno, visto che Daniel è fanatico dei selfie ed è estremamente social.

Nel mentre la causa contro la Vaillante intentata chissà quanti numeri fa da Dasz si risolve a favore dei nostri eroi, ma purtroppo la lieta novella dà quasi il colpo di grazia al cuore già provato del capostipite Vaillant.

Duelli si sviluppa con la solita fisiologica attenzione ai tempi dei piloti e alle descrizioni delle condizioni delle piste (da quelle ghiacciate a quelle riarse), per me è quasi arabo ma devo dire che alla fine si fa l’orecchio ai termini tecnici e la trovata meteorologica finale fa salire la suspense. Nel corso delle varie tappe del WRC Michel perde il suo copilota (ispirato a una donna realmente esistente, come evinciamo dai ringraziamenti) e a sostituirla arriva nientemeno che Steve Warson, ben contento di abbandonare i suoi asfissianti impegni politici per tornare a correre. Questo ultimate Warson un po’ new age aiuterà anche Michel a superare il trauma della perdita del fratello. Alla fine tutto si risolverà per il meglio, con tanto di un paio di colpi di scena ben piazzati. E potrebbe essere risolto definitivamente, visto che dopo anni e anni di stretta continuity arriviamo finalmente a un punto fermo – ma è ovvio che la saga continuerà. Resto comunque dell’idea che delle uscite più ravvicinate avrebbero reso più godibile questa Seconda Stagione, tanto più che molte tavole sono risolte con panoramiche e dettagli delle automobili in gara, senza dialoghi e senza che la trama si sviluppi in maniera che non sia descritta poi con i dialoghi. È anche questo il bello di Michel Vaillant, ovviamente, ma così la lettura (per chi non sta lì a rimirarsi i vari modelli di auto, almeno) è un po’ più veloce di quella di un albo “normale”.

In questo episodio i disegni mi hanno convinto un po’ meno del solito. Non parlo di quelli di Benjamin Benéteau che come al solito ha curato i veicoli, ma di Vincent Dutreuil che ha inchiostrato le figure umane senza modulare molto il tratto, così che a volte possono risultare un po’ statiche o freddine, quindi anche i pochi spunti umoristici (Michel che se la ridacchia sotto i baffi perché il padre deve fare cyclette) perdono forza. Nulla di grave, comunque, e questo nono episodio è molto godibile a livello grafico, anche grazie ai colori di Antoine Lapasset.

domenica 27 dicembre 2020

Michel Vaillant Nuova Serie 8: 13 Giorni

I tredici giorni del titolo sono quelli che ha a disposizione Michel Vaillant per prepararsi a partecipare al Gran Premio di Francia. Inizialmente riluttante, accetta l’invito di Cyril Abiteboul e così affronterà la gara coi colori della Renault. Le didascalie che scandiscono lo scorrere del tempo fanno montare la giusta tensione nel lettore che accompagna Michel nei suoi allenamenti sotto la supervisione di professionisti inaspettati (pare che un pilota di Formula 1 finisca in apnea più volte nel corso di una gara) e con strumentazioni quasi fantascientifiche a testimonianza dello scrupoloso lavoro di documentazione di Lapière e Graton junior. Oltre al lavoro per recuperare la forma, prendere confidenza con la nuova vettura e calibrarne i parametri Michel dovrà anche affrontare l’opinione pubblica e gestire un po’ di public relations. La narrazione procede spedita con qualche rarissimo (e gradito) tocco di ironia nei dialoghi e citando addirittura la preistoria di Michel Vaillant col suo passato di trombettista dilettante. Oltre a questo, sfilano una pletora di marchi realmente esistenti e di personalità del mondo reale (ho dovuto fare qualche ricerca su internet per capire chi fosse quel Cyril), motivo per cui all’inizio dell’episodio è stato messo un disclaimer a riguardo. Finché si arriva al Gran Premio, il momento più atteso dagli appassionati e quello più noioso per me. Il finale è decisamente buono; ovviamente la saga andrà ancora avanti (Michel deve riscattare il marchio Vaillante) ma siamo finalmente arrivati a un punto fermo.

Stavolta ad accompagnare Benéteau, che si occupa dei dettagli tecnici e nello scorso numero anche delle figure umane, c’è Vincent Dutreuil. Non so come si siano divisi il lavoro, ma effettivamente la parte grafica è un po’ inferiore rispetto agli episodi precedenti. Sfogliando il volume non si nota, però certi dettagli anatomici non sono proprio correttissimi (alcuni mani e piedi sono talmente brutti che sembrano disegnati da Jack Kirby) ma questi rari difetti sono tutti concentrati nelle prime pagine. C’è però anche qualche problema per così dire “logico”, ovvero Michel lamenta inizialmente di non essere in forma ma il suo fisico non viene disegnato in maniera diversa prima e dopo gli allenamenti, così come le fattezze di alcuni personaggi, e dello stesso protagonista, non sempre sono uguali di vignetta in vignetta. Un tratto così netto e sintetico, senza tratteggi e sfumature, sarà poi sicuramente elegante e funzionale alla narrazione, ma impostando la griglia delle tavole su tre strisce le vignette a volte risultano un po’ vuote, anche se il buon lavoro del colorista Bruno Tatti le rende comunque esteticamente valide. Il tempo di prendere maggiore confidenza con formato e personaggio e non dubito che i due disegnatori sapranno ottenere risultati migliori, e comunque nel complesso la parte grafica di 13 Giorni non è male.

domenica 17 aprile 2016

Michel Vaillant Volume Speciale: Altre Pagine Sconosciute

Preso da un contatto alla Lucca primaverile (che hanno ben pensato di fare in contemporanea col PlayModena). Il volume raccoglie storie meno che minori nell’economia della saga di Michel Vaillant ma costituisce una ghiotta proposta per i collezionisti tanto più che la tiratura viene indicata più volte come «limitatissima».
Le cinque storie brevi contenute sono:

È ovvio! (1973, 7 tavole), tratta da un volume fuori serie dedicato alle moto. Michel Vaillant non compare nemmeno e il protagonista è il campione belga di motocross Joël Robert, realmente esistente e che già era comparso nella saga. Comparto grafico di grande livello; testi praticamente dedicati solo alle descrizioni e agli esiti delle gare, che interesseranno solo gli appassionati dello sport, oppure di moto in generale e di Joël Robert in particolare.

Esclusivo: le novità del Salone di Ginevra (1983, 5 tavole), reportage a fumetti comparso su Vogue Hommes. Michel, Steve Warson e il giornalista ex pilota José Rosinski illustrano le novità automobilistiche presentate alla kermesse di Ginevra nel 1983. Pura pornografia meccanica, ovviamente, eppure sono presenti molte situazioni divertenti. Disegni ottimi, ci mancherebbe, e si nota il distacco dalla storia precedente di 10 anni prima: gli sfondi e i personaggi erano stati affidati a collaboratori più sintetici ed eleganti.

La sfida ATC (1983, 8 tavole non consecutive sulle 20 originali), introduzione ed epilogo di una storia le cui 12 tavole centrali sarebbero state riciclate da Graton per un volume della serie regolare. Gli ATC sono (o erano) dei mezzi a tre ruote progenitori dei moderni QUAD. Non essendoci la parte principale della storia originale, pubblicata su un albo pubblicitario apposito, l’azione si limita alla presentazione dei mezzi e ad alcuni intermezzi pubblicitari per Honda e Canada Dry. Quest’ultima è la bevanda misteriosa che faceva da sponsor anche a quella storia gialla di Charlier e Coutelis pubblicata su L’Eternauta di Zerboni. Pensavo fosse una bibita gassata, invece è una birra analcolica.
In Francia non è strano che due colossi del motociclismo e delle bevande investano capitali per promuovere i loro prodotti tramite dei fumetti. È proprio un altro mondo…

…come conferma A tutto gas! (1992, 12 tavole), storia pubblicitaria comparsa in un albo apposito per promuovere i prodotti di Butagaz, «ditta francese produttrice e distributrice di gas in bombole e cisterne». I due amici But’s e Fabien lavorano per Butagaz e (uno moro, l’altro biondo) si presentano come “Michel Vaillant” e “Steve Warson” vista la loro passione per le auto da rally. Inaspettatamente incontrano proprio i loro eroi (Steve è in zona perché ha acquistato casa) e così mentre i due piloti li mettono a parte di alcune dritte sui rally i due dipendenti di Butagaz si dilungano in consigli e suggerimenti che illustrano le offerte Butagaz e più in generale come lavora la ditta. Pur nell’ottica della marchetta A tutto gas! è una storiellina scorrevole e simpatica, in cui non manca nemmeno la suspense nelle scene delle corse. Di sicuro lo studio di Graton non lesinava sulla cura dei disegni anche per questi prodotti collaterali, e in questo caso è resa ancora più evidente dal bianco e nero con cui la Gazzetta ha dovuto stampare la storia.

Si chiude in bellezza con Operazione Armada (1999, 8 tavole), albetto allegato in origine alla rivista Fleet: Wilfried Dubol è un venditore di successo di parchi auto, che assiste preoccupato alla presentazione di una nuova, mostruosa, autovettura Vaillante che ha sei posti e sei ruote e può contenere di tutto, oltre ad avere una linea aggressiva e a pagare il bollo di circolazione più conveniente. Questo modello Armada non sarà messo in vendita ma solo dato in leasing alle imprese. Per Dubol e gli operatori del settore è un vero incubo, e infatti…
Operazione Armada è stata palesemente pubblicata in origine in un formato più piccolo e si nota l’ingrandimento delle tavole a cui è stata sottoposta. Ciò non pregiudica comunque la sua godibilità ed è probabilmente la storia migliore del gruppo (quella che ha oltretutto l’onore della copertina), con cui il volume si chiude in bellezza.

Altre Pagine Sconosciute ovviamente esaurisce il suo scopo nella soddisfazione dei collezionisti e dei completisti sfegatati di Michel Vaillant, e non a caso costa “ben” 9,99 euro per 48 pagine, ma è stato emozionante rivedere un pezzo della collana che ha fatto da apripista alla BéDé in allegato ai quotidiani.

mercoledì 23 aprile 2014

In nome di cosa e su cosa influisce?

Nuovo numero (il 73) del Michel Vaillant della Gazzetta. C'è stato qualche problema...
la frase non continua nella pagina successiva (occupata da una foto) né in quella dopo.
Stesso discorso
Al di là di questo, il Dossier su Schumacher mi è sembrato migliore di quello su Senna. La scrittura è più secca, coinvolgente, essenziale. E i fumetti mi sembrano di qualità migliore, pur se ricadono inevitabilmente nell'agiografia descrittiva.

mercoledì 16 aprile 2014

Le Storie di Michel Vaillant 72 - Dossier Michel Vaillant: Ayrton Senna

Il primo dei Dossier Michel Vaillant pubblicati dalla Gazzetta dello Sport (preso più per completare la collezione che per reale interesse) mi ha lasciato stupefatto: ho apprezzato di più la parte scritta che quella a fumetti. In effetti nonostante il mio tiepido interesse per l'argomento la lettura è stata spedita e piacevole, e non ho disprezzato i tocchi di appassionata e coinvolgente agiografia che la figura di Ayrton Senna pare meritasse abbondantemente.
Il volume è un bel tomo di 96 pagine a colori, a prezzo invariato rispetto alle uscite precedenti, che però di carne al fuoco non ne mette proprio tantissima considerato che i sei capitoli vengono introdotti da un titolo a piena pagina e non mancano nemmeno un bel po' di pagine bianche o riempite interamente da foto. Inoltre il volume si conclude con un appendice di ben 20 pagine in cui le auto guidate da Senna vengono interpretate dal virtuoso disegnatore dei mezzi meccanici (Pauwels? Papazoglakis? Lopez?), come nella retrospettiva Vaillant che veniva occasionalmente proposta nei volumi precedenti.
Meglio così, fosse stato un volume più denso non so se mi sarei imbarcato nella lettura.
I fumetti rivestono un ruolo di secondo piano nell'economia del libro, sia per la presenza quasi irrisoria (due storie rispettivamente di 4 e 8 tavole) sia per la semplicità delle trame, che si limitano oltretutto a sviluppare aneddoti già trattati nella parte scritta. Inoltre questo Dossier deve essere stato realizzato nella prima metà degli anni 2000 visto che purtroppo le criticità che hanno caratterizzato i disegni delle figure umane di quel periodo nella serie-madre sono le stesse che si avvertono anche qui.
Poco importa: non che avessi dei dubbi, ma questa collana la continuo eccome. Anche perché hai visto mai che con la scelta paracula di mettere i Dossier per ultimi (sicuramente più appetibili per un pubblico non appassionato di fumetti) alla fine non ci scappi pure qualche inedito a fumetti di Graton.

mercoledì 2 aprile 2014

Michel Vaillant 70 - Nel Nome del Figlio



Prova superata, e alla grande, per la Nouvelle Saison di Michel Vaillant, la sua versione “ultimate” che ha esordito oggi in Italia nella benemerita collana della Gazzetta dello Sport. Dalle immagini che avevo visto online e da alcuni commenti letti qua e là mi aspettavo il peggio e invece questo Nel Nome del Figlio si è rivelato un volume fantastico.
L’opera di demolizione e ricostruzione del mito ha lasciato tracce profonde, soprattutto nelle fisionomie di alcuni personaggi (Jean-Pierre Vaillant in particolare è irriconoscibile) ma ne valeva la pena e la cosa non è poi così negativa: ho trovato molto più affascinante la Françoise invecchiata e dimagrita della sua controparte classica, tipica bellezza un po’ anonima di Jean Graton. Compatibilmente col cambio di registro questa Françoise è pure stronza, visto che si infuria con il figlio scomparso invece che preoccuparsi per lui.
Sul lavoro del “meccanico” Benjamin Benéteau (che se non erro faceva già parte del team) nulla da eccepire, segnalo solo come ormai le auto da corsa si vedano a malapena sotto gli adesivi dagli sponsor (impeto di realismo o critica al mondo delle corse? In ogni caso un sacco di lavoro in più per Benéteau); la grande incognita era Marc Bourgne, che però ha rivoltato con successo lo stile di Graton preferendo un segno marcato e deciso alle delicate silhouette del maestro, e che (vivaddio) ha infuso nei personaggi molta espressività e molto dinamismo, altro che goccioline di sudore e linee cinematiche a simulare sorpresa e movimento. Forse una vignetta estrapolata dal contesto può sembrare poco interessante, ma inserita nell’economia della tavola dimostra come Bourgne sia pienamente padrone del proprio mestiere. E anche se il volto di Michel cambia di vignetta in vignetta si intuisce lo stesso il grande lavoro che deve aver svolto Bourgne per trovare la faccia giusta e rimanervi fedele, lavoro testimoniato anche dagli schizzi preparatori stampati a pagina 57.
Per quel che riguarda i testi mi sembra che la politica di realismo e disincanto, non disgiunta da elementi di critica sociale, iniziata da Philippe Graton sin dall’inizio della sua gestione sia giunta a piena maturazione, creando quindi una forte continuità con gli ultimi volumi. Quello che cambia rispetto all’ultimo episodio di ben 5 anni prima è il cast e le sue dinamiche: non solo i segni del tempo si vedono sul volti dei personaggi più anziani, ma adesso la famiglia è allargata e i fratelli Vaillant hanno entrambi due figli adolescenti! E com’è intuibile sin dal titolo uno dei due, Patrick figlio di Michel, avrà un ruolo cardine nella storia.
Storia che però verte inizialmente su una delle periodiche crisi della Vaillant, le cui cause e i cui effetti vengono descritti con la consueta freddezza documentaristica a cui ci ha abituato la serie negli ultimi anni, e che costituisce un atto d’accusa più efficace di tanti trasporti emotivi. Per tornare ad avere una chance sul mercato globale la Vaillant deve farsi sponsorizzare da una multinazionale per poter così partecipare al WTCC e sperare di imporsi nuovamente. Purtroppo le preoccupanti notizie che giungono dal collegio esclusivo dove si trova Patrick fanno sì che Michel Vaillant perda la testa e mandi al diavolo la corsa.
Il protagonista si dimostra ovviamente ancora una volta tanto abile nella guida da sfiorare il sovrannaturale, eppure non è mai stato più umano di come viene dipinto in questa storia: anzi, proprio la sua formidabile abilità al volante sembra sottolineare quanto sia fragile e forse fallibile nella vita privata.
Al di là della storia, che nemmeno termina con questo primo volume, è molto suggestivo il ritmo che Philippe Graton e Denis Lapière vi hanno infuso, creando sapientemente la giusta suspence nel presentare i personaggi e farci vedere come sono stati modernizzati, insomma la citazione che ho fatto all’inizio dell’Universo Ultimate era blasfema ma non campata in aria. Anche la montante attesa per l’apparizione di questo benedetto Patrick è stata resa con maestria, io temevo che non si sarebbe nemmeno visto.
E così, un colpo di scena dopo l’altro, si arriva alla cinquantaquattresima tavola, dove un bel cliffhangerone rimanda al prossimo volume, mai così atteso come in questo caso. E per fortuna (almeno questa soddisfazione a vivere in Italia) mancano solo 7 giorni.
In appendice, oltre a un reportage sull’incursione della Vaillant nel mondo reale, vengono proposte le cronologie di Michel Vaillant e Julie Wood.

mercoledì 26 marzo 2014

-11! (e un mistero)

Per me, un'ottima notizia. Questa serie integrale sarà ancora più integrale. Perché non pubblicarli tutti, i Dossiers, visto che ci sono? E chissà che a questo punto non vedano la luce pure gli altri lavori semisconosciuti di Jean Graton.
Il mistero: in questo episodio la numerazione delle tavole, non sempre presente, sembra essere avanti di 3 numeri rispetto al numero delle pagine, dando l'impressione che ci siano 3 tavole scomparse.
Non credo che abbiano lasciato fuori dal volume tre tavole originali quando sarebbe bastato spostare o eliminare altro materiale per far loro posto, e la storia consta comunque delle canoniche 44 tavole. Può darsi che si tratti di un semplice errore di numerazione, come occasionalmente succede (anche in un precedente episodio di Michel Vaillant) o forse i disegnatori hanno contato come tavole di fumetto anche quelle che nel volume originale erano il frontespizio e la prima pagina. Se qualcuno potesse sciogliere l'arcano...

mercoledì 29 gennaio 2014

-10



Come passa il tempo. Con il volume che è uscito oggi comincia il conto alla rovescia verso la conclusione della serie di Michel Vaillant per la Gazzetta dello Sport.
Cominciata senza troppo convinzione (letti alcuni episodi sparsi in passato, mai entusiasmato), la serie mi ha inaspettatamente catturato, anche se chiaramente le condizioni estremamente favorevoli con cui  viene venduta sono un ottimo viatico per apprezzarla. Oltretutto deve essere stata un successo visto che dalle previste 35 uscite è arrivata ad abbracciare tutta la serie, e contemporaneamente è stata messa in cantiere la collana dedicata a Lucky Luke: ciò lascerebbe ben sperare per qualche altra proposta di classici della BéDé.
Certo, per me non è stato tutto rose e fiori il rapporto con Michel Vaillant, ma sempre per ragioni indipendenti dalla volontà dell’editore: alcune copie non è che siano arrivate proprio intonse e per un bel po’ di mesi non c’era verso di trovare i volumi nelle edicole, e ho dovuto farmeli comprare da amici di altre città prima che il mio edicolante di fiducia puntasse i piedi contro il distributore locale.
Questo ultimo scorcio della serie ha presentato due belle sorprese: il passaggio (solo ora ufficializzato, ma Graton padre ha sempre avuto dei collaboratori) dei testi a Philippe Graton ha portato una bella ventata di novità, con temi più originali e un ritmo più serrato. Ahimè, la qualità del disegno è sensibilmente calata, e in questo numero 61 viene spiegato perché, ma spero che si risollevi. Inoltre visto l’episodio celebrativo saltato il numero scorso credo proprio che il settantesimo volume della collana ospiterà il primo episodio della nuova serie francese di Michel Vaillant.

domenica 6 gennaio 2013

Il dono della sintesi





Nemmeno stavolta ho saputo resistere alla tentazione di fare una comparazione tra l’ultima versione di un fumetto che ho acquistato e quella che ho già. Ovviamente anche per me era risaputo che Classici Audaci e Albi Ardimento venivano mutilati di alcune tavole originali per fare spazio alla pubblicità (chissà se sul Corriere dei Piccoli compariva la versione integrale), ma confrontando i primo episodio di Michel Vaillant con il volume allegato alla Gazzetta dello Sport mi sono accorto di altre differenze, a partire da quella di cui sopra: la Rizzoli a quanto pare era solita decurtare i dialoghi e le didascalie, oltre che censurarle (i famosi testi “ammorbiditi” di Blueberry).
Inoltre le tavole non venivano semplicemente eliminate così come si trovavano, non in questo caso almeno: veniva fatto un lavoro di ricostruzione a partire dal materiale di partenza, per cui vignette di una tavola venivano messe in un’altra in modo da non spezzare le sequenze che passavano da una pagina all’altra. Nei primi due dei tre casi de La grande sfida immagino che ci fossero a monte anche delle ragioni “morali” per eliminare proprio quelle parti:

Nel primo caso il protagonista che beve alcol poteva essere considerato un cattivo esempio (anche se viene fatto bere a forza e non si dice chiaramente di che sostanza si tratta), mentre nel secondo caso poteva sembrare disdicevole che il pilota da corsa portasse le sue prodezze anche al di fuori dei circuiti, per quanto il poliziotto notasse che in fondo con lui alla guida i passanti e gli altri automobilisti corressero meno rischi. E, appunto, chissà che anche la connivenza di un rappresentante delle forze dell’ordine non fosse ritenuta diseducativa se non passabile di denuncia!
Meno giustificata da un punto di vista “morale” l’eliminazione di questa tavola:

Forse nel 1970, anno di pubblicazione del suo volume, la Rizzoli aveva una considerazione del gentil sesso più lusinghiera di quella che Jean Graton avrebbe dimostrato ancora negli anni a venire!
Interessante notare poi una censura anglofoba (anche gli altri termini inglesi nei dialoghi, nei biglietti, ecc. sono stati censurati):

La didascalia in basso non è un’aggiunta recente: se osservate con attenzione la seconda versione noterete al suo posto quella “neve” dovuta a un intervento tipografico, così tipica dei tanti volumi Grandi Eroi della Comic Art in cui andava a coprire le nudità dei personaggi (oltre ovviamente alla pesante inchiostrazione nera nel trench di Michel Vaillant perchè evidentemente non erano riusciti a fare di meglio!).
Segnalo ancora questo bignami realizzato dalla DeAgostini per la sua Enciclopedia del Fumetto:

Se qualcuno ha qualche altro aneddoto o curiosità relativo ad altre edizioni italiane me ne renda partecipe.


giovedì 6 dicembre 2012

Ricapitolando

Costa 1€

La qualità di stampa è buona

La carta è patinata (oltre ad essere di prestigio ravviva i colori originali)

Il formato è comodo e non penalizzante

I redazionali sono tanti e interessanti

Ci sono degli interventi scritti dello stesso Graton

Contempla pure delle storie brevi di pre-serie di cui ignoravo l'esistenza

Se l'iniziativa dovesse incontrare il favore del pubblico avremo la pubblicazione integrale (e chissà che magari non pubblichino pure altro)

Insomma, Michel Vaillant non mi fa impazzire ma perdersi questa edizione è da coglioni. Anzi, da criminali.