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martedì 23 settembre 2025

What If...? Paperino diventa Iron Man

Più ancora dell’Uomo Ragno Iron Man ha avuto delle origini violente. Un inventore di armi (e già qui) che viene rapito in guerra, vede morire il suo compagno di prigionia e finisce con una ferita invalidante non poteva essere trasposto nel mondo Disney in maniera troppo fedele. Ben venga: così Steve Behling si è inventato delle situazioni originali e inedite. Anche se il fumetto presenta sequenze quasi drammatiche, per quanto possano esserlo in un prodotto destinato anche all’infanzia e non solo agi appassionati.

In procinto di andare a un appuntamento con Paperina, Paperino deve però prima ritirare da Archimede il progetto commissionatogli da Paperone di una escavatrice per recuperare oro sotto la crosta terrestre. I Bassotti spiano la conversazione e rapiscono Paperino, il quale però è riuscito a ottenere dall’inventore casinista solo una chiavetta usb in cui dovrebbe esserci anche il progetto che vuole Paperone. Una volta avuta la chiavetta perché i Bassotti non costruiscono direttamente loro il macchinario (con cui ambiscono di penetrare nel deposito) invece che costringere Paperino a farlo con i rottami che hanno raccattato? La divertente risposta la danno direttamente loro a Paperino.

Il resto è intuibile: Paperino rinviene anche i progetti per un’armatura hi-tech e la costruisce per cavarsi dai guai. E anche qui il soggettista o lo sceneggiatore se ne esce con un’ottima giustificazione per il fatto che il papero teoricamente monitorato dai Bassotti abbia potuto farlo senza attirarne l’attenzione.

La violenza è ovviamente molto ridimensionata e Behling (o Barbieri?) ha trovato un ottimo escamotage per aver ragione dei Bassotti senza ferirli: l’armatura che si costruisce Paperino era un progetto di Archimede per estirpare le erbacce del giardino e tutti i suoi gadget sono a tema. Erbacce con cui peraltro era iniziata la storia: tout se tient, con eleganza.

E alla fine c’è ancora tempo per l’appuntamento con Paperina e una simpatica gag finale. Insomma, un episodio molto divertente.

Buoni i disegni espressivi e dinamici di Donald Soffritti ben colorati dal solito Lucio Ruvidotti, mai così livido in alcune sequenze (ma è la storia che lo richiede).