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mercoledì 13 luglio 2016

NowComics 1800 9 e 10 - Sherlock Holmes e il Necronomicon 1 e 2

Ormai davo per defunta la collana e invece un paio di settimane fa sono usciti due nuovi volumi. Stando alle note in gerenza sarebbero stati confezionati ancora a febbraio 2016, mentre dai redazionali figurano contemporanei ai due di 20.000 secoli sotto i mari che però datavano ottobre 2015. Mistero.
Sherlock Holmes e il Necronomicon riprende il filo della saga iniziata con i vampiri e vede il ritorno dell’arcinemico Moriarty salvato dalle sue abilità magiche. Nonostante la natura del protagonista l’elemento investigativo non è quello predominante in questo fumetto: c’è spazio sia per delle divagazioni fantastiche molto suggestive che per una buona dose di azione e di “effetti speciali”. La storia è insomma avvincente e originale, e si legge con grande piacere nonostante un protagonista programmaticamente freddo e distaccato – come lui stesso si scusa di essere.
Forse Sherlock Holmes avrebbe dovuto intuire il bluff di Megan Donnelly all’inizio, il cliffhanger che chiude il primo volume ricorda sin troppo quello di 20.000 secoli sotto i Mari e sarebbe stato più coerente che le motivazioni di Taher Emara lo portassero dalla parte dei buoni, ma a parte questi particolari insignificanti la storia è l’ennesimo gioiello di questa serie. Anzi, probabilmente uno dei migliori con la raffica di colpi di scena nel secondo volume e il finale per niente scontato.
Vladimir “Laci” Krstić si conferma un ottimo disegnatore: realistico, dettagliatissimo ma anche espressivo. I suoi sfondi sono curatissimi ed eccelle nel chiaroscuro. Credo comunque che parte del merito della resa finale delle tavole, così suggestiva, vada attribuito anche al colorista Axel Gonzalbo.
In appendice come al solito approfondimenti, dietro le quinte e anticipazioni. Confesso che i primi hanno avuto una certa utilità a darmi un’idea di quello che può essere successo in Providence 2.
In seconda di copertina viene annunciato che il prossimo distico a essere pubblicato sarà Sherlock Holmes Crime Alleys, ma se e quando usciranno altri volumi della collana NowComics credo che nemmeno Sherlock Holmes in persona saprebbe dirlo.

mercoledì 13 maggio 2015

NowComics



Tra i meriti dell’Editoriale Cosmo (che ne L’Incal 2 ha invertito due balloon ma vabbè) c’è quello di aver inventato o consolidato dei formati che altri editori, constatata la permanenza delle proposte sul mercato, hanno adottato a loro volta occasionalmente adattandoli secondo le esigenze delle tipografie.
La 001 è la seconda casa editrice, dopo la deludente scelta della Mondadori, ad aver seguito l’esempio delle benemerite collane Cosmo Color e sta producendo una raffica di volumi in formato 20x26 brossurati a colori. Io ne ho trovati al momento solo 3, di cui l’ultimo era appena arrivato in fumetteria sabato scorso, ma pare che il programma editoriale preveda delle uscite molto fitte.

Obiettivamente, a differenza degli omologhi della Cosmo i prodotti targati NowComics (questo il nome della collana-ombrello) si segnalano per materiali di qualità più elevata: la carta è una patinata lucida e il cartoncino della copertina è bello rigido. Inoltre a integrare le canoniche 46 tavole di fumetto ci sono dei redazionali con cui si tocca la classica soglia delle 64 pagine – poiché tra questi redazionali ci sono interviste in cui si parla esplicitamente di questa edizione e della 001 è chiaro che si tratta, almeno in parte, di materiale prodotto apposta e non semplicemente tradotto. Le pagine sono inoltre rilegate e cucite sul dorso, non incollate. Il tutto a un prezzo in linea con i prodotti Cosmo, ovvero 4,90 euro a volumetto. Avendoli trovati solo in fumetteria e non in edicola (con un percorso quindi inverso rispetto al circolo virtuoso della Cosmo) ignoro se e come la 001 possa ricavare utili dall’operazione, ma finché dura ne approfitto. Oltretutto, la stessa Cosmo ha già pubblicato in formato bonellide gli stessi titoli.
Il piano editoriale prevede principalmente la pubblicazione di fumetti inseriti nella collana francese 1800, una scelta a mio avviso molto valida strategicamente perché le singole mini-saghe si articolano in due soli volumi, quindi il lettore accorto delle regole del mercato franco-belga sa che per arrivare alla fine non dovrà aspettare anni. Inoltre l’abbondanza di numeri 1 invita ancor di più all’acquisto, soprattutto a questo prezzo: li compro per provarli e di quelli che mi sono piaciuti leggo anche il seguito.
Al momento unica eccezione a questa formula è l’inserimento della saga ben più articolata di Universal War One, anche quella piuttosto invitante.
In 1800 autori diversi si sono cimentati con la stessa formula: ogni distico prevede l’incontro/scontro tra due o più personaggi letterari, quindi Sherlock Holmes contro Dracula, Frankenstein contro il Dottor Jeckyll e via di seguito. Un’idea non proprio originalissima, ma capace di produrre buoni risultati se ben condotta. E infatti, andando ad analizzare brevemente i primi volumi:

Sherlock Holmes e i Vampiri di Londra 1: Il richiamo del sangue. Sherlock Holmes viene ingaggiato col ricatto dal vampiro Selymes per dare la caccia alla “scheggia impazzita” Chanes, vampiro brutale che si è spinto troppo oltre con i suoi delitti attirando attenzioni indesiderate per la comunità dei vampiri.
La storia è intrigante e la figura di Sherlock Holmes resa molto bene, con i suoi pregi e i suoi difetti. Da vecchio giocatore di ruolo mi è sembrato però che lo sceneggiatore Sylvain Cordurié non abbia trattato col dovuto rispetto i vampiri, qui talvolta delle mammolette a cui persino il non più giovane Mycroft Holmes riesce a spezzare il collo (!). E nel 1891 Selymes non poteva avere nella sua collezione l’Urlo di Munch.
I disegni di Vladimir Krstić, in arte Laci, sono molto buoni. Gli sfondi sono particolarmente curati, forse quando mette del nero (soprattutto nei primi piani) ce ne mette un po’ troppo.

Scotland Yard 1: Nel cuore delle tenebre è un pastiche con un sacco di citazioni. Il protagonista principale (ma la storia è di impianto corale) è Tobias Gregson, personaggio minore dei romanzi di Sherlock Holmes, che viene trasferito a una “squadra fantasma” di Scotland Yard per dare la caccia a due maniaci omicidi scappati durante un traferimento che egli stesso stava conducendo e che è stata l’occasione per il suo superiore di farlo finire in disgrazia. I due pericolosi alienati sono tratti dal Dracula di Bram Stoker, ma in un corto circuito metanarrativo compare tra le comparse lo stesso Stoker, a Londra in cerca di ispirazione (quindi immagino che al termine delle storia si scoprirà che si è ispirato alla figura di Renfield per il personaggio omonimo e all’altro matto, Carfax, per il nome della proprietà di Dracula).
La storia è frenetica e appassionante e i personaggi sono ben caratterizzati. Ha inoltre il pregio di essere perfettamente conclusa in questo primo volume, anche se resta ancora un pazzo da recuperare, cosa che sarà ovviamente oggetto del prossimo episodio. I disegni acquarellati di Stéphane Perger sono uno spettacolo, mi chiedo come possano essere stati resi nella versione Cosmo.
In Scotland Yard si palesa manifestamente la natura di universo condiviso che permea tutte le singole collane di 1800: l’ispettore Lestrade ha un piccolo ruolo anche nel precedente volume, così come Faustine Clerval, uno dei componenti di questo C.S.I. ante litteram, sarà protagonista in Mister Hyde contro Frankenstein.

Mister Hyde contro Frankenstein 1: L’ultima notte di Dio. Quasi anticipato da un manifesto che compare in Scotland Yard (con cui questa serie condivide lo sceneggiatore, Dobbs al secolo Olivier Dobremel), questo fumetto è il più esplicito a rivelare le sue ispirazioni letterarie. Che però non si limitano ai personaggi del titolo ma abbracciano anche altre realtà non solo fantastiche: in apertura la Clerval pone fine alle sofferenze del povero John Merrick, l’Uomo Elefante.
La narrazione è frammentaria, vengono presentati diversi personaggi finora non indispensabili allo sviluppo della trama e non mancano divagazioni dal retrogusto filosofico. L’unico filo conduttore è la ricerca che Jekyll compie per recuperare dei ritrovati farmaceutici nella più profonda e inquietante Europa dell’Est, occasione nella quale avrà il primo contatto col mostro di Frankenstein. Nonostante questa narrazione sincopata e gli arditi salti temporali, Mister Hyde contro Frankenstein è molto coinvolgente e non vedo l’ora di leggere il seguito.
A una prima scorsa i disegni di Antonio Marinetti sembrano un po’ scarni ma una volta letto il fumetto il disegnatore rivela tutta la sua maestria nel raccontare, e oltretutto le immagini digitali che usa per gli sfondi sono amalgamate piuttosto bene con i suoi disegni, cosa niente affatto scontata. Forse una colorazione più vivace (limitando le tinte più cupe ai flashback) avrebbe valorizzato di più il lavoro di Marinetti.

Insomma, questa prima informata di titoli mi ha pienamente convinto e sicuramente seguirò la collana, che immagino si manterrà sugli stessi livelli – dalle interviste agli autori risulta che l’editor della collana Jean-Luc Istin è alquanto puntiglioso. Va inoltre detto che la grafica di NowComics pur essendo semplice è piuttosto elegante e, cosa molto più importante, che gli unici difetti di stampa che ho riscontrato nelle mie copie sono stati dei fuori registro, quindi un problemino di carattere meccanico e non le turpitudini pixellate a cui ci ha abituato (SE qualcuno ci si è abituato) la stampa digitale.
A mio avviso l’unico “difetto”, ma tra moltissime virgolette, di questa collana è proprio quello che dovrebbe essere uno dei suoi valori aggiunti, ovvero la presenza dei redazionali. Dimostrano senz’altro una grande cura e competenza, e in linea di massima è anche gradevole guardare i dietro le quinte e persino i “prossimamente”, però si tratta comunque di un corpo estraneo che il lettore “deve” leggere e che fa assomigliare i volumi più a delle riviste che a degli albi a fumetti.