Io l'avversione di molti per i remake non la capisco.
Da sempre l'industria del cinema coi remake ci ha campato alla stragrande, fin dagli anni cinquanta quando hanno cominciato a riprendere pellicole degli anni trenta – e così è stato anche in tutti i decenni successivi (vado a memoria: il Nosferatu di Werner Herzog, Per un pugno di dollari di Sergio Leone, i 10 comandamenti, Angeli con la pistola – Frank Capra l'ha rifatto due volte, facendo il paio con Hitchcock con L’Uomo Che Sapeva Troppo – Scarface, Distretto 13, The Ring, L’esercito delle 12 scimmie, La Cosa... e una serie infinita di grossi titoli che potete ricavarvi da soli con un minimo di ricerca).
Certo, spesso i remake non vengono fuori troppo bene (la palma del peggiore la assegno senza esitare a quella porcheria inguardabile di Rollerball, ma anche i più recenti Nightmare o Pet Sematary non scherzano) ma, pensateci: un brutto remake non inficia in alcun modo l'originale. Anzi, semmai lo esalta, lo ripropone alle nuove generazioni, ne perpetua la memoria.
Detto questo, credo sia arrivata l'ora, dopo sessant'anni (e passa) di un bel remake de Il Pianeta Proibito. E ho un solo nome in testa per scriverlo e dirigerlo: David Fincher.
Ho buttato giù una locandina teaser, tanto per crederci di più... e già che c'ero, una bozza di cast.
E di mezzi. E di concept scenografici. Insomma, lo sapete: quando mi fisso una roba, mi faccio dei veri e propri film (ops).