Facile compilare top ten dei dieci film imperdibili, dei dieci cd irrinunciabili, e via classificando, come del resto ho fatto io nei miei slanci nickhornbyani.
Meno facile (e più imbarazzante) è farlo con quei prodotti che sono brutti, incontestabilmente brutti, senza appello brutti... ma che, per qualche sinistra ragione, ci piacciono moltissimo e che saremmo pronti a difendere con le unghie e coi denti da qualsiasi detrattore.
Ma, per mantenere uno straccio di coerenza e mostrarvi il mio squallido coraggio, ecco che vado a proporvi la mia personale top five dei 5 film più brutti di sempre... ma che adoro e che potrei rivedere all'infinito.
Barb Wire
di David Hogan, 1996

La trama di
Barb Wire si potrebbe scrivere sul palmo di una mano. In un oppressivo futuro prossimo, l'eroina Barb Wire mette in salvo una ragazza che custodisce l'antidoto all'Aids.
Ecco qua.
Boiata senza appello. Dovrebbe essere un film d'azione con background fantascientifico, e invece somiglia di più a una puntata movimentata di Baywatch, solo che la bagnina più famosa del mondo che fa da protagonista ha il costume di lattice nero.
Ma Pamela Anderson qui era nel suo massimo splendore: levigata, eccessiva, coattissima.
In altre parole: splendida.
Potete guardarlo anche ad audio spento.
Moonwalker
di Jerry Kramer, 1988

Un pastrocchio fine anni ottanta, che più celebrare il re del pop, ne fa una macchietta da tv dei ragazzi.
Non si capisce se si sta assistendo a un documentario, a un film per ragazzini, o a un videoclip "stirato" per un'ora e mezza.
Discontinuo, zoppicante, ingenuo, confuso.
Ma anche rutilante, ipercolorato e assolutamente irresistibile in almeno due, precisi momenti:
1) quando Michael Jackson balla Smooth Criminal in una sordida dancefloor anni trenta e
2) quando Jackson si trasforma, con vent'anni di anticipo su Transfomers, in un incredibile robot gigante con sfoggio di effetti visivi straordinari per un'epoca priva di CGI.
Chicken Park
di Jerry Calà, 1994

Demenziale oltre ogni dire.
Una nostrana versione di Jurassic Park, dove invece dei dinosauri ci sono dei polli giganti.
Devo aggiungere altro?
Praticamente introvabile, forse perché lo stesso Jerry Calà, autore e interprete di questa insalvabile bruttura, ha dato il suo veto a ripubblicarlo in dvd o a ritrasmetterlo sia pure alle tre di notte su TeleTevere.
Ma chi ha il VHS (eccomi) se lo tiene bello stretto, perché Chicken Park è un autentico capolavoro trash. Nel suo cast sono finiti, ancora mi chiedo come, Rossy De Palma, Demetra Hampton e il caratterista americano Lawrence Steven Meyers.
Il film (bé, parolone) è infarcito di citazioni più o meno esplicite a Full Metal Jacket, Sister Act, Pretty Woman, Mamma ho perso l'aereo, il Postino, Edward mani di forbice, Godzilla, La Famiglia Addams oltre che, naturalmente, a Jurassic Park.
E per Jerry Calà ho sempre avuto un'incondizionata simpatia. Problema mio.
Ultraviolet
di Kurt Wimmer, 2006
Kurt Wimmer aveva diretto l'ottimo
Equilibrium (ne parlai
QUI) e dopo tre anni, incoraggiato da un budget più sostanzioso, riprovò descrivendo di nuovo una distopia futuristica, ma fallendo miseramente il bersaglio.
Ciò che ne venne fuori è un insulso mix tra l'ennesima storiella di vampiri e un videogame ultracolorato di serie B, dove persino la computergrafica sembra quella di una vecchia consolle per sparatutto.
Noiosissimo e stroboscopico.
Ma se invece che sulla vicenda da colpo di sonno vi concentrate sugli incredibili contrasti cromatici e il taglio vertiginoso di ogni singola inquadratura e, soprattutto, sulla bellissima pancia della Jovovich (sempre deliziosamente scoperta da tutti i numerosi costumi indossati nel corso del film), troverete immenso questo film.
Come me.
Robot Jox
di Stuart Gordon, 1990

Con la fantascienza, più che in altri generi, bisogna andarci cauti: nel senso che, o hai una storia originale da raccontare supportata da una sceneggiatura a prova di bomba oppure hai un mucchio di quattrini da spendere e nascondi la pochezza delle idee con un turbinio di effetti speciali e digitali tali da confondere lo spettatore.
Robot Jox non ha né le une né gli altri.
È un pessimo film di fantascienza che rubacchia da Rollerball e dagli anime di Goldrake e Gundam, ai quali si rifà il mecha-design dei robottoni in cui i protagonisti se le danno di santa ragione per conquistarsi l'Alaska.
I robottoni in questione sono realizzati e animati in economia e si vede.
Il cast è semplicemente terribile e doppiato pure peggio.
La battuta ricorrente di tutto il film è "Colpisci e spara": non proprio ai livelli de La Forza sia con te, insomma.
Allora, cosa salvare di quest'immondizia?
Una sola, ma determinante cosa: il coraggio di aver tentato di trasporre nel mondo reale le suggestioni di tutti quelli che, come me, negli anni ottanta crebbero pasciuti a Goldrake ed Atlas Ufo Robot.
Solo Michael Bay ci ha riprovato un paio d'anni fa con Trasformers e un budget forse mille volte superiore a quello del povero Gordon (confezionando, a mio avviso, un blockbuster noiosissimo e da vietare ai maggiori di quattordici anni).
Robot Jox non è un film, ma una visione.