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martedì 22 maggio 2018

Agent Carter

"Marvel's Agent Carter" è una serie tv della Marvel del 2015 costituita da due stagioni rispettivamente da 8 e 10 episodi da 45 minuti ciascuno. 
Il telefilm è ambientato nel 1946 a New York dopo il film del Marvel Cinematic Universe del 2011 "Captain America - Il primo Vendicatore". Gli attori del film, infatti sono gli stessi della serie tv.
La protagonista è Peggy Carter, che, dopo aver combattuto insieme a Captain America durante la Seconda Guerra Mondiale, essersi innamorata di lui e averlo perso, cerca di ricostruire la sua vita lavorando sotto copertura come unica agente donna dell'SSR (Strategic Scientific Reserve). Ma l'ambiente maschilista la opprime, così si lascia convincere da un vecchio amico, il geniale donnaiolo Howard Stark, a fare il doppio gioco per lui.
L'ambientazione storica mi è piaciuta molto e anche la protagonista forte. La trama non è incredibile, ma scorre bene.
Il problema di questo telefilm è che la protagonista è una terrificante Mary Sue: fa 2000 flessioni su di un braccio solo, decifra codici russi ad una sola occhiata e così via. In più, per dimostrare di essere forte, tratta tutti a pesci in faccia.
I personaggi con più spessore sono il maggiordomo Jarvis e Jack Thompson, collega maschilista e pieno di sé di Carter.
In definitiva una serie carina, ma che avrebbe potuto essere molto migliore. Infatti nel 2016, dopo la seconda stagione è stata cancellata.

"Marvel's Agent Carter" is a 2015 Marvel TV series consisting of two seasons of 8 and 10 episodes of 45 minutes each.
The show is set in 1946 in New York after the 2011 film of the Marvel Cinematic Universe "Captain America - The First Avenger". The actors of the film, in fact, are the same of the TV series.
The protagonist is Peggy Carter, who, after having fought together with Captain America during the Second World War, having fallen in love with him and having lost him, tries to rebuild her life working under cover as the only woman agent of the SSR (Strategic Scientific Reserve). But the chauvinist environment oppresses her, so she lets herself be convinced by an old friend, the brilliant womanizer Howard Stark, to play for both sides.
I loved the historical setting and also the strong protagonist. The plot is not incredible, but it flows well.
The problem with this show is that the protagonist is a terrifying Mary Sue: she does 2,000 pushups on one arm, deciphers Russian codes at a single glance and so on. In addition, to prove that she is strong, she treats everyone badly.
The characters with more depth are the butler Jarvis and Jack Thompson, Carol's chauvinist colleague.
Ultimately it is a nice series, but it could have been much better. In fact, in 2016, after the second season, it has been canceled.

mercoledì 18 aprile 2018

Ready Player One

Settimana scorsa sono stata a vedere "Ready Player One", l'ultimo film di Steven Spielberg. E' tratto dall'omonimo romanzo del 2010 scritto da Ernest Cline (il quale ha partecipato con by Zak Penn alla sceneggiatura del film).
E' ambientato in un 2045 talmente disastrato che la maggior parte delle persone fugge regolarmente dai propri guai dentro ad OASIS, un videogioco con realtà virtuale in cui tutti possono essere quello che vogliono e provare esperienze fantastiche.
Il creatore di OASIS, James Halliday, alla sua morte ha sbloccato un easter egg nel gioco a cui si può arrivare solo superando una serie di prove complicate con permadeath. Chi lo otterrà erediterà l'intero mondo virtuale.
Il protagonista è Wade Watts, un adolescente delle slum di Columbus, che, insieme all'amico Aech e a tanti altri, è a caccia dell'egg. Tentando di superare le prove conosce Art3mis, Daito e Sho, altri "gunters" (egg hunters). Insieme finalmente riescono a sbloccare la situazione, ma anche una malvagia multinazionale è sulle tracce dell'eredità.
Il film visivamente è meraviglioso. Il gioco fin dall'inizio presenta dei problemi: è realtà virtuale, ma funziona tipo Kinect, ci si deve muovere in parte anche nella realtà. Possibile che nel 2045 il gioco più popolare del mondo tagli fuori i disabili?
Ma tutto va liscio fino a che non viene ucciso un personaggio che per il protagonista dovrebbe essere importante... e lui non fa una piega. Poi arriva una grossa occasione sprecata rispetto alla storia d'amore principale. Da lì il delirio: cattivi imbecilli, fughe ridicole e perfino un finale che fa del moralismo sullo stile "belli i videogiochi, ma ogni tanto uscite a giocare".
In definitiva ho trovato questo film un'occasione sprecata, sarei curiosa di leggere il libro per vedere se ha gli stessi problemi.

Last week I went to watch "Ready Player One", the latest film by Steven Spielberg. It's the adaptation of the homonymous 2010 novel written by Ernest Cline (who participated with Zak Penn to the screenplay of the film).
It is set in a 2045 that is so devastated that most people regularly flee from their own troubles inside OASIS, a virtual reality videogame where everyone can be whatever they want to be and have fantastic experiences.
The creator of OASIS, James Halliday, at his death unlocked an easter egg in the game that can only be reached after overcoming a series of complicated tests with permadeath. Those who get it will inherit the whole virtual world.
The protagonist is Wade Watts, a teenager in the slums of Columbus, who, together with his friend Aech and many others, is on the hunt for the egg. Trying to pass the tests he meets Art3mis, Daito and Sho, other "gunters" (egg hunters). Together they finally manage to unblock the situation, ban evil multinational on the trail of Halliday's inheritance too.
The film is visually wonderful. The game has problems from the beginning: it is virtual reality, but it works like Kinect, so the players have to move in part in real life too. Is it possible that in 2045 the most popular game in the world cuts off disabled people?
But everything goes smoothly until is killed a character who should be important for the protagonist... and he doesn't bat an eye. Then comes a big wasted opportunity in the main love story. From there everything goes even worse: antagonists that are just too stupid, ridiculous escapes and even a moralistic ending on the style "video games are great, but reality can be better".
Ultimately I found this film a wasted opportunity, I would be curious to read the book to see if it has the same problems.

lunedì 22 gennaio 2018

Bright

"Bright" è un film del 2017 co-prodotto e diretto da David Ayer e scritto da Max Landis per Netflix.
L'ambientazione è un urban fantasy, una sorta di futuro, molto simile al nostro mondo, di un fantasy classico, di quelli con umani, elfi e orchi e un signore oscuro che vuole dominare il mondo. Questo futuro è molto simile al nostro mondo, ma le divisioni in classi sociali sono anche divisioni razziali: gli elfi sono in cima alla piramide e gli orchi in fondo, ancora disprezzati dopo 2000 anni per essersi alleati con il signore oscuro. E di fatto quello che il film riesce a mostrare molto meglio di tanti con ambientazioni realistiche è il razzismo che permea la nostra società.
Il film ricalca lo stilema dei buddy movies con due poliziotti male assortiti (in questo caso un orco e un umano) costretti a collaborare.
Mi è molto piaciuto l'inizio in medias res e l'assenza di spiegoni, ma lo svolgimento della trama è un po' troppo confusionario.
Rimane comunque un'idea geniale e un film che mi è piaciuto molto. Pare che ci sarà un seguito e non vedo l'ora di guardarlo.

"Bright" is a 2017 film co-produced and directed by David Ayer and written by Max Landis for Netflix.
The setting is an urban fantasy, a sort of future, really similar to our world, of one of those classic fantasy books, with humans, elves and orcs and an obscure lord who wants to dominate the world. The divisions in social classes are also racial divisions: the elves are at the top of the pyramid and the orcs at the bottom, still despised after 2000 years their past alliance with the dark lord. And in fact what the film manages to show much better than many with a realistic setting is the racism that permeates our society.
The film follows the buddy movies concept with two mismatched policemen (in this case an ogre and a human) forced to collaborate.
I really liked the beginning in medias res and the absence of explanations, but the development of the plot is a bit too confused.
However, it remains a brilliant idea and a film that I really liked. It seems there is going to be a sequel and I can not wait to watch it.

venerdì 24 novembre 2017

La nave degli scomparsi/The Ship of the Dead

Finalmente ad ottobre è uscito negli U.S.A. "La nave degli scomparsi" (The Ship of the Dead), l'ultimo romanzo della saga "Magnus Chase e gli Dei di Asgard" (Magnus Chase and the Gods of Asgard) dell'autore statunitense Rick Riordan. Riordan è famoso per i suoi romanzi young adult che inseriscono antiche religioni negli U.S.A. di oggi. La sua serie più famosa è quella dedicata agli dei dell'antica Grecia, "Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo" (Percy Jackson & the Olympians), che ho recensito qui, seguita da "Gli eroi dell'Olimpo" (The Heroes of Olympus) in cui inserisce anche le  loro controparti romane, che ho recensito qui. Riordan ha scritto anche una serie dedicata agli dei egizi, "The Kane Chronicles", che ho recensito qui, più un crossover fra Olimpo ed egizi, che ho recensito qui.
Qui avevo già recensito i primi due libri di questa nuova saga dedicata agli dei nordici, "La spada del guerriero" (The Sword of Summer), del 2015 e "Il Martello di Thor" (The Hammer of Thor) del 2016.
Confermo che è la saga dell'autore che ho preferito. Trovo sempre divertentissimo l'umorismo demenziale che è il trademark dell'autore. La trama non è originalissima, non fosse per il modo geniale in cui il protagonista risolve in confronto finale. Ma quello per cui questa saga si distingue dalle altre, anche dalle precedenti di Riordan, sono i personaggi, originalissimi come ideazione (una valchiria musulmana, un nano modaiolo, un elfo sordo e addirittura un personaggio genderfluid), ma anche estremamente umani e credibili.
Mi sono ritrovata a fare il tifo per la coppia principale come un'adolescente in crisi ormonale.
Ormai all'orizzonte nell'universo delle divinità di Riordan si prospetta un mega crossover con la saga di Percy Jackson, la cosa allo stesso tempo mi intriga e mi spaventa.
Intanto mi preparo leggendo la saga destinata al dio Apollo.

Finally in October came out in the US. "The Ship of the Dead", the latest novel by the American author Rick Riordan of the saga "Magnus Chase and the Gods of Asgard". Riordan is famous for his young adult novels incorporating ancient religions in the US. of today. His most famous series is the one dedicated to the gods of ancient Greece, "Percy Jackson & the Olympians", which I reviewed here, followed by "The Heroes of Olympus", which also includes their Roman counterparts, which I reviewed here. Riordan also wrote a series dedicated to the Egyptian gods, "The Kane Chronicles," which I reviewed here, plus a crossover between the Olympus and the Egyptians, which I reviewed here.
Here I already reviewed the first two books of this new saga dedicated to the Nordic gods"The Sword of Summer", published in 2015 and "The Hammer of Thor", published in 2016.
I confirm that it is the saga of the author I liked most. I always find funny the crazy humor that is the trademark of the author. The plot is not very original, if not for the brilliant way in which the protagonist solves the final match. But what made this saga stand out from the others, even from the earlier ones by Riordan, are the characters who are very original (a Muslim valchiria, a fashion victim dwarf, a deaf elf and even a genderfluid character), but also extremely human and credible.
I found myself shipping the main couple as a teen in full hormonal crisis.
At the horizon of the universe of Riordan's gods, I think there is a mega crossover with the Percy Jackson saga, which at the same time intrigues and frightens me.
Meanwhile, I will get ready reading the saga dedicated to the god Apollo.

martedì 7 novembre 2017

Kingsman


Con l'uscita del secondo capitolo e tutto l'hype che ha scatenato, mi sono decisa a vedere "Kingsman - Secret Service" (Kingsman: The Secret Service). Si tratta di un film del 2014 di Matthew Vaughn, ispirato alla miniserie a fumetti del 2012 "The Secret Service", sceneggiata da Mark Millar e disegnata da Dave Gibbons. Sia il film sia il fumetto prendono fortemente ispirazione dai classici dello spionaggio, soprattutto i film di James Bond.
Questa è la trama: l'agente segreto Harry Hart (uno stilosissimo Colin Firth) decide di dare al teppistello Eggsy la possibilità di entrare nel gruppo di spionaggio internazionale Kingsman, sia perché vede in lui del potenziale, sia per ripagare un debito verso il suo defunto padre.
I due dovranno affrontare una terribile minaccia per l'umanità...
Il film alterna con ottimo ritmo scene d'azione truzzissime, ma magistrali e un umorismo non sempre delicato, ma che colpisce nel segno.
Il difetto più grande è l'antagonista: in questo caso ho trovato la recitazione di Samuel L. Jackson eccessiva.
Nota di merito per i costumi delle spie che sono il paradiso del gentiluomo inglese, ci sono andata matta.
Si tratta di un film d'intrattenimento nel suo genere molto ben fatto, che accenna addirittura di sfuggita un paio di tematiche non proprio stupide.
Non vedo l'ora di vedere il secondo film della saga!

With the release of the second chapter and all the hype that it triggered, I decided to watch "Kingsman: The Secret Service". It is a 2014 movie by Matthew Vaughn, inspired by "The Secret Service", a 2012 comic miniseries, written by Mark Millar and drawn by Dave Gibbons. Both the film and the comic are strongly inspired by spy classics, in particular by James Bond's movies.
This is the plot: the secret agent Harry Hart (a very stylish Colin Firth) decides to give to the thug Eggsy a chance to enter Kingsman's international espionage group, both because he sees in him some potential, and to repay a debt towards his dead father.
The two have to face a terrible threat for humanity...
The film alternates with excellent rhythm exaggerated, but masterful action scenes, and a humor not always delicate, but that strikes its target.
The biggest defect is the antagonist: in this case I found the acting of Samuel L. Jackson excessive.
A note of merit for the spy costumes that are an English gentleman's paradise, I went nuts over them.
It is a very well-done entertainment film, which even manage to touch lightly a couple of not really stupid themes.
I can not wait to watch the second movie of the saga!

giovedì 21 settembre 2017

Tokyo ESP


"Tokyo ESP" (東京ESP) è uno shōnen manga scritto e disegnato da Hajime Segawa, serializzato dalla Kadokawa Shoten  sulla rivista "Shōnen Ace" dal 2010 al 2016. La serie si è conclusa con il sedicesimo volume. Nel 2014 dal fumetto è stato tratto un anime, prodotto dalla Xebec.
 In Italia l'opera è stata pubblicata dalla dalla Panini Comics.
La protagonista è Rinka Urushiba, una liceale di famiglia poverissima che vive a Tokyo. Un giorno vede dei pesci luminosi nuotare nel cielo e, dopo averne toccato uno, sviene. Crede si tratti di un'allucinazione, ma in seguito a questo episodio scopre di aver acquisito delle capacità extrasensoriali: è diventata in grado di attraversare la materia.
Rinka non è un caso isolato: a Tokyo varie persone hanno acquisito capacità speciali. Si moltiplicano i crimini causati da ESP  e Rinka, trascinata dal suo compagno di scuola Azuma, decide di aiutare a combatterli grazie all'addestramento ricevuto da suo padre, ex poliziotto.
Ma è solo l'inizio, lentamente si rivela uno spaventoso complotto...
Tokyo ESP, al contrario di molti shōnen, è un manga completo. C'è sì un protagonista che deve diventare sempre più forte e scontrarsi con nemici sempre più potenti, ma con il supporto di una trama complessa (non il solito torneo) ed emozionante che rimane abbastanza coerente lungo tutto il fumetto (è la prima volta che i riferimenti biblici in un manga non mi fanno rizzare i capelli) e che non disdegna di parlare anche di amicizia e amore.
Verso metà del manga, Rinka lascia in modo un po' incongruo il ruolo della protagonista a Ren Jomaku, un'altra liceale, sicuramente perché i poteri della nuova arrivata sono la chiave della seconda parte del manga, ma forse perché intanto Rinka era diventata un personaggio troppo forte e maturo e il mangaka voleva mostrare una nuova storia di crescita (e abbassare l'età del personaggio principale).
Il tono è avventuroso e a tratti tragico, ma non mancano tocchi di comicità.
I personaggi tendono a riflettere lo stile esagerato degli shōnen, con cattivi malvagissimi, persone che diventano amiche dopo essersi picchiate all'ultimo sangue... ma c'è comunque un superamento di questa bidimensionalità nella maggior parte dei personaggi, a partire da Rinka che inizialmente non è affatto convinta di voler fare l'eroina. Segawa riesce a creare psicologie e relazioni complesse nonostante numero molto alto di personaggi.
Il disegno è uno dei punti forti di "Tokyo ESP", gradevole, dinamico, con anatomie credibili, curatissimo nei particolari, con divertenti riferimenti pop (il padre di Rinka sembra Wolverine, il maestro sembra Yoda e così via).
In sostanza direi che è uno dei manga migliori che ho letto negli ultimi anni. Lo consiglio assolutamente. A questo punto sono curiosa di vedere l'anime.

"Tokyo ESP" (東京 ESP) is a shōnen manga written and drawn by Hajime Segawa, serialized by Kadokawa Shoten in the magazine "Shōnen Ace" from 2010 to 2016. The series ended with the 16th volume. In 2014, it got an anime version produced by Xebec.
The protagonist is Rinka Urushiba, a very poor high school student living in Tokyo. One day she sees bright fishes swimming in the sky and after touching one of them she faints. She thinks it was an hallucination, but after this episode she discovers she has acquired extrasensory abilities: she can pass trough matter.
Rinka is not an isolated case: in Tokyo, several people have acquired special powers. In the aftermath the crimes caused by ESP multiply and Rinka, dragged by her schoolmate Azuma, decides to help fight them through the training she received by his father, a former policeman.
But it's just the beginning, slowly a scary plot gets disclosed...
Tokyo ESP, unlike many shōnen, is a complete manga. There is a protagonist who must grow stronger and fight with increasingly powerful enemies, but with the support of a complex plot (not the usual tournament) that remains coherent throughout the comic (this is the first time biblical references in a manga don't make me shiver) and that talks about friendship and love as well.
Toward the half of the manga, Rinka, a bit incongruouly, leaves the role of the protagonist to Ren Jomaku, another high school student, surely because the powers of the newcomer are the key to the second part of the manga, but perhaps also because Rinka had become too strong and mature and the mangaka wanted to show a new coming of age story (and lower the age of the main character).
The tone is adventurous and at times tragic, but there are comic touches.
The characters tend to reflect the exaggerated style of shōnen, with really really evil bad guys, people who become friends after trying to kill each other... but this two-dimensionality is overcome in most characters, starting with Rinka who at first is not so convinced about becoming an hero. Segawa creates complex psyche and relationships despite a very high number of characters.
The drawings are ione of the strong points of "Tokyo ESP", pleasing to the eye, dynamic, with credible anatomies, a lot of details, and funny pop references (Rinka's father looks like Wolverine, the teacher looks like Yoda, and so on).
To cut it short, this is one of the best manga I have read in recent years. I absolutely recommend it. At this point I'm curious to watch the anime.

lunedì 18 settembre 2017

Lilith (Luca Enoch)

"Lilith" è un fumetto italiano ideato, scritto e disegnato da Luca Enoch e pubblicato a cadenza semestrale a partire dal 2008, fino alla conclusione nel giugno 2017 con il numero 18.
Al Napoli Comicon del 2016, la serie ha vinto il premio Attilio Micheluzzi come "miglior serie dal tratto realistico".
La protagonista è Lyca, nata in un remoto futuro in cui l'umanità si è rifugiata sottoterra a causa di un parassita alieno che domina la superficie, il Triacanto. Lyca fin dall'infanzia è stata addestrata per sterminarlo viaggiando nel tempo e uccidendo le persone che ne sono portatrici prima che possa mettere radici. E' una missione tragica perché deve usare ogni mezzo per uccidere persone potenzialmente essere innocenti e perché in caso di riuscita non ci sarebbe ritorno, visto che i suoi genitori non si incontrerebbero mai.
Prima di partire, Lyca, ormai adulta, assume il nome di battaglia Lilith. Nei suoi viaggi viene accompagnata da un essere che solo lei può vedere, lo Scuro, una sorta di pantera, che ha il compito di guidarla nelle sue missioni.
Ma di epoca in epoca è sempre più chiaro che c'è qualcosa che non va: il Triacanto prova a comunicare con lei e si verificano strani fenomeni. La Storia stessa esce dai binari a causa dei cambiamenti provocati dalla viaggiatrice temporale e si trasforma in un'ucronia tinta di distopia.
Sono una grande fan dei viaggi nel tempo, delle ucronie e del lavoro di Luca Enoch, quindi avevo grandi aspettative su quest'opera.
Le ambientazioni ucroniche sono il punto forte del fumetto: hanno alle spalle una ricerca storica puntigliosissima e appassionata, quindi risultano realistiche, e sono ancora più interessanti in quanto si tratta di episodi chiave per la Storia e la cultura umana, come la guerra di Troia, la pirateria nei Caraibi fra XVII e XVIII secolo, l'arrivo dei Vichinghi in America e così via, con particolare attenzione a Giappone e Nord America.
Invece, ho trovato il personaggio di Lilith, per quanto ben fatto e con una chiara evoluzione, meno emotivamente coinvolgente di quelli creati dall'autore in precedenza, Sprayliz e Gea. La formazione della protagonista come killer l'ha disumanizzata, quindi non è semplice empatizzare con lei. Le parti comiche dovrebbero essere affidate allo Scuro, ma anche questo personaggio è estremamente ambiguo e perde in simpatia con il passare dei numeri, rendendo il tono generale dell'opera molto serio.
La narrazione è un orologio svizzero, c'è una trama coerente e ben fatta che arriva ad un finale esplosivo ben preparato. Tutte le deviazioni della Storia sono fra loro logicamente connesse. Oltre ad una trama generale, ogni volume ha una sottotrama basata sulla ricerca del Triacanto in un'epoca diversa. L'idea è buona e serve ad ammortizzare la pubblicazione semestrale che rischia di far perdere il filo della narrazione, ma allo stesso tempo la trama complessiva risulta molto lenta, specie all'inizio.
Per quanto riguarda il disegno, è molto dinamico ed espressivo, curatissimo nei particolari. L'inserzione digitale di campiture di grigio può fare storcere il naso a qualcuno, ma permette una resa molto tridimensionale. La formazione autodidatta dell'autore emerge in alcune lievi scorrettezze anatomiche. Continuo ad essere molto perplessa sulle copertine di Luca Enoch, in particolare per quanto riguarda la scelta dei colori.
In definitiva, "Lilith" è  un fumetto interessante e ben fatto, curato in maniera quasi maniacale, ma l'ho trovato inferiore a "Gea" a livello di ritmo e di personaggi.
E' comunque un'opera di grande qualità ed estremamente originale nel panorama italiano, quindi aspetto con ansia un nuovo lavoro completo dell'autore.
Per ulteriori informazioni vi rimando al sito ufficiale.
http://www.sergiobonelli.it/sezioni/22/lilith

mercoledì 9 agosto 2017

Passenger series (Alexandra Bracken)

La saga "Passenger" è costituita da due romanzi, "Passenger", pubblicato nel 2016, e "Traveller" ("Wayfarer" in originale), pubblicato nel 2017, scritti dalla statunitense Alexandra Bracken.
La protagonista è Henrietta Spencer, una sedicenne di Manhattan che, al suo debutto come violinista professionista, si ritrova all'improvviso scaraventata su di una nave pirata nel XVIII secolo. Lì incontra Nicholas Carter, un giovane che vuole conquistare una vita degna di essere vissuta nonostante sia nato da una schiava.
Da queste premesse si sviluppa una storia d'amore e d'azione, piena di intrighi, che si sviluppa lungo vari luoghi ed epoche grazie all'espediente dei viaggi nel tempo, che mi piace moltissimo. Nella saga i viaggi nel tempo sembrano essere legati più alla magia che alla tecnologia. C'è un vago tentativo di spiegazione scientifica, ma ci sono vari elementi che tendono al soprannaturale.
Ho trovato la narrazione molto avvincente, grazie alla trama intricata (ma coerente) e ai continui cambi di scenario. I personaggi principali sono abbastanza stereotipati, ma interessanti e credibili. Mi è piaciuta la scelta di un protagonista mulatto che viene discriminato per il colore della sua pelle. Altri personaggi, come sono meno realistici, ma nel contesto funzionano. Ho apprezzato l'inserzione di personaggi omosessuali.
L'elemento che ho trovato più debole è stata la scrittura in stile romanzaccio d'amore, pienissima di aggettivi (l'autrice sembra amare moltissimo le metafore basate sulla seta e sul miele). Bisogna però sottolineare che ho letto la saga in italiano, probabilmente in originale è molto migliore.
In conclusione penso che questi romanzi non siano in sé incredibili, ma che sarebbero un'ottima base per una serie tv.

The "Passenger" saga is made of two novels, "Passenger", released in 2016, and "Wayfarer", published in 2017, written by US author Alexandra Bracken.
The protagonist is Henrietta Spencer, a sixteen-year-old Manhattan girl who, at her debut as a professional violinist, suddenly finds herself on a pirate ship in the 18th century. There she meets Nicholas Carter, a young man who wants to conquer a worthy life despite being born form a slave.
From these premises develops a story of love and action, full of intrigues, which evolves along various places and ages thanks to the device of the time travels that I really like. In the saga, time travel seems to be more tied to magic than to technology. There is a vague attempt to give a scientific explanation, but there are various elements that tend to the supernatural.
I found the narrative very enthralling, thanks to the intricate (but consistent) plot and the ever-changing scenarios. The main characters are quite stereotyped, but interesting and credible. I liked the choice of a mulatto protagonist who is discriminated because of the color of his skin. Other characters are less realistic, but work ok in the context. I enjoyed the inclusion of homosexual characters.
The element I found to be weaker the romantic novel-like writing, with many adjectives (the author seems to love metaphors based on silk and honey). But I have to point out that I read the saga in Italian, probably the original is much better.
In conclusion I think these novels are not incredible in themselves, but that they would be a great basis for a TV series.

giovedì 3 agosto 2017

Magnus Chase e gli Dei di Asgard/Magnus Chase and the Gods of Asgard (Rick Riordan)

Magnus Chase and the Gods of Asgard Logo.jpg
"Magnus Chase e gli Dei di Asgard" (Magnus Chase and the Gods of Asgard) è una serie di romanzi dell'autore statunitense Rick Riordan.
Riordan è famoso per i suoi romanzi young adult che inseriscono antiche religioni negli U.S.A. di oggi. La sua serie più famosa è quella dedicata agli dei dell'antica Grecia, "Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo" (Percy Jackson & the Olympians), che ho recensito qui, seguita da "Gli eroi dell'Olimpo" (The Heroes of Olympus) in cui inserisce anche le  loro controparti romane, che ho recensito qui. Riordan ha scritto anche una serie dedicata agli dai egizi, "The Kane Chronicles", che ho recensito qui, più un crossover fra Olimpo ed egizi, che ho recensito qui.
"Magnus Chase e gli Dei di Asgard" si colloca sulla stessa linea, questa volta con gli dei nordici. La saga sarà una trilogia. Per ora sono usciti i primi due volumi, "La spada del guerriero" (The Sword of Summer), del 2015 e "Il Martello di Thor" (The Hammer of Thor) del 2016. L'uscita dell'ultimo, "The Ship of Dead", è prevista per ottobre 2017. In aggiunta sarà pubblicato "Il libro segreto", dedicato alla mitologia norrena. 
Il protagonista di questa nuova saga è Magnus Chase, senzatetto di Boston (e cugino di Annabeth Chase della saga degli dei dell'Olimpo: crossover alle porte). Il giorno del suo sedicesimo compleanno scopre di essere il figlio di un dio nordico e si ritrova ad affrontare un gigante di fuoco.
In questa saga Riordan ritorna alla divertentissima comicità demenziale dei primi romanzi per ragazzi. La trama è coerente e fila bene, ma il pezzo forte de "Gli Dei di Asgard" sono alcuni personaggi che sovvertono tutti gli stereotipi: una valchiria musulmana, un nano modaiolo, un elfo sordo e addirittura un personaggio genderfluid.
In più Magnus è un protagonista molto simpatico, che fornisce un punto di vista narrante con cui è facile identificarsi.
Non vedo l'ora di leggere il prossimo! Riordan è sempre una certezza.

"Magnus Chase and the Gods of Asgard" is a series of novels by the US author Rick Riordan.
Riordan is famous for his young adult novels incorporating ancient religions in the US. of today. His most famous series is the one dedicated to the gods of ancient Greece, "Percy Jackson & the Olympians", which I reviewed here, followed by "The Heroes of Olympus", which also includes their Roman counterparts, which I reviewed here. Riordan also wrote a series dedicated to the Egyptian gods, "The Kane Chronicles," which I reviewed here, plus a crossover between the Olympus and the Egyptians, which I reviewed here.
"Magnus Chase and the Gods of Asgard" is based on the same concept, this time with the Northern Gods. The saga will be a trilogy. At the moment only two volumes were publishes, "The Sword of Summer", published in 2015 and "The Hammer of Thor", publishes in 2016. The release of "The Ship Of Dead, is scheduled for October 2017. In addition will be published "The Secret Book", dedicated to Norse mythology.
The protagonist of this new saga is Magnus Chase, a sixteen-year-old homeless boy living in Boston (and cousin of Annabeth Chase of the Olympian gods saga: crossover impending). The day of his sixteenth birthday he discovers he is the son of a Northern god and faces a fire giant.
In this saga, Riordan returns to the super funny absurd humor of the first young adult novels. The plot is consistent and nice, but the masterwork of "The Gods of Asgard" are some characters that overwhelm all the stereotypes: a Muslim Valkyrie, a fashionable dwarf, a deaf elf and even a genderfluid character.
In addition, Magnus is a very nice protagonist who provides a point of view with which it is easy to identify.
I can not wait to read the next novel! Riordan is always a winning choice.

mercoledì 17 maggio 2017

Insospettabili sospetti/Going in Style

"Insospettabili sospetti" (in originale "Going in Style") è un film del 2017 diretto da Zach Braff . L'ho visto approfittando del mercoledì a 2€, senza sapere che era il remake del film "Vivere alla grande" (Going in Style) del 1979, scritto e diretto da Martin Brest, che però non ho mai visto.
Sono stata attirata dalla presenza di Morgan Freeman, Michael Caine ed Alan Arkin, che interpretano i tre protagonisti.
Al, Willie e Joe sono tre anziani amici che vivono nello stesso quartiere di New York. Dopo una vita a lavorare in fabbrica, hanno delle pensioni molto modeste. Anche quel poco viene loro tolto a seguito della delocalizzazione dell'azienda per cui lavoravano.
 Mentre Joe è in banca per protestare contro il pignoramento della sua casa, un gruppo di rapinatori la svaligia. Questo gli dà un'idea per vendicarsi dei torti subiti...
La storia è emozionante e scorre bene, con tempi molto ben gestiti e movimentata da vari colpi di scena. Il finale è prevedibile, ma, grazie alla buona sceneggiatura, arriva come una sorpresa.
Le scene "d'azione" rispecchiano il classico stile dei film incentrati su di un gruppo che deve commettere un furto.
Prevale un tono commovente (i tre protagonisti sono veramente sfortunati) al limite del patetico, alleggerito da parecchi momenti davvero esilaranti.
La recitazione (ovviamente) è di altissimo livello.
Nonostante il film sia notevole, mi è sembrato che non sia riuscito a raggiungere la perfezione rimanendo un insieme di luoghi comuni sapientemente accostati. Scoprendo che è un remake, mi è venuta la curiosità di vedere l'originale presumendo che sia superiore al remake, anche se pare che sia diverso in alcuni punti fondamentali, fra cui il finale.

"Going in Style" is a 2017 film directed by Zach Braff. I watched without knowing it is the remake of the 1979 movie of the same name, written and directed by Martin Brest.
I was attracted by the presence of Morgan Freeman, Michael Caine and Alan Arkin, who interpreted the three protagonists.
Al, Willie and Joe are three elderly friends living in the same New York neighborhood. After a lifetime of work in a factory, they have very modest pensions. Even that little is taken away by the relocation of the society they worked for.
While Joe is at his bank to protest about foreclosure of his home, the bank is robbed. This gives him an idea to get revenge for the wrongs suffered...
The story is exciting and runs smoothly, with very good timings and made more interesting by various twists. The final is predictable, but thanks to the good screenplay, it comes as a surprise.
The action scenes reflect the classical style of the movies centered on a group that has to commit a theft.
It prevails a tone that is moving (the three protagonists are really unlucky) to the limit of  pathetic, lightened by several really hilarious moments.
The acting (of course) is of the highest level.
Although the film is remarkable, I think that it did not succeed in achieving perfection and that it remains a well-done mix of cliches. Realizing that it is a remake, I'd like to watch the original assuming it is superior to the remake, though it seems to be different in some key points, including the ending.

mercoledì 10 maggio 2017

Legion

"Legion" è una serie televisiva statunitense del 2017, ideata e prodotta da Noah Hawley.
E' ispirata all'omonimo personaggio dei fumetti Marvel Comics, il figlio del potentissimo telepate Charles Xavier, che soffre di disturbi mentali e ha personalità multiple, ognuna delle quali controlla un suo potere.
E' la prima serie prodotta dalla Marvel Television a non far parte del Marvel Cinematic Universe, quindi è scollegata dai film dedicati agli X-Man.
Al momento conta una sola stagione costituita da 8 episodi di durata compresa fra 50 e 60 minuti.
Il protagonista è David Haller, un trentenne rinchiuso in una clinica psichiatrica a causa della schizofrenia diagnosticatagli durante l'adolescenza. In ospedale arriva una nuova paziente, Sydney Barrett, una ragazza che detesta il contatto fisico. David si innamora di lei immediatamente. E' l'inizio di un'avventura che vede coinvolto un gruppo di ricerca segreto, un corpo speciale del governo e poteri sovrannaturali a profusione.
"Legion" si può definire un telefilm sotto LSD per la sua abbondanza di scene oniriche, per il fatto di essere in parte ambientato in parte nella mente del protagonista (e non solo), ma anche perché c'è un forte richiamo stilistico agli anni '70 (anche se l'epoca della narrazione non è mai specificata).
Ho trovato la recitazione degli attori, e specialmente del protagonista, davvero molto buona (sebbene io abbia visto la versione doppiata e possa esprimermi solo in parte).
Gli effetti speciali sono stupendi e anche scenografia e musica sono ottime.
La narrazione è particolarmente efficace per la sua ambiguità: non si sa se quello che si vede è vero o se siamo nella mente di David, non si sa se i personaggi sono davvero quelli che dicono di essere e non ci sono fastidiosi spiegoni a rovinare l'effetto straniante.
Insomma, non il classico telefilm sui supereroi, per niente. C'è chi l'ha trovato lento e lo ha abbandonato (certo, per apprezzarlo appieno bisogna superare le prime due puntate), ma io l'ho trovato stupendo dall'inizio.
Quello che mi ha deluso è stato il finale troncato che di fatto non è un finale. Non mi resta che attendere trepidante la seconda stagione.

"Legion" is a US 2017 television series, created and produced by Noah Hawley.
It's inspired by the homonymous Marvel Comics character, son of the powerful telepath Charles Xavier, who suffers from mental illness and has multiple personalities, each of which controls one of his powers.
It's the first series produced by Marvel Television not connected with the Marvel Cinematic Universe, so it's also unconnected with the X-Man films.
It currently has a single season of 8 episodes lasting between 50 and 60 minutes.
The protagonist is David Haller, a thirty-year-old man closed in a psychiatric clinic due to the schizophrenia diagnosed him during adolescence. A new patient arrives in the hospital, Sydney Barrett, a girl who hates physical contact. David falls in love with her immediately. It is the beginning of an adventure involving a secret research group, a special government corp, and a lot of supernatural powers.
"Legion" can be defined a TV show under LSD for its abundance of dreamy scenes, because it is partially set in the mind of the protagonist (and not only his), but also because there is a strong stylistic appeal to the 70s (although the era of the narration is never specified).
I found the acting, especially the one of the protagonist, really good (although I saw the dubbed version and can judge only partly).
The special effects are wonderful and the setting and music are great too.
The narration is particularly effective for its ambiguity: we don't know whether what we see is true or whether we are in David's head, we do not know whether the characters are really who they say they are and there are no annoying explanations to ruin the alienating effect.
In short, it isn't the classic superhero show, not at all. Someone found it slow and abandoned it (of course, to appreciate it completely you have to overcome the first two episodes) but I found it awesome from the start.
What I was disappointed was the ending which in fact is not an ending at all. I just have to wait for the second season.

martedì 28 febbraio 2017

One punch man


OnePunchMan manga cover.png
"One-Punch Man" (ワンパンマン) è un fumetto nato nel 2009 come webcomic disegnato da un blogger con lo pseudonimo One (blog originale: http://galaxyheavyblow.web.fc2.com/). La serie ha avuto un grandissimo successo ed One è stato contattato dal disegnatore Yūsuke Murata che gli ha proposto una collaborazione. Dal 2012 la serie è stata serializzata sulla rivista online Weekly Young Jump con cadenza quindicinale e più avanti nello stesso anno è iniziata la pubblicazione in tankōbon, tuttora in corso. Nel 2015 è uscita la prima stagione dell'anime, prodotta dalla Madhouse, che conta 12 episodi da 25 minuti ciascuno. Una seconda serie è attualmente in lavorazione.
Il protagonista di "One-Punch Man" è Saitama, un uomo intorno ai trent'anni diventato supereroe per hobby, che sconfigge qualunque mostro con un singolo pugno e per questo finisce per annoiarsi terribilmente.
Ho letto gran parte del fumetto ridisegnato da Murata e visto la prima stagione dell'anime. Posso senz'altro confermare l'opinione generale che è una serie molto divertente, che gioca con gli stereotipi del genere supereroistico con esagerazioni e ribaltamenti.
Tuttavia in alcuni punti ho trovato il manga un po' lento, con quelle escalation di mostri che in genere trovo noiosissime. Quindi ho preferito l'anime, che, pur perdendo qualche particolare, ha una maggiore freschezza e immediatezza (nonché una sigla molto figa).

"One-Punch Man" (ワ ン パ ン マ ン) is a webcomic created in 2009 by a blogger known as One (original blog: http://galaxyheavyblow.web.fc2.com/). The series was a huge success and One was contacted by the artist Yusuke Murata who proposed him a collaboration. The series has been serialized in Weekly Young Jump online magazine with a release every 15 days since 2012 and later in the same year began the ongoing publication of the tankōbon version. In 2015 was released the first season of the anime produced by Madhouse, which has 12 episodes of 25 minutes each. A second series is currently in the works.
The protagonist of "One-Punch Man" is Saitama, a man who become a superhero as an hobby, who defeats any monster with a single punch, and so ends up being terribly bored.
I read much of the comic redrawn by Murata and I watched the first season of the anime. I can confirm the general opinion that it is a very entertaining series, that plays with tje stereotypes of the superhero genre with exaggerations and inversions.
However, in some places I found the manga too slow, with the escalation of monsters that I typically find really boring. I liked the anime more as, despite losing some detail, it has much more freshness and immediacy (as well as a very cool theme song).

martedì 27 dicembre 2016

Zoe's Tale (John Scalzi)

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"Zoe's Tale" è il quarto romanzo ambientato nell'universo di "Morire per vivere" dello scrittore statunitense John Scalzi, pubblicato nel 2008.
E' preceduto da "Morire per vivere" (Old Man's War) del 2005, da "Le brigate fantasma" (The Ghost Brigades) del 2006 e da "L'ultima colonia" (The Last Colony) del 2007. La serie comprende anche "The Human Division", pubblicato a puntate e raccolto in un romanzo nel 2013, e "The End of All Things", un libro composto da quattro racconti brevi, pubblicato nel 2015.
I primi tre libri sono stati pubblicati in italiano dalla Gargoyle.
Questo quarto libro della saga non è altro che il terzo raccontato da un altro punto di vista, quello di Zoe, la figlia adottiva di John Perry. Non si tratta solo di un esercizio di stile perché questo espediente permette di approfondire alcuni punti di "L'ultima colonia" che avrebbero meritato più spazio o che necessitavano di una spiegazione. Tuttavia questo ulteriore romanzo aggiunge ben poco rispetto alla trama del libro precedente e, anzi, si conclude prima, quindi non è indispensabile per la comprensione della saga (anche se non è detto che non risulti importante nei libri successivi).
La protagonista giovane rende questo quarto romanzo un po' più vicino ad uno young adult. Ho trovato abbastanza divertente passare dal punto di vista di un novantenne a quello di una ragazza diciassettenne. Nonostante la differenza di età, però, la narrazione ironica e scanzonata di Zoe è simile a quella di Perry. Fortunatamente, essendone la figlia adottiva la cosa non risulta troppo forzata e, in ogni caso, riesce a differenziarsi abbastanza da avere una propria identità chiaramente distinta. Anche se è un personaggio ben costruito, Zoe non mi è sembrata completamente realistica come adolescente perché l'ho trovata piuttosto idealizzata, ma soprattutto per il suo punto di vista rispetto alla propria adolescenza, troppo simile a quello di un adulto. Nonostante questo ho trovato il romanzo gradevole, anche se avrei preferito che la trama aggiungesse più informazioni rispetto al precedente.

"Zoe's Tale", published in 2008, is the fourth novel set in the "Old Man's War" universe, created by the U.S.A. writer John Scalzi.
It's preceded by "Old Man's War", published in 2005,"The Ghost Brigades"published in 2006 and "The Last Colony", published in 2007. The series also includes "The Human Division," published as episodes and collected into a novel in 2013, and "the End of All Things," a book made up of four short stories, published in 2015.
The fourth book in the series is nothing but the third told from another point of view, that of Zoe, John Perry's adopted daughter. It is not just an exercise in style because this allows the author to expand some points of "The Last Colony" that deserved more space or an explanation. However this novel adds very little compared to the plot of the previous book and, indeed, ends before it, so it is not essential for the understanding of the saga (although it may be important in later books).
The young protagonist makes this fourth novel a bit closer to a young adult. I found amusing to pass from the point of view of a nonagenarian to the one of a seventeen year old girl. Despite the age difference, however,  Zoe's ironic and lighthearted narration is similar to Perry's. Fortunately, being his adopted daughter it doesn't result too forced and, in any case, her point of view is different enough to have its own peculiar identity. Although she is a well-built character, I didn't feel Zoe was completely realistic as a teenager because I found her rather idealized, but especially for her point of view about adolescence, too similar to that of an adult. Despite this I found the novel pleasant, although I would have preferred that the plot would add more information to the previous one.

mercoledì 21 dicembre 2016

Rogue One: A Star Wars Story

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"Rogue One: A Star Wars Story" è un film del 2016 diretto da Gareth Edwards e scritto da Chris Weitz e Tony Gilroy a partire da un'idea di John Knoll. E' il primo della serie di film "Star Wars Anthology", che dovrebbero raccontare storie a sé stanti ambientate nell'universo di "Guerre stellari". Il film è prodotto dalla Lucasfilm e distribuito dalla Walt Disney Studios Motion Pictures.
La trama si situa poco prima degli eventi di "Una nuova speranza", ed è incentrata su un gruppo di spie ribelli in missione per rubare i piani della nuova arma dell'Impero Galattico, la Morte Nera.
La protagonista è Jyn, figlia di uno degli scienziati chiave del progetto "Morte Nera", che ha passato gran parte della sua vita a fuggire, ma viene coinvolta suo malgrado nei piani della resistenza.
Fanno brevi apparizioni anche personaggi della prima trilogia, fra cui un Governatore Tarkin realizzato in una CGI terrificante.
 Nonostante non manchino i momenti WTF, il film funziona molto meglio di altri capitoli di Star Wars e riesce nel difficile compito di inserirsi senza problemi nella saga. Musiche, atmosfere, e narrazione sono coerenti con l'universo creato da Lucas e "Rogue One" addirittura rimedia ad un punto debole della trilogia principale. La trama, incredibilmente -dati i precedenti- non ha buchi o incongruenze davvero rilevanti. I personaggi hanno delle motivazioni sensate, per quanto alcune non solidissime. I dialoghi, anche se non all'altezza della trilogia degli anni '70-'80, sono molto superiori a quelli dei film successivi.
Quello che mi è piaciuto di più di "Rogue One", però, sono state le ambientazioni, che finalmente escono dai canonici deserto-ghiaccio-foresta, giocando su rovine di civiltà passate con riferimenti a India, Arabia e centro America.
Tuttavia non sono uscita dal cinema del tutto soddisfatta. Forse scrivo con delle impressioni troppo fresche, perché nemmeno io riesco a spiegare esattamente il motivo. Sicuramente non è facile immedesimarsi con i personaggi e provare empatia per loro. La trama poi si inserisce in un discorso che non c'era davvero necessità di ampliare. Insomma, ho l'impressione che di questo film mi sia rimasto molto poco. Gli amici con cui l'ho visto invece l'hanno apprezzato e alcuni erano addirittura entusiasti.
Voi lo avete visto? Cosa ne avete pensato?

A Lord Pando è piaciuto/Lord Pando liked it
"Rogue One: A Star Wars Story" is a 2016 film directed by Gareth Edwards and Chris Weitz and written by Tony Gilroy, from an idea by ​​John Knoll. It the first of the "Star Wars Anthology films" series, that should tell autonomous stories set in the "Star Wars" universe. The film is produced by Lucasfilm and distributed by Walt Disney Studios Motion Pictures.
The plot is set just before the events of "A New Hope", and centers on a group of rebel spies on a mission to steal the plans of the Galactic Empire's new weapon, the Death Star.
The protagonist is Jyn, daughter of one of the key scientists of the "Death Star" project, who has spent much of her life on the run, but gets involved with the resistance against her will.
Some characters of the first trilogy make brief appearances , including a Governor Tarkin made using a terrible CGI.
 Despite it doesn't lack WTF moments, the film works much better than other Star Wars chapters and succeeds in the difficult task of entering the saga smoothly. The music, atmosphere, and narration are consistent with the universe created by Lucas and "Rogue One" even makes up a weak point of the main trilogy. The plot, unbelievably -looking at the previous films- has no holes or really relevant inconsistencies. The characters have sensible, even if not really solid, motivations. The dialogues, though not up to these of the 70s and 80s trilogy, are much better than those of the later films.
What I liked the most of "Rogue One", however, were the locations, which finally abandon the canonical desert-ice-forest, playing on the ruins of past civilizations with references to India, Arabia and Central America.
However I didn't leave the cinema completely satisfied. Maybe I write with too fresh impressions, because even I can not explain exactly why. Surely it is not easy to identify with the characters and feel empathy for them. And the plot is part of a narration that there was really no need to expand. In short, I feel that this movie left me very little. The friends with whom I watched the film, instead, appreciated it and some were even enthusiastic.
Have you watched it? What did you think?

martedì 13 dicembre 2016

L'ultima colonia/The Last Colony (John Scalzi)

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"L'ultima colonia" (The Last Colony) è il terzo romanzo ambientato nell'universo di "Morire per vivere" dello scrittore statunitense John Scalzi, pubblicato nel 2007.
E' preceduto da "Morire per vivere" (Old Man's War) del 2005 e da "Le brigate fantasma" (The Ghost Brigades) del 2006, e seguito da "Zoe's Tale" del 2008. La serie comprende anche "The Human Division", pubblicato a puntate e raccolto in un romanzo nel 2013, e "The End of All Things", un libro composto da quattro racconti brevi, pubblicato nel 2015.
I primi tre libri sono stati pubblicati in italiano dalla Gargoyle.
In questo terzo libro torna ad essere protagonista e voce narrante John Perry, ormai novantenne, in un corpo giovane, forte e di nuovo pienamente umano. Finalmente John è riuscito a costruire una vita tranquilla e quasi normale con la sua piccola famiglia, quando si ritrova di nuovo al centro dei piani dell'Unione Coloniale, l'organizzazione che dirige la colonizzazione umana dello spazio. Infatti lui e sua moglie vengono chiamati alla guida della prima colonia fondata da persone provenienti dai nuovi mondi colonizzati invece che dalla Terra. Ma è solo la punta dell'iceberg di un complotto politico molto più complesso...
Il punto di vista di Perry riporta al tono ironico del primo libro e rende questo terzo romanzo più scorrevole e interessante del secondo che aveva un narratore esterno. Essendo il terzo di una serie, perde la freschezza del primo e si caratterizza come una space opera abbastanza classica, con una visione sostanzialmente positiva del futuro. Riesce comunque a costruire una trama funzionante e a risultare gradevole per il lettore, con continui colpi di scena che mantengono vivo l'interesse, nonostante un paio di momenti che avrebbero meritato un maggiore approfondimento o una spiegazione (e che infatti sono stati la causa principale della nascita del quarto libro).

"The Last Colony", published in 2007, is the third novel set in the "Old Man's War" universe, created by the U.S.A. writer John Scalzi.
It's preceded by "Old Man's War", published in 2005,"The Ghost Brigades"published in 2006 and followed by "Zoe's Tale", published in 2008. The series also includes "The Human Division," published as episodes and collected into a novel in 2013, and "the End of All Things", a book made up of four short stories, published in 2015.
In this third book John Perry, now ninety, in a young body, strong and fully human again, comes back as protagonist and narrator. John finally managed to build a peaceful and almost normal life with his small family, when he finds himself back at the center of the plans of Colonial Union, the organization that leads the human colonization of space. In fact, he and his wife are called to guide the first colony founded by people from the new colonized worlds rather than from Earth. But it is only the tip of the iceberg of a much more complex political plot ...
Perry's point of view takes back to the ironic tone of the first book, and makes this third novel easier and more interesting novel than the second that had an external narrator. Being the third in a series, it looses the freshness of the first one and is characterized as a classic space opera, with a basically positive view of the future. It still manages to build a plot that works well and and is pleasing to the reader, with constant twists that keep the interest alive, despite a couple of moments that deserved further study or explanation (and in fact this is the main cause a fourth book was written).

martedì 6 dicembre 2016

Le brigate fantasma/The Ghost Brigades

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"Le brigate fantasma" (in originale "The Ghost Brigades") è il secondo romanzo ambientato nell'universo di "Morire per vivere" dello scrittore statunitense John Scalzi, pubblicato nel 2006.
E' preceduto da "Morire per vivere" (Old Man's War) del 2005, e seguito da "L'ultima colonia" (The Last Colony) del 2007 e "Zoe's Tale" del 2008. La serie comprende anche "The Human Division", pubblicato a puntate e raccolto in un romanzo nel 2013, e "The End of All Things", un libro composto da quattro racconti brevi, pubblicato nel 2015.
I primi tre libri sono stati pubblicati in italiano dalla Gargoyle.
Il protagonista è Jared Dirac, un soldato delle Forze Speciali, soprannominate "Le brigate fantasma" in quanto soldati che ne fanno parte sono creati a partire dal materiale genetico di anziani morti prima di completare l'arruolamento nell'esercito dell'Unione Coloniale, l'organizzazione che controlla la colonizzazione umana dello spazio. Jared però è speciale, perché è stato creato a partire dal DNA di Boutin, uno scienziato traditore, e ha ricevuto l'imprinting della sua mente, per recuperare le informazioni in suo possesso.
Rispetto al primo libro è più cervellotico e più pesante, soprattutto perché manca la narrazione in prima persona a sdrammatizzare le parti più dense di informazioni tecniche e a creare empatia con il lettore. Nonostante alcune idee narrative brillanti, come l'inizio ispirato ad un famoso racconto di Arthur C. Clarke, e una trama non perfetta, ma funzionante, l'ho trovato decisamente inferiore al predecessore. Il finale però connette i due primi capitoli e fa sperare in un terzo romanzo al livello del primo.

"The Ghost Brigades", published in 2006., is the second novel set in the "Old Man's War" universe, created by the U.S.A. writer John Scalzi.
It's preceded by "Old Man's War", published in 2005, and followed by "The Last Colony", published in 2007 and "Zoe's Tale", published in 2008. The series also includes "The Human Division," published as episodes and collected into a novel in 2013, and "the End of All Things," a book made up of four short stories, published in 2015.
The protagonist is Jared Dirac, a soldier of the Special Forces, nicknamed "The Ghost Brigades" as the soldiers who are part of it are created from the genetic material of elderly people who died before completing the enrollment in the army of the Colonial Defense Force, the organization that leads human colonization of space. But Jared is special, because he was created from the DNA of Boutin, a traitor scientist, and received the imprint of his mind, to retrieve the information in his possession.
Compared to the first book it abstruser and heavier, mainly because it lacks the first-person narrative to downplay the parts with a lot of technical information and create empathy with the reader. Despite some brilliant narrative ideas, like the beginning inspired by a famous tale by Arthur C. Clarke, and a plot that is not perfect but works, I found it of a lower level than the previous book. But the ending connects the first two chapters of the saga and gives hope for a third novel at the level of the first.

lunedì 28 novembre 2016

Morire per vivere/Old Man's War (John Scalzi)

"Morire per vivere" (in originale "Old Man's War", una delle poche volte in cui il titolo italiano è più figo) è il romanzo di debutto dello scrittore statunitense John Scalzi, pubblicato nel 2005.
Ha vari seguiti, "Le brigate fantasma" (The Ghost Brigades) del 2006, "L'ultima colonia" (The Last Colony) del 2007 e "Zoe's Tale" del 2008. La serie comprende anche "The Human Division", pubblicato a puntate e raccolto in un romanzo nel 2013, e "The End of All Things", un libro composto da quattro racconti brevi, pubblicato nel 2015.
I primi tre libri sono stati pubblicati in italiano dalla Gargoyle.
Il protagonista è John Perry, un anziano statunitense. A 75 anni tutti i terrestri del primo mondo possono scegliere di arruolarsi nell'esercito dell'Unione Coloniale, un'organizzazione che controlla la colonizzazione umana dello spazio. Perry, come gli altri terrestri, sa molto poco della CU, ma decide di arruolarsi lo stesso perché corre voce che ai nuovi soldati venga in qualche modo restituita la giovinezza.
L'universo di "Morire per vivere" è estremamente tecnologico e popolato da molte razze senzienti.
La narrazione è in prima persona e il punto di vista di Perry è decisamente simpatico ed ironico e aiuta a digerire anche lunghi spiegoni non proprio immersivi. In più scoprire il mondo della colonizzazione umana insieme al protagonista permette una serie di sorprese e colpi di scena.
L'ho divorato e una volta finito ho deciso che ne volevo ancora e ho iniziato il secondo romanzo.
Se siete dei fan delle space opera, dell'hard science fiction e/o della fantascienza militare, dovete assolutamente recuperarlo.

"Old Man's War" is the debut novel by the U.S.A. writer John Scalzi, published in 2005.
It has several sequels, "The Ghost Brigades", published in 2006, "The Last Colony", published in 2007, and "Zoe's Tale", published in 2008. The series also includes "The Human Division," published as episodes and collected into a novel in 2013, and "the End of All Things," a book made up of four short stories, published in 2015.
The protagonist is John Perry, a senior US citizen. At 75 years of age, all the people of the first world can choose to enlist in the army of the Colonial Defense Forces, an organization that leads human colonization of space. Perry, like all the other common people on Heart, knows very little of the CDF, but decides to enlist antway because there are rumors that the new soldiers somehow regain their youth.
"Old Man's War"'s universe is extremely technological and populated by many sentient races.
The narration is in first person and the Perry point of view is very nice and ironic and helps to digest even long and not really immersive explanations. Moreover, to discover the world of human colonization with the protagonist allows a series of surprises and twists.
I devoured it and once finished I decided that I wanted more and started the second novel.
If you're a fan of space opera, hard science fiction and/or military science fiction, you should definitely read it.

lunedì 21 novembre 2016

Ötzi: per un pugno di ambra

"Ötzi: per un pugno di ambra" (in originale "Ótzi. Por un puñado de ámbar") è un fumetto a colori degli autori baschi Mikel Begoña e Iñaket, pubblicato in madrepatria dalla Norma Editorial. In Italia è stato pubblicato dalla Barta Edizioni.
Ha per protagonista Ötzi, l'uomo del calcolitico trovato mummificato sulle Alpi nel 1991. E' il primo volume di una trilogia ispirata alla saga spaghetti western di Sergio Leone composta dai tre film "Per un pugno di dollari", "Per qualche dollaro in più" e "Il buono, il brutto, il cattivo". Il secondo volume, "El bueno, el feo y el tuerto" è uscito a settembre in madrepatria.
Questa la trama: Europa, fine del IV millennio a.C. Misteriosi uomini a cavallo iniziano ad attaccare i villaggi alpini, con l'obiettivo di impadronirsi della sacra ambra.
Ötzi vive in un villaggio delle Alpi ed è il miglior arciere della sua tribù nonostante inizi ad essere avanti negli anni. A lui e all’impetuoso giovane Sölden, un altro ottimo arciere, l’oracolo affida la missione di proteggere dai feroci cavalieri i passi di montagna attraversati dai mercanti d'ambra.
Visto che sono una super fan della preistoria in generale e di Ötzi in particolare (ho anche visitato il museo a lui dedicato) non potevo lasciarmi scappare questo fumetto, in cui si ipotizza la causa della sua misteriosa morte.
Begoña e Iñaket per scriverlo hanno fatto riferimento agli studi effettuati su Ötzi e nelle zone alpine, ma hanno forzato la storia introducendo la doma dei cavalli, già in voga nelle steppe dell’Est, ma non sulle Alpi. D'altra parte una migrazione verso ovest di alcuni cavalieri è improbabile, ma non impossibile.
Ho trovato il fumetto appassionante e molto ben fatto. Nonostante ci sia un seguito, è fruibile anche come volume unico.
A livello artistico l'ho trovato molto bello, stilizzato, ma molto espressivo anche grazie all'uso del colore, con scene che si rifanno all'arte rupestre.
Consigliatissimo.

"Ötzi: for a handful of amber" ( original title "Ötzi. Por un puñado de ámbar") is a color comic by the Basque authors Mikel Begoña and Iñaket, published in their homeland by Norma Editorial.
The protagonist is Ötzi, the Chalcolithic mummy found in the Alps in 1991. It's the first volume of a trilogy inspired by the spaghetti western saga by Sergio Leone composed by these three films "Fistful of Dollars", " For a Few Dollars More" and "The Good, the Bad and the Ugly". The second volume, "El bueno, el feo y el tuerto" came out in September in Spain.
The plot: Europe, end of the fourth millennium BC. Mysterious horsemen start attacking the villages of the Alps, in order to seize the sacred amber.
Ötzi lives in a village in the Alps and is the best archer of his tribe despite he start to be old. The oracle entrusts him and the impetuous young Sölden, another great archer, with the mission to protect the mountain passes crossed by the amber merchants against ferocious knights.
Since I'm a prehistory nerd in general and an Ötzi fan in particular (I also visited the museum dedicated to him) I could not miss this comic, which explains the cause of his mysterious death.
Begoña and Iñaket to write it made reference to the studies about Ötzi and the alpine area, but they forced the story by introducing the taming of horses, already common in the eastern steppes, but not in the Alps. On the other hand a migration of horsemen towards the west is unlikely, but not impossible.
I found this comic engaging and very well done. Although there is a sequel, it also can be read as a single volume.
As for the art, I found it beautiful, stylized, but very expressive also thanks to the use of color, with scenes that refer to rock art.
Highly recommended.

giovedì 17 novembre 2016

Dr. Strange

Doctor Strange, wearing his traditional costume, coming out from a flowing energetic portal, and around him the world and New York turning around itself with the film's cast names above him and the film's title, credits and billing are underneath.
Doctor Strange è un film del 2016 diretto da Scott Derrickson e prodotto dai Marvel Studios, basato sull'omonimo personaggio dei fumetti Marvel creato da Steve Ditko nel 1963.
E' il quattordicesimo film del Marvel Cinematic Universe.
Il brillante, ma arrogante neurochirurgo Stephen Strange ha un incidente in seguito al quale non può più usare le mani per il suo lavoro. Strange è disperato e disposto a provare qualsiasi cosa per recuperare il pieno uso delle mani, anche ad andare in Nepal da un santone. E' così che incontra l'Antico, un essere dotato di straordinari poteri, ma minacciato dalla ribellione di un suo allievo, appoggiato da un'oscura potenza.
Rispetto alla media dei film Marvel l'ho trovato molto buono. Ha una trama non particolarmente originale, ma solida e comprensibile anche da chi non conosce il fumetto. Benedict Cumberbatch, che interpeta il dottore, e Tilda Swinton, che interpreta l'antico, sono favolosi. Il comparto visivo, che forse è la parte più originale del film, sembra sotto LSD.
Se vi piacciono i film Marvel ve lo consiglio senz'altro.

Doctor Strange is a 2016 film directed by Scott Derrickson and produced by Marvel Studios, based on the Marvel comic book character created by Steve Ditko in 1963.
It's the fourteenth film in the Marvel Cinematic Universe.
The brilliant but arrogant neurosurgeon Stephen Strange has an accident after which he can no longer use his hands for his work. Strange is desperate and willing to try anything to regain full use of his hands, even to go to Nepal to meet a holy man. And so he meets the Ancient One, a being with extraordinary powers, who is threatened by the rebellion of one of her pupils, supported by an obscure power.
Compared to the average of Marvel films I found it very good. It has a not particularly original, but solid plot that can be understood even by people unfamiliar with the comic. Benedict Cumberbatch, who plays the doctor, and Tilda Swinton, who plays the Ancient One, are fabulous. The visual compartment, which is perhaps the most original part of the film, seems to be under the effect of LSD.
If you like Marvel movies I would definitely recommend it.

lunedì 14 novembre 2016

In guerra per amore

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"In guerra per amore" è un film italiano del 2016 diretto, sceneggiato e interpretato da Pif, nome d'arte di Pierfrancesco Diliberto. Si tratta del secondo film dell'autore dopo l'esordio nel 2013 con "La mafia uccide solo d'estate".
Si tratta di una commedia con sfumature tragiche, ambientata fra U.S.A. e Sicilia durante la seconda guerra mondiale.
1943. Arturo Giammaresi è uno spiantato cameriere italoamericano che ama riamato Flora, la nipote del suo datore di lavoro. Flora però è promessa a Carmelo, figlio di un boss mafioso. Per aggirare le proteste dello zio e del boss, Flora manda Arturo a chiedere la sua mano a suo padre, in Sicilia (che sarà mai, c'è solo in corso la seconda guerra mondiale!).
Alla storia di Arturo si intrecciano anche quelle di una coppia formata da un cieco e uno zoppo, di un coraggioso tenente italoamericano, di una famigliola siciliana composta da un nonno fascista, suo nipote e sua nuora, e di un asino volante, sullo sfondo delle vicende della guerra.
Dietro alla facciata della commedia romantica, il vero tema del film è quello delle responsabilità statunitensi e di Democrazia Cristiana rispetto al riaffermarsi del potere mafioso durante e dopo il conflitto.
Negli anni ho perso fiducia verso il cinema italiano del mio tempo, mal recitato e con trame spesso banali, quindi mi sono avvicinata a questo film con un po' di timore. E invece ho trovato una storia divertente e a tratti commovente, mai scontata e con un messaggio estremamente valido.
Perfino l'uso del dialetto, usato spesso per nascondere una cattiva dizione, è funzionale alla trama.
Questo film mi è piaciuto tantissimo e lo consiglio senz'altro. A questo punto urge il recupero di "La mafia uccide solo d'estate".

"In guerra per amore" (To war for the sake of love) it is a 2016 italian film directed, written and starring Pif, stage name of Pierfrancesco Diliberto. This is the second film after the author's debut of 2013 with "La mafia uccide solo d'estate" (The Mafia Kills Only in Summer).
It is a comedy with tragic tones, set between the U.S.A. and Sicily during the Second World War.
1943. Arturo Giammaresi is a penniless Italian-American waiter who loves Flora, the niece of his employer, and is loved by her in return. But Flora is promised to Carmelo, the son of a mafia boss. To bypass her uncle and the boss's demands, Flora sends Arturo to ask her hand to her father, in Sicily (what's the problem, there is only second world war going on!).
Arturo story interwines with those of a couple formed by a blind and a lame man, a brave Italian-American Lieutenant, a Sicilian family consisting of a fascist grandfather, his grandson and his daughter in law, and a flying donkey, on the backdrop of the events of the war.
Behind the romantic comedy facade, the real theme of the film is that of US responsibility in reasserting the mafia during and after the conflict.
Over the years I had lost confidence in the Italian cinema of my time, badly acted and with often trivial plots, so I approached this movie with a bit of fear. But I found a funny and at times moving story, never predictable and with a very important message.
Even the use of dialect, often used in modern italian films to hide a bad diction, is functional to the plot.
I loved this film and I definitely recommend it. At this point I also want to watch "The Mafia Kills Only in Summer".
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