(…) Dunque. C'è stato un periodo discretamente lungo della mia
vita in cui mi pareva che avere un uomo accanto fosse una
necessità fisiologica un po' come respirare, dormire, detestare
le taglie 38 che dicono : " Io mangio tutto, ho il metabolismo
alto".
Ero reduce da una storia emotivamente devastante e l'idea di
dover fare i conti con il lutto sentimentale nel silenzio di una
casa, senza il rito confortante di un'uscita a cena o di un
messaggio su WhatsApp prima di andare a letto, mi appariva
intollerabile.La conseguenza di questa incapacità di affrontare
il dolore di petto è stata una carrellata di incontri surreali e di
relazioni lampo con personaggi a cui oggi non concederei
neppure il tempo di un caffè in piedi al bar dello stadio, ma che
all'epoca furono investiti di un ruolo specifico : quello del
traghettatore. Quello dell'uomo che serve solo a fare con te un
pezzo di mare, prima di arrivare a terra. Certo, poi il
traghettatore affonda e io mi ritrovavo naufraga.
Questo libro non descrive la solitudine e la speranza ( solitaria)
di imbattersi in un uomo decente. Racconta il periodo dello
stordimento: le compagnie strampalate, gli incontri assurdi, gli
uomini in cui sono inciampata e che - se non avessi testimoni
oculari - potrebbero sembrare frutto di fantasia, di un mojito di
troppo o di una sfiga siderale e che invece - ahimè - sono
personaggi comuni e realmente esistiti. E che , a dirla tutta,
faccio fatica a definire " ex " perché sono semplici, evidenti,
cristallini casi umani.
Ah, tra i casi umani ci sono anch'io, naturalmente.
Perché in quegli anni, nel tentativo disperato di dimenticare,
sono riuscita a dimenticare una sola cosa con un certo talento:
la mia dignità. (…)
Selvaggia Lucarelli da Casi umani ( Uomini che servivano a dimenticare, ma che hanno peggiorato le cose )