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sabato 17 settembre 2022

LA GELOSIA DI BOBIN

 


                                                      Edward  Munch -  Gelosia, 1907



" Bobin sembra che scriva frasi fatte apposta per essere citate. E ancora più incredibile che questo autore riesce sempre ad assomigliarti. Tu leggi e pensi che sta scrivendo come scrivi tu, come pensi tu, come senti tu. Penso che tanti lettori abbiano questa sensazione rispetto a Bobin. Lui è lo scrittore che ci somiglia, che ci fa credere in Dio anche se non crediamo in Dio; che ci fa credere all'amore anche se non crediamo nell'amore; che ci fa essere buoni anche se non lo siamo ".  ( F. Arminio dall' Introduzione al libro )




      

(...) Mi hai fatto conoscere - perché tacerlo - il grande delirio della gelosia. Niente assomiglia di più all'amore e niente gli è più contrario. Il geloso crede di testimoniare, con le sue lacrime e le sue grida, la grandezza del suo amore. Invece non fa che esprimere quella preferenza arcaica che ognuno ha per se stesso. Nella gelosia, non ci sono tre persone; non ce ne sono neppure due, d'improvviso ce n'è una sola in preda ai sussulti della sua follia : ti amo quindi sei legata da questa dipendenza, sei dipendente dalla mia dipendenza e mi devi accontentare in tutto. Non mi accontenti in niente e io ce l'ho con te per tutto e per niente perché sono dipendente da te e perché non vorrei esserlo più e perché vorrei che tu rispondessi a questa dipendenza. Il discorso della gelosia è inesauribile. Si nutre di se stesso e non cerca risposte, d'altronde non ne accetta nessuna - trottola, spirale, inferno . Ho conosciuto questo sentimento per quindici giorni, ma sarebbe bastata ampiamente un'ora per conoscerlo tutto. Al quindicesimo giorno l'inferno era passato, definitivamente. Per quindici giorni ho battuto i piedi nella brutta eternità delle recriminazioni : avevo l'impressione che tu sposassi il mondo intero eccetto me. Era il fanciullo in me che strepitava e faceva valere il suo dolore come moneta di scambio. E poi ho visto che non ascoltavi quel genere di cose e ho capito che avevi ragione, profondamente ragione a non ascoltale : il discorso della recriminazione non va ascoltato. Non c'è traccia dell'amore in esso, solo un rumore, un ripetere furioso io, io, io. E ancora io. In capo a quei quindici giorni, in un attimo si è squarciato un velo. Potrei parlare quasi di rivelazione. Ce ne fu una, del resto : d'un tratto per me era lo stesso se tu sposavi il mondo intero. Quel giorno ho perduto una cosa e ne ho guadagnata un'altra. So benissimo cosa ho perduto. Ciò che ho guadagnato non so come chiamarlo : so solo che è inesauribile. Il bambino furioso ci ha messo quindici giorni a morire. E' poco tempo, lo so : in altri casi continua a regnare instancabile per tutta la vita. Fu il tuo riso davanti alle mie recriminazioni a far precipitare le cose. E' stato il genio del tuo riso che è penetrato dritto nel cuore del bambino despota; è stata la tua libertà che improvvisamente mi ha spalancato tutte le strade.  (...)




                Christian Bobin  da   Più viva che mai



venerdì 10 giugno 2022

GLI STUDI SULL'AMORE DI ARMINIO 1

 


                                                      Amare è aspettare le parole...




Amare è aspettare le parole,

perché quando ami

nel mondo ci sono solo le sue parole.

Se ti parlerà da vicino

avrai la fortuna di vedere sulle sue labbra

Dio quando ancora non aveva creato

il mondo, quando ancora era un bambino.



                                         ***


Stai calmo.

Ti può accadere qualcosa

di terribile solo se pensi

alla vita come a una cosa sicura.

Pensa - invece - che sei finito

per caso  in mezzo ai respiri del mondo.

L'insidia dell'ansia è farti

pensare che forse stai morendo,

ma questo è il male di chi si crede vivo,

di chi non sa pensarsi

come un filo d'erba,

una nevicata, un soffio di vento.

Non so quando abbiamo

cominciato la sinfonia della presunzione,

la pretesa di essere e di avere.

Non è questo il nostro mestiere.

Aspetta il giorno

assieme ai muri, ai ragni.

Se resti vivo per altri due secondi,

lasciane uno per te e un altro

per il mondo.



                                             ***


A volte l'amore c'entra poco

con i corpi e pure con le anime,

è una cosa tra te e la luce,

una confidenza con l'aria,

un'intimità con i tuoi passi,

con i segreti del tuo respiro.

Non ti allontani e non ti avvicini

a nessuno, ti scorre un sorriso

silenzioso tra le braccia,

è tua, è solo tua questa grazia.



                                           ***


Per trovare le persone che amiamo

e che ci amano veramente

bisogna essere gentili e accoglienti,

ma non amare per impazienza

persone che non sono fatte

per il nostro amore;

bisogna aspettare in silenzio

l'enorme vicinanza di chi entra ed esce da noi

con la stessa naturalezza di un respiro.

Gli amori impazienti si stancano inutilmente,

in quel caso siamo soli, soli come un pesce

sul palmo della mano.



                                                   ***


Una volta si era fedeli

per molti anni

a un amore non corrisposto.

Pensate a come sono fragili

gli incontri adesso.

Durano solo il tempo che precede

il loro inizio.




                Franco  Arminio  da      Studi sull'amore



GLI STUDI SULL'AMORE DI ARMINIO 2

 


                         Il diluvio del chiasso ancora non aveva  vinto sul misterioso silenzio dell'istinto..




MARINA


Si tolse ogni giorno la morte dalla vita e infine si tolse ciò che le restava della vita. Non credeva alle mogli e ai mariti e neppure agli amanti che si frugano nella carne. Non è chiaro che idea avesse dell'amore, anche se ne scrisse tanto. E' strano pensare che Rilke e Pasternak non ebbero mai la sua bocca, ma solo le fiamme azzurre delle sue parole. C' è stato un tempo in cui l'amore saliva nella mente senza l'impiccio del vedersi, del toccarsi. Il giorno del suo funerale non c'era nessuno, come se la somma di tanti incontri fosse zero. Per il corpo di Marina Cvetaeva non ci fu nessun cimitero.



                                             ***


PAUL E INGEBORG


Sei settimane di amore a Vienna

e poi un lungo perdersi e ritrovarsi

senza compromessi, senza finzioni.

Oggi sarebbe andata diversamente,

oggi si è meno esigenti,

si resta, si resiste

grazie alle storie parallele,

ai tradimenti.

Paul e Ingeborg

non potevano restare insieme

perché non avevano

una storia d'amore con la vita.

Lui spense nel fiume

il suo ardore oscuro,

lei si addormentò con una sigaretta accesa

e prese fuoco nel sonno

tre anni dopo.

Morire a volte sembra un incidente,

la verità può essere uno scopo.



                                               ***


GABRIELLE


" Perdonami se vengo a uccidermi sulla tua porta come un cane fedele. Ti amo sempre ".

Questa scritta fu lasciata da Gabrielle davanti alla casa di Edoardo Scarfoglio, il marito di Matilde Serao. Ci sono gli eroi della patria e gli eroi dell'amore. Gabrielle e tante altre donne e tanti altri uomini di cui non sappiamo nulla, hanno portato soccorso al coraggio in un mondo crudele e viziato della viltà. Grazie a loro, il desiderio non si risolve in beghe clandestine, non annega nell'abitudine e in mesto rancore. Come i poeti danno ossigeno alla lingua, gli amanti danno ossigeno all'amore.



                                            ***


ALDA E GIORGIO


Quando si incontrarono i grandi masticatori dell'ansia, l'amore fu subito rissa. Così fu l'incontro tra Giorgio e Alda.

Giorgio scrisse : " L'amore è un eccellente combustibile per alimentare il malessere che può condurre alla letteratura. E' importante, estremamente importante, che l'amore vada male".

Alda così dice di lui :

" Lui parlava fitto e innamorato

come una rondine stellata,

pieno di germi d'addio.

Era un linguaggio provenzale

con una cadenza andalusa

e con le mani sfiorava i miei libri,

invece del volto e diceva:

" Che strano frumento

ti cresce nei capelli".

Immagino i loro incontri verbosi, le mani sudate di lui, il cuore mosso, la paura che ogni elazione è un fosso.

Lei non ci mise molto a capirlo :

" Non cercate di prendere i poeti perché vi scapperebbero tra le dita".

Giorgio sposò la prosa, la menzogna di cui era innamorato.

Alda non era pazza, solo era convinta che la ragione è un luogo sbagliato.



                                           ***


HENRY  E ANAIS


Il loro fuoco non era nel corpo

ma nella scrittura.

E lì , lei era più brava di lui,

aveva la finezza grande

che hanno gli orgasmi femminili.

Negli uomini c'è il fuoco d'artificio

dello sperma, ma è nelle donne

che l'orgasmo arriva da luoghi lontani

della terra, è il miracolo che mette insieme

la foce e la sorgente.

Henry e Anais raccontano

che c'è stato un tempo

in cui si scriveva ogni giorno per amore,

ogni giorno si saliva in cielo

e si scendeva in terra; c'era nei corpi

il furore con cui ci ha fatto Dio.

Il diluvio del chiasso

ancora non aveva vinto

sul misterioso silenzio dell'istino.




                Franco  Arminio   da    Studi sull'amore



venerdì 18 febbraio 2022

PASSIONE ( Arminio & Gragnaniello ) 1

 


                                                  Più di tutto ispira ciò che non si è avuto...





UN GIORNO TI STANCHERAI DI MANCARMI


Un giorno ti stancherai di mancarmi

magari sarà un giorno di pioggia

un qualunque pomeriggio d'inverno

coi piatti ancora sporchi nel lavello.

Avrai voglia di farti prendere

mi dirai : sono qui, amico mio

e baciami forte, tienimi stretta.

Io lascerò il timone, farò posto

 sul tavolo, sposterò le bottiglie

e i piatti per far posto alle gambe:

fammi raccogliere qualche sillaba

sotto la tua bocca, come una donna

raccoglie il seme caldo del suo amante,

fammi lasciare la testa sul ventre;

guardalo questo cuore che si è aperto:

fino a quando sarò vivo nessuno

potrà chiuderlo per nessun motivo.



                                                      ***


TOGLITI LE MUTANDE


Togliti le mutande.

Ditelo a qualcuno

con la dolcezza

delle farfalle,

l'ostinazione delle formiche.

Offri la tua schiena

a un corteo di graffi,

la tua nuca a una barricata

di morsi.

Abbi cura che qualcuno

venga a molestare la tua noia,

la sua indifferenza.



                                               ***


AMARE E' UN IMPEGNO DA GEOGRAFI


Amare è un impegno da geografi,

esploratori che mentre vengono accolti

si fanno a loro volta terra da esplorare.

Un ginocchio non va mai trascurato

e così le dita dei piedi, i polsi,

la luce delle mani.

Non è l'amore che bisogna trovare,

ma un uomo o una donna,

quella voce, quello sguardo

che ti dice di non credere più a niente

che non sia sconfinato.



                                           ***


TI CHIAMAVO DA UNA TERRA LONTANA


Ti chiamavo da una terra lontana,

era una telefonata da niente

e invece mi sono lentamente

sgretolato sotto le tue sillabe;

e l'isola in cui ero rinchiuso si è dissolta

sotto le onde della voce.

Adesso non posso scrivere, adesso aspetto

che mi chiami : ho la punta del cuore

che mi trema come una lama,

la punta delle mani senza sangue.

Ho buttato i pantaloni per terra

come si butta per terra un giornale,

resterò nudo fino a quando

non vieni a baciarmi con la tua voce.

Resto qui, ti aspetto

voglio che mi vedi così, inerme,

scomposto, voglio che mi lecchi

la punta del cuore, voglio sentirti

con la mano che gira sul ventre.

Prendi la mano

che non ha mai toccato nulla,

prendila senza sapere se è la mia o la tua,

vieni a prendermi senza indugi,

vieni a prenderti : sei qui

tra le mie braccia.



                                           ***


PORTERO' TUTTO L'ANNO IL LUTTO


Porterò tutto l'anno il lutto

di stare qui senza vederti.

Scriverò i miei versi e sarò muto

perché è vero che più di tutto ispira

ciò che non si è avuto.




                                            Franco  Arminio



PASSIONE ( Arminio & Gragnaniello ) 2

 



      Alcune donne hanno dolcezze furibonde...







LA POSIZIONE CHE VOGLIO IO

La posizione che voglio io :
salire sul tuo corpo
scendere dal mio.


***

ALCUNE DONNE

Alcune donne hanno un odore
in fondo alla gola,
un odore dell'essere
e poi c'è la forma dei capezzoli,
la luce delle costole,
la voce
il desiderio che squarcia i polsi
che riempie le vene
di animali rossi.
Alcune donne hanno gesti assoluti
dolcezze furibonde.


***

TU FAI L'AMORE CON L'ARIA

Tu fai l'amore con l'aria.
Ti ho vista
mentre accarezzavi un filo di vento,
mentre muovevi il collo
verso il buio.
Se aprivi la bocca
era per baciare
il mio fiato.
Elegantissimo
invisibile peccato.


***

DEL TUO CORPO SO ANCORA POCO

De tuo corpo so ancora poco
e delle mani
e della via benedetta
che gira intorno all'ombelico.
Ti amerò per i poeti
che non ti hanno vista,
per i poeti veri
che erano al mondo
quando tu non c'eri.
Darò tutta la mia gentilezza
alle tue mani.
Se ti vedo 
mi sgretolo,
sventolerò le mie ossa
come bandiere.


***

PORTAMI CON TE

Portami con te in un mercato,
dentro un bar, nel parcheggio
di un ospedale, portami
dentro la nuvola in cui dio e il vuoto
si guardano usando le nostre ombre.
La prossima volta che ci vediamo
portami con te in una strada di campagna
dove abbaiano i cani
vicino a un'officina meccanica
dentro a una profumeria, portami
dove vuoi : spezza con un bacio
il filo a cui sto appeso.




Franco  Arminio



domenica 1 agosto 2021

LA CURA DELLO SGUARDO DI ARMINIO

 


                                                    Sono qui con i fili tutti scoperti...




Nota:

In questo piccolo libro ci sono due figure: la ferita e il guaritore. Ho vanamente cercato la guarigione scrivendo. La ferita è ancora qui. Con il tempo mi sono cresciuti dentro consigli che posso dare, piccoli precetti fatti in casa.
La nostra ferita serve alla salute degli altri, non alla nostra. Se mi guardo dentro, vedo un me che vuole ascolto. Un me inquieto e infantile che un poco si versa nella scrittura, un po' resta infisso nella carne e mi parla di una fitta al cuore o alla testa. E' un me che mi chiede di uscire: me lo chiede con un'insistenza che non ha mai avuto. Ho pensato a questo lavoro come a una farmacia nuova perché sono convinto che il mio disagio sia il filo di una bestia di dolore che riguarda tutti. E' una bestia annerita, stanca, con un fondo depressivo, attraversato ogni tanto da qualche bagliore di letizia.
la lettura forse può dare luce più dello scrivere. Mi pare che il piccolo mistero di queste parole sia la loro apertura agli altri, l'idea che abbiamo un paesaggio interiore solo in apparenza diverso. Il mondo è qui senza che nessuno lo abbia inseguito : dovremmo salire al primo piano, aprire le finestre, lasciare che gli altri vedano ciò che siamo.
Non sappiamo bene cosa sia la vita, forse è arrivare in un punto e avere una bella voglia di compiere un altro pezzo di cammino. Non si possono fare grandi imbrogli, almeno con se stessi. Possiamo metterci tanti vestiti, ma la nudità possibile è una sola, una per ognuno. ( F. A. )





AUTOCERTIFICAZIONE


Tremo di paura da quando sono nato

e il tremore non si addomestica.

Andrò via senza padroni,

senza soci di furbizia.

Sono qui con i fili tutti scoperti,

scrivo e vivo in bella vista,

appartengo a piccole vicende,

al vento e alla neve del mio paese.

Sono e sarò sempre fratello

degli inquieti, degli incerti.

Non mi salverà nessuno

e non salverò nessuno,

ma è bello essere liberi e appassionati,

aperti al soffio di ogni cosa:

l'anima non è nient'altro

che una rosa.



                                          ***


LA MEDICINA COSMICA


Un uomo che arriva in ospedale, non è un uomo, è un mondo. Curare un essere umano significa curare una persona immersa nel mondo e il mondo che è immerso in lui. Curare un uomo significa prendersi cura del tutto che è in tutti. Un buon medico dovrebbe essere anche un poco filosofo e poeta e teologo.

Un essere umano non è mai una cosa piccola: la sua malattia è la malattia dell'aria, è un piccolo guasto del moto degli astri. Un ospedale è un osservatorio astronomico. E' anche un reparto di geologia : la malattia viene dalle radici, dal fitto mormorìo che alimenta la vita degli organi. Negli ospedali si deve tener conto del respiro prima di tutto. Un corpo respira il mondo ed è respirato dal mondo. In questo scambio perenne e implacabile ci può essere un guasto. La medicina cosmica diluisce la paura: non perdiamo la salute, la cediamo ad altri. E quando moriamo diamo il cambio, non ci assentiamo, partecipiamo al gioco in una forma che non sappiamo, ma il gioco non finisce per nessuno.



                                         ***


IL GARANTE DELL'INFINITO


Non esiste una regola. Può essere bello farlo con tante persone o sempre con la stessa persona. Quello che conta è trovare il corpo dell'altro e adorarlo. Un altro corpo bisogna avvicinarlo quando arriviamo dal deserto, da un lungo viaggio solitario dentro l'oceano, quando veniamo da secoli su un libro o dietro bestie mute. La parola, il sorriso, l'abbraccio di un altro corpo devono avvenire sempre in presenza di un dio. Ci vuole un testimone per i nostri incontri, un garante dell'infinito.



                                                 ***


E' FATTO COSI'


Il mondo è fatto così : se lo allarghi si stringe.



                                                  ***


CUORE


Ora ho il cuore come un pulcino e la punta si solleva , si apre, come se potessi nutrirlo di qualcosa. Posso solo scrivere, caro mio cuore, non posso darti altro a quest'ora. Sono le due di notte, non posso chiamare nessuno. Qui non ho neppure la connessione, non posso connettermi con qualche nottambulo in Rete. Domani mattina, se vuoi, possiamo andare in un paese. Facciamo quello che abbiamo fatto sempre. Io guardo, e tu se vuoi mi fai paura, mi fai credere che ti stai spaccando, lo hai fatto tante volte. Tu e io insieme non abbiamo risolto niente, non ci siamo dati nessuna felicità, l'abbiamo sempre evitata. Mi ricordo di quando stavi appoggiato al centro di una regnatela. In macchina, quando prendevo un fosso, temevo che potessi cadere, come se nel corpo ci fosse un vuoto, come se avessi solo te caro mio cuore. Per farti spazio me ne sono uscito pure io dal mio corpo, non so quando è accaduto. E non ho lasciato entrare niente, è un cinema senza sedie il mio corpo, una chiesa senza banchi.




        Franco  Arminio  da   La cura dello sguardo ( Nuova farmacia poetica )


      

domenica 28 febbraio 2021

LA TUA VOCE

 


                                                                 Portami via da qui...




Ti chiamavo da una terra lontana,

era una telefonata da niente

e invece mi sono lentamente

sgretolato sotto le tue sillabe

e l'isola in cui ero rinchiuso si è dissolta

sotto le onde della voce,

adesso non posso scrivere, adesso aspetto

che mi chiami: ho la punta del cuore

che mi trema come una lama,

la punta delle mani senza sangue,

chiamami, sfiorami sul ventre nudo,

ho buttato i pantaloni per terra

come si butta per terra un giornale,

resterò nudo fino a quando

non vieni a baciarmi con la tua voce,

resto qui, ti aspetto,

voglio  che mi vedi così, inerme,

scomposto, voglio che mi lecchi

la punta del cuore, voglio sentirti

con la mano che gira sul ventre,

prendi la mano

che non ha mai toccato nulla

prendila senza sapere se è la mia o la tua

vieni a prendermi senza indugi

vieni a prenderti, sei qui

tra le mie braccia.



                         Franco Arminio , 2006




COME UN TESTAMENTO ( scrivimi )


                                  

                                     Giovanni Boldini - Studio di donna che scrive




TI PREGO, SCRIVIMI


Ti prego, scrivimi,

te lo chiedo oggi davanti al nulla

o a dio, te lo chiedo

in nome di tutti i morti

della mia e della tua morte

te lo chiedo  per tutto quello che c'è stato

e ci sarà, per tutto il male e tutto il bene

per le lacrime e le gioie.

Ti prego, accogli in qualche modo,

rivolgimi lo sguardo, puoi pensarmi

come un verme, puoi sentirmi più lontano

di una stella, ma adesso ti chiedo

di guardarmi, di aprire la tua voce,

di muoverla come si muove il vento,

dai, ti prego, in nome del silenzio in cui saremo

per sempre, in nome della mia indegna

fratellanza, dei miei imbrogli, mandami una parola:

qualunque parola tua contiene il mondo,

sento il sangue che mi vuole uscire dalla testa

sento la vita che vuole andarsene, ti prego

scrivimi, ti prego scusami anche per questa preghiera

per questa perenne indegnità della mia vita,

sto piangendo per l'amore mai dato e mai trovato

per gli inganni che ho compiuto,

ti prego piangi con me, piangi per questa verità

che piange tra le mani, per questa sedia rotta

su cui stiamo seduti,

vieni da me come una madonna,

come una cagna adirata, come un passero impaurito,

non mi serve più niente, non ci serve più niente,

ti bacio anche se non mi scrivi, bacio la vita di tutti

abbraccio i nostri continenti, i nostri alberi, i nostri mari,

vado con te e con tutti, mi lascio andare, lascio le fabbriche

del presente e dell'eternità, eccomi

ecco il mio corpo, ecco il pane e le ferite,

ecco il tempo che non sappiamo cosa sia

eccoci tutti dentro un'anima sola,

siamo nella stessa bara

nello stesso sorriso,

non conta nulla

ciò che vogliamo, non conta nulla

la gioia e lo sgomento

se non preghiamo

se non sentiamo

che ogni attimo è un testamento.




                          Franco  Arminio



sabato 30 maggio 2020

ANCORA AMORE PER FRANCO




                                               Non è l' amore che bisogna trovare...



 L'ERRORE E' TUTTO NEL NON DARSI

L'errore è tutto nel non darsi,
nel rimanere rigidi pure nel calarsi.
Quello che conta è solo la furia,
la commozione, lo smarrimento.
Dio non c'è  quando siamo prudenti,
Dio crede in noi quando siamo in croce,
quando non misuriamo niente.


                                                ***

E TU LA PROSSIMA VOLTA

E tu la prossima volta
prova a sentire
il bene di un bacio
scappa con me
dall'agonia delle pretese
abbracciami con furia
avanza a nuoto nella mia carne
mentre io prendo fuoco
sulle tue scapole.


                                               ***

POCO PARLARE

Poco parlare,
solo quando si deve,
quando qualcuno te lo chiede.
Per il resto
guarda,
non dare troppa confidenza alla vita
e alla morte, vai per una strada
che è solo tua.
Non sai bene chi sei,
chi ami, chi ti ama,
non sai quasi niente
e dunque prova ad essere
ginestra, canto, imbuto.
Considera ogni cosa senza inquietarla.
Festeggia appena puoi
il minuto più inutile della tua vita.


                                                   ***

AMARE E' UN IMPEGNO DA GEOGRAFI

Amare è un impegno da geografi,
esploratori che mentre vengono accolti
si fanno a loro volta terra da esplorare.
Un ginocchio non va mai trascurato,
e così le dita dei piedi, i polsi,
la luce delle mani.
Non è l'amore che bisogna trovare,
ma un uomo o una donna,
quella voce, quello sguardo
che ti dice di non credere più a niente
che non sia sconfinato.


                                                 ***

UN GIORNO TI STANCHERAI DI MANCARMI

Un giorno ti stancherai di mancarmi,
magari sarà una giornata di pioggia
o un qualunque pomeriggio d'inverno
coi piatti ancora sporchi nel lavello,
Avrai voglia di farti prendere,
mi dirai: sono qui amico mio,
e baciami forte, tienimi stretta.
Io lascerò il timore, farò posto
sul tavolo, sposterò le bottiglie
e i piatti per far posto alle gambe:
fammi raccogliere qualche sillaba
sotto la tua bocca, come una donna
raccoglie il seme caldo del suo amante;
fammi lasciare la testa sul ventre
e guardalo questo cuore che si è aperto:
fino a quando sarò vivo nessuno
potrà chiuderlo per nessun motivo.


                                           ***

IL MIO SANGUE TI VEDE ANCORA

Il mio sangue ti vede ancora:
temeva la tua morte
non il tuo abbandono.
Quello che conta
è che la fiamma del tuo corpo
bruci ancora.
Oggi ti avrei baciata a lungo
le ginocchia
come un prigioniero appena uscito
dalla cella.
Se restavi ferma sarei sceso
verso i piedi
e poi verso terra.


                                           ***

ORA TE LO DICO

Ora te lo dico
come mi sentivo vicino a te.
Mi sentivo che potevo sparpagliare
il mio corpo per terra,
gli occhi, le costole,
le ciglia, tutto per terra
intorno a te
che in punta di piedi
facevi l'amore
con ogni sillaba
con ogni sguardo.
Era un sereno sgretolarsi
davanti alla faccia bella e serena
della vota.



                      Franco  Arminio   da       Resteranno i canti


domenica 12 agosto 2018

LA STRADA DEL POETA

 
 

                                                              Sono qui, qui con te...tranquillo…


POESIA E' MALATTIA

Poesia è malattia, diceva Kafka. Il poeta che manda in giro le sue poesie, manda in giro i suoi virus, le sue fratture, i suoi tessuti infiammati. Il poeta anela alla cura, o almeno alla consolazione, ma dall'altra parte si pensa a difendersi dal contagio.
La poesia dice sempre del tentativo di riparare un lutto e, quando viene spedita, fa un po' l'effetto di un afflitto che va in giro a chiedere le condoglianze. E questo movimento rende dubbio il lutto stesso, come se ci trovassimo davanti a qualcuno che volesse venderci le azioni del suo dolore, azioni destinate inevitabilmente al ribasso in una  società in cui tutti piangono e i morti senza lutto si confondono con i lutti senza morto.
Il poeta è alla guida di un'impresa fallimentare perché ogni suo prodotto resta invenduto e la ragione dell'impresa consiste esattamente in questo. Anche se il prodotto risultasse smerciabile, al poeta non può venirgli nulla, non ci sono rendite, bisogna subito ricominciare da capo. La poesia è radicalmente anticapitalistica, non prevede nessuna forma di accumulazione.
Un dolore antico è sempre un dolore fresco di giornata.



                                                           ***



POESIA E GUARIGIONE

C'è un problema quando si hanno rapporti con i poeti. Il problema deriva dal fatto che il poeta è una creatura patologicamente bisognosa di amore. Una creatura in subbuglio con cui non si può mantenere un'amicizia generica e blanda. Col poeta non ci possono essere pratiche attendistiche e interlocutorie : bisogna gettargli in faccia il nostro amore o il nostro odio; bisogna tenerlo ben vivo nella nostra mente; bisogna pensarlo, parlargli delle sue parole, raccontargli le sue storie.
Uno allora può dire: ma a che serve a questo punto?
Io penso che alla fine non serva al poeta, perché il poeta non ha mai bisogno di quello che gli viene dato. Penso che tutto questo serva a chi dà, a chi si protende a lenire le varie disperazioni del poeta. L'atto di guarire chiude le ferite, ma solo al guaritore.


                          Franco  Arminio

ARMINIO IN AMORE

 
 

                                               Vedere nei tuoi occhi l'umidità di certe albe…


Oggi stavi nel mio sangue
e io me ne accorgevo
ogni volta che il sangue
entrava dentro il cuore.
Oggi stavi nelle ossa.
C'era un vago, minerale
sentore di te
nelle testa dell'omero
nella fossa dell'anca.


                    ***


Le braccia lunghe, le ossa come piume,
i seni piccoli come isole di un fiume,
pallida, sempre un po' dolente e schiva,
non potevo immaginare all'interno
la sala degli affreschi così viva.


                       ***



La punta della tua lingua
è il primo luogo che si incontra
venendo da fuori.
La punta della tua lingua
come la punta del giradischi
sulla mia carne.


                     ***



La fortuna di vedere
nei tuoi occhi
l'umidità di certe albe,
la necessità di certi sguardi
con cui i cinghiali
cercano la madre.


                       
                 ***


Dammela tu 
una brutale vicinanza,
tagliami i ponti con la paura.
L'amore deve essere un assedio,
ferro e fuoco,
colpi violenti, morsi
per aprire la strada alla dolcezza.



Franco  Arminio  da    Cedi la strada agli alberi ( Poesie d'amore e di terra ).    

mercoledì 30 maggio 2018

RESTERANNO I CANTI

 
 
 
                      La gioia è una fioritura della carne, il maggio delle ossa...                                      



Si sta vicini per fare miracoli
non per ripetere il mondo
che già c'è,
che già siamo.

     ( F. A. )



Passo le mie mani
sul tuo corpo
come un archeologo.
L'amore è leggere il sacro
seppellito nei corpi,
è quella cosa che si sgretola,
fa cadere le vernici,
rivela il fondo d'oro,
l'archivio di luce
da cui veniamo.


                                          ***

Mai vista una primavera così bella:
la luce sembra impazzita,
è un diamante la testa del serpente,
il silenzio concima le ginestre,
sono quieti i paesi da lontano.
Non insistere a dolerti.
Ogni albero è tranquillo e felice di vederti.


                                              ***

Non pensare la gioia, séntila:
è una fioritura nella carne,
è il maggio delle ossa,
l'aprile degli occhi.
La gioia non è un fatto,
una cosa, un luogo.
La gioia crea spazio,
scioglie, fa il vuoto.


                                             ***


La serena democrazia delle foglie,
la gentilezza, la clemenza,
la cura di uscire
e guardare il paesaggio.
Questo è il nuovo umanesimo:
qualcosa che assomiglia
a un ciliegio
nel cielo di maggio.


                                                    ***

Datti alla vita intensa,
cercala,
non fare altri errori,
resta sulla tua strada,
cammina senza muoverti,
resta fermo nei tuoi passi:
il mondo sarà buono
se resti fedele
a ciò che stai cercando.


                                                       ***

Che sia un amore
dolce e lieve,
un amore che può stare
su una ragnatela
senza paura di cadere.


                                                    ***

Il piacere è simile al naufragio.
Tu sei l'isola corallina
e io l'anfora inclinata
sul fondale.



             Franco  Arminio   da     Resteranno i canti




venerdì 19 gennaio 2018

CEDI LA STRADA AGLI ALBERI 1




                                               Non chiedere altro che una gioia solenne...



Pensa che si muore
e che prima di morire tutti hanno diritto
a un attimo di bene.
Ascolta con clemenza.
Guarda con ammirazione le volpi,
le poiane, il vento, il grano.
Impara a chinarti su un mendicante,
coltiva il tuo rigore e lotta
fino a rimanere senza fiato.
Non limitarti a galleggiare,
scendi verso il fondo
anche a rischio di annegare.
Sorridi di questa umanità
che si aggroviglia su se stessa.
Cedi la strada agli alberi.

                                                                     ***


Non ti affannare a seminare
noie e affanni nelle tue giornate
e in quelle degli altri,
non chiedere altro che una gioia solenne.
Non aspettarti niente da nessuno.
E se vuoi aspettarti qualcosa,
aspettati l'immenso, l'inaudito.

                                                                         ***


 Concedetevi una vacanza
intorno a un filo d'erba,
concedetevi al silenzio e alla luce,
alla muta lussuria di una rosa.

                                                                         ***


Spesso gli uomini si ammalano
per essere aiutati.
Allora bisogna aiutarli prima che si ammalino.
Salutare un vecchio non è gentilezza,
è un progetto di sviluppo locale.
Camminare all'aperto è vedere
le cose che stanno fuori.
ogni cosa ha bisogno di essere vista,
anche una vecchia conca piena di terra,
una piccola catasta di legna
davanti alla porta, un cane zoppo.
Quando guardiamo con clemenza
facciamo piccole feste silenziose,
come se fosse il compleanno di un balcone,
l'onomastico di una rosa.

                                                                          ***


L'esistenza educa le forme
ad appassire.
Dal mio nome ogni giorno
cade una lettera.



Franco Arminio  da  Cedi la strada agli alberi ( Poesie d'amore e di terra )