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giovedì 17 ottobre 2019
QUEL CHE SO DI LEI ( Presentazione )
Giulia Trigona, zia di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, viene trovata morta il 2 Marzo 1911 in un albergaccio vicino alla Stazione Termini di Roma. E' stata uccisa dal suo amante, al quale aveva concesso un ultimo appuntamento. Un femminicidio feroce, secondo uno schema che ancor oggi si ripete: le donne credono nell'amore con l'ingenuità di un bambino, ma vengono uccise da uomini che ne spezzano il volo.
Cosa cercava Giulia in quella squallida stanzetta?
Monica Guerritore le si è messa acanto e, nel tempo dilatato di quel pomeriggio di marzo che conduce Giulia alla stanza dove troverà la morte, rivive i momenti fatali che l'hanno portata fin lì. A guidarla in questo viaggio saranno apparizioni, figure della mente come Emma Bovary, la Lupa, Oriana Fallaci, Carmen. In ognuna di loro vive un racconto immutabile, specchio o eco di un percorso femminile di solitudine, desiderio e perdizione, tanto reale che, quando lo riconosciamo, il nostro cuore ha un sussulto. Sono otto grandi personaggi femminili che l'autrice ha interpretato nella sua carriera di attrice: le loro storie tessono un filo rosso di sangue e passione.
Prenderne consapevolezza può permetterci di lasciar andare le nostre compagne di ieri per specchiarci - nuove - in un racconto del femminile ancora tutto da scrivere, magari abbandonando il pianto per ballare al ritmo di una ritrovata, leggera dolcezza.
( f. )
QUEL CHE SO DI LEI 1
" Essere donna è così affascinante. E' un'avventura che richiede tale coraggio, una sfida che non annoia mai ". ( O. Fallaci )
(…) Emma Bovary, Oriana Fallaci, Carmen:ciascuna di loro aveva
da dirmi qualcosa a proposito di Giulia ( Trigona, dama di
corte delle regina Elena di Savoia , assassinata dal suo amante
n.d.r ). Stanza dopo stanza, mi hanno condotto attraverso gli
snodi di questa storia nera - tradimento, perdita, eros, caduta,
vulnerabilità, rifiuto, ribellione, coraggio - e poi finalmente
oltre.
Guardando nelle trame delle loro vite, ho trovato un filo d'
Arianna:punta all'uscita del labirinto di cui siamo - da sempre-
prigioniere e guardiane, verso la compiutezza di una nuova e
più matura leggerezza. Per liberarsi, basta seguirlo.
Scriveva Pasolini che " la morte non è nel non poter comunicare
ma nel non poter più essere compresi.".
Mi sono messa accanto ad un enigma, le ho detto :" Fammi
avvicinare a te, fammi camminare con te, prenderò il tuo passo
e il tuo respiro".E l' Ignota ( Giulia )ha permesso che attraverso
di lei emergessero le voci che più sono presenti in me, in noi.
Scrive Pirandello in Come tu mi vuoi : " Essere è niente. Essere
è farsi. E io mi sono fatta quella ".
Attraverso di lei sono emerse le donne che ci abitano e
impongono la loro voce. Siamo quello che la potenza artistica
dei racconti e delle opere d'arte ha fatto di noi; la potenza
evocativa di un fatto descritto dalla mano o dallo scritto di un
artista ci irretisce, ci corrompe e ci modella.
Il tragico femminicidio di Giulia ripete uno schema immortale
che ancora oggi si reitera: le donne abbassano le difese, non
guardano con i mille occhi dei lupi, credono nell'amore come lo
vedono gli occhi dei bambini e tentano la via nuova con lo
stesso sguardo e lo stesso cuore di ieri.
Ma vengono uccise da uomini che ne spezzano il volo, uomini
senza strumenti davanti a una donna che cambia.
Non sono forse i cliché interiori, affettivi, se pur narrati da
grandi artisti, a tenerci su strade già tracciate ? (…)
Monica Guerritore da Quel che so di lei ( Donne prigioniere di amori straordinari )
QUEL CHE SO DI LEI 2
(…) Scrive Aldo Carotenuto ( psicanalista junghiano, n.d.r. ) in
Riti e Miti della seduzione che " Appena nato,Pan è così brutto
che la madre fugge via atterrita. La bruttezza di Pan ( divinità
non olimpica dall' aspetto di satiro, legata ai boschi e alla
natura , n.d.r ) e il suo aspetto mostruoso, rimandano
al carattere perturbante del desiderio sessuale, allo spavento
dell'anima sedotta".
La seduzione di Pan è " oscura e bestiale " e opposta a quella
di Eros, l'eterno fanciullo alato. L' urlo di Pan atterrisce chi lo
ascolta, " il destarsi improvviso del desiderio sessuale incute
dunque paura all' Anima", mentre Eros sa risvegliarla e
ravvivarla, attiva il desiderio e la creatività. Continua
Carotenuto : " La sessualità violenta di Pan è una sessualità
solitaria, non porta mai alla creazione di una coppia. Pan è
solo, continuamente tormentato dal suo istinto, che può
rapidamente soddisfare per tornare alla sua solitudine e alla
sua impossibilità di sentirsi appagato.
" La sua, è una dannata esistenza nomadica in luoghi deserti,che
il suo appetito rende sempre più deserti, e il suo canto
" tragedia ". (…) ( Hillman 1972 )
Monica Guerritore da Quel che so di lei ( Donne prigioniere di amori straordinari )
QUEL CHE SO DI LEI 3
(…) Di cosa moriamo - noi donne - oggi come un tempo?
Del volo in un mondo non ancora inventato, della ricerca di un
modo di essere forti, virili e sensuali, accoglienti e attente. Del
bisogno di una biografia nuova da scrivere,dove riconosceremo
noi stesse finalmente diverse, attraversando immagini e storie
ancora da inventare.Ma fino a quando i nuovi racconti,le nuove
immagini di noi stesse non daranno una forma compiuta al
nostro nuovo essere, saranno la rabbia e il caos a gridare
disordinatamente i nostri passi, concedendoci solo un'illusione
di sicurezza e forza, esponendoci senza protezione al rischio
mortale di un simile errore di calcolo. (…)
Monica Guerritore da Quel che so di lei ( Donne prigioniere di amori straordinari )
QUEL CHE SO DI LEI 4
(…) Sono entrata nell' Enigma Fallaci a tentoni, come entrando in
una grande stanza buia illuminandola con una torcia: sarà luce
forte su alcuni angoli, ma solo su alcuni.
Interpretandola- sera dopo sera - sono stata penetrata dalla
morte che l'ha avvolta durante tutta la sua vita: la malattia, gli
aborti, i cadaveri sotto cui l'hanno trovata viva a Città del
Messico, tutta la sua famiglia decimata dal cancro, la morte
della madre.Fallaci si oppone,vivendo,scrivendo, testimoniando,
strappandosi il velo davanti a Komeini, denunciando le torture
subite dalle donne giapponesi.Si oppone al potere maschile della
guerra e sfida la morte, la combatte.
Ma poi è esausta. I tumori la piegano, il suo corpo è devastato, il
suo viso è devastato. Si nasconde, non esce più. Io stessa sentivo
su di me quella febbre nervosa su un corpo - il mio - non
abbastanza esile com'era il suo. Ed è con il mio corpo che mi
opponevo con forza alla visione che invece ha schiantato lei:
davanti a quel vetro della sua casa di New York, nel 2001, dove
ancora una volta la morte le si è parata davanti sottoforma di
carnefice atroce.
Era un grido vero, profondo, quello che sgorgava da me in scena,
con le sue vere parole :" Non era un colpo di cannone più
assordante. Non era un bombardamento più violento! Quello che
io, che l'intera umanità vedeva era di natura diversa. Il mondo si
trasformava in fuoco, la terra saliva al cielo in una colonna di
fumo. Tutto era in fiamme, la mente in fiamme, i pensieri in
fiamme. Guerra… guerra ancora… In guerra bisogna
combattere! ". (…)
Monica Guerritore da Quel che so di lei ( Donne prigioniere di
amori straordinari )
QUEL CHE SO DI LEI 5
(…) Ora torna la sua immagine alla mia memoria : gli occhi neri e
le labbra rosse. Una maschera al centro della stanza. Poi
Oriana china il capo. E' sola e lo sa. Parla tra sé e sé.
" Mi sono sempre sentita fuori posto. Nel tempo la solitudine mi
è diventata necessaria. Il solo modo per sfuggire a tutto quello
che considero stupido, falso, volgare, brutto. Le cose dentro di
me - quelle mie - cercavano riparo."
Si gira di profilo, sembra riflettere, sembra andare via. Poi ci
ripensa, mi guarda, mi fissa. Sorride.
" Il più bel monumento alla dignità umana per me resta quello
che vidi su una collina del Peloponneso. Uomini assetati di
libertà le avevano incise coi loro coltelli sulle cortecce degli
alberi durante l'occupazione nazifascista. Tre lettere che in
greco significano " No. Anch'io ho detto " No ".
Si toglie la parrucca. E' completamente calva. Si ripara con la
mano dalla poca luce nelle stanza e mi sussurra : " Io è un
altro. Questa non è …"
La Fallaci svanisce. (…)
Monica Guerritore da Quel che so di lei ( Donne prigioniere di amori straordinari )
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