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mercoledì 6 novembre 2024

UN VIANDANTE SUL MARE DI NEBBIA

 


                                    Caspar Friedrich - Il viandante sul mare di nebbia




(...)  Vedete questo dipinto ? Ha emozionato milioni di persone, ma pochi conoscono la storia straordinaria che c'è dietro. Sicuramente avrete già sentito parlare del " Viandante sul mare di nebbia " di Caspar Friedrich. Guardatelo con attenzione : c'è un uomo che fissa con straordinaria intensità l' orizzonte. Nel dipinto non potete vedere il volto dell'uomo, ma tutto nella sua postura e nella curva delle sue spalle ti trasmette una sensazione intensissima. Sembra quasi trattenere il respiro. E voi potete quasi sentire il brivido che lo assale. Che cosa sta guardando? Il cielo sospeso sull'orlo di un precipizio. Ma perché lo fissa con tanta intensità ? Non è soltanto un sentimento di meraviglia davanti all' immensità della natura, come credono in molti. Ma- per capirlo - dovete conoscere la storia che c'è dietro.

Un giorno, mentre il giovane Caspar stava pattinando insieme a suo fratello, il ghiaccio si spezzò sotto i suoi piedi. Suo fratello, per salvalo, muore annegato. Si dice che dalle sofferenze siano nate le anime più forti e che le anime più belle siano quelle segnate dalle cicatrici. E lui ne aveva tante. Perse la madre quando aveva sette anni, e poi perse due sorelle e infine l' amato fratello. Conobbe la povertà, la solitudine e l'incomprensione. Nonostante questi dolori - però - il giovane Caspar si dà la forza per andare avanti. 

Ecco il vero significato di questo dipinto !. Nella posa del Viandante c'è tutto: coraggio, solitudine, struggimento, nostalgia di chi è alla ricerca non di un luogo qualunque, ma di una casa. Perché casa non è solo dove si vive, ma dove ci si comprende. E ci si perdona. La nebbia che inghiotte le montagne è la metafora delle difficoltà, delle prove e delle incertezze che ognuno di noi deve affrontare nella vita. Ma se osservate meglio, noterete che la nebbia sembra diradarsi all' orizzonte Perché non importa ciò che ti capita, ma è come reagisci a ciò che ti accade che fa la differenza. 

Ecco che cosa vi sta dicendo questo dipinto. 

Nascere non basta. E' per rinascere che siamo nati.  (...)



                               Guendalina  Middei



giovedì 12 settembre 2024

VOLA...

 





                                 "Tu costringi molti a cambiare opinione

                   nei tuoi riguardi: a causa di ciò ce l'avranno

                   con te. Sei arrivato loro vicino ma sei

                   poi passato oltre e questo non te lo

                   perdoneranno mai. Tu passi oltre, ma

                  quanto più in alto sali, tanto più piccolo

                  ti vede l'occhio dell' invidia . "



                        Friedrich  Nietzsche



lunedì 5 febbraio 2024

VARIE DI MIGUEL SANCHEZ- OSTIZ

 


                                                                  E tu, tu parlerai da solo...




VIVO COME VOGLIO VIVERE


Ho invidiato coloro che hanno amato - è una vecchia storia -

e hanno saputo o forse hanno avuto il coraggio

di vivere la vita come hanno desiderato viverla,

e hanno fatto - o fanno - di ogni giorno una celebrazione,

un'arte, pur sapendo che la vita,

ciò che chiamiamo con ossessiva insistenza

o con tenacia da visionari " la vita",

è il più delle volte qualcosa di mediocre,

triste, sporco, logoro e violento.

Ho invidiato coloro che hanno scelto come distinzione dei loro giorni

" il cuore mi comanda ", hanno ballato l'indifferenza

e non hanno disdegnato altro che le passioni tristi :

la svalutazione delle loro vite.

E in un'epoca più buia di qualsiasi altra

hanno messo passione al trascorrere di ogni giorno.



                                                ***


I


Cresce il rumore di ghiaccio nei tuoi occhi

smarriti in un paesaggio circolare.

In quale territorio conduci il mio sogno?

Qual è il regno distrutto che mi offri?

Chi sono quelli che devono rimanere su questa sponda

e affacciarsi sugli stagni impenetrabili della notte

dove si dice che un pesce segnala i limiti?



                                               ***


AETERNE  PUNGIT , CITO VOLAT ET OCCIDIT


Dove dorme il cavaliere il suo sonno di fortuna

ed è sorridente l'angelo che, più che vegliarlo,

lo avvisa di quelle frecce della paura

che volano non più a mezzogiorno,

ma a qualsiasi ora;

quelle che eternamente feriscono,

veloci volano e uccidono...

E sul tavolo i talismani, le vanità,

la bottega di porcellane dell'anima, il nido della gazza,

reliquie di piaceri e doni irrinunciabili,

il bottino della vita,

le cose che a tua richiesta ti diranno

che sei stato qualcuno, che hai vissuto

abbastanza e come hai potuto

le cose, quelle che tacciono quando ti allontani.



                                              ***


FANTASMI


La terra dove non ci sono fantasmi

perché nessuno ha il coraggio di vederli...

No, no, rispondi, presto :

dove nessuno osa confessare

che li ha visti, che li vede ogni giorno,

che commercia con essi

e con essi convive, dorme e veglia.



                                                  ***


PRESAGI


Che non ti inquieti

il volo basso dell'uccello,

né il tremolante

e prolungato rintocco della campana,

né l'inopportuno crepitìo

della farfalla notturna

sulla tua finestra,

né quell'immotivato ululare del cane,

perché non sono altro che riflessi

dell'oscurità

che da sempre abita in te.



                                                 ***


TEMPO DI BURRASCA


C' è gente che si sta congedando dal mondo

e non ce ne rendiamo conto,

che sembra ricordare e sta dicendo addio,

che viene vicino a noi per andarsene.

C'è gente. Strana gente.

C'è gente che quando viene spinta

contro il muro del dramma,

delle false lamentazioni,

che è il muro comune della notte, dice :

" Sono io che piaccio alla terra.

Ricordati dei faggi",

e scompari subito nella neve.



                                                  ***


IL TUNNEL


Non esiste un antidoto per il veleno

lento della vita invano.

Per quanto scavi dei tunnel alla cieca,

le macerie dei brutti ricordi soffocano.



                                                 ***


GIOCHI DI MANI


Quando finalmente capirai il significato

di un gesto, di una cenno,

di una parola breve

che in quel momento hai trascurato,

oppure rivivrai l'esatto istante

dell'occasione dissipata,

dell'oblio ingiustificabile,

o ancor di più, quando troverai

il segreto nascosto nel regalo

che oggi non conservi,

- piccole figure spezzate di ombra ,

libri perduti che erano la parola d'ordine

della complicità nel gioco e dell'inganno -

sarà troppo tardi.

Vorrai cancellare tutto

come chi chiude

una pagina sconvolgente.

Sarà inutile, lì resteranno.

E tu, tu parlerai da solo.




           Miguel Sanchez - Ostiz  (  Testi tradotti da M. Filippi )



venerdì 2 febbraio 2024

CANZONIERE SCRITTO SOLO PER AMORE

 


                                                 Sotto il fiato del cielo sono rimasto solo...




Sotto il fiato del cielo 

sono rimasto solo

e guardo questa estate

senza leggenda andare.

Tu sei la mia fortezza, il grano alto

degli anni infiniti che non tornano,

e di quelli incalcolabili, dopo.

Solo non ti dimenticare e abbi,

anche solo un istante, quel tuo volto

di ragazzino punto da uno spino,

quel sorriso che buca la tristezza,

così ho imparato a vivere.



                                            ***


Fino dalla costruzione del mondo

era fissato che ti cercassi dopo

tra le figure, ombra 

che si accampa e m'accora.

Non troverai di lui che tracce incerte,

non troverai che segni

che è stato e che sarà : a te guardare

con occhi non ingombri,

con amore lontano.

Così qualcuno. E io a doppiare mete,

a fermare il respiro giunto a questa

età di limite oltre cui si stende

il non mai preso mare.

Non più del tempo tuo sarà il mio

ti ridicevo, e formulavo algebre

che trovano per scoglio il tuo paterno

volere la mia vita

all'infinito.



                                                     ***


Tornando presso un luogo, come in sogno,

chiedi di ritrovare la persona

con la quale vi fosti : all'improvviso

il tempo è obliato,

ti pare di toccare

la figura di ieri.

Ma stringerla è impossibile

e chiedi a Dio, ai sogni

dove alberghi la forma che hai cercato,

che hai sentito vicina,

richiamata dal nome,

dal seme del passato, del futuro,

mai come allora vicini, compressi

fino ad essere nodo del risorto.



                                                  ***


Toccavi anche tu quel limitare,

quello stare vicini alle ultime 

cose, a salutarle.

Le cose si tramutano in ostie,

a traverso ci vedi

primavere d'attesa,

vigilie delle storie

che non hanno mai fine.

Non c'è più quasi nessuno, animali

e nessun altro, a dare il fiato buono.

Anche tu traversavi questo lembo.

Dove sei mai: se potessi sfiorarti...

La forsizia si accende come folle,

emana luce da dove non so,

dà una felicità terrena ignota.

Presto sarà per noi soltanto il giallo

delle piante la squilla da ascoltare.

Tu che lo sai, non lasciare il mio fianco

per la volta più pura.



                                                      ***


Andrò via senza occhiali e non vedrò

il volto molto amato.

Così dovremo forse avvicinarci,

porgerci mano al viso,

ripercorrere il filo

di una somiglianza.

toccare i solchi discesi dagli avi

fino a una radice più remota.

Indivisi saremo, occhi negli occhi

spenti, abbagliati dall'identità.




                       Daniele Piccini   da   Canzoniere scritto solo per amore


             


giovedì 20 aprile 2023

LE VERGINI FOLLI DI AMALIA



                                      "Essa è colei che troppo sola muore,
                                       è la notturna alma pellegrina
                                       che persegue il suo sogno ed il suo amore ".
                                                ( A. G.  da  " Anima Errante " )   
                                       
                                        
                                 


SPREAD THE LOVE


Colei che ha gli occhi aperti a ogni luce

e comprende ogni grazia di parola

vive di tutto ciò che la seduce.


Io vado attenta perché vado sola

e il mio sguardo che sa goder di tutto

se sono un poco triste mi consola.


In succo ho spremuto ogni buon frutto,

ma non mi volli saziare e ancora

nessun mio desiderio andrà distrutto.


Perciò, pronta al fervor, l'anima adora

per la sua gioia senza attender doni,

e come un razzo in ciel notturno ogni ora


mi sboccia un riso di seduzioni.



                                               ***


UN'AMAREZZA


Quell'amarezza fu senza parola:

ma l'assenzio, il fiele ed il veleno,

tutto ciò ch'è più amaro, dal mio seno

saliva gorgogliando alla mia gola.


L' angoscia che nessun ben consola

più non mi urgeva. Sol d'amaro pieno

era il mio sangue, né veniva meno

in me quell'onda lenta uguale sola.


M' ammorbava il palato il suo sapore,

n'esalava il disgusto la mia voce

come l'acredin d'un malvagio fiore.


Pure, il mio riso ritrovai ancora:

quel riso d'un amaro tanto atroce

che stride in bocca e l'anima divora.



                                               ***


LA MALINCONIA


Dentro le vene la malinconia

s'insinua,ed è un morbo sonnolento

cui non giova trovar medicamento,

uno stupor di morbida follia.


Il desiderio più tenace svia,

smemora del più intenso sentimento,

quasi vapori un greve incantamento

d' oppio, in cui goda più chi più s'oblia.


Essa è come un giaciglio ove un'inerte

stanchezza ci abbandoni svigorite,

con le trecce disciolte e a braccia aperte.


Ed ha il torpor di alcune notti estive

in cui ci s'addormenta indolenzite

dallo spasimo oscuro d'esser vive.



                                                  ***


CONTRASTO INTIMO


Dove un dolente amore si nasconde

un odio sordo quivi pur s'annida;

l'uno inasprisce di sue acerbe strida

l'altro smarrito fra mal note sponde.


L'odio superbo spesso si confonde

all'amor che s'umilia e che diffida,

poi che un'uguale passione guida

entrambi - ciechi - per sue vie profonde.


V'è in noi, forse, un martire che gode

del suo martirio, ed una prigioniera

che si rivolta e le sue corde rode.


L' una vorrebbe baciare quella mano

che contr' essa si fa sempre più fiera.

L' altra avventarle un morso disumano.



                                                ***


BELLEZZA DELLA VITA


Bellezza della vita, io non ti trovo.

Pure ti cerco in me, pure ti spio

su fronti di sorelle. Ombre d'oblio

or tento e or gelosi veli io smuovo.


Il primo balenar d'un riso nuovo

scruto, m'insinuo in qualche spirto pio,

indago ogni speranza, ogni desio,

ma a scoprirti con vana ansia mi provo.


Tu esisti forse in spiriti virili

esperti in trar da ciascun fiore ebrezza,

o in chiara gioia di anime infantili.


Non nel nostro anelar d'anime inermi:

inquiete fiamme chiuse da saggezza

d'antiche norme fra leggiadri schermi.




                 Amalia  Guglielminetti   da     Le vergini folli




giovedì 28 luglio 2022

POESIA CHE MI GUARDI ( Antonia Pozzi )



                                              Questo tornare degli umani all'altra riva...


                                            



ABBANDONATI IN BRACCIO AL BUIO


Abbandonati in braccio al buio

monti

m'insegnate l'attesa :

all'alba - chiese

diverranno i miei boschi.

Arderò - cero sui fiori d'autunno

tramortita nel sole.



                                               ***


AMOR FATI


Quando dal mio buio traboccherai

di schianto

in una cascata

di sangue -

navigherò con una rossa vela

per orridi silenzi

ai crateri

della luce promessa.



                                                 ***


SI SPALANCANO LAGHI DI STUPORE


Si spalancano laghi di stupore

a sera nei tuoi occhi

fra lumi e suoni:

s'aprono lenti fiori di follia

sull'acqua dell'anima, a specchio

della gran cima coronata di nuvole...

il tuo sangue che sogna le pietre

è nella stanza

un favoloso silenzio.



                                             ***


VICENDA D'ACQUE


La mia vita era come una cascata

inarcata nel vuoto;

la mia vita era tutta incoronata

di schiumate e di spruzzi.

Gridava la follìa d'inabissarsi

in profondità cieca;

rombava la tortura di donarsi,

in veemente canto,

in offerta ruggente

al vorace mistero del silenzio.


E ora la mia vita è come un lago

scavato nella roccia;

l'urlo della caduta è solo un vago

mormorio, dal profondo.

Oh, lascia ch'io m'allaghi in blandi cerchi

di glauca dolcezza:

lascia ch'io mi riposi dei soverchi

balzi, e che taccia, infine :

poi che una culla e un'eco

ho trovato nel vuoto e nel silenzio.



                                             ***


FUNERALE SENZA TRISTEZZA


Questo non essere morti,

questo è tornare

al paese, alla culla :

chiaro è il giorno

come il sorriso di una madre

che aspettava.

Campi brinati, alberi d'argento, crisantemi

biondi, le bimbe vestite di bianco,

col velo color della brina,

la voce colore dell'acqua

ancora viva 

fra terrose prode.

Le fiammelle dei ceri, naufragate

nello splendore del mattino,

dicono quel che sia

questo svanire

delle terrene cose

- dolce -

questo tornare degli umani,

per aerei ponti

di cielo,

per candide creste di monti

sognati,

all'altra riva, ai prati

del sole.




                        Antonia  Pozzi   da   Poesia che mi guardi




martedì 12 luglio 2022

LA CUSTODIA DELLA SOLITUDINE



 

                                                      Edvard Munch -  Il bacio, 1897




(...)  Un giorno esisterà la fanciulla e la donna,

il cui nome non significherà più soltanto

un contrapposto al maschile, ma qualcosa per sé,

qualcosa per cui non si penserà a completamento

e confine, ma solo a vita reale :

l'umanità femminile.

Questo progresso trasformerà l'esperienza dell'amore,

che ora è piena d'errore, la muterà a fondo,

la riplasmerà in una relazione

da essere umano a essere umano,

non più da maschio a femmina.

E questo più umano amore somiglierà a quello

che noi faticosamente prepariamo,

l'amore che in questo consiste :

che due solitudini si custodiscano, delimitino

e salutino a vicenda.



                 Rainer Maria Rilke  da   Lettere a un giovane poeta, 1905



lunedì 11 luglio 2022

POESIE DI NELLY SACHS



 

                                                    Salterà in aria per esplosiva nostalgia...




VECCHI


Stanno lì, nelle pieghe di questa stella,

coperti da un brandello di notte

e attendono Dio.

Una spina gli ha serrato la bocca,

la parola gli si è persa negli occhi

che parlano come fontane

in cui è affondato un cadavere.

Oh, i vecchi,

che portano negli occhi - unico avere -

la loro bruciata discendenza.



                                          ***


TENEBRAE


Siamo qui, Signore,

vicini e afferrabili.


Già afferrati, Signore,

artigliati l'un l'altro, quasi

fosse il corpo di ognuno di noi

il tuo corpo, Signore.


Prega, Signore,

pregaci,

siamo qui.


Sghembi andammo,

sghembi, per chinarci

su conca e cratere.


All'abbeverata, Signore.


Ed era sangue, era

quello da te versato, Signore.


Splendeva.


Ci gettò la tua immagine negli occhi, Signore,

occhi e bocca sono così aperti e vuoti, Signore!

Abbiamo bevuto. Signore.

Il sangue e l'immagine che era nel sangue, Signore.


Prega Signore,

siamo qui.



                                          ***


RIFLESSO


Quando ogni cosa diventa innominata come all'inizio -

scendi

nelle catacombe del tempo,

che si aprono a chi è prossimo alla fine -

là dove crescono i germogli del cuore - cali

nell'interiorità oscura sfiorando la morte

che è solo un passaggio turbinoso - e nell'uscire

apri rabbrividendo gli occhi

gli occhi dove una nuova stella

ha lasciato il suo riflesso.



                                          ***


NOSTALGIA


Chi

viene dalla terra

a toccare la luna

o altro minerale celeste

che fiorisce -

colpito

dal ricordo

salterà in aria

per esplosiva nostalgia

ché

dalla smaltata notte della terra

sono volate via le sue preghiere

cercando nei quotidiani annientamenti

le vie interiori dello sguardo.


Mari e crateri

colmi di pianto

in viaggio per stazioni stellari

oltre la polvere.


La terra si fabbrica dovunque

colonie di rimpianto.

Non per calarsi

su ammorbati oceani di sangue

ma solo per cullarsi

nella musica del flusso e del riflusso

solo per cullarsi

al ritmo dell'invulnerato

segno d'eternità :

                       vita - morte -



                                   ***


MELANCOLIA


L'uomo è così solo

scruta verso oriente

dove Melancolia appare nel volto del mattino -


Rosso è l'oriente per il canto dei galli.


Oh, ascoltami -


Perdersi nella smania del Leone

e nella sfera lucente dell'Equatore.


Oh, ascoltami-


Appassire coi teneri volti dei Cherubini

a sera


Oh, ascoltami -


Nell'azzurro settentrione

vegliando di notte

già un bocciolo di morte sulla palpebre


avanti così verso la fonte.




                 Nelly  Sachs     Poesie tradotte da    Ida Porena



domenica 3 luglio 2022

IL LOGORIO DELLA VITA MODERNA

 





                                  La mia solitudine che col tempo ho chiamato libertà...





LA MIA SPECIALITA'


La mia specialità

a lasciar appassire i rapporti

sono bravissima, io.

Non coltivarli,

lasciarli sfiorire

con ostentata inedia

è la mia specialità,

per tornare

alle mie piccolezze,

chiusa tra il dare e l'avere

con il caso e con Dio,

alla mia solitudine

che col tempo

ho chiamato libertà.



                                      ***


STRATO SU STRATO


Strato su strato

la pelle si ricompone,

come mani di vernice

passate l'una sull'altra.

Il dolore si fa più remoto,

quasi scompare.

Diventa fossile,

icona, reliquia,

colonna portante

di una nuova vita.



                                         ***


DIMENTICARE


Con un colpo di mano,

disperdere i cattivi pensieri,

come chi smuove

acque torbide

in una pozzanghera salmastra.

Un modo come un altro

per sopravvivere.



                                        ***


PASSARE


Passare,

pagare il conto,

prendere il resto

e andare.

Lasciarsi vite intere

alle spalle e scomparire.

Pensare

che non esista

modo migliore

per ingannare il dolore.



                                  ***


QUOTIDIANO


Un tamburello,

una trottola

e un pacco di biscotti.

Silenzi di neve alla finestra.

Pensieri al litio

illuminano la stanza,

cripta museo,

noi fantasmi anzitempo.

Corridoi lunghi e spietati

ingoiano le nostre voci,

grigio passo striscia

i battiscopa in fila indiana.

Borbottano le arterie segrete 

della casa,

stride il cemento armato

dalle sue ossa lunghe.

Che senso ha la quiete

senza la tempesta?




                       Monica  Messa   da   Il logorìo della vita moderna



lunedì 9 maggio 2022

L'UNITA' DI RISVEGLIO DI GIOVANNA

 


                                 Io sto nel mezzo e non mi sono mai sentita così sola...




" Il 28 Maggio 2005 sono uscita di casa la mattina per fare una banale visita otorinolaringoiatrica poiché da qualche giorno sentivo un fastidio all'orecchio, e poiché avevo in programma un viaggio alla fine della scuola - con la mia famiglia - pensavo fosse meglio chiarire l'origine di tale disturbo prima di partire. Mai avrei immaginato il tipo di viaggio che invece mi sarebbe toccato in sorte...

Sono tornata a casa non la sera - come pensavo - ma sei mesi dopo, cambiata profondamente dall'esperienza attraversata. Un riflesso vagale dovuto a un piccolo intervento nel corso della visita, mi ha precipitata in un coma durato tre settimane.

Questa raccolta poetica è la narrazione in versi di quell'esperienza...".  ( G.R. )





L' ultimo ricordo è la tua voce,

prima che tutto si confonda

e poi sbiadisca, in controluce;

dopo c'è stato un volo nella notte,

un tuffo dentro l'acqua più profonda,

lo scivolare netto dove l'ombra inghiotte

l'aria, e l'onda è un vortice che spiomba...

Mentre ogni cosa rimbomba per voi

che rimanete, a custodire il corpo inerme

chiuso nel silenzio e nell'assenza,

ormai slacciato da ogni appartenenza...



                                         ***


ESSERE DA NESSUNA PARTE


Sprofondata in un torpore ormai letargico

il sonno le sottrae peso, la testa guida

la deriva delle membra, esaurirsi

delle correnti di piena, estinzione di flusso.


Ciò che arriva non ha nome

è un ronzio di confusione

disabitata, un naufragio opaco

dove non riesce - ancora -

a entrare nulla - che non si lascia

riempire. Mentre tutto il resto

va avanti come deve, come

ha sempre saputo,

imprevedibilmente.



                                            ***


Eppure non mi sono persa,

ho continuato ad esserci,

diversa, ad ascoltare il mondo

da lontano, le vostre voci

sussurrare piano.

Ed è il sapervi che mi ha tenuto

in vita, questi legami, a cui

sono ancorata. E' stato un viaggio

della mente dentro l'abbandono,

il corpo immobile come controfigura,

e la paura, l'angoscia di non farcela da sola,

un senso di minaccia che perdura

e non si smorza, vedersi dal di fuori

nel buio colorato di rumori...

E il freddo della lama nella gola

e non sapere cosa viene ancora...

( Lo sbatterei sui ferri delle braccia,

i tubi che mi corrono la faccia ...)

Se ci sarà ritorno da questo affanno

rallentato, da questo assedio

di sussulti, da questa prova

che ci è richiesta, cercando

orientamento nell'arcipelago

olfattivo in cui siamo

smarriti, in questo brancolare

infido che ci ha catturati...



                                      ***


C'è una guerra che insanguina la notte

un bagliore rallentato che si espande

e che non smette di gelar le vene -

quando potremo ancora rimanere insieme

dispersi come siamo, scaraventati via

senza capire dove e come, abbandonati

dalla mano che ci custodiva, questa minaccia

incomprensibile che preme e che ci schianta,

questo macigno greve che ci annienta


questo vagare oscuro che non si risolve

e che cancella ciò che è stato,

ci oblitera il passato, ce lo toglie...



                                         ***


UN ALTRO TEMPO


For us like any other fugitive,

like the numberless flowers that cannot number

and all the beasts that need not remember,

it is to- day in which we live.


Abbiamo tutti un segno rosso sulla gola -

la traccia del passaggio che non ci ha risparmiato,

gli anziani dallo sguardo ormai svanito

e i giovani che nulla ormai rincuora.

Io sto nel mezzo:

e non mi sono mai sentita così sola.




                Giovanna  Rosadini    da    Unità di risveglio



giovedì 24 febbraio 2022

POESIE DI VERA PAVLOVA


                                                               Chi è solo non si può curare...




Leggere il mio nome sulla busta

e ricordare chi sono

leggere il mio indirizzo sulla busta

e ricordare dove sono

leggere nome e indirizzo del mittente

e ricordare che c'è qualcun altro

strappare la busta e leggere la lettera

- Pavlova - fermo posta.

No, non c'è nulla.



                                         ***


Non voglio che mi cada addosso un mattone:

voglio morire con calma.

Voglio morire osservando

il corpo che espelle, goccia

dopo goccia, la vita spossata.

Farla passare attraverso me stessa

come attraverso un setaccio fine fine

e - alla lunga - tirare un respiro di sollievo

per non aver scorto nulla sul fondo.



                                                ***


La solitudine è una malattia

trasmissibile sessualmente.

Io ti lascio in pace, e fallo anche tu.

Stiamo un po' da soli

per parlare di questo e quello

senza dire tutto,

abbracciamoci e capiamo :

chi è solo non si può curare.



                                               ***


La superficie del pensiero è parola.

La superficie della parola è gesto.

La superficie del gesto è pelle.

La superficie della pelle è brivido.



                                                 ***


Mi tieni fra le tue braccia e pensi forse d'avermi presa?

Ma io mi libererò del corpo come della coda di una lucertola

e tu dovrai cercare fra le stelle

ciò che mi cercavi tra le gambe.




                    Vera  Pavlova   da  Sem' knig, Moskva, Eksmo, 2011 ( trad. di L. Torresin )



sabato 19 febbraio 2022

CHI E' JUANA




    Marchiata per aver osato di pensare chiaro...







DOMENICA SERA

Quando si siedono faccia a faccia
amori impossibili, chincaglieria affettuosa,
tipi che osarono e quella donna intensa
che porta auguri a felicità che non capirà mai,
la brava gente smette le parole cattive,
la brava gente dice tutti hanno possibilità nella vita,
sentono crescere il loro amore per quella donna intensa,
così sola, che vivrà sempre dietro a una finestra
e tutto ciò che le offrono è troppo zuccherato


***

COMPRIAMOLE DEI GELSOMINI...

Compriamole dei gelsomini:
è una donna attaccata tenacemente a un'idea
e questa inutilità mi permette di dire
tutto cade a pezzi e la tigre di carta
sarà forse divorata da un distruggidocumenti
ma ci sono figli che non ho avuto che torneranno a scegliere i loro
nemici e
gli renderanno di nuovo difficile la vittoria finale.


***


SONO UNA DONNA SENZA PROBLEMI

Tutti lo sanno
e quindi cercano la mia compagnia per chiacchierare le notti.
Però io conosco qualcuno che vuole morire in pace con se stesso
e che mi provoca sussulti, insonnia, solitudine,
perché la pace con me stessa sarebbe una guerra senza fine,
due o tre assassinii inevitabili e qualche resa smisurata
che non rientra nei miei piani.
Però io di notte sogno
un giardino immenso dove i morti si alzano per salutarmi;
io sogno un uomo che mi inquieta e siccome lo ignora
mi parla amichevolmente del resto del mondo
e dei miei molteplici amori, così simpatici,
così appropriati come argomento di conversazione.


***

SONO UNA DONNA LAVORATA DAI FANTASMI

Sono una donna lavorata dai fantasmi
inchiodata a quattro chiodi perché detiene valori screditati
marchiata per aver cercato di pensare chiaro
sola e un po' errante in questa reincarnazione
senza un mantello balsamo qualcun altro
per aver compreso a lungo termine
gli amici sono lontani gli specchi vicini
ho perso un codice dolorosamente conquistato
e ora capire significa soltanto
illuminare una via reale di pietra
senza passi che fuggano o si avvicinino
senza passo alcuno.


***

SO BENE CHE A VOLTE MI ASCOLTATE

So bene che a volte mi ascoltate pensando che io sia
il mausoleo di una generazione
di rivendicazioni soffocate dalla durezza di questi decenni
e vi stupirete che animosa mi metta ancora in viaggio
verso cuori e lingue giovani
che continui a parlare del colore col quale ho visto il mondo
e che ai libri di vecchi compagni preferisca quelli di sconosciuti
devo dirvi
che ho imparato da tempo
che non c'è niente di più patetico
della canzone dell'estate la canzone del momento
passata quell'estate passato quel momento.




Juana  Bignozzi