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lunedì 22 ottobre 2018

SOLA A PRESIDIARE LA FORTEZZA ( Lettere di Flannery O' Connor ) 1

 
 

" Ciò che devi accettare adesso è il perdono e io ti dico che questa è la cosa più difficile da accettare e che devi farlo continuamente".( F.O' Connor )


(…) " 25 Febbraio 1979; a Robert Giroux. Grazie per le lettere di
        Flannery O' Connor, non riesco a smettere di leggerle… sono
        ormai un paio di notti che faccio le due, a scapito della vita
        quotidiana. Le lettere sono meravigliose - non è vero? - e mi
        fanno ancora più pentire di non essere mai andata a
        Milledgeville. ( Avevo paura di Flannery, credo! ) ", ammette
        Elizabeth Bishop, che in precedenza aveva confidato a Robert
        Lowell: " Flannery scrive così maledettamente bene a
        paragone con quasi tutto quel che è dato leggere: economica,
        chiara, sconvolgente, reale ". Per aggiungere :" Il ripetersi
        della situazione, zio- nipote, o padre- figlio in tutte le sue
        atrocità, mi fa sospettare che dica qualcosa della sua vita
        familiare, vista di sguincio o in ombra sulla parete". Sospetto
        che non trapela dalle lettere di Flannery tranne quando, dopo
        l'incontro con un'amica che è andata a trovarla, si permette di
        scriverle :" La presenza materna non contribuisce certo a
        sciogliermi la lingua: forse alcune delle tue domande
        avrebbero ottenuto risposta migliore se ti avessi ricevuta nel
        pollaio". Questo, detto da chi non è in grado di muoversi. Per
        un verso, il suo somiglia al caso kiplinghiano: come lui ha il
        Demone che seguita a sfornare storie di famiglia, e come lui
        sottopone in primo luogo alla propria di famiglia, ossia alla
        madre, le prove letterarie dove mostra nuclei dissestati,
        dissennati, carichi di tensione pronta ad esplodere, e che
        puntualmente esplode, con una violenza che incute paura.
        Flannery- invece - non poteva rileggere i suoi testi a voce
        alta senza scoppiare irrefrenabilmente a ridere.

        Chi l'ha conosciuta- come Robert Lowell, la definisce brusca,
        sdegnosa ma senza pretese, modesta nella consapevolezza di
        quanto fosse brava; " eroica come una santa", si vedeva
        destinata a quella vita " impavida, alacre, acre, accanita,
        splendida e inappariscente". Come facesse a sapere quello
        che sapeva, così giovane, isolata, è l'interrogativo che ci si
        pone sempre davanti al genio. Quanto alla vita religiosa, si
        mostrava riservata al riguardo, " com'è dei santi". Ma
        Flannery avrebbe tagliato corto. Giudicava la vita di una
        Simone Weil la più comica nonché la più genuinamente
        tragica e terribile; " comica e terribile" non vuole essere
        riduttivo, anzi è pagarle il massimo tributo, tranne definirla
        santa, che non è. Valga per lei. Ma per il fatto di esprimere la
        verità del proprio essere e vivere in obbedienza ad essa,
        Flannery è retta, pur essendo demonica.  (…)


Flannery O' Connor  da  Sola a presidiare la fortezza ( Lettere  a cura di Ottavio Fatica )



SOLA A PRESIDIARE LA FORTEZZA ( Lettere di Flannery O' Connor ) 2



(…) Nell'affrontare una scrittrice come Flannery O' Connor, è da
       sottolineare l'importanza del legame fisiologico e psicologico
       tra le parti del corpo e tra il corpo e l'esterno, prendere la
       malattia come originale contributo alla trasformazione dell'
       immagine del corpo e, di riflesso - attraverso le percezioni
       così modificate, del mondo. Fino a vederla come " apostasia
       degli organi". Una malattia (  lupus erimatoso ) accompagnata
       nel suo caso da cure sconvolgenti, dolorose quanto il male.
       E poi tornare a leggere la sua fisiognomica simbolica, fondata
       su un parallelismo psicofisico, seconda analogia, arte
       combinatoria per eccellenza.Sicura quanto basta  nel delineare
       le sue figure, Flannery lo è per normalissima intuizione, per
       dirla con Weininger, uno deve andare a cogliere, volendo,
       preziose suggestioni su follia, delinquenza e malattia, per l'
       opera di Flannery.

    " Non sono mai stata altrove che malata. In un certo senso, la
      malattia è un luogo, più istruttivo di un lungo viaggio in
      Europa, ed è un luogo dove non trovi mai compagnia, dove
      nessuno può seguirti. La malattia prima della morte è cosa
      quanto mai opportuna e chi non ci passa, si perde una
      benedizione del Signore. Quasi altrettanto isola il successo e
      niente mette in luce la vanità altrettanto bene ".
      Ma non leggeremo in queste lettere il grafico di una sofferenza,
      da lei stessa tracciato sulla propria pelle. Gli accenni sono
      minimi, incuranti, volteriani. Li riassume il finale di una
      lettera dove, dopo aver ammesso che ormai per lei sono
      stampelle a tempo indeterminato, conclude :" Insomma, questo
      è quanto". La battuta che aggiunge è per il ricevente: " D'ora
      in poi sarò una struttura ad archi rampanti". Comico e
      terribile. Fino all'ultimo - con l'infermiera che, dopo l'ennesima
      operazione, come apre bocca la fa ridere, aumentando il
      dolore "del 100% . Ma va' a capire se il Signore ti sta dando
      un premio o una punizione." Dopo un tentativo di salvarla in
      extremis, nel rimandare la convalescente a casa per un breve
      periodo, il dottore, non sapendo che sotto il cuscino lei tiene un
      quaderno dove va annotando l'ultimo racconto, le consiglia di
      non affaticarsi: potrà giusto permettersi di scrivere qualche
      paginetta narrativa, tanto la cosa è ritenuta innocua. In più di
      un'eccezione si è pazienti. Ma Flannery non avrebbe dovuto
      arrendersi più a lungo - per morire . Aetatis suae 39.
     " Razza di fessi,non lo sapevate che era il Giorno del Giudizio?"
      (…)


Flannery O' Connor  da  Sola a presidiare la fortezza ( Lettere  a cura di Ottavio Fatica )

SOLA A PRESIDIARE LA FORTEZZA ( Lettere di Flannery O' Connor ) 3


Baldwin Memorial Ospitale, si fa per dire  23 Dicembre 1950

A Betty Boyd Love

(…)Grazie per la cartolina. Sono qui a languire sul mio letto di
      semidolore, stavolta con l' ARCITRITA o,per non togliere nulla,
      l'artrite reumatoide acuta che ti lascia sempre con la voglia di
      sederti, stenderti,spiattellarti ecc.Ma sto prendendo il cortisone
      e così mi toccherà rimettermi in piedi. Di questi tempi non ti
      puoi neanche permettere un bell'acciacco psicosomatico per
      riposarti un po'. Mi fermerò qualche mese a Milledgeville,
      Georgia, riserva naturale di uccelli, nell'attesa di vedere che
      razza di invalidità finirò col diventare. A Natale, all' hospitale,
      ci sono soltanto becchineri e raganelle, e vittime di incidenti e
      la sottoscritta ( ma che mi importa! , tanto non credo più tanto
      nel tempo ).
      E lo stesso spero di te, che a quest'ora magari avrai qualche
      pupo. Tienimi sempre informata.
      Mi sono letta Assassinio nella cattedrale  e le infermiere ormai
      mi vedono come un'appassionata di gialli.
      E' un dramma meraviglioso; se non lo conosci, che aspetti?
      Scrivimi una lettera di solidarietà.  (…)


Flanney O' Connor  da  Sola a presidiare la fortezza ( Lettere  a cura di Ottavio Fatica )

SOLA A PRESIDIARE LA FORTEZZA ( Lettere di Flanney 0' Connor ) 4


2 Maggio 1952

A Robert Lowell

(…) Che gioia ricevere tue notizie e sono felice che il gorilla ti sia
       piaciuto. Speriamo che ti piaccia anche il resto. Ho chiesto a
       Bob Giroux di mandartene una copia.
      Nell'ultimo anno e mezzo sono stata in Georgia con gli avvoltoi
      per via dell'artrite, ma a giugno andrò nel Conn. a trovare
      Fitzgerald. Avranno un milione di bambini, tutti con dei nomi
      assurdi e tutti bellissimi. Vivo in campagna con mia madre. Lei
      alleva mucche e io allevo anatre e fagiani. Il fagiano maschio
      ha le corna e somiglia a quei tizi o a quei cani diabolici dei
      quadri di Rousseau. Mi sono messa a dipingere anch'io:dipingo
      soprattutto polli, faraone e fagiani. Mia madre dice che vado
      forte. Preferisce vedermi dipingere che scrivere. Non ha
      imparato ad apprezzare Mrs Watts. La Harcourt ha mandato il
      mio libro a  Evelyn Waugh e il suo commento è stato : " Se è
      davvero opera di una signorina che ha fatto tutto da sola, è
      senz'altro degno di nota".Mia madre si è sentita profondamente
      offesa : non ha mandato giù quel " se" e quel " signorina".
      Ma insomma, per chi ti ha preso? dice. E lui CHI sarebbe?
      Concordo in pieno con Elizabeth in materia di gite turistiche:
      io o le faccio seduta o ci rinuncio. Nel mio caso - però -
      accompagnate da cibo anziché da discorsi politici.
      Se ti capita di vedere Omar ( Pound ), salutamelo. Di recente
      ho incontrato un dottore che aveva prestato servizio al St.
      Elizabeth, dove aveva conosciuto Mr  ( Ezra ) e Mrs Pound, che
      gli erano piaciuti moltissimo. Ha detto che da Pound c'era un
      via vai di gente e che a furia di andarci, a uno erano spuntati
      la barba e il colletto alla francese.
      Un abbraccio a tutti e due.  (…)


Flannery O' Connor  da  Sola a presidiare la fortezza ( Lettere  a cura di Ottavio Fatica )