venerdì 31 ottobre 2025

L' ARTE DI ESSERE FRAGILI



                                                     La fragilità ci permette di scoprire la meraviglia.... 

                                                          



FILOSOFIA DELLA CONSOLAZIONE


Leggo

che la pienezza è l' annientamento dell' assenza,

e che è felice soltanto

chi ha perso ogni speranza.

Coloro che scrivono questo

non possono comprendere che dalla ferita

che duole e puzza nascono api bionde

e che il loro miele

è la flebile luce che ci illumina.

Essi,

padroni della loro conquistata circonferenza,

non sanno

che è sterile la pace che non vivi.




                                Piedad Bonnet   da     Stratagenni del debole



giovedì 30 ottobre 2025

MILLE REGRETS


                                                                         Mille regrets de vous abandonner...



                                      " Io non sono ciò che mi è accaduto ;

                             sono quello che scelgo di diventare ".



                                                 C. G. Jung


lunedì 27 ottobre 2025

LA DISADORNA

 


                                                       Un jour va commencer et je me sens perdu...




Resistere come un piccolo insetto

essere pura cosa viva impazzita

che sbatte contro l' inganno del vetro

bellezza che si spegne nel bagliore.




        Rossella  Renzi       da        Disadorna



sabato 25 ottobre 2025

MERCY

 


                                          è sorprendente quello che ciascuno intende per misericordia...





MERCY


Una volta stavamo grigliando  le zucchine

nel giardino. Era estate

e io stavo per lasciarti.

All' improvviso una mantide religiosa è atterrata sulla griglia.

L' insetto era lucente e bello

e mentre lui si dibatteva,  io mi sono bruciato

la punta delle dita per salvarlo.

Non si può capire quando un insetto soffre,

ma così deve essere stato,

e tu l' hai messo nell' erba delicatamente

dove l' ho trovato e l' ho calpestato.


Penso sia sorprendente

quello che ciascuno intende

per misericordia.



                     Joy  Sullivan     Trad. di frida


venerdì 24 ottobre 2025

KHALVAT


                                                            L' amore è sacro perché è nostro...




La Raccolta di Foltran  celebra l' intimità come dimensione sacra. Il titolo, dal persiano " solitudine rituale", annuncia un' opera costruita sulla dialettica amore- isolamento. La struttura, divisa in tre parti ( " L' una il nume dell' altro " ; " Economia reale "; " Naufrago in piscina" ) contrappone la perfezione dell' universo duale - due amanti che si bastano - alla violenza del mondo esterno. L' autore lavora sul verso endecasillabo che che si piega  al settenario, creando una metrica " della complicità ". Eredi di Tibullo ( poeta latino ) e di  Khayyam ( poeta, matematico e astronomo persiano ), questi versi oppongono alla frenesia contemporanea un' erotica della stasi, un tempo sospeso, dove " l' eternità sia il nostro oggi per sempre ".




La goccia che si staglia sulla foglia

contiene in essa ciò che la circonda.

Seguiamo i corsi d' acqua tra i cipressi

alternando i silenzi alle parole.

In segreto, al sicuro dal deserto

e dai commerci delle carovane,

le nostre ombre riposano sui prati.

Quando ci avviciniamo troppo al muro

si destano, si siedono, ci guardano.

Con un gesto consigliano di stare

lontani dai confini del giardino,

di ritornare al centro, alla fontana,

luogo dove il divino si rivela.

Perfetta simmetria del quadrilatero.



                                                  ***


Segreto sussurrato il nostro amore,

religione misterica,

adorazione in luoghi inaccessibili :

è sacro perché è nostro.

Nascosto, è un privilegio destinato

unicamente a noi.

Divinità indicibile, non scrivo

il tuo nome su bibbie

per elogiarti su libri stampati

e che nessuno legge.

Preferisco tacere, conservare

per me la tua sostanza.

Come mistico ascetico ti sento,

mantenendo il silenzio.



                                               ***


L' eterno non contempla l' esistenza

di passato, di presente e di futuro.

I secondi, i minuti, i giorni e gli anni

sono fissi, non passano perché 

sincroni, non iniziano e non finiscono.

Insieme, gli anni sono un giorno solo

e il nostro giorno è il giorno che viviamo.

E' oggi che non diventa mai domani

e che mai ha conosciuto l' essere ieri.

Noi siamo prima d' ogni tempo e il tempo,

senza tempo, non scorre né si perde.

Che tutto questo possa continuare

e che mai possa dire :" Sono stati ".

L' eternità sia il nostro oggi per sempre.



                                                        ***


Implode a poco a poco il mondo fuori.

Purezza custodita nelle notti,

bicchieri di limone verde e sale,

tequila a ogni puntata della serie.

A noi stessi libiamo, come Dei

su stoffe giunte dal lontano oriente.

Sulla volta affrescata del sacello

risplende un firmamento con due stelle.

Rituale della nostra religione,

ebbri, sciolte le vesti, età dell' oro.

Distanti gli altri, tutti alla ricerca

della vita futura  precedente.

Questa è la vera vita, non ce n'è altra.

Io e te, tu ed io, noi nel tempio,

nel tempo.



                                                ***


Di tanto in tanto, il mare porta a riva

residui di sventure.

Bivalvi di petrolio sulla spiaggia,

antiche paratie,

sprofondamenti a largo delle coste

di rotte commerciali sulla carta lucrose,

e improduttive alla prima tempesta.

Se non si traccia su mappa la via,

non si deve salpare.

Se non si è fiduciosi nella ciurma,

preferire la terra.

Vento, acqua, sale, marmo, pietra, fango,

umida solitudine.



                                                    ***


Volgo le spalle al muro senza porta.

Ho atteso invano che qualcuno aprisse.

Resto - anche se ho le carte - potenziale.

Ma non si tratta d' esser nella lista,

di mostrare la tessera o l' invito.

Non si sale dal basso fino in cima.

Nella fortezza si entra, ma dall' alto.

Ho scavato, ho graffiato la parete,

ho inciso nella calce per lasciare  

accartocciato - il foglio tra i mattoni

per quando della rocca nel deserto

non resterà altro che un muro del pianto.




                         Lorenzo  Foltran   da   Khalvat



giovedì 23 ottobre 2025

A OGNI COSA IL SUO NOME

 



                                                                                     Questa non è vita....





Approfitto di un raggio di sole per una boccata di poesia...

                     f.




NELL' ARMADIO


Tutti i biglietti che lascio nelle tasche

delle giacche ai cambi di stagione

sono indirizzi numeri di telefono

e dirsi ecco dov' erano finiti

sono persone da aggiungere alle tante

che ho cercato nei giorni sbagliati

proprio quando ne avevo bisogno

proprio mentre le stavo perdendo.



                                                  ***


UN CORTILE


Guarda che basse le rondini adesso

più basse dei tetti

i loro cerchi danno al cortile il senso

di un piccolo cielo


è come ci insegnavano alla scuola elementare

di sera volano vicine alla terra con gli occhi

socchiusi e il becco spalancato

così ingoiano insetti e respirano aria


io so che il cibo gli serve per vivere

però mi chiedo com'è

il sapore del vento.



                                           ***


IN SUO NOME


Un giorno voglio crocifiggerti sul letto con le frasi

che non  ho saputo pronunciare, o meglio trasformarmi

in uno specchio d' anima che ti torna addosso tutte le parole

con cui tu mi hai ferita, come quando da bambini

con qualcosa che riflette

ci si punta l' uno contro l' altro negli occhi il sole.



                                                ***


DOUBLE  FACE


Guarda le gru di Marghera altissime

e bianche nel buio come radici

di alberi piantati a rovescio

nella terra


dunque questo non è cielo

ma un cielo capovolto questa non è

vita

ma quello che alla vita viene tolto.



                                                   ***


I GRANI DI RISO


Hanno arato i campi stamattina

e nel sole freddo dell' inverno

il dorso delle zolle brilla lucido

come un diamante estratto dal profondo


io credevo che il dentro della terra fosse buio :

non capivo dove i semi prendessero il coraggio

e i crochi

il colore della loro fioritura.



                                                 ***


IMPERCEZIONE


Dormi e il tuo corpo si fa sottile

come un quadrifoglio tra le pagine

e non è carta ma stoffa di lenzuola

e non è libro ma tu portaci fortuna

in questa escoriazione fino al vivo

che per paura di essere banali

solo di rado chiamiamo amore.




              Francesco  Tomada     da     " A ogni cosa il suo nome " e  " L' infanzia vista da qui "



martedì 21 ottobre 2025

Cari Lettori....

 


... mi trovo ad affrontare problemi gravi in famiglia.

Spero che si trovi una soluzione e che io possa riprendere al più presto  il dialogo con voi...


Vi porto nel cuore.


                                                frida




venerdì 17 ottobre 2025

LA PREGHIERA DI DEMETRA

 

            

                              Statua romana di Demetra -   Museo Del Prado - Madrid



Preghiera di Demetra ad Ade


Solo questo chiedo per te : conoscenza.

Capire ogni desiderio e il suo limite,

sapere che siamo responsabili per le vite

che cambiamo. Nessuna fede è gratuita,

nessuno crede senza dover morire.

Per la prima volta ora

mi è chiaro il percorso che hai creato,

l' intero terreno una scoria,

nonostante tu sognassi ricchezza

di fiori.

Non ci sono maledizioni, solo specchi

davanti alle anime di dei e mortali.

E ora anch'io rinuncio a questa fede.

Credi in te stesso,

avanti - vedi cosa succede.




                                   Rita  Dove    da   Mother love



In questa Raccolta, Rita Dove trae i personaggi di Demetra e Persefone dal regno del mito greco e li colloca in ambientazioni diverse, dall' Arizona al Messico, fino a un bistrot di Parigi. Questa moderna rivisitazione del classico racconto madre - figlia, viene presentato - secondo Dove - in omaggio e come contrappunto ai " Sonetti a Orfeo " di Rilke. Attraverso componimenti intricati, la scrittrice ( seconda afroamericana ad aver vinto nel 1987 il Premio Pulitzer ) va oltre il mito, per raccontare una storia che va al di là del tempo e dello spazio, navigando tra il mondo della mitologia classica a quello moderno.



giovedì 16 ottobre 2025

BELLA

 


                                             Pourquoi déchirer son coeur ? Pouquoi se fermer les yeux ?




Dove parli

resta una traccia

o uno sbaffo

viola

fermo nell' aria

come una voglia

di prugna.

Alcuni lo trovano illogico

( ma la logica non è che

la mancanza di voglia di alcuni );

sostengono che la parola

non è un frutto

e quindi non ha bucce,

ma se la polpa fosse nuda

chi ascolterebbe ?

I colori che vestono

i tuoi suoni

quando parli,

ascoltano anche per i sordi

tutti i frutteti del mondo,

come il blu del bisbiglio,

il rosso della ciliegia,

il verde della conoscenza

e persino l' acino dorato

del sì

il tuo più dolce.

Così adesso che è inverno

e sei lontana,

scrutando gli alberi

che tacciono spogli,

penso che solo quello che non capiamo

a volte ci cambia

fino in fondo.



                                Luigi  Trucillo    da    Le amorose



RADICAMENTI

 


                                                      Ci vuole coraggio e ho un solo cuore per fallire...



" Poesia è il mio oltre, è incantamento. Melodia ancestrale che si esprime in parole, schegge di metafore che vivono di vita propria. La risposta alla mia fame di emozioni. Un luogo recondito che raccoglie piccoli sogni, fotogrammi, immagini, ricordi da cui emergono l' amore, il dolore, la vita, la morte. Hanno un cuore le poesie, qualche volta ci abiti la notte. Una spiaggia di ciclamini, come se venissero dalla pioggia. Le poesie sono come me : sono solo parole, ma a volte sembrano fiori ".




Dovrei imparare dal rododendro

a non lasciarmi addormentare mai.

Occorre coraggio

e ho un solo cuore per fallire.

Un peso

tutto questo tacere di ferro.

Credo a quel ragno

che ci portiamo dentro

alle infinite

piccole stanze dei respiri.

Ho tessuti di sonno

come speranze

fumanti d' inquietudini.

Siamo molte paure.

Le maniche lunghe dell' attesa

talvolta come orologi ad acqua

sui muri dell' assenza.

Credo nell' amore

che governa le vene.

Lo stesso rosso

dei molti cieli rimasti a dormire

nelle mie mani.



                                                    ***


PREFERISCO IL SONNO DELLA VOLPE


Parlarti dello scarto della luce

che cova il mio sentire qui per terra.


Sono tra le piante diventate secche

quando penso.


In tutto identica a quella camelia che mi regalasti

e che morì per troppa acqua

o forse chissà, per troppo amore,

ché si vive per il troppo o il troppo poco.


E' così che succede, un giorno ti svegli

nella vita breve delle cose

come se la mano imbrattata di dolore

toccasse foglie che un tempo erano felici.


Guarda quella bambina, dici

aspetta un mutamento.



                                               ***


Da bambina avrò cura di me,

colmerò quel diaframma sciancato

dei giorni felici ;

questo essere tana e nido d' aria,

mi crescerò da dentro.

Ho sognato

nell' enorme spazio del mondo

un albero solo

un alfabeto di rami

il punto in cui si spezzano

quando sono stanchi di esistere.



                                                ***


Ho avuto freddo sulla maniglia delle porte,

di tutto il tempo che mi chiude dentro

ho sempre uno spazio, un angolo cieco.

Esistere è un finto bouquet di fiori

un cappotto in estate

un condominio senza appartamenti

un dolore di muri affrescati

un passo che non so di avere

il lato opposto delle mie stesse ragioni

un andarsene senza esserci mai stata.



                                                  ***


Come quando mi guardi

e hai una specie di dolore

dentro agli occhi

e fai rumore

o un traffico di stelle

e costruiamo insieme

argini per formiche.

Un perimetro di terra

tra ciottoli e ferite.

Dimmi che va tutto bene

fino alla pelle delle cose.




                              Anna Maria  Scopa     da   Radicamenti



mercoledì 15 ottobre 2025

POESIE DI BASILIO

 


                                                                                  Il fiume mi accoglie...




Appartenere a qualcosa,

all' alveo di un ruscello,

al paese delle foglie dell' autunno,

all' aiuola verde della casa

che un uomo solitario fece in una notte.


Appartenere a qualcosa,

al corteggiamento dei pesci del silenzio,

all' acqua di una nuvola

o al cuore silenzioso di una lampada,

all' albero della via

che sparge la sua ombra quando passo

su un regno di nulla.



                                                    ***


L' Autunno

mi ha portato il silenzio,

ma non so cosa fare col silenzio.


L' autunno ha calmato gli uccelli,

ma non so cosa fare con la tenerezza

che mi ispirano gli uccelli.


Un ulivo è solo nel deserto

nel Libro dei Re.


Anch'io sono solo.

Ma dal mio legno non si farà alcun santuario.



                                                        ***


Il fiume mi accoglie

quando torno alla sua riva

con il tremore incerto della vita 

che si consuma in me,

quando il futuro

non è altro che un riflesso sulla sua superficie,

l' immagine silenziosa, ritagliata,

di un altro uomo che aspetta.


E' triste abbandonare in un' ansa

colui che eri prima,

lasciare da parte il tempo

delle premonizioni e delle congetture

per essere  chi sei.


C'è un ponte segreto per attraversare il fiume.

D' ora in avanti sarò solo.

D' ora in avanti

non ho più ragioni per ingannare il cuore.



                                                  ***


E' un gruppo di uomini e di donne.


Si muovono assorti nella loro misericordia

sotto la carovana delle nuvole

e dell' immensa solitudine 

della luce.


Da lontano

ci sembra che cantino, ma stanno solo

conversando con i morti,

con le case in rovina,

con i monasteri abbandonati.


Ognuno ha la propria storia.

Ognuno conserva per sè il proprio enigma.



                                                   ***


Si scrive una poesia per sentirsi vivi.

Si scrive una poesia

affinché un altro scopra che sei vivo.


La poesia ha spostato la pietra dell' ingresso

alla grotta delle resurrezioni.


La poesia ha corretto

l' inclinazione dell' asse della terra

e ha gettato la mela di Newton

sulla sorgente degli uccelli.




                        Basilio Sànchez   da      Poesie    Trad. di  Marcela Filippi



martedì 14 ottobre 2025

LA STORIA DI ANNABEL LEE



                                                      " Nevermore " Poesie di un Altrove






Molti e molti anni orsono,
in un regno vicino al mare,
viveva una fanciulla che potete  chiamare
col nome di Annabel Lee ;
aveva questa fanciulla un solo pensiero :
amare ed essere amata da me.

Io fanciullo, e lei fanciulla,
in quel regno vicino al mare :
ma ci amavamo d' amore che era altro da amore
io e la mia Annabel Lee;
di tanto amore i serafini alati del cielo,
invidiavano lei e me.

E proprio per questo, molto tempo fa,
in quel regno vicino al mare,
uscì una gran nuvola e raggelò
la mia bella Annabel Lee;
e così giunsero i nobili suoi genitori
e la portarono lontano da me,
per chiuderla dentro una tomba
in quel regno vicino al mare.

Gli angeli, molto meno felici di noi, in cielo,
invidiarono lei e me :
e fu proprio per questo ( come sanno tutti
in quel regno vicino al mare ),
che - di notte - un gran vento uscì dalle nubi,
raggelò e uccise la mia Annabel Lee.

Ma il nostro amore era molto, molto più saldo
dell' amore dei più vecchi di noi
( e di molti di noi assai più saggi ),
né gli angeli, né il cielo lassù,
né i demoni là sotto, in fondo al mare
mai potranno separare la mia anima
dall' anima di Annabel Lee.

Mai, infatti, la luna risplende ch'io non sogni
la bella Annabel Lee,
né mai sorgono stelle ch'io non veda
splendere gli occhi della bella Annabel Lee,
e così - per tutta la notte, giaccio a fianco
del mio amore : il mio amore, la mia vita,
la mia sposa, nella sua tomba là vicino al mare,
nel suo sepolcro sulla sponda del mare.



                                      Edgar Allan Poe


" Annabel Lee "fu l' ultima poesia completa scritta  da Allan Poe nel 1849, anno della sua morte.



sabato 11 ottobre 2025

GETSEMANI



      Io attendo, e di me ancora non so...





Dio di misericordia e dei ruvidi

affanni, Dio delle reti divelte

e della pesca mancata,

Dio dei crolli improvvisi e delle rovine,


tu che abiti il vuoto di cieli divisi,

tu che ti fai permanenza, stasi, dimora


- io attendo, e di me ancora non so.



                                                       ***


Erba amara, fatica è la resa

incondizionata a Dio


bellezza che volge in pietra,

morire oggi nel deserto delle

cose, la fine immatura del giorno


- mia vita

mia vita involontaria.



                                               ***


Dalla gerbera sul davanzale

sono caduti i petali uno a uno.


Il puro manto,

lontano dal viso,

l' inganno fermo,

il desiderio infranto.


La terra che ci portava, trema.



                                                    ***


E a chi resta, resta la sete e il pianto,

il giogo eterno della memoria,

l' umano niente nel farsi polvere,

fuoco sostanza stessa di dio.


E' scesa la notte sui monti, tra le malghe

che amavi tanto. Ora attendiamo soli

il giorno, nel nascere di un nuovo canto.


Il tuo cuore è cieli quieti e lontananza.



                                                  ***


Un cielo caduto

l' ultima pietra sul viso,

vieni dal vento, dal grido

schiacciato in gola


questa distanza da me

da tutte le cose.



                                               ***


Separate

              acque del deserto

                                         della mia sete

le esequie del mare   la noia   il gesto   il perdono

la parola taciuta, il nostro manto di rovi.

( in questo inverno, tutti gli inverni )




                         Luca  Pizzolitto     da     Getsemani



giovedì 9 ottobre 2025

FRIDA... sempre


                                                             Ho disegnato un amore che sembra vero...




DI STRUGGENTE BELLEZZA


Ho smesso di contare le volte in cui,

arrivata alla seconda riga,

ho cancellato e riscritto tutto nuovamente.

Cercavo un inizio ad effetto,

qualcosa di poetico e vero allo stesso tempo,

qualcosa di grandioso, ma agli occhi.

Non ci sono riuscita.

Poi ho capito

che per i grandi cuori

che muoiono nel corpo

ma che continuano a battere nel respiro della notte

non ci sono canoni o bellezze regolari,

ma tuoni e tempeste devastanti

che portano a illuminare un fiore

nascosto.



                                               Frida   Kahlo



Sono venuta a cercarti - Chiquita - nella Casa Azul, e ti ho trovata... proprio come sei.


                                           frida


                                    

SONETTO SHAKESPEARIANO

                                                                   Muta pensiero, sì che muti anch'io....




Vergogna nega che tu senta amore,

amica così improvvida a te stessa :

da mille amata, la mia dea non cessa

nutrire ai pretendenti il suo livore.

Temperie tua possiede odio rapace

che contro te non perita tramare :

rovinerà il prezioso lacunare,

la reggia dove dovresti avere pace.

Muta pensiero, sì che muti anch'io;

al che albergare un sentimento ostile ?

Come nel volto, in cuore sii gentile,

abbiti cura per l' amor di dio.

Fatti per l' amor mio doppia e diversa :

che o l' una o l' altra dea non mi sia persa.



                           Sonetto n 73   ( W. Shakespeare )



mercoledì 8 ottobre 2025

LA LlORONA *

 


   Non si riavvolge il tempo nei suoi giorni...



Da sofferenza a gioia non 

sempre è dato di passare

non sempre i colpi

rimarginano in nuova

mente - e corpo

di anima che duole -

e più non può - non vuole.



                                     Anna Cascella Luciani   da  Tra spighe viola pallido



* Il significato letterale del termine è " piagnona", ovvero donna che piange.

La versione migliore di questa particolare canzone è quella di Chavela Vargas , che potrete trovare nel blog sotto l' etichetta di Frida Kahlo.



OJOS DE CIELO

 


                                                                                         Ojos de Cielo...



è stanca la mia ferita come un fiume.

Io penso a te perché somiglio a un corpo.

La tua mano fa un cenno lontano, nel ricordo,

nel tuo cenere sogna la morte la mia pelle.

Ti cerco nei miei occhi

come dentro uno specchio,

ma l' universo ha perso

dentro il mio sangue il giudizio

e, fuggendo il tuo corpo,

io sogno che t' inseguo....

Non so più se i miei occhi sono chiusi

o se sto silenzioso al tuo fianco.




                                       Emilio  Prados  ( Il poeta esule amato da Maria Zambrano *)



*  (Vedi sul blog )


martedì 7 ottobre 2025

PRIMA DELL' ESTATE E DEL TUONO

 

                                                                         L' ora del ritorno è notte di te...




Ora che tutto brucia

e tace la peonia in fiore

ora che i nostri corpi

sono carne senza riparo


- si apre la terra al pianto


tra le mani un volto,

un corpo che non è più il mio.



                                             ***


Incontro la sera sulla creta delle mani

avvicino la candela piano al viso


dicembre sui corpi, il velo sacro del mattino


l' ora del ritorno è notte di te, dolore e canto.



                                                 ***


Attraversi da sponda a sponda

lo strato denso del fiume,

separi le mani dall' onda

il tempo sacro dell' abbandono.


Tutto grida, tende alla luce.



                                              ***


Consuma l' agonia della carne

i nervi scoperti in terra di fame

l' aria di settembre sul viso


noi siamo vento d' addio le foglie

i cuscini sudati i ciuffi di parietaria,

una breve estate di gioia.



                                      ***


Abitare il corpo dei non ritorni

indossare la veste austera del silenzio

in vertigine di sangue

memoria d' assedio rossa terra

impestata dal fuoco


anche stanotte l' angoscia del nulla,

respiro, fatica


- pietà di noi - Signore - pietà di noi.




                               Luca Pizzolitto    da   Prima dell' estate e del tuono




domenica 5 ottobre 2025

TI PORTO UN FIORE...

 


                                        Cappella funeraria della famiglia Pozzi, a Pasturo   (  foto di frida  )




....e vengo -  a te più vicina -  per portarti un fiore....


                            frida




CREATURA


Si faceva tua carne

il respiro

nel chiamarti a nome.


Per immense foreste camminammo :

i muschi

racchiudevano l' orma del tuo piede.


Foglie di quercia

ai capelli

furono piccole mani

alate di sole.


Ma a riva d' invernali fiumi

c'è sconosciuta

quest' alba:


la voce varca grigie onde

senz' echi,

gli aliti in nebbia rappresi e dissolti

ci consumano gli orli del tuo viso.



                                                  ***



PAURA


Nuda come uno sterpo 

nella piana notturna

con occhi di folle scavi l' ombra

per contare gli agguati.

Come un colchico lungo

con la tua corolla violacea di spettri

tremi

sotto il peso nero dei cieli.



                                               ***

                                            

PRATI


Forse non è nemmeno vero

quel che a volte senti urlarti in cuore :

che questa vita è, 

dentro il tuo essere

un nulla

e ciò che chiamavi luce

è un abbaglio,

l' abbaglio supremo

dei tuoi occhi malati -

e ciò che fingevi la meta

è un sogno,

il sogno infame

della tua debolezza.


Forse la vita è davvero

quale la scopri nei giorni giovani :

un soffio eterno che cerca

di cielo in cielo

chissà che altezza.


Ma noi siamo come l' erba dei prati

che sente sopra sé passare il vento

e tutta canta nel vento

e sempre vive nel vento,

eppure non sa così crescere

da fermare quel volo supremo

né balzare su dalla terra

per annegarsi in lui.



                                                 ***


AMOR FATI


Quando dal mio buio traboccherai

di schianto

in una cascata

di sangue -

navigherò con una rossa vela

per orridi silenzi

ai crateri

della luce promessa.



                                                 ***


NOSTALGIA


C' è una finestra in mezzo alle nubi :

potresti affondare 

nei cumuli rosa le braccia

e affacciarti

di là

nell' oro.

Chi non ti lascia ?

Perché?

Di là c'è tua madre

- lo sai -

tua madre col volto proteso

che aspetta il tuo volo.



                                                 ***


GRIDO


Non avere un Dio

non avere una tomba

non avere nulla di fermo

ma solo cose vive che sfuggono -

essere senza ieri

essere senza domani 

ad acciecarsi nel nulla -

- aiuto -

per la miseria

che non ha fine.



                                             ***


MESSAGGIO


E tu, stella acuta notturna,

splendi ancora

se per il solco delle strade

grida la triste anima dei cani.


Sorgeranno colline d' erba magra

a coprirti  :

ma, nel mio buio conquistato 

brillerai - fuoco bianco -

parlando ai vivi della mia morte.




                                  Antonia  Pozzi   da   Parole




sabato 4 ottobre 2025

CIACCONA DEL PARADISO E DELL' INFERNO

 


                                                                     Dormiamo sotto stelle inquiete...




Sono davanti alla mia solitudine

Dio è il teschio che ogni giorno divengo


la lettera mutila la casa dove credevo

di poter vivere per sempre


ho un cuore da animale e uno da costruire

a partire da come mi guardi.



                                               ***


Un tempo non sapevo vedere

oltre le tue spalle.

Oltre le tue spalle i leoni

mi avrebbero sbranato e digerito.


Dico questo sapendo di sembrare ridicolo.


Ho imparato nel frattempo a dire Scusa e Grazie.

Allora mi mancavano le parole 

per allestire un circo.



                                                ***


SOTTO STELLE INQUIETE


Dormiamo sotto stelle inquiete.


Fingiamo di non essere chi siamo

e che niente ci spaventa


che una stella risplenda per ripicca

del buio finché non si stanca


e che un led acceso sia un richiamo

di dispersi e non di falene.


Dall' altra parte del globo

quando mi sveglio e non ci troviamo

è già giorno.



                                                ***


Stanotte tu eri tu

                io l' estraneo.

Adesso si volta, ho pensato,

e le parole bruciavano 

come in una chiesa sconsacrata


la tua schiena era attesa, era pazienza

io cosa ne sapevo ?


Ci siamo svegliati così

l' uno per l' altro un enigma.



                                                  ***


BENEDIZIONE DEL MATTINO


l' amore tra occhi e luce

che si ritrovano per grazia

nel corridoio i passi

che esplodono di universo

io benedico


i tuoi volti tutti

che non mi nascondi

io benedico


e quando diventa più struggente

il ricordo di mani sul petto

per strade sporche battute dal sole

io benedico


i lavori della terra

un pensiero che si attorciglia

il saluto impastato di saliva

che ci rimette al mondo

io benedico


io benedico questo essere carne

altissima febbre che sempre

ti va cercando.




                       Pietro  Russo   da    Tutte le ossa cantano la canzone d' amore