E' la vita stessa, questo tremore che ti possiede...
Leonard Nolens ( 1947 ) è uno dei più importanti poeti viventi delle Fiandre. Romantico, scrive spesso d' amore e dei modi per sfuggire all' identità. Le sue poesie si distinguono per i modi polifonici di pensare e per quelli immaginari di agire : ognuna di esse rappresenta un ragionamento; ogni ciclo un tipo comportamentale solido ed esplosivo.
ESULE
Non è qualcosa, non è qualcuno
ciò che forse ieri ti ha lasciato.
Non è qualcosa o qualcuno ciò che oggi
ti ha abbandonato qui al tuo destino.
E' la vita stessa, questa luce
col tuo volto così poco sostanziale.
E' l' esatta carenza di luogo
del tuo corpo posato qui su una sedia.
E' l' aria : una fuga di nuvole
sulla retina di un cieco, è questa
perpetua durata, in mancanza di respiro
divisa in misure e tempi.
E' la vita stessa, questo tremore
che ti possiede, questa trama che sei tu.
E' questa vita stessa che oggi
ti lascia solo con il tuo peso specifico.
E' l' oggi con tempo da cani e carne umana,
l' eterna febbre nella testa, la tua bestia.
E' soltanto la vita stessa che oggi
ti ha consegnato qui al destino.
***
DUPLICITA'
Essa è il letto che non mi lascia sognare,
la prima colazione, impossibile a inghiottirsi.
E' il bacio del risveglio che così caramente mi sfigura
e affiora un morire che devo imparare.
Io sono il suo uomo che ha perso la solitudine
e, diventando solo nella sua duplice essenza,
si infatua di sé, ambivalente, insicuro.
Essa è la ferita insanguinata che mi può guarire.
E' la luce che mi priva della luce.
E' la via che mi sbarra il cammino.
E' la casa che mi aliena dalla casa
e mi imprigiona all' indirizzo che le dico.
***
EPITAFFIO
Ho un amore che è vecchio quanto me.
Non può morire finché non sarò morto io.
Le piace così tanto essere oppressa dal mio nome.
Pubblica la mia carne e il mio sangue finché non è tutto sparito.
Spaccia notizie obsolete su di me in tutto il mondo
e seleziona ciecamente i versi che non ho mai capito.
Ho un amore, è sempre in pericolo
e può andarsene solo quando non conosco la strada.
La strada che stiamo percorrendo la facciamo rotolare fino a farla diventare
una pietra. Un giorno la deporremo sulla nostra tomba.
***
IL POETA A SE' STESSO
Avanti, provaci pure, spogliami
fino all' osso, rimarrò il taglio finale
del tuo vestito, il rettangolo riposato
del tuo letto, la tua forma più utile di speranza.
E tu, tu non sei altro che un barlume
di me, oh tu, la mia ombra che fuma una sigaretta dietro l' altra
fra due treni, il mio fantasma gemente
con le valigie, tu, il mio fantasma zoppicante
che ti laverà via attraverso la lenta porta girevole
di una stazione abbandonata.
Avanti, provaci pure, dimenticami,
amico mio, schiavo franco e assente.
Sono la tua frusta, tu sanguini dalle mie ore.
Sono il tuo lavoro e tu sei il mio servitore.
***
NOTTE TRASFIGURATA
Sediamo nude a tavola. I tuoi occhi illuminano la stanza.
Le tue mani, fosforescenti, come farfalle, sussultano nell' aria
quando mi parli o dormi sul tappeto nero.
Le tocco ogni giorno. La loro linfa vitale conosce il mio nome.
Le loro vene trasparenti conoscono il corso del mio destino. Il flusso
del nostro sangue che trasforma il bianco delle tue guance in desiderio macchiato.
La porta del giardino si spalanca. La pioggia che inizia a cadere fa frusciare gli alberi,
bagnando la finestra tremolante dove sei seduta, splendente,
una luce in cui mi vedo, in cui potrei scomparire.
Impili i piatti, togli le briciole e versi altro vino.
Sento il tintinnìo delle porcellane blu e dei coltelli in cucina,
lontano. Mi fanno male le gambe per non poterti raggiungere.
Leonard Nolens