lunedì 29 settembre 2025

E LUCEVAN LE STELLE

 


                                                     E' ancora l' incanto che lei cerca a tarda sera...



Con " Corpo di fondo " di Lucianna Argentino, entriamo nell' ambito della prosa lirica a carattere autobiografico. Di fatto, più che un' autobiografia in chiave tradizionale, l' autrice vuole compiere un recupero memoriale delle occasioni che più hanno visto fiorire in lei la dedizione alla poesia. Tuttavia - nell' opera - il riferimento a eventi precisi è labile, e anche i dati concreti per la ricostruzione degli episodi appaiono partecipi del clima di rarefazione che connota l' ordito del testo ( assistiamo a incontri d' amore, ad agonie, a cadute e , non di raro, nella pagina irrompe il rumore della storia : " I sommozzatori abbracciano i corpi degli annegati...". Nonostante l' inclusione nelle opere poetiche autobiografiche, colpisce la scarsa incidenza dell' io : prevalentemente l' autrice parla di sé in terza persona, quasi guardandosi vivere.




E' ancora l' incanto che lei cerca a tarda sera, schiudendo le persiane e sempre alzando lo sguardo al cielo, alla luna - alla sua luce perpendicolare, in discesa verso il nostro stare attoniti o distratti dinanzi a tutto ciò che non chiediamo, eppure viene come un silenzio stordito che nulla insegna perché nulla sa della spinta dal cuore al collo, nulla del loro inclinarsi all' indietro per superare l' altezza di quel gesto.



                                              ***


A sedici anni sognava l' Africa o Calcutta. Voleva mettere le mani nel dolore, dividere il raccolto dalla gramigna - qui sulla terra dove il di più viene dal maligno. Da tempo, oggi, nelle mani ha la poesia e con le parole separa il bene dal male, esplora l' ordine matematico dello spirito, ma a volte bene e male le si confondono negli occhi, tra le mani e le mani fanno a meno degli occhi così come fa la poesia.



                                                ***


Quando si lacera il tempo, lo rammenda col tessuto connettivo del silenzio cui segue il furore della penna. Ma di solito - sprovvista di segni - le cose le scuce, le separa dalla loro utilità, le ricuce sulla pagina ad altra necessità. Con le parole le ricama a un altro uso, un uso inutile eppure misteriosamente prezioso.

Indispensabile.



                                           ***


Li abbracciano. I sommozzatori abbracciano i corpi degli annegati per riportarli in superficie e lei abbraccia le parole vive nel fondo marino del suo corpo contro il loro corpo gonfio di silenzio. Le porta a galla perché sulla carta portino al mondo la lucentezza delle tenebre e come è giusto essere temporali e come è perfetta l' equazione di vita e morte per noi numeri complessi nel moto relativo dell' esistenza.



                                                   ***


Aveva creduto fosse facile vivere, e allora accordava i passi alla proprietà geometrica del tempo, ma il modello matematico fallì le previsioni e ci vollero i cani molecolari per seguire le tracce dell' amore - particella a massa nulla. Ritrovare la chiara circostanza dell' io assolto dalla singolarità. Ora calcola la relazione metrica tra bocca e bocca, l' intermittenza dello sguardo perché la parola sia credibile dentro ciò che nasce in spirito ma in spirito non rimane. E' questo - pensa - che accade a noi esseri umani non sottraibili dalle variabili coniugate di corpo e di anima.



                                            ***


Come i cani segue la traccia chimica della realtà. Come i cani annusa l' odore emotivo degli umani - la paura, la gioia e ne fa traccia alfabetica sulla pagina. Scompagina il silenzio, lo attiva perché nella parola sia parola trasparente che lasci passare la luce come fa la vita, a sorpresa, quando si fa materia e appare improvvisa in un giovane cervo che dal bosco attraversa la strada e nel bosco di nuovo scompare.



                                            ***


E' un canto acerbo la memoria che si dispiega a lato del suo compimento - l' erba incolta che dal bordo del campo osserva il grano e lo racconta. E' tramandare il bene e il bello, ma pure l' inciampo, la caduta, perché tra ciò che si eredita - dicono - la paura, il trauma, ma allora - pensa - anche la gioia che strappa l' anima dal corpo, anche quella sta nella trascrizione dei geni. La felice sequenza della vita, l' impronta del mistero di ciò che in noi diviene. E allora è un dire grazie alla piccola Drosophila *, al suo genoma così simile al nostro, il farne qui poesia.



                            Lucianna  Argentino   da   Corpo di fondo



* Il nome scientifico significa " amante della rugiada ", ma è più nota come " il moscerino della frutta ". Tutte le conoscenze che abbiamo su cromosomi e geni, sulla struttura del Dna e sulle sue funzioni, sono state acquisite partendo dalla Drosophila.




4 commenti:

  1. Confesso che non mi sono piaciuti questi stralci, mi ha urtato la terza persona che mi ricorda certi curricula impersonali e perdenti, e non ho gradito la prosa che parla di poesia ma che non mi è sembrata affatto poetica. Poi però ho voluto leggere alcune sue poesie da in canto a te ( trovate qui da te) e sono rimasto abbagliato dalla bellezza dei versi, dalla perfezione di certe affermazioni (senza mai bisogno del per sempre/ che eterno sarà l’essere stati…cito a memoria) dalla fascinosa commistione di misticismo e carnalità, di grammatica ed erotismo (…rendimi il tuo genitivo/ di pertinenza, cambiami la desinenza) di biblico e carnale (riconsegno la costola a Dio…per un nuovo innesto)
    massimolegnani

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  2. Sono contenta che tu abbia espresso il tuo motivato parere, anche se in questo caso non è positivo. Ci mancherebbe che gli scritti di una poeta debbano piacere per forza, trattandosi di un personaggio noto. A me non è dispiaciuta questa nuova raccolta di Argentino, anche se devo anch'io ammettere che nella sua produzione poetica c'è molto di meglio. Ma è pur vero che per capire ciò che è meglio, bisogna sperimentare altro.
    Ti sono grata per l' attenzione sempre tempestiva e molto perspicace.

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  3. LA FORMULA DEL CORPO


    Tra scienza e corpo la voce si tende,
    il silenzio nascosto la parola sottende.
    Il modo di scriver per intero la vita
    è nella formula o in chi l’ha intuita?

    A te che m’abbracci seppur son già morto
    sappi che il gesto mi fu di conforto.
    Al tempo di venir anche tu nel mio porto
    io ci sarò ad attender il tuo spirto.

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  4. Una poesia " cimiteriale", se pur bella. Sentita, spero di no.
    E spero anche di poterci dare un reciproco conforto ( ce n'è sempre tanto bisogno negli accadimenti della vita ) in questo tempo che ancora ci resta, perché di là non so se sarà ancora possibile.
    Sapere che però- se dovesse accadere la chiamata - tu aspetti il mio spirito, mi è di consolazione adesso.

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