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martedì 7 febbraio 2017

Granola senza glutine e molta nostalgia

Granola

Piatto tipico da fricchettoni americani.
Di quelli che se potesse il nostro amico Trump li metterebbe tutti al muro.
Ma i fricchettoni non esistono più, se chiedi ai giovani cos'era il 68 non lo sanno, quindi direi che Trump ha vinto. Cosa che non a caso è successa davvero. Con buona pace di chi, come la Mastrocola, pensa che sia colpa del '68 se gli studenti non sanno scrivere.
Vorrei ricordare alla Mastrocola che il '68 era 49 anni fa, e quei ragazzi che hanno a suo dire rovinato la scuola sono tutti o quasi in pensione. Purtroppo aggiungerei.

In onore di chi credeva che sarebbe riuscito a cambiare il mondo, ci ha provato e alla fine è stato ricacciato ai margini, la mia granola, una roba buonissima che crea dipendenza, a base di fiocchi di avena da poco sdoganati per chi ha problemi di glutine, con nostra grande gioia!

Attenzione però! È una roba buona, contiene cose abbastanza salutari, tipo i semi oleosi e la frutta secca, il miele ma non si può dire che sia dietetica, anzi! Tenendo conto che contiene anche olio e zuccheri vari, è una roba da consumare con moderazione.

La presenza del miele nella ricetta, che può "raddoppiare" se mescoliamo la granola con lo yogurt e dolcifichiamo con miele, mi permette di partecipare (fuori concorso) al #GFCalendar di Febbraio! 

La ricetta è un mix di ricette tratte da vari libri, da "Simply Nigella" a "Buon appetito america" di Laurel Evans a "It's all good" della Paltrow.

Granola

Granola

Ingredienti
200 g di fiocchi di avena *
20 g di olio extravergine di oliva leggero
20 g di miele 
30 g di golden syrup (o sciroppo d'acero, o miele) *
20 ml di acqua
50 g di mandorle in lamelle
30 g di nocciole tostate e tagliate grossolanamente
30 g di uvetta sultanina
30 g di semi di zucca
30 g di semi di girasole
3 o 4 datteri Medjoul a pezzetti 
1 cucchiaino di estratto di vaniglia *(io me lo faccio in casa)
1 cucchiaino di cannella in polvere ***
1 cucchiaino di zenzero in polvere  ***
1/2 cucchiaino di sale

* ingredienti a rischio di contaminazioni da glutine
Per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
** prodotti sostitutivi equivalenti a quelli contenenti glutine.
*** le spezie, anche in polvere, in teoria non sarebbero ingredienti a rischio. Però io non mi fido, e cerco sempre quelle con la scritta SENZA GLUTINE. 

Mescolate in una ciotola i fiocchi d'avena, le mandorle, le nocciole, i semi di zucca e di girasole. Cospargete con le spezie.
In un ciotolino mettete il golden syrup, il miele, l'acqua, l'olio, il sale e l'estratto di vaniglia. Mescolate bene fino a sciogliere miele e golden syrup.
Versate questo sciroppo nell'altra ciotola e mescolate bene fino che a tutto è ben amalgamato
Rivestite una teglia da forno con carta forno e spargeteci sopra la miscela preparata in uno strato uniforme. 
Infornate nel forno preriscaldato a 160 °C a metà altezza e cuocete per 15-20 minuti, quindi toglietelo dal forno, mescolate in modo da spezzare i pezzi più grossi, ma lasciate quelli più piccoli interi, è piacevole trovarli sotto i denti. Rimettere in forno per un altro quarto d'ora, o fino a quando diventa dorato ma non bruciato. 
Estraete dal forno, aspettate che raffreddi, uniteci uvetta e datteri e conservate in un barattolo ermetico. 
Lo potrete usare a colazione o a merenda, insieme a yogurt bianco naturale e frutta fresca, lo potrete mangiare con moderazione da solo, lo potrete usare nei dolci al posto del crumble. 

Con questo post partecipo al #GFCalendar 
con il miele del mese di febbraio di Gluten Free Travel & Living 
con la partecipazione di Cristina di … Per Incanto
GFCalendar Miele

lunedì 9 gennaio 2017

Torta senza glutine al cacao con crema al caramello salato

Torta senza glutine al cacao con crema al caramello salato


Oggi fa un freddo birbone, ricomincia la scuola, dovrei mettermi a dieta e io non sono pronta. Per nulla di tutto ciò.

Ci vuole qualche di corroborante e consolatorio.

In effetti con la dieta non è che vada così d'accordo, ma cominceremo domani.

E poi, come dice sempre Sonia, per cominciare bene la settimana, non c'è niente di meglio che un buon dolce, no?

La ricetta la potete trovare su Gluten Free Travel and Living!

https://goo.gl/ZPwPTC

Auguri di buon anno!!!

venerdì 14 ottobre 2016

Polenta pasticciata senza glutine

Polenta pasticciata senza glutine

Domani è il compleanno di mio figlio e questo è uno dei suoi piatti più amati, quindi sicuramente fra oggi e domenica un bel piatto di polenta pasticciata al ragù non mancherà sulla nostra tavola.
È un piatto semplice e veloce, però, per venire buono davvero, richiede di usare della buona polenta  (ad esempio l'ottima polenta di Storo, oppure della polenta di mais ottofile, più saporita e rustica) ma soprattutto un buon ragù all'emiliana.
Le dosi proposte vanno bene per un primo, aumentandole un po' si può servire come piatto unico, facendolo seguire da un contorno, ad esempio qualche verdura invernale brasata o ripassata in padella (radicchio, coste, sedani, finocchi...).

Sul ragù in casa nostra si consuma un'eterna querelle. È più buono il mio o quello della mia mamma?
Pare che sia più buono quello della mia mamma, come è giusto che sia, visto che lei ha tutti i geni emiliani, mentre io solo metà. Però stiamo lavorando per migliorare.
Ad esempo questo non è che sia proprio una schifezza, eh...

Ragù alla bolognese senza glutine

Sono contenta che con questa ricetta riesco finalmente di nuovo a partecipare al 100% Gluten Free (Fri)Day!
 
La ricetta parte è stata pubblicata su Oggi cucino Free numero 9 di novembre 2015, rivista alla quale collaboro e sulla quale potrete trovare ogni tanto le mie ricette.

Polenta pasticciata senza glutine

Polenta pasticciata al ragù
Ingredienti 
(per 4 persone)   
Per la polenta
400 g farina di mais bramata per polenta (¶)
1,5 l di acqua
sale
Per il ragù 300 g di macinato di manzo
1 salsiccia (¶)
1 costa di sedano
1 carota
1 cipolla dorata
1 foglia di alloro
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
½ bicchiere di vino bianco
2 cucchiai di concentrato di pomodoro
½ bottiglia di passata di pomodoro
2 cucchiai di latte
Per completare
40 g di burro
150 g di parmigiano reggiano

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Per prima cosa, meglio il giorno prima, preparate la polenta: mettete in una pentola l'acqua la farina per polenta con il sale, e versateci l'acqua a temperatura ambiente a filo, mescolando in continuazione. Rispetto al metodo tradizionale in cui si versa la farina a pioggia nell'acqua bollente questa procedura riduce il rischio di grumi.
Mettete la pentola sul fuoco e continuate a mescolare. Quando la farina avrà assorbito l'acqua e cominceranno a comparire le prime bolle si potrà smettere di mescolare in continuazione, basterà farlo ogni tanto. Da questo momento calcolate circa 40 minuti di cottura. All'ultimo unite una noce di burro, mescolate energicamente e spegnete il fuoco. Lasciate riposare qualche minuto quindi trasferite la polenta in uno stampo da pane in cassetta da 30 cm, precedentemente inumidito con acqua. Lasciate raffreddare completamente nello stampo, anche fino al giorno successivo.

Preparate il ragù (anche questo si può preparare in anticipo, anche congelare eventualmente): tritate fini la cipolla, la costa di sedano e la carota lavate e mondate, trasferiteli in una pentola con l'olio extravergine di oliva e fateli cuocere a fuoco basso senza bruciare, ma abbastanza a lungo perché siano completamente appassiti e morbidi (ci vorrà un quarto d'ora/venti minuti).
Versate quindi nella pentola la macinata e la salsiccia spellata, mescolate con il soffritto e schiacciate con una forchetta per impedire che si formino pezzi grossi. Fate cuocere, a fuoco medio venti minuti, finché è ben rosolato. Sfumate con il vino bianco, fatelo evaporare, quindi unite il concetrato, mescolate energicamente e fate insaporire qualche minuto, infine unite anche la passata di pomodoro e la foglia di alloro divisa a metà.
Fate riprendere il bollore, incoperchiate lasciando uno spiraglio e fate cuocere a fuoco molto basso un'ora e mezza o anche due, mescolando ogni tanto. Se dovesse asciugare troppo unite un mestolino di brodo, ma attenzione: si deve ottenere un ragù cremoso ma non brodoso!
All'ultimo aggiustate di sale, lasciate cuocere ancora qualche minuto quindi togliete dal fuoco e tenete da parte.

Imburrate una pirofila unica o quattro monoporzione.

Sformate la polenta e tagliatela a fette alte circa 1,5 cm. Mettete un primo strato ti polenta nella pirofilia, coprite con il ragù (dal quale avrete tolto le foglie d'alloro), qualche fiocchetto di burro, una generosa spolverata di parmigiano grattugiato, e continuate così alternando: uno strato di fette di polenta, uno strato di ragù, fiocchetti di burro e parmgiano grattugiato. Terminate con fiocchetti di burro e parmigiano.

Infornate nel forno preriscaldato a 180°C a metà altezza.

Cuocere per mezz'ora, quando sarà ben gratinato.

Togliere dal forno, lasciar riposare dieci minuti e servire, eventualmente cospargendo con altro parmigiano reggiano.

Polenta pasticciata senza glutine

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Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (fri)Day
gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living.

venerdì 22 luglio 2016

Shawarma di pollo al forno (featuring Nigella)

Chicken shawarma

La shawarma è quello che da noi chiamiamo kebab, ovvero carne condita dalle più disparate spezie, infilzata su un grande spiedo rotante e cotta lentamente.
Io la prima volta che l'ho mangiato era a Bruxelles, durante il mitico Interrail post-maturità, che moltissimi della mia generazione hanno fatto: un viaggio favoloso in lungo e in largo per l'Europa apparentemente schizofrenico, dove la schizofrenia era dettata dall'esigenza di spendere il meno possibile, e quindi di passare le notti in treno, già pagato, per evitare di dorversi pagare l'albergo/ostello.
A Bruxelles ci andò di lusso, fummo ospitate, io e la mia amica, da un suo cugino che lavorava all'allora CEE.  Bei tempi, pieni di speranze, molte delle quali, trent'anni dopo, si sono miseramente infrante sull'altare di Mammona.
No, non si sono infrante da sole, le hanno distrutte, con la loro ingordigia, con la loro mancanza di umanità, e, bisogna dirlo, con la loro stupidità e mancanza di lungimiranza.
Perché alla fine avevamo ragione noi, gli utopisti, i velleitari, quelli poco realisti.
Che ci voleva più umanità, accoglienza, sobrietà, coscienza civile, equità, diritti ...
E a chi si ostina a dire che eravamo dotati di poco senso pratico, non eravamo realisti, che così non si ottiene nulla, che queste cose costano... chiederei invece cosa hanno ottenuto loro, con il loro realismo e cinismo, e quanto è costato alla collettività, anche economicamente!

Hanno reso il mondo grondante di sangue e l'hanno chiamato progresso.

Bruxelles era bellissima, e già viveva ciò che in Italia ancora non esisteva, una società multi-etnica. In una stradina dietro la Gran Place erano allineati questi negozietti, i gestori erano tutti Greci, e vengano il pita-gyros. Che altro non è che la shawarma. Insomma, dei kebabbari. All'epoca da noi manco sapevamo cosa fosse un kebab.  Però questo pita-gyros ci piacque, era sostanzioso, saporitissimo e costava davvero poco.
E poi lo vedevi girare, girare, colando grasso forse non del tutto salubre, ma che importa a vent'anni? 

Così quando su Simply Nigella che abbiamo starbookato a maggio ho visto questa shawarma (l'ha fatto l'Araba) ho subito pensato che sarebbe stata mia. In forno, senza impuzzolentire casa, senza sporcare. Una soluzione che univa davvero l'utile al dilettevole, e pure sana, alla fin fine.
Le foto sono un pallide pallido il pollo, pallidi i pomodori. Ma il pollo in realtà non viene pallido per niente, ed è gustosissimo. E i pomodori erano quelli di maggio.
Consiglio questo piatto assolutamente.

Chicken shawarma


Chicken shawarma
(da Simply Nigella di Nigella Lawson)
Ingredienti
(per 4 persone)
12 cosce di pollo disossate e senza pelle
2 limoni non trattati
100 g di olio extravergine d'oliva
4 spicchi d'aglio tritati finemente
2 foglie di alloro
2 cucchiaini di paprika (¶)
2 cucchiaini di cumino
1 cucchiaino di coriandolo
1 cucchiaino di peperoncino secco
1/4 di cucchiaino di cannella in polvere (¶)
1/4 di cucchiaino di noce moscata appena grattugiata
2 cucchiaini di sale

Per la salsa
250 g di yogurt greco
4 cucchiai di tahina (¶)
1 spicchio d'aglio 
il succo di mezzo limone
4-5 rametti di menta fresca 
pepe rosa (opzionale)
sale

Per accompagnamento
lattuga
pomodori
cetrioli  
pane tipo pita  (¶) 

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Procedimento
Preparate il pollo:
Invece delle cosce ho usato dei comodi filetti di pollo che trovo in una nota catena di supermecati che mi sta antipatica ma sulla carne è a mio avviso accettabile, per essere GDO. Sono più piccoli di un petto di pollo, ma non sottili come le fette. Comodissimi, ma la prossima volta userò le cosce perché sono più saporite.
Mettete i filetti (le cosce) di pollo in una ciotola, grattugiateci sopra la buccia dei limoni, quindi unite il succo spremuto. Versateci l'olio, l'aglio, il cumino e il coriangolo macinati con un macina-spezie, la cannella, il peperoncino, la noce moscata, il sale.
Mescolate bene con le mani, coprite con la pellicola e mettete in frigo per almeno 6 ore.
Tiratelo fuori dal frigorifero un'ora prima di cuocerlo e nel frattempo accendete il forno a 220 °C.
Versate tutto il contenuto del sacchetto in una pirofila abbastanza grande in modo che la carne stia in un solo strato e cuocete per circa 30 minuti, o comunque finchè sarà dorato.

Preparate la salsa:
Sbucciate e tritate lo spicchio d'aglio. Spremete il mezzo limone. Tritate la menta. In una ciotolina mescolate lo yogurt con tutti gli altri ingredienti. Tenete al fresco fino al momento di utilizzarla. Potete volendo dare colore con qualche bacca di schinus (pepe rosa).

Per il servizio
Sistemate la lattuga lavata e fatta a pezzi con le mani in un piatto da portata e completate con il pollo, incluso il sughetto che è squisito. Unite anche il pomodoro a pezzetti e il cetriolo sbucciato e tagliato a fettine. Cospargete di un po' di salsa, e portate il resto a parte.
Servite con accompagnamento di pane pita o simili. Ad esempio questo, oppure questo o anche questo, sono tutti perfetti.

Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (fri)Day
gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living.



venerdì 20 maggio 2016

Maritozzi senza glutine

maritozzi senza glutine

Oggi c'è uno sciopero della scuola. È uno sciopero congiunto dei tre sindacati confederati, CGIL-CISL-UIL, più lo SNALS. Non accade spesso.
Questo è stato l'anno della Buona Scuola: molti docenti immessi in ruolo (non tanto per merito della Buona Scuola, ma perché ce l'ordinava l'Europa) e una Nuova Grande Riforma. La Nuova Grande Riforma della Scuola  è una delle manifestazioni più evidenti dell'italico malesse: appena entra in carica un nuovo governo cosa dichiara, per prima cosa? Che riformerà la scuola, scuola che, ça va sans dire, non funziona, è malata, sofferente, non al passo coi tempi, inadeguata alle magnifiche sorti e progressive. Ogni governo ha il suo stile. Negli ultimi anni andava molto di moda tagliare. Taglio di posti nella scuola à la mode de M.me Gelmini. O forse si chiamava M.me Tremonti? Prima ancora avevamo goduto dei fasti Morattiani. 
A questo giro va di moda la valutazione dei docenti, anzi, la valorizzazione della professionalità docente.
Dice che ci devono valutare, e ai più bravi verrà dato un premio. No, no, non caramelle, ma in denaro!
Ora, avendo in passato lavorato in un'azienda privata, so anch'io che esistono i premi di produzione per aumentare la produttività. Come misurare la produttività dei docenti mi sembra un problema di non facile soluzione, ma lasciamo in sospeso questo punto, per un attimo.
Perché prima di pensare a premi di produzione, sarebbe davvero indispensabile un adeguamento degli stipendi dei docenti.  L'ultimo rinnovo del contratto risale al 2009. Gli stipendi sono fermi da molto tempo, a livelli di cui vergognarsi.
I premi sono un di più, un'integrazione ad uno stipendio che dovrebbe comunque permettere alle persone di vivere in modo dignitoso del proprio lavoro.

Prima del premio, dateci lo stipendio.

Perché è vero che il nostro è un lavoro importante, anzi, cruciale per la costruzione dell'Italia del futuro. È vero che dobbiamo farlo bene, al meglio delle nostre possibilità.

Ultimamente sembra quasi che parlare di soldi sia una cosa poco fine.

Invece per fare al meglio un lavoro così delicato ci vorrebbe un minimo di sicurezza e uno stipendio dignitoso.
La cosa davvero poco fine è che gli insegnanti guadagnino così poco.

I bonus premiali in questo contesto somigliano un po' troppo alle brioche di Maria Antonietta, per non farmi arrabbiare.

Così per protesta ho deciso di farmele da sola, le brioche, o meglio ancora i maritozzi.

Anche perché mia figlia me li chiede da anni, non potevo più procrastinare. 

Per inciso, questa è la #settimanadellaceliachia e io mangio #365giorniglutenfree vi invito ad aderire all’iniziativa di Gluten Free Travel & Living di postare una foto (anche con il nostro libro) per ribadire che mangiare senza glutine non vuol dire senza gusto!



La ricetta parte da quella di Andrea Golino del libro "Colazioni a letto" che abbiamo recensito lo scorso mese con lo Starbooks, e che aveva realizzato magistralmente la Patty, ma, ben sapendo che i nostri impasti danno sempre meno soddisfazione di quelli glutinosi, ho pensato di adottare una lievitazione indiretta, nella speranza di giungere ad un lievitato morbido più a lungo. Così ho adottato il metodo della biga, ispirata anche dagli risultati ottenuti da Lucia Sinisi, in arte Donna Lucia senza Glutine. In particolare ero rimasta particolarmente colpita dai suoi bocconcini di pane, che mi aveva segnalato Anna Lisa.
Come farina ho usato la farina per dolci lievitati Dallagiovanna.


maritozzi senza glutine

Maritozzi 
Ispirato a una ricetta di Andrea Golino - "Colazioni a letto"
Ingredienti
Per la biga
200 g di farina per dolci lievitati molino Dallagiovanna (¶)
200 g di acqua
3 g di lievito di birra
Per l'impasto finale
la biga
500 g di farina per dolci lievitata molino Dallagiovanna (¶)
1 uovo
circa 360 ml di latte (quello necessario ad ottenere, mescolandolo con l'uovo sbattuto, 410 ml complessivi di liquidi)
70 g di burro
70 g di zucchero
50 g di uvetta
la scorza di un'arancia non trattata
1 cucchiaino di sale
Per spennellare
1 tuorlo
1 paio di cucchiai di latte
Per la finitura
20 g di acqua (3 cucchiai)
50 g di zucchero (2 cucchiai)
panna da montare

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
 
Procedimento
La mattina preparare la biga sciogliendo il lievito nell'acqua, ed incorporando quindi la farina. Lasciar riposare coperto, a temperatura ambiente, 12-15 ore.

La sera prima mettere nella ciotola dell'impastatrice la farina setacciata due volte, unire il sale e lo zucchero, la scorza dell'arancia grattata, azionare l'impastatrice ed unire a filo il miscuglio di latte e uovo. Quando sarà amalgamato unire anche la biga, un po' alla volta, sempre impastando.
Incorporare anche il burro, lasciato ammorbidire a pomata a temperatura ambiente, in tre volte (io per ammorbidire il burro l'ho messo nel microonde a potenza minima e l'ho lasciare andare, controllandolo a vista finché non stava ammorbidendosi ma senza sciogliersi, al che l'ho tolto dal microonde, ho mescolato bene e ho lasciato raffreddare: così ho ottenuto una cremina).
Per ultima unire l'uvetta, eventualmente ammollata per 10 minuti nel rum (io non l'ho fatto, mi sono distratta).
Continuare ad impastare fino ad ottenere un impasto omogeneo. Sarò abbastanza appiccicoso ma non eccessivamente morbido. Trasferire in una ciotola che possa andare in frigorifero unta con olio di arachidi.
Dare la forma a palla, coprire con un coperchio e far partire la lievitazione per una mezzoretta, quindi mettere in frigorifero per l'intera nottata. Il mattino seguente togliere dal frigorifero, lasciar riprendere per un'oretta abbondante, rovesciare quindi l'impasto sulla spianatoia e dare delle pieghe per sgonfiarlo totalmente. A questo punto dividerlo in pezzi di circa 80 g di peso e lavorarli prima a panino tondo, con la pirlatura, quindi allungarli come se si stesse stendendo col mattarello sulla spianatoia, in modo da dargli la tipica forma a ellissoide allungato. 
Spennellare con il tuorlo d'uovo sbattuto nel latte, mettere nella teglia rivestita con cartaforno, coprire con pellicola e lasciar rilievitare fino al raddoppio.
Infornare a metà altezza nel forno preriscaldato a 200 °C. L'ambiente dev'essere umido, io ho messo una teglietta sul fondo del forno quando l'ho acceso e, al momento di infornare, ci ho messo dentro tre cubetti di ghiaccio per fargli sprigionare vapore. 
Una decina di minuti dopo aver infornato ho abbassato la temperatura a 180 °C e e ho fatto cuocere per altri 15 minuti. 
Appena usciti dal forno pennellarli con uno sciroppo ottenuto facendo sciogliere sul fuoco lo zucchero nell'acqua, e quando sono perfettamente raffreddati tagliarli a metà e farcirli con panna montata.
 
Appena fatti sono molto morbidi e profumati e si conservano abbastanza bene.


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Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (fri)Day
gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living.













Con questa ricetta partecipo a ‪ #‎Panissimo41‬ “con questo pane partecipo alla raccolta di Panissimo ideata da Sandra e Barbara questo mese ospitata da Consuelo
Panissimo

venerdì 13 maggio 2016

Pane senza impasto con birra e yogurt senza glutine e senza lattosio

Pane senza impasto con birra e yogurt di soia, senza glutine e senza lattosio

Maggio è un mese vissuto pericolosamente dagli insegnanti, che ne hanno mille e più di mille.
Ovviamente questo vale nella realtà concreta dei fatti, mentre nell'immaginario collettivo gli insegnanti non fanno niente dalla mattina alla sera, che sia maggio o settembre...
Tant'è. La prenderemo con filosofia. Anche se insegno matematica.
In effetti che ci sia parecchio da fare si vede dal blog: ultimo post, 25 aprile. 18 giorni fa!
Malgrado i molti impegni, devo comunque far sopravvivere la famiglia. In questo mese si va parecchio anche di panacci industriali imbustati. Però cerco, almeno una volta alla settimana, di panificare.
Questo è il pane che ho fatto l'altro giorno: un pane senza impasto, anche questo ispirato a una ricetta dal libro di Jim Lahey.
La ricetta originale di Lahey è alla birra e latticello, l'avevo fatto già un paio di volte (in fondo al post, la foto).
Questa volta ho usato la birra senza glutine Amber della Green's, una rossa un po' amarognola che mi piace molto, e invece del latticello ho messo dello yogurt di soia, che avevo preso non ricordo assolutamente con quali intenzioni ma che rischiava di finire la sua esistenza nella spazzatura, se non mi sbrigavo a trovargli un'occupazione.
Essendo la soia senza lattosio, ed essendo senza lattosio e senza proteine del latte pure la farina che ho scelto, ho usato anche il latte di riso invece del latte normale così alla fine anche il mio pane è adatto agli intolleranti al lattosio e alle proteine del latte, oltre che agli intolleranti al glutine.
Per la gioia di mio marito (come ho ripetuto più volte cucinare per questa famiglia è una corsa a ostacoli che metterebbe a dura prova chiunque...)
Ho anche sperimentato una nuova farina: la farina per pane e pizza di EsSenza Glutine.

In realtà con questa ricetta avrei voluto partecipare al contest Essenzialmente Free organizzato da Gluten Free Travel and Living insieme ad EsSenza Glutine e Sglutinati, ma sono arrivata lunga con i tempi. Diciamo che sono fuori concorso, ché poi lo sarei stata lo stesso, essendo parte della redazione di Gluten Free Travel and Living...


La farina ci è piaciuta, ovviamente come con tutte le farine bisogna prenderci le misure.
Mi sembra che assorba un po' meno liquidi di altre, e infatti la prossima volta ridurrò di 10-20 ml i liquidi, per ottenere una forma meno piatta.
Il sapore è ottimo, nessun retrogusto, buona lievitazione.
Il pane senza impasto solitamente viene cotto nella pentola, io invece l'ho cotto sulla refrattaria, per fare un esperimento, ma penso che nella pentola possa venire ancora meglio.
Così è comunque morbido, profumatissimo, dal sapore deciso. È un pane rustico, perfetto da mangiare con formaggi, salumi dal sapore forte, ma anche con burro e marmellata.
Il giorno dopo era più buono, perché i vari sapori avevano avuto il tempo di armonizzarsi.

Pane senza impasto con birra e yogurt di soia, senza glutine e senza lattosio

Pane senza impasto con birra e yogurt di soia, senza glutine e senza lattosio 
Ispirato a una ricetta di Jim Lahey - "Pane senza impasto"
Ingredienti
350 g di farina per pane e pizza EsSenza Glutine (¶)
50 g di farina di grano saraceno (¶)
120 g di latte di riso (¶)
100 g di birra senza glutine (¶)
120 g di yogurt alla soia (¶)
1 g di lievito di birra fresco
1 cucchiaino di sale

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
 
Procedimento
Sciogliete il lievito di birra nei liquidi. Setacciatevi sopra le farine e date pochi giri di mestolo, o a mano, unite il sale, rimescolare, chiudete con un coperchio e lasciate riposare per 12-18 ore a temperatura ambiente, finché l'impasto raddoppia.

Riprendete l'impasto, rovesciatelo sulla spianatoia infarinata (io con farina di riso mescolata con quella di grano saraceno), dategli qualche piega, formate una palla e trasferitela in un canovaccio infarinato, ripiegate il canovaccio, mettete in un cestino che abbia più o meno le dimensioni della palla (il cestino è utile per contenere l'impasto e aiutarlo a crescere in altezza) e fate lievitare ancora un paio d'ore, e comunque fino al raddoppio.
Una mezzora prima di quando si prevede sia conclusa la lievitazione accendete il forno a 250° C e metteteci dentro una pentola con coperchio che possa andare in forno.
Quando il pane ha raggiunto il giusto punto di lievitazione, estraete la pentola dal forno, metteteci dentro il pane con la chiusura sopra e infornate a coperchio chiuso per mezz'ora circa.
Abbassate quindi la temperatura a 210° C, togliete il coperchio e lasciate in forno un'altra mezz'ora.
Estraete dal forno e fate la prova del colpetto sul fondo. Se emette un suono sordo, come se fosse vuoto, allora il base è pronto, se viceversa il suono è pieno, allora è meglio lasciarlo in forno qualche altro minuto. Al momento opportuno, estraete il pane dal forno, mettetelo su una gratella a  raffreddare.
In alternativa si può cuocere sulla REFRATTARIA fatta scaldare nel forno a 250 °C per 30-40 minuti. In questo caso mettere una teglia sul fondo del forno, nella quale rovesciare un po' d'acqua al momento di infornare il pane, e vaporizzare sul pane e sulle pareti del forno, per creare un ambiente saturo di vapore che aiuti la lievitazione e la formazione di una crosta croccante.
 
Si conserva piuttosto bene e viene molto morbido e profumato.
NOTE

- L'idea di usare lo yogurt di soia e il latte di riso viene dal fatto che, al posto del latticello, presente nella ricetta originaria di Lahey, si possono usare latte e yogurt in parti uguali. Volevo eliminare il lattosio, il gioco è fatto.
- La quantità di liquidi che si devono usare nei pani senza glutine è sempre molto dipendente dalla farina. Si può variare anche del 10-15%, cambiando le farine.
- Provata più volte,  anche nella versione con latticello proposta da Lahey,

la ricetta è assolutamente PROMOSSA

Qui sotto la versione che avevo fatto tempo fa con latticello al posto dello yogurt di soia e cotto nella pentola. Come sempre la cottura nella pentola fa crescere il pane in modo più soddisfacente e sviluppare meglio gli alveoli.

burger ceci e quinoa

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Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (fri)Day
gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living.

I Love Gluten Free (FRI)DAY – Gluten Free Travel & Living


Con questa ricetta partecipo a ‪ #‎Panissimo41‬ “con questo pane partecipo alla raccolta 
di Panissimo ideata da Sandra e Barbara questo mese ospitata da Consuelo
Panissimo

venerdì 15 aprile 2016

Burger ceci e quinoa

burger ceci e quinoa

Ricetta che avevo pubblicato quasi un anno fa per lo Starbooks, tratta da Fresh and light di Donna Hay, un libro che ci era piaciuto molto e a cui non pende un pelo.
Un libro perfetto per la primavera che incalza, pieno di ricette come vanno di moda ora, fresche, leggere, e che vengono alla perfezione.

Io avevo preparato questi burger di quinoa e ceci e mi avevano piacevolmente stupito, infatti li ho rifatti più volte. Erano piaciuti pure alla prole che di solito è molto sospettosa nei confronti di queste demoniache novità che la mamma insiste sempre a preparare. In particolare il pargolo adotta pratica la resistenza passiva e non violenta (anche se a dire il vero i mugugni si sentono eccome...) verso tutte queste diavolerie, che per lui hanno pure l'aggravante di essere senza glutine e quindi confermano a suo dire l'assoluto favoritismo della sottoscritta nei confronti della figlia grande :-)
A questo giro mi sono imposta, e ho preteso che li assaggiasse. Risultato? "Ma non ce ne sono più?"

Bisogna dire che gliel'avevo presentati in modo piuttosto scenografico, convenite?

Io non sono esperta di burger vegetariani, quindi non so come dovrebbero venire, ma devo dire che il sapore era davvero buono, e l'effetto complessivo molto piacevole.

Unico difetto non aver trovato degli avocado degni di questo nome, per cui il sapore dell'avocado non si sentiva per niente. Sarà per la prossima volta, che ci sarà sicuramente.

burger ceci e quinoa

Quinoa and chickpea burgers - Burger di ceci e quinoa 
Tratto dal libro "Fresh and Light" di Donna Hay
Ingredienti
½ tazza (100 g) di quinoa bianca
1 tazza (250 ml) di brodo vegetale
2 piccole fette di pane integrale  (¶)
1 barattolo da 400 g di ceci, scolati e sciacquati
1 uovo
¼ di tazza di coriandolo tritato
1 cucchiaino di cumino in polvere (¶)
1 piccolo peperoncino rosso, tritato
sale marino e pepe di mulinello
olio vegetale per ungere i burger
4 piccole schiacciate  (¶)
insalata, fettine di avocado e di pomodori
maionese al lime e al coriandolo  (¶)
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
 
Procedimento
Mettere la quinoa e il brodo vegetale in una pentola e far prendere il bollore. Coprire, ridurre la fiamma al minimo e cuocere per 15 minuti o finché tutto il brodo è stato assorbito. Tenere da parte facendo raffreddare un po'.
Mettere il pane in un robot da cucina e sbriciolarlo finemente. Unire i ceci, la quinoa, l'uovo, il coriandolo, il cumino, il peperoncino, sale e pepe e azionare in modalità pulsata finché è tutto tritato finemente. Dividere il composto in quattro parti, formare delle palline e schiacciarle a forma di burger. Spennellare ogni burger di olio e cuocerli in una padella anti-aderente a fiamma medio-alta per 4 minuti per parte, o finché sono dorati da ambo i lati.
Dividere le schiacciatine nei piatti individuali, farcire con insalata, burger, fettine di pomodoro e avocado, e cospargere con la maionese al lime e al coriandolo.

NOTE
- La maionese al lime e coriandolo avrebbe dovuto essere, nelle intenzioni dell'autrice, una maionese vegan fatta con il silk tofu. Il problema è che non sono ancora riuscita a trovare del tofu certificato senza glutine: in prontuario ce n'è uno, che però a Firenze pare introvabile, e tutti i tofu che trovo riportano l'inquietante scritta "Potrebbe contenere tracce di glutine" quindi soprassiedo sempre.
Io ho quindi preso della normalissima maionese, ho aggiunto del prezzemolo tritato e del succo di lime. Il risultato è stato una maionese fresca e aromatica che secondo me ci stava piuttosto bene.
Si può anche usare, anzi sarebbe perfetta, la maionese vegan al lime e prezzemolo di Fabiana che non a caso avevo abbinato a dei burger quasi uguali a questi, ma fatti con le lenticchie.

- Come pane invece delle schiacciate ho usato delle fette di un filoncino che avevo fatto io il giorno prima. Andava benissimo.
- Dimensioni: io ne ho fatta mezza dose, temendo che la prole non gradisse, e mi sono venuti quattro burger piccolini ma non minuscoli. Immagino che con la dose intera vengano dei burger king size.
La ricetta è facile, veloce, e viene con le dosi indicate.


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Con questa ricetta partecipo al 100% Gluten Free (fri)Day
gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living.

I Love Gluten Free (FRI)DAY – Gluten Free Travel & Living

sabato 2 aprile 2016

Il primo raduno di Gluten Free Travel and Living

Correva l’anno 2013, quando in giugno, timidamente e dopo una democratica votazione sul nome da dare a questa cosa nuova, è nato Gluten Free Travel & Living, con questa immagine di Harper’s Bazar...
  Vintage women

Così inizia l'articolo con cui ieri la nostra presidentessa Simonetta Nepi comunica urbi et orbi che oggi e domani ci sarà il



Imperdibile evento che si tiene nella splendida cornice di San Vito Lo Capo, all'hotel Tannure.

Ci sarà l'assemblea dei soci, si mangerà, si cucinerà, si esplorerà il territorio. 

Un weekend bellissimo  insieme a persone bellissime a cui mi dispiace tantissimo di non essere riuscita ad andare, come mi capita quasi sempre peraltro.

snorkeling

Mi dispiace perché secondo me si divertiranno come matte, ma anche perché la nostra associazione è più bella.

È democratica, è divertente, è laica.

Non tollera personalismi, ed è una qualità rara. Ci piace fare le cose che facciamo, soprattutto scrivere ed organizzare iniziative sul tema del senza glutine in tutte le sue possibili declinazioni.

Abbiamo scritto un bellissimo libro, di cui andiamo giustamente orgogliose, anche perché è bello il modo in cui l'abbiamo scritto, ci siamo aiutati a vicenda, e ognuno ha imparato qualcosa. Io  ad esempio se ho imparato a fare qualche foto decente lo devo tutto a Gluten Free Travel and Living. Gluten Free Travel and Living mi "costringe" ogni mese a leggermi difficilissimi articoli scientifici. Tutte le volte è una fatica, ma poi sono contenta, perché ho imparato qualcosa di nuovo.
Insomma, questo weekend si festeggia Gluten Free Travel and Living. Volevo condividere questa bella iniziativa.

venerdì 1 aprile 2016

Cacciucco di ceci, un piatto residuale

Cacciucco di ceci 

Una ricetta davvero semplice, di quelle di una volta, in cui i sapori hanno trovato un loro perfetto equilibrio anno dopo anno, nelle cucine delle case di campagna. Mettici questo, mettici quello. Che poi anche questa ricetta avrà mille versioni, ovviamente. Come tutte le ricette della tradizione, alla faccia dei protocolli IgP e simili, che trovo sinceramente abbastanza ridicoli, perché non saranno quelli a risparmiarci gli spaghetti bolognese o a difendere un piatto se nelle cucine delle case vere non viene fatto più. Questo non significa stravolgere un piatto, ma pretendere che di un piatto della tradizione esista un'unica versione codificata... È uccidere la tradizione, imbalsamarla, renderla cosa morta.

In realtà non so se il cacciucco di ceci venga fatto ancora o sia un piatto residuale.
Ecco, mi piacerebbe inaugurare la rubrica dei piatti residuali. Se avessi la costanza di portarla avanti. Piatti residuali come me, che sono una persona residuale. Con idee residuali, con risorse residuali, destinata a una vita residuale.
Una a cui piace il cacciucco di ceci, piatto da proletari contadini, che pensa ancora che i proletari, contadini e non, dovrebbero trovare il coraggio di fare il culo ai padroni. Idee residuali appunto. Residualissime. Sembra che non c'entri niente, ma c'entra.
Perché il cacciucco di ceci è un piatto da proletari, ed il fatto che oggi i proletari mangino al fast food e il cacciucco di ceci lo facciano i borghesi è un altro segno della grande ingiustizia del tempo presente, in cui i primi depredano non solo le risorse materiali degli ultimi ma anche le loro risorse culturali, sentimentali, storiche.
Una spoliazione a cui assistiamo senza reagire, giorno dopo giorno, trovandola normale. Quasi giusta.
Come se avere dei privilegi fosse questione di merito.

Ci sono degli anticorpi? Ci sono. Si chiamano condivisione, solidarietà, fare insieme.
Si chiamano buone pratiche democratiche, dove non ci sono personalismi, capi, protagonismi.  Dove si lavora insieme per uno scopo comune nel quale crediamo. Possono essere piccole o grandi cose, e riguardare temi importanti o anche piccoli. L'importante è soprattutto il modo in cui si fanno le cose.
Per questo sono particolarmente orgogliosa di far parte dell'associazione Gluten Free Travel and Living che in questi giorni festeggia il proprio terzo compleanno, e per festeggiarlo si riunisce a San Vito Lo Capo per il nostro primo raduno.
Noi non ci mettiamo in mostra ma facciamo informazione, fra di noi non ci sono primedonne ma persone che collaborano, ovviamente ognuno con il suo ruolo, non chiediamo devozione ma adesione e partecipazione, noi non ci vantiamo ogni giorno di essere i migliori al mondo ma lavoriamo per produrre contenuti di qualità.
Gluten Free si riunisce a San Vito Lo Capo per il suo primo raduno e io sono triste di non essere lì.

http://www.glutenfreetravelandliving.it/un-100-gluten-free-friday-speciale-vi-raccontiamo-perche/


Phirni

Cacciucco di ceci
Ingredienti
(per quattro persone)
300 g di ceci secchi
1 mazzo di bietole
olio extravergine di oliva
2 cucchiai di concentrato di pomodoro
2 acciughe sotto sale
1 cipolla
2 spicchi d'aglio
1 rametto di rosmarino
fette di pane casalingo, tipo toscano (¶)

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Procedimento
Mettere in ammollo i ceci in acqua fresca per almeno 12 ore, preferibilmente 24 (dipende ovviamente dalle dimensioni dei ceci e da quanto tempo sono stati seccati), cambiando l'acqua almeno un paio di volte.
Versare acqua fredda in una capace pentola, unire 1 rametto di rosmarino e 1 spicchio d'aglio, versarvi i ceci e far prendere il bollore a fuoco basso, per almeno un'ora (i tempi di cottura dipendono molto da quanto tempo prima sono stati essiccati i ceci).
Nel frattempo lavare le bietole, togliere le coste più grosse (che potranno essere lessate a parte e servite gratinate al burro e formaggio) e tagliare la parte verde a striscioline sottili.
Mondare la cipolla e tritarla fine.
Sbucciare lo spicchio d'aglio rimasto e tritarlo a sua volta.
Disliscare e sfilettare le acciughe.
Versare mezzo bicchiere d'olio in una pentola di coccio, e farci appassire la cipolla tritata insieme all'aglio, facendo attenzione che non bruci.
Unire il concentrato di pomodoro e i filetti di acciughe, e far insaporire finché le acciughe cominciano a disfarsi, e a questo punto unire le biete, facendo cuocere a fuoco lento finché anche le biete appassiscono (è questione di minuti).
Unire per ultimi i ceci cotti e scolati, un po' di acqua e far cuocere per una mezz'ora almeno. Alla ginr aggiustare di sale.
Il risultato deve essere brodoso, per riuscire a bagnare il pane, ma non acquoso. Detto in altri termini, il liquido che si forma dovrà essere saporito.
Abbrustolire le fette di pane e servire il cacciucco nelle scodelle sul cui fondo sia stato messo il pane abbrustolito.

NOTE 
Per la ricetta ho fatto riferimento a queste fonti:
Paolo Petroni, Il grande libro della vera cucina Toscana, Giunti (2008)
Giovanni Righi Parenti, La cucina toscana in oltre 450 ricette, Newton Compton (2015)
Anna Gosetti Della Salda, Le ricette regionali italiane, Solares (2011)
Annalisa Barbagli, Appunti di cucina, Piattoforte (2016)

Tutti convengono nello spiegare che con il termine cacciucco si indica un guazzabuglio di cose, quindi di ingredienti, e che nella cucina toscana siano accreditati non solo il più nobile e famoso cacciucco di pesce ma anche cacciucchi di legumi e finanche di carne. Quelli di legumi, più poveri, fanno parte della tradizione contadina, soprattutto del senese, dell'aretino e della Maremma.
Il piatto somiglia molto alla zuppa o zimino o zemino di ceci ligure, che si distingue per la presenza più massiccia di aromatiche, tipiche della cucina ligure.

Io dalla mia ho preferito usare il concentrato al posto dei pomodori freschi o della passata, perché mi sembra che conferisca un sapore di pomodoro più intenso, soprattutto in inverno. Ho scelto di mettere i filetti di acciughe sotto sale, che sono riportati in alcune versioni ma in altre no, perché ne amo il sapore e penso che ci stiano benissimo. Assolutamente niente vino, che mi sembra c'entri poco, e anche niente formaggio alla fine.
Per quanto riguarda i ceci ho usato dei ceci piccoli, coltivati da un agricoltore amiatino e comprati in loco. Erano davvero buoni.


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gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living.

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mercoledì 9 dicembre 2015

Il più bello dei mondi possibili (burger lenticchie e quinoa senza glutine)

Burger lenticchie e quinoa


8 dicembre. Giorno di shopping natalizi. Approfittando dell'assenza di marito e figlio piccolo usciamo stamani con mia figlia.

Lo shopping si è dipanato nei luoghi di culto per una ragazzina di 14 anni: Zara, HM, Mac, Apple Store, Kiko, Tiger, Brandy e Melville. Sono riuscita a trascinarla da Feltrinelli e comprarle un libro, per miracolo. Abbiamo comprato un paio di pantaloni in un negozio che non è una catena, molto carino, Manhattan. L'ho trascinata come un tributo da Old England, rigorosamente vuoto, dove sono riuscita a comprare del Golden Syrup e del té. Avrei voluto comprare una Viyella per mio zio, o un trench di Aquascutum per me, ma erano decisamente fuori budget. Ordini di grandezza fuori budget.

Mentre consumavamo il rito dell'adorazione degli Iphone e degli IMac, illudendoci di potercene permettere uno, osservavo i militari dell'esercito che imbracciavano le loro belle mitragliatrici  in piazza della Repubblica.

Pubblichiamo post sullo stesso social, abbiamo lo stesso provider di posta, indossiamo le stesse scarpe, compriamo nelle stesse catene, abbiamo gli stessi sogni (di merda! Se penso che il sogno di 6 miliardi di essere umani sia un IPhone mi viene da vomitare), praticamente la vita è diventata la realizzazione delle più rosee aspirazioni neo-liberiste, un paradiso consumista (purtroppo non comunista però).
Cos'è andato storto? Perché quei militari? O non era questo il più bello dei mondi possibili, ci stanno raccontando da quasi 30 anni (27 precisamente)?  Non saremmo stati tutti felici di consumare così compulsivamente?

Qualcosa non ha funzionato, si vede. O forse va bene così. Compresa la paura. Dipende dai punti di vista. Li sicuro le signore Le Pen sono contente.

Considerazioni depresse a parte, è stata una mattinata carina, conclusa al Panino vegano, un bel locale tutto vegan e gluten free, dove per la modica cifra di 5€ ci si può mangiare un burger vegan e senza glutine. Nella fattispecie, lei si è mangiata un burger ai ceci con panino a lievitazione naturale, formaggio vegan, cipolle arrostite, insalata, ketchup e maionese. Io ho finito il suo immenso panino, tanto la conosco e sapevo che lei non ce l'avrebbe mai fatta da sola :-)

Così viene naturale proporvi questa ricetta abbastanza salutista. C'è un ovetto, per tenere insieme i burger, ma solo uno.
È la rielaborazione con le lenticchie di una ricetta che avevo fatto l'anno scorso per lo Starbooks, i burger di ceci e quinoa tratti dall'ultima fatica di Donna Hay, Fresh and light. Un bel libro, pieno di spunti interessanti, ricette che vengono e ti viene voglia di rifare.
C'è la maionese ma è vegana. Niente colesterolo, niente schifezze. La ricetta l'ho copiata da Fabiana, alias Fabipasticcio, la nostra vice-presidente di Gluten Free Travel & Living nonché capa dell'area scientifica. Insomma, un'autorità :-)

Questi burger di quinoa e lenticchie ci sono piaciuti.
Erano piaciuti più quelli di ceci, che avevano entusiasmato tutti, compreso il figlio minore che di solito è molto sospettoso nei confronti di queste demoniache novità che la mamma insiste sempre a preparare. Però bisogna dire che il figlio minore ha una smaccata passione per i ceci in ogni salsa, soprattutto in salsa hummus, quindi il risultato era prevedibile. Comunque, tutti contenti anche oggi.


burger lenticchie e quinoa

Burger di lenticchie e quinoa

½ tazza (100 g) di quinoa bianca
1 tazza (250 ml) di brodo vegetale
4 burger bun
250 g di lenticchie di Castelluccio
1 uovo
¼ di tazza di prezzemolo tritato
2 piccole fette di pane (¶)
1 cucchiaino di cumino in polvere (¶)
sale
pepe di mulinello
olio extravergine di oliva per ungere i burger
4 burger bun  (¶)
insalata, fettine di di pomodori
maionese al lime e al coriandolo (vedi sotto)  (¶)

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.
 
Lavare accuratamente la quinoa, metterla in una pentola insieme al brodo vegetale e far prendere il bollore. Coprire, ridurre la fiamma al minimo e cuocere per 15 minuti o finché tutto il brodo è stato assorbito. Tenere da parte facendo raffreddare un po'.
Burger lenticchie e quinoa

Lessare le lenticchie finché sono tenere in una pentola di acqua abbondante. Lasciarle raffreddare e scolarle.
Pesare 250 g di lenticchie.
Mettere le due fettine di pane in un robot da cucina e sbriciolarlo finemente. Unire le lenticchie, la quinoa, l'uovo, il prezzemolo, il cumino, sale e pepe e azionare in modalità pulsata finché è tutto tritato finemente. Dividere il composto in quattro parti, formare delle palline e schiacciarle a forma di burger. Spennellare ogni burger di olio e cuocerli in una padella anti-aderente a fiamma medio-alta per 4 minuti per parte, o finché sono dorati da ambo i lati.
Tagliare a metà i burger bun, scaldardi sulla gratella per abbrustolire il pane, metterli in piatti individuali e farcirli con insalata, burger, fettine di pomodoro, e la maionese al lime e al prezzemolo.


Maionenese vegan al lime e prezzeomolo 
(ricetta copiata dal blog Fabipasticcio)

250 g di yogurt di soia bio bianco (¶)
200 g di olio exstravergine di oliva delicato
1/2 lime
1 cucchiaino di prezzemolo tritato
sale fino
Con il miniper emulsionate a lungo lo yogurt di soia e l’olio finché è ben montato. A questo punto unite un paio di cucchiaini di succo di limone e il prezzemolo tritato. Aggiustate di sale, mettete la maionese in un barattolo di vetro e conservatela per qualche giorno in frigorifero.

La ricetta dei burger bun senza glutine l'ho pubblicata a suo tempo, l'unica differenza in questo caso è la sostituzione di parte della farina con farina di quinoa.

È una delle tante ricette che potrete trovare sul mio libro Il pane gluten free.

http://www.giunti.it/libri/cucina/il-pane-gluten-free/

venerdì 2 ottobre 2015

Grapes roll senza glutine

Gluten free grapes roll


Siamo giunti alla fine del concorso Non c'è spiga che tenga promosso da La confraternita della pizza con la collaborazione della farina Polselli.
Non avrei mai immaginato di riuscire a partecipare a tutte e quattro le gare, dalla prima sul pane a quella sulla pizza, quella sulla focaccia e oggi, quella sui lievitati dolci.
E invece...
Addirittura oggi sono riuscita nell'impresa che le altre volte avevo mancato, ovvero pubblicare di venerdì riuscendo così a prendere due piccioni con una fava, Non c'è spiga che tenga e 100% Gluten Free Friday contemporaneamente!

Questa ricetta era un po' inevitabile, vista la stagione e visto che sono toscana.
Già la settimana scorsa mi ci ero avvicinata, proponendo la  schiacciata dolce con fichi e noci: la schiacciata dolce con l'uva (a volte si trova anche con fichi e uva), è un classico della tradizione dolciaria toscana, un dolce molto semplice e sobrio, ma buonissimo, che mi piace molto di più di preparazioni assai più elaborate.

Però per la giornata di oggi mi sembrava troppo semplice, così ne ho dato una mia personale interpretazione: le girelle con l'uva, una sintesi fra la schiacciata con l'uva e i cinnamon roll, che ho chiamato grapes roll.
L'impasto è quello briosciato dei cinnamon roll, ma la farcitura è a base di uva da schiacciata (Canaiolo) e zucchero.
Il risultato mi è piaciuto, quanto a morbidezza forse con questo tipo di impasti danno il meglio di sé altre farine, ma d'altro canto questa farina è priva di retrogusto e ha un sapore molto buono.
Ricetta approvata! 


Gluten free grapes roll

Grapes rolls (Girelle con l'uva) 
Ingredienti
(per 18 bun)

Per il lievitino
10 g di lievito di birra fresco
100 ml di latte tiepido
1 cucchiaino di zucchero semolato
100 g di farina senza glutine Polselli per pane e pizza (¶)

Per l’impasto
400 g di farina senza glutine Polselli per pane e pizza (¶)
280 ml di latte 
50 g di burro
40 g di zucchero
1 cucchiaino di semini di anice grossolanamente schiacciati
1/4 di cucchiaino di sale
1 uovo medio
farina finissima di riso per la spianatoia (¶)
Per farcire e glassare
400 g di uva da schiacciata (Canaiolo)
100 g di zucchero semolato 
1 tuorlo 
1 cucchiaio di latte

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Procedimento  
Preparate il lievitino:
sciogliete il lievito nel latte con lo zucchero e incorporateci la farina.
Fate lievitare un'ora circa, quindi preparate l’impasto: nella ciotola dell'impastratrice setacciate la farina, versateci il latte a temperatura ambiente e cominciate ad impastare, unite quindi il lievitino un cucchiaio alla volta sempre impastando. Unite quindi il sale, lo zucchero e l'uovo leggermente sbattuto, e quando è tutto ben amalgamato incorporate anche il burro, lasciato precedentemente ammorbidire a temperatura ambiente. Il burro incorporatelo in tre volte, attendendo sempre che il precedente pezzetto sia stato perfettamente assorbito prima di aggiungere il successivo.
Per ultimi unite i semi di anice grossolanamente schiacciati.
Quando è omogeneo ed elastico al punto giusto mettete l'impasto in una ciotola unta d’olio, coprite e fate lievitare per circa un’ora e mezza, finché il volume non è raddoppiato.
Nel frattempo lavate l'uva e schiccatela.
Mettetelo di nuovo sulla spianatoia infarinata e sgonfiatelo facendo 2 o 3 pieghe.
Poi stendetelo con il matterello formando un rettangolo di circa 25 x 35 cm.
Spolverate lo zucchero sull'impasto, e quindi, sopra, i chicchi d'uva, schiacciandoli leggermente per farli leggermente affondare, quindi arrotolate l'impasto strettamente lungo il lato lungo,  tagliatelo in 18/20 fette e disponetele su una placca per dolci rivestita con carta da forno.  Spennellate con il tuorlo d'uovo sbattuto con il cucchiaio di latte.
Fate lievitare coperto con un canovaccio per 30 minuti, al riparo da correnti d’aria. Intanto scaldate il forno a 190 °C in modalità statica.
Passato il tempo, scoprite la teglia e spennellate di nuovo con il tuorlo d'uovo con il latte, e spolverate con altro zucchero semolato. Infornate i roll per 20-25 minuti, a metà altezza finché diventano dorati.
 Prima di servirli fateli raffreddare 5 minuti nella teglia e poi su una gratella per dolci.

Con questa ricetta partecipo al contest 
http://laconfraternitadellapizza.forumfree.it/?f=64584861









Con questa ricetta partecipo anche al 100% Gluten Free (fri)Day
una gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living

Con questo pane partecipo a Panissimo, evento creato da Barbara (www.myitaliansmorgasbord.com) e Sandra  (www.sonoiosandra.blogspot.com)  e ospitato questo mese da Sandra 

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