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venerdì 4 marzo 2016

Brick à l'oeuf senza glutine, da leccarsi le dita

Brick à l'oeuf senza glutine

Ho questo passato internazionale, da expat si direbbe oggi, di cui, un po' stupidamente, tendo ad essere fiera, anche se di merito ne ho ben poco.
Quando ero piccola, anzi, piccolissima, diciamo pure appena nata, la mia famiglia si trasferì per un paio d'anni in Tunisia: mio padre, giovane architetto di belle speranze, aveva trovato lavoro là, con la cooperazione internazionale. Niente di particolarmente romantico: giovane architetto neo-laureato, era stato chiamato, nell'ambito di un progetto del Ministero, a collaborare sulle problematiche urbanistiche di una regione tunisina. La faccenda si ripeté poco dopo, e infatti ho al mio attivo altri due anni da expat, questa volta in Algeria. Devo dire che mentre della Tunisia non ho alcun ricordo - ero davvero troppo piccola- dell'Algeria ne ho molti: le maestre dell'asilo, il mio fidanzatino, ma anche il mare, Algeri la bianca, il deserto, le oasi, la bontà della soup aux poissons, dei dolci dolcissimi al miele e del cous-cous ai legumi e verdure. Amavo meno l'onnipresente carne di montone, che pure adesso non è che mi entusiasmi, al ricordo.
Anche se della Tunisia non ricordo granché, ho tantissime foto, di un giardino pieno di piante lussureggianti fra le quali muoveva i suoi primi passi una bambina già allora parecchio cicciottella e molto divertita, di una bambola più grande di lei, di una giornata a Djerba durante la quale, almeno a giudicare dal reportage fotografico, devo essere stata parecchio uggiosa. Anche della mia amatissima nonna Carmela, in visita fra palme datteri e sabbia.
Ovviamente ci sono i tantissimi ricordi dei miei genitori, la malinconia di mia madre sola con una bambina piccola in un paese straniero dove parlavano una lingua per lei incomprensibile, mio padre sempre fuori per lavoro, le lunghe ore passate ad intrattenermi in giardino, cercando un po' di refrigerio dalla grande calura sotto gli alberi, o rintanate dentro casa. Una malinconia che pian piano si impossessò di lei fino a costringere il giovane fratello a venirle a fare un po' di compagnia.
I racconti però narrano anche di cibi, e soprattutto mio padre ha sempre decantato la meraviglia di un piatto che fu il primo a mangiare appena arrivato laggiù, un fagotto di pasta croccante fritta fumante che aperto rivelava il suo delizioso segreto, un uovo con il bianco appena rappreso e il tuorlo ancora fluido, ma caldo, il tutto accompagnato da verdure e profumi arabi: il brick à l'oeuf. Sento parlare di questo piatto, forse oggi lo chiameremmo street food, da cinquant'anni, e me ne sono innamorata per procura anch'io, pur senza averlo mai assaggiato. Mi era sempre parso molto difficile da fare in casa, e poi, la pasta brick, chi la trovava da noi?

Pasta brick senza glutine

Poi è arrivata la celiachia, la mia passione per la cucina mi ha sempre più consumato, o meglio sarebbe dire fatto lievitare, e questa pasta brick ricorreva nei miei pensieri. Riuscirò a farla? Come si farà? Mi sembrava un'impresa oltre le mie possibilità ma, si sa, niente è oltre le proprie possibilità, se si vuole veramente una cosa. Così mi sono ritrovata a cercare notizie sul web, a consultare libri e siti, e alla fine è venuta fuori, delicatissima e buonissima, e con lei il mio primo, ma certo non ultimo, brick à l'oeuf, che certo non ha tradito le aspettative. È veramente, nella sua semplicità, un piatto buonissimo.
Per il ripieno si può dare sfogo alla fantasia, ho letto che uno dei ripieni più classici è a base di tonno, capperi e patate, con ovviamente l'aggiunta dell'immancabile uovo.
Io ho preferito, come primo esperimento, provare la semplicissima ricetta di Ottolenghi, di cui mi fido ciecamente: occhieggiava da tempo su Jerusalem, e non mi ha tradito. Cipolla soffritta, prezzemolo e uovo. Rièn d'autre.
Ma facciamola finita, con queste memorie d'infanzia che non interessano a nessuno e via alla ricetta.

Brick à l'oeuf senza glutine


Brick à l'oeuf senza glutine
Ingredienti
(per 4 brick à l'oeuf)

8 o anche 12 fogli di pasta brick senza glutine (¶) 
4 uovo
6 cucchiai di cipolla tritata (meglio se cipollotto, ma io l'ho fatto con la cipolla)
4 cucchiai di prezzemolo 
sale
pepe 
olio extravergine di oliva
250 ml di olio di arachidi

Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

Procedimento
In una padella mettete un cucchiaio di olio extravergine di oliva e fatevi soffriggere la cipolla almeno una decina di minuti, mescolando, finché appassisce senza dorare. 
Per ogni porzione stendete i fogli di pasta brick sovrapposti su una fondina. La ricetta parla di un foglio solo per porzione, ma la mia pasta brick è davvero sottile e delicata, e uno foglio solo non reggerebbe il ripieno. Ne ho usati due, ma anche tre ci starebbero bene.

Brick à l'oeuf senza glutine

Mettete un cucchiaio e mezzo di cipolla nel mezzo, un cucchiaio di prezzemolo tritato, e allargateli creando una specie di fontana. Rompete nel mezzo l'uovo, cercando di evitare che sbordi. Salate e pepate con generosità, e richiudete delicatamente la pasta brick come se fosse un pacchetto, verso il centro: prima il lato di destra, poi quello di sinistra, poi la parte in alto quindi quella in basso. Dice che non c'è bisogno di sigillare i bordi, se l'impacchettamento è fatto per bene reggerà, e in effetti così è stato.
Mettete l'olio di arachidi in una padella non tanto grande, dovrà avere circa 2 cm di profondità. Eventualmente aggiungetene altro fra la cottura di un brick e l'altro.
Accendete il fornello e fate scaldare l'olio. Dovrà essere caldo ma non caldissimo, altrimenti i brick brucerebbero troppo velocemente senza permettere all'uovo all'interno di rapprendersi.
Quando l'olio sarà caldo, aiutandovi con una paletta, e delicatamente, trasferite il primo brick nella padella, con la chiusura del pacchetto rivolta verso il basso. Fate cuocere circa 60-90 secondi per parte, quindi trasferite il brick sul piatto di servizio e cuocete il successivo.
Vanno ovviamente mangiati subito.
Mio babbo racconta che in Tunisia si mangiano con le mani, e viene messa a disposizione una bacinella piena d'acqua tiepida con dentro alcune petali di rosa e una salvietta pulita per ripulirsi le mani dopo essersi abbuffati e sporcati di tuorlo d'uovo.

È una delle tante ricette che potrete trovare sul mio libro Torte rustiche gluten free.


Torte rustiche gluten free




Con questa ricetta partecipo anche al 100% Gluten Free (fri)Day
una gran bella iniziativa di Gluten Free Travel & Living

sabato 2 gennaio 2016

Tempo di bilanci


Tempo di bilanci: quest'anno compirò 50 anni, oramai sono cresciuta. 

In questi primi giorni dell'anno, grazie alla relativa calma vacanziera, mi sono guardata indietro e ho visto la strada che ho percorso in questi anni. Nel quotidiano la visione d'insieme ci sfugge sempre, e mi sono resa conto di non averla mai raccontata in questo blog.

Tutto quello che ho fatto l'ho fatto con passione, divertendomi, incazzandomi, stancandomi tantissimo, ma ne è valsa la pena.
Tante soddisfazioni, e tante nuove consapevolezze: che non si può mai dare niente per scontato, che quando si volta pagina bisogna riconquistare il proprio spazio, che c'è sempre qualcosa da imparare, che le persone non sempre sono quello che sembrano.
Banalità, ma che si comprendono davvero solo quando si sperimentano in prima persona.

Non so se riuscirò a tenere questo ritmo ancora a lungo.

Perché c'è il mio lavoro vero, la mia famiglia, e tutto il resto che è grande.
Perché a cinquant'anni non si può scherzare con la propria salute: fare le tre per finire di scrivere un articolo o correggere un compito, e poi andare la mattina dopo a scuola pimpante può costare caro. Per ora è andata bene, ma sento di dovermi dare una calmatina.

D'altronde non possono essere tutti anni incredibili come questo.

Da dove comincio?

Da dove tutto è iniziato, da questo blog. Langue un po'. Pubblico in modo discontinuo, e non curo per niente le pubbliche relazioni.
Se qualcuno intanto vuol mettere un Mi piace sulla pagina Facebook del blog, non nego che mi farebbe piacere. 

Beh... e i libri. Sono la cosa più importante che ho fatto.

Tralasciamo Il dolce gluten free, che risale a ottobre 2014, e che mi dà un sacco di soddisfazioni.

Ad ottobre 2015, ho pubblicato, sempre per Giunti Editore, Il pane gluten free

http://www.amazon.it/gluten-free-pizze-focacce-fatte/dp/8844046458

Volume interamente dedicato al pane, contiene circa 70 ricette ma anche una parte introduttiva sulle tecniche della panificazione generali, e specifiche per il pane senza glutine. Un libro esaustivo, con molte ricette di base, alcune più difficili e diverse escursioni nella panificazione del mondo.

Poi, insieme al collettivo di Gluten Free Travel & Living, sempre ad ottobre 2015 abbiamo pubblicato per Gribaudo Gluten free per tutti i gusti.

http://www.amazon.it/Gluten-free-per-tutti-gusti/dp/8858013891/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1451735654&sr=1-1&keywords=gluten+free+per+tutti+i+gusti

Il titolo è davvero esplicativo, il volume contiene 70 ricette sia semplicemente senza glutine, ma anche vegane, vegetariane, senza lattosio, senza proteine del latte, senza zuccheri aggiunti.
Un libro bello, utile e divertente, a cui ho contribuito con entusiasmo e piacere.

Quest'anno è uscita anche la rivista FREE, edita da RCS ed interamente dedicata al gluten free.
Ho collaborato a FREE, insieme al collettivo di Gluten Free Travel & Living, sia scrivendo ricette, che articoli di cucina e di viaggi.
Su FREE anche una mia intervista e la recensione del mio primo libro.
Sotto un collage delle ricette che ho ideato per FREE nel 2015.


Ho collaborato anche a Cucina gluten free, una nuova rivista dedicata al senza glutine, con alcune ricette.


Collaboro con Celiachia oggi, storica rivista del senza glutine, che ha ospitato mie ricette, recensioni del libro, interviste.


Partecipo attivamente a diversi PROGETTI WEB.

Scrivo per Piattoforte, il portale di cucina di Giunti editore.

http://www.giunti.it/autori/gaia-pedrolli/

Su Piattoforte troverete una cinquantina di mie ricette, ed anche altro (ad esempio recensioni, interviste, etc...)

Faccio parte di Gluten Free Travel & Living. Della redazione e dell'associazione.

http://www.glutenfreetravelandliving.it/problemi-di-crema/


Pubblico essenzialmente articoli scientifici (ad esempio sulla fisica della maionese, sui problemi della crema e sui fluidi non newtoniani): l'elenco completo lo trovate qui

Sono una Starbooker, dal 2012
http://starbooksblog.blogspot.it/

Negli anni abbiamo recensito 30 libri di cucina, in modo puntuale, preciso e intransigente.

Sempre dal 2012, sono una delle Cuoche di D

http://la.repubblica.it/cucina/autore/gaiapedrolli-467/

Su D|Ricette potete trovare più di 200 ricette a firma mia.

Da tempi immemorabili partecipo anche all'MTChallenge, anche se non ho mai vinto una sfida (mannaggia!!!)

Muovermi non mi è semplice, ma quest'anno sono anche riuscita ad andare al Gluten Free Fest a presentare il mio libro.

Collaboro come volontaria con l'Associazione Italiana Celiachia Toscana, dando una mano quando posso nei corsi di cucina che l'associazione organizza a Firenze. È un grande piacere collaborare con AIC, e con il gruppo delle Coche senza glutine.


Non ha strettamente a che fare con la cucina, ma in realtà un po' sì: faccio orgogliosamente parte del CNGEI, gli scout laici, e quando posso vado a farmi un giro in cambusa.

http://www.scoutfirenze.it/

La fava tonka non è di casa, e il più delle volte si tratta di cucinare una pasta al pomodoro o una frittata, ma soddisfare 30 o 40 bambini non è che sia proprio facilissimo, e quando si riporta la teglia in cucina vuota, e i bambini ti dicono che era buono, è una grande, grandissima soddisfazione!

È tutto. Per me è molto. Sono assai contenta, anche se un po' stanchina.

In questi giorni mi riposo, poi vedremo.

Di ricette se ne riparla lunedì.

Un'ultima cosa però va detta, in questo bilancio: io sono faccio niente in solitudine, non ne sono capace, né mi piacerebbe.
Ci sono tantissime persone che dovrei ringraziare per aver percorso un pezzo di strada insieme quest'anno.

Grazie a tutti, per avermi sostenuto in questo anno così ricco di soddisfazioni!!!

lunedì 30 marzo 2015

Auguri compagno Pietro!


Oggi Pietro Ingrao compie cent'anni.

Più o meno trent'anni fa grazie a quest'uomo, cominciai a crescere, insieme e attraverso la lettura quotidiana de Il Manifesto. Già allora non era giovane, lo chiamavo il nonno. Poi c'erano gli zii: Luigi, che è mancato oramai da molto tempo e ci manca moltissimo, perché ci dava la linea, Rossana, che quando riuscivi a leggere e capire un suo articolo dall'inizio alla fine ti sentivi molto intelligente e più ricca, Valentino, pragmatico e concreto.
Ma lui era il nonno. Quando parlava ci si emozionava, perché diceva le cose con l'intelligenza del cuore. Un vecchio comunista. Di quelli che non ci sono quasi più.

A quell'epoca andavo alle manifestazioni. Adesso vado al Salone del Gusto.
All'epoca leggevo Il Manifesto. Adesso Fior Fiore Coop.
Se l'Italia è peggiore di allora è anche colpa di chi come me ha tirato i remi in barca e si è ritirata a vita privata. 
Perché non è che io abbia cambiato davvero idea, mi sono solo distratta.

Come dice sempre mio marito "E dire che l'abbiamo fatta pure studiare"
 Il compagno Pietro i remi in barca non li ha tirati neppure adesso che ha cent'anni.
Lui non è uno che si distragga.

domenica 26 ottobre 2014

Lasagne salmone e broccoli per l'MTC... con sorpresa

lasagne broccoli e salmone

Questo mese la sfida dell'MTC è sulla lasagna.
La lasagna, per usare un termine molto in voga ultimamente, è uno dei miei confort food preferiti.
Sarà perché quando ero piccola, e andavamo a trovare la nonna, non c'era volta che non ci rimandasse a casa con una teglia di lasagne da lei fatte con amore, e surgelate per i momenti del bisogno. Anche lei sicuramente lo considerava un comfort food, anche se ignorava il termine.
Le sue lasagne erano fatte in casa dall'inizio alla fine. Ricordo ancora la spianatoia di legno, enorme, dove tiravano, lei e le altre donne di casa -mia zia, le vicine- sfoglie da 12 uova come se fossero noccioline.
'Zdaure emiliane dalla punta del mignolo alla punta dei capelli. Poche ciance, pochi fronzoli, e quando c'è da fare una cosa ci si rimbocca le maniche e lo si fa. Punto e basta. Che fosse una sfoglia per 12 persone o portare in bicicletta documenti partigiani da un commando all'altro.
Lei così paurosa e riservata. Ma se s'ha da fare... scarpe rotte eppur bisogna andar, questo era lo spirito.
Quando uno la faceva lunga, lo zittiva subito "Fè menga dal pugnàtt" Non traduco che è meglio.
Insomma, io come molti, avrei voluto pubblicare le lasagne della nonna. Che peraltro, caso del destino, avevo fatto proprio due giorni prima che venisse pubblicata la sfida. Ma non avevo fotografato perché a casa mia sono un piatto abbastanza abituale, abituale nella misura in cui ci vuole, fra sfoglia, ragù e quant'altro, quasi una giornata a prepararle.
Però le lasagne ci sono già, ovviamente, su questo blog, e quindi dovevo tirarmi fuori qualcos'altro dal cappello.
Cosa non difficile. Perché spesso mi invento delle lasagne diverse. Sul blog ci sono anche al pesto e con la zucca.
Uno dei cavalli di battaglia di mia mamma, che pure non ama per niente cucinare, sono le lasagne con carciofi e prosciutto cotto, una delizia.
Purtroppo mio marito non le mangia, le lasagne. C'è il formaggio, che lui odia, e pure la besciamella. Non è roba per lui.
Visto che è un piatto d'amore, una volta gliele volevo far assaggiare. E come di grazia? Ma col pesce!
E così ho pensato di proporre una variazione di quelle della mia mamma, invece che prosciutto cotto e carciofi, carciofi e branzino.
Solo che quando sono andata a fare la spesa ho visto che i carciofi costavano 80 centesimi l'uno, e pure il branzino non scherzava.
E così, per mere ragioni di spending review familiare, ho ripiegato (si fa per dire) su salmone e broccoli.
Salmone tagliato sottile, stile carpaccio, messo a crudo e che si cuoce durante la cottura. Così tutti i suoi profumi restano lì, ed anzi si insaporisce a sua volta con il profumo dei broccoli.

E al posto della besciamella, visto che il solito marito uggioso con latte e burro  non va per niente d'accordo? Ma una salsa vellutata all'olio d'oliva a base di fumetto di pesce. Olio delicato, del Garda, perché la besciamella all'olio fatta con l'olio toscano non mi piace, è troppo forte. Già che c'ero ci ho messo una puntina di curry hand made, nella salsa, per dargli un colorino più gradevole e un profumo, ma più un'idea di profumo (idea che ho copiato da Julia Child).

Insomma, alla fine sono venute buone. Sono piaciute anche al marito, che è davvero tutto dire.
E così, oltre al prosciutto cotto e carciofi, ci saranno anche quelle ai broccoli e salmone.

Ma sono fuori concorso. Sono fuori concorso perché ho tirato una sfoglia da 550 g di farina e 6 uova (le farine senza glutine "tirano" più uova di quelle normali), avevo gente a cena e già che c'ero volevo farne una teglia di scorta per le giornate in cui sono di fretta: non si fanno le lasagne contate, ricordo bene il messaggio della nonna. Solo che io non sono una zdaura come la nonna. E non ho una spianatoia come quella della nonna, ma solo il piano di lavoro della cucina, di 60 cm. Quindi ho diviso la mia sfoglia in palline, con l'intenzione di tirarle una dopo l'altra. Tira la prima, tira la seconda... Alla fine non ce la facevo più: le mie braccia e le mie mani erano tutte doloranti.
Così ho gettato la spugna, o meglio il mattarello, e tirato fuori l'Imperia. Avrei potuto barare, oppure selezionare per le lasagne che ho fatto per voi quelle con la sfoglia tirata a mano, ma mi sono detta che non era giusto. Se io non ce la faccio a tirare 6 uova di sfoglia a mano, lo devo dire. Quindi sono fuori concorso.  Pace (tanto non avrei vinto lo stesso, ho visto cose meravigliose a questo giro). Almeno non ho saltato la lezione di ottobre del corso di cucina personale: certo, le lasagne le sapevo fare anche prima, ma magari l'idea di farle così non mi sarebbe mai venuta.

La prossima volta il curry lo metto anche nella sfoglia, così per una volta avrò fatto le lasagne uguali a quelle della super-espertona Mapi

Mi scuso anche per le foto, ma le lasagne le ho fatte due giorni fa, e sono riuscita a fotografarle solo oggi.
.
Lasagne con broccoli e salmone e vellutata leggera di pesce al curry

lasagne broccoli e salmone

Lasagne con broccoli e salmone e vellutata di pesce all'olio di oliva


Ingredienti
(per cinque persone)
Per la sfoglia
  • 280 g di farina per pasta fresca (io oggi Senz'Altro) (¶)
  • 3 uova
  • un pizzico di sale
Per la vellutata di pesce
  • 1 gallinella piccola
  • 3 piccoli pezzi di pesce quel che è (a me hanno dato 3 pezzi di branzino) 
  • 1 cipolla steccata con 3 chiodi di garofano
  • 1 costa di sedano
  • 1 carota
  • un mazzetto di gambi di prezzemolo legati fra loro
  • 1 cucchiaino del misto spezie (vedere sotto)
  • 100 g di amido di mais (¶)
  • 80 g di olio extra-vergine di oliva del Garda
Per il finitura
  • 600 g di salmone in trancio
  • 4 broccoli di medie dimensioni
  • pangrattato
Per le spezie
  • 3 capsule di cardamomo 
  • 4 chiodi di garofano 
  • 1 pezzettino di macis
  • 1 stecca di cannella di 2 cm 
  • 1/2 cucchiaino di semi di coriandolo
  • 1/2 cucchiaino di semi di cumino
  • 1 cucchiaio di curcuma in polvere (¶) 
Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo(¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili, o presentare la scritta SENZA GLUTINE sulla confezione.  
Procedimento
La sfoglia  
Sulla spianatoia fare la fontana con la farina, mettere nel mezzo le uova leggermente sbattute (in realtà come dicevo sopra io ho fatto una sfoglia da 6 uova, e ci ho ricavato queste lasagne per 6, un'altra teglia di lasagne più piccola e una teglietta di 12 cannelloni) e cominciare al impastare, prima raccongliendo al centro la farina dai bordi e quindi, quando le uova sono tutte assorbite, impastando energicamente finché non viene fuori una palla elastica e omogenea. Far riposare una mezzoretta in un sacchetto di plastica, quindi tirarla con il mattarello sulla spianatoia di continuo infarinata (io, come dicevo, ho fatto per metà così e per l'altra metà ho usato l'Imperia. 

sfoglia mattarello 

Per darvi un'idea dello spessore, erano tutte uguali, quelle tirate a mano e quelle con l'Imperia e sono arrivata alla tacca 2, quindi piuttosto sottile).
Dalla sfoglia così tirata ho ritagliato delle striscie più o meno rettangolari, larghe circa 7 cm e lunghe 12 cm, ma in realtà non ce n'era una che fosse uguale all'altra :-)
Le ho lasciate mezza giornata su dei vassoi di cartone, ricoperte con della carta forno, non perché sia necessario ma perché nel frattempo sono dovuta uscire. Si sono seccate un po' troppo, ma in cottura non ne hanno risentito


lasagne crude  

Le spezie
Ho messo tutto nel mixer e l'ho fatto andare in modalità pulsata finché non ho ottenuto una polvere fine. Ovviamente ne serve molto meno, quello che avanza lo conservo per futuri utilizzi.

La vellutata di pesce
Ho in una pentola capace ho messo i pesci puliti, la cipolla steccata, la costa di sedano e la carota mondate, e il prezzemolo, ho coperto d'acqua e ho fatto cuocere pian piano finché il pesce non era cotto e il brodo abbastanza denso e profumato (meno di un'ora).
Ho messo da parte, e quando si è raffreddato un po', l'ho filtrato con un colino a maglie fini ricoperto con una garza di cotone. Ho fatto raffreddare definitivamente.

In un'altra pentola, più piccola, ho messo l'amido di mais, un cucchiaino di polvere di spezie e un paio di mestoli di fumetto. Il problema a cui non avevo pensato è che amido di mais + acqua dà luogo a un fluido non newtoniano (come già segnalato altrove) quindi quando si mescola oppone resistenza. Ma almeno non fa grumi. L'unica cosa da fare è diluirlo parecchio, cosa che ho fatto, aggiungendo circa 1,1 l di fumetto. Quindi l'ho messo sul fuoco a fiamma bassa e, sempre mescolando, ho fatto prendere un lieve bollore: l'amido è gelificato, ho continuato a cuocere qualche minuto e poi a freddo ho aggiunto l'olio di oliva. Ho mescolato energicamente e la vellutata era pronta. Niente sale, che ho messo sul resto.
Tenere da parte.

Composizione delle lasagne
Ho affettato il trancio di salmone a fette sottili, come se fosse salmone affumicato per intenderci, e le ho messe in un piatto.
Ho lessato a vapore, molto al dente, le cimette dei broccoli, ovviamente dopo averle lavate. Una volta pronte ho messo da parte anche loro.

In un pentolone molto capace ho fatto prendere il bollore a parecchia acqua con un pizzicone di sale.
Quando ha cominciato a bollire ho abbassato il fuoco e ho cotto 4 alla volta le lasagne. Quando erano cotte, molto al dente, le ho tolte dal pentole e messe in una ciotola con acqua fredda per fermare la cottura, e quindi le ho stese su un canovaccio pulito, e ho proceduto così fino al completamento delle lasagne.

Ho versato sul fondo della lasagnera un sottile strato di vellutata di pesce, ci ho messo sopra uno strato di lassagne, quindi altra vellutata, ho ricoperto con il salmone a fette e le cimette dei broccoli, un bel pizzico di sale e via che si ricomincia. Non sono venuti tantissimi strati perché sia i broccoli che il salmone occupano spazio in altezza e non volevo delle torri di lasagne.

Sull'ultimo strato di lasagne ho versato un sottilissimo strato di vellulata, ho cosparso con un po' di pangrattato e ho messo in forno preriscaldato a 180° C a metà altezza. Tempo di cottura: 40 minuti circa.

Una volta tolte dal forne le ho fatte riposare per una decina di minuti, e quindi le ho sporzionate e servite.

Buone, veramente. Peccato per il fuori concorso.

Con questa ricetta partecipo alla sfida n° 42 di ottobre 2014 dell' MTC.
La ricetta originale di Sabrina Gasparri del blog Le madeleines di Proust

http://lesmadeleinesdiproust.blogspot.it/2014/10/mtchallange-n-42-sua-maesta-la-lasagna.html

lunedì 14 luglio 2014

Madeleine senza glutine e #secondastellaadestra

Pane bianco comune con farina Dallagiovanna

Il sole si stacca dall'orizzonte e famiglia.
 
Ci vuole un bel coraggio a pubblicare una foto come questa, dove sfoggio una silhouette non proprio filiforme.

Eppure questa foto la amo.
Siamo noi quattro.
(Grazie alla zia Sandra per essere venuta con noi l'estate scorsa, altrimenti non avremmo nessuna foto tutti insieme delle nostre albe)

Da parecchi anni ormai un giorno d'estate io, mio marito e i bambini, che presto dovrò abituarmi a chiamare i ragazzi, andiamo a vedere l'alba.

Andiamo sempre nello stesso posto, e aspettiamo che sorga il sole.
Ormai abbiamo imparato che si può prendersela comoda, che dalle prime luci dell'alba al fatidico momento in cui quella strisciolina rossa fa capolino dietro l'orizzonte ci vuole un sacco di tempo. Il primo anno non ci passava più... E aspetta... E aspetta... Adesso siamo diventati più esperti :-)

È una cosa nata per caso, quando i bambini-che-devo-imparare-a-chiamare-ragazzi erano ancora piccoli, ci venne questa folle idea, ci è piaciuta e la rifacciamo tutte le estati.

È un modo per dirci tante cose che spesso in una famiglia non ci si dicono, presi come siamo dai mille impegni quotidiani. E ci diremo sempre meno, con i bambini che diventano ragazzi e sempre più assumono quel mood malmostoso che caratterizza la permanenza in famiglia degli adolescenti.

Io spero che ci andremo ancora per molti anni, a vedere l'alba tutti insieme.

Con questa foto partecipo, fuori concorso, al concorso Seconda stella a destra di Gluten Free Travel & Living.

Per saperne di più

Seconda stella a destra - Gluten Free Travel and Living

Ma una ricetta, c'è o non c'è in questo post?

Certo che c'è, non poteva che esserci QUESTA ricetta.

Anche ae il posto della foto non è Balbec né tantomeno Combray.

Forse non è una ricetta molto estiva, ma visto il clima di questi giorni ci può stare eccome.

Le madeleine sono anche sul libro
Quale libro? Il mio.




http://www.amazon.it/dolce-gluten-free-Pasticceria-glutine/dp/8844044838/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1415356382&sr=1-1&keywords=il+dolce+gluten+free




madeleine

Madeleine senza glutine  
(da una ricetta di Lenôtre rivisitata)
Ingredienti
(Per 16 madeleine)
    • 100 g di mix per dolci lievitati (70 g di farina di riso, 15 g di fecola di patate, 15 g di amido tapioca) (¶)
    • 90 g di zucchero
    • 70 g di burro
    • 10 g di miele di acacia
    • 2 uova
    • la scorza di mezzo limone non trattato
    • una stecca di vaniglia
    • 4 g di lievito per dolci (¶)
    • 1 pizzico di sale
    • burro per gli stampini
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

    Procedimento
    Sciogliete il burro nel microonde a bassa potenza e fatelo raffreddare, mescolandolo, finché diventa della consistenza “a pomata”.
    Setacciare il mix per dolci lievitati con il lievito.
    Montate con le fruste elettriche le uova con lo zucchero e il miele finché non raddoppiano di volume e non diventano una massa gonfia e spumosa.
    Unite il mix per dolci lievitati e il lievito, setacciandoli di nuovo, mescolando delicatamente dall'alto in basso con una spatola, per non smontare la montata di uova e zucchero.
    Incorporate per ultimi il burro pomata, la scorza di limone grattata e i semini della stecca di vaniglia.
    Mettete l'impasto in frigorifero per almeno due ore.
    Questo è un passaggio indispensabile per ottenere la gobbetta tipica delle madeleine: sarà proprio lo chock termico fra l'impasto freddo e il forno caldissimo in cui verranno cotte a far lievitare velocemente l'impasto sviluppandolo in altezza. 

    Preriscaldate il forno a 230 °C.
    Versate l'impasto freddo negli appositi stampini da madeleine che avrete precedentemente spennellato di burro fuso (se usate quelli di silicone non è indispensabile imburrarli) e infornatele a metà altezza.
    Dopo quattro minuti abbassate il forno a 190 °C e cuocetele ancora per 6 minuti.

    Toglietele dal forno e dagli stampini e fatele raffreddare su una gratella per dolci.
    Vanno mangiate ancora leggermente tiepide, ovviamente con il té, comunque sono buone anche una volta completamente raffreddate.

    martedì 25 febbraio 2014

    Strudel di patate senza glutine



    Ieri pensavo di non farcela, e invece oggi, di corsa, sono riuscita a fare l'ultimo, ma non il meno sentito, dei miei strudel, lo strudel alle patate.
    Una vera tedescheria (non a caso ci sono le patate) che però non appartiene alle tradizioni di famiglia (credevo...), e che ho trovato in alcuni libri di cucina austro-ungarica, a partire dal "Die Süddeutsche Küche" di Katharina Prato, una vera bibbia della cucina austro-ungarica.

    "Die Süddeutsche Küche" fu pubblicato a Graz nel 1858, la prima edizione italiana è del 1892,  col titolo di“Manuale di cucina per principianti e per cuoche già pratiche”, riveduto ed accresciuto da Ottilia Visconti Aparnik, docente di cucina al corso di economia domestica presso il Civico Liceo femminile di Trieste.
    Io ne ho un'edizione recente (si fa per dire), del 1980, con prefazione di Veronelli, che mi aveva regalato mia nonna, la nonna Carmela che compare in tanti post di questo blog.
    È un libro di quelli che dicono l'ultima parola su una tradizione culinaria, un Artusi della cucina austro-ungarica, (l'aggettivo Süddeutsche-Meridionale mi fa morir dal ridere, non c'è niente di più relativo della geografia!), che l'autrice poté conoscere a fondo perché il marito, funzionario dell'impero, si trovò a cambiare spesso sede, e con lui la famiglia al seguito. 

    La ricetta è comunque attestata anche in testi più recenti, a partire da "Strudel e dolci particolari" dell'Annelise Kompatscher, editore Athesia, anche se meno rispetto al famosissimo strudel di mele, ma anche rispetto ai fratelli "minori" strudel alla ricotta e strudel al papavero (quest'ultimo con pasta lievitata). 

    Ma la ragione per cui alla fine ho deciso di fare le cose pur di realizzare questa ricetta è duplice: in primo luogo non ero stata del tutto soddisfatta della pasta matta che avevo realizzato per lo strudel di mele, anche se l'impasto da crudo era molto lavorabile, una volta cotto era risultato, a mio avviso, troppo rigido, mentre in altre occasioni avevo avuto risultati migliori. Meglio tornare ad altre farine, magari con un po' di farina per pane, che riesca a far sfogliare un po' l'impasto.


    In secondo luogo  mi è capitato fra le mani il ricettario di una mia prozia, Anita, che altri non era se non la sorella di mia nonna Carmela. Anita e Carmela convolarono a nozze lo stesso giorno, il 28 maggio del 1927, e Anita, che amava cucinare, all'epoca, più della sorella, cominciò a raccogliere le sue ricetta da sposina novella in un ricettario (che riporta anche una data, 19 dicembre 1927). Ricettario che è giunto fino a me. Ogni tanto lo sfoglio, e mi perdo nel cercare di decifrare quella calligrafia antica, che mi fa venire in mente Guido Gozzano e l'amica di nonna Speranza. I fogli sono oramai ingialliti, la copertina si sta distruggendo, ma leggere fra quelle pagine è davvero una magia. La povera Anita morì a un anno dal matrimonio, di parto, lei e la bambina che portava in grembo, e così il suo quaderno di ricette passò in mano di sua sorella, mia nonna, e da lei a me. 
    Sfogliando il ricettario l'altro giorno, cosa ti trovo? 
    Lo strudel di mele? No, quello era troppo banale, davvero una ricetta di tutti i giorni. 
    Però trovo un fantomatico strudel di carne, che non oso provare, così lontano com'è dai gusti di oggi, e uno strudel di patate. Potevo esimermi? No, non potevo. 
    La ricetta è di quelle di una volta, poche informazioni scarse.
    La riporto letteralmente, da tanto è sintetica
    Nella medesima pasta (dello strudel di carne, ndr) si mette invece il seguente ripieno: 15 deca di zucchero, 3 tuorli d'uovo, 15 deca di patate cotte e peste, le chiare a neve.  
    Questo è tutto. 


    Così, con la ricetta della prozia Anita, e l'aiutino di qualche libro di cucina, sono riuscita a mettere insieme questo benedetto strudel di patate. Che con il nuovo mix di farine e una salsetta alle prugne secche è piaciuto veramente a tutti, malgrado la stranezza.

    Grazie Mari-Lasagnapazza per avermi fatto fare questi viaggi nella memoria, con il tuo meraviglioso strudel.

    Strudel di patate senza glutine con salsa alle prugne caramellate

    Strudel di patate

    Ingredienti
    Per la sfoglia
    • 100 g di Glutafin select (¶)
    • 60 g di mix per pane Nutrifree
    • 100 ml di acqua tiepida
    • 1 cucchiaio di olio
    • farina supplementare per tirare la pasta, ma ne serve poca (¶)
    Per la farcia e la finitura
    • 250 di patate a pasta gialla
    • 100 g di uvetta
    • rum per ammollare l'uvetta
    • 2 uova
    • 80 g di zucchero semolato
    • la buccia grattata di un limone non trattato
    • 80 g di burro 
    • cannella in polvere (¶)
    • 1 chiara d'uovo per spennellare
    • zucchero a velo (¶)
    Per la salsa alle prugne secche caramellate
    • 12 prugne secche
    • una noce di burro
    • 4 cucchiai di zucchero di canna muscovado
    • 150 ml panna fresca
    • le zeste di un limone non trattato
    • rum
    • 1 cucchiaino di cannella in polvere (¶)
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

    Preparazione
    Preparare la sfoglia
    Setacciare le farine in una ciotola, mettere nel mezzo l'acqua calda e l'olio e mescolare con una spatola. Ne risulterà un impasto morbido, quasi appiccicoso. Farlo riposare almeno mezz'ora in un sacchetto di plastica.

    Preparare la farcia
    Lessare le patate. Quando sono cotte ma non sfatte, scolarle, sbucciarle e passarle al passa-patate.
    Lasciar un po' intiepidire.
    Mettere a bagno l'uvetta in un bicchierino di rum mischiato con acqua calda.
    Separare i tuorli dagli albumi e battere i tuorli delle uova con lo zucchero, finché non sono diventati bianchi e spumosi. Fondere 40 g di burro, lasciarlo intiepidire quindi incorporarlo al composto di uova e zucchero e continuare a montare. Deve essere davvero spumoso.
    Montare le chiare a neve.
    Incorporare delicatamente la crema di uova alle patate passate, insieme a un cucchiaio di cannella in polvere e alla buccia grattata del limone.
    Incoporare anche le chiare montate a neve, mescolando delicatamente dal basso in alto per non smontarle.
    Per ultime aggiungere le uvette scolate e asciugate.
    Tenere da parte la farcia mentre si stende la sfoglia

    Stendere la sfoglia e finire lo strudel
    Disporre sulla spianatoia un pezzo piuttosto ampio di carta forno. Infarinare, e cominciare a stendere la sfoglia con il mattarello a sua volta infarinato. Tirarla a lungo (evitare di usare le mani con la sfoglia senza glutine, troppo troppo sottile non va bene) Il risultato finale sarà essere una sfoglia rettangolare abbastanza sottile ma non troppo (deve riuscire a "tenere" quest'impasto che è abbastanza morbido).
    Spennellare la sfoglia con il restante burro fuso.
    Stendere la farcia sulla sfoglia lasciando liberi circa tre  centimetri lungo il bordo.

    Strudel di patate

    Arrotolare lo strudel su se stesso aiutandosi con il foglio di carta forno.

    Trasferire lo strudel con la sua carta forno sulla teglia da forno.Girarlo in modo che abbia la chiusura sotto e spennellare con la chiara d'uovo.
    Far cuocere nel forno preriscaldato a 175° C per una cinquantina di minuti.
    Servirlo tiepido spolverizzato di zucchero a velo.

    Strudel di patate


    Preparare la salsa alle prugne caramellate
    Mettere la noce di burro in un padellino, farla schiumare e aggiungere le prugne secche e un gocciolino d'acqua. Far cuocere finché non si sono un po' ammorbidite. Sfumare con il rum e per ultimo aggiungere lo zucchero muscovado, e far cuocere mescolando sempre finché lo zucchero non si caramella (ma non deve bruciare!).
    Passare le prugne al mixer, quindi aggiungervi la panna liquida, un cucchiaino di cannella in polvere e le zeste di limone. Far rapprendere sul fuoco mescolando sempre per un paio di minuti, quindi togliere dal fuoco e far raffreddare.

    Servire lo strudel tiepido tagliato a fette accompagnate con la salsina a temperatura ambiente.
    (in alcune foto c'è un'altra salsa, lo zabaione alla cannella che aveva accompagnato lo strudel di mele. Ne era avanzato e ho voluto sperimentarlo con entrambi gli accompagnamenti).

    MIE NOTE
    • Questo mix di farine è davvero perfetto. Si stende bene, la pasta non si strappa e fa decisamente "effetto pasta matta", cioè sfoglia leggermente senza restare duro. 
    • Su questi impasti l'assenza del glutine si sente eccome! La sfoglia è delicata e se la si stende sottile, anche se non si strappa da cruda, il rischio che si rompa in cottura è elevato. Secondo me per gli strudel senza glutine è meglio usare una sfoglia che abbia almeno un uovo
    • Questo strudel è piaciuto tantissimo a tutti qui in casa, malgrado l'ingrediente insolito. Non ci si accorge quasi che sono patate, e il ripieno sembra un impasto quasi briosciato. È dolce, ma la presenza del limone compensa bene. 
    • Sì. è vero, si è un po' spatasciato. Il ripieno è davvero soft, e forse non l'ho stretto abbastanza. Però se si va a vedere la foto dello strudel di patate della Kompatscher non è meno spatasciato di questo...
    • La salsina alle prugne ci sta molto bene, nella sua semplicità, ho pensato agli gnocchi de susine, altra ricetta tipica della cucina austro-ungarica. Qui non si finirebbe più....
    Con questa ricetta partecipo alla sfida di febbraio 2014 dell' MTC.
    La ricetta originale di Mari del blog Lasagnapazza

    MTC di febbraio 2014

    lunedì 24 febbraio 2014

    Strudel di mele senza glutine

    Strudel

    Nel primo post sullo strudel dicevo che la sfida di questo mese dell'MTC è quella che mi è piaciuta di più di tutte. Avevo in mente di fare almeno quattro strudel: quello classico di mele, di famiglia, l'altro classico di famiglia, salato (quello che ho pubblicato), un lievitato (che farò presto comunque) e magari un altro.
    Ma febbraio è corto, e ne sono successe di tutte. Niente di particolarmente grave. Noie, fastidi, problemi quotidiani che hanno reso questo mese ancora più corto.
    Pace. Non si vive di solo blog, e la vita fuori dal blog è decisamente più importante.
    Però almeno lo strudel di mele lo volevo pubblicare.
    Non so in effetti perché non l'abbia mai pubblicato. Certo, da quando si cucina senza glutine, non è più il dolce più gettonato di casa, ma comunque l'ho fatto più volte. Una anche con la pasta al vino della Pasqualina di un vecchio MTC (e devo dire che non era venuto male, per niente).
    Il fatto è che lo strudel era il dolce della mia nonna Carmela, lo faceva tutti i giorni. Avevano un bar, e lei, in tempi in cui non esisteva l'HACCP e si poteva cucinare in casa, tutte le mattine si svegliava verso le 5 e faceva il suo strudel da portare al bar. D'estate, quando era in vacanza con noi, lo faceva per noi, forse non tutti i giorni ma quasi. Noi stavamo già a Firenze, quindi non potevamo passare al bar e prenderci una fetta di strudel quando ci veniva voglia. La nonna, e il suo strudel, ce li godevamo solo d'estate.
    Lo faceva con la pasta matta, come quella di Mari-Lasagnapazza, a volte lo faceva con una pasta quasi matta ma con un uovo, a volte, quando proprio era di fretta di fretta, addirittura, non gliene vogliano i puristi, con la pasta sfoglia surgelata. Non vorrei ricordarmi male, ma secondo me si surgelava da sola pure la pasta matta, per averla di scorta.
    Rispetto alla versione di Mari, e a quasi tutte le altre versione che ho sempre visto in giro, lo strudel di mia nonna presentava una radicale differenza: prima di infornarlo ci spolverava sopra dello zucchero semolato, che caramellava, e durante la cottura apriva il forno un paio di volte per spargere sopra lo strudel il sughetto che si creava sul fondo della teglia. Dopo cotto, niente zucchero a velo.
    L'altra differenza con la versione di Mari è che dentro ci metteva le noci.
    Così io, per rispettare la tradizione di famiglia, lo farò caramellato e con le noci dentro.
    In realtà mi avanzavano anche un po' di cranberry e ci ho messo pure quelli,

    Il problema è che mi si è rotta la pasta. Ma non prima, mi si è rotta in cottura.
    Per l'occasione ho voluto sperimentare una nuova farina per pasta fresca, la farina del Mulino Dalla Giovanna.
    In effetti si lavorava meravigliosamente. Sembrava quasi elastica, come se ci fosse il glutine dentro.
    Così mi sono allargata. Tira tira. A un certo punto l'ho tirata pure con le nocche (dovete credermi sulla fiducia, ero sola in casa quindi niente foto). Insomma, è diventata davvero sottile. Troppo sottile. Sono riuscita a formare lo strucolo. E pure a trasferirlo sulla leccarda (mi sono aiutata con la carta-forno). Osando ancora di più l'ho pure piegato a ferro di cavallo, che è la forma tipica dello strudel trentino.
    È venuto un discreto animale.

    Strudel crudo

    Però in cottura, sottile com'era, senza il glutine, non ha resistito alla pressione interna dei liquidi e del vapore e si è rotto. Questo glutine a qualcosa dovrà pure servire... Mannaggia che rabbia!
    In compenso era buono. Non ha risentito di questo problemino.
    L'abbiamo spazzato via lo stesso.

    Insomma, alla fine era bruttino. D'altronde lo dice anche l'Artusi (Strudel - 559)
    Non vi sgomentate se questo dolce vi pare un intruglio nella sua composizione e se dopo cotto vi sembrerà qualche cosa di brutto come un'enorme sanguisuga, o un informe serpentaccio, perché poi al gusto vi piacerà.
    Eccola, la mia enorme sanguisuga. Con crepe annesse.

    Strudel cotto

    Come accompagnamento ho fatto uno zabaione alla cannella. Abbiamo mangiato tutto tiepido, strudel e crema. Poi a stare lì si è un po' smontato, lo zabaione.Non si vive di solo blog, e nemmeno di sole foto.

    Lo strudel è anche sul libro.




    http://www.amazon.it/dolce-gluten-free-Pasticceria-glutine/dp/8844044838/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1415356382&sr=1-1&keywords=il+dolce+gluten+free

    Strudel di mele (strucolo de pomi) con zabajone alla cannella

    Strudel fetta

     Ingredienti
    Per la sfoglia
    • 150 g di mix per pasta fresca (io Gluten Free per pasta Molino Dalla Giovanna)  (¶)
    • 100 ml di acqua tiepida
    • 1 cucchiaio di olio
    • farina supplementare per tirare la pasta, ma ne serve poca (¶)
    Per la farcia
    • 5 mele Renette
    • 50 g di gherigli di noci 
    • 30 g di pinoli 
    • 60 g di zucchero di canna
    • 50 g di uvetta
    • 30 g di cranberry
    • cannella in polvere (¶)
    • la buccia grattata di un limone non trattato
    • 3 savoiardi (¶)
    • confettura di albicocche (¶)
    • zucchero semolato per spolverare
    • 1 chiara d'uovo per spennellare
    Per lo zabaione alla cannella
    • 4 tuorli d'uovo
    • 80 g di zucchero semolato
    • 40 g di marsala
    • 40 g di acqua tiepida
    • 1 cucchiaio di cannella in polvere (¶)
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

    Preparazione
    Preparare la sfoglia
    Fare la fontana con la farina. Mettere nel mezzo l'acqua e l'olio e lentamente incorporare la farina raccogliendola dai bordi. Ne risulterà un impasto morbido, quasi appiccicoso. Farlo riposare almeno mezz'ora in un sacchetto di plastica.

    Preparare la farcia
    Sbucciare, togliere il torsolo e tagliare le mele a fette sottili. Metterle in una ciotola e mescolarle con lo zucchero di canna, la cannella in polvere, la buccia grattata del limone, l'uvetta e i cranberry.
    Tritare grossolanamente le noci.
    Sbriciolare i savoiardi (o dentro il mixer, o mettendoli in un canovaccio, coprire e passarci sopra il mattarello).

    Stendere la sfoglia e finire lo strudel
    Disporre sulla spianatoia un pezzo piuttosto ampio di carta forno. Infarinare, e cominciare a stendere la sfoglia con il mattarello a sua volta infarinato. Tirarla a lungo (evitare di usare le mani con la sfoglia senza glutine, troppo troppo sottile non va bene) Il risultato finale sarà essere una sfoglia rettangolare molto sottile.
    Stendere i vari ingredienti su tutta la superficie della sfoglia lasciando liberi circa due centimetri lungo il bordo: prima i biscotti sbriciolati, poi 3 o 4 cucchiaiate di confettura di albicocche, poi le noci triturate, infine il composto di mele e frutta secca. Cominciare a sollevare la sfoglia per arrotolarla sul ripieno, aiutandosi con la carta forno.
    Fare fare un paio di giri, quindi ripiegate anche i due lembi esterni e continuate ad arrotolare fino alla fine. Saldare bene sia i bordi che le estremità.
    Come si vede dalla foto la sfoglia era piuttosto sottile, magari non come quella meravigliosa di Manu ma comunque abbastanza sottile da lasciar intravedere la farcitura all'interno.
    Trasferire lo strudel con la sua carta forno sulla teglia da forno.
    Girarlo in modo che abbia la chiusura sotto, dargli la forma a ferro di cavallo (a vostro rischio e pericolo), e spennellare con la chiara d'uovo. Spolverizzare con lo zucchero semolato.
    Far cuocere nel forno preriscaldato a 180° C per una quarantina di minuti.

    Nel frattempo

    Preparare lo zabaione alla cannella
    Montare a lungo i tuorli d'uovo con lo zucchero in un pentolino, e nel frattempo preparare un bagno-maria di acqua che però non raggiunga il bollore.
    Mettere il pentolino con il composto di uova e zucchero sul bagno-maria e continuare a sbattere, aggiungendo a filo prima il marsale e poi l'acqua. Aggiungere per ultimo il cucchiaio di cannella in polvere.
    Continuare a montare a bagno-maria finché il composto non scrive. 

    Servire lo strudel tiepido o a temperatura ambiente tagliato a fette accompagnate con lo zabaione tiepido.
    Con questa ricetta partecipo alla sfida di febbraio 2014 dell' MTC.
    La ricetta originale di Mari del blog Lasagnapazza

    MTC di febbraio 2014

    lunedì 10 febbraio 2014

    Strudel verde senza glutine, quello di casa

    Strudel verde

    La sfida di questo mese dell'MTC è forse quella che più mi piace fra tutte.
    Ringrazio di cuore Mari-Lasagnapazza per aver scelto questo tema, che è davvero  nelle mie corde emotive e culinarie.
    È sullo strudel, sia quello dolce che quello salato. Si può scegliere.
    Li farò tutti i e due, ma comincio da quello salato, perché oggi era domenica, c'erano a pranzo i nonni, e ho voluto fare un vero pranzo della domenica che cominciasse proprio con una delle ricette che faceva la mia mamma quando voleva fare una bella figura, lo strudel verde.
    Questo strudel oggi unisce con un filo rosso tre generazioni, e probabilmente molte altre che si perdono nella notte dei tempi: io, mia madre e mia nonna. Che però non è la mamma di mia mamma, ma sua suocera.
    Dovete sapere che io sono per parte di madre emiliana e per parte di padre trentina. Si capisce quindi come mai questo piatto sia così nelle mie corde: in Trentino, con la sua cucina che così tanto deve alla tradizione austro-ungarica, lo strudel è un rito, una certezza, una religione.
    Mia nonna faceva anche lo strudel in versione salata, che davvero somiglia molto a quello di Mari.
    Unica differenza: la presenza degli spinaci, che sono piuttosto ricorrenti nella cucina trentina.

    Mia mamma invece non ha mai amato cucinare. Per generazione, per attitudine e per ideologia è di quelle donne che ha ritenuto cucinare una catena, e se n'è affrancata appena ha potuto.
    Non che mi abbia fatto mancare niente, anzi, a casa nostra, come in tutte le case di allora, si mangiava primo-secondo e due contorni tutti i giorni, a pranzo e a cena, ma non le piaceva, non ci si divertiva, e badava al sodo.
    Erano gli anni dei surgelati, dei dadi da brodo, dei formaggini, della margarina, tutti simboli di modernità in cui mia madre si è gettata a capofitto.
    Tanto per dire, adesso che non ha più una figlia da tirare su, e vive con un marito con il quale spesso ha parecchio da ridire, i 4salti-in-padella si sprecano, e pure quelle orribili minestre del banco frigo che io non riesco nemmeno ad annusare, figuriamoci a mangiare.

    Però mia mamma è emiliana. E ci sono cose che ha respirato fin da piccola. Una di queste, la pasta fatta in casa. Mia nonna, mia zia, le loro cugine, erano di quelle che tiravano una sfoglia di ennemila uova a mano senza fare un plissé. Io me le ricordo, quelle sfoglie che sembravano tovaglie da 12, dalle quali uscivano magicamente tortellini, lasagne, tagliatelle, grattini...
    Mia mamma, anche se non ama cucinare, sa tirare la sfoglia, e sa fare pure i tortellini...
    Così quando si è trovata in casa di sua suocera, e ha visto questo strudel verde non poteva non farlo suo.
    E l'ha fatto così suo che ha cambiato pure il condimento.
    Il sugo di pomodoro era una di quelle cose che mia nonna, pure cuoca raffinata, faceva malissimo. Non faceva parte della sua cultura.
    Se a Napoli il piatto quotidiano sono gli spaghetti col pomodoro, a casa di mia nonna era la polenta, o un risotto. Se pasta doveva essere, erano i tagliolini col vedel (il sugo d'arrosto).
    Il sugo di pomodoro no, era pessimo. Acquoso, lungo, insipido, e -orrore!- con il burro...
    Quello di mia mamma no, è buono. Mio figlio sostiene che nessuno fa il sugo di pomodoro meglio della nonna.
    Eppure non ci mette niente: i pomodori freschi d'estate, i pelati d'inverno, olio, qualche foglia di basilico.
    Lo cuoce a lungo, quello sì, piano piano, in una pentola, non in padella come facciamo spesso noi per fare prima, e le viene un sughetto saporito e per niente acidulo, senza metterci strane diavolerie tipo lo zucchero, senza pezzi interi perché si sono sfatti nel cuocere, non perché usi la passata -giammai!-.
    Insomma, un sapore fresco e saporito, tondo e dolce.
    Così mia mamma ha sostituito il burro fuso e parmigiano con cui la nonna Carmela condiva lo strudel verde con il suo semplicissimo sughetto di pomodoro. E ci sta d'incanto. È pure tricolore...
    E lo strudel verde con il sugo di pomodoro, senza tante elaborazioni esotiche, è quello che vi propongo.
    Anche l'impiattamento è semplice, niente gocce di pomodoro artisticamente sparse sul piatto, niente foglioline di basilico a latere. Niente di niente.
    Lo strudel verde della mamma e della nonna come il pranzo della domenica vuole.
    E scusate se è poco.
    (anche le foto fanno abbastanza schifo, sembrano quelle di una rivista di cucina degli anni '60, non so se avete presente, ma mi vanno bene così)

    Commento di mio figlio: "Mamma, ma dovevi aspettare 10 anni prima di farmi assaggiare questa meraviglia? Ora me lo rifai tutti i giorni per un mese!!"

    Strudel verde

    Strudel verde

     Ingredienti
    Per la sfoglia
    Per la farcia
    • 600 g di spinaci
    • 250 g di ricotta
    • 100 g di grana trentino 
    • 1 uovo
    • noce moscata
    • pepe
    • sale
    Per il sugo
    • 1 barattolo grande di pelati
    • olio extravergine di oliva
    • basilico fresco 
    • sale
    Gli ingredienti contrassegnati con il simbolo (¶) sono alimenti a rischio per i celiaci e per essere consumati tranquillamente devono avere presentare sulla confezione la scritta SENZA GLUTINE il simbolo della spiga barrata, oppure essere presenti nel prontuario dell'Associazione Italiana Celiachia, o nell'elenco dei prodotti dietoterapici erogabili.

    Preparazione
    Preparare la sfoglia
    Fare la fontana con la farina. Sbattere l'uovo e mettere nel mezzo alla fontana, e, con una forchetta, cominciare a raccogliere la farina dall'interno della fontana amalgamandola all'uovo sbattuto. Aggiungere quindi l'acqua tiepida, e procedere allo stesso modo. Quando la farina avrà tirato tutto l'uovo e tutta l'acqua, cominciare ad impastare a mano, sulla spianatoia leggermente infarinata: inizialmente l'impasto sarà appiccicoso, poi diventerà sempre più asciutto e, per quanto possibile in assenza di glutine, elastico.
    Fare la palla e far riposare almeno una mezzoretta in un sacchetto di plastica.

    Preparare la farcia
    Mondare e lessare gli spinaci e lessarli in poca acqua. Scolarli, strizzarli facendo perdere loro più acqua possibile e farli raffreddare. Quando sono freddi, tritarli a coltello.
    Setacciare la ricotta in un recipiente, ammorbidirla con una forchetta, aggiungere gli spinaci tritati, l'uovo sbattuto, il grana grattugiato, una spolverata di pepe e noce moscata e aggiustare di sale.
    Tenere da parte.

    Strudel verde

    Preparare il sugo
    Mettere in una pentola un po' d'olio sul fondo e i pelati (in questa stagione, altrimenti d'estate usare pomodori rossi da sugo brevemente sbollentati per toglier loro la buccia), grossolamente tagliuzzati. Salare e far cuocere molto lentamente, mescolando spesso, fino a che i pomodori non si sono sfatti completamente e il sugo è diventato bello denso e con un sapore rotondo. Qualche minuto prima di spegnere il fuoco aggiungere le foglie di basilico.

    Stendere la sfoglia
    Prima di cominciare a stendere la sfoglia mettere a bollire sul fuoco una pentola abbastanza larga e che possa contenere comodamente lo strudel (io ho usato, come fa sempre mia mamma, una pesciera).
    Disporre sulla spianatoia un tovagliolo grande pulito di cotone bianco (lavato con sapone neutro e ben sciacquato) e infarinarlo. Prendere l’impasto e cominciate ad appiattirlo con le mani sopra al tovagliolo, quindi tirarlo con un mattarello.
    La sfoglia che non dovrà essere sottile come quella preparata per lo strudel dolce.

    Strudel verde

    Il risultato finale sarà essere una sfoglia comunque rettangolare circa 30 X 40.
    Stendere la farcia su tutta la superficie della sfoglia lasciando liberi circa due centimetri lungo il bordo. Cominciare a sollevare la sfoglia per arrotolarla sul ripieno, aiutandosi con il tovagliolo.
    Fare fare un paio di giri, quindi ripiegate anche i due lembi esterni e continuate ad arrotolare fino alla fine. Avvolgere il rotolo così ottenuto nel tovagliolo senza lasciare vuoti e chiudere, con uno spago da cucina, i due lembi esterni; fare due giri di spago anche lungo il rotolo.

    Strudel verde

    Salare l’acqua bollente e adagiarvi delicatamente lo strudel avvolto nel tovagliolo.
    Cuocere a fuoco medio (deve sobbollire senza violenza) per 45 minuti abbondanti, quindi togliere lo strudel dall’acqua e togliere il tovagliolo.
    Tagliare il rotolo a fette spesse circa 1,5 cm leggermente oblique, disponerle nel piatto da portata, irrorarle di sugo, che comunque andrà messo in dosi non massicce e verrà portato a parte in tavola, per permettere ai commensali di scegliere quando "sugoso" deve essere lo strudel.

    Lo strudel verde deve essere mangiato subito, non può aspettare, altrimenti rinsecchisce, la farcia si ritira e non fa più lo stesso effetto. Se si guarda con attenzione la seconda foto, quella prima degli ingredienti, si vede cosa può succedere ad aspettare: la foto è stata scattata un po' dopo pranzo, con un paio di fette tenute da parte all'uopo, e si può notare che la farcia si è già cominciata a ritirare. Se invece si guarda la foto qui sotto, o quella che apre il post, questo effetto non c'è assolutamente, e la farcia è ben aderente alla sfoglia.

    Strudel verde



    Con questa ricetta partecipo alla sfida di febbraio 2014 dell' MTC.
    La ricetta originale di Mari del blog Lasagnapazza

    MTC di febbraio 2014

    mercoledì 31 ottobre 2012

    Chiuso per ferie

    È un periodo che ho troppo da fare, e in cui questo blog ha fatto muovere molte cose nella mia vita.
    Tutte estremamente gratificanti, e coinvolgenti, ma forse tutto insieme è stato un po' troppo.

    Io non faccio la blogger di mestiere, e questo è il mio passatempo. Un divertimento, e un modo per coltivare alcune passioni, la scrittura, la cucina e, ammettiamolo pure, una certa internet-addiction della quale credo non mi libererò mai.
    Tutto questo mi ha sempre molto divertito, finché è rimasto un gioco, un bel divertimento.
    Ma ultimamente le cose sono cambiate, e pesso mi sono sentita in dovere di. Insomma, quello che era un passatempo è diventato in qualche modo un impegno. Anche gratificante. Che mi ha portato anche delle belle soddisfazioni. Ma sempre un impegno.

    Il fatto è che di impegni e doveri ce ne sono altri.
    Un lavoro, che non amo moltissimo ma che cerco comunque di fare in modo coscienzioso.
    Una famiglia. Che amo invece moltissimo ma che, come tutte le famiglie dove ci sono bambini, con i loro bisogni e specificità, è anche un impegno.
    Ecco, quando mi sono trovata a passare un pomeriggio al computer per cucinare e scrivere questo e quel post, lasciando un po' alla deriva la prole, ho sentito che le cose mi stavano prendendo la mano.
    Così come quando ho dovuto fare le ore piccole per preparare un compito, perché prima mi ero dedicata ad altro.
    Dice il saggio: prima il dovere e poi il piacere. Io ho sempre fatto fatica ad applicare questa regola, ma ultimamente non sapevo più quale fosse il dovere e quale il piacere.
    Mi sono resa conto che le cose non andavano nel modo giusto quando il blog è diventato fonte di tensione, prima ancora che un divertimento.

    Potevo starmene zitta e mollare semplicemente un po' la presa. Ma mi conosco. Questo balocco mi piace troppo, e io per prima ho bisogno di un paletto per mettere le cose al loro posto, ed aiutarmi ad essere costante.

    Insomma, mi prendo una vacanza dal blog. Non so quanto durerà. Tutto il tempo necessario per mettere le cose a posto: sono in primo luogo un'insegnante, una mamma, una moglie, una cittadina, e non una che passa la maggior parte del proprio tempo (non solo quello libero) fra la cucina e il computer.

    Avrei potuto chiudere definitivamente, ma ci sono tante ricette qua sopra, mi sembrava troppo. 
    Le mail o i commenti dei celiaci alle prime armi che hanno trovato supporto e aiuto da queste pagine mi hanno fatto decidere di lasciare tutto aperto per la consultazione.

    Chiudo invece questa pagina ai commenti perché prendere questa decisione non mi è semplice, e rispondere lo sarebbe ancora meno.

    mercoledì 4 luglio 2012

    Novità... e un Cous cous senza glutine tutto in verde




    Oggi sono molto emozionata, comincia per me una nuova avventura: non troverete questa ricetta su questo blog, ma su La Cucina di D., il settimanale femminile di Repubblica.
    Quando ho ricevuto la proposta, non ci volevo credere perché, anche limitandomi all'universo gluten-free, altre blogger Sglutinate, vuoi per capacità innovativa, vuoi per spirito creativo, vuoi per competenze, mi sembravano ben più titolate di me. Ringrazio molto lo staff di D. per avermi dato quest'opportunità, speriamo di meritarmela.

    Da quando ho scoperto di essere celiaca ho dovuto re-imparare a cucinare, e se non ci fossero state tutte le persone che avevano già cominciato da tempo a sperimentare la strada non sarebbe stata così agevole: le blogger Sglutinate sono state un vero aiuto e supporto in questi anni di celiachia, e sono grata ad ognuna di loro, guru in primis, visto che il loro libro staziona fisso, sempre più impataccato e spiegazzato, sul mio comodino.
    Quello che mi piace di più di questo gruppo è la capacità di sentirsi una comunità, visto che ci troviamo a condividere un problema che a molti sembra solo l'ultima tendenza culinaria ma che invece è una patologia che complica non poco la nostra vita e quella dei nostri figli, in molti casi celiaci essi stessi.
    Spero, in questa mia nuova avventura, di aiutare a diffondere sempre di più le conoscenze sulla cucina senza glutine, quel mix di creatività e rigore, che ci fa stare attente ad ogni dettaglio della nostra cucina, ad ogni ingrediente, vagliandone l'adeguatezza e l'assenza di contaminazioni, ma anche la resa, il gusto, il piacere, perché a noi piace troppo mangiare bene, e se il glutine non c'è, ne faremo a meno.

    E la ricetta? Quella ovviamente la trovate su




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